Avv. Grassani: «Fondo di solidarietà per chi non guadagna milioni, ma molti club non si rialzeranno»

Mattia Grassani, avvocato esperto di diritto sportivo, ha rilasciato un'intervista al quotidiano IL MESSAGGERO. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Il calcio vuole riaprire bottega, però nel frattempo pensa a tagliare gli ingaggi per lo stop forzato. È giusto?
«Si può fare. È un principio già affermato in molti ambiti lavorativi ma finora mai applicato nello sport. Il fenomeno è unico, c'è la sospensione totale dell'attività: partite, allenamenti, ritiri. Il rapporto è sbilanciato tutto a scapito del datore di lavoro. Si può arrivare all'esonero della retribuzione per il periodo non lavorato».

Ma il calcio non è solo Cristiano Ronaldo che guadagna 31 milioni l'anno...
«Non c'è dubbio che su chi guadagna 30mila o 18mila euro a stagione nelle serie inferiori o fra massaggiatori, fisioterapisti, eccetera, la misura avrebbe un impatto pesante. Ma si potrebbe rimediare».

Come?
«Introducendo un Fondo straordinario di solidarietà. Un prelievo dello zero virgola sui contratti più ricchi. Una solidarietà interna al sistema per uscire da questa situazione».

C'è anche l'ipotesi che la stagioni termini oltre il 30 giugno. In quel caso cosa succederebbe?
«È il tema più complesso di una vicenda complicata. Perché ci sono giocatori alla scadenza liberi, svincolati, e nessuno può obbligarli a continuare a giocare con quella maglia. Ci sono i prestiti e qui i non obbligati sono due: i calciatori e i club che li hanno prestati. Poi c'è il recinto predefinito delle stagioni sportive, che vanno dal 1° luglio al 30 giugno. Infine c'è l'applicabilità del trattamento retributivo: qual è la retribuzione? Quella prevista per la stagione seguente o quella vecchia? Se ne può uscire con un procedimento che solo il presidente federale Gravina può adottare: proroga della stagione per un periodo strettamente necessario alla conclusione dei tornei col necessario avallo di Uefa e Fifa».

E i club cosa rischiano?
«Questo stop avrà un impatto devastante su tutti i 100 club professionistici italiani. Quelli più solidi ce la faranno, ma qualcuno resterà a terra».


Venti milioni e il sì di Vitek: tutti al lavoro. Voto a maggio?

GAZZETTA DELLO SPORT - E' virtualmente concluso il lavoro tra Comune e Roma sul nuovo stadio giallorosso e, come anticipato da "Il Tempo", i proponenti pagheranno oltre 20 milioni di oneri aggiuntivi. L'accordo con Vitek, futuro proprietario dell'area di Tor di Valle, ha sbloccato la trattativa. I dipendenti del Comune, in quarantena, stanno preparando la stesura delle cinque delibere da votare in Consiglio Comunale, ma è difficile ipotizzare il passaggio in aula prima di maggio.


Pastore: «Tre sedute al giorno e la gioia dei bambini. A casa mi alleno così»

GAZZETTA DELLO SPORT - Da qualche mese alle prese con un problema all'anca, Javier Pastore può approfittare dello stop forzato per recuperare. Il Flaco ha raccontato ai media argentini la routine d'allenamento a casa: «La mattina mi alleno, poi pranzo con la famiglia e mi alleno di nuovo nel pomeriggio, trascorrendo il mio tempo a casa. Invece di fare solo un allenamento lo faccio sezionato in tre parti, per occupare maggiormente il tempo a mia disposizione. La Roma ci ha inviato un programma con relativi materiali, che si tratti di una bicicletta o di qualunque altra cosa sia utile per eseguirlo. E io ne approfitto anche per stare il più possibile con i miei figli».

«Dovevamo allenarci questo mercoledì (ieri, ndr) in più gruppi, ma dopo le decisioni prese dal Governo italiano è ancora tutto fermo. E non sappiamo se realmente tutto terminerà davvero il 3 aprile. Per me, infatti, la situazione attuale potrebbe durare anche oltre quella data. Di certo prima di tornare a giocare di nuovo i club ci daranno un periodo di 15 giorni per una mini-preparazione», ha aggiunto.


