Gasperini si libera per la Roma

IL TEMPO - AUSTINI - Ha già parlato da allenatore della Roma in pectore, accettando i consigli del predecessore più illustre dell’ultimo ventennio: Fabio Capello. Domenica notte a Sky Gian Piero Gasperini ha sorriso mentre dallo studio l’esperto collega lo avvisava sulle difficoltà dell'ambiente giallorosso rispetto a Bergamo. «Lo so, lo so che lì è difficile». E poi un aneddoto su De Rossi che sa tanto di primo segnale da inviare alla sua nuova piazza: «A gennaio mi ha detto che stava pensando di ritirarsi a causa del ginocchio e che gli sarebbe piaciuto venire a seguire i miei allenamenti per una settimana». Non ci sarebbe un vice migliore in questo momento per iniziare l'avventura con l'appoggio dei romanisti feriti dall’addio del capitano, ma DDR almeno per la prossima stagione vorrebbe fare ancora il calciatore altrove. Toccherà invece a Gasperini, salvo intoppi tuttora possibili, guidare la ricostruzione tecnica di una squadra chiaramente arrivata a fine ciclo. Senza vincere niente. Il mister piemontese ha iniziato a parlare con i due Percassi, padre e figlio, per separarsi dall’Atalanta. Nel post partita di domenica è stato molto duro conla società, ricordando i contrasti sull'ultimo mercato, quasi a cercare la rottura in pubblico mentre la proprietà lo aveva appena confermato pubblicamente. Ieri un primo confronto tra le parti a margine della cena di fine anno del club nerazzurro per celebrare lo storico accesso alla Champions, oggi si andrà più in profondità ma serviranno altri giorni per lo strappo finale. Gasperini ha ormai scelto di prendersi una ulteriore rivincita a Roma dopo quell'esperienza troppo breve all'Inter che gli è costata l'etichetta di allenatore adatto solo alle squadre di provincia. A 61 anni compiuti non vuole perdere questo treno anche perché sente di aver finito il suo lavoro nel triennio all'Atalanta. A meno che Percassi non gli prometta un mercato da Champions, scenario al momento improbabile. La Roma aspetterà Gasperini per almeno un altro paio di settimane, convinta che presto potrà liberarsi e firmare un contratto di tre anni. Le idee della società coincidono con molte delle esigenze del tecnico: la rosa va ringiovanita e svuotata di «pesi» nello spogliatoio. La scelta fatta su De Rossi è solo l’inizio, il prossimo senatore a fare le valigie sarà Dzeko nonostante il club avesse pensato anche a un rinnovo con. ingaggio «spalmato». Ma Edin ha ormai deciso di cambiare aria, pronto ad accettare la proposta dell'Inter di Conte. La trattativa fra i due club deve ancora iniziare, ma ci sono ottime basi per chiuderla, con la speranza da parte della Roma di realizzare anche una plusvaenza avendo «ammortato» quattro anni di contratto del bosniaco. Almeno altri due «big» sono in bilico: Manolas può sfruttare la clausola rescissoria da 38 milioni entro luglio, dopo il pressing della Juveora la prospettiva più concreta è quella del Napoli ma non
lo ha ancora convinto: con lui tutto è ancora possibile. Kolarov invece sarebbe orientato a restare e discuterà il suo futuro più in là col nuovo diesse Petrachi, che a sua volta sta trattando con Cairo per liberarsi dall'ultimo anno di contratto col Torino. Se la lista degli acquisti è in via di definizione, quella dei rinnovi presenta due priorità: Zaniolo ed El Shaarawy, pedine da cui ripartire insieme aFlorenzi, Cristante e i due Pellegrini. Una Roma molto italiana, più giovane e meno costosa, capace di seguire i metodi ultra-stressanti di Gasperini. Cambieranno anche staff e allenamenti per l'ennesima rivoluzione.

