Serie A, le squadre riprenderanno gli allenamenti non prima del 4 aprile
Nella giornata di oggi si terrà l’assemblea a distanza dei presidenti di Serie A, per stabilire quando tornare ad allenarsi, e non solo. Si va verso il ritorno in campo delle squadre per gli allenamenti il 4 aprile, ovvero il giorno dopo quello consigliato dalla Federazione dei medici sportivi. I giocatori si alleneranno divisi in piccoli gruppi. Le sedute collettive, in cui si potrà tornare a esercitare anche la tattica, verranno rimandate di oltre dieci giorni: appuntamento al 15 aprile. Lo scrive tuttomercatoweb.com.
Cristante: "Un grandissimo abbraccio a Bergamo. Noi giocatori stiamo facendo il nostro"
Bryan Cristante, centrocampista della Roma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport 24 dell'emergenza che sta vivendo l'Italia intera:
"Vorrei mandare un grandissimo abbraccio alla città di Bergamo che in questo momento più di altre ha bisogno di sostegno. Noi, tramite Roma Cares, abbiamo lanciato questa campagna raccolta fondi per l'Ospedale Spallanzani che qui a Roma è in prima linea per combattere questo virus. Noi giocatori stiamo facendo il nostro e chiunque voglia dare una mano tramite il nostro sito AS Roma può dare il suo contributo".
Avete una chat interna tra voi tesserati della Roma per confrontarvi?
"Abbiamo la nostra chat interna in cui ci aggiorniamo sia sullo stato di salute delle nostre famiglie sia su un'eventuale ripresa del campionato e degli allenamenti. Dal punto di vista personale penso di aver fatto finora una buona stagione. Ho avuto un brutto infortunio che mi ha tenuto fuori per un po' di tempo, ma poi sono rientrato e non vedo l'ora di iniziare quando questa brutta storia sarà finita".
L'Uefa dirama una serie di FAQ per rispondere a domande sulla ripresa
La Uefa, tramite il proprio sito ufficiale, ha diramato una seie di FAQ per rispondere alle domande più frequenti sulle date delle partite finali della stagione europea:
Quanto tornerà alla normalità il calcio Europeo?
"È presto per dire quando il calcio sarà giocato ancora. Come abbiamo fatto sin dall'inizio della pandemia del COVID-19, la UEFA continuerà a relazionarsi con l'Organizzazione Mondiale della Sanità e con le autorità locali per guidare la risposta del calcio alla crisi che cambia costantemente. Come mostrato martedì, siamo pronti a scelte difficili, che saranno basate su consigli d'esperti e con la salute al primo posto".
Perché è stata data priorità alle leghe piuttosto che agli Europei?
"Crediamo che spostare Euro 2020 sia stata la soluzione migliore per il calcio Europeo. Speriamo che aiuti le competizioni nazionali e internazionali in corso a essere completate. Il consesso, che riguarda 55 associazioni membre, la FIFPro e i rappresentanti delle leghe e dei club, hanno sottolineato l'unità d'intenti che serve. In un periodo di sfide mai viste, lo sport sta mostrando le sue migliori qualità. Forza, solidarietà, tolleranza".
EURO 2020 si sarebbe dovuto svolgere il 12 paesi per celebrare il 60° anniversario della competizione.
"Confidiamo sul fatto che le sedi resteranno le stesse, garantendo che il torneo rimanga fedele alla sua visione originale: organizzare un evento veramente europeo che si addice al 60° compleanno di EURO. Il torneo sarà ancora noto come UEFA EURO 2020".
La UEFA ha istituito un gruppo di lavoro. Chi ne fa parte e che ruolo ha?
"Il gruppo di lavoro comprenderà rappresentanti dell'amministrazione UEFA, della European Club Association e delle European League. Esplorerà diversi modi per consentire il completamento dell'attuale stagione dei club, sia a livello nazionale che europeo. Le decisioni finali possono essere prese solo quando abbiamo maggiore chiarezza su quando il calcio sarà in grado di ricominciare".
