Muro De Rossi subito rifatto

GAZZETTA - Cancellato e ridipinto: è il destino del murale dedicato a Ostia a Daniele De Rossi, che un anziano comunista aveva danneggiato. «Credevo fosse di Casa Pound», si è scusato il 92enne. E il ritratto è stato ricalcato nel giro di poche ore.


De Rossi al bivio finale

IL TEMPO - AUSTINI - Ci siamo. Ancora pochi giorni, al massimo una decina, e il primo grande nodo della Roma del prossimo anno verrà sciolto: il club e De Rossi stanno per decidere se continuare insieme o separarsi. Una scelta di portata storica che, tra rifiuti di Conte, altri allenatori da contattare, incroci fra direttori sportivi e nubi varie sta passando in secondo piano mediaticamente. Ma in realtà è la più urgente da prendere. C'è un motivo e una data: il 26 maggio - salvo anticipi ancora da definire - all'Olimpico si gioca Roma-Parma e senza il rinnovo di contratto ancora in sospeso quella, ad oggi, potrebbe essere l'ultima partita del capitano con la maglia della sua vita. Sarebbe un altro addio lancinante a due anni dall'incredibile Totti-day col Genoa e l'eventuale celebrazione non si può certo improvvisare. Anche per rispetto dei tifosi pronti a riempire lo stadio. Col cuore a pezzi. Ma non è ancora detto che l'intensa storia di De Rossi da calciatore della Roma si chiuda tra due settimane. Una sola, al momento, la certezza scaturita dai pensieri del centrocampista: si sente calciatore a tutti gli effetti e continuerà a giocare almeno un'altra stagione, forse due, nonostante quest'anno in campionato abbia saltato 20 partite per infortuni vari. Quindi, qualora non dovesse trovare un accordo con la società giallorossa, lo vedremo vestire una maglia diversa, molto probabilmente all'estero.

Una scelta comunque complicata e prima di mettersi a cercare una nuova casa De Rossi vuole capire una volta per tutte quali siano le reali intenzioni della Roma. Il momento non è esattamente dei migliori: deve trattare il rinnovo con un direttore sportivo in uscita -Massara - coadiuvato dal Ceo Fienga. Con Pallotta di persona non ci parla da mesi e il presidente non ha intenzione di presentarsi a Roma a breve, anche se l'ultima parola dovrà essere per forza la sua come accadde con l'ultimo prolungamento di Totti. Oltre al lato economico da discutere, De Rossiaccetterebbe di continuare a Trigoria solo se non fosse considerato un peso e preferirebbe non «trascinarsi» per un'altra stagione. Il suo incubo di sempre è quello di andar via e vedere la Roma vincere da lontano, per questo ha seguito con grande attenzione la trattativa con Conte: l'arrivo del suo ex ct (o di uno alla Sarri) gli avrebbe tolto qualsiasi dubbio, ora cerca di capire chi sarà l'allenatore del futuro per intuire le prospettive della squadra e personali. A breve le parti si vedranno per la decisione finale. O firma, o addio: sono i giorni chiave. In caso si decidesse per la dolorosa separazione tornerebbe d'attualità l'opzione della Major League americana, dove De Rossi da tempo pensa di andare a chiudere la carriera. Nei mesi scorsi Mino Raiola ha raccolto, in autonomia, un'offerta per lui dai Los Angeles Galaxy dove ha già portato Ibrahimovic. L'agente del centrocampista resta Sergio Berti, col quale continua a confrontarsi. Intanto domani Daniele tornerà a guidare la Roma contro la Juventus. Una sfida speciale, stavolta di più.


