La parabola del buon Pastore: “Eravamo quasi morti, adesso sembriamo un'altra squadra”

INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI – La vittoria col Cagliari ha sancito il ritorno in grande stile di Javier Pastore. L’ultima da titolare in campionato ben 7 mesi fa, il derby con la Lazio, poi il nulla, se non brevi e deludenti apparizioni costellate da una serie infinita di acciacchi fisici. L’argentino si prende la scena e mostra tutto ciò che i tifosi aspettavano da tempo: classe, personalità, idee. Il Flaco torna persino a segnare (sfiorando la doppietta) e, nonostante i pochi minuti giocati, è al suo quarto centro stagionale. Si vede che l’Olimpico ispira Pastore, perché tutti i gol sono stati realizzati in casa 

L’argentino potrebbe essere l’ultimo asso nella manica di Claudio Ranieri che, dopo l’intuizione Mirante, la rinascita di Fazio e la fiducia data a Kluivert (autore dell’assist proprio per il numero 20), ha rilanciato l'ex PSG come titolare nello stupore generale, riscattandolo da mesi di polemiche e delusioni. Pastore era infatti nella lista nera dei supporters giallorossi, numero uno dei tanti pacchi rifilati dall’ex diesse Monchi. Ed è proprio la tifoseria a sventolare bandiera bianca all’argentino. All’annuncio delle formazioni, al suo nome sono piovuti fischi, ma la sua uscita dal campo è stata accompagnata da una vera e propria standing ovation. Ed è proprio a loro che si è rivolto il numero 27 al termine del match: “Non posso dire niente ai tifosi, solo ringraziarli. Mi sento un po' in debito perché sono venuto per fare altro ma gli infortuni non me l'hanno permesso". 

Limpida anche l’analisi della condizione generale della squadra e, nella serata del suo riscatto, non risparmia una stoccata – neanche troppo velata – all'ex tecnico Di Francesco“Mi sono infortunato subito e poi non ero più un'opzione per l'allenatore che c'era prima. Sono stato messo da parte per mesi e non sono stati facili, ma mi sono allenato alla pari per tornare il prima possibile. Ranieri non parla tanto coi giocatori ma fa capire quello che vuole. Eravamo quasi morti, adesso sembriamo un'altra squadra. Il mister ha capito i momenti di tutti e li ha cambiati". 


Pastore, con il Cagliari possibile ritorno in campo

INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – 2 Marzo, l’ultima volta in campo di Javier Pastore. Era il giorno del derby, perso malamente dalla Roma e da quel momento dell’argentino, solo tante voci, tra mercato e tribuna. Quel giorno, uno spezzone di gara quasi in trasparenza e un litigio in panchina con Di Francesco, che gli è costato l'allontanamento (con infortunio al seguito) da Porto-Roma. Mandato via DiFra, per Javier è cambiato davvero poco, anzi forse la situazione è pure peggiorata: cinque partite saltate per infortunio e due in panchina, totale dal suo arrivo a oggi, quattordici presenze - 644 minuti complessivi - due gol e un assist. Pochino per chi doveva ribaltare il centrocampo nel segno della qualità, delle idee. La mezz'ala non è riuscito a farla, il trequartista nemmeno, lo abbiamo visto anche (e male) da centravanti di movimento, sempre senza continuità. Ora, per mancanza di avversari, torna alla ribalta il suo nome per il ruolo che sente suo, quello dietro le punte: assenti Cristante, Zaniolo più De Rossi, chi gioca sulla trequarti nel 4-2-3-1? Oppure Ranieri valuterà l'idea di rimettersi 4-4-2 (o 4-4-1-1) con una seconda punta vicino a Dzeko e non un trequartista? Il dibattito è aperto. Vediamo le varie opzioni, con i pro e i contro.