Le finali di Champions ed Europa League si giocheranno nelle date previste e nei luoghi designati (Istanbul e Danzica, ndr)?
"È troppo presto per dirlo. Il nostro obiettivo è quello di completare tutte le competizioni europee e nazionali per club entro la fine dell'attuale stagione sportiva - 30 giugno 2020 - se la situazione migliora. Tuttavia, la salute di tutte le persone coinvolte deve essere prima garantita. Il gruppo di lavoro valuterà diversi scenari. Dobbiamo attendere l'esito delle sue discussioni e l'evoluzione della situazione prima di giungere a qualsiasi conclusione".
In che modo le squadre si qualificheranno per le competizioni europee per club della prossima stagione se i campionati nazionali non possono essere conclusi?
"È troppo presto per rispondere a questa domanda e il nostro obiettivo è garantire che tutte le competizioni nazionali possano essere completate".
I biglietti per EURO 2020 saranno rimborsati?
"Sì, per intero. Ma i possessori di biglietti avranno anche la possibilità di conservare i loro biglietti per il 2021. La UEFA contatterà in modo proattivo tutti i possessori di biglietti a tempo debito".
In che modo la UEFA minimizzerà l'impatto economico delle sue decisioni sui club e le federazioni nazionali?
"La UEFA lavorerà duramente per ridurre al minimo l'impatto sulle sue 55 federazioni affiliate, molte delle quali si basano sui finanziamenti dell'Europeo per attuare fondamentali attività di base e di sviluppo nei rispettivi paesi. Le partite già rinviate verranno riprogrammate e faremo tutti gli sforzi possibili per garantire che gli Europei saranno messi in scena nel 2021 nelle stesse condizioni originariamente previste. Rinviando EURO 2020, abbiamo dato alle competizioni europee per club e ai campionati nazionali in corso le migliori possibilità di essere completate e, quindi, di ridurre al minimo qualsiasi impatto finanziario negativo".
Che cosa accadrà alle altre competizioni UEFA per squadre nazionali e maschili e femminili?
"Tutte le competizioni sono state rinviate fino a nuovo avviso. Stiamo lavorando a soluzioni per ciascuno di essi non appena è possibile riprendere il gioco".
Quale sarà l'effetto a catena di posticipare EURO 2020 di 12 mesi su altri tornei finali UEFA che si terranno nel 2021?
"La UEFA riorganizzerà le finali della Nations League, l'Europeo femminile, gli Europei Under 21 maschili".
Candela: "Alla Roma dovevamo vincere di più. Roma e l'Italia mi hanno dato tanto"
Vinent Candela, ex giocatore della Roma, ha rilasciasto un'intervista sul sito gianlucadimarzio.com per parlarare dei suoi anni in giallorosso e della sua carriera:
Che rapporti hai con i tuoi ex compagni di squadra?
“Sono rimasto amico con tutti, Totti lo conosco da 25 anni. Quando sono arrivato a Roma eravamo giovani e lui mi ha fatto conoscere la città. In campo eravamo forti, ma anche fuori ci siamo divertiti tanto. Bello avere un gruppo così. Con Francesco oggi giochiamo anche a padel insieme”.
Un ricordo negativo dello scudetto con la Roma?
“Quando i tifosi sono entrati in campo prima della fine dell’ultima partita. è stata l’unica volta in cui mi sono arrabbiato con loro. Poi per fortuna abbiamo potuto riprendere il match e festeggiare”.
Il campionato del 2001/2002?
"Ci è mancato Batistuta, aveva tanti problemi fisici. La voglia di fare bene c’era. Il giorno dopo lo Scudetto 2001, per esempio, ho portato Capello a casa di Montella per festeggiare, dato che avevano litigato in quei mesi. Poi ci sono state delle cessioni gravi per lo spogliatoio come Di Francesco, Nakata e Mangone. Sono arrivati campioni come Panucci e Cassano ma non è bastato. Il gruppo è cambiato e abbiamo sbagliato tutti, dovevamo vincere di più”.
