Per la panchina spunta Bordalas. Artefice di un piccolo miracolo con il Getafe

A tre giorni dalla fine della stagione la Roma comincia a guardare al futuro e soprattutto alla panchina. I giallorossi sono ancora alla ricerca di un allenatore che, come riferisce Tele Radio Stereo, potrebbe essere Josè Bordalas del Getafe. Il 55enne, al Getafe dal 2016, ha condotto gli spagnoli al quinto posto in classifica e alla qualificazione in Europa League. Un ritorno in Europa dopo otto anni d'assenza (2010/11), quando l'avventura del Getafe si fermò ai gironi di Europa League. Eppure si è sfiorata l'impresa, con Bordalas ed i suoi Azulones che non hanno centrato il quarto posto in Liga e la Champions League per soli due punti.
Ma nonostante ciò è stata una grande stagione per il tecnico di Alicante, finito nel mirino della Roma per il post Ranieri.


Tr...igoria di Spade. Tutti bramano la panchina ma nessuno ci si siede

INSIDEROMA.COM - EDITORIALE - Una semifinale, a questo punto forse fortuita, in un mare di disastri tecnici e aziendali.

Tra meno di due mesi, salvo esclusione del Milan per il FFP, i giallorossi inizieranno la nuova stagione ma al momento sono senza chi deve comprare i giocatori, nel caso dei giallorossi soprattutto venderli, ovvero il direttore sportivo e soprattutto chi li deve allenare cioè il tecnico.

Inseguendo uno stadio sempre più utopico, passando per una sconfitta contro la Lazio in finale di Coppia Italia, la Roma americana è riuscita non solo nell'impresa di estromettere tutti i suoi simboli dentro e fuori dal campo  ma anche a ripudiare  l'anima combattiva e testaccina che ha contraddistinto da sempre anche la Rometta ma che allo stesso tempo riempiva l'Olimpico e lo infiammava.

Tutto questo grazie ad una serie di santoni portatori sani del "mio calcio" arroganti e soprattutto incompatibili con la politica trasferimenti di trading sfrenato messa in atto, stagione dopo stagione, da Pallotta & co.

Tutti quelli che sono transitati sulla panchina della Roma, avevano già un detonatore azionato sul petto con il timer in scadenza al massimo dopo un anno e mezzo.

Abbiamo visto Luis Enrique invecchiare di 10 anni prima di scappare a forti pedalate con la sua bicicletta per tornare in Catalogna e vincere tutto. Il profeta Zeman, il profeta marsicano Di Francesco, allievo di Zeman, non rendersi conto che la sua rosa era più un quintetto NBA, per altezza, e che forse il 4-3-3 sbrocco (nel senso negativo del termine) per te non era un'idea geniale visto che ha preso 7 goal dalla Fiorentina che si è salvata all'ultima giornata grazie ad un pareggio biscottato col Genoa.

In mezzo il non gioco di Rudi Garcia basato su "palla a Gervinho e ci abbracciamo", con i soli Spalletti, furbo da litigare con il Francesco divino di Roma che non è il Papa, e Ranieri che paga il fatto gravissimo di essere romano e romanista e di non avere un suo calcio a salvarsi.

Addirittura Ranieri viene qui, guarda il tipo di giocatori che ha a disposizione e li mette in campo al meglio. Viene qui e ha la faccia tosta di fare l'allenatore normaleMa guarda questo oh.

Nei tempi moderni, dopo essere stati rifiutati con ammissione pubblica da parte di Conte, derisi da Allegri, ieri è arrivato anche il rifiuto di Gasperini che fino a qualche tempo fa si sarebbe tagliato una mano per venire alla Roma.

Quando ti rifiuta pure Gasperini due domande bisogna farsele su come da fuori viene vista questa azienda. In effetti potrebbe non essere invitante avere un presidente che non viene a Roma da più di un anno, ma essendo un suo diritto giustamente delega. Il delegato con pieni poteri qui però si vede ancora meno. In mezzo una serie di mezze figure, di personaggi in cerca di potere.

La grande piazza è sempre meno grande, la grande squadra ora gioca i preliminari di Europa League ed è pronta a fare l'ennesima rivoluzione.

