Roma-Lazio, arbitra Calvarese. Per lui primo derby di Roma

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Sarà Gianpaolo Calvarese della sezione di Teramo ad arbitrare il derby di oggi pomeriggio tra Roma e Lazio, in programma alle 18:00 allo Stadio Olimpico. Il fischietto abruzzese sarà coadiuvato dagli assistenti Pieretti e Alassio. In sala VAR si accomoderanno Mazzoleni e Schenone. Sarà il primo derby di Roma per Calvarese.

I PRECEDENTI - Positivo il bilancio della Roma con l’arbitro abruzzese, che ha diretto i giallorossi diciassette volte con un totale di nove vittorie, cinque sconfitte e tre pareggi. Nel campionato in corso i giallorossi sono stati diretti da Calvarese all'esordio stagionale allo Stadio Olimpico contro il Genoa, match terminato 3-3. L'ultimo incorcio, invece, risale allo scorso dicembre, il pareggio a reti bianche a San Siro contro l'Inter di Conte. Nonostante il bilancio positivo, con Calvarese la Roma non vince dalla partita contro il Chievo-Verona della stagione 2017/18, quando i giallorossi si imposero per 4-1 grazie alle reti di Schick, El Shaarawy e la doppietta di Dzeko.

Ancor più positivo lo score di Calvarese con la Lazio. I biancocelesti hanno conquistato la vittoria in ben 15 occasioni su 21 incontri disputati. L'arbitro abruzzese, inoltre, ha anche diretto la partita di Supercoppa Italiana dello scorso dicembre che ha visto uscire vincitrice prorpio la squadra di Inzaghi.


Fonseca: “Lazio più forte”. Inzaghi: “Ma è tutto in bilico”

GAZZETTA DELLO SPORT - Il derby di oggi pomeriggio lo giocheranno soprattutto loro, i due tecnici: Paulo Fonseca da una parte, Simone Inzaghi dall’altra. «La classifica dice che la Lazio è più forte di noi, visto che è terza e noi quarti – ha detto ieri il tecnico giallorosso –. Dovremo dimostrare sul campo che siamo forti anche noi». Fonseca non cambierà volto alla sua Roma: ricerca del dominio, nonostante la Lazio sia pericolosa negli spazi.

Simone Inzaghi e il derby per arrivare alla dodicesima vittoria di fila in campionato. «Sarebbero 3 punti pesantissimi, da qui alla fine ci aspettano comunque 19 finali - spiega il tecnico della Lazio -. Questa gara è importante e va al di là della classifica». Biancocelesti favoriti? «Nei derby i pronostici si azzerano, sappiamo quanto siamo cresciuti - ribatte Inzaghi -: abbiamo delle certezze in più rispetto alla gara d’andata. Ai ragazzi ho chiesto solo di mantenere la lucidità, questa partita porta tante pressioni».


Roma, un derby d’alta quota. Solo i veleni sono di basso livello

CORRIERE DELLA SERA - La logica di Paulo Fonseca è stringente. Il derby, dopo tanti anni, conta ai massimi livelli (leggi: lotta scudetto) soltanto per i biancocelesti. «Lo dice la classifica: la Lazio al momento è più forte perché è al terzo posto e noi siamo al quarto. Per questo dobbiamo dimostrare in campo che sappiamo fare di più». Sette punti di vantaggio in classifica sono tanti e potrebbero diventare 10 con il recupero del 5 febbraio contro il Verona. Sarà invece l’ultimo derby, triste, per Pallotta. I tifosi romanisti aspettano l’arrivo di Friedkin e pregano per questa stracittadina: se la Roma non entrerà in Champions, il futuro è fosco.

Simone Inzaghi deve gestire l’insolito ruolo di strafavorito: «Nei derby i pronostici si azzerano tutti. Dobbiamo avere rispetto per la Roma ma non temiamo nessuno. A livello di classifica è una partita importantissima, anche se poi ne resteranno altre 17». Inzaghi recupera Correa e Luis Alberto. Fonseca conferma il 4-2-3-1 e Cristante a centrocampo, dopo l’infortunio di Diawara.