LE IDEE PER IL CAGLIARI - Pastore, senza dubbio, è un'opzione in corsa, Ranieri lo sta studiando e valutando in questi giorni. Lui è a posto fisicamente e una chance pensa di meritarla. Ma Ranieri, che non vuole fare esperimenti in questa fase decisiva della stagione, ieri è stato chiaro e sta studiando altre soluzioni possibili. L'alternativa giusta. L'ipotesi più facile, anche se in passato non ha dato risultati entusiasmanti, è riproporre Schick vicino a Dzeko, in una sorta di 4-4-1-1 (quello contro la Spal, tanto per ricordare). Schick o Pastore (in corsa) per il Cagliari, insomma: la strana coppia da recuperare e rivitalizzare. Ranieri, appena arrivato, aveva puntato molto sul ceco, che ha risposto solo a intermittenza, come spesso gli è accaduto durante tutto il soggiorno romano. L'occasione si ripresenta e la scelta potrebbe cadere su di lui, magari pensando a Dzeko più trequartista che centravanti, con Schick a fare la punta. Patrik nelle sette gare con Ranieri, solo due volte è rimasto a guardare, con Fiorentina e Inter, le altre in un modo o nell'altro è sempre stato impiegato, segnando pure un gol, che sembrava ben augurante, nella prima ranieriana contro l'Empoli. Con la presenza di una seconda punta al fianco di Dzeko, il resto dell'attacco dovrebbe essere composto da El Shaarawy e Under, oppure Kluivert.
Un'altra ipotesi, provata in questi giorni, per non cambiare troppo fisionomia della squadra e lasciare un po' tutti al loro posto è: alzare in mediana Florenzi e schierare il tridente classico, composto da Under, Dzeko ed El Shaarawy. In questo 4-3-3 difranceschiano, Pellegrini agirebbe da mezz'ala, pronto ad alzarsi dietro le punte in alcune fasi della partita, Nzonzi sarebbe il centrale. Juan Jesus ha già dimostrato di poter, all'occorrenza, fare il terzino destro (l'ha fatto con l'Udinese), e Florenzi si è sempre reso disponibile ad agire in vari ruoli, questa poi è la posizione che ricopriva all'inizio della sua avventura in giallorosso. Meno probabile vedere Perotti - che non ha ancora i 90 minuti nelle gambe - dietro Dzeko, così come El Shaarawy (con uno tra Diego e Kluivert nel ruolo di esterno sinistro alto). E Coric? Ranieri è stato chiaro: non viene preso in considerazione per l'undici titolare, come sempre in quest'annata piena di contraddizioni, cominciate proprio con i tanti trequartisti acquistati a un allenatore che non sapeva cosa farsene. Tra un’idea ed un’ipotesi, un’unica certezza, oggi con il Cagliari esiste solo un risultato, la vittoria.


Mercato bollente: Tonali, Pellegrini e ora anche Chiesa

GAZZETTA DELLO SPORT - LAUDISA - Il clamore delle grandi trattative è ancora lontano, ma le mosse incrociate di Inter e Juventus fanno già rumore: a prescindere dagli obiettivi (più o meno concreti) in comune. Pensi a Federico Chiesa o a Sandro Tonali e t’imbatti nelle immancabili schermaglie di Beppe Marotta e Piero Ausilio in antitesi a quelle di Fabio Paratici sulla sponda opposta. Vista con superficialità potrebbe sembrare la solita minestra, resa bollente dalla storica rivalità tra le due società. Invece stavolta va in onda una trama differente, con i dirigenti impegnati in una sfida personale sulle due sponde. Del resto sia Marotta che Paratici devono dimostrare di poter fare a meno l’uno dell’altro. E questo comprensibile moto d’orgoglio permette di apprezzare il lato umano di vicende che ormai siamo abituati a leggere (purtroppo) con la lente del cinismo.

CONTROFFENSIVA Non sfuggirà come proprio l’approdo di Marotta in nerazzurro sia stato il segnale di una novità significativa per il nostro calcio. Nel momento più aureo del dominio della Juventus, da Milano parte una controffensiva ben congegnata: con il preciso intento di programmare un futuro ambizioso. L’attuale strapotere tecnico bianconero va (ovviamente) di pari passo con il differenziale economico tra le due società. Un vantaggio ormai considerevole, frutto in maniera evidente delle capacità gestionali del club di Andrea Agnelli. Ma quel divario è anche l’effetto delle fragilità patite dai nerazzurri dal Triplete in poi. L’eclissi dell’era-Moratti e i tentennamenti della gestione Thohir, e il club di Corso Vittorio Emanuele è rimasto inghiottito tra le pene del fair play finanziario.

IL SOGNO CHIESA Invece il contratto triennale all’ex a.d. della Juve vale come una firma sul futuro. Senza frenesie la proprietà cinese intende colmare quel gap e vede nel mercato una delle strade per accelerare senza follie. Lo scatto per Godin è stato il primo avviso ai naviganti, ma nel frattempo sono nati altri fronti ancor più importanti. Prendiamo il caso di Federico Chiesa, da almeno un anno nel mirino della super-potenza torinese. In passato l’Inter non ha mai potuto affondare i colpi per intavolare un discorso economico con i Della Valle. Strada facendo, però, qualcosa è cambiato. Innanzitutto il ritorno in Champions League restituisce ai nerazzurri ciò che avevano perso negli ultimi tempi. E in ogni caso, ora come ora, Marotta e Ausilio possono permettersi anche di mettersi in vetrina con il preciso intento di rendere la vita difficile ai rivali.

