Trigoria, Dzeko: "Le strade di Roma sembrano quelle di Sarajevo dopo i bombardamenti"

LEGGO.IT - L'articolo di Leggo sulle condizioni dell'asfalto della Laurentina, la strada che porta al centro sportivo Fulvio Bernardini a Trigoria dove si allena la Roma, ha scatenato un vero e proprio putiferio. Oltre ai numerosi media che hanno ripreso quanto emerso, si aggiungono altri particolari sui problemi avuti dai calciatori della AsRoma con le proprie macchine. Una rivolta quella dei calciatori della Roma contro le buche della Capitale, che ha trovato molta solidarietà anche tra i tifosi, ultimamente non troppo indulgenti con i propri beniamini giallorossi. Ma davanti allo stato in cui versano le strade di tutta Roma, la solidarietà è stata pressoché unanime.
Nell'articolo pubblicato da Leggo mercoledì si raccontava - infatti - di come le macchine di Dzeko, Perotti e Juan Jesus abbiano riportato dei danni a seguito delle numerose buche "incontrate" nella strada verso Trigoria. Sulla vicenda è intervenuto anche il bomber della Roma Edin Dzeko.  Pur amando molto la Capitale, come dimostra la sua scelta di legarsi alla società giallorossa per molti altri anni, in un servizio a Studio Aperto ha dichiarato che le strade di Roma «sembrano quelle di Sarajevo dopo i bombardamenti».
Una dichiarazione impietosa quella del centravanti giallorosso, probailmente tra il serio e il faceto, rispetto alle condizioni delle strade di Roma. Comunque, a quanto sembra, dal Campidoglio sarebbero arrivate assiccurazioni alla società giallorossa e ai giocatori della Roma: un intervento di manutenzione sulle condizioni delle strade della Laurentina è già programmato per la fine di ottobre.


Allenamento Roma, seduta domani mattina alle ore 10

Continua la preparazone della Roma alla sfida di campionato contro il Sassuolo. Anche domani, alle ore 10, i giallorossi si ritroveranno a Trigoria per sostenere l'allenamento agli ordini di mister Fonseca.


Un elettrizzante super Miki. Dzeko: "Il giocatore che ci mancava"

INSIDEROMA.COM - ELISA GIOCONDI - Un Miki carichissimo è quello presentato da Petrachi. Alla conferenza tenuta a Trigoria si è mostrato a completa disposizione di Fonseca per ogni ruolo che il tecnico ritiene più adatto a lui in attacco, a destra, a sinistra, dietro la punta.
L'armeno nutre una stima nei confronti dell'allenatore giallorosso già ai tempi dello Shaktar e si augura di essere protagonista, stavolta, di un fantastico bis in casa Roma: "Spero che il mister possa fare lo stesso qui a e offrire un calcio spettacolare che renda felici i tifosi".
Talmente felice Miki che accettò la proposta di Petrachi prima ancora di ascoltare l'offerta in termini monetari: un sì secco. Anzi, come dice il ds in conferenza, l'ex Borussia ha anche rinunciato a dei soldi per la Roma. Questo gli fa molto onore e i tifosi sicuramente lo guardano già di buon occhio: dopo aver visto la sua performance alle nazionali ne sono rimasti colpiti e non vedono l'ora di vederlo indossare il 77 giallorosso.
Ma a Trigoria non è soltanto il direttore sportivo salentino ad essere entusiasta del nuovo acquisto: Dzeko sembra aver trovato il pezzo mancante del puzzle romanista. Dopo l'allenamento di ieri sembrano essere già affiatati: "Era il giocatore che ci mancava, in attacco".
La partita di domenica contro il Sassuolo è attesissima: tra l'esordio di Smalling, Veretout e Mkhitaryan e il probabile recupero di Spinazzola c'è un'aria adrenalinica e di novità.


Petrachi il duro: "Ho messo in riga Juve e Inter. La Roma non è una succursale"

