Roma, preso Ziolkowski ma ci sarà da attendere qualche giorno per vederlo

Roma, preso il difensore centrale polacco Jan Ziolkowski. Arriverà però dopo ferragosto perchè deve giocare i preliminari di coppa col Legia Varsavia.

 


El Shaarawy: "Avevano un ritmo superiore. La fascia? Un orgoglio"

El Shaarawy ai microfoni a fine partita: “L’Aston Villa aveva un ritmo superiore rispetto al nostro. Nessuna confusione, serve massima serenità. Siamo consapevoli che dobbiamo lavorare ancora di più. La fascia da capitano? E' un orgoglio per me e un riconoscimento. Ne vado fiero. Devo pensare a dare tutto come ho sempre fatto, con la fascia o meno."


Gasperini: "Dobbiamo fare meglio, ma l'impegno c'è stato"

Mister Gasperini a fine match perso contro l'Aston Villa: "L’impegno è stato encomiabile, non c’è niente da dire. Abbiamo sempre cercato di tenere il campo al massimo. A tratti sono state fatte delle buone cose ma non siamo stati incisivi. Però abbiamo fatto bene sul piano del gioco e sul piano del rubare palla. Purtroppo abbiamo preso gol in cui ci sono andati via anche a difesa schierata però va dato merito agli avversari che hanno 1-2 marce in più ora. Ad agosto non devi esaltarti quando vinci ma non devi nemmeno deprimerti quando perdi. Dobbiamo fare meglio. Dei nuovi mi è piaciuto El Aynaoui mentre Wesley stasera non ha fatto bene. Ha sbagliato molto." Si aspetta altro dal mercato? "Non lo so. Vediamo che si può fare".


La Roma perde 4-0 contro l'Aston Villa in amichevole

Termina con una sconfitta per 4-0 (gol di Bouendia, Ramsey, Watkins e Malen) questo primo test in terra inglese. Aston Villa avversario sicuramente più probante rispetto ai precedenti avversari, sia a livello tecnico che fisico.

Partita molto complicata fin dalle prime fasi, animata solo nel secondo tempo da qualche guizzo di Soulé che colpisce una traversa nell'unica azione degna di nota. Resta comunque un test fisico importante al netto dei diversi livelli di preparazione rispetto al club inglese che tra 10 giorni inizierà il campionato.


La Roma tratta con Google e Red Bull per il nuovo main sponsor

Secondo il Corriere dello Sport, il club giallorosso è in trattativa avanzata con due colossi globali: Google e Red Bull. L’obiettivo? Trovare il nuovo sponsor principale dopo la fine dell’accordo con Riyadh Season.
L’ingresso di uno di questi brand rafforzerebbe l’immagine internazionale della Roma anche fuori dal campo.


Mancini al CdS: "Sono qua dal 2019 e diventare una bandiera sarebbe un sogno"

Gianluca Mancini ha parlato alle colonne de il Corriere dello Sport.

Ecco le sue dichiarazioni: 

Lei lo sa cosa dice la gente? “Mancio in campo fa quello che farei io, ha le reazioni che avrei io, ci mette il cuore che ci metterei io”. Più che un’empatia, sembra una simbiosi.
«Sin da subito Roma ti abbraccia e ti porta dentro questo vortice emotivo. Ti beccano in giro
e ti parlano della Roma, li incontri al bar e ti chiedono perché la Roma non vince o quanto siamo forti quest’anno. La Roma è ovunque, è un’idea che cammina su tante gambe, ed è
meraviglioso. I nostri tifosi non possono scendere in campo, così provo a farlo io per loro.
Reagendo alle ingiustizie come reagirebbero loro».

Si sente un simbolo?
«Forse mi vedono come quello più carismatico, simbolo però è una parola grossa. Chissà, magari quando smetterò mi ci sentirò».

Una volta raccontò che da ragazzino, nel vivaio della Fiorentina, rischiava di essere tagliato ogni anno. L’Italia non e un paese per giovani.
“Dai 9 ai 19 anni giocavo poco, è vero. Mi dicevo “non sarai mai un calciatore”. Non è facile resistere, devi essere forte di testa. Diciamo che sono un sopravvissuto. Anche grazie a quella vocina che continua a salirmi dallo stomaco».

E cosa le dice?
«Non mollare, non smettere di pensare che davanti a te c’è sempre una salita. Sai, bisogna avere anche un po’ di paura per andare avanti. Parlo della paura di perdere tutto, che tutto questo un giorno finisca».

Si legherebbe alla Roma a vita?
«Sì, assolutamente sì. Sono qua dal 2019 e diventare una bandiera sarebbe un sogno. La
Roma a vita, mi piace».

La scadenza del contratto fino al 2027 però è dietro l’angolo.
«Non ne stiamo ancora parlando. Per me non è un problema. Non c’è alcun tipo di preoccupazione».

