Lotito torna sul derby: "Il gesto di Mancini un giocatore mio non lo avrebbe mai fatto"

Il Presidente della Lazio Claudio Lotito torna sul derby: "Il gesto fatto da #Mancini non lo avrebbe mai fatto un giocatore della #Lazio, il comportamento dei nostri giocatori è completamente diverso da quello delle altre squadre. Secondo voi, è una sanzione congrua? Rispetta i valori dello sport? Ognuno di noi è in grado di giudicare. Noi non possiamo che attenerci a quello che il giudice ha deciso, solo questo posso fare".


Conferenza Stampa De Rossi e Dybala: "Non siamo qui a fare le comparse. Serve una grande partita dal punto di vista del carattere"

Daniele De Rossi e Paulo Dybala, rispettivamente allenatore ed attaccante della Roma, hanno parlato in conferenza stampa alla vigilia del match di Europa League contro il Milan:

PAROLE DE ROSSI

Qui ha giocato tantissime volte, quali sono i suoi pensieri?
"Ero lo stadio da rivisitare di nuovo, lo dicevo prima in macchina e l'ho detto in una delle prime interviste. È lo stadio che forse mi trasmette di più rispetto agli altri, al di là degli stadi che sento miei, i due in Italia e in Argentina. Qui si vede grande calcio, siamo contenti di stare qui".

Il ritorno?
"Si è sempre detto quanto sia meglio giocare la seconda in casa, senza i gol in trasferta il divario si è assottigliato. Devi essere pronto a preparare la partita sapendo che ce ne sono due".

A che punto è Smalling?
"Sta bene, si allena con noi e l'ho fatto entrare non per dargli minuti ma perché pensavo avessimo bisogno di lui. Il discorso di gestire era riferito al fatto che domani non avremo Huijsen e N'Dicka, rischiarlo dall'inizio si ha sempre il dubbio di giocare la partita successiva con due centrali. Lui sta bene, può giocare come tutti gli altri, si allena forte e ultimamente più forte di prima. Siamo soddisfatti di come ha spinto, sono contento di lui".

Quante ore di sonno le ha tolto la fascia sinistra del Milan?
"Siamo consapevoli della forza dei giocatori del Milan e che quei giocatori lì fanno male a tutti. Il discorso è legato a sapersi muovere e arrivare con i tempi giusti, non è un discorso legato a Dybala. Se uno ha la fortuna di allenare un giocatore così deve chiedere sacrificio, corsa e duelli vinti, ma non deve snaturarlo troppo e rovinare la condizione atletica e mentale, ma anche loro avranno paura di lui. Ho una foto sul telefono, ha vinto nove duelli nel derby e per me vale tantissimo. Quando vedi giocatori con qualità diversa dagli altri con questo trasporto sia in campo e in panchina, ci possiamo sentire tranquilli. Poi sta a me dirgli dove e quando fare la guerra e non metterlo a fare tutta l fascia con Theo Hernandez".

Cosa teme del Milan?
"Del Milan tempo la grandissima qualità dei giocatori e il loro gioco, conosco da tanti anni Pioli. Lo ammiro, lo abbiamo visto dalle squadre piccole a quelle grandi, si è sempre evoluto e migliorato, sempre al passo con la squadra che aveva. Il Milan è armonico, al di là dei momenti di difficoltà ha ritrovato condizione e quando vince gioca bene. Serve una grande partita dal punto di vista del carattere, cercando di portarli a giocare dove non gli piace. Questi mesi non mi hanno cambiato, mi hanno reso felicissimo. Una volta ho parlato del fatalismo a Roma, mi sono reso conto che anche io facevo lo stesso esercizio deviato, tutte le porte in faccia prese in 7-8 mesi mi hanno portato qui. Bisogna rendersi conto di quanto si è fortunati, la fortuna è una parte importante e nella fortuna bisogna dimostrare il valore. Ogni tanto ci piangiamo addosso, ma se guardo la mia vita privata e lavorativa è andata bene".

Sente di poterla giocare allo stesso livello del Milan?
"Grazie a Dio domani non ci sarà un peso di classifica, se negli ultimi anni hanno fatto più punti di noi va riconosciuto come valore. Ho letto che la Roma non avrebbe nulla da perdere, ma non è così: la Roma ha tutto da perdere, non siamo qui a fare le comparse. Qui non esiste il pareggio. In una maniera o nell'altra, analizzando il potenziale della Roma e del Milan, dovremo provare a vincere domani o comunque provare a portarci al prossimo turno a Roma".

Ha dovuto placare la sbornia da derby? Come sta Mancini?
"Sono partito aggressivo con loro sul fatto di rimanere con i piedi per terra, a volte ci fa ubriacare. Ma non c'è stato bisogno, erano tutti allegri ed è quello che chiedo e in campo sono andati forte e si sono messi a disposizione. Ho grandissima fiducia in loro, vederli sorridere di più non mi fa vedere i fantasmi o pensare che siano leggeri. Se avessimo giocato con l'ultima in classifica, avevo più paura. Mancini sta bene, ha accettato come tutti la decisione del Giudice Sportivo, si riuscirà a tirare anche una somma per fare beneficenza. Faccenda chiusa, roba di derby. Sta bene mentalmente e fisicamente, non potrebbe essere diversamente quando si decide un derby e si diventa paladiono della città".

