Schick in bilico: così Fonseca cerca due centravanti

GAZZETTA DELLO SPORT - Patrick Schick non sembra essersi ancora ambientato alla Roma e, a questo punto, i dirigenti giallorossi sembrano essersi convinti a lasciarlo partire. Il nodo sta nella formula: i giallorossi a febbraio dovranno versare 20 milioni di euro nelle casse della Samp come corrispettivo minimo garantito per l'attaccante ceco o, in alternativa, il 50% su un'ipotetica cessione. Ecco perché Petrachi preferirebbe cedere Schick solamente in prestito, sperando di veder crescere nuovamente il suo valore. Alla finestra il Trabzonspor e tre club tedeschi: Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen e Wolfsburg.

I giallorossi dunque, in caso di partenza sia di Dzeko che di Schick, potrebbero dover prendere addirittura due punte: lo stallo della situazione dell'attaccante bosniaco fa scopa con quello della questione Higuain. L'argentino sembra voler restare in bianconero, così prendono piede le alternative: offerto alla Roma Radamel Falcao, ma l'ingaggio è elevatissimo. Piace Junior Moraes, che sarebbe però una soluzione per la panchina. Altre ipotesi: Ben Yedder del Siviglia e Sam Lammers, del PSV Eindhoven.


Roma, doppio centravanti

IL MESSAGGERO - CARINA - Non uno ma due. La ricerca del numero 9 si allarga. La Roma non cerca soltanto l’erede di Dzeko ma anche quello di Schick. Le prime uscite stagionali non hanno convinto Fonseca e hanno confermato la linea di pensiero all’interno del club: Patrick per rigenerarsi deve cambiare aria. Quale sia il motivo - se più responsabilità del ragazzo, del club o della piazza - a questo punto poco importa. Anche perché le pretendenti per il ceco non mancano. E a differenza di Edin che s’è promesso all’Inter dopo aver atteso per diverso tempo una proposta di rinnovo che non è arrivata (o meglio, è giunta in ritardo, quando lui ad aprile aveva già dato l’ok a Conte), Schick e il suo entourage sono aperti a diverse soluzioni. C’è quella italiana con il Milan, la sua preferita, in uno scambio con Suso che rallegrerebbe sia Giampaolo che Fonseca. Esiste l’ipotesi tedesca che al suo interno ha delle variabili: il Wolfsburg lo ha chiesto in prestito; Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen sarebbero disposti ad acquistarlo. Il problema è che Schick figura a bilancio ancora a 29 milioni (nei quali sono però già conteggiati i 20 milioni da versare alla Sampdoria entro febbraio del 2020).

AUTENTICA RIVOLUZIONE - A Trigoria la prima scelta rimane sempre Higuain. Petrachi, al netto dei sali scendi mediatici per un gol in amichevole, una fascia di capitano al braccio o una dichiarazione del fratello-manager, è consapevole che l’argentino non resterà alla Juventus. Prima della gara amichevole con il Tottenham, Paratici (insieme a Nedved) ha avuto un colloquio franco e diretto con il Pipita. Messaggio inequivocabile: non rientri più nei nostri piani. Si tratta dunque di attendere che le due parti trovino un’intesa sulla buonuscita che Higuain, in questo momento con il coltello dalla parte del manico, esige altissima. Dipendesse dal ds salentino, sarebbe anche pronto a fare un ulteriore (il primo, respinto, a giugno) tentativo per Icardi ma consapevole di scontrarsi con il no categorico del calciatore e della moglie (che hanno in testa soltanto due ipotesi: l’approdo alla Juventus o rimanere un anno e mezzo all’Inter che lo valuta 60 milioni), preferisce rimanere in attesa, sicuro che prima o poi la questione Higuain si sbloccherà.

Non per questo motivo non sonda altre piste. Una di queste porta a Falcao, centravanti colombiano in uscita dal Monaco (che se non fosse saltato in extremis il trasferimento di André Silva, avrebbe già trovato l’erede). Il calciatore, classe ‘86, gli è stato proposto nei scorsi giorni, nell’ambito della trattativa che potrebbe portare Nzonzi nel Principato. Profilo che inevitabilmente non lascia indifferenti. A frenare tutto è il salario del colombiano: 9 milioni. Una cifra monstre per un attaccante che il 10 febbraio festeggerà 34 anni.

