Perez: "Giusto tagliare gli stipendi. Roma è spettacolare e sono felice"

Carles Perez, giocatore della Roma arrivato nel mercato invernale dal Barcellona, è stato intervistato da Marca tramite una diretta sul social network Instagram:

Come stai vivendo la quarantena?
"Normale, sono solo da ventidue giorni. La mia famiglia sta bene ed è in Spagna, ma sto bene. Non esco da casa".

Quanto ti alleni?
"Due ore al mattino e due al pomeriggio". 

Che fai?
"Ho un preparatore atletico che mi da il programma ogni settimana. È importante mantenere la forma fisica per essere pronti a tornare a giocare, ma niente pallone, non ho mai passato così tanto tempo senza giocare. Ci sto un po' male, perché il calcio è la mia vita. La cosa più importante però è che la gente resti a casa e tutto tornerà alla normalità".

Stai collaborando con l'ospedale della tua città?
"Si, cerco di sostenerlo per affrontare quest'emergenza".

Cosa ne pensi del taglio dei salari?
"È giusto. Noi siamo pagati per giocare il fine settimana e ora non possiamo perché dobbiamo stare a casa. D’altra parte non siamo in vacanza perché continuiamo ad allenarci, ma capisco la scelta".

Come vi siete accordati nella Roma sul taglio?
"Non posso commentare questo tema".

Come va con l’italiano?
"Bene. Con Diego Perotti e Fazio parlo in spagnolo visto che sono argentini. L’italiano lo sto studiando e inizio a parlarlo. Poi ci sono Villar e Pau Lopez ovviamente".

Come sono i tifosi giallorossi?
"Il tifoso della Roma è diverso da quelli in Spagna. La gente a Roma vive il calcio in un altro modo, più intensamente. Ci sono lati positivi e negativi. Gridano tutta la partita, tifano la squadra".

Meglio Roma o Barcellona?
"Roma è spettacolare, ma dico Barcellona perché lì ho passati tantissimi anni e ho tanti amici".

La Champions?
"Possiamo entrare in Champions e andare avanti in Europa League. Se le vinciamo tutte ci qualifichiamo sicuramente".

Hai incontrato Totti?
"No. Da quando sono a Roma non è mai venuto al centro sportivo. Però spero di incontrarlo, è una leggenda".

Il Barcellona?
"Non so perché mi abbia mandato via, ma ho rispettato la loro decisione. Ora sono un giocatore della Roma e sono felice di esserlo. Sono felice di come mi sono ambientato e del calore dei tifosi".

Le giovanili del Barcellona?
"A volte serve del tempo per adattarsi e non viene dato. Ora sono un giocatore e sono contento di esserlo".

C’è un diritto di recompra su di te?
"No. Ho firmato per quattro anni con la Roma".

A Roma puoi aspirare a un ruolo da protagonista?
"Al Barça sapevo che era diverso perché avevo davanti il miglior giocatore del mondo. È normale. Ho scelto la Roma perché  la situazione era molto buona per me, qui posso giocare anche se sono giovane. Ho scelto la Roma anche per la società e per l'ambiete. Cerco minuti di responsabilità, al Barcellona giocavo poco, anche se ho giocato in Champions e ho segnato all'Inter, mentre qui posso giocare titolare in Europa e da protagonista".

Cosa ti ha detto Fonseca per convincerti?
"Fonseca mi ha parlato della squadra, della società e dei compagni. Mi è piaciuto cosa mi ha detto e come ha cercato di convincermi, mi piaceva l'idea e ho scelto la Roma".

C'erano anche altre offerte?
"Si, dalla Spagna, Inghilterra e Germania, ma la Roma mi ha convinto".

La Serie A è molto tattica?
"Qui si difende molto meglio. Per me sarebbe più facile giocare in Spagna che qui, dove ci sono più spazi. Qui c’è più intensità difensiva".

Pastore?
"Ha tantissima qualità".

Perché hai scelto il numero 31?
"Non lo so, mi è sempre piaciuto da piccolo e mi ha portato fortuna".

In futuro che numero vorresti? La dieci?
"No, il dieci no. Ho troppo rispetto, la dieci pesa troppo qui. Metterei l’undici".

