Arriva l'offerta del Vissel Kobe per De Rossi

E’ ancora incerto il futuro di Daniele De Rossi, ormai ex capitano della Roma. Come riporta Radio Continental però, l’unica offerta concreta sarebbe arrivata dal Giappone,più precisamente dal Vissel Kobe. Al giocatore, attualmente in vacanza proprio in terra nipponica, pare sia arrivata un’importante proposta economica.


Ettore Viola: "La Roma e i suoi tifosi hanno bisogno di una persona che sappia anche cosa è il mondo del calcio, non un imprenditore che non c’è mai"

Ettore Viola, ex dirigente della Roma e figlio di Dino, ha commentato così l'inchiesta de La Repubblica uscita in mattinata

"Serve una figura che trasmetta oltre che autorevolezza, anche carisma e professionalità. Quello che è successo nella Roma non sarebbe successo se la Roma avesse avuto un presidente, o chi per lui, più presente. Penso alla realtà delle altre squadre italiane, ma soprattutto penso a quando era mio padre il presidente della squadra: partecipava agli allenamenti, sedeva in tribuna sia nelle partite in casa, sia in quelle in trasferta. Se i giocatori ravvisavano un problema all’interno dello spogliatoio, potevano parlarne tranquillamente con lui. romanista vige la confusione perché appunto non c’è una figura che faccia da collante. E poi manca una cosa fondamentale, la passione e l’amore nei confronti di questi colori e del mondo del calcio. Pallotta ha acquistato la Roma ma pare interessarsi solo alla questione stadio. Servirebbe da parte sua un passo indietro per consentire la vendita del club. La Roma, i suoi tifosi hanno bisogno di una persona, una figura che sappia anche cosa è il mondo del calcio, non un imprenditore che non c’è mai. Serve qualcuno che ami la squadra, la società, come faceva mio padre, come faceva Sensi, per riportarla dove merita di essere. Non deve essere necessariamente un presidente, basterebbe un buon dirigente, uno che sa cosa è il mondo del pallone”, conclude l’ex dirigente giallorosso. “Non è vero che il mondo del calcio è cambiato, cioè è cambiato, ma questo non significa che debba esserci tutta questa confusione”.


La Repubblica, Bonini: "Abbiamo scritto quello che abbiamo ritenuto solido e dimostrabile. Non è cominciata nessuna campagna contro la Roma o De Rossi"

Carlo Bonini, giornalista de "La Repubblica" e uno degli autori dell'inchiesta dal titolo "La rivolta di De Rossi e tre senatori contro Totti", è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo. Questo il suo commento:

Lo chiediamo con il massimo pudore: si è reso conto di cosa ‘ha combinato’?
“Lo so, sono nato a Roma e sono romanista da quando sono bambino, immaginavo perfettamente quale sarebbe stato l’effetto che questa storia avrebbe avuto. E lo so bene, ha avuto effetti in primo luogo su di me, il primo laboratorio emotivo l’ho misurato su me stesso. Posso assicurarvi, se questo può servire, che se normalmente metto attenzione in ciò che scrivo, in questo caso l’attenzione è stata tripla. Scrivevo di qualcosa che amo, soprattutto perché quando si scrive di calcio, in particolare a Roma, è evidente che le considerazioni fattuali vengano inghiottite da considerazione di altro genere, di tipo emotivo. Lo immaginavo, al punto tale che ho messo ancor più cura del solito. Credo di essere riuscito a stare il più possibile in una situazione di pura oggettività, non amo fare processi alle intenzioni e ho cercato di non farlo mettendo a punto questa inchiesta”.

Cosa si aspetta dai suoi lettori?
“I giornalisti sono i loro lettori, il problema dei miei lettori me lo pongo. Ognuno è libero di reagire come crede. Su una cosa mi piacerebbe che almeno tutti fossimo d’accordo: quello che stamattina è scritto è qualcosa che è accaduto. A partire da questo, ogni considerazione va bene, naturalmente nei limiti della civiltà e del rispetto. Poi il processo alle intenzioni, i ‘cui podest’, le domande sul perché è stato scritto tutto ora, sul disegno che c’è dietro… Faccio questo mestiere da qualche anno. Con tutto il rispetto per la Roma, mi sono occupato di questioni ben più delicate, che riguardavano la sicurezza nazionale, conosco i meccanismi che governano le reazioni ad una notizia che di per sé mette di fronte ad una realtà impensabile. Lo dico con una battuta, spero che non sia infelice: la verità è sempre rivoluzionaria, consente sempre di misurarsi con dei fatti da cui farsi un’opinione. In una città abituata ad un alimentarsi di voci e confidenze, spero che questo pezzettino di verità inviti questa tifoseria straordinaria a riflettere non solo su quanto accaduto nelle ultime settimane, ma nell’ultimo anno. E sul modo e sulle difficoltà evidenti nel fare calcio a Roma. Si parla di ambiente romano, si abusa di questo termine, ma che significa?”.