Si è spento Peirò, capitano giallorosso

IL TEMPO - SCHITO - Una carriera condensata in un gesto, anche se Joaquin Peirò è stato molto più di una singola giocata. L'ex attaccante spagnolo di Roma e Torino, scomparso ieri a 84 anni, è stato per due stagioni, dal 1964 al 1966, il centravanti della Grande Inter di Herrera, e proprio alla sua esperienza nerazzurra è legata la giocata che lo ha consegnato all'immortalità: un tocco a soffiare la sfera al portiere del Liverpool Lawrence nella semifinale di Coppa dei Campioni a San Siro. Un capolavoro di astuzia che è diventato il suo manifesto.

Messosi in luce con il Real Murcia, grande protagonista con l'Atleti-co Madrid dal 1955 al 1962, Peirò arrivo in Italia al Torino (due anni) prima del biennio nerazzurro e quindi, nel 1966, dell'approdo alla Roma, con cui vinse la Coppa Italia 1968-69, segnando una doppietta pesantissima nella sfida in casa del Cagliari nel girone finale e mettendo la firma anche sul successo conclusivo in casa del Foggia di Maestrelli. In giallorosso ha messo insieme 131 partite ufficiali, indossando anche la fascia da capitano. Il club ha voluto ricordarlo nel giorno della scomparsa con un lungo articolo pubblicato sul sito ufficiale della società.


Ranieri: "Comportiamoci da squadra e batteremo l'emergenza. Samp colpita? All'inizio mi sono spaventato"

Claudio Ranieri, ex giallorosso e attualmente allenatore della Sampdoria, ha rilasciato un'intervista al quotidiano GAZZETTA DELLO SPORT, dove ha parlato della situazione legata al Coronavirus. Questo uno stralcio dell'intervista:

«Ribadisco il concetto: dobbiamo comportarci da squadra, rispettare l’allenatore e le sue regole. Il tecnico in questo momento è il governo che dà le indicazioni: gli italiani devono applicarle. È questa la strategia per vincere la partita. Le regole sono chiare: stare a casa e usare tutte le precauzioni igieniche possibili. Vedo in tv ancora troppa gente per strada. Non va bene. L’avversario è un nemico silenzioso, subdolo. È la prima volta nelle nostre vite che ci troviamo ad affrontare una sfida come questa e per vincerla serve il contributo di tutti. Dobbiamo farlo per noi, per il prossimo e per chi è impegnato al fronte: medici, infermieri, operatori sanitari. Il modo migliore per ringraziarli è osservare le regole», le sue parole.

[...]

La Sampdoria è una delle squadre italiane più colpite dal Coronavirus.
«La prima reazione fu di allarme. Mi sono spaventato. Poi però, parlando con i calciatori e sentendo che la situazione era sotto controllo, mi sono tranquillizzato».

[...]

Il calcio, soprattutto a livello europeo, ha reagito in ritardo. L’Uefa alla fine ha deciso di rinviare l’Europeo al 2021.
«Era inevitabile e mi pare un provvedimento sensato. Questo permetterà ai campionati nazionali di ricominciare l’attività senza fretta e nel rispetto delle norme di sicurezza. Il calendario sarà stravolto, si giocherà d’estate, ma lo faremo con il sorriso. Il calcio che riprende è un segnale della vita che torna alla normalità».