Come sempre, grande spiegamento di agenti per garantire l’ordine pubblico (saranno 1.500). L’allarme si è ancora alzato dopo che un gruppo di pseudo-tifosi della Lazio ha agganciato uno striscione alle inferriate di Trigoria, campo di allenamento della Roma: «Zaniolo come Rocca, zoppo de Roma», con una sedia a rotelle disegnata al posto della firma. In questo senso, il derby di Roma non cresce mai. Qualunque sia la classifica.


La partita dei romani? Ormai sono rimasti solo in due

GAZZETTA DELLO SPORT - Quindici anni fa, in un Roma-Lazio terminato 1-1, c’erano sette romani tra campo e panchina: De Rossi, Totti, Curci, Bovo, Firmani, Liverani e Di Canio. Oggi quella romanità tipica della stracittadina della capitale si è un po’ persa. A Trigoria andati via Totti e De Rossi, sono rimasti Pellegrini e Florenzi, ma soltanto il primo è sicuro di giocare, mentre a Formello c’è il solo Cataldi, infortunato. Una volta i giocatori, quando i social non esistevano e il tempo in ritiro scorreva più lento, avvertivano il derby davvero una settimana prima.

Totti non dormiva, De Rossi si divorava le unghie, mentre Di Bartolomei, per usare le parole di suo figlio Luca, «dentro aveva un terremoto». Non si faceva problemi a farlo vedere all’esterno il suo, di terremoto, Paolo Di Canio, che ancora oggi dice: «Meglio perdere un derby, cercando di fare la storia, che pareggiarlo». Ora i tempi sono cambiati. E l’unico romano certo di giocare il derby ne è l’ennesima prova.


Donne, l’As Roma ospita la Fiorentina

IL TEMPO - ZOTTI - Per l'As Roma femminile è il momento di rialzarsi. Le giallorosse alle 12.30 scendono in campo al Tre Fontane contro la Fiorentina (diretta Sky Sport e Roma Tv), in uno scontro diretto per la zona Champions. Dopo il ko della settimana scorsa contro il Milan, le ragazze di Bavagnoli sono quarte in classifica - a quattro punti dalla Viola seconda - e non possono permettersi un ulteriore passo falso. La coach giallorossa si aspetta di vedere la stessa voglia di riscatto mostrata in settimana dalla squadra: "Abbiamo ricominciato con grande voglia di rimetterci subito in carreggiata - le sue parole a Roma Tv - affronteremo la gara con grande attenzione, sapendo che ci andiamo a giocare un’altra possibilità importante". Non ci sarà Giugliano: la centrocampista sente ancora dolore al ginocchio e non ha ripreso ad allenarsi in gruppo. Capitolo mercato: la venezuelana Guarecuco, in prova da inizio gennaio, non entrerà a far parte della squadra.


C’è l’ok del Barca per il Perez furioso. Occhi su Paquetà

GAZZETTA DELLO SPORT - Carles Perez è l’ultimo nome sul taccuino di Petrachi per rinforzare il reparto offensivo della Roma. Il 21enne attaccante spagnolo ha fatto capire di essere molto amareggiato per la scelta del Barcellona di cederlo e non ha risparmiato critiche al nuovo allenatore Setien, accusato di rovinargli la carriera. L’impressione, perciò, è che la voglia di rivincita dell’attaccante sarà tutta benzina per i giallorossi. L'accordo si dovrebbe chiudere con la formula del prestito con obbligo di riscatto a 15 milioni, bonus (non facili) compresi. Si sta trattando adesso sull’ingaggio.

Qualora Perez dovesse saltare, più che a un ritorno su Januzaj, la Roma sta pensando a due soluzioni alternative. Sempre (e solo) con la formula del prestito, infatti, interessano Paquetà o Suso.


