Roma, il ritorno del Faraone

GAZZETTA DELLO SPORT - Il legame tra El Shaarawy e la Roma non si è mai interrotto, nonostante il trasferimento dell'attaccante in Cina. Il giocatore è infatti tornato nella Capitale ogni volta che ha potuto, complice prima un adattamento non semplicissimo, e poi la paura legata alla epidemia di coronavirus.  Roma è rimasta sempre al centro dei pensieri i El Shaarawy. Non a caso già a gennaio c’era stato il tentativo di tornare in maglia giallorossa.  El Shaarawy ha 27 anni e vanta un’esperienza, in Italia e all’estero, con pochi paragoni e Mancini lo stima, quindi  anche lo spostamento dell’Europeo potrebbe essere un’opportunità.
Quali sono allora gli ostacoli per un suo ritorno a Trigoria? Un solo elemento: lo straordinario ingaggio che il Faraone percepisce adesso. L’attaccante, infatti, ha firmato con la società di Shanghai un contratto da circa 14 milioni netti a stagione per tre anni.  Uno stipendio del genere sarebbe ovviamente impossibile da pagare per la Roma , ma El Shaarawy, pur di tornare, sarebbe pronto a fare un sostanzioso sconto, rientrando dentro i parametri del club giallorosso.


Cristante fa gruppo: «Siamo tutti vicini in chat»

GAZZETTA DELLO SPORT - Cristante sta trascorrendo la quarantena in casa con la fidanzata. Nei giorni scorsi è comparso in un video in cui si allenava sugli elastici, utili per le articolazioni, e in un altro in cui palleggiava con la compagna , per il resto il centrocampista si mostra davvero poco sui social.  Preferisce i fatti alle parole, sia quando si tratta di campo, sia quando si tratta di solidarietà: «Noi, tramite Roma Cares, abbiamo lanciato una campagna raccolta fondi per l’ospedale Spallanzani che è in prima linea per combattere questo virus. Noi giocatori stiamo facendo il nostro e chiunque voglia dare una mano tramite il nostro sito può dare il suo contributo». Il giocatore non si sbilancia su un'eventuale ripresa: «Abbiamo la nostra chat in cui ci aggiorniamo sia dello stato di salute delle nostre famiglie sia di un’eventuale ripresa del campionato e degli allenamenti».


Carles Perez va 34/6 km/h: meglio di Messi

GAZZETTA DELLO SPORT - Carles Perez, il più veloce di Barcellona. Ieri il sito Sportsfinding.com ha stilato una classifica dei giocatori più veloci del club blaugrana fino a gennaio (quando Perez si è trasferito alla Roma): Il classe ’98, infatti, nella prima parte dell’annata, quando giocava ancora in Liga, ha fatto registrare un velocità impressionante di ben 34.67 km/h. L’attaccante spagnolo è stato più veloce persino di Lionel Messi.


Zaniolo ci mette la firma. La sua maglia va all'asta

La Roma, in collaborazione con "Charity Stars" ha messo all'asta la maglia numero 22 di Nicolò Zaniolo, con tanto di autografo del golden boy giallorosso e patch ufficiale del campionato di Serie A. Il ricavato sarà devoluto alla raccolta fondi dedicata a combattere l'emergenza coronavirus.


Perez: "Questa situazione deve farci valutare le cose di routine a cui normalmente non diamo importanza"

Carles Perez, attaccante della Roma, ha rilasciato un'intervista al quotidiano spagnolo mundodeportivo.com . Queste le sue parole:

Cosa ti manca di più in questa quarantena?
“Mi manca il mio amore e le risate con gli amici. Le apprezzo molto di più. Questa situazione deve farci valutare le cose di routine a cui normalmente non diamo importanza. Come un bacio, un abbraccio o comunicare faccia a faccia con altre persone”.

Come stai affrontando questo periodo?
“È un po' difficile perché sei lontano da casa e non hai la tua famiglia al tuo fianco, ma ho la grande fortuna di avere un giardino e una piscina, che sono molto buoni per l'allenamento e altre cose che mi distraggono. Ne approfitto per fare molta palestra”.

Com’è la tua giornata tipo?
“Mi alzo, faccio colazione e inizio ad allenarmi. Faccio il tipico lavoro da calciatore: sprint e alcuni esercizi di nuoto, ciclismo, flessioni, sit-up e prevenzione degli infortuni. Tutto per rimanere in forma perché alla fine siamo fermi da due settimane. Devo mantenere il fisico per quando torneremo per essere al meglio”.

Com'e vivere da solo in quarantena?
“Mi piace stare da solo, avere il mio spazio e la mia tranquillità. Ma è vero che ora sono rinchiuso in casa da più di una settimana, 24 ore al giorno senza vedere quasi nessuno. Se fossi con i miei genitori e mio fratello, sarebbe più piacevole. Nemmeno gli amici possono venire... Ma lo prendo bene, stando positivo e approfittando per lavorare fisicamente su aspetti che non posso fare quotidianamente, durante la stagione”.