Alla luce di tutto questo, la Roma è consapevole di questa vicenda. Come mai la società propone a De Rossi un ruolo dirigenziale? 
"Quello che ho capito è che le società di calcio, come succede non solo a Roma ma basti pensare all'Inter, cercano finché possibile di tenere tutti i pezzi assieme anche se questi sono diventati cocci. Ho avuto la sensazione che la società in quel momento abbia fatto questo ragionamento, abbia cercato di ricomporre un quadro che si era fortemente incrinato intorno alla vicenda di questa mail. Non a caso la indichiamo, non sono nella testa di Ed Lippie e non ho le registrazioni dei colloqui che scrive di aver avuto con Tizio o Caio, questo sia chiaro. Detto questo, la Roma ha provato a percorrere questa strada, che non ha funzionato. Non è qualcosa peculiare alla Roma, di solito le vicende di spogliatoio si dice che debbano rimanere nello spogliatoio. Il problema è che, nel caso specifico, a Roma le vicende di spogliatoio non restano nello spogliatoio, spesso diventano qualcos'altro e poi finiscono per diventare acido corrosivo, che rischiano di compromettere una stagione, scelte di mercato e ciò che le governano. Una volta ricostruita questa storia, mi sono sembrati più chiari, sia da giornalista che da tifoso, alcuni passaggi avvenuti durante la stagione".

Intesi come passaggi di rendimento?
"Incroci di partite, passaggi di rendimento, se vogliamo anche l'allontanamento di Stefanini. Ricordo che quando accadde la cosa mi colpì, nel momento in cui lasciavano allenatore e ds se ne andavano anche medico e fisioterapia. C'erano cose che non tornavano. Così come mi colpì molto l'episodio della rissa nello spogliatoio tra Dzeko ed El Shaarawy a Ferrara, mi ha colpito il fatto che Dzekovenisse dato già d'accordo con l'Inter, le intemperanze e il nervosismo di Kolarov e Manolas... Tutte cose che riviste a valle ora mi danno un'altra impressione".

Ci sarà la replica di qualche protagonista?
"Francamente non lo so perché non sono nella testa della società. Per quello che posso dire sono tranquillo, rispetto ai fatti che ho raccontato sono in grado di rispondere a qualunque replica che abbia a che fare con i fatti di cui ho dato conto. Se qualcuno mi chiede "perché l'hai scritto oggi?", è un'osservazione che si basa un'opinione. Non temo che qualcuno mi dica "l'email non esiste".

Perché scrivete da Siviglia?
"Abbiamo viaggiato parecchio per mettere insieme tutti questi pezzi e alla fine abbiamo deciso di mettere quella città, ne avremmo potuto metterne 5-6, ma anche qui non c'è un motivo particolare. Le città in cui siamo stati sono state più d'una, ecco".

Alcuni ascoltatori ci chiedono dell'email di Lippie, se è vero che ce l'avete, ma conoscendo come lavorate...
"Ha già dato la risposta. Cerco di darmi delle regole facendo questo mestiere, ho un direttore che fa del rigore la sua religione. Non ci saremmo mai avventurati in una storia del genere senza avere più che contezza del documento chiave".

Il passaggio con quel virgolettato di De Rossi sul "vi faccio arrivare decimi"
"Non è presente nell'email, come si evince anche dall'articolo. Questa frase ci viene riferita da più di una persona a cui De Rossi fece questo sfogo, sono fonti diverse e ognuna sganciata dall'altra, che riportano lo stesso contenuto e certificano il fatto che in quel momento Daniele De Rossi era molto scontento, molto arrabbiato dell'acquisto di Nzonzi e non fece mistero della sua insoddisfazione al punto, ed è una circostanza che abbiamo verificato, da chiedere la rescissione del contratto".

Qual è l'informazione o il passaggio che ti ha colpito di più?
"L'informazione che francamente mi ha colpito di più, e mi ha sorpreso, è la lacerazione anche simbolica che a un certo punto avviene dentro lo spogliatoio. Non conosco il contenuto dei colloqui avuti da Lippie con i suoi interlocutori, ma mi ha colpito la lacerazione simbolica tra lo spogliatoio e Totti, tra De Rossi e Totti. E' una cosa che mi ha sorpreso, da una parte. E' come se in qualche modo due anime diverse di Roma, della tifoseria, si riflettessero in questi due grandi calciatori. Uno una leggenda come Totti, l'altra un grande calciatore come De Rossi. E' qualcosa che non avrei mai immaginato. L'altra cosa che mi ha sorpreso è che, come in tutta questa vicenda, si ha la sensazione che la componente sportiva, i calciatori, abbiano a un certo punto messo da parte quello che dovrebbe essere il bene supremo, il bene della squadra. La sensazione è che la Roma (intendo il club, i tifosi e la loro passione) sia stata un po' sfruttata. Come se ognuno avesse deciso di pensare innanzitutto a se stesso e credo che questa città, tutto sommato, non lo meriti".

