Stefano Borghi: «Carles Perez, un jolly per Fonseca»

LEGGO - BALZANI - Uno sembra spaesato come uno studente Erasmus con tanto di zaino sulle spalle, l’altro ha la faccia da duro e sembra un attore della famosa serie spagnola “Elite”. Si chiamano Gonzalo Villar e Carles Perez, e sono i due nuovi acquisti di Petrachi che ieri hanno svolto le visite mediche a Villa Stuart prima di legarsi alla Roma fino al 2024. Entrambi classe 1998 ma con un curriculum diverso alle spalle.

Villar è un centrocampista che non ha mai messo piede nella Liga pur essendo nel giro dell’Under 21 spagnola. Viene dall’Elche ma era di proprietà del Valencia ed è stato pagato 5 milioni. Perez, invece, è una delle promesse più luminose della Cantera del Barcellona e già può vantare un gol in Champions (contro l’Inter). L’attaccante è arrivato in prestito con obbligo di riscatto fissato sui 13 milioni e già sabato col Sassuolo dovrebbe esordire in serie A.

Ce li racconta Stefano Borghi, telecronista (anche) della Liga per Dazn ed esperto di calcio spagnolo: “Sono due operazioni diverse. Quella di Perez è davvero molto intelligente perché lui non è solo un esterno ma pure un’alternativa a Dzeko. E quindi molto simile a Zaniolo. È uno che appoggia spesso il pallone, che sa come muoversi. Caratteristiche ottime per il gioco di Fonseca”. Su Villar: “Prospetto interessante. È vero che non ha giocato nemmeno un minuto in Liga, però è un giocatore fisso dell’Under 21 spagnola, e giocare nel centrocampo della nazionale spagnola è tanta roba vista la concorrenza - conclude a Te la do io Tokyo -. Florenzi? Valencia è un’ottima piazza per lui che vuole rilanciarsi in vista dell’Europeo”. Per sostituire il capitano Petrachi pensa a Wendell del Leverkusen anche se il poco tempo a disposizione non aiuta la trattativa. Quasi sfumato, infine, il passaggio in prestito di Fuzato al Vitoria Setubal e quindi anche l’arrivo di Rafael del Cagliari. Per Juan Jesus è sprint finale tra Fiorentina e Milan

 

 

 

In Curva c'è De Rossi: al derby in incognito

IL MESSAGGERO - Daniele De Rossi, travestito da uomo di mezza età, ha assistito al derby con la Lazio in Curva Sud. Qualcosa che è sfuggito anche all'occhio dell'ultras più attento e che resterà tra i ricordi di una stracittadina che sul campo ha avuto ben poco da dire.

L'aveva promesso nella sua ultima conferenza stampa a Trigoria: «Non escludo che tra qualche anno mi troverete con panino e birra intrufolato a tifare i miei amici». Il tempo di chiudere il rapporto con il Boca Juniors e ha mantenuto la promessa. Erano davvero in pochi a sapere della sua idea, ad aiutarlo infatti sono stati la moglie Sarah, l'attore Valerio Mastandrea e il conduttore tv Diego Bianchi in arte Zoro.


Fonseca insiste per il killer Mertens, ma a Petrachi manca il sì del belga

IL MESSAGGERO - Il ds Petrachi guarda già alla prossima estate. Fonseca ha chiesto 3 rinforzi per la nuova Roma: l'attaccante che porti in dote gol in doppia cifra e capace di fare sia l'esterno che il vice Dzeko e una coppia di terzini

Il portoghese, prima di Natale, è uscito allo scoperto con il ds. E, dando la priorità all'attaccante, gli ha indicato chi renderebbe più efficace il tridente offensivo. «Mi serve un killer in area di rigore». E il profilo ideale per il suo sistema di gioco: Dries Mertens. Il belga del Napoli, 33 anni il prossimo 6 maggio, sarà libero il 30 giugno. L'acquisto annunciato di Petagna (con trasferimento, però, a fine stagione) conferma che il Napoli dà Dries per perso.