PAROLE DYBALA

I tuoi ultimi allenatori sono stati Allegri, Mourinho e De Rossi. Cosa ha di diverso De Rossi?
"Penso che Daniele stia iniziando, il paragone è difficile perché hai nominato due allenatori che hanno vinto tantissimo e hanno tantissime panchine ad alto livello. È difficile fare un paragone, ma vedendo ogni giorno come allena, cosa trasmette e cosa ci dà, perché da quando è arrivato si è trovato entusiasmo, se ha questa voglia ha tutte le carte per arrivare ai livelli di Allegri e Mourinho".

Che momento è per la Roma?
"Credo che stiamo attraversando un momento di fiducia, positivo, vincere il derby aiuta a preparare le cose con più allegria e serenità. Affrontare una partita come questa contro il Milan è una bella prova, sapere dove siamo, come stiamo giocando sapendo cosa ci chiede e cosa diamo. Domani sarà una bella partita da giocare".

Il finale di stagione quanto può condizione le tue scelte e quelle della società?
"Scelte?".

Non hai ancora rinnovato il contratto.
"Con Daniele ci troviamo benissimo, alcune scelte non dipendono da me. Siamo contenti di quello che stiamo facendo e il risultato che ci ha portato. Ci farebbe piacere lavorare con lui. Dovremo parlare con la società e sapere le sue intenzioni, ma adesso dobbiamo parlare della partita. Abbiamo partite importanti, tutti sappiamo quale competizione vogliamo giocare il prossimo anno".

Come stai?
"In questo momento mi sento benissimo, mi sono allenato bene in settimana (interviene De Rossi: "Non lo diciamo...", ndr). Le decisioni di chi gioca e quanti minuti lo decide il mister. Sono a disposizione del mister, spero di continuare così".

Quanto ti ha toccato il lato umano del mister?
"Essere leader di una squadra e aiutare i compagni è bellissimo, cerco di dare il meglio di me ogni giorno dentro e fuori dal campo, di aiutare i più giovani e parlare con i capitani della squadra. È una responsabilità e cerco di migliorare. A Roma tutti conoscono il mister e lui conosce la piazza e quello che i tifosi vogliono, non c'è uno migliore per caricare la squadra in questo momento".

Senti l'urgenza di dare qualcosa che resti in bacheca a questo popolo?
"Perdere una finale è una delle cose più brutte, quasi la più brutta, che ti può succedere nel calcio. Ne ho perse tante e ne ho vinte altre. Ci tenevo tanto a vincere a Budapest, il percorso è stato bellissimo, siamo stati molto vicini a vincerla e purtroppo non è arrivata la vittoria. Quel gruppo sarebbe rimasta nella storia della Roma. Purtroppo ho perso una finale di Champions e ho provato le stesse sensazioni. Ma il calcio ti dà sempre una rivincita, speriamo sia quella di quest'anno".

Il modo di giocare con De Rossi ti favorisce?
"Il mister mi dà molta libertà e cercare di trovare superiorità senza abbassarmi tanto perché poi è lunga arrivare in aria, soprattutto con giocatori sulle fasce. Vedete voi i dati, per me l'importante è aiutare i compagni. Il suo modo di giocare ha aiutato un po' tutti, lo stile di gioco mi aiuta e avendo più la palla abbiamo più possibilità di giocare e i numeri crescono per tutti".


La Roma sfiderà un Milan rinato nel fisico e nella testa

Il 2024 del Milan si sta rivelando sempre più entusiasmante. 

I rossoneri sono in serie positiva: sette vittorie consecutive tra campionato ed Europa League. Testa, condizione e meno infortuni. Pioli: "La squadra è stata sempre con me, altrimenti non sarei rimasto". 

Tuttosport


Non sarà mai una partita come le altre

INSIDEROMA.COM - ALESSANDRO CAPONE - Non è un giorno come un altro, non è una partita come le altre. L’attesa con il tempo che non scorre mai e la tensione che toglie la fame e ogni pensiero porta solo lì, a quei novanta minuti più recupero che comunque vada ogni volta vale la pena vivere con tutto quello che si portano dietro. 

Il sole scalda le strade della città che sembrano tutte portare lì, dove si concentra il sentimento e le emozioni si creano travolgendo chiunque sia presente trasformando ogni momento in un brivido che attraversa cuore e mente passando di persona in persona creando un’atmosfera come sempre speciale. No, non è un giorno come un altro... è il giorno del derby. Un derby che va riportato a casa di chi porta nome, colore e simbolo di questa città. A casa dell’unica squadra della capitale. 

I passi e lenti spezzati da qualche brindisi e incoraggiamento con l’ingresso che si avvicina sempre di più e quando il fornello gira dopo le scale ecco il campo che concentrerà tutto questo frullatore emotivo. I piedi sul seggiolino e la curva che si colora mentre da qualche parte qualcuno comincia a capire chi viene da dove. 

I cori che si fanno sempre più forti mentre le bandiere sventolano al cielo i colori di Roma e il nome rimbomba in ogni angolo di ogni rione e di ogni quartiere dove il tempo sembra essersi fermato nell’attesa di capire di chi diventerà amico. La palla che viaggia sul campo mentre la curva cerca di spingerla verso la porta è un paio di volte si trattiene il respiro che si trasforma in un no di rammarico. Battiti del cuore e decibel  che si alzano come si alza la palla che parte dalla lunetta del calcio d’angolo e va a disegnare una traiettoria che sembra un arcobaleno che arriva sulla testa giusta. Il coro che si trasforma in un respiro profondo e quando la rete si scuote si trasforma in urlo di gioia che si aspettava da tanto, troppo tempo. I sorrisi di felicità sui volti di tutti fra gli abbracci in equilibrio precario. Adesso quel che è giusto sta tornado sta tornando dalla parte giusta. 