Olimpico con 60 mila spettatori. Scatta il piano sicurezza

GAZZETTA DELLO SPORT - Questo pomeriggio si prevede un Olimpico quasi completamente gremito per Il derby. Gli spettatori saranno circa 60 mila, un numero molto più alto rispetto all’ultima stracittadina (45 mila unità). La Questura ha predisposto un dettagliato piano di sicurezza con l’obiettivo di scongiurare il rischio di incidenti tra le opposte tifoserie. Saranno duemila gli agenti impiegati per fare da cuscinetto tra i sostenitori dell’una e dell’altra squadra nella fasi di accesso allo stadio. Cinque ore prima dell’inizio della partita sarà effettuato lo sgombero dei veicoli in sosta nei pressi dello stadio. Le operazioni di bonifica cominceranno però sin dalla mattinata e saranno resi più meticolosi i controlli al prefiltraggio. I cancelli dell’Olimpico saranno aperti alle 15.30, due ore e mezzo prima del via della gara.


Pallotta-Lotito: non c’è partita

IL MESSAGGERO - I due volti perfetti per rappresentare questo derby degli opposti sono quelli di Lotito e Pallotta. Uno lanciatissimo e presente, l’altro assente e ormai all’addio. Per Claudio puó essere il derby del sogno, per Jim quello dell’incubo finale. Il patron biancoceleste nei 16 anni di presidenza ha vinto ben 6 trofei, il collega americano ha la striscia più lunga senza aver vinto nulla. L’unica soddisfazione è essere arrivato in campionato sempre sopra la Lazio.

Claudio ha faticato per farsi apprezzare, il secondo ha fatto di tutto per non riuscirci. Ieri Lotito è andato a Formello per caricare la squadra. “Siamo una grande famiglia. Dobbiamo dare tutto in campo per vincere. Fondamentale sarà restare umili”. Pallotta è rimasto in silenzio.


Fonseca, scelte obbligate: “Deve giocare Cristante”

IL MESSAGGERO - Se per Garcia “il derby non si gioca, si vince”, Fonseca ritiene invece “che chi gioca meglio e domina la gara ha più possibilità di farlo suo”. Sembra non dispiacergli il fatto che la Lazio sia ritenuta favorita: “La classifica dice questo, visto che sono terzi e noi quarti. Dovremo dimostrare sul campo che siamo forti anche noi”. Dopo aver ringraziato i 1000 tifosi accorsi ieri a Trigoria (“Mai provata un’emozione così forte in carriera, dovremo lottare per loro”), spazio alle scelte di formazione: “Cristante giocherá - conferma - non abbiamo altre scelte. Portare Mancini in mediana vorrebbe dire cambiare due reparti”


Pallotta saluta, Lotito raddoppia. Roma-Lazio super da alta classifica

GAZZETTA DELLO SPORT - Roma e Lazio – per caso o per scelta – hanno eletto James Pallotta e Claudio Lotito rappresentanti di due universi contrapposti e speculari, cuciti solo dal bisogno inestinguibile di superarsi. Nel periodo in cui sono stati affiancati, due numeri spiccano su tutti: lo zero nei trofei giallorossi contro i 4 biancocelesti e i 592 contro il «sempre» della loro presenza nella Capitale.

Se è vero che Pallotta non è mai stato sentito dai tifosi della Roma come «uno di noi», anche Lotito negli anni ha avuto i suoi problemi sentimentali. Certo, se si pensa che il presidente bostoniano come media punti-partita di campionato è stato il più vincente della storia giallorossa, si capisce come lascerà col rimpianto niente affatto segreto di non aver mai vinto nulla. Il business ha avuto sempre la precedenza, ed in questo senso la sua profezia del 28 maggio 2017 è stata sottovalutata. «Se entro il 2020 non avrò la certezza di fare il nuovo stadio me ne andrò». Il 2020 è arrivato. E lui in effetti saluta.

Chi invece non ha alcuna intenzione di lasciare è Claudio Lotito. La sua gestione è la seconda più lunga nella storia del club, inferiore solo a quella di Fortunato Ballerini, cento anni fa. Lotito ha arricchito di ben sei coppe la bacheca societaria, operando pure il sorpasso storico sulla Roma per numero di trofei conquistati (il bilancio è adesso di 16-15 per i biancocelesti).


