Notte d'amore

IL MESSAGGERO - TRANI - È la notte di De Rossi, ma anche di Pallotta. La Sud e il pubblico l'Olimpico abbracciano il capitano, 35 anni e 616 gare in giallorosso, spinto dal presidente e dal suo consigliere personale Baldini a sfilarsi la maglia del cuore dopo il match di fine torneo contro il Parma di Gervinho. E, proprio agli artefici del divorzio improvviso, la gente dedicherà la contestazione in questa serata in cui al pianto si unirà la rabbia. Daniele avrebbe voluto giocare ancora, e a differenza di Totti uscito definitivamente di scena 2 anni fa, cerca la squadra per allungare la sua carriera. Il 18° allenatore di club non avrà, dunque, addosso i colori della sua vita. Non chiamiamolo addio, però. Nella sua lettera, pubblicata sul sito della società, avvisa il popolo che ha più amato. Arrivederci. Perché tornerà, sì che tornerà. accanto a Francesco che è ancora qui, lui da dirigente in cerca di potere più che di gloria.

TENTATIVO DISPERATO - De Rossi, con la sua fascia al braccio, chiude da titolare. I genitori in tribuna. E con loro la moglie Sarah e i suoi gioielli Gaia, Olivia e Noah che li accompagneranno nel giro di campo a fine partita. Oltre alla commozione e alla rabbia, c'è pure la classifica. La Roma entra in campo al 6° posto e sicura di giocare l'Europa League, partendo da testa di serie nel 2° preliminare (25 luglio-1° agiosto) e sapendo che si dovrà comunque preparare pure per il 3° (8-15 agosto) e per l'eventuale playoff (22-29 agosto): estate di full immersion (6 match in più). I giallorossi entrerebbero direttamente alla fase a gironi solo se riuscissero a sorpassare il Milan (è avanti di 2 punti) o se il club rossonero rinunciasse alle coppe per azzerare il conto in sospeso con l'Uefa per il mancato rispetto del Financial Fair Play. Aritmeticamente Ranieri ha ancora la chance di prendersi il 4° posto: vittoria con il Parma e ko dell'Inter, dell'Atalanta e del Milan (a pari punti con Spalletti e Gasperini, classifica avulsa fatale a Lucio) o successo per 5-0 e sconfiita 1-0 dell'Inter(differenza reti).

VERSO IL FUTURO - Cala, insomma, il sipario sul campionato più deludente degli ultimi 6. La Roma si piazzò al 6° posto anche nella stagione 2012-2013 con Andreazzoli, subentrato a Zeman, ma raccogliendo solo 62 punti. La peggiore con questa proprietà, in 8 anni di gestione, resta però quella iniziale 2011-2012, con Luis Enrique: finì al 7° posto a quota 55. Fuori dall'Europa per 2 volte di fila. Da domani parte il nuovo ciclo. Bisogna aspettare il sì di Gasperini e l'ok della famiglia Percassi: a Trigoria, però, c'è la certezza di non dover assistere all'ennesimo ribaltone che impedirebbe al tecnico dell'Atalanta di diventare l'erede di Ranieri che saluta stasera con De Rossi, Dzeko e Kolarov. Al tempo stesso si attende il via libera di Cairo per ufficializzare pure Petrachi, pronto a prendere il posto di Massara che si prepara ad allungare la lista dei partenti. Il nuovo ds si porterà dal Torino il collaboratore Cavallo e il segretario generale Longo. Contemporaneamente sarà da verificare la posizione del vicepresidente Baldissoni (contratto in scadenza), ormai distante dall'area tecnica e spostato esclusivamente sulla questione stadio: possibile la separazione con l'unico dirigente che, a parte Baldini (pure lui sempre presente. ma dall'esterno come suggeritore di Pallotta), ha lavorato, fin dal giorno dello sbarco americano nella Capitale, per la proprietà Usa.