LA CLAUSOLA-PELLEGRINI Una strategia che la stessa Juve porta avanti da tempo e con successo. Paratici si siede su tutti i tavoli più interessanti anche con il solo scopo di far alzare i prezzi. E indurre i concorrenti a scappare. Certo, la partita per la stella viola è troppo importante per immaginare svolte in tempi brevi. I colpi di scena mettiamoli in preventivo. Anche sul conto di Lorenzo Pellegrini: potrebbe nascere un duello per il centrocampista, l’altro giallorosso che si può ipotizzare in uscita, grazie ad una clausola da 30 milioni.

E SE ARRIVA CONTE... Allo stesso modo Inter e Juve stanno usando tutte le armi diplomatiche per conquistare la pole nella rincorsa a Tonali, il pezzo pregiato del Brescia che guida la volata per il ritorno in A. Il centrocampista è incedibile: Cellino ha spostato l’orologio delle trattative al 2020. Ma ciò non placa i suoi estimatori e non ci sarà da sorprendersi se nasceranno nuove scaramucce nelle prossime settimane. Come quelle di gennaio, quando sia Inter che Juve si erano interessate al baby del Chievo, Emanuel Vignato, fresco di convocazione per lo stage azzurro di lunedì. E la tensione potrebbe ulteriormente salire se a fine stagione si concretizzasse anche l’approdo di Antonio Conte alla Pinetina, al posto di Luciano Spalletti. Allora sì che la sfida sarebbe totale: non c’è bisogno di aggiungere altro.


Roma, Conte apre: "Io in giallorosso? Vediamo". E la città sogna

GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Il sole del Salento dovrebbe allungarsi fino a Roma, spazzando via quella fastidiosa pioggerellina che ieri ha fatto spesso capolino tra il Colosseo e il Cupolone. Almeno così dicono gli esperti di meteo, almeno così sperano in tanti nella Capitale. Perché quel sole lì, quello salentino, sta facendo sognare i tifosi giallorossi molto di più di quello romano di questi giorni. E pazienza se oggi pomeriggio all’Olimpico c’è Roma-Cagliari, una Champions League da inseguire e un futuro tutto da disegnare. Roma ribolle di attesa per altro e quell’altro si chiama Antonio Conte. L’uomo che potrebbe ricolorare tutti i sogni giallorossi e che, di colpo, è diventato l’argomento principale in quasi tutti gli angoli della città. Bar, ristoranti, piazze o anche semplici chat, nell’era della comunicazione moderna. La domanda un po’ ovunque è sempre la stessa: «Ma arriva davvero?». Difficile, ma sognare è lecito e anche giusto. Nel frattempo, però, c’è da battere il Cagliari, ma a quello ci dovrà pensare Ranieri.

IN SPIAGGIA Conte in questi giorni è a casa sua, nel Salento appunto, dove si sta godendo degli squarci di sole che sembra già estate. Intercettato da una tifosa giallorossa (e collaboratrice de «laroma.info») sulla spiaggia di Porto Cesareo, ad esplicita domanda su un suo possibile sbarco in giallorosso l’ex tecnico di Juventus e Chelsea ha risposto con un «Vediamo, vediamo...» che ha incoraggiato i sogni di una città intera (almeno la parte romanista). Incalzato subito dopo anche da tifosi del Milan, Conte ha sorriso apertamente anche quando la stessa tifosa della Roma gli ha rimarcato che «da noi si vive meglio che a Milano o Londra». Uno sketch da spiaggia, non è altro che quello, ma tanto basta a Roma in questi giorni per far volare un po’ tutti con la mente anche oltre i sogni, anche oltre le nuvole. Soprattutto dopo che il filone tra la Roma e Gianluca Petrachi (amico di Conte) è diventato caldissimo. Insomma, l’assioma generale è che se arriva Petrachi il passo per Conte è breve. Che ci può anche stare, ma non è poi così matematico come si pensa. E si spera, appunto.