La società vi ha detto qualcosa?
"Ci chiedono tranquillità, pazienza e, soprattutto, che non usciamo. Ci stanno aiutando e facilitando in ciò di cui abbiamo bisogno, anche con materiale di formazione. Il club è in contatto con le autorità e ci sta informando mentre si svolgono gli eventi. Quindi non so quanti altri giorni dovrò rimanere a casa rinchiuso”.

Cosa vuoi dire ai sostenitori?
Chiedo alla gente di seguire le raccomandazioni delle autorità e di rimanere a casa. Più casi si svolgono, più velocemente accadrà tutto e possiamo tornare alla nostra vita come sempre, che è ciò che tutti desideriamo. Dobbiamo prendere il lato positivo e approfittare di questi momenti per stare con la famiglia, riposare, fermarsi, riflettere e valorizzare ciò che abbiamo”.


Bandiera bianca

LA STAMPA - Per la prima volta, dall'inizio dell'emergenza, anche la litigiosa assemblea dei club di Serie A appare smarrita. Fino a ieri c'era speranza nel far ripartire lo sport, ma qualcosa è cambiato, finire il campionato è un'ipotesi sempre più remota: "Meglio essere prudenti, rinviamo i discorsi sulle date e quindi sulla ripresa degli allenamenti", ha detto il presidente Paolo Del Pino. Da lunedì alcuni club come Lazio, Napoli e Cagliari potrebbero chiedere ai giocatori di tornare al lavoro, ma difficilmente succederà perchè dal Governo potrebbero arrivare provvedimenti ancor più stringenti. Anche dai club aleggia sfiducia, non tutti hanno gradito il comportamento della Juve che ha lasciato partire Higuain, Pjanic e Khedira che erano in qurantena. Da ieri, quindi, è più difficile immaginare una ventisettesima giornata di Serie A, e a tener banco ora è anche la questione stipendi: è stato ipotizzato di congelare gli stipendi di marzo dei calciatori, anche se non tutti i club sono d'accordo


Veretout: "La situazione è molto grave. Mi manca il calcio, la mia passione"

Jordan Veretout, centrocampista della Roma, ha rilasciato un'intervista a L'Equipe in cui ha parlato dell'emergenza Coronavirus in Italia e di se:

Come vivi questa situazione?
Quando mia figlia mi ha chiesto se poteva uscire in giardino o se ci fosse la bestia, le ho risposto che c’è una piccola bestia nell’aria, ma poteva uscire a giocare in casa. Roma, ora, è una città morta. Di solito è una città sempre affollata, occupata. Le grandi piazze, il Vaticano, solitamente sono sempre piene. Nel mio quartiere c’è sempre rumore di fondo. Lì, quando esco in giardino con le mie figlie, c’è una sensazione di vuoto, di niente, è un po’ spaventoso. Ma viviamo così ora. La situazione è molto grave. Senza la mobilitazione di tutti non ne usciremo”.

Sulle giornate a casa.
Con le mie figlie realizziamo disegni, giochi da tavolo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro. Balliamo e giochiamo a nascondino. Quando i giochi saranno finiti, le mie figlie mi taglieranno i capelli. In questo momento, anche loro sono in quarantena. Spieghiamo alla più grande perché dovremmo rimanere in casa, provando a non spaventarla troppo”.

Ha pensato di tornare in Francia?
"No perché abbiamo continuato ad allenarci per diversi giorni. Per me e la mia famiglia era un grosso rischio".

Come ha reagito la Roma all’arrivo dell’epidemia?
"Abbiamo continuato ad allenarci fino alla vigilia del match con il Siviglia. Al centro di allenamento l’attenzione era molto alta, c’era un ambiente particolare. Tutti i dipendenti avevano guanti e mascherine. Niente più pasti di gruppo ma individuali, non ci potevamo salutare".

Come segue l’evolversi della situazione?
È complicato vedere le immagini degli ospedali o legate al virus, preferisco vedere quelle dei balconi dove si canta. Non sono sorpreso, gli italiani mostrano sempre solidarietà ed è molto bello”.

Sul calcio.
Il calcio è la mia passione, quindi mi manca. Quelle abitudini, con allenamento e partite, sono la mia vita. Abbiamo un programma di allenamento basato su corse e altre cose ma che non sostituisce una sessione collettiva e il piacere del gioco. E il calcio riguarda le emozioni da condividere con il pubblico. Mi manca”.


Pau Lopez: "La situazione è complicata, ma sono misure prese per il bene di tutti"

Pau Lopez, portiere della Roma, ha parlato ai microfoni di Canal Sur dell'emergenza Coronavirus e di come la sta vivendo:

La quarantena?
È una situazione complicata che ci prende tutti impreparati. La stiamo vivendo con tristezza. Roma non è una zona caotica come il nord Italia, ma la situazione è difficile in tutto il paese. Viviamo giorno dopo giorno seguendo le notizie. Il club ha preso delle misure affinché la gente passi più tempo possibile a casa. Ovviamente ne perde il calcio e ne perdono i tifosi, ma sono misure che sono state prese per il bene di tutti”.