Gli allenatori in ascesa ci pensano due volte prima di rischiare di bruciarsi qui senza protezione di una società molto lontana, quelli attempati e famosi cercano progetti interessanti e vincenti.

D'altronde quale scemo vorrebbe allenare una rosa del livello dell'Atalanta ma con la pressione e l'ambizione, a livello di tifo, pari a quella del Real Madrid? Su questa panchina ci vuole uno impavido e volendo anche un po' sciocco, un innamorato di questi colori pronto a tutto per riportare la Roma in alto. Peccato che c'era ed è stato appena mandato via per inseguire il "sogno" infranto Gasperini.


Kolarov miglior difensore per reti segnate dei cinque maggiori campionati europei. Eguagliato Mihajlovic

Aleksander Kolarov è stato uno dei protagonisti della stagione giallorossa, anche se il suo campionato è iniziato sottotono. Ma partita dopo partita il serbo ha iniziato a sfoggiare ottime prestazioni, timbrando il cartellino per ben otto volte. Otto reti che hanno fatto di Kolarov il difensore che ha segnato di più nei cinque maggiori campionati europei. Un record che lo porta ad eguagliare quello siglato da Mihajlovic durante la stahione 1998/99, che chiuse proprio con otto reti personali. Nessuno dei difensore stranieri che hanno giocato in Serie A sono stati prolifici quanto loro.


Riunione all'EUR della dirigenza giallorossa. Presente anche Totti

La Roma si è riunita nella sede del club giallorosso di Viale Tolstoj per decidere in merito alle strategie di mercato. Questo è quanto riferisce l'emittente radiofonica TeleRadioStereo, che spiega come il vertice sia stato necessario dopo il no di Gasperini, che ha scelto di rimanere all'Atalanta ed ora la società dovrà stabilire le prossime mosse. La situazione è complicata sia per i vuoti societari e tecnici e sia per l'ambiente in subbuglio dopo il mancato rinnovo di Daniele De Rossi e le incertezze sulla futura rosa della squadra. Alla riunione è presente anche l'ex capitano Francesco Totti.


Il Palermo resta in serie B. Rosaneri penalizzati di 20 punti nella stagione corrente

La sentenza della Corte di appello della Figc ribalta la sentenza di primo grado e mantiene il Palermo in serie B anche se con 20 punti di penalizzazione. Questo è quanto appreso dall'agenzia di stampa ANSA, che spiega come il club rosanero, accusato di illecito amministrativo, era stato condannato in primo grado alla retrocessione in C. Per effetto di questa sentenza, invece, retrocede il Foggia oltre al Padova e il Carpi. Il playout per la quarta retrocessione sarà tra Salernitana e Venezia.


Gasperini chiede garanzie tecniche per il si ai giallorossi

IL MESSAGGERO - TRANI - Pallotta si prepara a voltare pagina. Ma, al momento, non può ancora farlo. C'è da aspettare. L'attesa, a quanto pare tutt'altro che breve, non dipende comunque dall'immobilismo della proprietà Usa o del management italiano del presidente giallorosso. Perché la Roma, con la giusta apprensione, attende di conoscere la decisione dell'Atalanta su Gasperini. Che rimane il favorito per la panchina fino a domenica sera occupata da Ranieri. Il tecnico di Grugliasco, sotto contratto fino al 30 giugno 2021 con il club bergamasco, incontrerà oggi Percassi che, come ha ribadito pubblicamente dopo il successo contro il Sassuolo che ha certificato la storica partecipazione alla Champions, dà per «scontata» la conferma dell'allenatore. Che, però, è tentato dalla proposta ricevuta dalla Capitale. Si è mosso personalmente il Ceo Fienga per presentargli il progetto e lo ha contattato pure il futuro ds Petrachi per confrontarsi già sull'eventuali operazioni di mercato.