ALLO STADIO In tutto questo, in una città che vola con la testa e con la mente al futuro, c’è anche un presente che conta eccome. E quel presente si chiama appunto Cagliari, la sfida di oggi pomeriggio che la Roma ha sostanzialmente l’obbligo di vincere, se vuole ancora avere delle chance di esserci anche nella prossima Champions League. Ma mentre il termometro del tifo in città è altissimo, quello allo stadio continua a tenere una temperatura media. Non di più, anche se poi chi di solito c’è all’Olimpico non ha mai fatto mancare il suo apporto e il suo calore. Anche oggi, però, non saranno più di 35mila i tifosi della Roma, con circa 12mila paganti. Siamo nella media (nelle prime sedici gare di campionato è stata di 12.746 paganti a gara) ma forse con la Roma che si è ripresa e che insegue la Champions, si sperava in qualcosa di più. Soprattutto considerando che è sabato, che l’orario è favorevole (ore 18) e che i prezzi sono popolarissimi. Di certo, però, ci sarà un aspetto in più e cioè che molti dei 23.768 abbonati saranno lì, sulle tribune dell’Olimpico. Aspetto non secondario, visto che nelle ultime gare sono stati in molti tra i tesserati a disertare lo stadio. E ci saranno per spingere la Roma verso un successo che è basilare anche per Antonio Conte. Già, perché il paradosso – a conti fatti – è proprio questo. Si sogna il domani, ma per quel domani è fondamentale l’oggi, l’attualità. La Roma di Ranieri in sette partite è sempre andata a segno e viene da quattro risultati utili consecutivi. Oggi c’è da allungare entrambe le strisce positive. Poi, a Conte, ci si tornerà a pensare dalle 20 in poi...


Maran: "Li rispetto ma il Cagliari può fare risultato"

GAZZETTA DELLO SPORT - FRONGIA - Una questione di testa. Con spirito, cattiveria e intelligenza giusti. Rolando Maran, il suo Cagliari e la Roma. Tra più di un dubbio e certezze. «Ci attendono cinque finali», la frase clou del tecnico alla vigilia del faccia a faccia con Nzonzi e soci. Questione di testa e di feeling, per dirla con Mina. «Veniamo da una settimana di entusiasmo, abbiamo raggiunto i quaranta punti». Maran tira dritto. Intuisce ostacoli e curve. «Dite che a Roma sono preoccupati di quel che fa il Cagliari? Spero abbiano ragione». La sfida è complicata. Ma il tecnico è fiducioso: «La squadra si è allenata bene e con le sensazioni adeguate. Saremo attenti e concentrati. Il bersaglio? Vogliamo raggiungere la salvezza aritmetica e migliorare la nostra classifica. Lo meritiamo noi e i tifosi».

DUBBI e VARIABILI «La formazione? Tutti possono giocare, già sabato contro il Frosinone, pur con tante assenze, chi ha giocato ha dimostrato di stare bene. E non c’è stata alcuna differenza nella qualità e nella gestione della prestazione». Il messaggio è chiaro. Maran amplia lo sguardo sul roster. Fuori causa Klavan, Castro e Cerri («Viene con noi ma non è al top, ha la febbre»), in gruppo riappare Cacciatore. I dilemmi nascono in mediana, con Faragò squalificato si cerca un sostituto. La prima ipotesi vede partire a sinistra di Cigarini, regista dei sardi, il gioiellino della casa, Barella. Il numero 18, scontato il turno di stop rimediato a Torino, ha firmato ottime performance alle spalle di Pavoletti e Joao Pedro. Questo pomeriggio potrebbe rivestire i panni della mezzala. Una soluzione che vede in campo Birsa nella terra di mezzo. Viceversa, con Barellik trequartista, la casella lasciata libera da Faragò se la giocano Padoin e Deiola. Un bel match. Di fatto, Maran tiene tutti in tiro.

DUELLO «Troviamo la Roma in lotta per un obiettivo, stanno bene e vengono da una serie positiva. Serviranno personalità e impatto fisico. Sfidiamo una grande che non lascia spazi e non ti fa giocare». L’allenatore rossoblù taglia corto: «Li rispettiamo ma sappiamo che se mettiamo in campo le nostre qualità possiamo fare risultato. Ranieri e Di Francesco sono grandi colleghi, ma non mi piace fare paragoni. La Roma adesso concede davvero poco. Il 2-2 dell’andata? Abbiamo capito bene che si gioca fino e oltre il 90’. Ci sono state decisioni strane ma l’abbiamo acciuffata con merito». Infine, l’sms di Tommaso Giulini. «Le parole del presidente? Importanti e motivanti. Adesso, sappiamo qual è la strada. Ma non va scordato cosa abbiamo fatto».