Ti piace la pasta?
"Molto, quando esco per Roma vado a mangiarla, ma quotidianamente devo stare attento alle direttive del nutrizionista".

Con Kluivert come ti trovi?
"Molto bene, ha grande qualità. Ma devo dire che mi trovo bene con tutti".

Qual è il tuo ruolo preferito?
"Esterno destro".

A chi cerchi di ispirarti?
"Leo Messi. Sennò Robben".


A cena con: i cinque ospiti ideali di Justin Kluivert

Justin Kluivert, giocatore della Roma, ha partecipato ad un giochino proposto dalla società sul proprio sito ufficiale scegliendo cinque personaggi che inviterebbe ad una ipotetica cena una volta finito il periofo di quarantena:

"Ora come ora sappiamo che, per la nostra sicurezza e quella degli altri, quello che dobbiamo fare è rimanere a casa. Quando sarà finita la quarantena, non vedrò l’ora di rincontrare i miei compagni e di avere di nuovo la possibilità di passare del tempo assieme alla mia famiglia. Queste sono le prime persone che vorrò vedere. Ma dopo averle riviste e aver recuperato il tempo perso, ci sono cinque ospiti con cui mi piacerebbe condividere una cena. Credo che sarebbe una serata davvero divertente".

Cristiano Ronaldo: "Ho sempre voglia di imparare cose nuove, soprattutto per migliorare il mio gioco, quindi cosa ci sarebbe di meglio di sfruttare questa cena per invitare uno dei giocatori più forti di sempre? Giochiamo in un ruolo simile, lui ha moltissima esperienza e ha fatto qualsiasi cosa su un campo da calcio. Averlo come ospite sarebbe un’ottima opportunità per conoscere il suo punto di vista e imparare cose nuove. Come si allena, come mangia, come si prepara mentalmente. Ci sarebbero moltissimo cose che potrebbe insegnarmi".

Ronaldinho: "Mi piacerebbe invitare Ronaldinho per gli stessi motivi, è stato un giocatore incredibile, potrei imparare moltissimo da lui e dal modo in cui lui intendeva il calcio. Ha anche giocato in un periodo in cui moltissimi top player calcavano i terreni di gioco, quindi potrei imparare molto su com’era affrontare giocatori così importanti. Aveva inoltre quell’eleganza e quella gioia quando giocava a calcio… potrei chiedergli di questo aspetto e magari lui potrebbe mostrarmi qualche numero tra una portata e l’altra, che io potrei imparare e mettere in pratica nella partita successiva".

Drake: "Non possono esserci solamente calciatori a tavola quindi inviterei sicuramente anche Drake, uno dei miei rapper preferiti. Mi è sempre piaciuta la sua musica, quindi sarebbe bello averlo come ospite e ascoltare le storie dietro alle sue canzoni e sulla sua carriera. Poi, alla fine della cena potrebbe alzarsi e cantarci qualcosa. Sarebbe qui che la festa avrebbe veramente inizio".

Travis Scott: "È un altro rapper che mi piace, sarebbe bello ci fosse anche lui alla cena. Potrebbe esibirsi anche lui con Drake, hanno fatto qualche bella canzone insieme e sono sicuro che l’atmosfera si riscalda non poco quando quei due si esibiscono insieme. Alla fine, potrei prenderli da parte e chiedergli di nominarmi nel loro prossimo singolo. Mi basterebbe che mi inserissero in una rima, non chiederei altro".

Leonardo Di Caprio: "Penso che terminerei la tavolata con un attore e Leonardo Di Caprio è sempre stato tra i miei preferiti. “The Wolf of Wall Strett” è un film fantastico, gli farei qualche domanda a proposito, ma ce ne sono moltissimi altri in cui ha recitato e avrà sicuramente moltissime storie incredibili da raccontare in tutti questi anni passati nell’ambiente di Hollywood. Anche per lui deve essere abbastanza strano dover avere a che fare con il livello di fama che ha raggiunto e io mi chiedo come faccia. Sono sicuro che avrebbe moltissime cose da raccontarci e sarebbe bello sentirlo raccontare delle storie".