Daniele parla ai cuori: «Nessuno vi amerà più di me: arrivederci»

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Lui, l'appello lo ha lanciato: «Ora, il regalo più grande che mi potete fare è mettere da parte la rabbia e tutti uniti ricominciare a soffiare per spingere l'unica cosa che ci sta a cuore, la cosa che viene prima di tutto e tutti, la Roma. Nessun mai vi amerà più di me». Zac, una coltellata. Daniele De Rossi parla ai tifosi, al mondo calcio, alla vita, a chi chi non c'è più, ringraziando Sensi e Pallotta, poi parla gli amici chiamandoli per nome, da Davide(Astori) a Francesco (Totti), Alessandro (Florenzi) e non solo, anche la compagna Ostia. E' il closing di una lettera lanciata nell'etere, che fa il giro dei siti, dei social e soprattutto dei cuori. E' un po' di giorni che Daniele si sente dire ultimo, al maschile e al femminile: ultimo allenamento, ultima partita, ultima maglia, ultima lacrima e altro, altro ancora preceduto inesorabilmente da quell'ultimo. E non a caso, l'ultima maglia l'ha regalata al suo amico Ultimo, che di mestiere fa il cantautore e, guarda caso, è pure tifoso della Roma. Ultima notte all'Olimpico dopo l'ultima lettera di ieri e chissà, l'ultimo gol di stasera per chiuder il cerchio. L'ultimo cerchio. Ultimo ritiro, ultima protesta contro l'arbitro, si spera anche l'ultimo infortunio, ormai alle spalle, così come tutta la sua carriera nella Roma, lunghissima. E pensare che, a Daniele sarebbe bastata solo una partita con quella maglia. Questo confessa nella lettera, postando la ormai famosa foto in cui lui non è ancora Daniele ma Danielino, con addosso una maglia vintage della Roma, roba da primi anni 90. Scrivendo. «Che te ridi regazzi'? So' felice! Perché sei felice? C'ho la maglietta della Roma. Ma non è che è falsa? Ma no, il numero l'ha cucito mia zia E se te dico che la indosserai più di seicento volte? A me ne basterebbe una di partita. Riguardando questa foto, che ormai conoscete tutti, mi rendo conto di quanto io sia stato fortunato, una fortuna mai data per scontata e per la quale non sarò mai abbastanza grato. È stato un viaggio lungo, intenso, sempre accompagnato dall'amore per questa squadra». L'amore per lui c'è da parte di tanti tifosi, che ieri a Trigoria lo sono andati a salutare personalmente. Il problema è che la follia positiva per lui si riversa negativamente sul presidente Pallotta: a Trigoria, ieri, cori contro Jim, stasera all'Olimpico replica. A seconda se l'appello di De Rossi abbia fatto centro. La lettera finisce con «arrivederci». Quindi di ultimo non proprio c'è niente.


Restano solo dolore e lacrime

IL MESSAGGERO - LIGUORI - Oggi si vota anche all’Olimpico: Daniele De Rossi, numero 16 secco, senza esitazioni o dubbi. Alla fine di una stagione triste, questa Roma ci regala un’altraserata di dolore e lacrime, dopo lo straziante pomeriggio di Francesco Totti, che non dimenticheremo mai più. Non mi sento in grado di aggiungere aggettivi o commenti a ciò che tutti sappiamo su Daniele, siamo tifosi della Roma e ci chiediamo se è giusto che questa proprietà - straniera nel senso più letterale della parola e anche assente - ha davvero il diritto di farci soffrire, umiliando in successione due capitani romani e romanisti. Il taglio di Daniele non è neppure stato preceduto da quell’orribile sceneggiata mediatica che Baldini e Spalletti allestirono per settimane su Francesco. Ricordate? Lo tenevano in panchina, lui entrava e segnava punti decisivi, noi, in fondo, godevamo. Stavolta, si sono evoluti: colpo secco e ciao, alla faccia dei bei modi. La cosa migliore da fare è non dimenticare nulla: ricordiamo di salutare e ringraziare i giocatori, sballottati da questa società. E soprattutto, ringraziamo due allenatori perbene, due veri signori giallorossi nei modi e nella schiettezza: Claudio il Vecchio e Eusebio il giovane. Hanno fatto più di quanto potevano, hanno ereditato solo macerie di mercati assurdi e confusione di obiettivi. Grazie a chi lo merita, Daniele oggi più di tutti. E dei fantasmi di Boston e Londra oggi non ci curiamo.