Conte: “Io giallorosso? Vediamo”

IL TEMPO - BIAFORA - “Io alla Roma? Vediamo, vediamo”. Conte tiene la bocca cucita e non si espone sul futuro durante qualche ora di relax a Porto Cesareo, località a pochi chilometri dalla sua Lecce. Il tecnico, raggiunto in spiaggia da laroma.info, non ha ancora preso una decisione definitiva, avendo diverse opzioni sul tavolo. Oltre all’offerta della Roma c’è da segnalare il pressing della Juventus (più defilate Inter e Milan), che sta pensando di interrompere a fine stagione il rapporto lavorativo con Allegri e ha messo anche l’ex allenatore nella lista dei candidati per la panchina. I giallorossi però possono contare sulla carta Petrachi, sempre più vicino a diventare il nuovo direttore sportivo dopo l’addio di Monchi a marzo. Il dirigente, ancora per poco in forza al Torino, è una delle persone del mondo del calcio più legate a Conte e un suo arrivo a Trigoria può giocare un ruolo fondamentale nella scelta dell’amico allenatore. Intanto sembra uscire fuori dalla corsa il Bayern, che tramite il presidente Hoeness ha rinnovato la fiducia a Kovac.


Volata Champions: Roma non sbagliare

IL TEMPO - BIAFORA - Tre punti obbligatori per non mollare la rincorsa Champions a cinque giri dal termine del Gran Premio Serie A. La Roma alle 18 affronta il Cagliari con l’obiettivo di mettere pressione a Milan e Atalanta, al momento quarte ed impegnate domani e lunedì con il Torino e l’Udinese. Per i giallorossi non c’è più possibilità di sbagliare dopo il pari di San Siro: ogni passo falso può causare un’uscita dalla corsa all’ultimo piazzamento per la qualificazione all’Europa che conta. Ranieri ha a disposizione appena 19 giocatori tra infortuni e squalifiche e deve fare del suo meglio per mettere in campo una squadra equilibrata e combattiva. La lieta notizia arriva da Manolas, regolarmente nella lista dei convocati dopo aver smaltito il problema all’adduttore della coscia patito a pochi minuti dal fischio d’inizio della gara con l’Inter. Il greco, che si è allenato con i compagni soltanto nella rifinitura, anche se non al 100% della forma va regolarmente al suo posto al centro della difesa in coppia con Fazio, andando a comporre con i due terzini Florenzi e Kolarov il pacchetto arretrato titolare della stagione. Out Karsdorp, che ieri si è riunito al gruppo e tornerà nella lista del tecnico a partire dal prossimo turno. A centrocampo le scelte sono pressoché obbligate per il forfait di De Rossi e le squalifiche di Cristante e Zaniolo, richiesto praticamente da tutte le big del continente. Al loro posto ci saranno Pellegrini e Nzonzi, pronti a fare gli straordinari in mediana, dove l’unica alternativa è l’acerbo Coric, giudicato tatticamente non pronto per il calcio italiano. Nulla da fare per il giovane Riccardi, che durante l’ultima seduta di lavoro ha subito una lieve distorsione alla caviglia. Il talentino del 2001, speranzoso di poter esordire in campionato, parteciperà regolarmente allo stage di Coverciano, per il quale è stato convocato dal ct Mancini insieme a Zaniolo. I maggiori dubbi tattici per Ranieri riguardano il reparto offensivo, in cui solo Dzeko ed El Shaarawy sono sicuri di una maglia da titolare. L’opzione maggiormente plausibile riguarda l’utilizzo di Schick accanto al centravanti bosniaco, riproponendo la formula su cui il tecnico di San Saba aveva intenzione di puntare all’inizio della sua seconda avventura romanista. L’alternativa al modulo che prevede le due punte è rappresentata dal rilancio di Pastore dal primo minuto. L’argentino, sempre rimasto a guardare i compagni nella nuova gestione, andrebbe ad occupare la casella del trequartista nel 4-2-3-1, non avendo però i novanta minuti nelle gambe. L’altro ballottaggio, sia che si giochi senza Schick, sia che si preferisca il 4-4-2, è quello per l’esterno di destra, con Kluivert e Under in lizza per agire sulla fascia. Il turco, voglioso di riscattarsi dall’ultima prova opaca, è in leggero vantaggio sull’olandese, stuzzicato a più riprese da Ranierinelle interviste. Sull’altro lato del campo c’è il Cagliari, praticamente salvo a seguito del raggiungimento dei 40 punti. I sardi, che hanno una difesa migliore di quella dei giallorossi avendo subito due reti in meno (out per infortunio Klavan), si presentano all’Olimpico con il consueto 4-3-1-2, ritrovando Luca Pellegrini e Pisacane, squalificati nella scorsa giornata. I rossoblù si affidano a Barella a supporto di Joao Pedro e Pavoletti e non hanno nessuna voglia di venire in gita nella Capitale, concetto ribadito da Maran in conferenza stampa: “Vogliamo continuare a correre e mettere in campo un bel calcio. Se sfoderiamo il nostro DNA possiamo dargli delle difficoltà”. La Roma non può e non deve avere paura nell’affrontare una delle ultime curve stagionali. Il traguardo Champions, senza errori di traiettoria, è alla portata.