 

 

 

Pallotta rinvia le bordate:"Grazie Ranieri"

IL TEMPO - BIAFORA - Ancora non è arrivato il momento della sua verità. Ieri pomeriggio Pallotta è tornato a parlare ufficialmente e lo ha fatto attraverso i canali social della Roma, senza però raccontare il proprio punto di vista sulla stagione, sull’addio di Di Francesco e di Monchi (è furioso nei suoi confronti) e sui motivi della scelta che hanno portato a non rinnovare il contratto a De Rossi. Il presidente americano si è limitato ad un paio di messaggi formali indirizzati a Ranierie al capitano, già partito per le vacanze: «Quando avevamo bisogno di qualcuno che venisse in un momento molto difficile, Claudio ha immediatamente risposto di sì. Non è solo un grande allenatore e professionista, ma anche un vero gentiluomo e un grande romanista. A nome di tutto il Club, voglio dirgli grazie. Vorrei - ha proseguito Pallotta - anche ringraziare i tifosi presenti allo stadio domenica sera per aver reso a Daniele un omaggio strameritato. Dopo che ha rappresentato i tifosi in campo per diciotto anni, la dimostrazione di amore e il sostegno da parte di tutti sono stati incredibili». Al di là dei ringraziamenti dovuti, Pallotta ha intenzione di rilasciare nei prossimi giorni un'intervista dove affronterà tutti i temi caldi in casa Roma, magari anche quello legato a Baldini. Il dirigente e consigliere toscano è stato uno dei più bersagliati dalla protesta dei tifosi, che hanno esposto uno striscione critico anche sotto casa sua a Londra: «Baldini Roma ti schifa!». Di certo sarà dura ricucire lo scollamento tra la città e la proprietà.

 

 


Rebus allenatore: Gasperini in pole, tempi più lunghi

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Che servisse tempo, si era capito. Che ne servisse così tanto, è una novità. Gasperini non si libererà così facilmente dall’Atalanta, stretto tra l’entusiasmo di Bergamo, impazzita di gioia per la storica qualificazione alla Champions, e il contratto che lo lega ancora al presidente Percassi. «Resta sicuro», le parole del patron bergamasco dette a caldo domenica sera. Eppure a Trigoria restano convinti che Gasperini si libererà e potrà diventare l’allenatore della Roma, anche se i tempi sono destinati ad allungarsi rispetto alle previsioni. Oggi il tecnico si incontrerà con Percassi, per fare il punto della situazione e mostrargli tutte le sue perplessità sul restare all’Atalanta. I giallorossi aspettano il tecnico ma anche il ds Petrachi che deve liberarsi ancora dal Torino. Nel frattempo, si registrano le parole misurate di Pallotta sulla commozione dell’Olimpico nell’ultima di campionato per il saluto a De Rossi e Ranieri. «Ringrazio i tifosi per aver reso a Daniele un omaggio strameritato. La dimostrazione d’amore e il sostegno sono stati incredibili. E ringrazio il mister che è venuto in un momento difficile. È un vero gentiluomo e un grande romanista». Nessun accenno alla durissima contestazione che ha subito anche domenica sera: Pallotta preferisce fare il diplomatico, rinviando il tempo delle sue verità. De Rossi è partito per il Giappone e si godrà un lungo periodo di vacanza con la famiglia, poi deciderà dove giocare e cosa fare nell’immediato futuro. Mentre è Mirante – che verrà confermato tra i pali – a fare un bilancio della stagione. «I problemi sono stati la mancanza di continuità e gli infortuni e non abbiamo centrato l’obiettivo Champions – le sue parole a margine dei premi Ussi – De Rossi? È stata una cosa commovente per tutti noi. Non ha pianto pubblicamente, ma è crollato a casa. Lui è stato un grande uomo per il calcio italiano». È stata intanto rinviata di qualche giorno l’apertura della campagna abbonamenti.


L'estate giallorossa dipende dal Milan

IL TEMPO - BIAFORA - Un'estate ancora tutta da definire. Il sesto posto in campionato ha condannato la Roma ai preliminari di Europa League dopo aver disputato una semifinale e un ottavo di finale negli ultimi due anni di Champions, ma i programmi giallorossi potrebbero essere stravolti nei prossimi giorni a causa del...Milan. Già in questa settimana, al più tardi entro la fine della successiva, è infatti atteso il verdetto della Uefa, che lo scorso 10 aprile aveva deferito i rossoneri per il mancato rispetto dei paletti di bilancio. L'ipotesi più concreta è una sanzione che tra le varie misure contenga al suo interno la squalifica dalla prossima coppa europea, decisione che non porterebbe ad un ricorso al Tas come avvenuto in passato. In tale scenario la Roma, invece di radunarsi tra fine giugno e inizio luglio per poi giocare il secondo turno preliminare il 25 luglio e il 1 agosto, accederebbe direttamente ai gironi e disputerebbe la tournée negli Usa, con il conseguente ripescaggio del Torino alla fase preliminare. Prima di pianificare tutta l'estate nel dettaglio, oltre alla sentenza di Nyon, bisognerà però aspettare la scelta del nuovo allenatore. Intanto ieri Totti ha partecipato alla Partita del cuore all’Allianz Stadium della Juventus, posando per un foto tra fuoriclasse con Cristiano Ronaldo.


