La stagione è finita. Si, fra centotrentadue giorni
INSIDEROMA.COM - ALESSANDRO CAPONE - Ogni partita finisce così come ogni stagione finisce. All’ultimo triplice fischio dell’ultima partita stagionale. Se vogliamo dirla tutta termina dopo l’ultimo chilometro della stagione macinato, dopo quell’ultima partita dell’annata. Quando chiudi la porta di casa e azzeri tutto per trovare l’entusiasmo in ciò che, fortunatamente, sta per ricominciare. Quel settore ospiti in cui non sei mai stato e ora troverai, quel coro nuovo che ora imparerai, quella compagnia aerea che ora sentirai, in quel “stavorta non ce la posso fa…” e invece ce la fai.
Ecco, si, tutto questo, appunto…alla fine. Si sente spesso parlare di sintonia, di simbiosi, di trasporto e di attaccamento. Si ma di chi?.
La verità è che tutto questo è ad esclusivo beneficio di chi la passione la porta dentro, del tuo vicino di seggiolino, in quello vicino a lui e così via. E’ tutto nel cuore e nella mente di chi canta fino all’ultimo tiro, fino all’ultimo coro. Il senso di appartenenza e l’orgoglio ce l’ha chi per l’ennesima volta sente arrivare alle orecchie l’urlo che parte dalla parte opposta ritrovandosi quasi al tappeto…quasi. Non esiste KO per chi crede in quello che sente. E’ una forza che arriva dall’anima e nulla la può fermare.
Quindi, chi è che può essere legittimato a crederci ancora, a crederci sempre? Solo chi, in qualsiasi parte del mondo possa trovarsi, ha il cuore che urla di gioia quando il fischio da il via alla partita. Si, solo quelle persone, quelli che c’erano, ci sono e ci saranno in ogni caso. Quelli che non hanno mai “l’approccio sbagliato” e che non si sentono mai con “le gambe tagliate”. Che non “sottovalutano l’avversario”, e che “non toccano il fondo” e che è finita…si dice alla fine.
Continuare ad urlare al cielo il nome e i colori con orgoglio e forza anche quando davanti lo spettacolo dovrebbe disarmare. Vedere le proprie maglie trascinate sul campo in balia dell’avversario quando è in quel momento che si vorrebbe vedere la reazione indipendentemente da come finisca, che si vorrebbe vedere il sudore che quella maglia può tenere. E’ li che si dimostra. Non con le parole, non con gesti di scusa al triplice fischio, non negli isterismi senza senso. Si dimostra con il sudore, la voglia di crederci, tutti insieme, anche quando tutto sembra perduto senza stare li ad aspettare una scossa che può arrivare solo da quelle voci amiche che non si arrendono mai e non da chissà quale concessione astrale.
Dimostrare di crederci, questa è la cosa che più conta. Perché la differenza fra chi crede che finisce solo alla fine sta proprio in chi, dopo i migliaia di chilometri stagionali quell’ultimo chilometro, sia esso fisico o emozionale, lo fa. E lo fa solo chi porta nell’anima questa città e questi colori.
Per tutte queste persone che credono che alla fine di questa annata mancano ancora centotrentadue giorni e non mollano ad un gol subito e che saranno pronti al proprio posto al prossimo fischio d’inizio sempre convinti di sostenere la squadra più forte che il mondo ha visto mai e che quando l’inno s’alzerà sarà sempre più forte.
Per la città, per la maglia, per questo popolo bisogna sentirlo e subito dopo dimostrarlo in campo. C’è ancora metà stagione da scrivere. Metà stagione per sognare e per crederci ancora. Basta parole. Durante la partita solo voce, cuore e sudore.