OLANDESE VOLANTE - Il sostituto di Schick dovrebbe invece ricalcare un profilo giovane come quello del ceco. Il nome sul taccuino del ds è quello di Lammers che dopo una buona stagione in prestito all’Heerenveen (19 reti complessive), è tornato al Psv che lo ha già lanciato nei playoff Champions contro il Basilea, dove ha lasciato il segno con un gol nella rimonta degli olandesi (3-2). A fare la differenza, come al solito, sarà l’offerta. Senza contare che un’eliminazione del Psv potrebbe certamente agevolare l’operazione. Altro nome da tenere in ballo è quello di Mariano Diaz, 25enne di proprietà del Real Madrid.


Pellegrini alla conquista del 4-2-3-1

IL MESSAGGERO - CARINA - Parla da leader. Probabilmente perché in fondo Pellegrini lo è sempre stato. Dalla prima gara in giallorosso quando, a 21 anni, in mezzo a gente del calibro di Strootman, Nainggolan e De Rossi, era lui a ‘chiamare’ il pressing a dispetto dei compagni più esperti e blasonati. Figuriamoci ora che la Roma è stata per l’ennesima volta trasformata sul mercato. Rivoluzione che non lo ha toccato perché lui e chi lo segue sono stati chiari dal primo giorno di mercato. «Resto qui» l’indicazione del centrocampista; «Lorenzo non si muove», le parole dell’agente Pocetta. Fine dei giochi e delle indiscrezioni, con buona pace della clausola rescissoria. Lorenzo, futuro papà ha deciso di restare, forte anche dell’eredità che gli ha lasciato Totti, designandolo come il suo erede e quello di De Rossi.

RUOLO INTRIGANTE - Al netto della fascia, la Roma che sta nascendo può diventare la Roma di Pellegrini. E lo si intuisce anche dalla posizione che ha in mente Fonseca per l’ex Sassuolo. Il tecnico infatti lo vede principalmente come uno dei due mediani (vicino a Veretout), con facoltà d’inserimento. È chiaro che all’occorrenza potrà giostrare anche come trequartista (ruolo in partenza di Zaniolo) ma pronti, via agirà qualche metro più indietro: «Prediligo la fase offensiva, mi viene più naturale, ma sto cercando di migliorare in quella difensiva. Il centrocampista centrale ora deve saper fare tutto, altrimenti fa un’altra cosa», la conferma ieri a Roma Radio. Singolare il ritratto che dipinge di Fonseca: «Lo vedo molto diretto e mi piace, non è scontato. Lui vuole questo e tu lo devi fare, fine». Forse perché nel carattere un po’ gli somiglia. La passata stagione è solo un ricordo: «Ci sono state cose che sono andate male in campo, ma anche fuori». Ora è tempo di voltare pagina.


El Tano scende subito in campo: De Rossi già si allena con Tevez

IL MESSAGGERO - Daniele De Rossi ha già messo da parte le emozioni. L’accoglienza da star che gli hanno riservato i tifosi del Boca lo ha soddisfatto, ma non lo ha appagato perché conosce il calcio argentino e conosce il club per cui ha firmato: ogni partita sarà una crociata. Vuole scendere in campo in un match ufficiale (possibile esordio il 13 agosto contro l’Almagro in Copa Argentina o il 18 in campionato contro l’Aldovisi) per dimostrare di essere ancora un calciatore al contrario di quello che pensa il suo ex presidente Pallotta che lo ha messo alla porta senza pensarci troppo. Dopo un giro nella Bombonera con Nicolas Burdisso, durante il quale ha posato accanto alla statua di Diego Armando Maradona, è sceso in campo con i calciatori che non hanno giocato l’ottavo di finale d’andata di Coppa Libertadores contro l’Athletico Paranaense. Daniele, l’unico in pantaloncini corti sfidando l’inverno australe, ha disputato una partita 7 contro 7 a cui hanno partecipato anche Tevez e Silva.