Ranieri si defila: "Vado via a giugno"

IL TEMPO - BIAFORA - Tre mesi sul ponte di comando e poi l'addio. Ranieri, nella conferenza in vista della Juventus, ha ribadito ancora una volta le sue intenzioni per il futuro, spiegando che nel raccogliere l'eredità di Di Francesco ha compiuto un gesto d'amore: «Sono venuto perché Roma mi ha chiamato e essendo un tifoso sono arrivato con tutto l'entusiasmo e la buona volontà. Una volta firmato il contratto avevo già deciso. Sapevo che ero venuto qui nel momento di bisogno. Fi-nito il campionato finisce il mio lavoro». Chiusa la parentesi sul proprio avvenire, il tecnico di Testaccio ha confermato il pensiero di Pallotta sulla necessità di costruire un impianto di proprietà che permetta di ridurre il gap con i bianconeri, che da otto anni dominano in Italia: «Per le top squadre la Juve è un grossissimo punto di riferimento. Per questo per la Roma è vitale avere lo stadio di proprietà, poi potrà cominciare la rincorsa su di loro. Senza lo stadio avrà grosse difficoltà».

Guardando al campo Ranieri ha chiesto ai suoi una reazione d'orgoglio per i tifosi: «Siamo lì per la Champions, non dobbiamo lasciare nulla d'intentato. La cosa più importante è non avere il rammarico di queste tre partite. Diamo il massimo, poi tireremo le somme». Riflettendo sui singoli l'allenatore giallorosso ha elogiato Zaniolo per l'impegno profuso, spiegando con le difficoltà in fase difensiva lo scarso impiego di Under: «È normale che Nicolò non sia sempre al 100%. Negli ultimi giorni lo vedo rinfrancato, determinato e voglioso. Cengiz non può restare avanti, deve chiudere la squadra e migliorare l'aspetto di perdita di palla». Ranieri non ha voluto dare alibi al gruppo per la prestazione con il Genoa, nonostante il chiacchiericcio esterno: «Il bailamme c'è in ogni società e in ogni squadra, fa parte del calcio. Gli addetti ai lavori devono essere concentrati sul lavoro e avere il focus sulla partita».

Sul fronte ds continuano le dichiarazioni di Cairo su Petrachi: «Rimarrà con me fino al 2020, non c'è problema». Il presidente del Toro per accettare le dimissioni del dirigente già al lavoro per Pallotta vuole un indennizzo, che potrebbe arrivare intavolando una trattativa per Nkoulou o Sirigu, giocatori che il leccese vorrebbe portare con sé alla Roma. Per avere un quadro più chiaro bisognerà attendere il termine del campionato.


Juve, attacco alla Roma: Zaniolo resta un sì, Dzeko no, Manolas forse

CORRIERE DI TORINO - Aspettando novità sull'allenatore, la Juventus pensa sempre al mercato perché su piazza ci sono calciatori dal talento indiscutibile che sarebbero trasversali a qualsiasi progetto tecnico, a prescindere dal nome del nuovo allenatore della Juve. Se nuovo sarà. E nella trasferta di Roma di domani i bianconeri si ritroveranno faccia a faccia con alcuni obiettivi di cui alla Continassa si è già ampiamente dibattuto, arrivando anche a sentenze definitive. Tra i calciatori giallorossi, uno di quelli che convince di più è Nicolò Zaniolo (...). Le certezze sono due. La prima: il calciatore piace alla Juve almeno quanto la Juve piace a Zaniolo. La seconda: Paratici ne ha già parlato in più di un’occasione con l’agente Claudio Vigorelli. Oltre questo, ancora, non si è andati ma alla Continassa osservano con grande attenzione ciò che accade sul fronte rinnovo. Zaniolo è sotto contratto con la Roma fino al 2023 con stipendio da 700 mila euro netti a stagione (...). La trattativa con Zaniolo e con la Roma potrebbe svilupparsi anche tra qualche mese, con vista 2020; Tottenham permettendo. Intanto, a proposito di chiamate, una è arrivata a Torino da Roma e risale allo scorso gennaio. I giallorossi alzarono la cornetta per offrire Edin Dzeko  ma la Juvepreferì non andare oltre rifiutando la proposta giallorossa ripetuta qualche settimana dopo quando i capitolini provarono l’assalto a Gonzalo Higuain in vista della prossima stagione. Anche in quel caso, nonostante il Pipita sia considerato un esubero dalle parti della Continassa, la Juve buttò giù il telefono, non interessata all'attaccante bosniaco, neanche come parziale contropartita per l’argentino. (...) La Juve sta valutando da qualche settimana Kostas Manolas. Il greco è un profilo che al momento non è in prima fila. I bianconeri sperano sempre di arrivare a Matthijs de Ligt o Raphael Varane. (...). Dal punto di vista economico, Manolas rappresenta una buona occasione (clausola da 36 milioni pagabile in due rate) ma il profilo comportamentale del calciatore desta diversi dubbi in seno alla dirigenza della Juve che dopo aver detto sì a Zaniolo e no a Dzeko ha messo un grosso punto interrogativo sul difensore centrale greco. (...).