L’intervallo che serve a riprendere fiato fra sorrisi che ora sono un po’ tesi ma tutti con lo sguardo convinto che stavolta non sfuggirà. Un secondo tempo con qualche sussulto e qualche timore diventa solo il conto alla rovescia che trasforma le facce tese in un urlo di gioia che ancora una volta ti ha fatto dire Grazie Roma. Con  tutto intorno giallo ocra e rosso pompeiano la serata sarà di festa e la notte serena. Da lunedì testa alla prossima ma per questo fine settimana e fino al prossimo derby la città sarà tutta tua.

a cura di Alessandro Capone


Lazio, Tudor: "Spero la gente si diverta in questo derby e che vinciamo noi"

Il tecnico della LazioTudor, è intervenuto in conferenza stampa prima del derby. Queste le sue dichiarazioni:

Che Lazio servirà domani?
“Una Lazio giusta, buona, testa, cuore, gambe. Una partita sentita da parte di tutti, a maggior ragione va usata la testa, bisogna andare forte e fare il meglio possibile”.

Ci sono allenatori che dicono che il derby sia una partita come le altre, altri come De Rossi che ammettono che ci sono grandi emozioni. Lei ha giocato il derby a Torino…
“Anche con il Galatasaray, col PAOK, col Marsiglia. Mi sono sempre piaciute queste partite, la verità è che alla fine è una partita come le altre, che va preparata al meglio possibile. Entrambe le parti hanno ragione, non si può scappare dalle sensazioni del derby, ma deve dare qualcosa in più senza farti perdere la testa. Il derby dovrebbe essere vissuto in questo modo, anche piacevole, col giusto antagonismo, ma col rispetto per gli avversari, per il gioco e per il calcio. Questo è sport e questo è il derby, stare sempre nel giusto, forzare la bellezza di questo sport”.

Cosa si aspetta dalla squadra rispetto alle prime due partite?
“Tre partite in sette giorni, con in mezzo 1-2 allenamenti. Non è un lavoro, c’è da preparare al meglio possibile l’allenamento di oggi, ieri abbiamo toccato qualcosina. Ho visto più cose positive che negative, siamo sulla strada giusta, tracciata e interpretata molto bene. C’è grande condizione, voglia di fare, vedo i giocatori convinti. C’è da crescere e migliorare”.

De Rossi ha avuto belle parole per lei, un giudizio su di lui? Che derby sarà?
“È una Roma molto interessante, diversa da quella di prima, con idee giuste per i giocatori che ci sono. C’è qualità nel loro gioco, De Rossi ha fatto un buon lavoro. Sarà molto difficile, prevedo una gara con due squadre con le loro caratteristiche che sono un po’ diverse ma simili per certi aspetti. Due squadre che vogliono avere il pallone e questa è già una cosa bella, spero che la gente venga e si diverta, e che vinciamo noi. Ringrazio De Rossi per le sue parole, lo conosco da calciatore, mi è sempre piaciuto nel suo modo di fare, nei comportamenti, ha dei valori. Non lo conosco bene ma mi sembrano valori giusti. Ha appena iniziato la sua carriera ed è un buon inizio”.

Domani la Lazio di Tudor proverà a vincere giocando à la Tudor?
“Non è una domanda a cui posso rispondere apertamente, è un fatto di strategia. Sono dettagli e cose interne. È una partita particolare, ci sono momenti in cui valutare, pensare bene, essere intelligenti e furbi. Ma non bisogna rinunciare a quel che si è, bisogna fare entrambe le cose”.

Ha detto che tende a isolarsi da stampa e social, ma l’atmosfera del derby è molto penetrante. Sta percependo che la città vive questa sfida in modo unico? 
“Sono qua, vivo qua, non ho ancora trovato casa, non sono andato in centro, solo per una cena. Sono abbastanza isolato qui, ma capisco l’importanza di questa gara per la città. Domani la voglio vivere in modo giusto, a me piacciono queste grandi gare, anche da giocatore. Non vedo l’ora che inizi”.

Nelle prime due partite la Lazio ha alternato moduli, è un fatto delle prime gare o sarà una caratteristica permanente?
“Uno inizia a lavorare e mette quello che crede, pensa sia il suo calcio. Poi le cose si aggiungono, parti da una e aggiungi un’altra, migliori la squadra. Non è che inizi in un modo e cambi ogni cinque giornate, lo stile deve essere sempre uguale. I numeri c’entrano fino a un certo punto”.

A Torino abbiamo visto Luis Alberto molto arretrato, pensa invece sia più adatto a giocare a ridosso della zona gol?
“Lui sta lì, ogni tanto si abbassava per questioni tattiche, senza spiegare i dettagli. È un giocatore che vuole toccare i palloni, ma stava lì dietro Ciro, è la sua posizione. Abbiamo avuto quei 2-3 momenti con lui dietro Ciro in cui attaccavamo direttamente e in cui lui poteva darla per far male. Il giocatore ha quelle caratteristiche”.

De Rossi ha detto che la Roma non stravolgerà il suo sistema salvo incontrare giocatori unici. Lei pensa di avere giocatori unici? È l’ultima chance per l’Europa?
“Per l’Europa è una partita importante. Io sono sempre innamorato dei miei giocatori, i miei sono sempre i più forti. Le parole che usa l’allenatore avversario non mi va di commentarle, non voglio fare nessuna polemica. Ho detto che da quel punto di vista è una partita importante. Se è l’ultima o no sono esagerazioni, ai giornalisti piacciono i titoli. Provo sempre a sdrammatizzare questo mondo che è o nero o bianco per voi, per me è sempre grigio. È una partita importante”.