Roma-Cagliari: no stop Europa

MESSAGGERO - TRANI - Il 4° posto è l'unico obiettivo rimasto, in questa stagione anonima e deludente, alla Roma. Che ne ha preso atto ormai da quasi 2 mesi, nella notte triste e controversa di Oporto dove anche l'arbitro turco Cakir partecipò alla spinta decisiva per l'esonero Di Francesco. Il 4° posto, con l'andamento altalenante e spesso insufficiente in campionato, è ormai diventato anche l'ossessione dei giallorssi che, in 33 partite, ancora non hanno mai conquistato. Il 4° posto, però, è ritenuto anche il trampolino di lancio per una notte. È lì che Ranieri, a fine giornata, deve salire se davvero spera di andare poi a dama il prossimo 26 maggio. All'inizio del weekend più lungo, il tecnico di San Saba, entrato in scena da 7 partite, ha la chance per piazzarsi, sfruttando la visita del Cagliari nel pomeriggio all'Olimpico (ore 18), davanti ai principali rivali nella corsa Champions, cioè a Gattuso e a Gasperini che hanno 1 punto in più in classifica, almeno fino a domani sera, quando il Milan affronterà in trasferta il Torino. Lunedì, alle 19, l'Atalanta ospiterà l'Udinese a Bergamo e a Trigoria sapranno ancora meglio quanti punti serviranno nella volata che è lunga ancora 5 partite.

DIVIETO DI FERMATA - Al momento, anche con l'enplein, la Roma non avrebbe la certezza di arrivare al 4° posto a fine torneo. E, tra l'altro, anche se facesse gli stessi punti del Milan o dell'Atalanta non potrebbe festeggiare sul traguardo: i rossoneri sono in vantaggio negli scontri diretti e i nerazzurri nella differenza reti (+12). L'inseguimento è partito dopo Natale: solo la Juve e proprio l'Atalanta, dal 26 dicembre, hanno raccolto più punti dei giallorossi. Che, però, ne hanno lasciati addirittura 16 contro le formazioni di bassa classifica. Compreso il Cagliari che si presenta all'Olimpico al sicuro, avendo 11 punti di vantaggio sull'Empoli terzultimo. Maran, da 5 partite (10 punti), va più forte di Ranieri (8) che negli ultimi 3 match ha dato l'impressione di essere riuscito a trovare l'equilibrio tattico e il comportamento di squadra. Adesso il gruppo, anche mentalmente, risponde bene. E, in campo, sembra meno fragile, avendo incassato, appunto nelle 3 gare, solo la rete di Perisic, sabato scorso a Milano contro l'Inter.

ROSA DECIMATA - La Roma, dunque, sembra rigenerata e più convinta, anche per la disponibilità e il sacrificio degli interpreti. Ranieri, però, viaggia controvento. In piena rincorsa ha gli uomini contati: solo 19 convocati. Indisponibili Santon, Karsdorp e De Rossi, squalificati Cristante e Zaniolo. Manolas è entrato al fotofinish nella lista: stamattina il provino decisivo. Se non ce la fa, tocca a Jesus, come a Milano. Si è fermato, fastidio alla caviglia, pure il diciottenne Riccardi che rischia di saltare il suo 1° stage in Nazionale. L'emergenza a centrocampo promuove in mediana la coppia Pellegrini-Nzonzi. Più scelta in attacco: Schick, alla vigilia, è stato nuovamente provato da trequartista, alle spalle di Dzeko, nel 4-2-3-1. Dovrebbe spuntarla su Perotti e Pastore perché, come ha spiegato anche lo stesso allenatore, è quello che atleticamente dà maggiori garanzie. Sui lati, nel rombo offensivo, confermato El Shaarawy a sinistra e solito ballottaggio a destra tra Under e Kluivert.

VISTA MERCATO - Se il Cagliari per Ranieri rimane il dolce passato, per la Roma, invece, è l'intrigante futuro. In campo Cragno, il portiere che piace al club giallorosso, Barella, il centrocampista azzurro da contendere ai grandi club del campionato, Pellegrini, il fluidificante mancino in prestito da gennaio, e anche quel Pavoletti, centravanti ideale come bomber di scorta. Il pubblico dell'Olimpico, aspettando la risposta di Conte a Pallotta, studia intanto i possibili rinforzi.