Pastore: «Lavoro tutti i giorni per rientrare»

IL TEMPO - BIAFORA - Da quando è professionista Pastore ha sempre avuto un minutaggio maggiore rispetto a quello totalizzato nelle ultime due stagioni con la maglia della Roma. Lo scorso anno il trequartista ha raccolto 790 minuti complessivi, mentre quest'anno si è fermato a 725, non scendendo mai in campo da metà novembre fino allo stop al campionato (tranne che per una fugace apparizione nel derby). L'argentino sta convivendo con un infortunio cronico all'anca, che per il momento non è stato trattato chirurgicamente, una soluzione grazie al quale il Flaco spera di tornare presto in campo, magari potendo dare il proprio contributo in virtù del probabile slittamento delle competizione. "Il club ci ha invitato tutti i materiali a casa, seguiamo programmi personalizzati e lavoriamo. Credo che questo stop durerà più a lungo del 3 aprile, quando riprenderemo avremo bisogno di 15 giorni di preparazione. Mi alleno mattina e pomeriggio per poter dividere la seduta in più parti e occupare il tempo. Eravamo tutti d'accordo sulla decisione di non partire per Siviglia. Spero che in Argentina non ci saranno molti casi come in Italia, bisogna capire che è una cosa seria. Non è uno scherzo", il racconto di Pastore ai media del proprio paese tra gli esercizi e he sedute di fisioterapia effettuate tramite il supporto video.

Intanto mentre gli uffici comunali sono chiusi per la quarantena il lavoro tecnico sul progetto Stadio di Tor di Valle è proseguito: i colloqui preparatori con i proponenti sono finiti e l'accordo è stato trovato. Su tutto. E ora i funzionari del Comune stanno scrivendo i testi delle delibere con l'obiettivo di essere pronti a iniziare l'iter di voto alla ripresa dopo lo stop per il Coronavirus. Molto ha contribuito il ruolo di Vitek: i suoi emissari hanno acconsentito alle richieste del Campidoglio compreso il ricalcolo dei contributi che sarà molto al di sopra dei 18-20 milioni trapelati.


Quarantena? La serie A è già stufa

IL TEMPO - ZOTTI - L'Italia è ferma, ma il calcio non vuole aspettare. Mentre il Paese vive nell'incertezza e attende chiuso in casa di sapere quando si potrà paventare l'ipotesi di un ritorno alla vita di tutti i giorni, la serie A si è già stancata della quarantena. Diversi presidenti del massimo campionato spingono per anticipare la ripresa degli allenamenti nonostante il consiglio da parte della Federazione Medico-Sportiva di sospendere qualsiasi attività di gruppo almeno fino al 3 aprile. In prima linea tra quelli che spingono per riprendere le sedute il prima possibile c'è Lotito. Per questo il club biancoceleste ha fissato la ripresa a Formello per il 23 marzo: una presa di posizione netta, che ha scatenato centinaia di proteste sui social network. Lo stesso giorno riprenderanno Lecce, Napoli e Milan mentre il Torino, che inizialmente stava valutando di ricominciare già lunedì, ha rinviato la decisione. Due giorni prima invece sarà il Cagliari la prima squadra a rientrare sul campo d'allenamento. Il 24 toccherà al Sassuolo, il 25 al Parma mentre il Brescia aspetterà fino al 29.

Ma c'è anche chi aspetta di capire gli sviluppi dell'emergenza sanitaria globale prima di tornare a pensare agli allenamenti: Roma, Bologna, Genoa e Spal infatti non hanno ancora comunicato il giorno in cui i giocatori ricominceranno a lavorare a pieno regime. Sospesa ogni attività invece per Udinese - in isolamento fino al 22 dopo aver giocato nell'ultimo turno contra la Fiorentina - Atalanta e Inter, isolate rispettivamente fino al 24 e 25. Situazione ancora da monitorare invece per Juventus, Fiorentina, Sampdoria e Verona - i club che hanno in rosa calciatori risultati positivi al Coronavirus - che sono in attesa di capire gli eventuali sviluppi del contagio.