Gasperini chiede il via libera a Percassi: DiFra verso Bergamo

LA REPUBBLICA - PINCI - Il matrimonio si farà. Forse servirà del tempo, ma il nuovo allenatore della Roma sarà Gasperini. Il club e l’allenatore sono già d’accordo, lui quasi parla da romanista, quando a Capello che gli dice «Roma non è Bergamo», risponde «lo so». Ieri la festa dell’Atalanta, oggi chiederà di essere liberato al presidente Percassi, ostinato a tenerlo o almeno ad ottenere un indennizzo per rompere il contratto fino al 2021. La chiave di volta può essere l’interesse dell’Atalanta per Di Francesco: la Roma (che ha un piano B: Mihajlovic) può “agevolare” il suo ingaggio. Servirà tempo per far incastrare le tessere, giorni in cui Gasperini chiederà garanzie alla Roma sul rafforzamento: vuole tenere Zaniolo, Pellegrini e Cristante e chiede acquisti mirati, per non avallare ridimensionamenti eccessivi.


Inter-Dzeko: si fa, Lukaku già in città ma lo United frena

GAZZETTA DELLO SPORT - C’è una massima del calcio moderno che ogni dirigente conosce a perfezione: il mercato non dorme mai. Sembra uno slogan banale, qualcosa da dare in pasto ai milioni di tifosi e appassionati che smaniano dal desiderio di capire chi arriverà, come sarà la squadra del futuro. Ma dietro alle parole ci sono i fatti e un lavoro che non conosce sosta, che viene sviluppato in silenzio e sottotraccia ogni giorno. Il campionato si è appena concluso ma in casa Inter le mosse future sono state pianificate per tempo e le trattative più delicate sono già in stato avanzato, con tanto di accordi di massima trovati. La rivoluzione contiana partirà dall’attacco, dove l’ex tecnico del Chelsea e della Nazionale vuole due prime punte di spessore per il dopo Icardi, da affiancare a Lautaro Martinez, considerato più una seconda punta. Gli identikit sono quelli già noti da un po’, la novità semmai sta proprio nel fatto che il lavoro di Ausilio e Marotta ha messo l’Inter in condizione di poter affondare il colpo e tentare di chiudere sia per Edin Dzeko sia per Romelu Lukaku. Con un però: il doppio arrivo è vincolato alla cessione di Icardi e alla tempistica dell’addio dell’ex capitano.

Scenario Icardi

Nello spogliatoio nerazzurro Mauro è un separato in caso. Domenica ha perso l’occasione per salutare nel migliore dei modi San Siro e i suoi tifosi, che non gli hanno risparmiato i fischi nel momento della sostituzione. Il problema reale è che ad oggi in sede all’Inter non è arrivata alcuna offerta concreta per Icardi, che ha una clausola rescissoria (valida solo per l’estero) di 110 milioni esercitabile entro il 15 luglio. Cifra enorme rispetto alla realtà di oggi, con il valore di Maurito che è nettamente sceso a seguito del caos di questo inverno. L’Inter però non accetterà offerte inferiori ai 70 milioni, che rapportati ai gol realizzati in carriera da Icardi e alla sua età sono comunque pochi. Ma chi può provare a prendere Mauro? La volontà del giocatore è restare in Italia e tutte le strade portano alla Juventus. Oggi però in casa bianconera la priorità è l’allenatore: dovesse essere Sarri, il gradimento per Icardi è scontato, visto che il tecnico toscano lo avrebbe voluto già al Napoli per il dopo Higuain. Ecco, il Pipita – al Chelsea proprio su richiesta di Sarri – dovrebbe però tornare a Torino e si aggiungerebbe a una batteria di centravanti già piuttosto numerosa. Tutto complicato, insomma. All’estero c’è sempre l’Atletico Madrid interessato, a maggior ragione ora che dovrà sostituire Griezmann. Ma i tempi potrebbero essere lunghi mentre l’Inter vorrebbe chiudere in fretta questo capitolo, magari entro giugno, per assicurarsi anche una plusvalenza e mettersi a posto con i paletti del fair play finanziario.