Betty Bavagnoli vince la Panchina D'Oro del calcio femminile (Foto)

Il premio per la Panchina D'oro del calcio femminile va a Betty Bavagnoli. La cerimonia si è svolta questa mattina a Coverciano e l'allenatrice della Roma femminile è stata la più votata dai colleghi per aver portato la squadra in quarta posizione. Il profilo twitter del club giallorosso si congratula: "Complimenti coach!".
James Pallotta si unisce: "Congratulazioni alla coach Betty Bavagnoli per l’assegnazione della Panchina D’oro. Betty ha fatto un lavoro straordinario nel corso della prima stagione dell’ASRoma nel calcio femminile e siamo molto orgogliosi di lei, delle nostre calciatrici e di tutto lo staff".


Florenzi: "Dobbiamo mettere un punto e ripartire"

Alessandro Florenzi parla a Sky Sport. Alla vigilia di Roma-Juventus che si giocherà domani all'Olimpico, il giallorosso dichiara:

"Forse il momento più emozionante sono state le partite contro Barcellona e Liverpool l'anno scorso, è stata un'emozione, speriamo di tornare a giocarle presto. L'anno scorso abbiamo fatto una grande stagione, con l'exploit in Champions League, cercheremo di fare meglio il prossimo anno. Contro la Juventus sappiamo che è una partita speciale ma vale 3 punti. Ci sono molti aspetti che portano la Juventus più avanti di noi, dobbiamo mettere un punto e ripartire. Penso sia stata la peggiore stagione delle ultime 6. Potevamo fare meglio in alcune partite, c'è rammarico".

Cos'ha di speciale Cristiano Ronaldo?
"Vedo nei suoi atteggiamento la voglia di dimostrare di essere il migliore o di provare ad esserlo, la voglia che ha di migliorarsi".

Vale anche per Messi?
"Potrei paragonarli a Stephen Curry e LeBron James, a Nadal e Federer. Sono due cose differenti: uno è un dono del Signore, l'altro è dato dal lavoro e dalla costanza. Fanno cose istintivamente".

Totti?
"Nell'arco della carriera gli sono state fatte domande sullo stadio, se continuo così faccio la fine di Francesco...Penso che i tifosi e la società abbiano il diritto di uno stadio proprio per sostenere la Roma".


Il doppio ex di Roma-Juventus – Gigi Del Neri

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – L’incontro tra Luigi Del Neri, ex allenatore del ‘Chievo dei miracoli’ e la Romanon nasce sotto una buona stella. E non c’entra nulla il campo che, anzi, aveva sino ad allora dimostrato come il 4-4-2 del tecnico di Aquileia potesse portare bel gioco e buoni risultati.

Siamo a settembre del 2004, quando i giallorossi si trovano a dover cercare il terzo (sì, avete letto bene) allenatore della stagione appena iniziata; Prandelli ha lasciato in estate per stare accanto alla moglie gravemente malata, mentre l’ex ‘tedesco volante’ Rudi Voeller se n’è andato sbattendo la porta dopo neppure un mese a Trigoria per colpa di uno spogliatoio a dir poco in subbuglio.