La Roma ha avviato la trattativa con gli agenti. L'investimento, pur non dovendo pagare il cartellino, sarebbe comunque di primo piano: triennale da 4 milioni netti, bonus d'entrata di 5 e premio alla firma per il manager di 3. Operazione da circa 30 milioni (compreso lo stipendio lordo nelle 3 stagioni). L'ostacolo però è la volontà del giocatore. C'è il pressing del Chelsea, che ha offerto 7-8 milioni (il Napoli ne chiede almeno 10 e vorrebbe inserire Emerson nell'affare). Ma intanto la Roma è già davanti all'Inter.


L'indesiderato: Florenzi in prestito a Valencia, scaricato da Roma e Fonseca

LEGGO - BALZANI - “Ricordi, sbocciavano le viole…”. Vengono in mente le parole di De André, così bravo a descrivere un “Amore perduto”, nel giorno dell’addio silenzioso di Alessandro Florenzi alla Roma dopo 18 anni (uno a Crotone) di amore e ben 226 presenze (più di lui solo De Rossi nella gestione Usa) senza un trofeo. Da oggi, infatti, il ragazzo tutto polmoni di Vitinia sarà un giocatore del Valencia, che mai sarà bella come la sua Roma.

L’affare tra i due club si è chiuso ieri mattina. Prevedibile. Molto meno lo è la formula con la quale è arrivato: prestito secco fino a giugno con pagamento del 60% dello stipendio a carico del club andaluso (circa 1,7 milioni). Roma e Valencia, infatti, non si sono accordati né sulla cifra né sulle condizioni dell’obbligo di riscatto. Inoltre lo stesso Florenzi non ha ancora deciso se voler giocare in Italia oppure no in futuro. Un arrivederci che sa comunque di addio visto che difficilmente la ferita si potrà rimarginare in estate. Anzi, è la dimostrazione che la Roma vende il suo capitano non per i soldi ma per una ormai ingestibile situazione tecnica. Fonseca, infatti, non lo ha mai visto bene nel ruolo di terzino e appena ha potuto gli ha preferito nell’ordine: Zappacosta, Spinazzola e Santon. Florenzi dal canto suo non si sente più un attaccante.

La conseguenza poteva essere solamente una: la rottura. Anche perché Alessandro non vuole perdere l’Europeo mentre Fonseca non vuole (giustamente) cambiare i suoi piani. I due si sono parlati dopo il derby. Il portoghese non gli ha assicurato il posto da titolare mentre gli ha assicurato di non aver messo quel famigerato like su Instagram a un post che ne chiedeva la cessione. Anche il fattore ambientale ha avuto il suo peso. L’idillio di qualche anno fa tra Florenzi e la piazza si è lacerato col tempo. Dagli striscioni e cori in cui veniva definito “Trenta denari” durante il rinnovo a quella pesantissima fascia da capitano ereditata da due mostri sacri come Totti e De Rossi. Anche ieri i messaggi della maggior parte dei tifosi non erano carichi di affetto complice un rendimento mediocre del giocatore che prima del terribile doppio infortunio al crociato era ambito da Barcellona e Chelsea. Di fatto la Roma si deromanizza ancora di più (ma è una novità solo per chi finora aveva fatto finta di vedere altro) e perde in 8 mesi il terzo capitano romano e romanista.

Ad ereditare la fascia sarà Dzeko, uno straniero come lo erano Balbo e Aldair, unici non italiani a essere capitani giallorossi dal 1970 ad oggi. In futuro toccherà a Pellegrini. L’ultima giornata romana di Florenzi è passata, come dicevamo, quasi nel silenzio. Alessandro ha svuotato l’armadietto, salutato compagni e addetti ai lavori a Trigoria senza far mancare qualche abbraccio commosso. Poi è tornato nella sua casa vicino piazza Risorgimento dove vive con la moglie e le figlie, ha preparato i bagagli con direzione Valencia dove oggi sosterrà le visite mediche e firmerà il contratto di 5 mesi. Un percorso simile a quello di un altro ex capitano come Carboni. “Valencia è la piazza giusta per rinascere”, ha detto l’ex terzino. Col club andaluso Florenzi giocherà gli ottavi di Champions contro l’Atalanta e proverà a farsi rimpiangere da una piazza che non lo amava più.


Florenzi sceglie l'Europeo

IL MESSAGGERO - Fa effetto che l'uomo designato a rappresentare la squadra ammaini la bandiera a metà stagione. Alessandro Florenzi lascia la Roma e va in prestito al Valencia. Sulla sua decisione influisce il fatto di voler giocare per non perdere il treno dell'Europeo a giugno.