LEGGO - BALZANI - Mambo Salentino è stato uno dei tormentoni estivi dell'estate, ma a Trigoria più che i Boombdabash va di moda Gianluca Petrachi. Il ds leccese ha chiuso un mercato non esaltante col botto (Mkhitaryan) nonostante le mille difficoltà legate a budget limitato, esuberi e polemiche post addio di Totti e De Rossi. Ieri si è preso la scena durante la conferenza di presentazione dell'armeno facendo leva soprattutto su quell'orgoglio romanista che sembrava sopito. Nel mirino sono finite Inter e Juventus colpevoli di aver corteggiato Dzeko e Zaniolo: «Paratici e Marotta? Sono orgoglioso di aver tenuto fede alle promesse fatte quando ho detto che la Roma non sarebbe stata succursale di nessuno. Tutti hanno capito che a Roma non possono fare i prepotenti'. Finché ci sarò spero che questa cosa si mantenga».  Nessun rimpianto sul mercato in entrata: «E' una squadra tosta, sono soddisfatto pienamente degli acquisti e all'80% delle cessioni visto che non sono riuscito a piazzare due giocatori in prestito (Santon e Bianda?, ndr). Si sono create delle opportunità per fare operazioni furbe come Smalling e Mkhitaryan. L'armeno ha rinunciato a dei soldi per venire qui. Dzeko? Ho sempre detto che avrei voluto tenerlo. Le lusinghe dell'Inter hanno messo in testa al giocatore delle cose che ho cercato di smontare. Il prezzo posto all'Inter non è mai stato offerto, per loro non sarebbe stato al centro del progetto come lo è da noi».  Poi spiega le strategie: «Necessaria una piccola rivoluzione. A tutti ho chiesto pazienza. Sono convinto di aver creato qualcosa su cui far rinascere l'entusiasmo. Abbiamo rinnovato fiori all'occhiello come Zaniolo e Under. Il gruppo ha voglia di stare insieme, quando sono arrivato c'era disgregazione e ora c'è unità. Col monte ingaggi siamo un po' su, ma cercheremo di equilibrare le cose». Su Baldini: «Franco non ha mai intralciato il mio lavoro. Un mese fa tramite lui ho saputo che Mkhitaryan poteva partire. Questa è la forma di collaborazione di cui parlavo. Baldini è rimasto al suo posto tenendo le giuste distanze. Infine sugli infortuni: Voglio eliminare ogni alibi per questo stiamo rifacendo i campi di Trigoria che sono troppo duri. Ammetto che 4 infortuni in pochi giorni sono tanti, ma ci può essere anche casualità».


Petrachi: "Roma, il mio mercato furbo"

IL MESSAGGERO - ANGELONI - «Non faccio i tarocchi, non sono un veggente». Così Gianluca Petrachi, otto giorni dopo la fine del mercato, che lo ha inghiottito per tre lunghi mesi, forse anche di più. Non faccio i tarocchi è la risposta a chi gli chiedeva le prospettive della Roma, se fosse o meno squadra in grado di raggiungere la Champions. Sincero, qui. La speranza del ds, e di tutti, c'è, certezze ovviamente no. Di sicuro il mercato appena finito gli ha dato soddisfazione, pure troppa. Ma si deve partire con ottimismo e in questo, Gianluca, va compreso. Soddisfatto degli acquisti, zero rimpianti e felice anche per il mercato in uscita. «All'80% ci sono riuscito, è rimasto qualche residuo che ci sta in una rosa così ampia. Sono contento di come sia andata. Sono convinto di aver creato, insieme a tutta la società, qualcosa su cui far rinascere l'entusiasmo e l'orgoglio romanista». Troppi prestiti, forse. Categoria di calciatori sempre a rischio. «A volte ci si deve adattare alle esigenze. Per Smalling e Mkhitaryan era difficile impostare un certo tipo di discorso o ragionamento a quarantotto ore dalla fine del mercato. Si sono create delle opportunità per fare operazioni furbe». 