"Nella vita bisogna godersi i momenti quando se ne ha la possibilità. Penso che questa quarantena ce lo abbia ricordato a dovere quindi sceglierei un menu di classe. All’arrivo degli ospiti un aperitivo, in seguito il percorso sarebbe quello di un ristorante stellato, con il vino e gli alcolici migliori. Dovrei sicuramente fare colpo su queste persone. Dopo cena, gli amici potranno raggiungerci per l'esibizione di Drake e Travis, mentre Leo potrebbe magari recitarci qualcosa. Sarebbe sicuramente una serata indimenticabile".


Di Francesco: "Contro il Barcellona abbiamo trasmesso una gioia indescrivibile"

Eusebio Di Francesco, ex giocatore della Roma prima ed allenatore poi, ha parlato ai microfoni di Sky Sport del suo passato giallorosso:

Il centrocampo Strootman-Nainggolan-De Rossi?
"Era un grande centrocampo, con grandi qualità tecniche e mentali. Ero un po’ pentito di aver accettato di mandare via Nainggolan e Strootman. Mi è dispiaciuto. Loro dal punto di vista emotivo, negli allenamenti, erano importanti. Interagivano con gli altri per fare quello che chiedevo. Ne ho sentito la mancanza l’anno dopo alla Roma. Specialmente per gli atteggiamenti".

Roma-Barcellona?
"Abbiamo trasmesso una gioia indescrivibile. Questa partita nasce da un percorso di tutta la stagione, senza tutto quel lavoro non sarebbe stato possibile. Peccato per la semifinale poi, per come abbiamo giocato il ritorno avremmo meritato qualcosa in più".

Quanto ci vuole a una squadra per recepire il tuo stile di gioco?
"Ogni gruppo è diverso. L'allenatore deve essere bravo a calarsi all'interno della realtà dove va. Per il mio calcio, ho bisogno di calciatori di qualità, ma a determinati livelli ci vuole anche tanta fisicità, soprattutto in Europa. Dipende, diciamo 2-3 mesi. A Sassuolo ci sono riuscito subito, a Roma ci ho messo di più, ma ce l'ho fatta".

L'attaccante più forte con cui hai giocato e che hai allenato?
"Con cui ho giocato dico Montella per la capacità realizzativa, Batistuta per la forza e la mentalità. Lui era venuto a Roma per vincere e trasmetteva questa cosa. Il giocatore più talentuoso ovviamente è Totti. Quello che ho allenato come talento globale dico Dzeko, ma quello che ho visto crescere è Domenico Berardi, che ha pure rifiutato di tornare da me".


Il comunicato dell'AIC sul taglio degli stipendi: "Comportamento delle leghe incomprensibile"

L'AIC, Associazione Italiana Calciatori, ha detto la sua sulla porposta delle Leghe di A e B sul tagli degli sptipendi. Questa il suo comunicato:

"Il Consiglio Direttivo AIC, riunito oggi nel consueto incontro settimanale, a cui ha fatto seguito una riunione con i rappresentati delle squadre di Serie A, ha ritenuto irricevibile la proposta avanzata dalle Leghe di A e B giunta oggi.
Il comportamento delle Leghe è incomprensibile in un momento come quello attuale. La volontà, neanche tanto implicita, di voler riversare sui calciatori, mettendoli in cattiva luce, l’eventuale danno economico derivante dalla situazione di crisi, è un fatto che fa riflettere sulla credibilità imprenditoriale di chi dovrebbe traghettare il sistema calcio in questo momento di difficoltà.
Pensare che si debba ricorrere ad una delibera assembleare per decidere di non pagare più nessuno lascia senza parole. Gli stessi presidenti che vorrebbero decidere la sospensione degli emolumenti hanno mandato in campo le squadre fino al 9 marzo, fatto allenare i calciatori fino alla metà di marzo e tuttora monitorano e controllano gli allenamenti individuali svolti secondo le direttive dello staff tecnico.
La discussione delle scorse settimane verteva sui termini di contestazione di mancati pagamenti da sospendere o posticipare, ma non si è mai andato oltre le brevi riunioni telefoniche.Ora capiamo perché non si voleva trovare un’intesa sulle modifiche tecniche all’Accordo Collettivo, la vera intenzione è non pagare. Il fatto lascia allibiti, inoltre, visto che parecchie squadre sono già sedute con i loro calciatori per discutere come aiutarsi in un momento come quello attuale.
D’altro canto la notizia del nuovo DPCM che include atlete ed atleti del mondo dilettante tra i destinatari del contributo di 600 euro per il mese di marzo ci fa ben sperare che un minimo senso di condivisione e solidarietà possa nei prossimi mesi ribadire un concetto che abbiamo espresso fin dal primo momento: ognuno faccia la sua parte.
A questo proposito il Consiglio Direttivo ha deliberato di destinare una contribuzione straordinaria ad un Fondo solidaristico che possa in questa emergenza aiutare le categorie più in difficoltà tra i nostri associati. I redditi più bassi vanno tutelati, soprattutto in situazioni come questa in cui il rispetto e il fare squadra dovrebbero essere principi cardine
".