Un arrivederci che somiglia molto ad un addio posticipato. Perché con Fonseca in panchina (con il quale ha avuto un incontro chiarificatore negli ultimi giorni) appare improbabile trovare spazio. Florenzi è atteso in Spagna per svolgere le visite mediche e apporre la firma sul contratto.

La partenza dell'ormai ex capitano giallorosso ha effetti anche su altre operazioni di mercato. Cetin, ad esempio, nonostante il Lecce prema per averlo in prestito, ha per ora ricevuto il veto di Fonseca, che si sente più sicuro con il turco in rosa che eventualmente può essere spostato a destra. L'altro indiziato a salutare, Jesus, ha rifiutato il Cagliari. Rimane la Fiorentina che tuttavia, dopo essersi risollevata in classifica, non sembra più avere l'urgenza di prendere un difensore. Il Rennes non intende garantire l'intero ingaggio a Nzonzi che a sua volta ha rifiutato il West Ham. E il coronavirus ha bloccato il trasferimento in Cina di Pastore. La Roma, infatti, aveva trovato una squadra all'argentino, bypassando il salary cup di tre milioni con uno sponsor che copriva per intero l'ingaggio del trequartista. Il rinvio del campionato di due mesi ha però fatto saltare il trasferimento.


Calciomercato Roma: il coronavirus "blocca" Pastore, sfuma il trasferimento in Cina

IL MESSAGGERO - L'epidemia di coronavirus in Cina ha effetti anche sul calciomercato. Sfuma infatti il trasferimento in Oriente di Javier Pastore.

A rilevare il retroscena è il quotidiano romano: la Roma aveva trovato una squadra al centrocampista argentino, bypassando il salary cup di tre milioni grazie ad uno sponsor che avrebbe coperto per intero l'ingaggio del trequartista. Il rinvio del campionato di due mesi, disposto dalla Federcalcio cinese dopo il sorgere dell'epidemia, ha però fatto saltare l'operazione. E intanto sono iniziati gli addii alla Cina di molti giocatori europei. Tra questi pronto a lasciare anche Stephan El Shaarawy, che nei giorni scorsi ha manifestato la sua volontà di tornare in giallorosso.

 


Florenzi va al Valencia: «Ai tifosi della Roma vorrei dire tante cose»

GAZZETTA DELLO SPORT - Ha preso la sua roba e salutato tutti. Cinque mesi via da Trigoria, poi si vedrà. Anche se è difficile immaginare un ritorno di Alessandro Florenzi. L'ormai ex capitano della Roma lascia il club giallorosso per andare al Valencia. «Non sono emotivamente pronto per parlare, lo farò a tempo debito – ha detto ieri il terzino –. Ai tifosi della Roma vorrei dire tante cose».

Florenzi lascia così Trigoria dopo quasi 18 anni (essendoci entrato che ne aveva 11), 278 partite e 28 gol. Dopo il derby ha avuto un colloquio personale con Fonseca, in cui ha chiesto spiegazioni sul like del tecnico all’invito a venderlo di un tifoso (Fonseca gli ha ribadito di non essere stato lui a mettere quel like) e garanzie tecniche, cosa che l’allenatore non gli ha potuto dare. Da qui la decisione di accettare il Valencia in prestito. Gli spagnoli in questo momento non hanno disponibilità economiche per potersi impegnare per l’acquisto a titolo definitivo, così la Roma ha deciso di andare incontro al giocatore. Inoltre il club risparmierà circa 2,5 milioni lordi di stipendio.


Un capitano in prestito: saluto triste di Florenzi

IL TEMPO - AUSTINI - Poco più di quattro anni fa segnava al Barcellona da centrocampo e faceva alzare tutto l’Olimpico in piedi. Adesso se ne va in prestito, come uno qualsiasi, altro che capitano, senza lasciare chissà quali rimpianti. Anzi. La storia di Alessandro Florenzi conla Roma si chiude - almeno fino a giugno - con un velo di tristezza, un senso d’ingiustizia e parecchia rabbia.