Il mercato degli allenatori non offre molto in quel momento.

Il nome più rilevante è proprio quello di Del Neri, il quale però fa parte della scuderia GEA, società con a capo Alessandro Moggi, figlio di quel Luciano fino ad allora nemico giurato della Roma di Sensi e, in particolare, del suo direttore sportivo Franco Baldini.

In molti, tra tifosi e non solo, storcono il naso.

Alla fine, però, non appaiono all’orizzonte alternative valide e Baldini cede: il 29 settembre del 2004 Del Neri diventa il nuovo tecnico dei giallorossi.

Ai più accecati sostenitori della ‘Maggica’ pare un segno di resa verso il ‘palazzo’. Ma tant’è. La Roma ha bisogno di un allenatore bravo e l’ex Chievo pare essere il nome più spendibile in tale fase storica.

Ciò che lascia maggiormente perplessi, semmai, riguarda il fatto che Del Neri soltanto un paio di mesi prima non abbia fatto nemmeno in tempo a debuttare in panchina con il Porto Campione d’Europa in carica poiché esonerato a causa di rapporti tesi con i ‘senatori’ della squadra portoghese.

Per una situazione come quella dello spogliatoio romanista, sembra il requisito peggiore.

Del Neri si presenta affermando che, ovviamente, si tratta della “opportunità più importante della mia carriera”.

Il 3 ottobre l’ex Chievo debutta all’Olimpico contro l’Inter, conducendo la squadra ad un pirotecnico 3-3 contro i nerazzurri del nuovo corso targato Roberto Mancini. Due settimane dopo, i giallorossi conquistano tre punti sul campo del Livorno e sembra finalmente si sia riusciti ad imboccare la strada giusta.

Ma non è così.

La stagione è tra le più disgraziate che si ricordino nella Capitale e fioccano nuove sconfitte contro avversari tutt’altro che blasonati.

Il 14 novembre del 2004 sembra si possa arrivare ad un nuovoclamoroso cambio in panchina.

Dopo tre giorni dall’incredibile sconfitta casalinga contro l’Udinese di Spalletti (0-3), la Roma cade anche aReggio CalabriaIl Romanista titola“Aridatece la Roma!”.

La situazione è delicatissima, con la squadra ad un solo punto dalla serie B.
Del Neri, che dovrebbe metterci la faccia, non va nemmeno in conferenza stampa. Al suo posto si presentaBaldini, che afferma“La squadra si è impegnata, adesso stiamo uniti”.
A gettare benzina sul fuoco, però, ci pensa Montella“È crisi, questa squadra è senza identità, troppi ragazzini”. Per Totti, invece, “è il momento più brutto da quando sono alla Roma”.

Fortunatamente, le cose sembrano assestarsi, con dieci punti conquistati nelle successive quattro partite, prima di un nuovo, pesante crollo nel derby dell’Epifania del 2005.

Si va avanti, così, tra alti e bassi fino alla conferenza stampa del 4 marzo. E’ l’incontro con i giornalisti che precede la sfida attesa da tutto il pubblico romanista sin dalla precedente estate: tornano a Roma i ‘traditori’ Capello, Emerson e Zebina.

Incalzato sull’argomento, Del Neri risponde“Non sono abituato a prendere posizioni nette nella mia vita”.E’ la pietra tombale sulla sua esperienza capitolina.

La Roma viene (stranamente) defraudata nella sfida del giorno seguente contro la Juve della ‘triade’ e perde malamente una settimana dopo pure a Cagliari (3-0).

Finisce qui l’esperienza giallorossa di Del Neri.

Un passaggio nella vita del tecnico, a sentire le sue parole oggi, molto doloroso: “A Roma sono andato vicino alla depressione”.

Dillo a noi, Luì.