La sconfitta con il Milan del 6 gennaio 2004?
“Bel casino. Tornavamo dalla sosta, chi prima e chi dopo. Abbiamo sbagliato come gruppo e ne abbiamo pagato le conseguenze”.
Udinese, Siena e Messina dopo la Roma...
“Prima sono stato all’Udinese, che gioca in una città particolare dove si vive bene. C’erano campioni come Di Natale, Pinzi, Iaquinta, Di Michele e De Sanctis, è stato un anno bellissimo. Poi però volevo riavvicinarmi a Roma e ho chiamato Perinetti, ds del Siena che mi aveva portato a Roma, per propormi. E così sono andato a Siena, città meravigliosa, ma con l’allenatore non è andata bene e dopo 4 mesi sono andato via. Infine c’è stato il Messina, volevamo salvare la squadra ultima in classifica ma non abbiamo vinto una partita… E da lì ho smesso”.
L'Italia meritava di vincere il Campionato Europeo del 2000?
"Non lo so, ma forse nel 2006 meritava la Francia. Comunque a fine partita avevo capito la delusione italiana, mi sono messo a parlare con Totti e Di Biagio negli spogliatoi. Poi dopo mi hanno detto di andare a festeggiare. Nel 2006 poi sono stato felice lo stesso, Italia o Francia mi andava bene. Questo paese e Roma mi hanno dato tanto, sia in campo che come uomo”.
La Roma di Fonseca?
“La seguo e la tifo. Dzeko è straordinario e c’è tanta qualità con Mancini, Smalling, Kolarov, Cristante, Pellegrini o Zaniolo. Manca concentrazione, si sono buttati troppi punti. Ma il top del rendimento credo che debba ancora arrivare”.
La Roma ordina tre venditalotori polmonari dopo la donazione della squadra alla campagna del club
L'AS Roma ha comunicato oggi che acquisterà tre ventilatori polmonari per la terapia intensiva e otto nuovi letti dedicati allo stesso trattamento nell’ambito dell’iniziativa del Club per contrastare il Covid-19.
L’annuncio è arrivato dopo che i giocatori e lo staff tecnico giallorossi hanno scelto di donare una giornata del loro stipendio alla raccolta fondi avviata la scorsa settimana dalla Società su GoFundMe, in aggiunta alle quote che personalmente molti di loro avevano già elargito.
La somma messa a diposizione dalla squadra, che ammonta a oltre 200.000 euro, ha portato la campagna a superare i 460.000 euro, a pochi passi dall’obiettivo iniziale di 500.000.
L'Istituto Spallanzani sta combattendo in prima linea la lotta contro il Coronavirus nel nostro Paese, dove c’è bisogno urgente di nuove attrezzature. La Roma, con la cifra raccolta finora, ha deciso di ordinare da subito per l'ospedale, oltre ai tre ventilatori e agli otto letti dedicati alla terapia intensiva, anche cinque ventilatori polmonari per la terapia sub-intensiva.
“In un momento così difficile per l’umanità̀, avere la percezione del sostegno reale della fondazione Roma Cares ci riempie di orgoglio e di giusta carica positiva per affrontare al meglio il duro lavoro che ci aspetta”, ha dichiarato Marta Branca, Direttore Generale dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. “Medici e infermieri sono da sempre impegnati a contrastare e a contenere la malattia, ma è importante e necessario il supporto da parte di tutti”.
La campagna dell’AS Roma per arginare il Covid-19 è stata annunciata la scorsa settimana con una donazione iniziale di 50.000 euro da parte del presidente del club Jim Pallotta e altri 50.000 euro, successivamente aumentati a 89.000 euro, da parte di Roma Cares, a cui hanno fatto seguito il contributo del CEO Guido Fienga, di altri membri del management e dei dipendenti del Club, quello del team di GoFundMe e oltre 100.000 euro da parte dei tifosi, dei follower sui social media e degli ex giocatori giallorossi.