Il giornalista de "La Repubblica" è intervento anche a Radio Radio, tornando sull'inchiesta da lui condotta. Queste le sue parole:

Sembra un romanzo tutto questo, il comunicato della Roma non smentisce nulla alla fine, ma perchè De Rossi avrebbe dovuto far fuori Totti, sebbene non conti molto all'interno della società come detto da lui stesso in conferenza stampa?

"La domanda è intelligente e legittima, ma non ho una risposta, e non ne ho dato conto nel pezzo. Ci sono una serie di circostanze che in quella mail vengono accreditate, e che apparentemente non hanno una risposta logica. Credo che il punto sia questo: ad un certo punto, per ragioni che hanno a che fare con i rapporti interpersonali tra i protagonisti della vicenda e all'interno dello spogliatoio, questo grumo raggiunge una massa critica che quella mail fa deflagrare e che miete una serie di vittime. Questa mi sembra la questione centrale. Però non so perchè De Rossi avrebbe voluto un allontanamento di Totti".

Molti cercano di capire chi siano le vostre fonti...

"Lo capisco, faccio questo mestiere da anni. Interrogarsi sulle fonti è normale, capisco la curiosità ma non posso svelarla. Credo che concentrarsi sulle nostre fonti sia un po' fuorviante. Se la Roma questa mattina avesse fatto un comunicato dicendo che la mail non esiste, allora avrebbe un senso, nel momento in cui cessa la materia del contendere però la domanda non deve essere 'chi sono le fonti'...".

Voi cercate di far vedere un quadro di insieme partendo da dei documenti e ricostruendo la situazione ad ampio raggio...

"Non credo di avere nessuno scheletro nell'armadio e il tempo sarà galantuomo in questo. La forza di questa inchiesta è la verità. Abbiamo raccontato cio' che siamo in grado di difendere in qualunque sede. Ora non va fatto il processo alle intenzioni, ma al quadro d'insieme di questa vicenda,  incrociato con gli scarsi risultati della squadra e la vicenda dello stadio...È questa la cosa più importante di tutto questo fatto. Magari Lippie aveva ragione a sostenere quello che ha detto, o magari ha esagerato nel dirlo, questo solo Dio lo sa. Il punto è che ad un certo punto qualche cosa è accaduta, e questo spiega anche un insieme di vicende poco chiare come l'allontanamento improvviso del medico e del fisioterapista. Nessuno ha dato una spiegazione a questo, e anche Del Vescovo oggi non ha smentito nulla. Querele? Sono abituato, e i processi per diffamazione possono diventare antipatici per tutti, anche per il querelante Noi non abbiamo difficoltà a dimostrare la verità, capisco le difficoltà di De Rossi e sono sicuro che a mente fredda capirà cosa è stato raccontato nell'articolo. Lo ritengo un uomo intelligente e mi auguro che non si avventuri in una querela. Ci sarebbe un processo penale, e dato che noi abbiamo i testimoni ci farebbe una brutta figura".

Quella mail potrebbe essere la versione di Lippie? Una sua interpretazione alla vicenda?

"Rispetto a questo posso dire che non essendo noi presenti nelle vicende che Ed Lippie riassume nella mail, l'unico modo per capire la verità sono gli esiti che la mail ha prodotto, ovvero l'allontanamento di allenatore e ds, l'allontanamento delle fonti citate da Lippie, il fatto che i 4 calciatori citati nella mail andranno via. A gennaio inoltre la proprietà ha riscritto le deleghe societarie. Io, per non saper leggere e scrivere, dico che se la mail ha generato tutto questo è perchè chi l'ha ricevuta ci ha creduto, e non sulla parola ma dopo una serie di verifiche. Nel nostro racconto non c'è malizia, ma il mettere insieme una serie di cose".

Lo Stadio?

"È decisivo, non solo per Pallotta ma per chiunque un domani dovrà comprare la Roma. La cosa puo' piacere o meno ma le regole del mercato sono queste. Se dovessi fare una previsione dico che lo Stadio si fa, è l'unica carta che ha il sindaco di Roma per riavere consenso. Non credo possa fare un'altra marcia indietro. I tempi saranno lunghi, ma si farà".

Le parole che avrebbe detto De Rossi dopo l'acquisto di Nzonzi?

"Noi l'abbiamo presa per come l'abbiamo scritta, ovvero una cosa detta in un momento di collera, una cosa emotiva. Ai suoi occhi era stata messa in discussione la sua centralità nella Roma. L'arrivo di Nzonzi lo ha vissuto come una minaccia. Roma salutò come una grande acquisto il francese".