Giampaolo: "Il mio futuro? Ne dovrò parlare col presidente e ci confronteremo"

Marco Giampaolo, allenatore della Sampdoria, ha parlato alla vigilia della sfida casalinga contro l'Empoli, trattando anche il tema riguardante il suo futuro che molti vedono sulla panchina della Roma. Queste le sue dichiarazioni:

"Del futuro parleremo quando sarà il momento. Abbiamo detto fra due settimane, fra Chievo e Juentus ci incontreremo e parleremo".

Quindi non ci sono stati incontri?
"Non ho detto questo. Ho detto che dovrò parlare col presidente e ci confronteremo. Io credo che tutti devono avere sempre motivazioni per fare uno step in più per migliorarsi. L'ordinario ci appiattisce e l'ordinario non mi piace. Avremo modo di confrontarci, di parlare e di decidere con grande serenità. Con la società non ho nessun problema e non rimprovero nulla. Alzo l'asticella con me stesso, i tifosi la alzano perché sono esigenti. Vediamo, ci confronteremo con grande serenità. Nessuno alza i toni".


Zidane: "Llorente? Dopo 2 anni, ha bisogno di giocare"

Zinedine Zidane, allenatore del Real Madrid, era presente oggi in conferenza e, tra i vari argomenti, ha parlato anche del centrocampista Marcos Llorente. Il giocatore interessa a diversi club europei tra cui la Roma. Queste le dichiarazioni del tecnico francese: 

"Un mese fa ho detto che l'ho sempre amato come giocatore. Ma dopo due anni ha bisogno di giocare, lo merita. Devo essere onesto con i calciatori. Ha giocato bene nel suo anno all'Alaves dove ha avuto continuità. Nessuno può dirmi che non gli ho dato la possibilità di giocare, ha giocato di meno perché ci sono molti giocatori importanti. In una squadra ci sono sempre giocatori che giocheranno di meno rispetto ad altri".


A. De Rossi: "Sampdoria ottima squadra. Teniamoci questa crescita mentale e caratteriale"

Alberto De Rossi, tecnico della Primavera giallorossa, è stato intervistato da Roma Tv alla vigilia della sfida contro la Sampdoria. Queste le sue parole:

"Abbiamo qualche defezione, ci sono ragazzi tornati dalle nazionali con qualche problemino e qualche botta di troppo. Conto almeno di riportare in campo quelli che hanno giocato l'ultima partita, che non era semplice. Teniamoci questa crescita mentale e caratteriale, contro la Fiorentina, con un uomo in meno, c'è stata l'esplosione della squadra, che ha lottato per difendere un punto importantissimo".

La Sampdoria?

"Ottima squadra, inspiegabilmente sotto in classifica. Hanno preso pochi gol, ma ne hanno fatti comunque poco. Rimane comunque una grande squadra, che sa giocare a calcio, con importanti individualità. Loro si giocano la salvezza ma noi il terzo posto, che è veramente importante".


Serie A, Atalanta batte Genoa 2-1 e continua a sognare

Nell'anticipo delle 15 di Serie A l'Atalanta ha battuto il Genoa per 2-1.
Si è deciso tutto nel secondo tempo con i nerazzurri che in sette minuti hanno chiuso il match. Dapprima, al 46', è arrivato il vantaggio di Barrow appena entrato in campo; con il raddoppio al 53' firmato da Castagne. Solo nel finale di match, 89', è arrivata la rete della gloria rossoblu firmata da Pandev.


Serie B, vittoria del Lecce che torna in A dopo sette stagioni

Dopo il Brescia anche il Lecce ritorna in Serie A, dopo sette stagioni d'assenza. Un'impresa storica quella del Lecce e di Liverani, che ha guidato i giallrossi in una doppia promozioni in due stagioni: dalla C alla B e dalla B alla Serie A. Nulla da fare per il Palermo che, come la scorsa stagione, dovrà giocarsi la promozione ai Playoffs.