AIC, Tommasi: "La proposta mi pare una follia, quando i giocatori già trattavano con le società"

Damiano Tommasi, presindente dell'AIC, ha voluto precisare ai microfoni dell'Ansa la posizione dell'associazione dopo la proposta delle Leghe di tagliare gli ingaggi per almeno due mesi:

"Se le società di serie A si devono trovare in assemblea per dire che non pagheranno gli stipendi, quando in realta' a tu per tu con i giocatori i singoli club stanno cercando accordi di buon senso, è molto preoccupante. Come ha detto Messi, non riesco a capire la logica imprenditoriale alla base di questo comportamento: mettere in cattiva luce i giocatori, principali protagonisti dello spettacolo, quando tutti o quasi stanno già discutendo con i club come uscire insieme da questa crisi. Mi pare una follia".


Serie A, test d'ammissione

IL MESSAGGERO - L'emergenza coronavirus in Italia continua a tenere fermo il campionato di Serie A, ma la Lega calcio è sempre più decisa a trovare una soluzione per poter portare a termine la competizione. Proprio per questo motivo, nella giornata di venerdì il numero uno della FIGC, Gabriele Gravina, ha incaricato un equipe di medici di stilare un "vademecum" che le squadre dovranno rispettare una volta tornate in campo. L'idea è quella di riprendere gli allenamenti prima a piccoli gruppi e solo successivamente con il gruppo al completo, preferibilmente portando la squadra in ritiro. Inoltre gli atleti delle varie squadre saranno suddivisi in chi è stato positivo al virus e chi negativo. I primi dovranno sottoporsi a vari test medici durante l'allenamento, per valutare condizione fisica e possibilità che siano presenti ancora sintomi del virus; i secondi invece dovranno comunque sottoporsi all'esame del tampone una volta ogni quattro giorni.


Claudio Ranieri: "L’Italia è in guerra il calcio aspetterà"

LA REPUBBLICA - Claudio Ranieri, tecnico della Sampdoria che ha seduto anche sulla panchina della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano in cui ha parlato di come sta passando questa quarantena, ma soprattutto dell'ipotesi di riprendere a giocare il campionato di Serie A. Queste le sue parole.

Pronti a riprendere il campionato allora?
«Calma. Il governo può dire ricominciamo o no, ma spetta ai medici deciderlo. Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza».

I presidenti sono divisi. C’è chi vorrebbe la ripresa e chi lo stop definitivo.
«Io sono cresciuto con il pallone, frequento questo mondo da 50 anni. Mai direi no a una partita. Ma in un’emergenza come questa bisogna essere seri. Non entro nella polemica, dico cosa dobbiamo aspettarci alla ripresa: chi è stato colpito dal virus, durante i primi allenamenti si sentirà fiacco. Come ha detto il mio presidente Ferrero un giocatore non è una macchina che si spegne e si riaccende, prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione. Sarà peggio di un ritiro estivo, perché c’è l’aggravante, per chi è stato contagiato, della malattia. E prima del campo, insisto: massima sicurezza. Poi, dopo il via libera, starà all’allenatore e allo staff capire chi può reggere una gara e chi no. Tra l’altro si ipotizzano 3 partite a settimana, tutte a pieno regime. Cosa già difficile prima che arrivasse il coronavirus».