SARÒ FRANCO - La questione Baldini, poi. Discorso che da Petrachi viene sempre trattato con molta decisione. 1) Chiarire che non c'è la mano di Baldini sugli acquisti inglesi di Smalling e Mkhitaryan, precisando che «Franco mi aveva segnalato che Micki poteva liberarsi dall'Arsenal». Come a dire: dovevo pagarlo, poi l'ho preso gratis. 2) Il ds precisa come Baldini non abbia «mai intralciato il mio lavoro, è stato al posto suo». Al posto suo, cioè al fianco di Pallotta. «Quando sono venuto alla Roma gli avevo chiesto di avere rispetto dei ruoli. Non ho avuto problemi con lui, è rimasto al posto suo tenendo le giuste distanze imbastite all'inizio e sono contento di come sia stato bilanciato il lavoro. L'operazione Smalling, Franco, non la conosceva neanche». Il punto fermo del mercato di Petrachi è Dzeko. Quel giocatore che, alla prima conferenza, era stato messo sull'attenti: «La Roma non si ricatta», ricordando come fosse - giustamente - sbagliato accordarsi con un'altra squadra (l'Inter) prima della scadenza del contratto con l'attuale società (la Roma). Quelle parole avevamo allargato la frattura tra Edin e i giallorossi, rendendola quasi irreparabile. Poi, Petrachi è strato abile a ricomporla. «Io ho sempre sperato di tenere Dzeko, perché secondo me quello che è successo prima, nell'anno difficile che ha passato la Roma, ha pesato sul suo umore e gli ho fatto capire che il vento stava cambiando, che le situazioni si stavano modificando e che stava nascendo una Roma diversa. Il prezzo che ho posto all'Inter quando l'ho incontrata a maggio (ufficialmente era ancora il ds del Toro, ndr) non è mai arrivato, evidentemente Edin non era così importante per l'Inter». Gonfia il petto, Petrachi, per non aver abbassato la testa nemmeno davanti alla Juve e sulla questione Rugani-Riccardi. «Questa forza d'urto è stata compresa da tutti. Marotta, Paratici tutti hanno capito che a Roma non possono venire a dettare legge, a fare i prepotenti. Non siamo la succursale di nessuno». C'è solo un dubbio, quando parla degli infortuni in serie. Lui dice che stanno valutando tutte le possibili cause, dai campi ai preparatori personali, facendo capire che alcuni calciatori in questi stop ci ricascano troppo spesso, anche chi è appena arrivato, come Spinazzola. «Che ha una storia che parla per sé, di tanto in tanto ha avuto qualche problema muscolare. Come Pastore. Chi mi ha sorpreso è stato Zappacosta». In effetti.

INGAGGI TOP - Infine la questione monte ingaggi, che nella Roma è troppo alto. «Il nostro lo è molto. Su questo dobbiamo migliorare e miglioreremo nel corso del tempo, cercheremo di riequilibrare le cose. Ora il livello è un po' sfalsato, io proverò a ricalibrare il tutto tenendo altissimo il tasso qualitativo». La mission più complicata.


Mkhitaryan, calcio e sorrisi: «All'Arsenal non ero più felice»

IL MESSAGGERO - Gianluca Petrachi lo ha inserito tra le operazioni furbe del mercato estivo, perché Henrikh Mkhitaryan è arrivato in prestito secco a soli 3 milioni non gravando sul bilancio del club. Bassi costi abbinati a grande resa, è questa la politica che ha attuato la società quando ha prelevato dall'Arsenal l'attaccante, reduce da una stagione incolore con i Gunners: «L'Inghilterra appartiene al passato e non vorrei più parlarne. Era un mio desiderio andare via perché lì non stavo giocando abbastanza, ero rimasto in panchina nelle ultime tre partite prima della sosta. Per un calciatore è importante provare piacere nel giocare a calcio e all'Arsenal non lo provavo più». Idee chiare e determinazione che lo hanno portato ad accettare la Roma nonostante i risultati deludenti dello scorso anno: «Non penso di aver fatto un passo indietro, perché è un grande club che disputa un campionato dove si gioca un grande calcio. Sapevo che la Roma avrebbe giocato tante partite anche nelle competizioni europee e avrei avuto più possibilità di essere in campo. Non abbiamo neanche parlato di soldi, sono qua per divertirmi e godermi il calcio». 

UNDER 5 SETTIMANE OUT - L'arrivo di Mkhitaryan a Trigoria è stato accolto con grande entusiasmo dai tifosi che hanno ancora negli occhi la partita in Nazionale contro la Bosnia (doppietta e assist), ma allo stesso tempo si aspettano gol e vittorie anche in giallorosso: «Per finalizzare devo essere in area, in una posizione più centrale e dietro la punta dove godo di più spazio e di maggiore libertà. Nelle ultime squadre in cui ho giocato in Premier partivo in una posizione più arretrata e dovevo ricucire le distanze tra il centrocampo e l'attacco, forse questa è una delle ragioni per cui segnavo meno». Contro il Sassuolo, Mkhitaryan dovrebbe fare il suo esordio da titolare dato che Fonseca è già in emergenza sugli esterni: Under starà in infermeria 5 settimane per via di una lesione al bicipite femorale destro, fuori anche Perotti e Zappacosta. Il terzino destro sarà ancora Florenzi.