Dzeko a prescindere

Il destino di Icardi interessa poco o nulla a Dzeko, promesso sposo ormai da diverso tempo. Il bosniaco e l’Inter hanno trovato un’intesa su tutto, manca soltanto l’interlocutore della Roma con cui parlare e imbastire una trattativa sul cartellino del giocatore, per cui i giallorossi chiedono venti milioni di euro. Ma finché la Roma non ufficializzerà il nome del nuovo direttore sportivo, la trattativa non potrà chiudersi. Un’idea di massima sulla tempistica però c’è: Roma e Inter hanno tutto l’interessa a definire l’operazione entro il 30 giugno, perché chi incassa (la Roma) mette a bilancio subito l’intera cifra pattuita, mentre chi compra (l’Inter) può spalmare su più anni a partire dal bilancio successivo, quindi dal prossimo 1 luglio.

Il blitz di Lukaku

GAZZETTA DELLO SPORT - D'ANGELO - Dzeko sarà il primo top player in attacco per Conte. L’altro potrebbe essere Lukaku, su cui però al momento c’è stata una brusca frenata a causa della richiesta del Manchester United, che non accetta contropartite nell’affare e chiede 70 milioni. Tra Lukaku e l’Inter invece è già tutto delineato grazie a un recente blitz a Milano del belga. Qualche settimana fa, infatti, Lukaku è stato in Italia e ha incontrato i dirigenti nerazzurri, aprendo anche a uno sconto sull’ingaggio pur di sposare il nuovo progetto nerazzurro. L’Inter a quel punto ha cominciato a sondare la disponibilità del club inglese a lasciar partire l’attaccante prelevato due stagioni fa dall’Everton per 100 milioni (bonus inclusi), scontrandosi però con il muro dello United. Perisic era un pallino di Mourinho e oggi a Solskjaer non interessa, così come non scalda l’ipotesi di scambio con Icardi. L’Inter non ha fretta, ha registrato la volontà del giocatore e per ora va bene così. L’elenco delle priorità è stabilito e c’è il nome di Dzeko in testa. Poi si chiarirà il futuro Icardi, ultimo ostacolo prima dell’assalto finale per Lukaku.


Dzeko-Manolas per fare cassa Il difensore: «Non so ancora se resterò qui»

GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - I primi passi che la Roma dovrà affrontare in questo mercato sono quelli legati alle cessioni. Già, perché entro il 30 giugno il club giallorosso ha bisogno di mettere a bilancio circa 45 milioni di plusvalenze, milione più milione meno. Una cifra importante, che la Roma conta di ottenere tramite la partenza di alcuni big. Due i nomi su tutti, quelli di Kostas Manolas ed Edin Dzeko. Che, tra l’altro, sono anche tra quelli che guadagnano di più nella rosa giallorossa. Il che, con la loro partenza, ci sarebbe anche un beneficio dal punto di vista del monte ingaggi, altri aspetto su cui la Roma vuole lavorare (a ribasso) in maniera drastica.

Le partenze

Manolas domenica sera non era neanche in campo, nell’ultima fatica stagionale, quella con il Parma. A fine serata, in zona mista, a chi gli chiedeva lumi sul suo futuro ha risposto però francamente: «Non lo so se rimarrò qui». L’esperienza insegna che quando un giocatore si lascia andare a dichiarazioni come questa, se non è già partito poco ci manca. Manolas ha una clausola rescissoria di 36 milioni di euro e ha da poco cambiato agente, affidandosi a Mino Raiola. Due indizi molto chiari per il suo futuro, che potrebbe essere in Inghilterra (Arsenal e United sono interessate, il Chelsea non può per il blocco del mercato) o magari anche in Italia, se la Juventus dovesse decidere di prendere un’altra pedina tra i giallorossi. L’altro nome in uscita, Dzeko, sembra oramai ad un passo dall’Inter. La Roma vorrebbe 20 milioni, l’accordo si può chiudere anche a 12-15. Ieri, tra l’altro, Edin è sbarcato a Istanbul con la famiglia ed è stato subito accostato al Fenerbahçe, interessamento però che non ha trovato ulteriori conferme.


