Ballottaggi aperti, ora c'è più scelta

Il tecnico sta sfruttando l'intera rosa a disposizione.

Dubbi su entrambe le fasce, Celik e Hermoso per un posto in difesa. Pellegrini sulla trequarti. Ferguson favorito su Dovbyk. Evan non segna da undici mesi con i club.

Fonte - corsport


Una Roma formato Gasperini

L'assorbimento di buona parte dei fondamentali tattici, così come anche l'ottima condizione atletica: il gruppo si avvicina a ciò che vuole il tecnico.

I giallorossi sono terzi in Europa per media dei possessi guadagnati anche nella trequarti. In Italia primeggiano nell'efficacia del pressing. Le temperature alte hanno frenato il gioco contro Torino e Lazio.

Fonte - corsport 


Gasperini in conferenza stampa: "Non è l'ora delle rotazioni, la squadra deve acquisire certezze"

Gian Piero Gasperini, alla vigilia di Roma-Hellas Verona, è intervenuto in conferenza stampa.

Di seguito le sue dichiarazioni. 

A parte Dybala e Bailey sono tutti a disposizione? Che tipo di turnover ha in testa dato che è la 3° partita in 3 giorni?

A parte Bailey e Dybala sono tutti presenti e a disposizione. Non sono mai per un turnover molto ampio, soprattutto in questo periodo in cui c’è bisogno di giocare con continuità e fissare delle situazioni di gioco. La squadra si sta esprimendo meglio di partita in partita. Non c’è alcun problema fisico, quando stai bene puoi tranquillamente giocare. Ci sono 5 cambi a partita in corso, ti garantiscono di avere una squadra competitiva e fresca. Qualche cosa ci può essere in vista anche delle altre partite. La mia intenzione non è di modificare molto la squadra e le sostituzioni ti possono aiutare”.

Sono arrivate 4 vittorie in 5 partite: può essere considerata la sua miglior partenza in carriera? Se lo aspettava?

Non lo so se è la migliore (ride ndr). È una buona partenza sotto il punto di vista dei risultati e della crescita della squadra. Ogni partita abbiamo qualche certezza in più sulle prestazioni dei giocatori. Prima di raccogliere bisogna seminare, i risultati ci aiutano ma ora pensiamo a far crescere la squadra e a giocare meglio. Dobbiamo inserire più giocatori affidabili”.

Su cosa sta lavorando per aumentare la pericolosità della squadra?

“Sugli inserimenti e sulla partecipazione di tutti sia nelle conclusioni sia nelle rifiniture. Il gol di Mancini è importante ed efficace per l’inserimento fatto. Possiamo farlo con più giocatori. L’efficacia della manovra offensiva può portare gli attaccanti ad essere più prolifici”.

Ghilardi e Ziółkowski?

Si stanno allenando bene, arriverà il loro momento. La loro sfortuna e fortuna per la Roma è che hanno davanti 4 calciatori che stanno facendo molto bene e io guardo sempre la squadra. Celik, Hermoso, Mancini e Ndicka sono molto efficaci. Al momento Celik, Hermoso, Ndicka e Mancini sono molto importanti per la Roma e la squadra è sempre più importante del singolo”.

Dovbyk? Nessuno è avanti nelle gerarchie, se la giocano sempre dipende dal periodo e da come stanno. Dovbyk è in crescita sul piano atletico, la sua crescita passa attraverso questo perché fisicamente deve essere in grande condizione per mascherare alcune difficoltà tecniche che ha in questo momento e solo così può migliorare”.

Può cambiare modulo rinunciando a uno dei centrali contro il Verona?
“Valgono entrambi le soluzioni. Cambia la caratteristica del giocatore, ma il tipo di scalata è lo stesso sia per un centrocampista sia per un difensore. Quando sei in un posto da tanti anni è più facile fare variazioni, in questo momento dobbiamo consolidare alcune certezze e migliorarne altre come l’inserimento dei difensori. Il Verona è pericoloso, sarà un altro tipo di partita. Se sei sterile e non hai spinta, energia e forza corri il rischio di perdere. Il Verona ha giocatori veloci e che calciano molto bene. Domani arriviamo da vittorie importanti, dobbiamo avere entusiasmo, forza ed energia di non fare la partita fatta contro il Torino”.