La Federcalcio «apre» al taglio degli ingaggi

IL TEMPO - PIERETTI -  La recessione da coronavirus colpisce anche il mondo del calcio, ma i club di Serie A vogliono riuscire a superare la crisi con le proprie gambe, trovando la soluzione all'interno del proprio sistema. Ieri pomeriggio c'è stato un confronto con le componenti politiche, alle quali i rappresentanti del mondo del calcio hanno manifestato l'intenzione di non chiedere contributi governativi, né sgravi fiscali. Il «Calcio» ha chiesto la revisione di alcune leggi, tra le quali quella relativa al professionismo (del 1981) e la Legge Melandri, meno datata ma ampiamente superata dagli eventi. La proposta del taglio agli ingaggi dei calciatori, con un 15% in meno nelle buste paga dei tesserati, è un'altra strada per ammortizzare l'ammanco economico di queste settimane: le perdite dovute allo stop forzato della stagione - qualora si concludesse il campionato - sarebbero comunque di 200 milioni, un deficit da sostenere tra le 20 società di A. Ma qualora il campionato di calcio non ripartisse, i danni ammonterebbero a 650 milioni. "In questo momento di emergenza il taglio degli ingaggi non è da considerarsi un tabù - ha annunciato ieri il presidente federale Gabriele Gravina - ci dobbiamo mettere tutti intorno a un tavolo, la crisi e l'emergenza valgono per tutti e anche il nostro mondo deve avere la capacità di essere unito. Siamo chiamati a un gesto di grande responsabilità".

Ma l'Assocalciatori prende tempo per valutare meglio la situazione. "Il tema della sostenibilità è di estremo interesse per tutti quelli che vivono all'interno del sistema calcio - ha dichiarato il presidente dell'Aic Damiano Tommasi - tutti abbiamo l'interesse che l'equilibrio economico venga preservato, e proprio per questo dobbiamo valutare tutti gli elementi del momento, dai mancati introiti, al rinvio delle competizioni, fino alla cancellazione degli eventi. E ancora i contributi governativi, gli aiuti federali e sostegno delle istituzioni internazionali. Tutti questi elementi ci diranno quale sarà il ruolo dei calciatori".

Sceglie la strada del buon senso il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli. "C'è la disponibilità da parte dell'Aic ad affrontare insieme la situazione dopo aver visto l'ammontare dei danni e gli ammortizzatori sociali messi in piedi dal Governo. Faremo delle valutazioni per ripartire i sacrifici tra le parti e uscire dalla crisi che sta coinvolgendo anche il mondo del calcio". C'è già un tavolo aperto in Lega Calcio, ma è ancora in fase preliminare, l'Aic aspe-ta di capire quando e se riprenderanno i campionati e quale sarà il reale impatto sui conti economici. Intanto prende in considerazione le varianti tra Serie A, Serie B e Lega Pro con la quale il sindacato calciatori ha già raggiunto un accordo (in questo periodo di sosta forzata i giocatori sono considerati in ferie). In Federcalcio si lavora per rimettere in moto la macchina, ma il coronavirus non concede tregua: due dirigenti del Brescia positivi, sede sociale chiusa e dipendenti in quarantena. Crescono i contagiati anche tra i tesserati della Fiorentina: "Ci sono otto persone positive", ha dichiarato presidente Commisso a Sky Sport.


Spadafora: la A può ripartire il 2 maggio. Gravina: “Tagliamo gli stipendi ai calciatori”

LA REPUBBLICA - Anche i calciatori devono a sostenere il danno che il calcio subirà dal coronavirus, come afferma il presidente della Figc, Gabriele Gravina: «Non può essere tabù tagliare i compensi dei calciatori. Prevalga lo spirito di solidarietà».

Secondo la società di consulenza Deloitte se il campionato ripartirà, la A avrà perso comunque 200 milioni fra botteghino e tv, ma se non si giocherà più il buco sarà di 720 milioni. Sul calendario, invece, il ministro allo Sport Spadafora è fiducioso che il campionato ripartirà il 2 e 3 maggio.


Pastore: «Per passare il tempo ora mi sto allenando a rate»

CORRIERE DELLA SERA - La Roma, come tutte le squadre di Serie A, si trova in quarantena e ha annullato ogni allenamento di gruppo a Trigoria. I giocatori stanno seguendo schede di lavoro personalizzate per non perdere la forma fisica, e farsi trovare pronti al rientro in campo. Tra questi c'è Javier Pastore, che da gennaio si trova alle prese con un brutto infortunio dal quale spera di uscire il prima possibile. L'argentino ha rilasciato un'intervista al portale sportivo Cadena 3, dove ha parlato delle proprie giornate nella Capitale durante questa emergenza. Queste le sue parole.