IN STAND BY - I colloqui avuti finora non sono, però, bastati per arrivare alla fumata bianca. L'Atalanta è l'ostacolo visibile. Ma non è l'unico. Gasperini non si è ancora impegnato con la Roma. E, anche se l'avventura nella Capitale lo intriga, è stato subito chiaro con i suoi interlocutori, fissando qualche paletto. Il tecnico non accetterebbe lo smembramento dell'attuale rosa che passa attraverso la cessione di alcuni big . Al tempo stesso vorrebbe giocatori adatti al suo calcio. Non farebbe, dunque, da spettatore durante il prossimo mercato. Andando sul concreto: Manolasincedibile e, se fosse possibile, pure Dzeko. Il difensore, in bilico anche per la clausola da 36 milioni, non è più sicuro di restare, come disse nella scorsa estate: «Non lo so, vedremo» ha ammesso dopo la partita contro il Parma. Sembra, invece, già certo l'addio del centravanti: l'Inter lo considera già preso. Insomma il possibile nuovo allenatore è da accontentare, non essendo disposto a ripartitre da zero o quasi. A quel punto, preferirebbe dar continuità al lavoro fatto a Bergamo. Così per la difesa vorrebbe Izzo, avuto già al Genoa, o Palomino, in attacco Zapata, magari cedendo Defrel all'Atalanta che provò a prendere l'attaccante in prestito alla Sampdoria lo scorso gennaio. Petrachi, a quanto pare, ha bloccato il play Ozyakup. In più potrebbe portare dal Torino anche Meitè. Ma la società giallorossa preferirebbe scegliere calciatori in altri club, senza andare a indispettire Cairo e Percassi.

COLLOQUIO DECISIVO - Gasperini, nel vertice con Percassi, chiederà carta bianca per operare da manager all'inglese. L'allenatore soffre la presenza del ds Sartori, legato al presidente che, pronto a pareggiare l'offerta di Pallotta (triennale da 2,5 milioni più bonus), fatica a far da mediatore: situazione delicata in cui sì è inserita la Roma che, senza il piano B per la panchina (Blanc crede nella chiamata di Baldini che comunque resta in pressing su Sarri, tiene in corsa Giampaolo e non snobba De Zerbi) non ha ancora la possibilità di annunciare nemmeno Petrachi che però ha presentato le dimissioni al Torino. Cairo punta a monetizzare la partenza del ds, ricevendo un titolare della Primavera giallorossa.


Pallotta, lo strappo difficile da ricucire

IL MESSAGGERO - CARINA - Domenica sera non c'era. Ma era come se fosse presente. I 63mila dell'Olimpico hanno invocato più volte James Pallotta e non certo per applaudirlo. La frattura che si è creata tra il presidente (ormai assente dalla Capitale da 13 mesi) e la tifoseria giallorossa è profonda. Lo strappo nato dalla mancata conferma di De Rossi come calciatore, è stato lacerante. Paradossalmente più incisivo e logorante di quello di Totti. Perché con Francesco, c'era stato un intero anno per abituarsi (male) all'idea. Con Daniele no. Quattordici maggio l'annuncio, due settimane dopo la partita d'addio: lacrime, abbracci e tanti cari saluti. Fine della storia. Che non viene riaperta nemmeno dalle dichiarazioni di ieri, rilasciate al sito in lingua inglese del club: «Voglio anche ringraziare i tifosi presenti ieri allo stadio per aver dato a Daniele l'addio che meritava. Dopo averli rappresentati in campo per 18 anni, l'amore e il sostegno dimostrato nei suoi confronti è stato qualcosa di incredibile». Parole che suonano fredde, incolori, inespressive. «Frasi di circostanza» le ha ribattezzate il mondo delle radio locali. Paradossalmente più caloroso il congedo da Ranieri: «Quando avevamo bisogno di qualcuno che venisse qui in una situazione davvero difficile, Claudio ha detto subito di sì. Non è solo un grande allenatore e un grande professionista, ma un vero gentiluomo e un romanista per sempre. Lo ringrazio da parte di tutto il club».