Si ferma qui l'inchiesta?

"Noi abbiamo scritto quello che abbiamo ritenuto solido e dimostrabile. Abbiamo anche altro materiale ma non necessariamente diventerà un pezzo, a meno che non ci convinceremo su quello che abbiamo. Non è cominciata nessuna campagna contro la Roma o De Rossi".

Perchè l'articolo è stato scritto a Siviglia?

"Abbiamo visitato molte città e alla fine abbiamo scelto Siviglia, non potevamo mettere 5-6 città diverse".


Turchia-Grecia, Under titolare. Panchina per Manolas

C’è anche Cengiz Under tra i titolari nella sfida amichevole tra la Turchia e la Grecia che si gioca questa sera all’Antalya Stadyumu. Tra le file dei greci a rappresentare la Roma c’è Kostas Manolas.


La Roma è a un passo dal chiudere la trattativa con Paulo Fonseca

INSIDEROMA.COM - Secondo quanto appreso da insideroma.com, la Roma è a un passo dall'accordo con Paulo Fonseca, attuale allenatore dello Shakhtar Donetsk. Fonti vicine alla trattativa, ascoltate dalla nostra redazione, asseriscono che la società abbia ormai individuato il tecnico per la prossima stagione dopo i rifiuti di Conte e Gasperini, contattati in precedenza. Il portoghese, già accostato ai giallorossi nei giorni scorsi, è una delle figure indicate da Franco Baldini, consigliere di James Pallotta. 

Dopo la carriera da calciatore, Fonseca intraprende quella di allenatore nel 2005. Il 10 giugno 2013 sostituisce Vítor Pereira sulla panchina del Porto e per lui inizia la prima esperienza con un grande club. Coi Dragõesvince il suo primo trofeo da allenatore, ovvero la Supercoppa di Portogallo. Il 31 maggio 2016 viene ufficializzato il suo ingaggio dallo Shakhtar Donetsk, con cui vince tre campionati, tre coppe nazionali e una Supercoppa ucraina. Lo scorso anno incontra la Roma di Di Francesco agli ottavi di finale di Champions League. Dopo il successo casalingo per 2-1, viene eliminata allo Stadio Olimpico, con la sconfitta sancita dalla rete di Dzeko

Proprio nella giornata di ieri, il presidente dello Shakhtar Donetsk, Rinat Akhmetov, ha rilasciato un'intervista a Velylyi Futbol parlando proprio del tecnico portoghese e del suo futuro: 

"Paulo è un allenatore giovane, ambizioso e altamente qualificato. Se i migliori club in Europa e nel mondo si interessano a lui significa che ha buone idee, e questo è un bene sia per Paulo che per il nostro club".

Se un grande club europeo si interessa a Fonseca, sei pronto a lasciarlo andare? 

"Sì, naturalmente. Questa è la nostra buona reputazione. In precedenza, se un giocatore veniva da me, non lo vendevo a nessuno, non lo regalavo. E quando ho iniziato a lasciare andare i giocatori, abbiamo vinto molto di più. Questa esperienza è stata molto utile. Lo stesso vale per lo staff tecnico. Inoltre, c'è un accordo morale nel caso qualcuno si interessi. Qualcuno è interessato di sicuro a Paulo. È un bravo specialista e una persona decente. È venuto qui, in un altro paese, ha vinto tre campionati e tre coppe, più una Supercoppa. Questo merita un enorme applauso".


InsideRoma Daily News | Bufera in casa Roma per l'inchiesta de La Repubblica, la società prende le distanze. Petrachi vuole Mihajlovic. Dzeko a un passo dall'Inter

NOTIZIE DEL GIORNO | 30 maggio 2019

QUI ROMA

L'Associazione Sportiva Roma, tramite una nota apparsa sul proprio sito ufficiale, asroma.com, ha voluto prendere le distanze dall'articolo apparso stamattina sul quotidiano La Repubblica. Ecco, di seguiito, la nota della società giallorossa: 

"L'AS Roma desidera prendere le distanze dalla ricostruzione apparsa sulle pagine sportive della Repubblica in data odierna.

Contrariamente all’abitudine del Club, che non è solito commentare le indiscrezioni di stampa, a tutela delle persone menzionate nel servizio, l'AS Roma ritiene che non sia attendibile trasformare in fatti eventuali opinioni espresse da terzi, e riportate a terzi, delineando in questo modo un quadro distorto e totalmente distante dalla realtà". 

