El Shaarawy: "De Rossi sembra ancora un compagno. Vittoria della Conference momento più bello"
Stephan El Shaarawy ha rilasciato un’intervista a Star Casunò Sport, sponsor partner della Roma.
Descriviti come calciatore e compagno di squadra dentro e fuori dal campo.
“Nasco come esterno sinistro, alternando la fase offensiva e difensiva. Sono un giocatore di movimento e con il passare degli anni sono diventa più duttile, adattandomi a diversi ruoli in caso di emergenza. Ho sempre avuto un buonissimo rapporto con i compagni e lo staff, mi sono sempre fatto voler bene da tutti”.
Che ricordi hai del tuo esordio alla Roma?
“Mi torna subito in mente il gol contro il Frosinone, è stato un gol liberatorio e un’emozione unica. Venivo da un’esperienza non facile a Monaco, sono arrivato a Trigoria e dopo due allenamenti con la squadra Spalletti mi disse che avrei giocato titolare. Feci il gol del vantaggio sotto la Curva Sud, un’emozione unica”.
Come è cambiato il tuo rapporto con De Rossi da compagno ad allenatore?
“Non è cambiato quasi niente. Daniele ha sempre mantenuto lo spirito allegro che aveva anche da compagno di squadra, sempre sorridente e con la battuta pronta, ma quando entrava in campo era un guerriero che dava tutto per la maglia. Lo è ancora oggi, soprattutto con chi conosce da più tempo. Siamo esperti e professionisti, sappiamo quando c’è da scherzare e quando entrare in campo e dare il massimo per la Roma”.
Hai un rito prepartita?
“Parecchi, tanti piccolo riti scaramantici. Sono tanti anni, non ci faccio neanche quasi più caso”.
Come gestisci la pressione?
“Ognuno prepara la partita a suo modo. Ovviamente si pensano a tante cose che potrebbero accadere, ma quando inizia la partita prevale l’istinto e viene tutto in maniera naturale. Io cerco di focalizzarmi sulle cose positive delle partite precedenti per arrivare più positivo alla partita”.
Il momento di svolta nella tua carriera?
“Il secondo anno al Milan, quando feci la miglior stagione della mia carriera, e l’arrivo a Roma nel 2016”.
Definisci con una parola i tifosi della Roma.
“Non è facile. Sono speciali, hanno un amore incondizionato per questa società nonostante i risultati sportivi. In ogni partita sono sempre lì a tifare a farci sentire tutto il loro calore. Siamo felici di averli accanto”.
A che calciatore del passato ti senti di assomigliare?
“Mi sono sempre ispirato a Kaka, il mio idolo”.
Cosa farai al termine della carriera?
“Non so se rimarrò nel mondo del calcio, potrei intraprendere la strada imprenditoriale. Io e mio fratelli abbiamo fatto diversi investimenti nel mondo immobiliare e delle macchine, per cui c’è anche quell’opzione lì. Manca ancora un po’, le idee potrebbero cambiare”.
Il momento più bello con la maglia della Roma?
“La vittoria della Conference. Il primo trofeo con questa maglia, un sogno che si è avverato. Poi sicuramente il giro di Roma e la festa sul pullman con la gente”.
Cosa ti porti dietro di ciascun club della tua carriera?
“Sono state tutte esperienze importanti con emozioni positive e negative, mi hanno fatto crescere e capire tanto. Con il Genoa ho esordito in Serie A, Padova è stata la mia prima esperienza fuori casa e mi sono trovato da Dio. Al Milan ho fatto il salto dalla Serie B, ho fatto la mia stagione migliore. In Cina è stata un’esperienza e un’opportunità che ho voluto sfruttare, a Monaco non ho ottenuto risultati positivissimi, ma da lì sono arrivato a Roma e rilanciato verso gli Europei del 2016. Il ritorno a Roma è stato molto importante, ora penso a fare bene qua”.
L’avversario più forte?