Se non ci fosse stato il gol di Marusic, sareste a quota 0 gol in due partite.
“Abbiamo giocato con una piccola squadra (ride, ndr). Io lavoro per migliorare sempre la squadra, in entrambe le fasi. È presto per dare giudizi su qualsiasi cosa, a me piace come i giocatori stanno interpretando questa via, vedremo quali sono i punti. Sono state due gare in cui ci siamo allenati senza i nazionali, i giocatori hanno avuto 1-2 allenamenti e hanno fatto 2 partite, già si riconoscono le cose che vogliamo fare. Aspettiamo per dare giudizi su qualsiasi cosa”.

La Roma si è lamentata tanto di quanto accaduto a Lecce, dall’altra parte il rigore su Zaccagni era stato certificato dall’AIA. Quanto può influire l’arbitraggio?
“Spero che non ci sarà nessun problema, ormai si parla di due arbitri. Spero che entrambi facciano un buon lavoro”.

È il suo primo derby e giocherà fuori casa, che cosa prova a rappresentare la squadra in campo in questa situazione? Vuole mandare un messaggio ai tifosi?
“Un messaggio di positività, di supporto, di quello che si è sempre fatto. Noi dovremo dare a loro ragione di essere più vicini alla squadra con una buona prestazione”.

Ha già avuto modo di vedere qualche giocatore più adatto al suo tipo di calcio? Le scelte guarderanno a questo o al tipo di partita?
“È una domanda giusta alla quale non so ancora dare risposta, in questa gara entra tutto. C’è stato poco tempo, le scelte vanno basate su tutto. Vediamo nella rifinitura”.

Ha ereditato una squadra forte, ma con debolezze chiare. Quanto deve migliorare questa squadra nel non disunirsi nei momenti difficili?
“Le statistiche mi interessano fino a un certo punto, nel lavoro dell’allenatore è importante dare una mentalità alla squadra. Non è un fatto tattico ma mentale, va lavorato durante gli allenamenti tutti i giorni, scegliendo anche i giocatori, perché la qualità è anche quella. Ogni tanto parliamo delle cose tecniche e tattiche, ma sta nella testa dei giocatori. Il mio obiettivo è che la squadra si comporti nello stesso modo in ogni situazione di risultato”.

Ha ricevuto un augurio o consiglio da un collega?
“No, nessuno”.

Come ha visto Kamada?
“Ho parlato tanto di lui, dopo la gara contro la Juventus aveva i più alti livelli di stress, ha dato tutto, è andato oltre le sue possibilità. Mi piace, è duttile, ha un buon livello in tutte le cose che fa, è un giocatore completo”.

La Lazio ha perso Zaccagni, ma sono tornati in gruppo Pellegrini e Rovella. Che tipo di partita si aspetta?
“Non so che succederà, è difficile dire che partita sarà. Si va avanti sia se si vince, sia se si perde. Pellegrini e Rovella li ho visti molto bene, andavano forte, hanno già dato un piccolo contributo e domani li portiamo in panchina sicuro”.

Di fronte al derby di Roma, ha dovuto fare da incendiario o da pompiere?
“Non era una settimana, per noi è male perché dobbiamo giocare dopo tre giorni, loro hanno avuto un giorno in più. Da un certo punto di vista è meglio, i giocatori sono già concentrati sulla gara. Possiamo parlare delle mie emozioni dopo la gara, per ora tutto bene”.


Lecce, Gotti: "Dobbiamo valutare Banda. La Roma è più propositiva"

In conferenza stampa ha parlato il tecnico dei salentini, Luca Gotti, in vista del match contro i giallorossi. Queste le sue dichiarazioni:

Che soluzioni ha provato?  
“Diverse soluzioni, cambiando ruoli e testando alcune cose. Ho provato a modificare l’assetto. La premessa è questa: mi sono fatto l’idea che ci siano tanti giocatori su livelli simili ma con caratteristiche diverse. Spesso il rendimento è analogo ma le caratteristiche sono diverse. Ogni partita ci richiede determinate caratteristiche. A Salerno bisognava vincere ad ogni costo e l’atteggiamento dei ragazzi mi è piaciuto molto. Ho cercato nuovi ingredienti. Ho lavorato sul consolidamento del possesso”.

Si può pensare di riproporre Piccoli esterno?
“Ci ho ragionato e ho valutato diverse opzioni. Ho spostato giocatori in varie parti del campo”.

Come sta Banda?  

“Piano piano si è avvicinato al gruppo. Il ragazzo ha iniziato a sorridere, mi sembra si sia avvicinato molto al gruppo, domani gli aggiungerò qualcosa e farò valutazioni. Sansone ha una piccola gastroenterite, non mi preoccupa nell’ottica di lunedì”.

La Roma?

“È cambiata tanto. Cerca di essere propositiva, fa fraseggi stretti. Manca Pellegrini, tassello importante. La qualità di palleggio è il grande cambiamento di questi due mesi della gestione De Rossi. Servirà una gestione del campo oculata. Serviranno intensità e coraggio”.


De Rossi presente al Viola Park per salutare Joe Barone

Il cordoglio della #Roma su Twitter: "La AS Roma si unisce al cordoglio per la tragica scomparsa di Joe #Barone. I nostri pensieri sono rivolti ai suoi familiari e a tutta la #Fiorentina".

Il mister De Rossi presente oggi al Viola Park per far visita al feretro del dirigente viola che proprio oggi avrebbe compiuto 58 anni. 


