Di Francesco alla GdS: "Io dimenticato. A Roma sbagliai ad accettare il mercato dopo la semi di Champions"
Eusebio Di Francesco è tornato. Non su una ricercata panchina, ma a parlare. L’ex allenatore della Roma ha ripercorso le ultime tappe di una carriera involuta: dal miracolo del passaggio dei quarti di finale di Champions League contro il Barcellona di Messi, quindi alla semifinale con il Liverpool, agli esoneri rimediati con Sampdoria, Cagliari e Verona. Il centrocampista campione di Italia 2000/2001, però, è pronto a tornare in sella.
Dalle semifinale di Champions allo stop. Il calcio è senza memoria?
Sì, ma fa parte del gioco. Comunque quando, come nel mio caso, un allenatore non fa bene per poco più di trenta partite – fra Samp, Cagliari e Verona – è anche perché non ha avuto modo di fare continuità a un lavoro. Comunque non sfuggo alle mie responsabilità. Tra l’altro, è stato detto che ero legato al denaro, invece le dico che alla Samp – dove volevo andare via già alla seconda giornata perché non ero d’accordo con le scelte – si è parlato di esonero, mentre ho rescisso, lasciando quasi due anni. Stessa cosa ho fatto a Cagliari, perché i progetti non era stati rispettati: ho fatto togliere una clausola rescissioria da 3 milioni. A me piace allenare con le persone giuste.
Torniamo alla sua Roma dimenticata: stupito?
Diciamo che c’è un po’ di rammarico. Non ho rancore, ma solo voglia di rimettermi in gioco. In fondo ho anche portato il Sassuolo in Europa League. Tornando alla Champions coi giallorossi, la remuntada col Barcellona nacque in una settimana, non da un percorso. La mentalità europea è quella che mi piace.
Si è detto che lei è stato troppo aziendalista, accettando di farsi smantellare la squadra.
Io sono abituato a lavorare con quello che ho, anche se a volte si può sbagliare. Non ero d’accordo con quel mercato. Però sono stato io a lanciare Zaniolo, quando dei club non lo volevano neppure in prestito. Invece lo feci esordire col Real Madrid per fargli capire che credevo in lui. Un po’ come ho fatto con Berardi.
Che lei voleva alla Roma.
Le racconto un retroscena. Dopo il no di Malcolm. volevamo prenderlo, ma lui ci disse: “Non voglio essere una seconda scelta”. Oltre a essere un ragazzo straordinario, Domenico dimostrò di avere anche le palle.
Ma è vero che per lei la gestione Monchi è stata un disastro?
Sono generalizzazioni. Certo, il secondo anno il rapporto è cambiato. Si era logorato qualcosa e io mi sono fatto un po’ da parte, invece dovevo andare a sbattere con le mie idee.
Le piace la gestione Friedkin?
Molto. Ho gioito per la Conference e mi è piaciuto il mercato. È stato fatto con criterio. La Roma è costruita bene come identità tattica. Per me può togliersi soddisfazioni. Con l’Atalanta non meritava di perdere. La cosa più bella è l’entusiasmo che si è ricreato. L’Olimpico pieno spinge tanti. Anche nell’errore c’è un applauso in più. Prima se si perdeva era una tragedia, ora se ne parla con positività, che fa bene alla squadra. Ma prima c’era del malumore verso i vertici del club, per il poco legame che si era creato.
Se potesse tornare indietro cosa non rifarebbe?
Dopo la semifinale di Champions con la Roma, non avrei dovuto accettare il mercato successivo. All’interno l’ho detto, ma il mio carattere mi ha portato a non dirlo pubblicamente. In questo Mourinho è un grande. Ma mi creda, proverò a migliorare anche in questo.
Il Messaggero. "Abraham secondo per chance fallite. Andamento da correggere"
Sulle pagine odierne de Il Messaggero c’è spazio anche a un focus fatto dal quotidiano sul problema del gol che affligge la Roma. La partita contro l’Atalanta, senza gol per i giallorossi, non è un caso unico: la squadra di Mourinho è solo il nono miglior attacco del campionato, il peggiore tra le big con una media gol di 1,14. La Roma produce ma non riscuote. Ed è un problema considerando il fatto che in estate la società ha accontentato Mourinho, portandogli giocatori che la confidenza con la rete ce l’hanno eccome: in primis Dybala, che infatti sta rendendo, ma anche Belotti che vanta ben 106 gol in Serie A. Il tecnico portoghese non può di certo prendersela con la dirigenza, tantomeno con la squadra, perché alla porta ci arriva. Stanno mancando i gol del parco attaccanti: Pellegrini a bocca asciutta (con pochi alibi), Zaniolo pure (ma è stato infortunato), e soprattutto Tammy Abraham. Solo due gol per l’inglese, decisamente poco considerando il dato più preoccupante, ovvero che la punta giallorossa si trova al secondo posto della classifica tra i top 10 giocatori della “big chance fallite”, dietro solo ad Osimhen con ben 5 occasioni sprecate. Un andamento da correggere subito se l’obiettivo è quello di arrivare tra le prime quattro in Serie A per andare in Champions League.