"I giocatori e lo staff tecnico volevano fare qualcosa di significativo per la città e per le persone che soffrono in questo Paese", ha dichiarato il CEO della Roma Guido Fienga. "In momenti come questo, è importante che tutti ci assumiamo le nostre responsabilità e facciamo il possibile per aiutare chi ha bisogno. Tutte le persone che hanno fatto una donazione, che si tratti del Presidente, dei nostri giocatori e dello staff, dei nostri fantastici ex calciatori e di tutti i nostri fan in tutto il mondo, hanno contribuito ad acquistare questi ventilatori polmonari, che saranno utili a salvare vite umane. Ma non abbiamo intenzione di fermarci proprio ora: vogliamo raccogliere ancora più denaro, superare il nostro obiettivo di € 500.000 e acquistare altre attrezzature ospedaliere”.
Nell’ambito delle iniziative a supporto della Città per il Coronavirus, martedì l'AS Roma ha consegnato 13.000 maschere FFP2 agli ospedali della città, oltre a 120 bottiglie da 500 ml di disinfettante per le mani. Nella giornata di ieri, invece, il Club ha distribuito un totale di 8.000 paia di guanti protettivi e 2.000 flaconi di gel disinfettante nelle periferie della Capitale.
Clicca qui e fai una donazione per aiutare a contrastare il Covid-19
Fonseca: "E' un momento difficile. Stiamo tutti a casa. Saremo in grado di vincere questa lotta"
Paulo Fonseca, allenatore della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al sito ligaportugal.pt in cui ha parlato dell'emergenza Coronavirus:
Come hai vissuto in Italia nelle ultime settimane?
"È stata una settimana difficile, siamo tutti a casa. In questo momento, gli italiani hanno capito che solo in questo modo il virus può essere fermato. I numeri continuano ad aumentare, ci sono sempre più persone infette e anche più morti. Mercoledì, ad esempio, sono morte quasi 500 persone, il che è un numero considerevole. C’è una preoccupazione diffusa da parte degli italiani e qui c’è un tentativo di cambiare le cose. Mi sembra che gli italiani siano consapevoli della situazione attuale e vogliano rispettare tutte le regole per cambiare il corso di questo virus che sta uccidendo molte persone. Possiamo solo uscire per andare al supermercato e a quello più vicino alla nostra residenza. La polizia è costantemente in strada a monitorare le uscite delle persone ed è un momento difficile".
Quali altre misure sono state prese per contenere e prevenire la diffusione di questo virus?
"Al momento, il governo sta valutando di prorogare il tempo previsto per questa quarantena, che era inizialmente fino al 3 aprile. Probabilmente sarà prolungato. Sono sempre più rigorosi i controlli, perché i numeri sono aumentati. Qui si dice che il picco sarà all’inizio della prossima settimana, ma vedo gli italiani uniti che cercano di superare questo momento. C’è una preoccupazione del governo affinché si rispettino queste misure e le persone sono consapevoli che devono rispettarle".
Credi che ci sia motivo di sperare che la situazione migliorerà?
"Lo credo perché in questo momento vedo che gli italiani stanno facendo quello che gli viene chiesto di fare. Si prevede che i numeri aumenteranno, ma se tutti continuiamo a rispettare le regole, senza alcun contatto con altre persone, i numeri finiranno per migliorare. Abbiamo un grande esempio dalla Cina, dove la situazione è migliorata con la quarantena. Credo e spero che tutto migliorerà e che saremo in grado di vincere questa lotta".
Tu cosa stai facendo per mantenere la tua forma fisica?