Dopo i no di Conte e Gasperini la Roma continua la sua ricerca dell'allenatore per la prossima stagione. Secondo quanto riportato da Sky Sport, nelle ultime ore, si starebbe pensando una scelta forte, che potrebbe far incendiare ancora di più una piazza già in subbuglio come quella di Roma. Il nome che gira, infatti, è quello di Sinisa Mihajlovic. Il passato alla Lazio non è un segreto, ma nei vari sondaggi fatti per il nuovo allenatore il profilo del serbo è considerato quello con le caratteristiche migliori per allenare la Roma. Soprattutto in questo momento storico. E si è iniziato un lavoro per portare avanti questa idea, sposata e caldeggiata in pieno dal nuovo ds Gianluca Petrachi. Una scelta figlia di alcune valutazioni, su tutte il forte rapporto tra i due dopo il biennio positivo passato insieme al Torino. In secondo luogo il fattore caratteriale e come ultimo fattore il calcio offensivo che proporrebbe il serbo, un 4-3-3 aggressivo visto e apprezzato a Torino e riproposto senza paura di fallire nel semestre da sogno a Bologna. Inoltre, secondo quanto scritto dall’agenzia di stampa Adnkronosle parti si sarebbero incontrate nella giornata di ieri.

Le strade di Edin Dzeko e della Roma potrebbero separarsi a brevissimo. C'è l'Inter da tempo sul numero 9 della Roma e, come riferiscono dalla Bosnia, potrebbe essere domani il giorno decisivo. Un indizio è fornito da un particolare: Dzeko arriverà in ritardo al raduno della sua nazionale, previsto per domani a Sarajevo.

INTERVISTE

Pallotta ad Insideroma: “E' chiaro che stanno cercando di danneggiare la Roma”

Mensurati: " Se De Rossi querela parte il processo del secolo. Pallotta identifica le cose vere e le cose false sempre come cazzate"

La Repubblica, Bonini: "Abbiamo scritto quello che abbiamo ritenuto solido e dimostrabile. Non è cominciata nessuna campagna contro la Roma o De Rossi"

Del Vescovo: " Non voglio fare commenti riguardo l'inchiesta de La Repubblica. Sono rispettoso della linea della società"


Pallotta ad Insideroma: “E' chiaro che stanno cercando di danneggiare la Roma”

INSIDEROMA.COM - GABRIELE NOBILE - La redazione di InsideRoma ha contattato James Pallotta, presidente di As Roma, per sapere la sua opinione in merito all’articolo scritto questa mattina da Repubblica. Queste le parole del massimo dirigente giallorosso: 

“E’ chiaro che qualcuno sta cercando di danneggiare la Roma con tutte queste sciocchezze”.


Caos Roma, salta anche Gasperini

IL MESSAGGERO - TRANI - L'erede di Ranieri ancora non c'è. E, soprattutto, anche il 2° candidato interpellato esce di scena. La Roma, dopo il no di Conte, incassa anche quello diGasperini. Che, nel tardo pomeriggio, avvisa Petrachi: «Resto qui», cioè a Bergamo. L'incontro con Percassi lo ha allontanato definitivamente dalla Capitale. Dove regna, al momento, l'indecisione sul nuovo (o vecchio, fate voi) percorso da intraprendere. Si valutano i vari profili, in Italia e all'estero, di tecnici liberi (e non). I manager e gli agenti Fifa vanno all'assalto della sede di via Tolstoj all'Eur. Il piano B non è pronto, proprio perché il club giallorosso non ha la certezza di poter individuare fin retta la guida ideale per l'ennesima rivoluzione. Meglio non fare altri passi falsi, azzardati o comunque precipitosi. L'elenco è abbondante: «Almeno in 5 sono in corsa». Ma siamo alla fase della valutazione, senza però per forza dover ripartire da zero.

QUESTIONE DI FEELING - Perché la Roma, pur incuriosita da altre proposte, usa sempre la lista iniziale, quella presentata da Baldini a Pallotta. Lì Sarri è sempre stato accanto a Conte, addirittura il preferito del consigliere esterno che lavora da Londra o Cape Town, così come Giampaolo è rimasto almeno sullo stesso piano di Gasperini. L'outsider, invece, è De Zerbi. Così il suggeritore del presidente farà domani la telefonata decisiva al tecnico del Chelsea che stasera a Baku cercherà di alzare il 1° trofeo della carriera, nella finale-derby di Europa League contro l'Arsenal. Abramovic sembra deciso a mandarlo via a prescindere dall'esito del match, chiamando sulla panchina dei Blues l'ex capitano Lampard. Il piano di Baldini, intanto, è chiaro, mirato all'orgoglio dell'amico. Insisterà su quella che è la strategia della Juve: la prima scelta del club bianconero è Pochettino. Sarri, invece, è solo l'opzione di scorta nel caso in cui l'argentino del Tottenham non trovasse l'accordo con Agnelli dopo la finale di Champions di sabato a Madrid. Tentativo, dunque, disperato, ma da effettuare. Anche Petrachi appoggia l'iniziativa.