Dal tecnico al rapporto coi tifosi Roma, la ripartenza in 5 mosse

GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - E adesso che succede? Nel senso, ora che la stagione è finita e la ferita dell’addio di De Rossi è ancora lì, lacerante, che sarà della Roma? Già, perché la sensazione è quella di una società in confusione. Tra Trigoria e l’Eur, invece, sono pronti a dimostrare il contrario, a sistemare ogni tassello al posto giusto. E a rilanciare le ambizioni della Roma. Sfida che passa da cinque sfide, quelle che la Roma dovrà affrontare da qui a distanza di un mese.

Il tecnico

Il primo nodo da sciogliere è capire a chi guiderà la squadra del rilancio. In pole position c’è Gian Piero Gasperini, il tecnico dell’Atalanta dei miracoli. La Roma lo ha scelto, ora aspetta di capire cosa deciderà. Gasperini ieri sera si è visto con il patron Percassi, ma alla festa per la Champions. Non si è parlato di futuro, i due lo faranno oggi o al massimo domani. Insomma, nelle prossime 48 ore si dovrebbero avere le idee più chiare. Il tecnico da una parte è tentato dai giallorossi, dall’altra sa che lasciare Bergamo ora è dura. Vorrebbe avere però più potere, fare un po’ il manager all’inglese, ma questo vorrebbe dire «invadere» la sfera di competenza di Sartori. Con Percassi si ragionerà anche di questo. Se Gasperini dovesse decidere di restare a Bergamo, le alternative in casa giallorossa si chiamano Giampaolo e De Zerbi.

Il direttore

Poi c’è da stabilire chi sarà il direttore sportivo giallorosso, visto che Ricky Massara in questi giorni rassegnerà le dimissioni. Anche qui, l’uomo scelto è noto ed è Gianluca Petrachi, il d.s. del Torino. Che ha già fatto sapere alla società granata le sue aspettative, che sono poi quelle di essere lasciato libero per poter accettare l’offerta della Roma. Da Torino, però, fanno sapere che decisioni ufficiali in questa settimana non ce ne saranno. Bisognerà quindi aspettare la prima settimana di giugno, se non anche la metà del mese. Se alla fine Petrachi sbarcherà davvero in giallorosso possibile che non lo faccia da solo, ma con una serie di uomini di sua fiducia.

Il ruolo di Totti

E poi c’è da definire il ruolo di Francesco Totti, che dovrebbe essere nominato direttore tecnico in vista della prossima stagione. A premiare Daniele De Rossi, domenica sera, c’era lui in rappresentanza del club. Lui con Bruno Conti. Un po’ per dare enfasi al romanismo, un po’ perché il barometro della popolarità degli altri dirigenti attualmente tende fortemente al ribasso (ieri, a Londra, è spuntato uno striscione di protesta anche davanti casa di Franco Baldini).

Il feeling da ritrovare

Ecco perché la Roma deve cercare di ritrovare il prima possibile un feeling con i propri tifosi. Come fare è dura immaginarlo, tanto è vero che sembra che il lancio della stessa campagna abbonamenti sia stato posticipato di qualche giorno. Adesso sarebbe troppo impopolare come mossa. Il presidente Pallotta, nel frattempo, ieri ha parlato, ma solo per ringraziare Ranieri e De Rossi: «Nel momento del bisogno Ranieri ha detto subito sì. Lo ringrazio. Non è solo un grande allenatore e professionista, ma un vero gentiluomo e un romanista per sempre. E voglio ringraziare anche i tifosi presenti allo stadio per l’addio di De Rossi. L’amore e il sostegno dimostrato nei suoi confronti è qualcosa di incredibile».

Lo stadio

Ultima sfida, lo stadio di Tor di Valle. Di questo se ne occupa il vicepresidente Mauro Baldissoni, con il club che ha ripreso i fili del discorso con il Comune. Il risultato delle Europee non aiuta, visto il flop del M5S, alla guida del comune. Bisognerà poi aspettare l’indagine per abuso d’ufficio su Virginia Raggi, facile che per l’eventuale convenzione urbanistica si vada a settembre.