Una sfida Capitale

IL TEMPO - AUSTINI - All'andata non aveva avuto neppure il tempo di ambientarsi e ha giocato subito il suo primo derby. Cinque mesi dopo si ritrova ad affrontare la Lazio ancora da sfavorito, ma con più consapevolezza. E un carico di passione che si è aggiunto ieri, quando ha visto Trigoria riempirsi di tifosi per caricare la squadra. «Mi avete fatto venire i brividi - scrive Fonseca su Instagram rivolgendosi ai romanisti - in tanti annidi carriera non ho mai sentito un sostegno così forte e una emozione del genere. Faremo tutto per rendervi orgogliosi di noi». In conferenza stampa aveva già promesso di «lottare per
loro e fare una buona partita. I tifosi meritano il nostro impegno». I derby si giocano soprattutto con la testa e il tecnico ricorda ai suoi calciatori che «la maggior pressione è quella che ci mettiamo da soli. Sappiamo quanto sia importante e speciale la partita, magari i romani la sentono di più, ma io ho sentito tutti sereni, equilibrati, motivati e con fiducia». Gli ricordano il motto di Garcia - «il derby non si gioca, si vince» - ma Fonseca ribadisce i suoi principi: «Chi gioca meglio ha più possibilità di vincere. Se speriamo nella fortuna, la possibilità di perdere è alta. Una squadra che dominala partita è sempre più vicina al successo. Sono orgoglioso del coraggio dei miei giocatori. Abbiamo perso con la Juventus, ma hanno avuto identità e creato situazioni d'attacco. In campionato abbiamo preso due gol in otto minuti, potevamo mollare e invece siamo rientrati in partita». Oggi di fronte c'è una squadra che vola e fa più impressione dei bianconeri se si pensa ai valori della rosa. «Lazio più forte? In classifica lo è, noi - carica il portoghese - dovremo dimostrare il contrario sul campo».

Sulla formazione conferma che «giocheremo con la difesa a quattro. Se l'altra squadra è forte e ci obbliga ad abbassarci lo faremo, ma l'intenzione è quella di difendere molto alti». Fonseca, poi, annuncia che «giocherà Cristante perché spostando Mancini a centrocampo cambierei due settori. Non abbiamo altre soluzioni adesso, però su Diawara sono ottimista:sta molto meglio e credo che non servirà l'operazione, i prossimi giorni si capirà». Dall'infermeria, intanto, esce finalmente qualcuno. «Abbiamo Perotti e Pastore, che saranno in panchina. Kluivert era stanco, ha giocato con la Juventus perché non avevamo altri, ma non ha fatto una buona partita. Con la Lazio potremo vedere un giocatore diverso». Sarà il secondo derby di Fonseca e con ogni probabilità l'ultimo di Pallotta, che lo vivrà come sempre a distanza. Mai come oggi, però, conta solo il presente.

 

 


Santon scalza Florenzi, Kolarov favorito. Kluivert titolare

IL TEMPO - BIAFORA - Niente esperimenti, la Roma affronterà il derby con il solito 4-2-3-1. Fonseca ha riflettuto sulla difesa a tre per schermare l'attacco della Lazio, ma ha preferito confermare il modulo su cui ha lavorato in questi mesi. Il tecnico può sorridere per aver recuperato Mirante, Pastore e Perotti: contro la Juventus il cambio uscito dalla panchina per il reparto offensivo è stato Bruno Peres, mentre oggi avrà a disposizione i due argentini come assi nella manica per la ripresa. La formazione titolare vedrà il ritorno di Dzeko e la conferma di Kluivert, con gli unici dubbi che riguardano le fasce difensive. Santon è in vantaggio rispetto a Florenzi, mentre sulla sinistra Spinazzola insidia Kolarov. Sembra difficile che Fonseca rinunci al serbo, ma Lazzari è un brutto cliente e nell'ultimo mese il numero 11 giallorosso ha dato evidenti segnali di difficoltà in fase difensiva, mentre Spinazzola ha ben figurato a Genova. Terza partita dall'inizio in pochi giorni per Cristante: a centrocampo non ci sono alternative a lui e Veretout.