Roger Ibanez: "Ho sempre sognato il Brasile. Mourinho mi ha aiutato"
Roger Ibanez è stato convocato per la prima volta dalla Nazionale brasiliana per le partite contro Ghana e Tunisia. Il difensore della Roma ha parlato in conferenza stampa, parlando delle emozioni vissute in questa prima parte di ritiro: "Ho avvertito delle emozioni nuove e inspiegabili ad allenarmi qui il primo giorno. Oggi, per esempio, mi sono ritrovato a stare accanto a Thiago Silva, su base giornaliera".
Sull'importanza di giocare in Italia:
"L'Italia è la culla della fase difensiva, con professionisti che ti insegnano il più rapidamente possibile come lavorano. I consigli di Mourinho, poi, mi hanno aiutato a migliorare e a essere qui oggi".
Sulla scelta tra la nazionale brasiliana e quella italiana.
“Ci sono stati solamente dei sondaggi, non ho mai avuto contatti diretti con nessuno della nazionale italiana. Il mio desiderio è sempre stato quello di giocare per il Brasile: sono brasiliano e quindi essere qui oggi è per me motivo di grande orgoglio".
Sulla possibilità di giocare come terzino in caso di necessità.
"Ho giocato qualche partita alla Roma sia da terzino destro sia da sinistro, ma ovviamente è un ruolo diverso dal terzino offensivo, che ha caratteristiche diverse dalle mie. Io gioco più dietro. L'unica cosa che devo fare è ascoltare quello che mi chiede l'allenatore e se ha bisogno di me in quella posizione mi adatterò".
Sky ipotizza un malumore di Zaniolo per la mancata convocazione in Nazionale
Nicolò Zaniolo si aspettava una chiamata di Roberto Mancini per le sfide di Nations League contro Inghilterra e Ungheria. Il retroscena è svelato da 'Sky': l'attaccante classe '99, che ha saltato l'Europeo a causa di un infortunio rimediato proprio con la maglia azzurra, credeva di tornare in lista in questo giro di convocazioni ed è rimasto un po' sorpreso dalla scelta del ct di escluderlo.
Assente a Coverciano, l'attaccante giallorosso ha di conseguenza già iniziato a preparare la sfida contro l'Inter.
Pellegrini torna a casa, ci sarà contro l'Inter
Affaticamento al flessore sinistro. E' questo il motivo per il quale Lorenzo Pellegrini, capitano della Roma, ha lasciato questa mattina il ritiro della Nazionale.
Confermata la prima diagnosi dello staff medico giallorosso, che non effettuerà ulteriori accertamenti. Per Pellegrini solo qualche giorno di riposo, poi tornerà a disposizione alla ripresa per il big match Inter-Roma.
Ivan Zazzaroni sul CorSport: "Roma Dybala-dipendente"
Nella sfida di ieri contro l'Atalanta la Roma ha messo in mostra tutte le proprie difficoltà. A evidenziarlo, dalle colonne del Corriere dello Sport, è Ivan Zazzaroni, secondo qui la squadra di Mourinho "ha giocato, creato, dominato, sbagliato. Sbagliato tanto, tutto". Sono state sufficienti sette giornate - sottolinea il noto giornalista - per stabilire una dipendenza da Dybala: "A questa Roma serve come il pane l’improvvisazione, la genialata, soprattutto se - come ieri - la partita prende la piega del fatalismo, della sconfitta inevitabile, e se l’arbitro va in confusione".
Josè Mourinho si scaglia contro Chiffi: "Chiaro rigore su Zaniolo, se serve buttarsi come in piscina basta dirlo"
Il tecnico della Roma José Mourinho ha parlato ai microfoni di Dazn dopo il match casalingo perso per 0-1 contro l'Atalanta e si è scagliato contro l'arbitro Chiffi che a suo avviso non ha fischiato un rigore netto su Zaniolo.
"La squadra aveva bisogno di continuità e anche io la volevo. Al di là di questo, emozioni controllate e nessun problema al di là di un chiaro rigore nel primo tempo su Zaniolo. Io voglio essere il miglior allenatore possibile e se mi dice che un arbitro non dà rigore se uno non si butta, cambio cosa dire ai miei giocatori. Ho chiesto a Chiffi, ma non mi ha risposto. Per me non c'è interpretazione: il giocatore prova a dare continuità all'azione, ma non ci riesce perché c'è il rigore. Se devo fare il pagliaccio e dire che siamo in piscina, basta dirlo".