Ha subito soltanto un gol: ha cambiato qualcosa o è merito dei difensori? Sembra ancora la Roma di Ranieri…

“Giudicate voi. Da Svilar a Soulé ci sono molti 8/9 giocatori affidabili e presenti, che rappresentano il nucleo portante di questa squadra. Se riusciamo a inserire Pellegrini, Rensche e Tsimikas meglio ancora, ma il nucleo principale è quello. Il nucleo è affidabile e porta risultati”.

A sinistra c’è qualcosa da sistemare in attesa del recupero di Bailey?
“Non sto pensando a Bailey, dato che è fermo da parecchio tempo”.

El Aynaoui può ricoprire più ruoli a centrocampo? Può essere il momento di El Shaarawy?
“El Aynaoui può fare tutti i ruoli del centrocampo. Dobbiamo andare avanti forte con tutto quello che abbiamo. El Shaarawy è stato il più giovane a esordire con il Genoa, da lui voglio vedere ancora certe iniziative”.

Come sta Pellegrini?
“Ha dato la risposta più di tutti. Nel derby è stato fondamentale”.

Si potrebbe creare un dualismo anche tra Angelino e Tsimikas?
“Angelino è un buon giocatore e non può essere un problema. Tsimikas si è fatto trovare pronto subito e ci sarà molto utile. Non possiamo ammazzare Angelino, giocheranno a seconda delle partite”.


Tullio Gritti: "Gasperini è un visionario. Ci piace il calore dei tifosi romanisti"

Chi ha qualche capello bianco in più, inoltre, lo ricorderà anche da protagonista in campo. Parliamo di Tullio Gritti, l’attuale vice-allenatore della Roma. Di quella stessa Roma incrociata in più di un’occasione da calciatore tra la fine degli Anni 80 e inizi 90. “Ai giallorossi ho fatto tre gol e Tancredi è stato il portiere in Serie A a cui ho segnato di più”.

Centravanti di ruolo, nel massimo campionato ha vestito le maglie di Brescia, Verona e Torino, ma la sua carriera ha conosciuto anche le altre categorie: “Ho sempre voluto la situazione più comoda a livello personale, se avessi fatto altre scelte qualche altra partita in A l’avrei giocata, ma non mi lamento. È andata bene così”. Ed è proprio dai ricordi sul terreno verde che si parte, dato che domenica arriva il Verona, una delle sue ex squadre.

Stadio Flaminio, 25 marzo 1990, Roma-Verona. La ricorda?

“La ricordo eccome perché perdemmo 5-2 e fino a quel momento non mi era mai capitato di subire così tanti gol in una partita con una mia squadra. Noi eravamo in lotta per la salvezza, ma a fine campionato non riuscimmo ad evitare la retrocessione. Di quel giorno ho ancora in mente il calore del Flaminio e della tifoseria romanista”.

Quella fu anche l’ultima partita in cui venne scritto su un tabellino dei marcatori un gol di Bruno Conti. 

“Sì, Bruno fece la prima rete del match, poi la Roma ne segnò altri quattro. Noi accorciammo le distanze solo nel finale con Magrin e Pusceddu. Ricordo che scesi in campo con il mio numero canonico, il 9. Ai tempi la numerazione era ancora dalla 1 alla 11”.

Lei ha vestito la maglia gialloblù pochi anni dopo lo storico scudetto del 1985. Solo cinque stagioni dopo quel tricolore la squadra si ritrovò in B.

“Vero, però l’ambiente non ci ha mai contestato. Capivano che la nostra era una squadra che metteva tutto in campo, anche se il verdetto ci condannò. Verona è una di quelle realtà ideali per fare calcio. Città bella, tifoseria appassionata, facendo le dovute proporzioni una Roma in piccolo. Lì comprai casa. Poi, sono stato molto bene anche a Torino, giocando nel Toro nel 1987-88, dove inizialmente nemmeno volevo andare, stavo bene a Brescia. Ma poi il presidente Baribbi mi convinse ad accettare”.