Stamattina presto parte per Valencia, va via in prestito secco senza obbligo di riscatto che gli spagnoli avrebbero voluto legare alla condizione tutt'altro che certa della qualificazione alla prossima Champions, il ragazzo e la Roma hanno deciso che è meglio così: un'esperienza di quattro mesi in Liga per rilanciarsi e arrivare in forma all’Europeo, poi si deciderà la via migliore per separarsi in estate in modo definitivo. 

Difficile immaginare un futuro in giallorosso dopo uno strappo del genere. Tutto è iniziato quest'estate, quando il nuovo diesse Petrachi non appena insediato a Trigoria lo ha messo sul mercato. Non lo considera adatto a fare il terzino titolare e, per questo, ha pensato da subito a sbarazzarsi del suo ingaggio da quasi 7 milioni lordi. Ha provato a inserirlo senza successo in uno scambio con l'Inter per ottenere una plusvalenza, poi ha aspettato il giudizio di Fonseca che prima lo ha promosso e quindi bocciato, preferendogli Spinazzola e Santon. Tante panchine per Florenzi e l'addio che sembrava già certo a dicembre, salvo una nuova illusoria parentesi da protagonista iniziata solo per gli infortuni degli altri terzini.

Domenica l’ennesima bocciatura nel derby, un'ultima discussione con Fonseca e la sensazione di essere ai titoli di coda che è diventata realtà negli ultimi due giorni, quando Roma e Valencia hanno raggiunto l'accordo per il prestito. Gli spagnoli gli pagheranno lo stipendio fino a giugno e niente più, a Trigoria risparmiano circa tre milioni lordi e si augurano di poter ottenere qualcosa in più dei 12-15 milioni che il Valencia sarebbe disposto a spendere in estate se si qualificasse alla Champions. Intanto Fonseca si prepara a ritrovare Zappacosta, il cui prestito dal Chelsea si è esteso automaticamente fino al 30 giugno.

Ieri mattina l'ultimo allenamento a Trigoria di Florenzi mentre si stavano definendo i dettagli della trattativa, poi il pranzo con la squadra e i saluti. Un arrivederci al sapore di addio per un ragazzo che ha accusato il peso enorme di ereditare la fascia di capitano da Totti e De Rossi, prima amato e poi osteggiato da gran parte della tifoseria per ragioni quantomeno discutibili. «Non sono emotivamente pronto per parlare - ha detto Florenzi uscendo dagli uffici del suo agente Alessandro Lucci - ho tante cose da dire ai romanisti, lo farò a tempo debito». Il procuratore aggiunge: «È la scelta migliore per tutti, il Valencia ha un vecchio feeling con Alessandro. Della formula ne riparleremo più avanti, ora deve giocare e divertirsi. È un arrivederci». Difficile.

Intanto ieri è sbarcato a Roma Carles Perez, l’ultimo dei tre innesti baby di gennaio: il giovane attaccante esterno arriva dal Barcellona in prestito con obbligo di riscatto a 13 milioni più 2 di bonus e diritto di prelazione ai catalani in caso di cessione. Oggi verrà annunciato anche l'acquisto di Villar a 4 milioni più 1 di bonus più il 15% sulla rivendita proprio al Valencia di Florenzi. In uscita, Juan Jesus è sempre vicino alla Fiorentina, salta il passaggio di Fuzato al Vitoria Setubal perché la Roma non ha trovato un altro terzo portiere, Celar rientra dal Cittadella e va alla Cremonese, ceduto il giovane Agostinelli alla Fiorentina che gira ai giallorossi Chiossi. Tesserato il baby Ciufferri dalla Lodigiani.


Sulle fasce sarà rivoluzione

IL TEMPO - BIAFORA - Nessuna rivoluzione, ma il calciomercato di gennaio ha mutato alcuni scenari della formazione della Roma. Il primo obiettivo della società giallorossa è stato quello di prendere un esterno d’attacco che andasse a sostituire l'infortunato Zaniolo e il buco è stato coperto con l’arrivo di Carles Perez del Barcellona. Il catalano rappresenterà una valida alternativa ad Under, che ha dimostrato segni di grande crescita nel derby. A Trigoria tutti si aspettano che il turco torni ai suoi livelli e sarà lui, insieme a Pellegrini, Kluivert e Dzeko a doversi caricare sulle spalle la produzione offensiva del 4-2-3-1 romanista. Le riserve in attacco saranno appunto Perez a destra, Pastore sulla trequarti, la coppia Perotti-Mkhitaryan (oggi è previsto il rientro in gruppo dell’armeno) a sinistra e Kalinic come centravanti di scorta.