"Sono stato a casa con la famiglia. Ho fatto un po' di esercizio fisico, ho mangiato di più, è vero, ma ho anche fatto più esercizio fisico. Ho trascorso molto tempo con la mia famiglia. Noi allenatori di calcio non abbiamo molto tempo per stare a casa, quindi sto sfruttando il più possibile questo tempo per stare con il mio figlio più piccolo, per stare con mia moglie e per fare cose che normalmente non facciamo insieme".
Hai parlato con i giocatori? Com’è l’ambiente nella tua squadra?
"Lo stop è già lungo e non sappiamo quando torneremo. Con questa situazione è difficile prevedere quando inizieranno gli allenamenti e i campionati. Abbiamo cercato di controllare le attività fisiche dei giocatori, gli abbiamo dato alcune attrezzature, abbiamo cercato di controllare il loro cibo e il loro peso e tutti hanno un programma da fare a casa. La Roma è un club molto ben organizzato sotto tutti i livelli e sta facendo un lavoro fantastico con il monitoraggio della squadra".
Ha seguito la situazione in Portogallo? Come vedi la capacità di risposta del popolo portoghese?
"Ho seguito la situazione in Portogallo, perché sono preoccupato per la mia famiglia, ma sono situazioni diverse. Il Portogallo è ancora all’inizio di questo virus, i numeri non sono ancora così allarmanti, sebbene l’aumento nelle ultime ore sia già significativo. È così che è iniziato in Italia. Il governo portoghese ha adottato le misure giuste per evitare di raggiungere le cifre che vediamo attualmente in Italia, ma anche con l’esempio italiano che è qualche settimana avanti, è stato possibile anticipare alcune fasi. In Portogallo, le persone devono essere consapevoli del fatto che è solo a casa che questo problema può essere risolto. Non so se i portoghesi siano già a conoscenza del sacrificio che devono fare, ma credo e mi fido della loro intelligenza e sono sicuro che non trascureranno questo momento".
Vuoi lasciare un messaggio ai portoghesi?
"Il messaggio che voglio lasciare ai portoghesi è un semplice messaggio di coloro che hanno vissuto, vivono e in loco, questa situazione di estrema difficoltà in Italia, il paese con il maggior numero di casi in Europa e attualmente nel mondo. Voglio dire ai portoghesi che è possibile evitare che si arrivi a tanto. Dipende da ognuno di noi".
Gravina: «Campionato da finire anche a luglio»
LEGGO - SARTI - Venerdì 1° maggio sarà la Festa del Lavoro. Sabato 2 e domenica 3 potrebbe essere invece la Festa della serie A. Perché è su quel fine settimana che si appuntano le speranze di poter riprendere a giocare, coronavirus permettendo. Il futuro prossimo, per tutta l'Italia, resta pieno di incognite, ma il nostro calcio vuole provare a programmare.
Per la voglia di pensare positivo e per esorcizzare lo scenario peggiore, in particolare sul piano finanziario, ovvero quello di non ricominciare del tutto. «Ritengo che la serie A possa riprendere a giocare il 3 maggio, almeno questo è quello che speriamo. Valuteremo poi se a porte aperte o porte chiuse, dipenderà dalla situazione». Parole al Tg1 del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, corroborate dalle dichiarazioni a Radio24 del presidente della Figc Gabriele Gravina: «Non prendo in considerazione un piano di estrema crisi, mi preoccuperebbe per il nostro Paese. Spingiamo sull'acceleratore dell'ottimismo. Lavoriamo sull'ipotesi di ripartire il 2 maggio e completare i campionati, eventualmente sforando a luglio se non dovessimo farcela al 30 giugno».