In granata, peraltro, trovò due gol alla Roma, uno all’andata all’Olimpico, l’altro al ritorno.

“Entrambi a Tancredi. In occasione del gol all’Olimpico, ci fu uno scontro di gioco molto forte tra me e Franco proprio su quell’azione. La palla entrò lo stesso in rete. In quella stagione restammo imbattuti contro la Roma, pareggiando in trasferta e vincendo al Comunale. E la Roma di Liedholm si piazzò terza in classifica, mentre noi arrivammo settimi”.

Gasperini l’ha conosciuto incrociandolo sui campi di calcio o dopo?

“Ci ho giocato contro e gli ho fatto gol, quando lui stava al Pescara… Ma il rapporto vero nasce al Genoa nel 2006. Io ero già lì e facevo parte dello staff di Vavassori, mentre lui fu ingaggiato da Preziosi come allenatore. In un primo momento mi affidarono i fuori rosa della prima squadra, dato che i tesserati erano tanti. Successivamente, lui stesso mi propose di entrare nello staff e da quel momento ho sempre lavorato con lui, eccezione per la parentesi di pochi mesi all’Inter in cui il mister non riuscì a portare con sé tutti i suoi collaboratori”.

E qual è la peculiarità che il mister apprezza maggiormente del lavoro che lei svolge?

“Al di là del lavoro quotidiano sul campo, ci sono stima e fiducia reciproca, ci sono sempre state. E ormai basta soltanto uno sguardo per capirci, senza nemmeno parlare. Lavorare con lui ti arricchisce totalmente. È davvero un visionario, riesce a capire in anticipo cose che altri non colgono. Con lui il calcio lo vedi e lo vivi in tutte le sue sfaccettature. A questo proposito, sa cose disse Tuchel dell’Atalanta?”.

Racconti pure.

“Nel 2021, in occasione del Festival dello Sport di Trento, il tecnico tedesco – che ha allenato solo grandi squadre – raccontò questo aneddoto. Per preparare il quarto di finale di Champions League, nell’anno del Covid, guardò per diversi giorni i video dell’Atalanta. E più andava avanti, più ripeteva la stessa cosa ai suoi collaboratori: “Ma è vero che stanno facendo queste cose?” Più ci studiavano, più si meravigliavano”.

Alludeva alle marcature uomo su uomo a tutto campo? 

“Non solo a questo. E poi questa delle marcature uomo su uomo è una barzelletta. Nel senso che non vedi mai il nostro terzino destro che va a correre dall’altra parte del campo per rincorrere il suo avversario. Uomo su uomo sì, ma nella stessa zona di competenza. In ogni caso il discorso tattico è molto più complesso. La forza di Gasp è stata quella di aggiornarsi sempre, andare avanti, non restare ancorato al suo credo. Io ancora oggi mi meraviglio di alcune sue idee. Ha fatto la storia dell’Atalanta, ma anche del calcio italiano degli ultimi 20 anni, non a caso diversi tecnici hanno riproposto alcuni suoi concetti”.

Com’è stato passare da una piazza come quella di Bergamo a quella di Roma?

“La differenza maggiore è nel sapersi muovere in una realtà così grande, con il traffico della Capitale soprattutto… (ride, ndr) Ma ci stiamo abituando. Ed è stato bello, in questi primi tempi, andare in giro per la città con il mister e raccogliere il calore dei tifosi. Stiamo lavorando bene”.