Gasp ha detto che ci sono 7-8 leader in questo gruppo e che il capitano lo sceglierà in base alle presenze. A conti fatti, però, lei passerebbe da vice a quarta scelta.
«Non è importante, non mi pesa. Anzi è positivo che nel nostro gruppo i leader si sentano capitani. La fascia è solo un simbolo della domenica».

Da bambino ce l’aveva un mito?
«Marco Materazzi, una fonte d’ispirazione. Quando sono arrivato a Roma hanno cominciato a parlarmi di Aldair e così ho guardato tutti i suoi video».

Cos’è il derby per Mancini?
«Lo stomaco che frulla, l’attesa che quasi ti uccide. Pensi, io ho debuttato con la Roma in
un derby. La rivalità ti logora, quella partita ti toglie il sonno, vivi una settimana da incubo e
non vedi l’ora che inizi».

Di solito che metodi utilizza per allentare la tensione?
«Non la allento mica. Sul pulIman metto la playlist “allenamento forte”. Sento solo “bum
bum bum”. E nel frattempo giro nella mia testa il film della partita che sto per giocare».

L’attaccante che l’ha snervata di più?
«Ho fatto una fatica bestiale a marcare Higuain»

E nell’ultimo campionato?
«Moise Kean, tostissimo. Non si ferma un attimo».

Fonseca, Mourinho, De Rossi, Juric, Ranieri, Gasperini. C’è un segreto per adattarsi così velocemente a tecnici così diversi tra loro?
«Il mio è fare tutto quello che mi chiedono».

Ad esempio?
«Se lei fosse il mio allenatore e per assurdo mi dicesse “Gianluca, oggi per vincere la partita dai 5 testate a un albero”, io lo farei. Mi fiderei di lei, rispetterei i compiti che mi assegna. Non sto mai a pensare a cose tipo “sono abituato a questo”, “per me sarebbe meglio quest’altro”. Sono pensieri che inquinano la mente e basta. Quando non mi sento capace di fare qualcosa, cerco di impararla».

La cavalcata con Ranieri cosa vi ha dimostrato?
«Che nulla è impossibile. E che se possiamo fare 46 punti nel girone di ritorno, allora dobbiamo farli anche in quello d’andata. Ranieri ci ha dato serenità, ha fatto ordine. Che eravamo forti già lo sapevamo, io l’ho sempre detto pure nei momenti bui, rischiando di passare per scemo».

Si è detto che a Bergamo qualche volta discuteva con Gasperini.
«Mai vero. Quando sono venuto alla Roma è stata la prima persona che ho chiamato. Io so cos’è la gratitudine»

Che tipo è Gasp?
«Il più grande insegnante di calcio e tattica che io abbia mai avuto. In campo è un martello, è molto esigente e non cerca mai alibi. Con lui alzi l’asticella, è inevitabile».

Cos’è stato invece Mourinho per la sua carriera?
«Un mostro che è arrivato e mi ha fatto dire “sì, lui può cambiare la mia storia e quella di tutti noi”. José ci ha dato carisma, mentalità, convinzioni. In campo ero il suo condottiero, a volte ho esagerato andando un po’ oltre…ma lo facevo perché sentivo che lui ci avrebbe portati alla vittoria».

E oggi cosa sente?
«Abbiamo tutto per riprovarci, anche in Europa».

Budapest quanto le fa male?
«Me la sogno spesso. E me la sogno male».

È una ferita aperta o è già una cicatrice?
«Ferita che provoca dolore. Io non riguardo mai immagini di quella finale di Europa League, non ho mai rivisto quella partita e quando su Instagram scrollo i reel e mi ritrovo davanti agli occhi i video di quel rigore chiudo il telefono. Meritavamo quella coppa, quell’episodio ci ha condannati. Io poi sono stato un protagonista in negativo con l’autogol e con un rigore sbagliato. Budapest la porterò per sempre dentro».

La Champions è un obiettivo concreto?
«Sì lo è. Una squadra come la Roma non può stare fuori dalla Champions League per tutto
questo tempo. Io poi non ci ho mai giocato».

È vero che ci sono state offerte dall’Arabia? 
«Ci sono stati degli interessamenti, dei sondaggi. Perà ho detto al mio procuratore che sto troppo bene qua. Amo questa società e questa maglia e non voglio pensare ad altro».

Lei ha visto l’alba dell’era Friedkin. Cinque anni dopo il loro arrivo, come è cambiata la Roma?
«Sono alla Roma dal 2019, arrivato insieme a tanti acquisti: sembrava ci fosse una rivoluzione in corso. Oggi, grazie ai Friedkin, la Roma è un punto di arrivo. Basta vedere Trigoria per rendersene conto: è migliorata in tutto, dai campi ai macchinari, fino alle strutture. Ora tocca a noi fare qualcosa di speciale».