Pallotta aspetta Conte: la sfida è con la Juve

MESSAGGERO - CARINA - Ne La Roma, dopo aver presentato la propria offerta con piano triennale annesso, attende una risposta che non tarderà ad arrivare. Conte s'è preso un paio di settimane per pensarci. Una pausa di riflessione che fa rima con occasione. Quella che l'allenatore attende. Anche a Trigoria ne sono consapevoli ma è un rischio messo in preventivo. Quando si cerca il top, l'insidia è dietro l'angolo. E pur lusingato dall'offerta giallorossa, a breve potrebbe iniziare un domino sulle panchine delle big europee che inevitabilmente vedrebbe Conte assoluto protagonista. Da Torino, nonostante la conferma post-eliminazione Champions, continuano a trapelare indiscrezioni di come la panchina di Allegri non sia salda. In Francia va monitorata la situazione di Tuchel, dopo l'ennesimo flop in Champions mentre in Inghilterra, l'effetto Solskjaersta scemando con il Manchester United che rischia seriamente di rimanere fuori dai primi 4 posti. Tre squadre che hanno un appeal al quale è difficile resistere. Tra queste, a Trigoria temono maggiormente la Juve, vista la volontà di Conte di tornare in Italia. La voglia di riprendersi una rivincita in una piazza che ha solo sfiorato (con 2 finali perse) la Champions sommato al suo passato sono ritenute la minaccia incombente. Intanto sino a domenica Il tecnico sarà a Lecce. Ieri è stato intercettato in un bar di proprietà dell'ex giallorosso Baldieri, insieme ad un altro ex romanista, Garzya. E alla domanda sul possibile futuro nella Capitale, ha replicato a laroma.info con un sibillino «Vediamo...». Con l'arrivo di Petrachi, torna in bilico Massara. Che potrebbe andar via.


Italia, Mancini chiama Riccardi ma è infortunato

MESSAGGERO - Secondo stage per la Nazionale di Roberto Mancini, dopo quello effettuato il 4 e 5 di febbraio scorso. Trentacinque i calciatori convocati per due sedute di allenamento il 29 e 30 aprile (dell'elenco non fanno parte quelli impegnati nelle gare di posticipo del campionato). I più giovani (classe 2001) sono Gozzi, Riccardi (che ha un problema alla caviglia ) e Salcedo. Ecco i convocati. Portieri: Audero (Sampdoria), Carnesecchi (Atalanta), Meret (Napoli), Plizzari (Milan);
Difensori: Bastoni (Parma), Bellanova (Milan), Biraschi (Genoa), Bonifazi (Spal), Caldara (Milan), Conti (Milan), Dimarco (Parma), Di Lorenzo (Empoli), Gozzi (Juventus), Luperto (Napoli), Murru (Sampdoria), Pellegrini (Cagliari), Pezzella (Genoa), Romagna (Cagliari), Vicari (Spal); Centrocampisti: Cassata (Frosinone), Cataldi (Lazio), Murgia (Spal), Hans Caviglia (Juventus), Portanova (Juventus), Riccardi (Roma), Valoti (Spal), Vignato (Chievo), Zaniolo (Roma); Attaccanti: Cutrone (Milan), Edera (Bologna), Orsolini (Bologna), Pinamonti (Frosinone); Parigini (Torino), Petagna (Spal), Salcedo (Inter).


Stadio, i dubbi del M5S: si torna a votare sui lavori

MESSAGGERO - DE CICCO - Per evitare altri inciampi nel pantano dello stadio, i 5 Stellebussano di nuovo alla porta dell'Avvocatura comunale. Ai legali del Campidoglio, la pattuglia grillina stavolta ha chiesto se e come riportare in Assemblea la delibera che aveva conferito il «pubblico interesse» al progetto Tor di Valle, insomma l'atto messo ai voti, era il giugno 2017, da Marcello De Vito. Obiettivo: ripetere la votazione. L'idea, svelata la settimana scorsa dal Messaggero, sta prendendo sempre più piede, tra gli eletti del M5S. È il tentativo di «blindarsi» in una vicenda impazzita e dagli esiti imprevedibili.