IL TENTATIVO - Pallotta - insieme al consigliere Baldini (al quale è stato dedicato uno striscione l'altra notte davanti la sua casa di Londra) - è riuscito in un'impresa che aveva appena sfiorato con la semifinale di Champions dell'anno prima: ricompattare una tifoseria divisa da una decina d'anni come nemmeno le famiglie dei Guelfi e dei Ghibellini nel 1300. Bastava ascoltare l'altra sera l'Olimpico. In passato ai cori contro il presidente, qualche fischio si levava, parte dello stadio rumoreggiava oppure non partecipava. Domenica il boato e la compattezza delle urla sarà arrivato probabilmente fino a Boston. E quello più forte è stato quando gli schermi hanno inquadrato Totti, De Rossi e Conti insieme. Quell'abbraccio, carico di commozione e romanità, per chi non è abituato a vincere vale più di uno scudetto. Difficile da capire per chi ha una cultura diversa e non conosce la storia della Roma. La domanda ora è lecita: visto che la ripartenza targata Petrachi-Gasperini(sempre che il tecnico si liberi dall'Atalanta) non sembra di quelle che possa far dimenticare in breve tempo gli otto anni senza vittorie più l'affaire De Rossi, cosa può fare Pallotta per provare a riavvicinarsi alla città? Dando per scontato che la cosa lo interessi, la prima mossa potrebbe essere quella d'investire di un ruolo operativo Francesco Totti. Il primo passo per dimostrare con i fatti che quello che è diventato ormai il manifesto delle rimostranze della tifoseria - l'azzeramento del romanismo - non è vero. Magari in molti la considererebbero esclusivamente una mossa scaltra per uscire dall'accerchiamento di media e tifosi ma intanto rappresenterebbe qualcosa di concreto. Perché al netto del timido mea culpa del Ceo Fienga («La Roma sa dove ha sbagliato») il giorno della conferenza d'addio di Daniele, quello che viene imputato al club è di ritenersi sempre dalla parte della ragione. Sono gli altri che non capiscono, che non apprezzano, che criticano a priori. Forse, dopo 8 anni, uscire dall'accerchiamento facendo un passo verso la tifoseria potrebbe aiutare. Forse.


I preliminari annulleranno la tournée Usa

IL MESSAGGERO - L'estate della Roma, oltre ad essere malinconica per i tanti addii, sarà ricca di impegni ufficiali visti i preliminari di Europa League, che costringeranno il club a rinunciare alla tournée americana, sempre che l'Uefa non escludi il Milan. Se, però, tutto restasse così, la gara di andata del secondo turno preliminare si giocherà il 25 luglio, ritorno il primo agosto. La corsa ai gironi passerà poi dal terzo turno (8/8 e 15/8) e preliminari (22/8 e 29/8). La Roma si ritroverà a Trigoria i primi di luglio.


A tutto Gasp. Ha detto addio all'Atalanta: la Roma è la sua nuova sfida

LEGGO - BALZANI - L'alba del giorno dopo è triste, piovosa, malinconica. A poche ore dall'addio di De Rossi e Ranieri, che ha scatenato un mix di amore e rabbia domenica sera all'Olimpico, la città si è risvegliata interrogandosi sul futuro. La prima risposta si chiama Gianluca Petrachi, che tra poche ore diventerà a tutti gli effetti il ds della Roma e che incontrerà Pallotta il 3 giugno a Parigi a margine di una riunione dell'Eca. Quel giorno farà parte della nuova Roma pure l'ottavo tecnico della gestione Usa che - a meno di clamorosi colpi di scena - sarà Gian Piero Gasperini. Anche perché la stagione, causa preliminari di Europa League, inizierà praticamente tra un mese in vista del primo impegno europeo del 25 luglio. A meno che il Milan non decida di rinunciare alla competizione. Il sì del tecnico è arrivato da tempo, manca solo il via libera del presidente dell'Atalanta Percassi che domenica aveva spaventato i dirigenti giallorossi: «Do per scontato che resti a Bergamo». Parole dettate dall'euforia per una storica qualificazione in Champions. Gasperini ai microfoni era stato più cauto e ieri in un primo incontro col presidente ha ottenuto risposte confortanti. Percassi vorrebbe tenerlo, ma non si opporrà. Il tecnico piemontese firmerà un triennale da 2,5 milioni a stagione e porterà nella capitale parte del suo staff. Compreso l'ex Juventus Bangsbo. Il danese, specializzato nella preparazione atletica. Il progetto, presentato dal Ceo Fienga e da Petrachi, ha convinto quasi subito Gasperini pronto a una nuova sfida in una grande piazza dopo il fallimento con l'Inter nel 2011. Tre i punti fondamentali: preparazione atletica e allenamenti duri, taglio degli ingaggi e valorizzazione dei tanti giovani di Trigoria. Una rifondazione, o se vogliamo un ridimensionamento. Partiranno i big Dzeko, Manolas e Kolarov dai quali la Roma ricaverà parte dei 40 milioni di plusvalenza utili per chiudere il bilancio in attivo. La lista degli obiettivi è lunga. In porta si complica Cragno, mentre salgono le quotazioni di Perin e Vlachodimos del Benfica. Ma potrebbe restare come primo Mirante (ieri convocato in nazionale). In difesa Palomino più di Mancini e Lyanco più di Izzo oltre alla suggestione Glik in uscita dal Monaco. Il centrale brasiliano, dopo il prestito al Bologna, tornerà al Toro ma Petrachi vorrebbe portarlo a Trigoria. A centrocampo serve il sostituto di De Rossi: piace Barella ma la strada in salita, più facile arrivare a uno tra De Roon o Tonali. In attacco il dopo Dzeko non sarà facile. Belotti e Zapata sono al momento fuori budget. Si valutano Llorente (a parametro zero) e Pavolettiesploso proprio con Gasp al Genoa.