Avanti Roma e avanti, sempre, Romanisti. Che la stagione è finita lo diremo fra centotrentadue giorni. Questo deve valere per tutti.
a cura di Alessandro Capone
Scontri derby, tifoso giallorosso perde l'orecchio. La famiglia: "Non lo accettiamo"
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Conferenza Stampa Mourinho: "Siamo in difficoltà e c'è gente che deve dare di più. Ma domani andremo là a dare tutto quello che abbiamo"
Josè Mourinho, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match di campionato contro il Milan:
"Sono qui da due anni e cinque mesi e da allora sono l'unica persona qui che non ha perso un unico minuto di una sessione di un allenamento. L'unica. Per me non ci sono malattie, malumori, per due anni e mezzo non ho sbagliato niente, neanche un paio di settimane fa quando ero l'unico a lavorare perché tutti erano malati. Un mese fa avevo bisogno di un giorno per una situazione che non devo spiegare, ho spiegato alla proprietà, al direttore Pinto e in un momento così pieno di partite, viaggi, di allenamenti, abbiamo deciso che il giorno buono per me per non esserci era giovedì. Sono stato fuori Roma per 14 o 15 ore, mi sembra ridicolo stare qui a giustificare questo, ma non accetto in alcun modo che la mia professionalità e la mia dignità e il mio cuore per questo lavoro e per questa responsabilità verso il club non è giusto. Se c'è l'esempio perfetto della professionalità sono io. Non ho mai perso una partita, dico in 23 anni, non sono mai stato malato e un non ho saltato nemmeno un allenamento di recupero per la gente che ha giocato, per sei giocatori che non hanno giocato e l'allenatore non essere lì ma non esserci con il permesso della proprietà mi sembra drammatico che io sia qui a giustificare".
Come si riparte?
"Facile. Abbiamo perso, abbiamo fatto tante cose bene in accordo con i nostri limiti e altre cose non bene, abbiamo analizzato tutto ieri, abbiamo parlato, sempre alla ricerca di migliorie per la nostra situazione. Io riparto come lo faccio da 23 anni: partita giocata, partita analizzata, partita finita e prossima partita. Non c'è un'altra storia".
Che Milan affronterete?
"Una squadra che gioca per vincere lo Scudetto. Quest'anno la distanza in punti fra loro e le prime due non sarà facile da colmare, ma è quella squadra lì, che ha perso qualche giocatore importante per infortunio nella zona difensiva, centrocampo e attacco sono lì, Pulisic, Giroud, Leao, sono tutti lì. Hanno perso due difensori ma ne hanno presi altri due, Terracciano e Gabbia, per migliorare la situazione. Sarà una squadra che vuole vincere dopo la sconfitta in Coppa, per loro era sicuramente un target. Metteranno tutto in questa partita, sanno le nostre difficoltà, tutti lo sanno, magari qualche giornalista non lo sa, neanche qualche commentatore, ma tutti sanno le nostre difficoltà. Andiamo là. Ieri ho parlato con i ragazzi non solo del gioco, ma anche dell'atteggiamento e non ho problemi, ho grande rispetto e lealtà nei confronti dei miei giocatori e per questo non c'è niente che qualche persona possa dire che io non ho detto. Per me è una cosa chiara, è la differenza fra le difficoltà e utilizzare le difficoltà che sono vere come un modo per giustificare qualcosa che potremmo fare di più. Questo non lo risparmio. Lo risparmio di fronte a voi, i nomi, so come funziona, che se un giocatore sbaglia individualmente la direzione è sempre quella di dare la colpa all'allenatore, ma nel mio rapporto diretto con loro non risparmio nulla. Migliore è il rapporto, meno devo risparmiare. Ieri riunione dura, specialmente per qualche calciatore. Difensivamente la squadra è stata perfetta, abbiamo preso gol da una rimessa laterale, non siamo neanche capaci di fare una rimessa laterale positiva e poi un rigore di un bambino di 18 anni con 55' di Serie A e un rigore che continuo a dire, non so se mi hanno capito, non ho mai detto non essere rigore, ma che lo è dei tempi moderni. I tempi moderni nell'arbitraggio sono inferiori nella protezione al gioco rispetto a 20 anni fa. Mai detto non fosse rigore. Nella riunione di ieri non ho risparmiato niente, poi però allenamento, sei giocatori si sono allenati ed è difficile lavorare in campo e migliorare le cose. Però niente, il messaggio è rimasto lì, c'è gente che obbligatoriamente dal punto di vista individuale e isolato deve dare di più"
Nessuno della società ha detto una parola ai tifosi, come è possibile? Cosa vuole dire ai tifosi?