Il Siviglia?
Nessuno ha dubbi sul fatto che sia una grande squadra. Ha una rosa fortissima, un allenatore molto bravo. E’ una rivale pericolosa”.


Malcom: "Ero felice di andare alla Roma, ma poi il presidente non mi ha lasciato andare. L'offerta del Barcellona era più alta"

Malcom, attaccante del Barcellona, ha rilasciato una lunga intervista a FootMercato in cui ha parlato del suo quasi trasferimento alla Roma svelandone i retroscena:

"Non sapevo niente riguardo alla trattativa tra le società. Ero felice di andare all'AS Roma, ma poi il presidente Stéphane Martin non mi ha lasciato andare perché il Barcellona aveva fatto un'offerta più alta al Bordeaux. I blaugrana sono passati prima di tutto dal club. Era il mio sogno, lo sapevano. D'accordo col presidente ho quindi scelto di vestire la maglia del Barça".


Uefa, estesa di un mese la deadline per dimostrare di non avere debiti scaduti

La Uefa ha deciso di adottare delle nuove misure per alleggerire il Fair Play Finaziario dei club dutante questo periodo di sosta forzata dovuta al Coronavirus.
La disposizioni principale, come riferisce The Athletic, è la deadline per dimostrare di non avere debiti scaduti che è stata estesa dal 30 marzo al 31 aprile. Ogni caso, per il principio di forza maggiore già previsto dal FPF, verrà valutato a se.


Serie A, si valuta una soluzione estrema per la ripresa del campionato

Il calcio è ancora fermo e lo sarà, purtroppo, per molto altro tempo. Alcuni presidenti dei club di Serie A non sembrano fiduciosi su una possibile ripresa già a maggio, e studiano delle contromisure anche estreme.
Una di queste, come riferisce repubblica.it, prevede di riprendere il campionato a giungo e proseguire fino alla fine di luglio; giocando la sera e sempre a porte chiuse.
Sull'argomento, prima che Lega Serie A e FIGC si esprimano, verrà tenuta una nuova assemblea informale in videoconferenza e prevista per martedì.


Pastore: "Serviranno 20-30 giorni di preparazione prima di tornare a giocare"

Javier Pastore ha rilasciato un'intervista a Radio Impacto. Queste le sue parole:

La situazione?
"Vediamo se riprenderemo da questa stagione o dalla prossima. Credo sia difficile riprendere da questa, con il livello che c’è servono almeno 20-30 giorni per prepararsi prima di ripartire. Tutte le società andranno in perdita, ma cercheranno di iniziare direttamente il prossimo campionato in modo tempestivo. Ricominciare da dove si è lasciato secondo me è impossibile. Significherebbe finire il campionato più tardi e poi spostare il prossimo campionato. Ma ci sono l’Olimpiade, l’Europeo, La Copa America. È vero che ci sarà una grande perdita, molte persone hanno già pagato per vedere le partite che non si stanno giocando, ma non penso sia possibile ricominciare. Almeno questo è quello che credo io. Ogni giocatore ha le sue esigenze e il club ha fornito a ognuno gli attrezzi necessari per gli allenamenti a casa. Al mattino ci svegliamo, ci pesiamo e inviamo allo staff tutte le informazioni necessarie, il peso, il tempo di allenamento, gli esercizi fatti. Non possiamo allenarci insieme però almeno facciamo a casa il necessario per non perdere il tono muscolare così da farci trovare pronti quando ricominceremo. A volte facciamo doppi allenamenti, seguendo il lavoro con cui normalmente ci alleniamo. Non abbiamo contatti con nessuno. Siamo calmi perché i controlli sono esaustivi. Il caos si verificherà anche in Argentina perché le persone si affollano per comprare le cose. Anche le aziende ne approfittano della situazione, ma qui in Italia non succede. Ci sono migliaia di informazioni false. Il virus non è solo grave per gli anziani. L’importante è rimanere per quindici giorni all’interno della propria casa. Abbiamo a che fare con questo virus da un mese e il problema non ha avuto tanta importanza. Dopo due settimane si è trasformato in un caos. Funzionano solo supermercati e farmacie. Ci sono molti controlli nelle strade. Il paese è tranquillo“.

La Nazionale?
"Ho un ottimo rapporto con tutti: Di Maria, Messi, Otamendi, Biglia e molti altri. La convivenza in Nazionale era sempre molto bella. Tata Martino si è fidato molto di me e mi ha permesso di giocare. C’è molta competizione, purtroppo non ha potuto sostituire Di Maria o Messi. Prendo i migliori ricordi della Nazionale. Mi pento di alcune cose, per esempio come ho raggiunto fisicamente alcune partite".

Un possibile ritorno in Argentina? 
"Se torno in Argentina lo faccio solo per giocare nel Talleres. La mia famiglia viene da qui e qui ci sentiamo più a nostro agio, nessuno mi può togliere questa idea. Non posso non realizzare il mio sogno. Ho due anni e mezzo di contratto a Roma. Non penso di tornare ora, ma se lo faccio voglio che sia in una buona forma fisica. Non voglio mettere prima il nome del giocatore".