Ranieri prova a finire in bellezza

IL TEMPO - BIAFORA - Quella di stasera contro il Parma sarà una partita dal sapore triste e amaro non solo per l’arrivederci a De Rossi e l'addio a Ranieri, ma anche per diversi altri elementi della rosa della Roma. Oltre al capitano e al mister anche Dzeko, Manolas, Kolarov e Under sono sul piede di partenza, con la dirigenza intenzionata a regalare una squadra rifondata a Gasperini, fiducioso nel riuscire a liberarsi senza troppi problemi dall’Atalanta. Il bosniaco ha un paio d’offerte, tra cui quella dell’Inter, ed è pronto a salutare la Capitale dopo quattro anni, nonostante a Trigoria qualcuno stia pensando di spalmargli il contratto. In uscita anche l’esterno turco ed il difensore greco, che può liberarsi mediante il pagamento della clausola ed è cercato dal Napoli. Toccherà a Petrachi, che finalmente ha ammesso l’interesse dei giallorossi (“La Roma mi ha cercato in modo molto insistente”), occuparsi delle cessioni entro il 30 giugno e dei rinnovi dei contratti. Guardando al campo Zaniolo è destinato a partire dalla panchina: il giovane di Massa ha vissuto una settimana complicata tra i fastidi al polpaccio e la rapina subita dalla madre ed entrerà a gara in corso. Senza di lui il modulo dovrebbe essere il 4-2-3-1, con il ritorno di Manolas al centro della difesa e la presenza di Cristante in mediana accanto a De Rossi. Davanti, confermati Dzeko, El Shaarawy e Pellegrini trequartista, l’unico dubbio riguarda la fascia destra, con Kluivert favorito su Under. Per il Parma esordio in porta di Frattali, cresciuto nel settore giovanile giallorosso.