"Io sono anche la società. Non sono una carica alta, non sono CEO né direttore, ma sono società. Mentre sono qui mi considero società, considero che le mie parole qui sono parole che la gente fuori vuole sentire. Voglio essere sempre leale e corretto nel mio rapporto con la società, è il mio modo di essere. In questo momento qui le mie parole sono molto oggettive. Avrò giocato 150 o 200 derby e sono state per me sempre partite speciali, ho vinto, pareggiato o perso ma sempre con un modo diverso di viverle. Per un tifoso del Chelsea giocare contro l'Arsenal è diverso rispetto al City, per gli interisti giocare contro la Juve non è come giocare contro la Roma e qui ho capito cosa significa il derby. Il derby che abbiamo vinto è stato pesante, è stato un derby umiliazione, è stato 3-0 e potevano essere 4-5, i derby persi sono stati sempre persi per dettaglio, per errori personali o arbitrali. Lo abbiamo sempre fatto con la dignità di chi dà tutto, siamo sempre usciti con la testa pulita nel senso di dare tutto anche nelle difficoltà. Abbiamo perso in 10 per 60' dando tutto fino all'ultimo. Anche nell'ultima, il mio feeling è che qualche giocatore doveva obbligatoriamente dare di più abbiamo finito la partita come avete visto, con due grandi opportunità di pareggiare. Quello che dico è che è l'orgoglio di essere romanista e lavorare per i romanisti è presente qui dentro, ma è là dentro al campo che devi mettere questo atteggiamento extra negli occhi dei tifosi, che va contro tutti. Capisco perfettamente che la gente non è contenta per qualche situazione che per me è fuori dal contesto, ma non è uno sport individuale, è uno sport collettivo. Di chi è questa responsabilità, mia come allenatore che non sono capace? Mia? Individuale dei giocatori? È la nostra situazione che non ci permette di dire 'tu non giochi più, gioca un altro', poi domani vado con 15 giocatori. La situazione è multifattoriale e per me è difficile farla uscire da qui. Io quando parlo qui dentro penso sempre che rimane qui dentro, a volte esce e non è vero e a volte esce ed è vero, ma quando parlo lo faccio con lo staff e non mi risparmio. A volte parlo anche di me stesso. La consapevolezza che questo o quel giocatore può fare meglio, ma lo stesso vale per me, anche io devo fare autocritica. Ai giocatori ho detto 'ricordi quella partita lì? Io potevo fare meglio, i miei analisti potevano fare meglio'. Ci sono partite in cui mi sento tradito da qualche prestazione individuale che punisce la squadra. Abbiamo avuto due periodi difficili questa stagione, le prime tre partite di campionato, su nove punti ne abbiamo preso uno, non c'erano giocatori disponibili, non c'era squadra e c'erano infortunati. Ora abbiamo quattro punti di differenza dalla Champions, ne abbiamo persi otto in tre partite in cui non c'era squadra. Ora c'è questo periodo, dalla Fiorentina in poi, si gioca con un gruppo ridotto di giocatori, se qualcuno non vuole interpretare questo come difficoltà vera non è giusto. Critica l'allenatore, i giocatori, ma dimenticare le difficoltà di questo momento è una cosa pazzesca. Anche la partita vinta contro la Cremonese, come l'abbiamo vinta, che rischi abbiamo preso, qual è la nostra linea difensiva ora, con Kristensen, Mancini che non si allena da un mese e Huijsen, c'è Llorente che si fa male e non gioca il derby e per domani è un dubbio, gioca Mancini in mezzo fuori posizione. Ignorare queste difficoltà non è giusto. Io devo difendere il gruppo, anche chi sta giocando sotto il proprio livello, è un gruppo di gente che lavora, che soffre. Abbiamo perso un derby, siamo a quattro punti da un obiettivo che se non fossimo noi tutti direbbero che sia impossibile. Il potenziale delle altre che possono entrare in top quattro non possono essere paragonate a noi. Ma siamo noi, la tifoseria più incredibile mai vista, c'è un allenatore che la gente pensa sia José Harry Mourinho Potter che alza le aspettative. Stiamo lottando per qualcosa di difficile e nessuno ci dirà che non possiamo farlo. Saremo lì domani a metterci la faccia, mi dispiace non essere in panchina, sarò in un habitat in cui non sono benvenuto a cercare di fare il mio lavoro. Andiamo là a dare tutto quello che abbiamo. I ragazzi daranno tutto"
Dybala c'è?