SPAZIO TRA I TITOLARI - Ma il vero allenamento c’è stato ieri mattina, quando tutta la squadra era a disposizione di Alfaro («Voglio che entri e faccia suo lo spirito di gruppo, che dia la sua disciplina e la sua fame», le sue parole) in vista del match di domani notte contro l’Huracan: il tecnico ha diviso il gruppo in due, da una parte i titolari, dall’altra le riserve. De Rossi, inizialmente, era in quest’ultimo, ma quando “El Tano” (così lo chiamano in Argentina, con un coro in cui esaltano il “famoso italiano”) ha cominciato a dare spettacolo giocando tutte le palle di prima, Alfaro lo ha spostato con i titolari. In attesa dell’esordio, alcune aziende lo stanno contattando per sponsorizzare la sua avventura, intanto lui ha chiesto al club 100 maglie da regalare ad amici e parenti. Nel pomeriggio il Boca ha diffuso i dettagli del contratto (un anno con opzione per altri 6 mesi, le partite saranno trasmesse in Italia) e un filmato di presentazione in cui Daniele è dentro la Bombonera: «La cosa più importante nella vita è poter realizzare i propri sogni. Grazie Boca», le sue parole. Video ritwittato dalla Roma con tanto di auguri di buona fortuna. Del suo arrivo ne ha parlato il presidente Daniel Angelici a Radio Radio: «Va verso un luogo ideologico, verso un calcio diverso. Vedendo il suo carattere credo sarà un trionfatore».


Caso pirateria, l'Arabia Saudita ora corteggia l'Italia

GAZZETTA DELLO SPORT - Dopo le recenti accuse di pirateria che hanno investito il canale televisivo qatariota BeIn Sport, sono stati direttamente i governanti dell'Arabia Saudita a prendere contatti con la Img, società americana che gestisce i diritti tv esteri della Lega di Serie A, impegnandosi ad onorare il contratto da 110 milioni di euro qualora BeIn dovesse chiamarsi fuori. Nel frattempo i collaboratori più stretti del ministro dell'intrattenimento saudita sono fortemente orientati a puntare di nuovo sulla Super Coppa Italiana, dopo il successo della scorsa edizione. La proposta è di 40 milioni per i diritti su cinque edizioni, più la concreta possibilità di estendere l'accordo alla Coppa Italia per tutta l'area medio orientale: altri 15 milioni in 2 anni.

La Lega, nel frattempo temporeggia: la prima rata da 2.5 milioni di euro non è ancora stata incassata ed il clima di incertezza politica che aleggia su Riyad non favorisce il processo decisionale dei vertici del calcio italiano


In 35 al lavoro a Trigoria: ora bisogna sfoltire la rosa

GAZZETTA DELLO SPORT - La priorità della Roma sarà ora quella di cedere: la rosa in questo momento è composta da 35 giocatori e va sfoltita, sia per rimpinguare le casse giallorosse, sia per permettere a Paulo Fonsecadi lavorare al meglio. Ecco perchè, in cima alla lista delle cose da fare, Petrachi ha segnato le cessioni di Olsen, su cui potrebbe esserci l'interesse del Porto, Nzonzi, che piace a Lione, Monaco e Marsiglia, e Gonalons - interesse dall'Inghilterra. Anche Defrel sul piede di partenza: il corteggiamento del Cagliari non è un segreto, ma piace molto anche all'Aston Villa, con il Watford alla finestra.

Da piazzare anche alcuni giovani, tra cui D'Urso, Bordin e Spinozzi. Da valutare, invece, le situazioni di Schick, Bianda, Coric, Pastore e Karsdorp, così come quelle di Fazio e Juan Jesus: sulle loro partenze peserà molto l'entità delle eventuali offerte.


Perotti: tutto dribbling e fatica per conquistare Fonseca

GAZZETTA DELLO SPORT - Già mesi fa, era stato Diego Perotti ad essere accostato al Boca Juniors. Alla fine è stato il suo collega ed amico Daniele De Rossi a finire a Buonos Aires, mentre il trequartista argentino è rimasto a Trigoria. L'ex Siviglia può dirsi ormai un veterano della Roma e, dopo una stagione difficile, sì candida ad un posto da titolare come esterno alto a sinistra. La partenza di El Shaarawycarica Perotti di ancora più responsabilità, ed il piglio con cui il numero 8 della Roma si è presentato in ritiro lascia ben sperare. Tre settimane di lavoro intenso, senza l'ombra dei problemi fisici che lo hanno tenuto ai box per buona parte della scorsa stagione.

Deve dare estro, ma anche equilibrio, e soprattutto deve essere un punto di riferimento per i più giovani: questo chiede Fonseca dal Monito, che vuole restare a Roma almeno per un altro anno. Dopo, chissà, potrebbe ritrovare De Rossi, magari proprio alla Bombonera.