Under, il ko è duro: out 5 settimane. Fonseca cambia

GAZZETTA DELLO SPORT - A Trigoria, la brutta notizia che giunge dalla clinica Villa Stuart arriva in mattinata, togliendo il sorriso a tutti. La lesione di Cengiz Under al bicipite femorale destro è più seria del previsto: per lui 5 settimane di stop. Inutile dire che Fonseca varerà dei cambiamenti importanti, a cominciare dallo spostamento di Zaniolo sulla fascia destra – utile a coprire meglio le avanzate di Florenzi – e l’innesto di Pellegrini sulla trequarti, visto che in mediana dovrebbe finalmente esordire Veretout. A proposito di esordi, il più atteso però sarà quello di Mhkitaryan, che domenica contro il Sassuolo potrebbe muoversi come esterno sinistro d’attacco (...) In ogni caso, la Roma è al lavoro anche per provare a disinnescare la questione infortuni «Under è un “fibra bianca” – spiega Petrachi –. Uno molto esplosivo e deve anche sapersi gestire. Mi ha raccontato che si è stirato con un colpo di tacco abbastanza forte, ma sono situazioni che possono capitare». In generale il prossimo lavoro sarà questo. «Nelle grandi squadre tanti hanno un “personal trainer”. Questo va valutato e stiamo cercando di capire quali li utilizzano al di là del lavoro con la Roma e che tipo di lavoro specifico effettuano in palestra» (...)


Mkhitaryan, che promessa: "Mi ricorderete per le vittorie"

LEGGO - BALZANI - Oggi sosterrà il primo allenamento integrale, domenica con il Sassuolo dovrebbe partire dall’inizio: “Deciderà Fonseca, io ci sono. Sono felice di questa avventura, l’ultimo periodo all’Arsenal ho trascorso un periodo difficile». Sul ruolo precisa: «Posso giocare ovunque in attacco, ma la mia qualità migliore si vede quando parto esterno per poi accentrarmi. In nazionale finalizzo di più, in Premier ho avuto un ruolo diverso e ho segnato meno. Il gioco di Fonseca mi piace, il suo Shakhtar se la giocava in Champions“. Miki conosce le pressioni di una grande piazza: “Sono abituato agli occhi puntati addosso. Se vuoi giocare ad alti livelli devi essere pronto ad affrontare critiche ed elogi. La serie A è una grande occasione, non è un passo indietro. Non ho mai parlato di soldi perché è importante provare piacere nel giocare. All’Arsenal non provavo più questo piacere“. Infine una battuta sul Var: “In alcuni episodi sono inglese, in altri italiano. La moviola incide sul ritmo, lo rende noioso. E’ brutto quando si segna e poi non sai se esultare”.


Nuova Under: tanta qualità per andare lontano

GAZZETTA DELLO SPORT - Una nuova speranza. Era il titolo assegnato, in modo postumo, al primo Guerre Stellari, è quello che rappresenta la nuova Under 21 di Paolo Nicolato. I giovani apprendisti hanno sostituito gli affermati jedi che li hanno preceduti e che non sono stati in grado di conquistare l’impero europeo giocando in casa. La giovane Italia del giugno scorso aveva ritrovato ragazzi da Champions League e da Nazionale maggiore, che oggi fanno la fortuna di Mancini (Pellegrini, Barella, Chiesa...), quella che ha esordito ieri a Castel di Sangro aveva sei titolari che giocano in Serie B, e altri tre sono entrati dalla panchina. (...) Sottil è sembrato un piccolo Chiesa, con cui condivide lo spogliatoio viola, Carraro ha fatto un figurone, Sala fino a tre giorni fa non lo conosceva quasi nessuno. Ci sono anche le stelline, Kean e Zaniolo, e a giudicare da un certo nervosismo questo ritorno «forzato» nell’Under non gli farà male. Anche perché poi c’è Paolo Nicolato, il c.t. arrivato dalle esaltanti cavalcate mondiali ed europee con l’azzurro più giovane. Una figura a metà tra il professore esigente e il padre benevolo, un pennellone che potrebbe guardare tutti dall’alto ma è partito dal basso e da lì vuole crescere. Con idee innovative e un modo di insegnarle che evidentemente è già entrato sotto la pelle dei suoi ragazzi. (...)