"Penso di no".
Ha detto che quando è uscito Dybala mercoledì qualcosa nei giocatori è cambiato. Ma Dybala gioca una partita sì e una no storicamente, come si risolve questo problema? È un problema di testa?
"Trovare soluzioni per giocare senza Dybala non è esattamente lo stesso che per Guardiola trovare soluzioni quando non gioca Haaland, perché ha Alvarez. Pochettino se non ha Sterling ha Mudryik, Klopp se non ha Luis Diaz gioca Jota e quando non gioca lui c'è Darwin. Non è lo stesso. Ripeto: non sto incolpando nessuno, incolpo solo chi non capisce. La Roma vive una situazione dal punto di vista del Settlement Agreement che impone grandi limitazioni e questo si vede nel campo, durante la stagione nelle difficoltà quando ci sono problemi. Non c'è modo di nasconderlo. La Roma ha fatto uno sforzo economico per avere Smalling e non ce l'ha e non può averne un altro. La Roma ha fatto uno sforzo economico per avere Renato Sanches, ma non c'è e non possiamo averne due, perché i paletti del FFP non ti permettono di avere un altro come lui. Dybala è un giocatore veramente speciale che negli ultimi anni ha giocato in una squadra che aveva giocatori speciali come lui. Qui è un giocatore che non è sostituibile. Contro la Fiorentina sembrava una partita da 3-0 dopo 20', senza siamo andati in difficoltà. Non è Belotti che fa connessione, non è El Shaarawy, non è Joao Costa, che sarà convocato, ma non ha la qualità di Paulo per fare quella connessione lì. Se qualcuno non vuole capire che senza Dybala la Roma è una squadra diversa non posso dire altro".
Prima ha parlato di delusione verso alcuni singoli e che se potesse sostituirli, lo farebbe. Ci saranno scelte importanti dopo il Derby, qualcuno resterà fuori, oppure giocheranno sempre gli stessi? Qualcuno verrà punito?
"Non è la parola giusta punizione. La squadra non sarà la stessa. Paulo non gioca e non è la stessa. Farò qualche cambio, ma non esiste né l'intenzione di punire né mettere attenzione su un singolo. C'è l'intenzione di costruire un puzzle fisico, tattico e mentale che ci permetta di competere là. La squadra più tattica di solito è la squadra con meno capacità a livello tecnico, perché quando quello è alto sviluppi principi per far esprimere il potenziale ai giocatori. Noi ora ci concentriamo sul nostro gioco e sul dettaglio che può fare la differenza. Siamo una squadra che va verso una strada definita, sono i principi sui quali lavoriamo in campo. Siamo pochissimi. Azmoun è fuori, Paulo è fuori, però niente, io sono qua con voi perché non lo sarò dopo la partita. Durante la prossima settimana non sarò qui e sono qua per rispondere per qualche domanda ed esprimere ai tifosi quello che avete detto prima. Se c'è bisogno di qualcuno che possa dare spiegazioni ai tifosi sono io".