 


Edoardo Bove al CdS: "Sto lavorando per tornare a giocare. Non riesco a star fermo"

Sono passati dieci mesi da quel 1° dicembre, quando si accasciò a terra durante Fiorentina-Inter. Edoardo Bove sta lavorando per tornare in campo, magari anche in Italia. "Non riesco a star fermo, devo muovermi, gioco a padel, ho la palestra in casa. Il prossimo passo è il ritorno in campo. Bisogna fissare il come, il dove e quando. Chi lo fissa? Edoardo...  - racconta in un'intervista al Corriere dello Sport - Le visite saranno state una decina, molte di semplice controllo, elettrocardiogramma, prove sotto sforzo, holter pressorio, oltre a aritmologiche e a studi elettrofisiologici. Sono preparato. I medici hanno giustamente tutte le cautele... Ci vuole ancora un po’ di tempo, ma sento che si sta chiudendo il cerchio. Stiamo parlando con la Roma. Sono sotto contratto fino a giugno 2028, è ancora lunga". Poi Bove passa a parlare di Mourinho, il suo padre calcistico: "In estate l'ho sentito. José è il mio papà calcistico, si era fatto vivo subito, a dicembre, con mio padre che lo adora". Chiusura di intervista poi su Pellegrini: "Ti confesso che in questi giorni sono particolarmente felice per Lorenzo (Pellegrini, ndr), un ragazzo d’oro, positivo. Lollo è uno che sta sulle sue, è riservato. Forse per questo qualcuno non l’ha capito".


Alla ricerca del gol

Dopo l'ottimo esordio contro il Bologna Ferguson non è riuscito ad incidere.

Domani con il Verona la possibile occasione dal primo minuto per cominciare ad ingranare. Solamente un assist contro il Pisa per l'irlandese che adesso è in cerca della sua prima rete in giallorosso.

Fonte - ilromanista 


La vendemmia di Gasp, ora può scegliere

L’ultima settimana ha lasciato in eredità sei punti e la consapevolezza in Gasperini di una rosa più lunga. Adesso Gian Piero ha più libertà di manovra e studia la Roma anti-Verona, per dare forma ai sogni.

Derby e Nizza hanno ampliato le certezze e ora il mister domani rispolvera lo zoccolo duro. Da Rensch a Tsimikas, passando per Pellegrini. El Aynaoui e Celik: ora la rosa si è allargata. Cristante e Ferguson pronti a tornare titolari. La Roma viaggia a due fasce alternate.

Fonte - ilromanista


Tutte le strade ora portano a Pellegrini

Il derby e Nizza lo hanno rigenerato.

Pellegrini titolare contro il Verona. Gasperini ritroverà anche Wesley. Hermoso-Celik è il ballottaggio in difesa.

Fonte - corsport


Inizio di stagione importante per Soulè. Lo dicono anche i dati

Che inizio stagionale per Soulé! L'argentino è primo nella Roma per occasioni create in campionato (11, quarto in Serie A) e precisione nei cross (7, quarto in A). A confermare l'aggressività a tutto campo richiesta da Gasp c'è il dato suoi palloni recuperati: il numero 18 è quarto in campionato con 24. Soulé, infine, è secondo in Serie A per passaggi completati nella trequarti offensiva (67): solo Barella (69) ha fatto meglio.

Fonte dati: Squawka


Ndicka, l'imprescindibile

Qualità e leadership, Ndicka è un giocatore fondamentale per la Roma di Gasperini.

Il centrale difensivo è diventato essenziale e per questo peserà tantissimo la sua assenza di un mese per la Coppa d'Africa. Gli occhi delle big d'Europa sono puntati su di lui. Valore 40 milioni.

Fonte - corsport


Evan e Artem, la staffetta del digiuno

Ferguson e Dovbyk ancora a zero gol stagionali.

I due centravanti lavorano per la squadra ma non riescono a rendersi pericolosi in zona gol. Col Verona la nuova occasione da non sbagliare.

Fonte - corsport


Bailey e Dybala si rivedranno dopo la sosta

Secondo quanto riporta il Tempo, serviranno ancora più di tre settimane per vedere in campo Leon Bailey. Appuntamento a dopo la sosta per la prima convocazione che è prevista per il 18 ottobre in vista di Roma-Inter.

Dybala probabilmente farà lo stesso percorso.