Cambierà poco o nulla a centrocampo, dove è stato aggiunto Villar. Il centrocampista arrivato dall’Elche sarà una riserva insieme ad uno tra Veretout e Cristante, che si giocheranno una maglia accanto a Diawara, considerato da Fonseca un titolare inamovibile. Il guineano è al momento infortunato e si sta procedendo con la terapia conservativa: la speranza è di averlo in campo già prima della fine di febbraio. In difesa è da registrare l’addio di capitan Florenzi, ad inizio campionato un titolare nella testa del tecnico portoghese, ma ben presto finito nel dimenticatoio e riproposto soltanto dopo l'infortunio di inizio dicembre di Santon. Il numero 24 ha perso posizioni nelle gerarchie a discapito dell'ex Inter, che se starà bene parte davanti a Bruno Peres, Zappacosta (sulla via del recupero) e Spinazzola, scelto dal primo minuto contro la Lazio e in competizione con Kolarov per una maglia sulla sinistra. Al centro del reparto difensivo a protezione di Pau Lopezi prescelti sono Mancini e Smalling. Dietro di loro ci saranno - con Juan Jesus in odore di cessione - Cetin, Fazio e il nuovo arrivato Ibanez.


De La Fuente (Ct Spagna U21): «Perez e Villar pronti per il salto definitivo»

GAZZETTA DELLO SPORT - Carles Perez e Gonzalo Villar alla Roma. Con una recensione positiva da chi li ha visti da vicino. Parla Luis De La Fuente, ct dell'Under 21 spagnola campione d'Europa in carica, che ha commentato l'arrivo in giallorosso dei due giovani calciatori:

Chi ha preso la Roma?
«Due giocatori che hanno approfittato delle opportunità e della continuità loro concesse negli ultimi mesi per crescere: in questa prima parte di stagione la loro progressione è stata rapida e notevole, anche se hanno percorso due strade molto diverse. Villar all’Elche, nella nostra Segunda , ha giocato parecchio e la cosa è fondamentale per un giovane. Carles Perez al Barcellona il campo l’ha visto meno, però è arrivato in prima squadra, ha frequentato quotidianamente grandi campioni, ha giocato in Liga, in Champions arrivando a segnare in uno stadio come San Siro. Meno minuti rispetto a Villar, ma una carenza ovviamente compensata da frequentazioni in allenamento di altissimo livello».

A che punto sono della loro crescita?
«Sono pronti per fare il salto definitivo. Li vedo entrambi con un potenziale enorme, hanno ancora grandi margini di crescita e penso che questa della Roma per loro sia una grandissima opportunità. Da c.t. della Spagna ma anche da semplice appassionato mi auguro che riescano a trovare spazio e fiducia per completare il proprio processo di crescita. Lo spero per loro e per noi, in senso diciamo federativo. Vorrei che giocassero per poter affermarsi mostrando il talento che indubbiamente portano con sé a Roma».

Partiamo da Carles Perez.
«Sottolineerei due cose: la sua grande abilità nel creare superiorità in fase d’attacco e la duttilità: è un attaccante che può giocare in qualsiasi posizione del settore offensivo, e infatti col Barça l’abbiamo visto a destra, a sinistra, punta centrale e anche mezzapunta. Ha un gran dribbling e un tiro potente, qualità che unite alla velocità d’esecuzione - garantita da un’elevata tecnica di base - lo rendono davvero interessante».

E Gonzalo Villar?
«Un centrocampista centrale molto completo, con doti atletiche importanti che gli permettono di coprire una gran fetta di campo e unite a una visione di gioco molto interessante: vede il passaggio dove per altri non c’è spazio per far passare il pallone. Ha grandi qualità tecniche, arriva con facilità nell’area avversaria e questi mesi all’Elche lo hanno migliorato sia nell’aspetto fisico che sul piano competitivo. Ovviamente la Segunda non è la Serie A, ma la Roma prende un centrocampista molto completo».