A spingere i grillini a ridiscutere il primo «sì» all'operazione calcistico-immobiliare sono considerazioni di carattere tecnico, oltre che politico. Dal 20 marzo scorso, quando De Vito, potente presidente del Consiglio comunale, è finito agli arresti con l'accusa di corruzione per avere favorito Parnasi, a Palazzo Senatorio circola un sospetto. E cioè che il provvedimento sul pubblico interesse possa risultare in qualche modo «inficiato» dal fatto che a portarlo in Aula, materialmente, sia stato De Vito. Che due anni fa diresse i lavori della seduta, compresa la conta finale, e nel verbale risulta tra i favorevoli. Da qui la richiesta di un chiarimento agli avvocati.
Agli esponenti M5S è stato detto che quella delibera potrebbe essere contestata in Tribunale, «su ricorso di terzi», nel caso in cui si arrivasse a una condanna di chi l'ha approvata. Ipotesi remota, ma c'è. Ecco allora l'idea di un voto bis. In quel caso, spiega una fonte che sta seguendo la pratica in Comune, «i consiglieri indagati potrebbero evitare di votare, in modo da rendere la delibera a prova di ricorso».
Donatella Iorio, presidente della Commissione Urbanistica (M5S), ha già confermato, su queste colonne, l'ipotesi di ripetere la conta. «Ci stiamo ragionando, c'è la possibilità che la delibera sul pubblico interesse venga votata nuovamente», ha spiegato. «La variante è uno step successivo; in caso, sarebbe discussa solo dopo il pubblico interesse», ha aggiunto. C'è anche chi propone un maxi-provvedimento, che tenga insieme la «conferma» del pubblico interesse e la variante urbanistica che concederebbe ai privati migliaia di cubature per negozi, alberghi e ristoranti.

UN «MAXI-PROVVEDIMENTO» - Ovviamente, con una seconda votazione, potrebbero riaprirsi i giochi sul pallottoliere dell'Assemblea. La pattuglia dei 5S contrari al progetto, dopo il turbine dell'inchiesta e la relazione «catastrofica» del Politecnico di Torino sulla viabilità, ha ripreso vigore e, se si muovesse compatta sugli scranni del Consiglio, potrebbe incidere sugli equilibri finali. Martedì è in programma un vertice di maggioranza.
Resterebbe poi da superare l'ostacolo della convenzione, cioè il patto tra Comune e proponenti. Al momento l'intesa non c'è. E dovrebbe metterlo nero su bianco il Dipartimento Urbanistica, con una mail di posta certificata che sarà inviata ai privati la prossima settimana, in replica alla proposta stilata dalla Eurnova e dagli emissari di Pallotta. Non c'è accordo su svariati punti: l'unificazione dell'Ostiense-via del Mare, la tribuna del vecchio ippodromo da ricostruire, i 45 milioni per la mobilità da versare in un'unica tranche, così chiede il Campidoglio, la clausola che legherebbe l'apertura dello stadio al potenziamento effettivo dei trasporti.


Formazione d’attacco: “Conta solo vincere”. Elsha: "voglio l’Europa"

REPUBBLICA - FERRAZZA - Mentre il futuro sovrasta, nelle aspettative dei tifosi, un presente che emoziona poco, Ranieri crede ancora di poter agganciare il quarto posto. E prova ad andare dritto per la sua strada. L’unico modo reale per credere davvero in un piazzamento Champions è legato alla conquista di cinque vittorie nelle ultime cinque gare che mancano al termine del campionato. E così, con Petrachi a un passo dal firmare con la Roma per la poltrona di ds e Conteche continua a tenere in considerazione — neanche più sotto traccia — l’offerta dei giallorossi (è stato avvistato a Lecce nelle ultime ore), la partita di oggi, contro il Cagliari (ore 18, diretta Sky), rischia di scivolare sullo sfondo. Non certo nella testa di Ranieri che deve fare i conti con un centrocampo pieno di assenze: Cristante e Zaniolo, squalificati, De Rossi, infortunato, restano a disposizione Pellegrini e Nzonzi, che si posizioneranno davanti alla difesa. Il tecnico dovrebbe infatti muoversi in un 4-2-3-1, con Dzeko riferimento davanti e i tre che dovrebbero essere Kluivert (o Ünder), El Shaarawy e Schick. Formazione piuttosto offensiva, per la quale non dovrebbe esser preso in considerazione Pastore. Si sarebbe potuta giocare una possibilità anche Alessio Riccardi — Primavera, trequartista-esterno, classe 2001 — che però ha avuto un problema alla caviglia ed è anche in dubbio per la convocazione di Mancini, che l’ha chiamato, insieme a Zaniolo, per lo stage dell’Italia. Recuperato, in difesa, Manolas, per una lista dei convocati molto corta (19 giocatori) e con i terzini contati: solamente Florenzi e Kolarov a disposizione, Karsdorp e Santon ancora inforunati. È pronto intanto a firmare il rinnovo con la Roma, El Shaarawy. «Sono sempre più legato a questa squadra, mi trovo bene e sto trovando continuità — le parole a Sky dell’attaccante arrivato a quota 10 gol — con la società parleremo a fine stagione perché adesso dobbiamo pensare solo ad arrivare in Champions».