Dopo il rinvio dell'Europeo al 2021, sarà un puzzle con Champions ed Europa League, con incastri sempre più difficili più andrà avanti nel tempo la fine dell'emergenza sanitaria. «L'Uefa ha previsto come ultimo step di ripresa il 13 giugno», ha detto anche Gravina. A quel punto final-four o final-eight per le coppe sarebbero inevitabili. Così come playoff e playout in A, si fosse obbligati ad attendere sino oltre la metà di maggio. Si cercherà di giocare anche (e soprattutto) per limitare i problemi economici. «Sino a 700 milioni di danni effettivi in caso di blocco dei tornei», ha sottolineato Gravina. Che per l'eccezionalità della situazione, ha anche parlato di «emergenza che vale per tutti. Non può essere un tabù parlare di tagli agli stipendi». Un invito ad affrontare il tema raccolto dai numeri uno dell'Assocalciatori Damiano Tommasi («Vedremo cosa fare») e dell'Assoallenatori Renzo Ulivieri («Parliamone tutti insieme»). Un plauso generale è giunto dal presidente del Coni Giovanni Malagò: «Quella di Gravina mi sembra un'analisi lucida. Il 2-3 maggio? Nella complicazione generale c'è una luce in fondo al tunnel».
Sulla ripresa degli allenamenti è stato infine ribadito il «no prima del 3 aprile» dall'ex responsabile sanitario azzurro Enrico Castellacci, ora a capo della Libera associazione medici italiani del calcio.
La Roma vuole Zappacosta in prestito per un altro anno
Davide Zappacosta, terzino arrivato la scorsa estate in prestito dal Chelsea, potrebbe restare in giallorosso per un'altra stagione. Come infatti riferisce su Twitter il giornalista Nicolò Schira, la Roma spera di rinnovare il prestito di Zappacosta per un anno e il classe 1992 sarebbe pronto a rimanere nella capitale.
#Roma are hoping to get another year of Davide #Zappacosta on loan from #Chelsea. The Italian defender would like to stay in giallorosso. #transfers #CFC
— Nicolò Schira (@NicoSchira) March 18, 2020
Un'alleanza di mercato con la Juve per aggirare lo stop
IL MESSAGGERO - In attesa di conoscere l'esito della trattativa tra Pallotta e Friedkin e la posizione finale in campionato con annessa o meno qualificazione alla prossima Champions, la società si muove comunque sul mercato. Le linee guida saranno sempre l'abbassamento dei costi, fare plusvalenze e cercare profili giovani ed operazioni low cost. Per il secondo e terzo punto proseguirà l'alleanza con la Juventus. Sono infatti sul tavolo altre operazioni: una di queste potrebbe riguardare Mandragora e Cristante, ipervalutando i due cartellini almeno di una trentina di milioni. Da tenere in considerazione anche Orsolini, per cui il club bianconero ha un'intesa col Bologna simile a quella con l'Udinese per il centrocampista.
Si studia, inoltre, il ritorno di Frattesi, piace Faraoni e a parametro zero l'obiettivo è Bonaventura.
Pastore: «Ho voglia di tornare in Argentina»
LEGGO - BALZANI - Quasi sei mesi, se tutto andrà bene. Javier Pastore punta la data del 3 maggio (possibile riavvio del campionato) per tornare a farsi vedere con la maglia della Roma. Considerato che l'ultima presenza (se si esclude il minuto giocato nel derby) risale al 10 novembre scorso il conteggio è presto fatto. Il se tutto andrà bene dipende da due fattori: il Coronavirus sarà alle spalle così come i periodi problemi fisici di Pastore alle prese con un edema osseo all'anca che gli ha causato disturbi pure ai tendini. In una stagione e mezza El Flaco ha giocato appena 1515' in maglia giallorossa a fronte dei 4 milioni e passa di ingaggio.