Lazio, Lotito: "Vittoria del gruppo. Miglior regalo per il compleanno del club"
Lotito ai microfoni di Mediaset a fine partita è raggiante: "La vittoria sulla #Roma nel derby? Abbiamo fatto una prestazione degna della prima squadra della Capitale. È il miglior regalo per il compleanno del club e il rigore è inconfutabile".
Mediaset
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La AS Roma Femminile ha reso noto attraverso un comunicato stampa che "a seguito dell’infortunio riportato durante la gara di Supercoppa, Eseosa Aigbogun è stata sottoposta a esami strumentali che hanno evidenziato la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Eseosa verrà sottoposta a intervento chirurgico nei prossimi giorni".
Atalanta, Gasperini: "Oggi era una corrida, Aureliano è stato bravo"
Interpellato sul gol annullato a #Scamacca, il tecnico bergamasco Gasperini riconosce di non avere risentimenti verso la decisione arbitrale: "Per me #Aureliano non è da condannare, ha arbitrato in una corrida. La sua esperienza l'ha aiutato, arbitrare in condizione del genere non è mai facile. Sull'episodio conta l'intensità della spinta e, per me, #Zalewski è andato giù facilmente capendo di non potendo arrivare sulla palla. Sul rigore #Ruggeri è entrato in modo scomposto, mentre il giocatore della #Roma ha fatto due passi e poi è andato giù. Tanti ammoniti: nonostante gli stessi falli della #Roma, noi sei ammoniti e loro uno. Non era facile prendere un punto, con l'ambiente che si è venuto a creare".
Conferenza Stampa Mourinho: "L'Atalanta ha tutto, ma noi troviamo forza nelle difficoltà. Per loro non sarà facile"
Josè Mourinho, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita di campionato contro l'Atalanta:
C'è qualche giocatore rcuperato per domani? Un giudizio su Huijsen?
"Recuperati nessuno, Mancini è disponibile per giocare, ma dire recuperato non è corretto. Tutti gli altri lo sappiamo, sono tutti a lungo termine, come Smalling e Abraham. Si è infortunato anche Sanches. La partita è di alto livello, contro una grande squadra con tanti giocatori bravi. Sarà difficile come tutte quelle che abbiamo avuto di recente, siamo in un periodo dove il livello dell'avversario si alza sempre. Su Huijsen tutti sappiamo chi è, un ragazzo di 18 anni che ha 10 minuti di Serie A ma che è uno dei prospetti di maggiore qualità nel calcio europeo. Sarà un grandissimo calciatore. Huijsen non è giocatore nostro ma della Juventus"
L'Atalanta sarà un avversario duro?
"Hanno tutto. Da tanti anni hanno lo stesso allenatore che segue la stessa filosofia. La squadra gioca ad occhi chiusi e ha gli interpreti ideali per giocare secondo quella filosofia. Squadra difficile, due anni fa abbiamo vinto, l'anno scorso abbiamo perso ma facendo una delle più belle partite. Con loro sarà dura, noi siamo questi, siamo tosti, non siamo facili per nessuno. Troviamo forza nelle difficoltà, per loro non sarà facile"
Un giudizio sui due anni con Pinto? Che caratteristiche dovrà avere il prossimo DS?
"Un allenatore non deve fare considerazioni su un direttore, rispetto le gerarchie. Io non sono nessuno, anche se ho tanti anni di esperienza. Non posso commentare il lavoro di un superiore. Posso dire che mi auguro il meglio per lui, siamo amici, è stata una decisione sua che va rispettata. Io sarò sempre a tifare per lui. Non è corretto valutare, è lui che deve farlo. Sul futuro la stessa cosa, è ovvio che internamente ne possiamo parlare però pubblicamente mi rifiuto totalmente. Io sono qui, e di qui non esco"
Ti sei fatto delle domande sul fatto che il rinnovo non è ancora arrivato? Io ho tre opzioni: i Friedkin sono diventati amanti di calcio e amano un altro tipo di gioco, per la mancanza di risultati e per i consigli di qualcuno. Di queste tre, quali sono vere?