"Totti si sbaglia. Dybala per sempre"

Le parole di Totti sulla Joya hanno scatenato il dibattito: plebiscito per il rinnovo. Pruzzo, Boniek e Giannini senza dubbi: "Chi ha in rosa Paulo Dybala se lo tiene stretto".

Il contratto scade nel 2025. Dal 1° luglio scatta la clausola per liberarsi da 12 milioni. A gennaio Simeone lo ha cercato. Ora ci sono Bayer, Arabia e Aston Villa. Ma De Rossi vuole continuare con lui.     

Il Messaggero


Conferenza Stampa De Rossi e Bove: "Un minimo di rilassatezza per il risultato dell'andata può esserci, ma dobbiamo essere pronti"

Daniele De Rossi ed Edoardo Bove, rispettivamente allenatore e centrocampista della Roma, hanno parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita di Europa League contro il Brighton:

PAROLE DE ROSSI

La parola gestione è una parolaccia o fa parte di un percorso di crescita?
"Penso che la gestione per un allenatore e un giocatore sia il pane: gestire i momenti, i risultati, il proprio corpo e tutto. Sbagliamo se diamo un'accezione speculativa al termine, non vuol dire che abbiamo segnato quattro gol, chiudersi in area e sperare che non segnino quattro gol. Gestire significa riconoscere le fasi della partita e le condizioni psico-fisiche dell'avversario e le proprie. Se c'è una partita in cui abbiamo gestito le forze è stata l'andata, loro nel secondo tempo hanno avuto il pallino in mano e siamo stati bravi a stare coperti e partire in contropiede. È una qualità, viene dopo un percorso di crescita e conoscenza insieme".

Le condizioni di Lukaku e Dybala? L'eventuale assenza dei due può dare un messaggio alla squadra che siamo quasi alla fine dell'opera?
"Sarebbe un messaggio sbagliatissimo, siamo a metà squadra. Dybala sta bene ed è qui con noi. Lukaku ha un problema all'anca, se lo porta dietro da mesi e forse anni, quando rispunta fuori deve gestirlo con un po' di riposo. Non so quanto riposo, ma negli ultimi due giorni mi ha detto che non riusciva a venire. Dobbiamo iniziare a cambiare il concetto che senza loro due non si può giocare a pallone, e forse sta già cambiando, ci sono giocatori forti in questa rosa e sono sicuro che possiamo giocare senza di loro, anche senza Dybala, ma devo ancora decidere. Sono tranquillo con i giocatori a disposizione oggi".

Sei stato in campo in partite di clamorose rimonte ma anche clamorose sconfitte. Che lezione si può trarre?
"Tutti in ogni partita rischiano di prendere troppi gol da quelli che si immaginavano. Non bisogna andare troppo lontano per spaventarci, ma basta l'andata. Primo tempo eccezionale, poi hanno colpito anche un palo: un gol dopo sei minuti  potrebbe cambiare la partita, bisogna stare attenti. Se prendi gol non è un dramma, ma bisogna essere consapevoli che all'andata hanno avuto 4-5-6 occasioni da gol. Noi stiamo segnando parecchio. Dobbiamo pensare che se dovessimo subire uno o due gol, subirne sei sarebbe tanta roba per il Brighton. Dobbiamo essere pronti, i numeri dicono che segniamo. Basta preparare una partita così, forse il risultato ti ronza in testa. Sono stato calciatore, un minimo di rilassatezza può esserci ma anche la loro ansia nel guardare il cronometro che scorre".

Nelle sue migliori previsioni immaginava questo percorso? Da cosa è dipeso?
"Penso che fisiologicamente le grandi squadre come la Roma hanno momenti di calo e si ritirano su, a prescindere dall'allenatore perché fisicamente hanno giocatori più forti di quelli che affrontano. Sono contento del percorso che stiamo facendo insieme, nei miei migliori auspici c'era questo tipo di partenza non solo come risultati ma anche per il feeling umano e calcistico che si è creato. Mi sembra che loro credano in maniera forte a quello che cerco di trasmettere. Partita dopo partita vedo cose che mi piacciono di più, poi chiaramente ci sono gli avversari e gli intoppi. Con un grande risultato domani e domenica, sarebbe forse la migliore della partenza che potessi sognare".

Quando il Brighton vince lo fa anche con punteggi larghi. Nella fase difensiva cosa dovete migliorare? Che squadra ti aspetti?
"Non lo so, hanno tanti giocatori davanti con caratteristiche alcune simili ma anche diverse. Mi aspetto che De Zerbi ci stupisca dal punto di vista delle scelte, come ha sempre fatto. Bisogna anche dire che hanno perso due-tre giocatori importanti per loro, la squadra che ho visto a Roma è competitiva e può far gol a tante squadre. Ci prepariamo e giocheremo per segnare. Non so quanto cambieranno. Roberto è geniale e sorprendente, ma non mi aspetto che cambi modulo e atteggiamento: prepara le partite sempre per attaccare. Anche a Roma è venuta per fare gol, quando ha questa mentalità, questo allenatore e questo giocatori puoi segnare ma anche prendere gol. Noi siamo stati più bravi a concretizzarle all'andata. Dobbiamo giocare pensando a fare gol, non solo a non prenderle e se lo facciamo rischiamo di abbassarci e non uscire mai".

Tra le varie valutazioni peseranno anche i diffidati? O vanno in campo sempre i migliori?
"No, vanno in campo i migliori. Faccio tante valutazioni ma non sui diffidati. Non dirò ai giocatori diffidati di stare attenti e non prendere giallo, sarebbe iniziare col piede sbagliato. È chiaro che non devono prendere gialli evitabili, ma se parti pensando di non prendere giallo, prendi il rosso".