De Rossi: ultimo atto, d’amore

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - In 65 mila per salutare De Rossi, all’interno di una serata sobria, come vuole il giocatore. Giro di campo, al termine della partita con il Parma, insieme alla sua famiglia, dopo il bagno di folla vissuto ieri a Trigoria. Con una lettera, il numero 16 ha ringraziati quanti lo hanno aiutato a diventare una bandiera della Roma. E l’ha chiusa con la dedica ai tifosi. “Mai come in questi giorni ho sentito il vostro affetto, ma ora il regalo più grande che mi potete fare è mettere da parte la rabbia e tutti uniti ricominciare a soffiare per spingere l’unica cosa che ci sta a cuore, la cosa che viene prima di tutto e tutti, la Roma”. In sessantacinquemila per una festa sobria, inevitabilmente triste. Tutti i gruppi della Sud hanno chiesto, attraverso un comunicato, di “Dare tutto a livello di tifo per 90 minuti. Fuori la voce per la Roma e per Daniele De Rossi, lasciamo un ricordo indelebile nel cuore di un Romanista come noi”. La gara col Parma di questa sera (ore 20,30) sarà un omaggio al capitano, nella sua ultima partita con la maglia giallorossa, cercando di evitare la durezza delle contestazioni vissute nell’ultima settimana, un saluto che lo vedrà in campo dal primo minuto, prima del giro di campo finale, insieme ai figli e alla moglie. La curva ha preparato una scenografia che rappresenta un’immagine identificativa del numero 16, che, da parte sua, non ha voluto preparare nulla, lasciando alla spontaneità tutto quello che accadrà al fischio finale. È molto provato, De Rossi, ha faticato a scrivere la lettera diffusa ieri dal sito ufficiale del club, fatica a mettere insieme i pensieri e ieri sera si è chiuso tra l’affetto dei compagni, in ritiro, per l’ultima volta, a Trigoria. Prima per lui un bagno di folla, con i tifosi che gli hanno regalato una targa e una maglietta. Occhi gonfi di lacrime, tanta fatica nel guardare in faccia le persone commosse. Stasera la Roma dovrà battere il Parma per provare a entrare in Europa League dalla porta principale, evitando quei preliminari che rischiano di condizionare tutta l’estate. E coltivando quella speranzella al lumicino che — se perderanno tutte le altre — potrebbe regalare il miracolo della Champions. Ma non sembra aria di miracoli calcistici, negli ultimi giorni la città romanista è crollata sotto una nube carica di pioggia (prevista anche per stasera), ma anche di negatività e rabbia. Più si avvicina l’addio e più a prevalere è la tristezza, mentre la Roma, vista l’enorme affluenza (quasi 65mila i biglietti venduti) chiede di arrivare presto allo stadio. I cancelli verranno aperti alle 18, saranno tantissime le nuove maglie già vendute agli store, alle quali da domani sarà possibile attaccare la patch-ricordo con cui i giocatori entreranno in campo stasera. Per quello che sarà un “arrivederci”, come conclusione alla lettera commovente scritta da De Rossinella quale ringrazia tutti. “Nessuno mai vi amerà più di me, arrivederci”, il saluto, di speranza, finale.


La lettera d’amore di De Rossi alla Roma: “Ora restate uniti”

LA REPUBBLICA - PINCI - Negli occhi doveva avere dieci giorni di affetto ricevuto e rabbia: più che la propria, quella di tanti tifosi. Alla fine Daniele De Rossi ha preso una penna e ha scritto ciò che gli veniva dal cuore per raccontare l’emozione dell’addio alla sua Roma: una foto, lui bambinocon una magliettina giallorossa e il sorriso orgoglioso di chi indossa il regalo più ambito. Poi, un dialogo immaginario con il sé adulto: “Che te ridi regazzi’?”. “So’ felice! C’ho la maglietta della Roma”. “E se te dico che la indosserai più di seicento volte?”. Oggi contro il Parma saranno esattamente 616: l’ultima volta, che la Roma celebrerà con un gonfiabile con le sue fattezze, la curva con un manifesto di cinque metri che lo ritrae e bandierine giallorosse, i tifosi con un quadro con il numero 18 - i suoi anni con la Roma - che gli hanno consegnato ieri prima dell’allenamento. De Rossi ha scelto che la lettera fosse pubblicata sul sito della Roma per non rischiare nel magone della lettura allo stadio come Totti: e se quella fu un parto lungo e faticoso, per questa Daniele aveva le idee molto chiare. Un lungo ringraziamento: «Alla famiglia Sensi e a Pallotta», l’unico che compare per cognome. Poi, all’amico fisioterapista Damiano, licenziato pochi mesi fa dalla Roma. A «Francesco», ossia Totti, ieri a lungo con lui nello spogliatoio. Perché «non capita a tutti di giocare 16 anni accanto al proprio idolo. La fascia l’ho ricevuta dalle mani di un fratello. La riconsegno a un altro fratello (ossia Florenzi) che sono sicuro ne sia altrettanto degno». C’è spazio anche per allenatori e compagni, «la mia famiglia», Astori e Ostia, i genitori e i figli «Gaia, Olivia e Noah e soprattutto Sarah», la moglie: «Senza di loro sarei la metà dell’uomo che sono». Le ultime parole sono per i tifosi: «Mai come in questi giorni ho sentito il vostro affetto: mi ha travolto e mi ha riempito il cuore. Mai come in questi giorni vi ho visto così uniti per qualcosa. Ora, il regalo più grande che mi potete fare è mettere da parte la rabbia e uniti ricominciare a soffiare per spingere l’unica cosa che ci sta a cuore, la Roma. Nessun mai vi amerà più di me». E un «arrivederci». Il proposito nero su bianco di tornare a casa sua, un giorno. Magari da allenatore.