"La tua interpretazione è tua, sei un giornalista e non voglio entrare in questo campo. Non voglio. Certo che mi sono fatto qualche domanda, ma non ho nessuna risposta al 100%".
Quando sarà a disposizione Huijsen? Si potrà provare a prenderlo in estate? Come sta Smalling?
"Su Smalling niente da dire, non ci sono aggiornamenti. Non spero di vederlo allenarsi in questo mese di gennaio, se succederà sarà una sorpresa positiva per me, ora neanche ci penso. Penso a Mancini che gioca sempre e dovrebbe non giocare per un paio di settimane, ora penso a questi calciatori. Anche Paredes ha preso una botta con la Cremonese, temevamo la frattura. Huijsen è disponibile per giocare, è arrivato ieri sera, si è allenato oggi un'oretta, abbiamo fatto una riunione per cercare di farlo entrare nelle nostre dinamiche. Se domani deve giocare lo farà, lui ha grande fiducia in sè stesso, per lui sarà di fatto un debutto in Serie A. Abbiamo solo tre difensori centrali, il resto sono adattati"
Al di là della difesa, c'è emergenza anche a centrocampo. Pellegrini in che condizioni è? I tre centrocampisti sono in grado di giocare queste tre partite così intense?
"Angelo (Mangiante, ndr) sa che ho un grande rapporto con il tennis. Ho parlato con uno dei più grandi della storia, uno di quei tre, e mi diceva che sono poche le partite durante la stagione in cui gioca al 100% senza un piccolo dolore, senza una piccola cosa. Sono pochissime le partite che giocava. E parliamo di uno dei più grandi. Ieri parlavo con un altro, che non è uno dei più grandi ma è un bravo giocatore di tennis, che mi diceva che la stanchezza è solo mentale, non è fisica. Ma se è anche fisica, è dura. Se dici a un centrocampista che deve giocare 90' contro l'Atalanta, 90' o 120' contro la Lazio, 90' contro il Milan. Per fortuna dopo il Milan c'è una settimana vuota in cui possiamo recuperare, ma sappiamo che è un accumulo molto difficile. Davanti in questo momento ci sono Lukaku, Belotti, Azmoun, Dybala, El Shaarawy, abbamo possibilità. A centrocampo e in difesa siamo in difficoltà, la Coppa d'Africa ci ha complicato la vita, questo infortunio interminabile di Smalling dal punto di vista personale rovina la stagione, il fatto che Renato non è mai stato disponibile è una situazione difficile. Le situazioni di Pellegrini e Dybala sono diverse perché sappiamo che tornano dopo 2-3 settimane, ma Lookman va in Coppa d'Africa e loro hanno alternative, per noi è una situazione diversa. Lavoriamo partita per partita, con uno stadio che spinge, che è sempre lì. Andiamo con tutto, è una partita dura per noi, una settimana dura per noi, ma non sarà facile per l'Atalanta, la Lazio e il Milan. Non siamo facili per nessuno"
Supercoppa Femminile, le parole di mister Alessandro Spugna e Valentina Giacinti
La AS Roma affronterà la Juventus nella Supercoppa Femminile in programma domenica 7 gennaio a Cremona. Nella conferenza stampa pre-gara sono intervenuti il mister Alessandro Spugna e l'attaccante Valentina Giacinti. Ecco quanto riportato dal sito ufficiale della FIGC.