SCREMATURA IN CORSO - Il nuovo ds, in attesa di essere ufficializzato, si è confrontato con Baldini che gli ha chiesto di muoversi su Giampaolo e De Zerbi. Più pronto l'attuale allenatore della Sampdoria, più intrigante quello del Sassuolo. Nella sede dell'Eur, però, si prendono in esame i vari profili. L'identikit spesso non corrisponde completamente a quello tracciato dal management di Pallotta che cerca la figura con determinate caratteristiche: cioè l'allenatore che abbia personalità e al tempo stesso sappia lanciare i giovani. Nel nostro campionato, pure per Baldini, il più interessante è De Zerbi. Gattuso, dopo il sondaggio fatto ad inizio 2019 dal vicepresidente Baldissoni, si è liberato solo ieri dal Milan e a quanto pare preferirebbe la Liga o la Premier alla serie A. Ma la Roma lo affascina e non da oggi. I procuratori sono scatenati: c'è chi ha proposto Spallettie chi si è giocato di nuovo la carta Mihajlovic. Dall'estero viene proposto Benitez che però è ormai fuori dal giro delle big. Come Blanc che non allena da 3 anni. Più sfizioso Fonseca. L'effetto domino prenderà il via alla fine del weekend, dopo la finale al Wanda Metropolitano. Gasperini ha giocato d'anticipo: grazie alla Roma (e alla Champions), oggi firmerà il nuovo triennale con l'Atalanta. Una stagione in più, fino al 2022, e un ingaggio migliore (2 milioni più bonus).


Lo schiaffo di Gasp: l'Atalanta pareggia l'offerta della Roma, dopo il sì a Pallotta il tecnico ci ripensa

LEGGO - BALZANI - Il caos ora è totale. Dopo i no di Sarri e Conte, è arrivato ieri a sorpresa anche il dietrofront di Gasperini, nonostante l'accordo di massima trovato nelle scorse settimane. Nell'incontro tra il tecnico piemontese e il presidente dell'Atalanta Percassi è arrivata l'inattesa fumata bianca. Che a Roma si è tramutata in un tornado. Diciamo che sono ottimista. Ci rivedremo domani (oggi, ndr) per un caffè, ha detto Percassi che ha garantito al tecnico un sostanzioso aumento che cancella l'offerta della Roma (2,5 milioni per tre anni), la permanenza dei big e un mercato di rafforzamento in vista della Champions. Gasp si è preso 24 ore di tempo, ma di fatto ha già avallato l'accordo che porterà a un rinnovo fino al 2022. L'annuncio dovrebbe arrivare oggi. Dopo aver detto sì alla Roma, ha rialzato il telefono per comunicare il clamoroso dietrofront che ha innescato nuove polemiche nelle capitale e nuove critiche nei confronti di Baldini e Pallottachiamati ora a pensare all'ennesima alternativa di un progetto senza appeal. Possibile che il progetto Roma non convinca un tecnico di provincia come Gasp? Sì.

Nelle ultime ore è stato sondato il terreno per Allegri, un'utopia visto il ridimensionamento in atto. La pista più credibile porta a un pallino di Baldini. Quel Zorro Fonseca, che ha stupito alla guida dello Shakhtar. In un campionato lontano anni luce dal nostro, ma con una rosa di giovani. La Roma? Mi piacerebbe allenare in serie A, ha risposto il portoghese. Regge pure la candidatura di Giampaolo, a meno che il Milan non decida di puntare su di lui. Più indietro Gattuso, Di Biagio, De Zerbi e Blanc. Ma cosa, e soprattutto chi, troverà il futuro tecnico a Trigoria? Di certo non De Rossie Dzeko. Il bosniaco ha già detto sì all'Inter di Conte. I due club devono limare alcuni dettagli relativi ai bonus, ma l'affare dovrebbe chiudersi sui 20 milioni. Prepara le valigie pure Kolarov per il quale è arrivata l'offerta della Stella Rossa, il club dove è cresciuto il serbo. L'altro senatore ormai con un piede e mezzo fuori da Trigoria è Manolas. Il greco, vista la clausola rescissoria da 36 milioni, può scegliere la destinazione. Più Arsenal che Napoli o Juve. Direzione Premier pure per Olsen scalzato da Mirante e dal futuro portiere che potrebbe essere Perin. In difesa il ds Petrachi punta Izzo e Palomino, ma dovrà accontentarsi probabilmente di Lyanco da affiancare a Fazio. A centrocampo dovrebbero restare Cristante, Lorenzo Pellegrini, Florenzi e Zaniolo. Per quest'ultimo andrà in scena la prossima settimana l'incontro decisivo per il rinnovo. A rischio pure El Shaarawy mentre resteranno alla base Kluivert e Under oltre agli incedibili (per mancanza di offerte e stipendio elevato) Pastore, Perotti, Nzonzi e Santon.