“Messi”.
Il ricordo più prezioso che ti lega al tuo ex allenatore Dionigi Donati?
“Lui è stato fondamentale nel mio percorso di crescita, così come mio padre. Il ricordo più prezioso è il primo gol in carriera, lui mi prese in spalla e mi fece fare il giro di campo. Poi l’ultimo saluto, quella è stata l’ultima volta che l’ho visto, è stato un momento molto toccante”.
Lo stadio che ti ha suscitato più emozioni oltre all’Olimpico?
“San Siro e Marassi. La mia famiglia tifa Genoa, io ho anche fatto il raccattapalle a Marassi. Sono cresciuto in quello stadio. San Siro è un sogno. Poi ovviamente l’Olimpico”.
Il momento più emozionante in Nazionale?
“L’esordio e la doppietta da capitano contro la Moldavia”.
StarCasinòSport
De Rossi in conferenza stampa: "Losi? Un errore. Mi scuso. Inter? Tanto forte"
Le parole di mister De Rossi alla vigilia di Roma-Inter:
Come state preparando questa partita?
“Col coraggio che devono avere i giocatori forti, noi siamo pieni di giocatori forti. Coraggio, intelligenza, conoscenza di chi andiamo ad affrontare. Qualsiasi squadra del mondo è battibile, lo è anche l’Inter che sicuramente è la più forte in Italia. Si alza il livello delle contendenti dal mio arrivo, cambia la metodologia di preparazione alla gara, affrontiamo una squadra abituata a tenere la palla e dominare il gioco. Ma ci sono momenti in cui possono soffrire, momenti in cui potremo dire la nostra. Siamo consapevoli di essere una squadra forte e di poter fare una grande partita”
Martedì scorso in occasione dei funerali di Losi, al di là dei contatti che ha avuto con la famiglia di Losi, cosa è successo nella Roma?
“Io parlo per conto mio, io non ho chiesto data e luogo, la partita del giorno prima, il post partita, mi dispiace molto non esser andato a salutarlo, è un errore, anche se non l’ho commesso in mala fede. E’ una questione di rapporti tra me e lui, c’era un grande rapporto, il figlio è come il padre, sa che tipo di rapporto c’era. Distrazione grave, ma mi dispiace non esser andato. Ho letto qualche ricostruzione un po’ così, non ero impegnato, non avevo cose particolari da fare, mi dispiace perchè ho letto il post del funerale e sono stato disattento, ho chiesto scusa e credo debba finire lì”
Lukaku e questa sfida?
“Cerco di distinguere l’aspetto emotivo da quello calcistico, qui devo parlare alla testa, al cuore e al calciatore tecnicamente. A me basterebbe facesse la partita che ha fatto col Cagliari, ha tenuto posizione, ha allungato la loro difesa, ha tirato in porta 5-6 volte se lo fa tutte le partite farà tanto. Poi è normale l’emozione un po’ c’è quando affronti una tua ex squadra, in generale ci sta di non essere sempre al top”
Continua a definire la Roma forte, tra le sue caratteristiche fa una fatica maledetta nei big match, ha perso 6 partite su 9 contro le grandi. Da cosa dipende secondo lei?
“La casualità non esiste nel calcio, però non voglio commentare scontri diretti che ho solo visto da tifoso, ci sono dei numeri che parlano ed esistono, vediamo come andrà domani e poi potrò fare una valutazione. Ci sta di perdere contro le big, ma a rotazione anche di vincere. A volte in campo ci sono livelli che parlano, l’Inter è tanto forte, così il Milan e la Juve sta tornando lì. Io sto facendo un lavoro per riportare la Roma a credere di poter vincere queste partite, tornare a quella dimensione lì dove anche quando giocavo io vincevamo spesso contro le big. Problema mentale? Parliamo di gente che ha vinto chi l’Europeo, chi un Mondiale, chi ha vinto altre competizioni internazionali. Cercheremo di far sì che questo braccio di ferro spinga dalla parte nostra, ma nella testa i giocatori non credo abbiano problemi particolari altrimenti non avrebbero fatto la carriera che hanno fatto”
Ha un ricordo particolare delle sue sfide contro l’Inter?