De Rossi, il lungo addio è iniziato. La Sud: salutiamolo come merita

CORRIERE DELLA SERA - Il lungo addio è cominciato ieri, fuori dai cancelli del centro sportivo «Fulvio Bernardini». C’erano circa un centinaio di tifosi per salutare Daniele De Rossi, prima dell’ultimo allenamento da calciatore con la maglia della Roma. Tra di loro c’era anche qualcuno che stasera non potrà essere all’Olimpico per la partita contro il Parma (inizio alle 20.30, cancelli aperti dalle 18). L’ingresso dei tifosi dentro Trigoria non era previsto e organizzato, così non sono stati aperti i cancelli. Prima che Claudio Ranieri iniziasse i lavori, alle 16, è stato Daniele De Rossi a uscire per distribuire saluti e abbracci, firmare autografi, concedersi per gli immancabili selfie con i presenti. È stato l’antipasto del saluto che la tifoseria giallorossa gli tributerà stasera, con lo stadio Olimpico esaurito da giorni in ogni ordine di posti.
La Curva Sud ha diramato ieri una nota con le istruzioni da seguire: «Per Daniele, per rendere onoreauno dei figli di Roma, a uno di noi. Cirivolgiamo a tutti voi che popolerete la Curva Sud per seguire minuziosamente le istruzioni dei ragazzi dei gruppi, affinché tutto riesca peril meglio e si possa salutare nel modo che merita l’ultima bandiera che lascia la nostra AS Roma». Bandiere e bandieroni all’inizio saranno ammainati, per dare massima visibilità alla coreografia. «Infine, ma non per ordine di importanza, vi chiediamo di dare tutto a livello di tifo per novanta minuti. Fuori la voce per la Roma e per Daniele De Rossi, lasciamo un ricordo indelebile nel cuore di un Romanista come noi».


Roma vs Parma, le probabili formazioni dei quotidiani

INSIDEROMA.COM - La Roma si appresta a scendere in campo per l'ultima gara della stagione di Serie A, che la vede scontrarsi con il Parma. Nel match contro i ducali, mister Claudio Ranieri, ai saluti come Daniele De Rossi, ritrova dal primo minuto sia Manolas che proprio DDR.

LE PROBABILI FORMAZIONI DEI QUOTIDIANI OGGI IN EDICOLA

LA GAZZETTA DELLO SPORT: Mirante; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; De Rossi, Cristante; Under, Pellegrini, El Shaarawy; Dzeko.

CORRIERE DELLO SPORT: Mirante; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; De Rossi, Cristante; Under, Pellegrini, El Shaarawy; Dzeko.

IL MESSAGGERO: Mirante; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; De Rossi, Cristante; Under, Pellegrini, El Shaarawy; Dzeko.

IL TEMPO : Mirante; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; De Rossi, Cristante; Under, Pellegrini, El Shaarawy; Dzeko.

IL ROMANISTA: Mirante; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; De Rossi, Cristante; Under, Pellegrini, El Shaarawy; Dzeko.


Il doppio ex di Roma-Parma - Abel Balbo

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Abel Eduardo Balbo, nato a Villa Constituciòn (Argentina) il primo giugno di cinquantadue anni fa, è stato un vero simbolo nella storia della Roma e non soltanto per la valanga di reti messe a segno con la maglia giallorossa addosso.