«Io non volevo». Giallo sulla frase nell'abbraccio tra Totti e De Rossi

IL MESSAGGERO - La cerimonia d'addio di Daniele De Rossi alla Roma continua a far parlare e a innescare polemiche. L'ultima riguarda un video pubblicato su centinaia di account Facebook e Instagram in cui viene immortalato l'abbraccio tra il centrocampista e Francesco Totti. Al di là delle immagini commoventi, l'attenzione degli internauti si è spostata sull'audio di sottofondo: un orecchio attento, infatti, può distinguere la frase «Non volevo» che si confonde tra il frastuono degli applausi della gente, a cui è seguita una tipica espressione romana («m sua»). Un botta e risposta che il pubblico dei social ha attribuito ai due capitani, per la precisione identificando in Totti la voce che avrebbe pronunciato «Non volevo», e nell'ex numero 16 la risposta il cui riferimento era il presidente James Pallotta.

Per tutta la mattina di ieri su Facebook e Instagram non si è parlato d'altro, migliaia di tifosi hanno condiviso il video che ha generato milioni di visualizzazioni fino ad arrivare sulle pagine web dei media nazionali. È a questo punto che il club ha preso in mano la situazione chiedendo al dirigente giallorosso se avesse detto o meno all'orecchio di Daniele quella frase. Totti avrebbe smentito, ma non ufficialmente.
Sui social ufficiali di Francesco è apparso solo un post in ricordo del 28 maggio 2017 (giorno del suo addio al calcio), mentre su quelli della società non c'è traccia di una presa di posizione. Un vero e proprio giallo: chi ha pronunciato quelle frasi? Forse un operatore tv, o qualcuno che era vicino a Totti e De Rossi, fanno sapere da Trigoria. Di certo l'ex numero 10 non era d'accordo con la scelta del presidente di dare il ben servito all'amico Daniele, e sussurrargli all'orecchio «Non volevo» non rappresenterebbe una novità così eclatante. D'altronde durante la conferenza stampa d'addio dello scorso 14 maggio, Francesco ha preferito mettersi da parte lontano da tutti i dirigenti da cui ancora sta aspettando la risposta sul suo ruolo nella Roma. Nelle scorse settimane sembrava che Pallotta(e Baldini) si fossero convinti a nominarlo ufficialmente direttore tecnico, una carica che ancora non è arrivata e che Totti sta aspettando da ormai 2 anni.


La sconfitta frena il piano opere, slitta anche il ponte dello stadio

IL MESSAGGERO - ROSSI - Parcheggi, manutenzione straordinaria delle metropolitane, persino il ponte dei Congressi: tanti progetti che potrebbero slittare, anche di qualche anno, per lasciare via libera a quelli realizzabili in tempi più brevi. Virginia Raggi l'ha ribadito a chiare lettere, all'indomani delle Europee: «Servono risultati, subito». A partire dagli investimenti e dalle opere pubbliche, con un focus inevitabile su quelle completabili, tassativamente, in 18-24 mesi. L'orizzonte dell'amministrazione pentastellata è infatti il 2021, quando scadrà il mandato della sindaca: e due anni, visti i problemi che si incontrano in Campidoglio ad avviare i cantieri, sono un intervallo molto più breve di quanto si possa pensare.

IL BILANCIO - E così la parola d'ordine, che sarà concretamente applicata a partire dall'assestamento estivo di bilancio, è diventata razionalizzazione. Ossia: «concentriamoci sugli interventi per i quali potremo, realisticamente, tagliare il nastro». Inevitabile, quindi, uno spostamento di fondi dalle opere più complesse da realizzare a quelle che hanno magari un iter già avviato. E che, comunque, possono contare su fondi già stanziati e immediatamente disponibili, perché già inseriti nel bilancio di previsione 2019.

LE SCELTE - Palazzo Senatorio punta su interventi rapidi ma di apprezzabile valore simbolico: dall'abbattimento della sopraelevata della tangenziale est, all'altezza della stazione Tiburtina, all'avvio del tram dei Fori, che collegherà largo Corrado Ricci con la stazione Termini. Fino alle piste ciclabili da realizzare e all'arrivo di nuovi treni per la metropolitana. Più qualche intervento mirato, come quello sull'area di Villa Borghese (e in particolare sulle vie circostanti) e per la risistemazione di via del Tritone e via Due Macelli, con ampliamento dei marciapiedi e pedonalizzazioni. Oltre all'annosa battaglia contro le buche: in questi due anni residui si tenterà di aprire il maggior numero possibile di cantieri di manutenzione straordinaria. Anche se, visto quanto accaduto negli ultimi tempi, su questo fronte c'è poco da essere ottimisti.