“Ci sono stati tanti anni in cui ci siamo divisi e battuti per lo scudetto e le coppe nazionali, a parte tre titoli hanno sempre vinto loro e quindi sono stati più bravi. Era una sfida sentita, bella calda, tra giocatori c’è sempre stato rispetto. Mi dispiace non poter tornare a San Siro da allenatore perchè a parte l’Olimpico, è lo stadio in Italia più emozionante. Penso sarà una sfida bella come nel 2008-2010, l’obiettivo è tornare a giocarla non con 20 punti di distacco”
Quanto può cambiare il ritorno di Smalling? Quanto può avere nelle gambe Sanches in termini di minutaggio?
“E’ fondamentale come gli altri, tutti quanti saranno utili viste le tante partite che abbiamo davanti. Stanno diminuendo la distanza fisica con i compagni, si allenano e al termine fanno ulteriore supplemento fisico, la testa sta tornando, così come il fisico. Quello che vedo mi piace e sono convinto che saranno importanti”
El Shaarawy subito titolare con te, una tua valutazione?
“Uno dei compiti più difficili prima di queste partite contro una squadra che la classifica dice che sta facendo meglio di te, è quello di tenere bene a mente il rispetto sì, ma anche avere un po’ di spavalderia. L’eccesso di rispetto porta paura e così perdi le partite. Servirà intelligenza, capacità di comprendere i momenti. Sappiamo che soffriremo e ci potranno schiacciare, questa consapevolezza vale 10-15 minuti, se poi diventa 40 minuti significa consegnargli la vittoria. Noi possiamo vincere, il Sassuolo ha battuto l’Inter, sul lungo del campionato non siamo in grado di tenere il loro passo, ma nella gara singola possiamo farli soffrire e portare a casa i tre punti. Stephan, lo conosco da tantissimi anni, sta avendo un’evoluzione mentale importante, una volta era troppo buono, morbido forse leggerino, mi arrabbiavo con lui in campo, adesso è giocatore vero, come approccio, come mentalità, quando lo vedevo da fuori entrare faceva sempre la differenza. Mi piace lui e Zalewski che sta facendo bene, punto anche su di lui e sono i due giocatori che possono giocare alti a sinistra, sono contento di questa coppia. In questo momento sto premiando Stephan che ci sta dando qualcosa in più. Se ti dico se gioca Stephan capisci la formazione (ride ndr).”
Inter e poi Feyenoord, ci può stare un adattamento tattico con l’inserimento di Bove?
“Noi siamo concentratissimi su questa, quella dopo è importante, ma metteremo domani la squadra migliore per provare a vincere la partita contro l’Inter. Bove può giocare dall’inizio o subentrare, ma non facciamo rotazioni in funzione della sfida di giovedì”
Ranieri ha detto che sei un predestinato, fino a tre partite fa eri una scommessa. Per De Rossi chi è De Rossi come allenatore?
“Ho letto di essere un predestinato anche due anni fa. Dopo la SPAL in pochi hanno creduto in me, spesso le porte sono rimaste chiuse dopo quei 4-5 mesi non positivi. Predestinati non esistono, io voglio fare questo lavoro, mi piace farlo, un po’ per caso mi sono trovato nel posto dove sognerei di fare l’allenatore tutta la vita. Il fatto di essere arrivato qui, è un segnale importante, mi sento quasi più a casa mia dove è più difficile rispetto a dove il livello è un po’ più basso. Non penso alle etichette ma a fare il mio lavoro e a farlo bene”.
L'Olimpico da scudetto: sarà tutto per Big Rom
Si corre verso l'ennesimo sold out per la maxi sfida contro Inzaghi.