Era l'estate del 1993, infatti, quando l'allora neo presidente romanista Franco Sensi decideva di stupire i propri tifosi regalando loro uno dei centravanti più forti del momento. Il club di Trigoria veniva da un periodo economico assai buio, con il rischio fallimento dietro l'angolo dopo la delicata fase con Giuseppe Ciarrapico al timone della società e, dunque, portare nella Capitale un bomber da 22 reti in 34 partite sembrava ai limiti dell'impossibile.

Proprio per questo, compreso il momento di depressione generale vissuto dall'ambiente a tinte giallorosse, Sensi decise di aprire pesantemente i cordoni della borsa e mettere a segno un colpo clamoroso dall'Udinese, battendo peraltro la forte concorrenza dell'Inter.

Balbo può essere quindi considerato il simbolo di una Roma che stava per rinascere dalle proprie ceneri e che, proprio a partire da quella calda stagione estiva del 1993, iniziava lentamente a costruire ciò che avrebbe portato oltre un milione di persone al Circo Massimo dopo il 17 giugno del 2001.

Il nome di Abel Balbo è indissolubilmente legato a quello di un altro attaccante della Roma di metà anni Novanta, ovvero Daniel Fonseca. Nella mente del presidente Sensi e di Carletto Mazzone, infatti, il binomio d'attacco composto dai due elementi sudamericani avrebbe dovuto fare le fortune della causa giallorossa per molti anni. Tuttavia, se l'argentino effettivamente non disattese le promesse, realizzando circa cento gol nelle cinque stagioni trascorse nella Capitale, altrettanto non si può dire per l'uruguaiano Fonseca, troppo spesso fermato da problemi fisici che ne limitarono l'impiego e le prestazioni.

Sulla carta, comunque, quello composto da Balbo e Fonseca era uno dei tandem d'attacco migliori della Serie A dell'epoca. Non sorprende, quindi, che la meravigliosa Curva Sud, a partire dal 1994 (anno in cui Fonseca raggiunse Balbo a Roma) fosse entusiasta di poter ammirare i due 'gioielli' e avesse coniato il coro:"Con un Balbo così, un Fonseca così, vi facciamo un c..o così"mimando poi agli avversari con tutte le mani possibili le spropositate dimensioni delle suddette 'terga'.

Il rapporto splendido tra Balbo, nel frattempo divenuto capitano e la Roma venne messo in crisi dall'arrivo di Zeman nell'estate del 1997.

Con il gioco del boemo, infatti, l'argentino proprio non si sposava e la situazione tra i due naufragò definitivamente in un pomeriggio di metà marzo del 1998: il fattaccio si consuma poco prima dell'intervallo di un Roma-Bari poi vinto dai giallorossi per 2-1. Konsel è costretto a stendere Zambrotta, lanciato in campo aperto da un clamoroso errore dell'attuale allenatore della Roma Di Francesco e l'arbitro Serena non può risparmiargli il rossoPer far posto al 'numero dodici' ChimentiZeman richiama in panchina proprio Balbo, che rifila al suo allenatore una raffica di insulti tra i quali senza dubbio il gravissimo 'laziale' (visti i trascorsi biancocelesti del tecnico di Praga).

A fine anno, si consuma l'addio.

Balbo lascia Roma con il cuore a pezzi, ma torna nella Capitale soltanto un paio di anni dopo (trascorsi tra Parma e Firenze), principalmente come gentile ringraziamento da parte dell'allora uomo mercato giallorosso Franco Baldini per aver convinto Gabriel Omar Batistuta a sposare la causa romanista durante l'anno vissuto insieme dai due connazionali in quel di Firenze.

La seconda avventura dell'argentino a Roma non è nemmeno lontanamente paragonabile alla prima (non si arriva neppure a dieci presenze ufficiali in due stagioni), ma permette a Balbo di gioire e volare in estasi per uno scudetto atteso da queste parti da tanto, troppo tempo.