Cercasi difensore centrale. La corte di Petrachi a Icardi

LA REPUBBLICA - MORRONE - Mancano ancora alcuni tasselli decisivi per completare il mosaico della Roma. Fonseca sta portando avanti la preparazione estiva a suon di esperimenti tattici, ma è sempre in attesa che il mercato gli porti in dote un difensore centrale, un vice Under, un terzino destro e soprattutto un centravanti che prenda il posto di Edin Dzeko. Nelle ultime ore, la pazza idea venuta in mente al ds Petrachi prevede di usare proprio il bosniaco come pedina di scambio con l’Inter per arrivare a Mauro Icardi. Occorre specificare che una vera e propria trattativa ancora non c’è, ma viste le difficoltà incontrate dalla Roma per arrivare a Higuain, il ds romanista ha iniziato a lavorare su questa pista in maniera concreta già da qualche settimana. Il Pipitacontinua a lanciare segnali sempre meno incoraggianti per la Roma, a cui ha fatto capire di non avere alcuna intenzione di lasciare la Juventus: ieri, tra l’altro, Higuain è stato schierato da titolare nell’ultima amichevole della tournée asiatica disputata dalla squadra di Maurizio Sarri. La Roma ha capito che conviene muoversi su più strade, con l’obiettivo di non farsi trovare impreparata qualora l’affare con la Juventus, ormai confezionato da mesi, alla fine saltasse.

L’idea di Petrachi è molto semplice: chiedere Icardi all’Inter in cambio di 30 milioni più il cartellino di Dzeko, la cui valutazione rimane intoccabile a 20 milioni. Il nodo più grande rimane convincere l’attaccante nerazzurro, messo fuori squadra da Conte e deciso ad accettare come destinazione solo la Juve, a dire di sì al trasferimento nella Capitale dove non giocherebbe la Champions League, ma dove potrebbe trovare un ottimo ingaggio da 5 milioni netti all’anno. Nel frattempo, per la difesa, non è stata ancora abbandonata la pista che porta ad Alderweireld: il mercato in Premier League chiude l’8 agosto, perciò c’è ancora tutto il tempo per riprendere i discorsi con il Tottenham per il centrale belga. Se oggi Fonseca potrà testare la squadra nelle due amichevoli contro Rieti (la mattina) e Ternana (il pomeriggio), ieri a elogiare il nuovo allenatore è stato Lorenzo Pellegrini che quest’anno pare destinato a ritagliarsi un ruolo da protagonista. «Mi piace il calcio di Fonseca, lui è una persona schietta e i suoi allenamenti sono molto intensi. Veniamo da un anno piuttosto difficile, ma nello spogliatoio si respirano sensazioni positive: l’obiettivo è fare una stagione migliore, ma ci vorrà del tempo per ingranare».


Bond, Trigoria, stadio: il piano di Pallotta

IL TEMPO - AUSTINI -  Odiava il calcio e forse non diventerà mai un esperto, ma con i soldi ci ha sempre saputo fare. Pallotta continua a imbastire operazioni finanziarie per rendere la Roma più«sostenibile» senza intaccare la competitività: dopo aver lanciato il bond con cui verrà ristrutturato il debito contratto con Goldman Sachs, a seguire il club giallorosso rivedrà il contratto di affitto di Trigoria, anche in questo caso con l'obiettivo di abbassare i costi annui e, in aggiunta, evitare di accantonare fondi in vista del pagamento nel 2024 della maxi-rata finale per il riacquisto del centro sportivo.

Un'operazione su più fronti. Da una parte la Roma ha deciso di investire per l'ammodernamento delle strutture negli ultimi anni: quasi 10 milioni di euro se si sommano i costi dei lavori fatti a Trigoria con quelli dell'apertura dall'altra sede di rappresentanza all'Eur. In parallelo, gli americani sono prima intervenuti sul vecchio contratto di locazione del «Bernardini» e adesso si accingono a sostituirlo con uno nuovo. Una storia iniziata nel dicembre 2005, quando i Sensivendettero con un'operazione di «sell and lease-back» il centro sportivo a Banca Italease, specializzata in leasing (nel frattempo fusa nella capogruppo Banco Popolare), per la somma di 30 milioni di euro, con plusvalenza immediata di 22 per il club, riaffittandolo poi con un mutuo di 15 anni a tasso variabile, con maxi-rata finale da circa 10 milioni. Contestualmente alla controllata As Roma Real Estate (costituita ad hoc e ancora esistente) è stato intestato il contratto con cui Trigoria veniva «prestata» per sei anni più sei all'As Roma, con un canone di 3.7 milioni annui, superiore alla rata dovuta a Italease. All'epoca il club pagò in anticipo 15 milioni, corrispondenti a quattro rate, a Real Estate.