I RINVII - A essere temporaneamente sacrificate, con un allungamento dei tempi di realizzazione, saranno invece opere ancora non cantierate, o con finanziamenti tuttora da completare. Tra queste ci potrebbe essere anche il ponte dei Congressi, uno dei progetti inseriti nel piano della mobilità del nuovo stadio della Roma. Pur finanziata in gran parte grazie ai fondi dello Stato, l'opera non è stata ancora avviata, e ha ovviamente uno sviluppo previsto in più anni, di sicuro oltre la scadenza naturale della consiliatura. Probabile che, a questo punto, i tempi possano ulteriormente allungarsi, soprattutto se non dovesse decollare l'impianto di Tor di Valle. Così come potrebbe slittare il piano di manutenzione straordinaria della linea B della metropolitana, che l'ultimo piano investimenti del Campidoglio colloca già nel 2021.

LO STOP - Destino simile potrebbero avere altri interventi non avviabili quest'anno. Come il completamento del restauro delle Mura Aureliane, che si trascina già da alcuni anni. Oppure la riqualificazione dell'area compresa tra piazza dei Cinquecento e piazza della Repubblica, a ridosso della stazione Termini. Si allungheranno i tempi per i completamento dei parcheggi a servizio delle stazioni della metropolitana di piazza Annibaliano e piazza Conca d'Oro, sulla linea B1, nonché del nuovo spazio in struttura metallica per le auto presso la fermata di Ponte Mammolo.


Continua la corsa per il tecnico quattro candidati e un mister x

GAZZETTA - PUGLIESE - Poteva essere il nome giusto per la Roma del futuro o almeno così pensavano nei giorni scorsi i dirigenti giallorossi. Ed invece ieri Gian Piero Gasperini ha deciso di restare a Bergamo ed all’Atalanta, il suo futuro sarà ancora colorato di nerazzurro, con la Champions sullo sfondo da giocare ed onorare. Una decisione che per alcuni versi, però, non ha sorpreso il management romanista, che da qualche giorno aveva iniziato a studiare anche piste alternative. Perché si era coscienti di come Gasperini non fosse un allenatore libero ma sotto contratto (per di più con una società «amica») e perché nel momento in cui la qualificazione alla Champions stava per diventare realtà per i nerazzurri, a Trigoria hanno cominciato a capire che le possibilità di un accordo si stavano contestualmente accorciando.

La scelta di Gasp

La Roma dunque ieri pomeriggio è stata informata della voglia di Gasperini di proseguire con l’Atalanta. I dirigenti hanno registrato la scelta, senza però restare sorpresi o particolarmente amareggiati. Le sensazioni, appunto, negli ultimi giorni nel quartier generale dell’Eur non erano positive. Anche perché tra la Roma e Gasperini non c’erano mai stati contatti diretti, ma se n’era parlato tramite agenti ed intermediari. Gasperini piaceva per la sua capacità di lavorare con i giovani – valorizzandoli – e per l’intensità del lavoro settimanale. Le remore, invece, erano tutte legate al suo aspetto caratteriale, che lasciava appunto più di qualche dubbio.

Le alternative

Nel frattempo, dunque, i dirigenti della Roma hanno iniziato a lavorare su altre piste, sia italiane sia estere. Fermo restando che a Trigoria (o meglio, all’Eur) sono convinti che dopo le due finali europee – Champions ed Europa League – ci sarà un effetto domino sulle panchine internazionali che potrebbe produrre scossoni, ma anche sorprese. Di certo c’è che in Italia vengono seguiti i profili di Marco Giampaolo (Sampdoria) e Roberto De Zerbi (Sassuolo), che però sono finiti anche nel mirino del Milan, anche se poi non è stata abbandonata del tutto la pista che porta a Maurizio Sarri (nel caso in cui la Juventus viri alla fine altrove e il Chelsea lo mandi via). Difficilissima, invece, un’ipotesi legata a Rino Gattuso. Tra le piste estere i due nomi che sono stati offerti alla Roma nei giorni passati sono quelli di Rafa Benitez (Newcastle) e Laurent Blanc, libero oramai da tre anni. La scelta, comunque, non sarà immediata, ci vorranno una decina di giorni. Più o meno gli stessi che serviranno per sapere il futuro di Petrachi. E quello di Totti, che verrà nominato direttore tecnico insieme all’ufficializzazione del nuovo d.s.

La sorpresa

Il fatto, però, è che tutti i tecnici citati sopra – chi per un motivo o chi per l’altro – non rispecchiano in pieno l’identikit ideale che si sono prefigurati i dirigenti della Roma. E cioè quello di un tecnico che valorizzi appunto i giovani, che porti intensità sui campi di Trigoria, che abbia carisma e personalità da vendere e che affronti la prossima stagione con grande spavalderia. Ecco perché all’orizzonte potrebbe esserci un mister X che ancora non è stato accostato alla Roma. Un nome nuovo, che soddisfi in pieno le aspettative della dirigenza romanista.