La Roma corteggia Gasperini con un centrocampo da Nazionale

CORRIERE DELLA SERA - Un centrocampo da Nazionale per convincere definitivamente Gian Piero Gasperini a chiedere al presidente Percassi il via libera. La Roma mette sul tavolo le convocazioni del commissario tecnicoRoberto Mancini, che per le partite di qualificazione a Euro 2020 contro Grecia e Bosnia (8 e 11 giugno) ha chiamato 33 giocatori: tra di loro la sorpresissima Mirante, Florenzi, Cristante, Pellegrini, Zaniolo e El Shaarawy. Gasperini, ieri, ha partecipato alla grande festa dell’Atalanta per la storica qualificazione alla Champions League. Non era il momento giusto per l’incontro faccia a faccia con Percassi che, nel dopo partita contro il Sassuolo, ha comunque detto che «è scontato» che l’allenatore rimanga a Bergamo. Non è esattamente così e «Gasperson» è molto tentato dall’avventura in giallorosso. Le prossime ore possono essere decisive e la Roma offre una squadra molto «allenabile» e, appunto, con un centrocampo che può fare la fortuna dell’allenatore che ci lavora: Pellegrini, Cristante e Zaniolo sono un reparto giovane e di grande qualità. Sono altri, semmai, i reparti sui quali bisogna intervenire. (...) Assente all’addio di Daniele De Rossi, il presidente Pallotta si è fatto sentire ieri via social. Un post per Ranieri: «Quando avevamo bisogno di qualcuno che venisse qui in una situazione davvero difficile, Claudio ha detto subito di sì. Non è solo un grande allenatore e un grande professionista, ma un vero gentiluomo e un romanista per sempre. Lo ringrazio da parte di tutto il club». Un post per De Rossi: «Voglio anche ringraziare i tifosi presenti allo stadio per aver dato a Daniele l’addio che meritava. Dopo averli rappresentati in campo per 18 anni, l’amore e il sostegno dimostrato nei suoi confronti è stato qualcosa di incredibile». Parole di circostanza che non gli faranno riguadagnare popolarità. (...)


Il tecnico dell’Atalanta nei piani di Pallotta

GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - E adesso che succede? Nel senso, ora che la stagione è finita e la ferita dell’addio di De Rossi è ancora lì, lacerante, che sarà della Roma? Già, perché la sensazione è quella di una società in confusione. Tra Trigoria e l’Eur, invece, sono pronti a dimostrare il contrario, a sistemare ogni tassello al posto giusto. E a rilanciare le ambizioni della Roma. Sfida che passa da cinque sfide, quelle che la Roma dovrà affrontare da qui a distanza di un mese.

Il tecnico

Il primo nodo da sciogliere è capire a chi guiderà la squadra del rilancio. In pole position c’è Gian Piero Gasperini, il tecnico dell’Atalanta dei miracoli. La Roma lo ha scelto, ora aspetta di capire cosa deciderà. Gasperini ieri sera si è visto con il patron Percassi, ma alla festa per la Champions. Non si è parlato di futuro, i due lo faranno oggi o al massimo domani. Insomma, nelle prossime 48 ore si dovrebbero avere le idee più chiare. Il tecnico da una parte è tentato dai giallorossi, dall’altra sa che lasciare Bergamo ora è dura. Vorrebbe avere però più potere, fare un po’ il manager all’inglese, ma questo vorrebbe dire «invadere» la sfera di competenza di Sartori. Con Percassi si ragionerà anche di questo. Se Gasperini dovesse decidere di restare a Bergamo, le alternative in casa giallorossa si chiamano Giampaolo e De Zerbi.

Il direttore

Poi c’è da stabilire chi sarà il direttore sportivo giallorosso, visto che Ricky Massara in questi giorni rassegnerà le dimissioni. Anche qui, l’uomo scelto è noto ed è Gianluca Petrachi, il d.s. del Torino. Che ha già fatto sapere alla società granata le sue aspettative, che sono poi quelle di essere lasciato libero per poter accettare l’offerta della Roma. Da Torino, però, fanno sapere che decisioni ufficiali in questa settimana non ce ne saranno. Bisognerà quindi aspettare la prima settimana di giugno, se non anche la metà del mese. Se alla fine Petrachi sbarcherà davvero in giallorosso possibile che non lo faccia da solo, ma con una serie di uomini di sua fiducia.