A fine giugno la squadra va in ritiro ma il caso Milan può cambiare tutto

LEGGO - La stagione è appena finita, ma per la Roma quella nuova dovrebbe ripartire il 25 luglio col primo impegno dei preliminari di Europa League (e la rinuncia alla tournèe Usa). Il condizionale è d'obbligo visto che l'Uefa sta decidendo o meno di escludere il Milan dalle competizioni europee per un anno. Lo stesso club rossonero potrebbe rinunciare all'Europa League come sorta di compromesso. In questo caso la Roma accederebbe direttamente alla fase a gironi.

 


E il club ha chiesto a Dzeko di restare

LEGGO - BALZANI - Ci hanno ripensato, ma ormai era troppo tardi. La dirigenza romanista ha provato nei giorni scorsi a proporre a Dzeko una spalmatura dell’attuale ingaggio (da 4,5 milioni) sui prossimi tre anni. Il bosniaco nemmeno ha voluto ascoltare l’offerta. Edin, come tanti altri senatori, ha preso davvero male il comportamento della società nei confronti degli amici Nainggolan, Strootman e De Rossi. Per lui probabile il trasferimento all’Inter di Conte pronta a offrire 15 milioni più bonus, ma nell’affare potrebbe entrare Gagliardini. Non hanno trovato fondamento, infatti, le voci che ieri lo avrebbero voluto al Fenerbahce. Dzeko era ad Istanbul, ma solo in vacanza con la moglie.


Pallotta, tweet di pace ma i tifosi lo attaccano

LEGGO - BALZANI - La grande assenza è stata rotta dal solito, freddo tweet. James Pallotta, contestatissimo all'Olimpico e non solo, ieri ha riservato un messaggio a Ranieri e De Rossi. «Quando abbiamo avuto bisogno di qualcuno che venisse ad aiutarci in una situazione molto complicata, Claudio ha subito detto sì. Non è soltanto un grande allenatore, ma anche un vero gentiluomo e un vero romanista. Lo ringrazio. Vorrei anche ringraziare i tifosi presenti allo stadio per il saluto che hanno dato a Daniele. Dopo aver rappresentato i tifosi in campo per 18 anni, l'amore e supporto per lui è stato incredibile». Inevitabili i commenti negativi da parte del 90% dei tifosi. De Rossi, invece, dopo aver ricevuto da una delegazione di tifosi (guidata dal direttore del sito LaRoma.24) un album di foto è partito per le Hawaii con la famiglia e tra pochi giorni scioglierà le riserve sul futuro. Il Boca è in pole (Lo voglio qui, ha detto ieri Burdisso), ma occhio a Los Angeles e soprattutto Inter Miami dove è sbarcato Beckam. Dopo la festa all'Olimpico DDR ha passato la notte con amici e parenti e risposto ai centinaia di messaggi arrivati da addetti ai lavori e non.