Florenzi al Valencia, Carboni: «Dura all'inizio, ma è la sua fortuna»

IL TEMPO - BIAFORA - Ad oltre vent'anni di distanza un altro capitano della Roma saluta l’Italia per trasferirsi al Valencia. Se oggi è il turno di Florenzi, nel settembre del 1997 era toccato ad Amedeo Carboni lasciare la fascia giallorossa e volare in Spagna per iniziare una fortunata esperienza con un club con cui ha vinto sette trofei e di cui è stato anche direttore sportivo dopo il ritiro. L'ex difensore della Roma ha commentato a Il Tempo la partenza di Florenzi.

Ci sono delle similitudini tra il suo trasferimento e quello di Florenzi?
«Sì, è abbastanza simile. Mi avevano parlato giorni fa di una possibile trattativa, sinceramente mi sembrava un po' strano. Mi sono rivisto in Florenzi. Io venivo da un infortunio abbastanza importante al tendine d’Achille, lui in questo momento, pur essendo il capitano, non era considerato a livello tecnico, era finito dietro a Santon e Spinazzola. Florenzi ha quasi 29 anni, sta per cominciare il meglio del meglio della sua carriera. A questa età si raggiunge l’apice a livello fisico, agonistico, mentale».

È un buon affare per il Valencia?
«Se lo danno via è perché evidentemente la Roma ha fatto i suoi ragionamenti. Il Valencia ha bisogno di un terzino destro, Piccini è infortunato. Florenzi è uno che come me si adatterà benissimo, ne sono convinto. Mi dicono che è un ragazzo per bene, da buoni principi, in campo dà sempre tutto. Sicuramente farà benissimo».

Che cosa vuol dire lasciare la Roma per uno che ne è il capitano? 
«Ultimamente i capitani non sono tanto fortunati a Roma (ride, ndr). È un po' strano, Florenzi, Totti, De Rossi... Però alla base di tutto bisogna saper accettare le scelte tecniche che fa un allenatore e una società. È vero che lui è romano, è romanista ed è il capitano, è difficile, si sta male nei primi tempi. Io non ero di Roma, ma avevo passato sette anni a Trigoria e per due sono stato il capitano, sono stato male. Però poi è stata la mia fortuna, gli auguro di vivere quello che ho vissuto io, si renderà conto  che anche stare all’estero è un vantaggio, dà benefici al giocatore e alla persona».

Che esperienza sarà per Florenzi?
«Valencia è una piazza importante della Spagna. A livello europeo e di titoli ha anche qualcosa di più della Roma, soltanto che Roma è Roma... Non si può descrivere o fare confronti con le altre città, ti prende e ti dà tanto. Quando si va via si soffre. Però tutto passerà, non l’amore per la Roma, ma il gusto di giocare lo troverà presto. Lo stadio è bello e sempre pieno, poi giocherà la Champions».

La cessione è in prestito secco, potrà avere ancora un futuro a Roma?
«Dipenderà molto dal giocatore e da come si sarà trovato. Spero che si adatti in fretta, è un ambiente che ti permette di arrivare meglio alla partita, si troverà benissimo».


Sabatini sull'addio di Florenzi: «Senza di lui rimane solo la periferia»

IL TEMPO - ZOTTI - Lontano dagli occhi ma non dal cuore. Walter Sabatini - attuale ds del Bologna non fa più parte della Roma, ma i ricordi dei «suoi» giocatori sono più vivi che mai. Uno di questi è Alessandro Florenzi, riscattato dall'allora direttore sportivo dopo un anno a Crotone e restituito alla piazza giallorossa come uno dei figli di Roma pronti a rappresentare l'avvenire del club.

Adesso il futuro di Florenzi si chiama Valencia e Sabatini si lascia andare ad un commento malinconico sull'epilogo della storia del numero 24 con il club giallorosso: «Perdere questo tipo di giocatori è come se di Roma rimanesse solo la periferia - dice a Sky Sport - senza nulla togliere alla periferia. Ma questi sono giocatori che costituiscono il cuore pulsante di quella città, il Colosseo, i Fori Imperiali. Florenzi è stato l’ultimo capitano. Il testimone a chi può passare? Immagino che il prossimo sia Pellegrini, penso che sia fisiologico per un ragazzo che è partito dalla Primavera».