Il ruolo di Totti

E poi c’è da definire il ruolo di Francesco Totti, che dovrebbe essere nominato direttore tecnico in vista della prossima stagione. A premiare Daniele De Rossi, domenica sera, c’era lui in rappresentanza del club. Lui con Bruno Conti. Un po’ per dare enfasi al romanismo, un po’ perché il barometro della popolarità degli altri dirigenti attualmente tende fortemente al ribasso (ieri, a Londra, è spuntato uno striscione di protesta anche davanti casa di Franco Baldini).

Il feeling da ritrovare

Ecco perché la Roma deve cercare di ritrovare il prima possibile un feeling con i propri tifosi. Come fare è dura immaginarlo, tanto è vero che sembra che il lancio della stessa campagna abbonamenti sia stato posticipato di qualche giorno. Adesso sarebbe troppo impopolare come mossa. Il presidente Pallotta, nel frattempo, ieri ha parlato, ma solo per ringraziare Ranieri e De Rossi: «Nel momento del bisogno Ranieri ha detto subito sì. Lo ringrazio. Non è solo un grande allenatore e professionista, ma un vero gentiluomo e un romanista per sempre. E voglio ringraziare anche i tifosi presenti allo stadio per l’addio di De Rossi. L’amore e il sostegno dimostrato nei suoi confronti è qualcosa di incredibile».

Lo stadio

Ultima sfida, lo stadio di Tor di Valle. Di questo se ne occupa il vicepresidente Mauro Baldissoni, con il club che ha ripreso i fili del discorso con il Comune. Il risultato delle Europee non aiuta, visto il flop del M5S, alla guida del comune. Bisognerà poi aspettare l’indagine per abuso d’ufficio su Virginia Raggi, facile che per l’eventuale convenzione urbanistica si vada a settembre.


Percassi deve risolvere il rebus Gasperini

CORRIERE DELLA SERA - Nemmeno il tempo di festeggiare e l’Atalanta si ritrova a giocare la partita più complicata dell’intero campionato culminato con la qualificazione in Champions. A breve si saprà chi siederà sulla panchina dei bergamaschi nella prossima stagione. Gasperini è al centro di voci che lo vorrebbero lontano da Bergamo. Oggi l’incontro con il presidente Percassi per capire se ci sia condivisione d’intenti. Non a livello economico (ha un contratto con scadenza al 2021 rinnovato 8 mesi fa), ma di strategie. Che riguardano, soprattutto, la costruzione di una rosa più ambiziosa. Il tecnico non ha digerito il mercato di un anno fa ed è rimasto deluso da quello di riparazione, quando non era arrivato il centravanti di riserva richiesto. Per trattenerlo, Percassi dovrà fornire garanzie. Tradotto: l’acquisto di 4 giocatori di livello per affrontare la Champions non da turista e la rassicurazione che solo un big (Zapata è il sacrificabile se garantirà una plusvalenza di 25 milioni, è stato ingaggiato per 26) potrà partire (...) Dalla Capitale insistono, ma Gasp non sarebbe pienamente convinto del progetto che dovrebbe essere low cost. Senza contare la pressione su un tecnico che ha bisogno di tempo per far digerire la sua filosofia calcistica. E, in questo senso, cominciare la stagione affrontando i preliminari di Europa League, con l’esigenza di fare subito risultato, non aiuterebbe l’assimilazione del suo gioco. (...)


Mirante in azzurro: "Felice del finale. Qui ancora a lungo"

GAZZETTA DELLOSPORT - La ciliegina sulla torta arriva in serata e probabilmente in modo inaspettato. La convocazione in azzurro di Roberto Mancini rende però questo finale di stagione di Antonio Miranteincredibilmente bello ed intenso. Nonostante la mancata qualificazione alla Champions League della Roma ed il clima di contestazione che aleggia forte intorno alla società. Se c’è però un giocatore che ha finito la stagione proprio con il sorriso è lui, Mirante, che ieri ha ricevuto anche il premio Arancio dall’Ussi Roma. (...) Già, anche se poi i motivi che non hanno portato in Champions sono molteplici. «Siamo stati travagliati dagli infortuni, questo è un dato importante da analizzare – continua Mirante – Sicuramente il prossimo anno dovremo migliorare l’approccio al campionato ed al lavoro. E dovremo essere bravi a non farci condizionare dalla problematiche di mercato e della stagione che si è appena conclusa» (...)