I romanisti sono pronti a caricare Lukaku, bersagliato dai fischietti nella sfida d'andata a San Siro. In casa la Roma ha raccolto 28 punti solo uno in meno della capolista.
Corriere dello Sport
Baldanzi vede l'Inter e sogna in grande
L'attaccante è pronto per la sfida di domani. Tommaso Baldanzi un anno fa segnò il gol vittoria a San Siro contro i nerazzurri. Adesso vuolela replica con la Roma.
Corriere dello Sport
Carica DDR, la Roma vuole calare il poker
Daniele De Rossi è pronto a vivere il suo primo big match da tecnico. La squadra non vince quattro partite consecutive in campionato da tre anni e mezzo: De Rossi studia le mosse per sfatare il tabù.
Gli ultimi quattro successi di fila in serie A sono arrivati nel 2020. Dybala guida il gruppo. A centrocampo il dubbio è Bove dall'inizio.
Corriere dello Sport
Assenza Roma a Losi, De Rossi invia le scuse al figlio
Il figlio di #Losi riceve le scuse di #DeRossi e fa sapere: "Ci siamo ripromessi di incontrarci presto, c’è stato un deficit di comunicazione all’interno della società #Roma”.
Ci prova lui
De Rossi tenta di fare quello che non è riuscito alle altre big. Dybala, Big Rom e l'Olimpico le armi della Roma. DDR come Luis Enrique: segue gli allenamenti da una torretta. Paredes o Bove: ecco la trappola per Chalanoglu. Karsdorp e Cristante per frenare Dimarco. I cross di Angelino per esaltare Lukaku. Sorpresa Smalling.
Corriere dello Sport
Nuovo cinema De Rossi
Tre vittorie su tre hanno frenato la contestazione dei tifosi dopo il doloroso esonero di Mourinho. Le idee del nuovo tecnico hanno fatto breccia: Roma in ripresa, contro il Cagliari la squadra ha dato spettacolo. Ora la prova Inter.
Tattica, dialogo e allenamenti. Il rilancio di DDR in tre mosse. Pellegrini sembra tornato super e se Dybala imita Totti...
Corriere dello Sport
Per Lukaku numeri sotto media nel 2024
Il 2024 finora di Lukaku è stato piuttosto opaco: solo due sigilli in sette apparizioni ufficiali. Un problema forse di condizione fisica, di rifornimenti ma anche forse di motivazioni. E’ arrivato il momento di alzare questi numeri e riprendersi la Roma. Quale partita per risorgere se non quella contro l'Inter?
Tornano i cross: li ha riportati Angelino
Buonissima la prima per lo spagnolo. La sua specialità della casa sono proprio i traversoni precisi e potenti per i compagni di squadra. Lo stadio s'è acceso ad ogni sua giocata.
Corriere dello Sport
Joya a Pelle
Sintonia, connessione, leadership ad alta qualità, sono questi gli ingredienti della coppia formata da Dybala e Pellegrini. Con l'arrivo di Daniele De Rossi sulla panchina Lollo è rinato, mentre Paulo continua a macinare record con la maglia della Roma. E i tifosi tornano a sognare.
Il Romanista
Per Pellegrini terzo gol consecutivo. Non gli era mai successo in serie A
Lorenzo Pellegrini è tornato a sorridere, finalmente. Dall’arrivo di DDR il capitano giallorosso sembra aver ritrovato atletismo, giocate e gol decisivi, come quello di stasera che sblocca il match contro il Cagliari mettendo in discesa la vittoria.
E’ il terzo sigillo consecutivo, non gli era mai accaduto in A di segnare per tre gare di fila. Dopo meno di 2 minuti è anche il gol più veloce dell’attuale campionato. Il 7 ha messo a segno anche l’assist per il raddoppio di Dybala, apponendo il suo sigillo assoluto sul tris di vittorie all’esordio di De Rossi sulla panchina giallorossa.