Ieri l'argentino è tornato a parlare ai media locali, ma ovviamente al momento i problemi sono altri. E sul dramma Coronavirus ha usato parole sagge: «Bisogna capire che è una cosa che va presa seriamente. Ci sono delle vite in gioco. Il club ci ha invitato tutti i materiali a casa, che siano biciclette o altro e quindi lavoriamo. Credo che questo stop durerà più a lungo del 3 aprile, poi quando riprenderemo avremo bisogno di quindici giorni di preparazione». Che Pastore potrà sfruttare per provare a tornare utile alla causa di Fonseca. Con l'argentino in campo, infatti, il trend di qualità si fa sentire: 4 vittorie e 3 pareggi in 8 gare di campionato. Il futuro dell'ex Palermo è comunque lontano da Roma. «Prego Dio di poter tornare in Argentina un giorno», ha detto alla tv Cadena3. Intanto la Roma su Twitter si è unita al cordoglio per la scomparsa di Joaquim Peirò (ex giocatore giallorosso e dell'Inter), morto ieri a 84 anni.
Roma, così la rivoluzione accelera
GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma, in attesa di capire come finirà la stagione, ha stabilito i punti fermi per il prossimo calciomercato. Il primo paletto da rispettare sarà acquistare giocatori di età inferiore ai 27 anni, al fine di ammortizzarne la spesa in più stagioni ed eventualmente rivenderli. Per i giocatori più maturi, invece, l'idea di base sarà prenderli in prestito o da svincolati. In questo senso Bonaventura, in scadenza col Milan, potrebbe essere un profilo giusto: il giocatore è stato offerto alla Roma.
Inoltre, non sarà abbandonata l'attività di trading: la linea guida sarà tenere un giocatore per un periodo minimo di 24 mesi, consentendo al club di ammortizzarlo parzialmente e valorizzarlo ed ottenere infine una plusvalenza. Sotto questo punto di vista, si parla di un possibile scambio Cristante-Mandragora con la Juventus. Infine, la dirigenza giallorossa ha intenzione di abbassare il monte ingaggi di circa il 20%.
Avv. Grassani: «Fondo di solidarietà per chi non guadagna milioni, ma molti club non si rialzeranno»
Mattia Grassani, avvocato esperto di diritto sportivo, ha rilasciato un'intervista al quotidiano IL MESSAGGERO. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Il calcio vuole riaprire bottega, però nel frattempo pensa a tagliare gli ingaggi per lo stop forzato. È giusto?
«Si può fare. È un principio già affermato in molti ambiti lavorativi ma finora mai applicato nello sport. Il fenomeno è unico, c'è la sospensione totale dell'attività: partite, allenamenti, ritiri. Il rapporto è sbilanciato tutto a scapito del datore di lavoro. Si può arrivare all'esonero della retribuzione per il periodo non lavorato».
Ma il calcio non è solo Cristiano Ronaldo che guadagna 31 milioni l'anno...
«Non c'è dubbio che su chi guadagna 30mila o 18mila euro a stagione nelle serie inferiori o fra massaggiatori, fisioterapisti, eccetera, la misura avrebbe un impatto pesante. Ma si potrebbe rimediare».
Come?
«Introducendo un Fondo straordinario di solidarietà. Un prelievo dello zero virgola sui contratti più ricchi. Una solidarietà interna al sistema per uscire da questa situazione».
C'è anche l'ipotesi che la stagioni termini oltre il 30 giugno. In quel caso cosa succederebbe?
«È il tema più complesso di una vicenda complicata. Perché ci sono giocatori alla scadenza liberi, svincolati, e nessuno può obbligarli a continuare a giocare con quella maglia. Ci sono i prestiti e qui i non obbligati sono due: i calciatori e i club che li hanno prestati. Poi c'è il recinto predefinito delle stagioni sportive, che vanno dal 1° luglio al 30 giugno. Infine c'è l'applicabilità del trattamento retributivo: qual è la retribuzione? Quella prevista per la stagione seguente o quella vecchia? Se ne può uscire con un procedimento che solo il presidente federale Gravina può adottare: proroga della stagione per un periodo strettamente necessario alla conclusione dei tornei col necessario avallo di Uefa e Fifa».
E i club cosa rischiano?
«Questo stop avrà un impatto devastante su tutti i 100 club professionistici italiani. Quelli più solidi ce la faranno, ma qualcuno resterà a terra».