PAROLE BOVE

Come stai vivendo questo momento in cui hai giocato di meno?
"La sto affrontando come ho sempre cercato di affrontare il mio lavoro e il mio percorso. Ogni tipo di calciatore ha il suo, naturalmente è fatto da momento in cui si gioca di più o di meno. La bravura sta nella costanza di continuare a lavorare, non solo per migliorare ma anche per mantenere un tipo di lavoro che hai cominciato. In allenamento vedo notevoli progressi, non ho problemi e sono tranquillo. Quando mi viene data l'occasione cerco di dare il massimo. Penso sia questa la cosa più importante che deve fare un calciatore".

Giocherai mezz'ala o più centrale?
"Ancora non so se gioco. A parte questo, credo che ci sia una cosa che il mister ci sta trasmettendo: facciamo un determinato tipo di rotazioni, nel momento in cui un giocatore si trova a coprire un ruolo in campo che non è il suo ogni giocatore deve comportarsi come se giocasse nel ruolo in cui si trova. Da questo punto di vista è il nostro concetto. Non mi fa differenza giocare più centrale o avanzato".

Guardandoti molti vedono in te De Rossi venti anni fa. Cosa provi ad averlo come mister?
"Mi fa un effetto bellissimo. Il primo impatto è quello di un ragazzo che lo ha sempre visto giocatore in tv, poi inizia un rapporto e adesso lo vedo come il mio allenatore. Sono onorato che mi possa dare un tipo di consigli che nessun altro allenatore mi può dare per quello che ha passato e per il livello in cui ha giocato. Un pochino me lo aspettavo, ad essere sincero, perché ci sono sempre gli accostamenti ma credo che ogni giocatore abbia la sua carriera. Se ti dico che spero di avere una carriera come quella del mister non mento, ma voglio avere la mia carriera. Va benissimo essere accostato, ne sono onorato, ma vorrei anche la mia carriera, quella di Edoardo Bove".


Brighton, De Zerbi: "La Roma in questi tipi di match europei è molto forte"

De Zerbi in conferenza stampa dopo la sconfitta roboante contro la Roma: "A De Rossi ho detto che l’unica cosa positiva della giornata è che ho perso contro un amico, altrimenti non sarebbe stata serata proprio. Abbiamo perso contro una squadra forte, voi parlate di numeri, di sistema ma c’è una cosa che non sapete che non avete fatto i calciatori. La Roma è diventata forte in questo tipo di partite, vedo le partite e i giocatori che erano in campo della Roma, li ho trovati quando ero in Italia ed erano già forti, ora sono forti mentalmente e sono abituati a giocare questo tipo di gare. Non voglio parlare di gol, ha spostato l’abitudine di una squadra piccola nel raggiungere un risultato storico, oggi è la giornata in cui voglio più bene ai miei giocatori, nessuno di loro ha giocato a più del 25% del loro potenziale, poi magari avremmo perso uguale, con lo stesso risultato non credo ma non posso saperlo, però sarebbe stato diverso. Questa giornata insegna a tutto il club, anche al presidente che migliorerà in futuro, servirà a me per gestire il periodo che va da gennaio a marzo se mi capiterà ancora di giocare un ottavo, di gestire meglio i mesi da gennaio a febbraio, se lo fai in Inghilterra con gare dietro l’altro, i miei giocatori escono con grandi rimpianti e quando hai rimpianti ti migliori perché la volta successiva sai cosa ti aspetta. Potete parlare di occasioni, ma abbiamo perso meritatamente contro una squadra forte di testa e in campo, se sono forti in campo non scopro l’acqua calda”.


Per andare oltre

INSIDEROMA.COM - ALESSANDRO CAPONE - Il treno correva al ritorno da Monza per tornare a Roma sabato notte così come correvano anche i pensieri. La stanchezza mitigata dalla felicità per una vittoria che entusiasma e da ancora più forza. Ed è proprio li, prima che il sonno prendesse il sopravvento e con i vestiti ancora un po bagnati dalla pioggia brianzola, che hai iniziato a pensare alla prossima emozione, quella di stasera.

All’ennesima notte di coppa da attendere e da vivere fino in fondo, tutti insieme. Oggi quell’attesa è finita e ogni ora che passa ti avvicina al momento in cui salendo su quel seggiolino e guardando verso il campo tutto avrà di nuovo inizio. Le braccia al cielo e una sola voce a spingere la città oltre il prossimo ostacolo. Ostacolo inglese, terra in cui spesso si è faticato molto ma questo lo vedrai tra sette giorni.

Oggi è casa come in famiglia, sicurezza e serenità, passione per il giallo ocra e il rosso pompeiano e sostegno alla nostra città. Oggi è quel respiro europeo che riempie i polmoni ininterrottamente da due anni e mezzo. Un respiro profondo spezzato solo per un momento da un “destino” (inglese guarda un pò...) e che è ripreso senza privare di ossigeno e aria che anche stasera si è pronti a tirare fuori fino a rimanere senza voce.

Tutti insieme per far scuotere la rete avversaria senza pensare a discorsi da maestri di gioco o ad inventori di filosofie ma solo all’emozione e all’appartenenza. Non c’è ragione nel sentimento, solo cuore e passione. Cuore che batte al ritmo di cori che ti danno l’essenza di tutto questo che a parole non è possibile spiegare. Ma chi ce l’ha dentro lo capirà nella sua testa, lo sentirà nell’anima, lo vivrà sulla sua pelle.