Goleador implacabile e 'consigliere romanista': in entrambi i contesti, Abel Eduardo Balbo è stato capace di regalare a tutti i tifosi giallorossi momenti davvero indimenticabili.


Riccardi: il genio giallorosso su cui puntare per il futuro

GAZZETTA DELLO SPORT - Ieri era a Udine, in campo con la Primavera, per aiutare i ragazzi di papà De Rossi a battere l’Udinese. Stasera, invece, partirà dalla panchina guardando un altro De Rossi, stavolta Daniele, nella sua ultima fatica giallorossa. Aspettando poi il momento in cui Claudio Ranieri gli dirà di scaldarsi, nel finale di partita, per prendere proprio il suo posto. Perché nella mente e nel cuore deltecnico giallorosso è proprio lui, Alessio Riccardi, il giocatore giusto per permettere a Daniele di prendersi l’attesa standing ovation. Perché Riccardi è il talento più fulgido del vivaio giallorosso e perché Ranieri, da romano e romanista, vuole che ci sia un passaggio di consegne ideale. Simbolico, anche da idealizzare.


Mirante saluta: «Stagione dura. Era necessaria più continuità»

GAZZETTA DELLO SPORT - Ha preso la Roma nel momento del bisogno: quando Ranieri lo ha preferito ad Olsen, Antonio Mirante ha risposto presente-  Oggi saluterà anche lui. Difficile, se non impossibile, che il prossimo anno sia titolare, ma certo la sua serietà e la sua affidabilità a Trigoria non sono passate inosservate. Oggi  sarà ricordata come l’ultima partita nella Roma di Daniele De Rossi: «Daniele - le parole a Sky di Mirante - è un capitano in cui ci riconosciamo. Speriamo che sia una festa per lui, sicuramente sarà commovente, lo sentiamo parte di noi e penso sia lo stesso anche per i tifosi. È come se uno di loro smettesse di giocare, è difficile immaginare una Roma senza Daniele».  Battute finali dedicate alla stagione della Roma: «Ci è mancata indubbiamente un po’ di continuità. È stata una stagione abbastanza travagliata, abbiamo cambiato allenatore e direttore sportivo. Ma soprattutto abbiamo avuto delle prestazioni altalenanti e questo ha fatto la differenza».


Roma, la lezione di Sir Claudio: orgoglio e appartenenza

GAZZETTA DELLO SPORT - Questa sera saluterà i romanisti per l’ultima volta, Claudio Ranieri riceverà la standing ovation dei 60mila dell’Olimpico e anche tutto l’amore di coloro che non ci saranno. Sir Claudio da Londra e Sor Claudio da Testaccio convivono da anni, lui non più tardi di venerdì scorso si è definito «un allenatore europeo», ma mai come stavolta ha saputo incarnare lo spirito dei romanisti. Ha preso una squadra non sua a due mesi dal termine, le ha ridato dignità e autostima, ma soprattutto non si è fatto problemi, nel momento più difficile, a parlare chiaro. Dentro e fuori Trigoria .E la gente, questo, glielo riconoscerà. Così come gli riconoscerà di essere stato costretto a tenere il timone della nave in un mare a dir poco in tempesta. Pensava, Ranieri, di doversi occupare solo di calcio e calciatori, gli sono bastate poche ore per capire come la situazione, a Trigoria, fosse più compromessa di quello che immaginava. La bomba gli è scoppiata tra le mani la sera del 13 maggio, quando è venuto a sapere che il club aveva comunicato a De Rossi il mancato rinnovo di contratto. L’ha presa malissimo, tanto da non essere presente alla conferenza di addio (anzi, arrivederci) di Daniele, e non si è fatto problemi a parlare di «fulmine a ciel sereno, sia per me sia per lui». Non si è fatto problemi, neppure, a parlare di Trigoria «troppo affollata» e di voci di mercato «nel momento chiave della stagione. Bisognava tenere una linea unica».