«Il club ci ha inviato tutti i materiali a casa, biciclette e altro, e quindi lavoriamo. Credo che questo stop durerà più a lungo del 3 aprile, poi quando riprenderemo avremo bisogno di quindici giorni di preparazione. In Italia se ne parlava quasi come uno scherzo fino a che gli ospedali sono stati colpiti. Da mercoledì scorso siamo in quarantena a casa, senza poter fare nulla, andare ad allenarsi, muoversi o viaggiare. Io mi alleno mattina e pomeriggio per poter dividere la seduta in più parti e occupare il tempo. Per noi che stiamo spesso fuori e viaggiamo molto è un'occasione per stare con i bambini e la sto sfruttando. Dovevamo allenarci questo mercoledì in più gruppi, ma dopo le decisioni del Governo è tutto fermo. E non sappiamo se tutto terminerà il 3 aprile».


Per la ripresa si pensa di far disputare le coppe il weekend ed il campionato in infrasettimanale

La ripresa della stagione calcistica è ancora lontana, ma si sta lavorando per trovare una soluzione e portare a termine sia i campionati che le coppe.
Infatti la Uefa, come riferito da La Gazzetta dello Sport, dopo il rinvio dell'Europeo non vuole rinunciare a Champions League ed Europa League. L'idea sarebbe quella di far disputare le coppe durante il weekend ed il campionato in infrasettimanale; proponendo sette diversi calendari tra cui scegliere e tutti con termine ultimo il 30 giugno.
Ma in Italia questo "scambio" di date tra campionato e coppe non sarebbe attuabile, poichè la Serie A è il campionato con più giornate da recuperare.


Kolarov: "Bisogna prendere seriamente la situazione e seguire le regole per arginare il virus"

Aleksandar Kolarov, terzino della Roma, ha parlato della situazione Covid in Italia e degli scenari che potrebbero aprirsi in Serie A.

Si sta pensando a rinviare gli Europei al prossimo anno, che ne pensi?: “Sinceramente credo sia l'unica soluzione che si possa adottare, nonchè la più razionale e logica. Non mi sorprendere per nulla. Tutte le società stanno inoltre prendendo misure di prevenzione, la Roma ci ha impedito di aggregarci alle nazionali da 10 giorni e quindi sono stato impossibilitato a raggiungere la Serbia o la Norvegia”.

Com'è cambiato l'allenamento ora che sei a casa?: “La società ci ha fornito tempestivamente una scheda d'allenamento e del materiale utile come la cyclette e degli integratori o scorte alimentari. Io corro in giardino ma chiaramente non basta per mantenere una forma accettabile per giocare a calcio in Serie A, molti dei nostri giocatori vivono in appartamenti e per loro è ancora più difficile svolgere le attività. Fortunatamente nessun mio compagno ha preso il virus ma se tornassimo alla solite routine probabilmente qualcuno potrebbe venir contagiato. Penso che necessiteremo di tanto tempo per riprendere il ritmo della competizione. Ora però sinceramente la testa pensa ad altro”.

L'appello di Kolarov per combattere il virus: “Bisogna prendere seriamente la situazione in cui ci troviamo, spero che la gente sia più responsabile. Bisogna avere cura di se stessi ma soprattuto degli altri cercando di rischiare il meno possibile. Gli esperti stanno lavorando duramente per aiutarci ma se ci dicono che bisogna restare a casa dobbiamo essere disciplinati e farlo. Gli italiani mentalmente sono simili a noi serbi. Non riescono a capire bene la prima volta. Il coronavirus si è sparso prima nel Nord Italia ma ora stanno spuntando casi anche al Sud e la grande paura è che si disperda ancora più rapidamente a macchia d'olio. Ora le limitazioni sono molto severe e penso che saranno ancora più rigorose perché ci sono persone che non aderiscono alle misure prescritte”.