Alessandro Spugna, mister AS Roma: "I precedenti non contano, non c'è assolutamente il rischio di sottovalutare l'avversario. Stiamo parlando di una finale, con un titolo in palio. La Juventus ha dominato il panorama italiano per anni ma, nello stesso tempo, dobbiamo essere consapevoli della nostra forza. La Supercoppa Italiana dello scorso anno fu il mio primo trofeo da allenatore nel club. Avevamo tanta voglia di portare a casa il trofeo, come ne abbiamo stavolta: giocheremo con tutta la nostra forza e le nostre qualità, dopo aver lavorato sui nostri principi che vanno al di là del sistema di gioco. Oltre alla preparazione tecnico-tattica, poi, questa sarà una finale da giocare con tanto cuore e intelligenza".
Valentina Giacinti, attaccante AS Roma: “Stiamo bene e siamo tranquille. Vincere sarebbe fondamentale perché abbiamo ancora l'amaro in bocca per la Coppa Italia persa nei minuti finali a Salerno. La sosta? Non mi è pesata, anzi, ne avevamo bisogno. La mia testa era focalizzata solo a questa partita e sono tornata carica. La Juventus è affamata? Lo siamo anche noi. Si vincerà con la testa".
Cremonese, Stroppa: "A Roma non cambieremo il nostro modo di giocare"
“Sicuramente per noi si tratta di una gara importante in un bellissimo palcoscenico, cercheremo di fare del nostro meglio e di scegliere la formazione che al momento può essere la più competitiva. Non so cosa sarà per la Roma, noi abbiamo svolto una settimana tipo per preparare la gara visto che il percorso non ci ha lasciato riposo”. Il tecnico della Cremonese Giovanni Stroppa parla così prima della sfida di Coppa Italia in programma oggi: “Cercheremo di giocare come sempre, ma è chiaro che affrontiamo un avversario di categoria diversa. Il nostro modo di fare calcio non cambierà, con massimo rispetto ed umiltà, servirà più attenzione, perché quella di domani è una bella occasione che la squadra ha saputo guadagnare contro una squadra di spessore. Cercheremo di andare avanti il più possibile, consapevoli dell’avversario che dovremo sfidare. - continua Stroppa come riporta Cuoregrigiorosso.it - Afena Gyan? Il gol subito nel finale non è dovuto solo all’errore di Felix, ma anche al fallo fatto in una situazione sbagliata e all’errore sul calcio di punizione. Quando si prende gol la responsabilità non è del singolo, ma di tanti giocatori”.
Bonucci-Roma: affare a costo zero
L'ex Juventus Leonardo Bonucci sta per lasciare l'Union Berlino e da svincolato si prepara ad arrivare a Roma. La trattativa è ai dettagli ma i tifosi si dividono sul suo arrivo.
Capitolo Renato Sanches: il giocatore è in bilico e rischia il taglio a gennaio.
Corriere dello Sport
Lazio, non c' Zaccagni: gioca Pedro
Sarri non recupera Zaccagni e giocherà Pedro al suo posto. Luis Alberto invece sarà regolarmente titolare insieme anche ad Immobile. "Ci servono punti in campionato e siamo pronto al derby". Queste le parole del bomber biancoceleste.
Il Romanista
Women?s Champions League, la Roma supera 3-0 il Vorskla ed ora a un passo dalla fase a gironi
Trascinata dalle reti di Liens nel primo tempo e di Giugliano e Giacinti nella ripresa, la Roma Femminile ha superato per 3-0 le ucraine del Vorskla nell'andata del secondo turno di Women's Champions League ed è ora a un passo dalla qualificazione alla fase a gironi della Coppa Campioni.
La squadra giallorossa ha interpetato al meglio la contesa, giocando una grande prestazione sia in attacco che in difesa, come testimoniato dai 29 tiri totali a 3, 13 dei quali nello specchio. Solo alcune superbe parate del portiere avversario Samson ha impedito ad Haavi e compagne di dilagare ulteriormente nel punteggio.
Grazie a questo risultato la Roma arriva con il morale a mille alla sfida di campionato contro l'Inter e al ritorno del secondo turno di Women's Champions League contro il Vorskla in programma mercoledì 18 sempre a Roma alle 14.30.
di Daniele Mattioli