Le esclusioni di Spalletti quanto le hanno fatto male?
«Dicono che abbiamo discusso. Non è così. L’ho sempre ringraziato anche quando mi ha convocato da riserva o se un collega si faceva male. Quando chiama la Nazionale, si corre. Anche a piedi. Aggiungo che non tutti hanno la fortuna di fare un Europeo. Poi il ct ha fatto altre scelte. Ho sempre detto che quando non ti chiamano devi essere il primo tifoso a casa».

Ha già parlato con il ct Gattuso?
«Sì, ci siamo conosciuti. Voglio convincerlo, di sicuro l’azzurro passa dalla Roma».

Sua moglie Elisa, le tre figlie Ginevra, Lavinia e Bianca. Lei è circondato da donne.
«Fino a 50 anni infatti giocherò a calcio, visto che a casa non tocco palla».

Le mancano quando è in ritiro?
«Da morire, sono gli amori della mia vita, tutto quello che ho, il mio rifugio. Guai a chi me le
tocca, sono geloso».

Ed è anche felice?
«Nella vita? Sì, tanto. Soprattutto quando posso fare qualcosa per gli altri».

Nel suo paese, hanno organizzato un evento per ricordare Mattia Giani, il fratello di suo cognato venuto a mancare ad appena 26 anni mentre giocava a calcio. La sua foto mentre sparecchiava ha fatto il giro del web.
«E non me lo spiego. Ho visto ragazzi montare, smontare, preparare, cucinare, pulire, apparecchiare, servire ai tavoli. Così l’ho fatto anche io. Sono un ragazzo normale come tanti. Abbiamo bisogno di normalità in questo mondo. Riguardo Mattia, il vuoto che ci ha lasciato è impossibile da colmare».

Esiste l’amicizia vera nel calcio?
«Eh, non è mica facile. Ma io ho due amici che sono come due fratelli: con Leonardo Spinazzola ci completiamo, il destino ci ha separati alla nascita e poi ci ha fatti ritrovare. E poi c’è Lorenzo Pellegrini, con il quale condivido tutto».

Cosa si augura per lui?
«L’ho visto stracarico. Abbiamo fatto le vacanze insieme e non si vedeva mai perché era sempre ad allenarsi. Doppie sedure tutti i giorni».

La Roma lo aspetterà?
«A braccia aperte. E lui farà una grande stagione»


Gasperini voleva Ziolkowski già all'Atalanta. In serata nuovi contatti tra Roma e Legia

Il difensore polacco Ziolkowski si avvicina sempre di più alla Roma. In serata nuovi contatti tra la Roma e il Legia Varsavia. Gasperini lo voleva già qualche mese fa all'Atalanta. Era stata una sua richiesta nel mercato di gennaio.


Trattative complicate per Echeverri e Fabio Silva

Secondo SkySport, si complicano le trattative per Claudio Echeverri e Fabio Silva.
Il Manchester City continua a fare muro per Echeverri: cessione soltanto in prestito secco, i giallorossi vogliono inserire il diritto di riscatto.
Complicato poi anche l'arrivo di Fabio Silva per costi e formula: il Wolverhampton cede l'attaccante solo a titolo definitivo e per ora la Roma non può esaudire questa richiesta.


Bollettico medico su Ndicka e Soulè

Bollettico medico 👇

Evan Ndicka risentimento sciatalgico. Oggi a riposo precauzionale, svolgerà per qualche giorno lavoro specifico individuale.

Matias Soulè
Trauma distorsivo alla caviglia sinistra. Si valuterà il ritorno in gruppo giorno per giorno.


Massara lavora sempre per portare Echeverri a Roma

Il Diablito, Claudio Echeverri, ha detto di no al Girona e a comunicato al Manchester City che l'unica destinazione a lui gradita è Roma.Ieri sera, ha commentato il post dell'amico Soulé, altra frecciatina del Diablito. ll City non ha ancora aperto al prestito con diritto di riscatto, unica soluzione che giustamente ha chiesto la Roma.

Nel frattempo Massara, ha lasciato il ritiro della Squadra arrivata ieri sera in Inghilterra per l'ultima parte della preparazione, con l'obiettivo di regalare a Gasperini il talentono del City più un'altro centrocampista.
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La Roma vince anche con il Lens 2-0

La Roma vince anche contro il Lens nella prima vera amichevole di livello: 0-2 nel segno di Mancini e Soulé. Da valutare le condizioni di Ndicka (problema al flessore della coscia destra) e l’argentino (distorsione alla caviglia sinistra).


Dovbyk e Ferguson dualismo per una maglia

Arrivato con il titolo di capocannoniere della Liga, Artem Dovbyk a Roma non ha mai pienamente convinto allenatore e tifosi ed è stato scavalcato nelle gerarchie da Evan Ferguson dopo due sole amichevoli.

Entrambi in rete contro il Cannes stanno dando vita ad un primo dualismo per la maglia da titolare in attesa del mercato che nel mese di agosto potrebbe ancora scombinare i piani per quanto riguarda l'ucraino. Oggi con il Lens nuova chance per entrambi.