Tammy Abraham: "La concorrenza con Belotti è positiva"
Ospite di DAZN, il bomber della Roma Tammy Abraham ha parlato della concorrenza positiva con Belotti: "Certo, la concorrenza è sempre positiva: siamo due grandi attaccanti e parliamo sempre dopo e durante la partita. Lui è un giocatore con tanta esperienza di Serie A"
La moviola del CorSport su Roma-Atalanta: "Chiffi terrificante"
La moviola del Corriere dello Sport giudica addirittura "terrificante" la direzione arbitrale di Chiffi in Roma-Atalanta. Sono tre, in particolare, gli episodi incriminati: "Demiral trattiene per la maglia Zaniolo, è un metro dentro l’area quando la lascia, rischia tantissimo. Zaniolo però non cade, si rialza, poi perde il tempo: vantaggio sfumato? O volontà di continuare a giocare?". E ancora: "Trattenute reciproche Okoli-Zaniolo (ma il primo ributta in campo un pallone dal fallo laterale, uno dei tanti gialli non fatti), i due cadono in area, ok non fare nulla, ma chi ci ha capito qualcosa?". E infine, di nuovo "Okoli e Zaniolo, trattenute, quella del primo è molto più vistosa, ma Zaniolo dopo che viene lasciato fa due passi, punta i piedi e si lascia cadere". Manca inoltre un doppio giallo (al 18' e al 20') a De Roon, autore di due interventi da sanzione su Pellegrini e Zaniolo in ripartenza.
Dybala e Pellegrini partiranno per le Nazionali e verranno valutati dallo staff medico
Paulo Dybala risponderà alla convocazione della nazionale e sarà valutato dai medici dell’Argentina.
Stesso discorso per Lorenzo Pellegrini che sarà valutato dallo staff della nazionale italiana.
De Rossi alla Domenica Sportiva: "Non ho fretta di allenare. Arriverà il momento"
Daniele De Rossi è intervenuto a La Domenica Sportiva, programma in onda su Rai 2. L’ex capitano della Roma ha parlato del suo futuro in panchina e delle scelte di Mancini di non convocare Zaniolo in Nazionale. Ecco il suo pensiero.
Noi parliamo sempre di tutti i giocatori, delle motivazioni, poi il mister fa le sue scelte. Se avrà voglia spiegherà lui le scelte. Quello che posso garantire è che il ct prende sempre le decisioni per il bene della nazionale. Mille volte è successo che giocatori non convocati sono entrati poi nelle convocazioni successive. Sono stato calciatore, fino a poco tempo fa, quindi so che dispiace ad un giocatore non far parte della convocazione. Però può succedere. Abbiamo tanti giocatori forti, bisogna fidarsi di un allenatore come Mancini che ci ha portato a vivere una delle notti migliori della nostra vita.
Quando ti vediamo in panchina?
È una fase di attesa, tutto molto nuovo. Poteva essere a giugno, poteva essere qualche settimana fa, magari sarà tra poco. Per il momento la mia testa è qui in Nazionale. Per me è una famiglia, una casa e sto benissimo. Ovviamente i fatti sono chiari, abbiamo parlato di quello che potrebbe succedere e che vorrei che succedesse, ma per ora sono qui e voglio onorare quello che faccio. È importante al 100% quello che si deve fare anche da collaboratore tecnico.
Hai avuto tanti allenatori, tra i quali anche Luis Enrique. A quale ti ispiri maggiormente?
De Zerbi rende onore alla filosofia da parte di noi italiani nella maniera migliore. Mi sono innamorato di Luis Enrique per quello che proponeva in campo e per come si comportava con noi a livello umano. In questo momento devo studiare e imparare da tutti gli allenatori. Devo assorbire qualcosa da ogni tecnico, anche da chi ha filosofie diverse da Luis Enrique o Guardiola. Ci sarà il momento, la squadra, la situazione di gioco. Vincono tante squadre e divertono tante squadre che fanno cose leggermente differenti. Penso ai vari Klopp, Simeone, qui in Italia Gasperini e Juric o Antonio Conte ovunque vada. Bisogna rispettare e studiare tutte le tipologie di gioco, le idee e le filosofie per crearne una propria rispettando le caratteristiche che hanno i giocatori.
Fonte: La Domenica Sportiva
Juve, Inter, Milan e Roma ko nello stesso giorno: in Serie A non accadeva dal 1955
Quella di ieri è stata una domenica molto particolare per il campionato di Serie A. Sconfitte tutte insieme Milan, Inter, Juventus e Roma.
Come evidenziato da OptaPaolo, non accadeva che queste quattro tre big perdessero una partita del massimo campionato italiano nello stesso giorno addirittura dal 13 febbraio 1955. Per la cronaca, il campionato in questione fu poi vinto dal Milan. Per fermarsi a uno stop contemporaneo delle sole Inter, Juventus e Milan basta invece tornare al ben più recente 2015: nella sesta giornata del campionato di Serie A 2015/2016, poi vinto dai bianconeri, le tre big del nord caddero contemporaneamente sotto i colpi di Fiorentina, Napoli e Genoa.