E allora…non fermiamoci…ripartiamo dall’ultima serata per costruirne delle altre…PER ANDARE OLTRE E OLTRE ANCORA…CARICA!

a cura di Alessandro Capone


Conferenza Stampa De Rossi e Mancini: "Sarà una partita complicata, ma noi siamo la Roma"

Daniele De Rossi e Gianluca Mancini, rispettivamente allenatore e difensore della Roma, hanno parlato in conferenza stampa alla vigilia dell partita di Europa Leage contro il Brighton:

PAROLE DE ROSSI

Cosa pensi del Brighton? Che difficoltà ti aspetti? Il tuo rapporto con De Zerbi?
"Ho una bel rapporto con De Zerbi sin da quando ero calciatore. Dopo le prime partite da allenatore chiacchieravamo ed esprimevo la mia ammirazione nei suoi confronti per il tipo di gioco che proponeva. De Zerbi ha idee brillanti, è un allenatore innovativo. Il Brighton ha tanti giocatori bravi, sarà una partita complicata".

L'Olimpico sold out può rappresentare un'arma in più?
"Dobbiamo regalargli un'altra notte felice. L'unione delle due cose sarà molto importante, per qualsiasi calciatore venire a giocare in quest'atmosfera sarà bello, ma anche il Brighton è abituato a giocare in stadi caldi. Qui però troveranno maggiore passione e calore".

Che partita ti aspetti? Il nono posto del Brighton in campionato quanto può valere considerando la Serie A? Giocherà a tre o a quattro in difesa?
"Non è facile fare il paragone sul loro nono posto e in che posizione sarebbero in Italia. Il Brighton è un club emergente, è stato bravo Potter a creare qualcosa, ma ora De Zerbi sta dando un'impronta ancora più riconoscibile. In Italia il Bologna è quarto, è una storia simile. De Zerbi ha creato una cosa simile ai tempi del Sassuolo, non è facile arrivare a quei livelli. Questo traguardo è ripetibile solo se si hanno grandi idee e un società che può investire. Difesa a tre o a quattro? Non te lo dico".

Domani la Roma deve essere più istintiva o riflessiva?
"Si può essere istintivi stando bassi e difendendo in maniera disordinata e si può essere riflessivi cercando di portare la loro squadra a difendere. La Roma è una grande squadra, ma deve rispettare il Brighton anche se la Roma è la Roma. Sarà una bella partita, il Brighton mette a giocare nella propria metà campo per alcuni minuti il Manchester City, l'Arsenal e il Liverpool, a volte però prende imbarcate contro Fulham e Luton. Ci saranno tante partite all'interno della partita, dobbiamo essere bravi a giocarle e a vincerle entrambe sia quando avremo il possesso del pallone sia quando lo avranno loro".

Il ranking può rappresentare una motivazione extra per eliminare il Brighton e conquistare il quinto posto per la Champions?
"Noi giochiamo per vincere e passare il turno, magari possiamo guardare le vittorie delle altre squadre italiane e potrebbero avere un sapore speciale, perché potrebbero avvicinare l'Italia ad avere il quinto posto per la Champions. Bisognerà arrivare quarti o quinti, il ranking lo guardiamo il giusto, come una storiella 'Se vi comportate bene vi facciamo questo regalo'. Non possiamo fare cose diverse oltre a vincere le partite, ma se le altre italiane vincono potrebbe rappresentare un vantaggio anche per noi".

Un bilancio del tuo operato?
"Mi aspettavo tre punti in più in campionato, sarebbe stato perfetto (ride). Sono soddisfatto e tanto consapevole che non abbiamo fatto niente. Questa città in particolare potrebbe cambiare i giudizi in un secondo se dovessero cambiare le cose, quindi cerco sempre di tenere i ragazzi con la testa dentro Trigoria e fuori dai social e dai giornali. Si diventa molto bravi velocemente e molto scarsi allo stesso tempo. Sono soddisfatto di ciò che ho creato con i giocatori, anche se già c'era qualcosa, ma creare un rapporto da allenatore è come ripresentarsi alla stessa persona sotto un'altra veste e non è automatico creare un rapporto. Stamattina ho riguardato l'allenamento di ieri, la squadra non solo ha capito le mie idee, ma credono ciecamente a ciò che dico e si trovano anche bene. Per ora c'è stato tutto, ma allo stesso tempo niente perché mancano due mesi di fuoco".

Come sta Karsdorp? L'alternanza Spinazzola-Angelino è legata a necessità tattiche?
"Karsdorp vediamo oggi come starà, ha alternato giorni in cui si sentiva bene ad altri in cui non era al top. Impazzisco per Spinazzola e Angelino, sono due giocatori di altissimo livello. Sono diversi tra di loro, a volte la scelta può dipendere dall'avversario, altre volte però è legato al turnover o alle mie sensazioni. Non ci sono strategie preparate prima. Ora stanno bene fisicamente, posso contare al 100% su entrambi".