Significa che la Serie A per quest’anno è finita?
«Non ho detto questo, non lo so. Giudico la realtà: l’Italia è sommersa come se fossimo in guerra. Gli ospedali delle grandi città in ginocchio: pensi quelli di provincia o se il dramma del Nord fosse capitato al Sud, con strutture meno idonee e ricettive. Senza contare che le trasferte sono viaggi e in Italia non ci sono più zone franche. Quando luoghi e alberghi saranno sicuri? Si parla di gare in campo neutro, escludendo qualche regione. Non sono d’accordo: o si riprende tutti o nessuno».

Fonseca: "Zaniolo sta bene, Pellegrini sarà il capitano del futuro"

GAZZETTA DELLO SPORT - Il tecnico della Roma, Paulo Fonseca, aspetta di conoscere il futuro della Serie A e di conseguenza della propria squadra in questa situazione di emergenza straordinaria. Il coronavirus non permette di potersi allenare, così l'allenatore è costretto a rimanere in casa, dove però sta sfruttando al massimo il proprio tempo preparando allenamenti per il futuro, guardando partite e giocatori in vista del mercato estivo. Nella giornata di ieri Fonseca ha anche rilasciato alcune dichiarazioni in merito al futuro del club giallorosso e della Serie A: «Difficile dire se ripartirà, in questo momento la salute di tutti è più importante, dobbiamo capire se si sarà in condizione di tornare. Si può arrivare a giocare anche fino all’estate per chiudere il campionato. La priorità è questa». E ancora in merito alle parole pronunciate su di lui da Francesco Totti: «Sono contento per le sue parole, lui è una leggenda e avere questo riconoscimento è importante». Concludendo poi parlando dei giocatori su cui lui e la Roma puntano per il futuro, Zaniolo e Pellegrini: «Pellegrini ha tutte le condizioni per essere il capitano della Roma in futuro. Zaniolo? Sta molto bene, il suo recupero è positivo, così come le indicazioni che mi danno i medici».


Roma, è l'ora dei sacrifici. Ingaggi tagliati e spalmati

GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma è una delle società che maggiormente si stanno impegno nel fare il possibile per combattere il virus durante questa emergenza sanitaria. Il club giallorosso ha infatti messo in campo molte iniziative sia per aiutare le strutture mediche che per andare incontro a tutti coloro che non hanno la possibilità di vivere al meglio questa quarantena. I giocatori giallorossi non sono ovviamente da meno. In questo periodo di crisi causato dal coronavirus, che ha costretto ogni attività a fermarsi fino a data da destinarsi, a rimetterci sarà sicuramente il club e tutti i suoi dipendenti. Per questo motivo i calciatori della Roma sembra abbiano trovato un accordo comune con i dirigenti per far fronte a queste avversità. Gli atleti sarebbero pronti a rinunciare al 60% delle mensilità di marzo, sulla scia di ciò che già Barcellona e Juventus hanno fatto, e di spalmare altre tre mensilità, precisamente aprile, maggio e e giugno, sui futuri stipendi. In questo modo il risparmio si dovrebbe aggirare intorno agli 8 milioni di euro, con i futuri introiti da spalmare che arriverebbero a un totale di 40 milioni. Un gesto per aiutare le casse del club a respirare un po' durante questa crisi.


La Roma perde valore, ma meno di Inter e Lazio

CORRIERE DELLA SERA - L'emergenza coronavirus prosegue e a rimetterci sul piano economico sono anche i club dei principali campionati europei. A calare non sono solo gli introiti nelle casse delle società, ma soprattutto il valore delle rose. Il  Cies Football Observatory ha infatti pubblicato una classifica che calcola la perdita di valore dei calciatori sul mercato trasferimenti delle cinque principali leghe europee, Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia. Il valore viene calcolato attraverso otto criteri. Cinque di questi sono personal e comprendono età, contratto, status internazionale, carriera e performance negli ultimi tre e sei mesi. Due sono di squadra e quindi prendono in considerazione il valore sportivo e il valore economico del club. L'ultimo è esterno ed è quello che ha portato al calo medio del 28% in ogni Lega e dipende dal contesto,  in questo caso quindi dal coronavirus. La squadra che in percentuale ha perso di più è l’Olympique Marsiglia con un -37,9%. In Italia l’Inter è calata del 35,7% con perdite da 276 milioni, passando quindi da un valore di 773 a 497; la Roma è calata del 27,2% passando da 540 milioni a 393 milioni. La squadra ad aver perso di più è stata la Lazio, che ha avuto un calo del -32,8%, piazzandosi all'ottavo posto nella classifica delle percentuali, passando da un valore della rosa di 348 milioni a uno di 234 milioni.