Orgoglio Petrachi: "Non siamo la succursale di nessuno"

GAZZETTA DELLO SPORT - Lo sguardo sembra nascondere preoccupazioni. Lo si capisce quando parla d’infortuni, di quel «po’ di tempo e di fortuna» che vorrebbe, anche se sa di non poterla pretendere. Gianluca Petrachi, però, non si nasconde e racconta le sue verità. «L’idea del mercato era quella di fare investimenti importanti su giovani. Smalling e Mkhitaryan sono state posizioni furbe. A Dzeko, poi, ho fatto capire che stava nascendo una Roma diversa e che lui sarebbe stato un riferimento per tutti». (...) La spiegazione vira anche sugli ingaggi alti. «Gli infelici sono andati via, è stato fatto un mercato in uscita importantissimo.Ci sono riuscito all’80%. Abbiamo fatto dei rinnovi a dei giovani forti, come Under e Zaniolo, a delle cifre congrue. Il monte ingaggi è molto in su, bisogna tornare ad avere dei valori giusti. La Roma su questo deve migliorare. Oggi è un livello un po’ sfalsato, il mio obiettivo è quello di riequilibrare il tutto cercando di mantenere un tasso qualitativo altissimo." (...)  E poi sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa dicendo che la Roma non sarebbe stata la succursale di nessuno. Citavate Marotta e Paratici: "Oggi nessuno può venire a Roma per fare il prepotente, tra virgolette". Titoli di coda su Baldini. «Non ha mai intralciato il mio lavoro. Non ho avuto grandi problemi, abbiamo rispettato le distanze. Poi se Franco ha un contatto diretto con Pallotta, bene. Sono molto contento di come sia andato il lavoro di squadra». Speriamo funzioni anche quella di Fonseca.


Avanti Fonseca: il suo calcio spregiudicato non si di discute

IL MESSAGGERO - TRANI - Nessun retroscena, anche perché non è necessario: nell’incontro di lunedì con Paulo Fonseca, Petrachi gli ha confermato la fiducia. All’idea prima ancora che alla persona. Dopo i due punti nelle prime due giornate di campionato, sotto attacco è finito in particolar modo il suo 4-2-3-1 particolarmente offensivo, ma lo spirito dominante e coraggioso trasferito ai giocatori è il motivo per cui la società giallorossa ha scelto lui e non altri tecnici. Il ds ha sposato dunque lo stile del portoghese anche nei fatti nella coda del mercato, concludendo due colpi su misura per il suo allenatore: Smalling, centrale difensivo veloce ed esperto, Mkhitaryan, il trequartista di qualità e spessore internazionale.


Allarme infortuni, Cengiz out 5 settimane

CORRIERE DELLA SERA - Un finale «furbo» di calciomercato in positivo e l’emergenza infortuni in negativo. Il direttore sportivo della Roma, Gianluca Petrachi,ruba la scena alla presentazione di Henrikh Mkhitaryan anche perché l’armeno è stato sovraesposto in questi ultimi giorni - complici le due partite con l’Armenia contro Italia e Bosnia - mentre il dirigente non aveva ancora parlato dopo lo stop alle trattative che si sono chiuse con il doppio botto di Mkhitaryan e di Smalling. «Un mese fa - spiega Petrachi - era impensabile prendere Miki in prestito. Andava comprato e a caro prezzo. Poi la situazione è cambiata, anche per lo stop anticipato del mercato inglese, e il ragazzo ha fatto la sua parte, rinunciando a un po’ di soldi. Con lui e Smalling abbiamo fatto delle operazioni furbe. Il tempo dirà se anche giuste» (...) Nel futuro immediato bisognerà mettere mano al monte ingaggi («Se dai tanti soldi a un giocatore quello deve essere in grado di portare la croce») ma soprattutto arginare gli infortuni, che sono sempre tantissimi. L’ultimo costerà a Cengiz Under uno stop di 5 settimane: «Lo scorso anno, nel Torino, ho avuto pochissimi infortuni muscolari. Quando arrivi in un’altra squadra devi capire le metodologie e in un top club trovi spesso giocatori che hanno il personal trainer. Una specificità che devo valutare. La storia di Spinazzola e di Pastore si conosceva, quello che mi ha stupito è Zappacosta, perché si è fatto male in riscaldamento. Il k.o. di Under ci può stare perché è un “fibra bianca”, un giocatore esplosivo. Mi ha spiegato che si infortunato cercando un colpo di tacco, a volte c’entra anche la casualità. Stiamo rifacendo i campi di Trigoria perché i ragazzi si sono lamentati della durezza del terreno ed è un alibi che voglio togliere» (...) , Petrachi lascia il finale per i tifosi: «Ho cercato di fare una piccola rivoluzione perché era necessaria. Chiedo un po’ di pazienza, anche se nel calcio il tempo non lo dà nessuno. Sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa data ai tifosi quando ho detto che la Roma non sarebbe stata la succursale di nessuna squadra». (...)