Nel 2011 la vendita della società a Pallotta e Co., due anni dopo la nuova proprietà decise di «razionalizzare» il contratto abbassando a 2.7 milioni il canone annuo dovuto a Real Estate da As Roma, estendo di altri sei anni la locazione. Scadenza successivamente spostata al 2024. Dopo aver riqualificato il centro sportivo e quindi aumentato il suo valore, adesso l'intenzione è quella di trovare una banca disposta a liquidare il debito residuo e sostituirsi nel leasing a Gruppo Popolare (che è stato comunque interpellato), aprendo un nuovo contratto di affitto e riacquisto a condizioni meno gravose sui conti del club: tasso d'interesse e importi del canone più bassi, niente maxi-rata finale. Intanto nel giro di un mese Pallotta conta di collocare il bond da 275 milioni di euro, col quale verrà estinto il finanziamento da 230 milioni ottenuto da Goldman Sachs, abbassando di almeno un paio di punti percentuali gli interessi che ora sono al 7%.

Nuovi debiti al posto di quelli vecchi, ma a condizioni più vantaggiose, questa la strada scelta dagli americani dopo aver già completato due aumenti di capitale. E per pagare parte dei lavori di Trigoria sono stati aperti due mutui da un milione di euro complessivo col Credito Sportivo. La scelta di investire sul «Bernardini» è figlia di un'altra decisione: la prima squadra continuerà ad allenarsi sulla Laurentina anche se e quando verrà costruito il nuovo centro sportivo a Tor di Valle accanto allo stadio. L'idea della Roma è quella di aprire la futura Trigoria-2, che avrà anche un centro medico, a soggetti terzi. E questo è uno dei motivi di scontro con il Comune nell'infinito iter burocratico per l'approvazione del progetto. Ad oggi si attende ancora la risposta della conferenza dei servizi sulla questione della contestualità opere pubbliche-apertura dello stadio. A quel punto, se la replica sarà favorevole alla Roma, si andrà dalla Raggi per chiudere la partita sulla convenzione urbanistica, ultimo passaggio prima del ritorno in Aula per il voto della delibera. Dovesse persistere l'impasse, la Roma chiederebbe la nomina di un commissario ad acta per obbligare il Campidoglio all'adozione della delibera. Pallotta è pronto allo scontro finale e ha programmato un viaggio nella Capitale - da confermare - per inizio settembre.


Roma, una squadra di esuberi

CORRIERE DELLA SERA - In piena sessione di calciomercato Gianluca Petrachi deve affrontare la parte più difficile del lavoro di ds: quella relativa alle cessioni. La Roma ha una rosa da sfoltire, che consta di 33 giocatori. Di questi Olsen, Karsdorp, Capradossi, Fazio, Nzonzi, Pastore, Gonalons, Coric, Defrel e Bianda potrebbero partire senza essere rimpianti. Per quanto riguarda il ruolo di punta c'è da capire cosa chiede Fonseca ai suoi: Dzeko e Schick interpretano il ruolo in maniera totalmente diversa, cosa che ha spesso tolto punti di riferimento a Zaniolo, trequartista centrale.


Allenamento Roma, differenziato per Dzeko, Coric, e Gonalons

Edin Dzeko, Ante Coric Maxime Gonalons non prendono parte all'amichevole in scena a Trigoria contro il Rieti. l bosniaco, leggermente affaticato al flessore, svolge lavoro differenziato insieme ai due compagni di squadra. Lavoro a parte anche per Lorenzo Pellegrini e Jordan Veretout, ultimo acquisto in casa giallorossa. 


La Roma batte 7-0 il Rieti

La Roma in mattinata a Trigoria ha ospitato il Rieti, squadra che milita in Serie C, per il quarto test amichevole stagionale: 7-0 dei giallorossi con le reti siglate da Zaniolo, autorete di Granata, Santon, Under, Florenzi e in chiusura la doppietta di Schick. Note negativa: nel primo tempo si è fermato il giovane difensore Bianda per infortunio, da capirne l'entità. Nel pomeriggio ad attendere i giallorossi c'è il match con la Ternana.