Fonseca: "La stagione va terminata"

IL TEMPO - BIAFORA - Tanta voglia di ritornare a vedere il pallone rotolare sui campi di Trigoria. Negli ultimi giorni i protagonisti in casa Roma hanno a più riprese chiarito la posizione del club giallorosso sulla ripresa delle competizioni e anche Fonseca - intervistato da Sky - non ha fatto altro che ribadire quanto manchino a tutti le partite: «Se ci saranno le condizioni sarebbe importante portare al termine il campionato. In poco tempo e poche settimane saremo pronti per ritornare a giocare, perché i calciatori non si sono fermati del tutto e stanno lavorando. Anche se in questo momento la salute delle persone, dei tifosi, dei giocatori, di tutti coloro che lavorano nel calcio è la cosa più importante».

Il tecnico portoghese si è detto orgoglioso per tutto quella che sta facendo la società perla gente attraverso Roma Cares e ha dato il proprio parere favorevole ad una riduzione degli stipendi: «Dobbiamo essere sensibili e pronti ad aiutare in questo momento troppo difficile per tutti. Noi come Roma, allenatore e giocatori siamo pronti a farlo».  C'è stato spazio anche per un commento su Pellegrini e Zaniolo, i pilastri del futuro della Roma: «Lorenzo ha un carattere forte per prendere la fascia. Ora abbiamo Dzeko, ma penso che per il futuro Pellegrini ha tutte le qualità per diventare il capitano della Roma, come ha detto Totti. Zaniolo? Ho parlato con il dottore e le indicazioni sono molto positive, sta recuperando molto bene».

Sul fronte mercato negli ultimi giorni alcuni intermediari hanno provato a prendere contatti con il  per una possibile trattativa che vedrebbe il ritorno in rossoblù di  (contratto in scadenza nel 2021) e l'approdo nella Capitale di Pinamonti. L'attaccante classe 1999 è stato ceduto dall' ai liguri in prestito con obbligo di riscatto a 18 milioni, ma i nerazzurri hanno comunque conservato una corsia preferenziale per riportarlo eventualmente a casa: per un eventuale scambio tra Roma e  servirebbe il semaforo verde del club di Suning. Se ne riparlerà più avanti ad emergenza terminata.


Pazienti di Covid19 da domani a Coverciano

IL TEMPO - PIERETTI - Il calcio apre la propria casa agli italiani. Da domani, il Centro Tecnico Federale di Coverciano avrà modo di accogliere i pazienti contagiati dal coronavirus. La Figc nelle settimane scorse aveva dato la propria disponibilità ad aprire le porte, la struttura ha avuto il via libera per ospitare persone clinicamente guarite dal virus e dimesse dagli ospedali, ma ancora positive al tampone. Chi non avrà modo di proseguire la propria degenza a livello domiciliare, verrà ospitato in isolamento nel centro sportivo che solita- mente ospita gli allenamenti della Nazionale. La struttura ha 54 camere che potranno essere utilizzate dai degenti. L'iniziativa è stata fortemente voluta dal presidente federale Gabriele Gravina. «Non sarà più il Centro Tecnico Federale, ma il Centro della Solidarietà - ha dichiarato il presidente della Figc - sono felice che la disponibilità sia stata accolta con entusiasmo dal sindaco di Firenze Nardella, noi siamo a disposizione con tutti i nostri mezzi per contribuire alla gestione di questa emergenza sanitaria».

La Usl Toscana Centro ha preso in carico la struttura gestita con il coordinamento sanitario di zona e della Società della Salute. «Ringrazio il Presidente Gravina e la Figc per aver messo il complesso sportivo a disposizione della città di Firenze - ha dichiarato il sindaco Nardella - per la prima volta che il Centro Tecnico verrà usato con fini sanitari, è un fatto che rimarrà nella storia, ma soprattutto da lunedì sarà utilissimo per gestire tutta la fase di emergenza che stiamo vivendo in queste settimane».