Per Bove hai immaginato qualche ruolo differente? Ad esempio sulla fascia
"Prima di Monza leggevo che Bove aveva con Mourinho una media di 62 minuti a partita, mentre con me 59, quindi non ci sono grandissime differenze. Ovviamente ha iniziato meno partite con me, ma nella mia prima partita in Serie A è stato il migliore in campo. Ho grandissima fiducia in lui, al suo fianco ci sono Cristante, Paredes e Pellegrini, i quali stanno giocando molto bene e per questo motivo sta trovando meno spazio. Non vedo Bove esterno di fascia, vorrei giocator più offensivi di lui in quel ruolo. In un futuro non troppo lontano lui potrebbe essere un buon mediano davanti alla difesa, tecnicamente è molto meglio di quanto si pensa, deve solo lavorare tanto sui tempi di gioco e sulla lettura delle azioni e lo stiamo facendo a fine allenamento. Ha una capacità di corsa che gli permette di coprire tanto campo, ha anche dei piedi buoni, deve solo mettere la sua capacità tecnica all'interno della partita per capire quando fare due tocchi o quando portare palla. Queste cose le migliori con il tempo, io da giocatore inizialmente ero un box to box, poi sono diventato un pensatore. Spero che nessuno gli metta fretta, deve rimanere con questa testa, come essere umano è il ragazzo da far sposare alle proprie figlie. Si sta comportando bene dal punto di vista professionale, è sempre il più sorridente quando vinciamo anche se gioca di meno. Non potrei essere più contento di lui. Nel suo percorso alla Roma ci sta essere la prima riserva, non è una cosa della quale deve vergognarsi. Nel percorso di miglioramento c'è questo suo bisogno di migliorare alcune cose, ma quando entra gioca sempre bene e conto molto su di lui. A Rotterdam ha giocato titolare e lo ha fatto benissimo".

Quanto pesa il fattore esperienza in queste gare? Il gap con la Premier si è assottigliato?
"L'Italia si sta rilanciando dopo anni in cui la Premier sembrava irraggiungibile per valore, anche se probabilmente lo è ancora per incassi. Quando ci sono calciatori senza esperienza ci può essere un contraccolpo in queste partite, ma in quel momenti ti aggrappi al campo e alle cose che conosci. Il gap di esperienza che ha il Brighton con noi sarà colmato dalla conoscenza che hanno del campo, quindi noi dovremo mettere altrettanta conoscenza e intensità per dimostrare sia per l'esperienza sia per il valore dei giocatori di portare a casa la vittoria. Non possiamo aspettarci che loro si mettano paura dello stadio e che ci regalino la vittoria, potranno anche essere emozionati, ma sanno cosa fare in campo. Sarà una partita difficile".

Hai esordito in Champions League e hai realizzato l'ultimo gol della Roma in Champions. Ora ti si chiede di portare nuovamente la Roma in Champions.
"Nell'ultima partita giocata dalla Roma in Champions c'ero io in campo e io ho smesso da 20 anni (ride, ndr). Questo è inaccettabile, la Roma deve stare a quei livelli. Ora a livello societario stiamo meglio rispetto a quando ho lasciato la Roma, sia come investimenti sia come giocatori sia come monte ingaggi. La Roma deve sempre provare ad arrivare in Champions e una volta che ci arriva fa grandi annate arrivando agli ottavi e ai quarti. Il mio destino non è incrociato con questo, la Roma può lottare per la Champions qualsiasi sia l'allenatore. I valori che ci sono nella squadra non sono da squadra sotto il quarto posto".

PAROLE MANCINI

L'Olimpico sold out può rappresentare un'arma in più?
"Sì, ma in campo andiamo noi e dobbiamo essere bravi a trascinare i tifosi con noi. Non dobbiamo chiedere niente a loro, faranno ciò che fanno tutte le domeniche e siamo contenti di questo. Cercherò di farli cantare ancora di più alla fine della partita".

Potresti giocare a destra nella difesa a tre e mezzo?
"Saper ricoprire più ruoli è un vantaggio per me e per la squadra. Con Fonseca giocai da mediano perché mancava il centrocampo, oggi invece siamo in parecchi sia in difesa sia a centrocampo. Quando una squadra ha tanti calciatori bravi e forti alza il livello di ognuno di noi. Deciderà il mister, l'importante è allenarsi forte e giocare per vincere".

La cosa principale che ha introdotto De Rossi nella Roma?
"Ha portato freschezza e idee nuove, noi cerchiamo di capire ciò che ci chiede e ci stiamo riuscendo, anche se non abbiamo fatto ancora nulla. In due mesi non vinci campionati e competizioni, ma ci ha portato ad avere questo cambiamento dal punto di vista tattico e dal punto di vista degli allenamenti. Il mister ha portato la serenità che ci poteva mancare, non perché Mourinho non ce la dava, ma perché non riuscivamo a ottenere i risultati. Inizialmente De Rossi ha lavorato sulla testa di tutti noi mettendola a posto, poi ci ha trasmesso le sue idee e da lì siamo partiti".

Il passaggio alla difesa a quattro?
"Mi sono trovato bene, quasi tutti noi avevamo già giocato a quattro. L'importante è capire e credere in ciò che ti dice l'allenatore e cercare di assimilare subito i concetti. Non è la difesa a quattro che ci ha portato a vincere sei partite su sette, ma un insieme di cose. A volte domini la partita e fai zero punti, in altre occasioni è il contrario. Il calcio è così, ma l'importante è che 26 giocatori tirano dritto verso un unico obiettivo".

La pubalgia?
"Me la stavo portando un po' avanti da tempo, sapete benissimo il periodo che abbiamo passato alcuni mesi fa, quando non avevamo difensori centrali disponibili. Ho dovuto stringere i denti, ma non voglio passare da eroe, l'ho fatto perché potevo giocare. Con il cartellino giallo preso a Milano ho avuto la possibilità di avere alcuni giorni disponibili per recuperare, mi sono fermato 10/12 giorni e mi sono allenato. Ora non sento più dolore, sto bene".