Kolarov, l'arma in più dell'attacco giallorosso
INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Se comincia a far gol pure di destro, è la fine. Per gli avversari, ovviamente. Aleksandar Kolarov è arrivato a 8 reti, esattamente le stesse segnate da Edin Dzeko. E il dato, inutile negarlo, colpisce e va analizzato con attenzione. Non tanto per il rendimento deficitario del bosniaco, quanto per l'exploit del suo amico serbo. Otto gol non sono assolutamente pochi per uno che di mestiere fa il difensore. Certo, qualche rigore, qualche calcio di punizione per dare e darsi una mano non sono mancati, ma non si segna mai per caso. Anche da palla inattiva. E, poi, otto gol Kolarov in carriera non li aveva segnati neppure da ragazzino: riuscirci a 33 anni molto abbondanti, perciò, è un'impresa notevolissima. Soprattutto se uno ricorda che Alex è stato costretto per molto tempo a giocare con un piede fratturato e la cosa, ne converrete, non è il massimo della vita. Il suo contributo, perciò, è stato spesso altalenante, non sono mancate le figuracce e le critiche ma non sempre il tutto è accaduto per colpe esclusivamente sue.
COME UN CERTO SINISA - A conti fatti, finora ha dato quello che doveva dare. E in tema di gol si è addirittura superato. Al punto che nell'ultima gara ha agganciato il suo idolo Sinisa Mihajlovic (8 centri con la Lazio nella stagione 1998-99 ndr) in testa alla classifica all time dei difensori stranieri a segno nel nostro campionato. E pensare che la partita contro il Cagliari per lui poteva essere una sorta di trabocchetto, visto che dall'altra parte della barricata c'era Luca Pellegrini, indicato un po' da tutti come l'esterno sinistro della Roma del futuro. Il confronto, in realtà, è stato impietoso, con il serbo stravincitore della sfida a distanza. E non soltanto per il gol che ha blindato il risultato finale. Pellegrini ha talento, ma deve ancora crescere parecchio; Kolarov è cresciuto abbastanza, ma - se sta bene - ancora se la comanda in scioltezza. Questo non vuol dire che il serbo deve essere una delle basi su cui fondare la Roma del futuro, ma di certo non va buttato senza pensarci troppo nel secchio dell'immondizia. Non si può pensare di progettare la nuova Roma partendo da un ragazzo che a novembre compirà 34 anni (contratto in scadenza nel 2020, come Dzeko ndr), ma non si deve neppure dare troppo retta alla carta d'identità. Specie se l'età, come nel suo caso, è semplicemente una bugia.
Volata Champions nel segno del gol
IL MESSAGGERO - FERRETTI - Quattro giornate al fischio finale del campionato, 12 punti a disposizione, sei squadre in corsa per i due posti Champions ancora disponibili. Sei squadre raccolte nel giro di sette punti: comanda il gruppo l'Inter (62 p), lo chiude la Lazio sette punti sotto. Tra la squadra di Luciano Spalletti, terza, e quella di Simone Inzaghi, ottava, ecco la sorprendente Atalanta di Gian Piero Gasperini al quarto posto (59), a seguire la Roma di Claudio Ranieri (58) e, a braccetto il Torino di Walter Mazzarri e il depresso Milan di Rino Gattuso (56). Nella volata finale conteranno diversi fattori: la condizione atletica, innanzi tutto. Difficile ipotizzare, del resto, che ci sia un gruppo che non sia pronto a tutto sotto l'aspetto psicologico: la possibilità di giocare in Champions, con ciò che di economico ne consegue, è troppo ghiotta per essere affrontata con un'alzata di spalle, tipo succeda quel che succeda. Sarà determinante il lavoro, l'abilità e anche l'esperienza degli allenatori, ma saranno ancor più decisivi i protagonisti in campo. Con un occhio attento su quanti, da sabato al 26 maggio, saranno chiamati a dare forza e sostanza alla propria squadra.
IL FATTORE JUVENTUS - E qui il discorso non può non chiamare in causa chi di professione fa (o dovrebbe fare...) i gol. E, analizzando il momento delle sei squadre coinvolte nella lotta per la Champions forse soltanto una, al massimo due possono dormire sonni più o meno tranquilli. Di certo, chi non fa salti di gioia per lo stato di forma del proprio bomber sono Inter, Roma, Milan e Lazio. Spalletti, ad esempio, non ha chiaro chi debba essere il centravanti dei nerazzurri: Icardi appare una specie di sopportato dalle polveri bagnate e Lautaro Martinez una promessa e poco più. Ecco perché l'Inter ha cominciato a segnare poco, e i tre pareggi nelle ultime quattro partite lo stanno a confermare. Dzeko e Immobile a Roma sono praticamente sulla stessa lunghezza d'onda: il romanista, un solo centro all'Olimpico in campionato, ha segnato gli stessi gol di Kolarov e due meno di El Shaarawy; il laziale ha firmato 14 reti, ma solo 5 nelle ultime 20 giornate (due volte assente, però). Poche. Inzaghi, per sua fortuna, ha trovato Caicedo che gli sta dando una grossa mano, 7 gol nelle ultime 13 gare. A Milano, sponda rossonera, il polacco Piatek, 21 reti a referto, è finito addirittura in panchina: segno che non è in grande forma, perché il suo accantonamento non può avere matrici tecniche. Il Milan ha vinto solo una volta nelle ultime cinque partite: ultima rete pesante del polacco per il deludente pareggio casalingo contro l'Udinese, lo scorso 2 aprile. Meno problemi, lì davanti, li stanno avendo il Toro del ritrovato Belotti e, soprattutto, l'Atalanta che è arrivata a quota 68 reti complessive dopo il posticipo contro l'Udinese: miglior attacco del campionato con la Juventus. A guardare il calendario, nessuno scontro diretto in programma per Inter, Roma e Milan ma in tre (Atalanta, Roma e Torino) dovranno affrontare la Juventus. La Lazio, invece, dovrà vedersela sia con il Torino sia con l'Atalanta. Quattro su sei chiuderanno in casa: fari puntati già da adesso sull'Olimpico Grande Torino dove, domenica 26, si sfideranno Mazzarri e Inzaghi. Ed è facile ritenere che non sarà un match di poco conto, anche in chiave Europa League.
Roma, il Conte è in sospeso
IL MESSAGGERO - TRANI - Nessuno nega più la trattativa tra la Roma e Antonio Conte. Nella Capitale e non solo. Anche fuori dal Grande Raccordo Anulare. Dove sono ormai certi che James Pallotta e il suo management fanno sul serio per avere l'unico top coach attualmente libero. Ecco perché, soprattutto al Nord, si muovono per replicare, anche sminuendolo e quindi intralciandolo, al piano giallorosso che non è solo di facciata. Ne hanno preso atto più a Milano che a Torino, città in cui l'ex ct azzurro spesso si ferma quando non è a Londra (lì vive con la moglie Elisabetta e la figlia Vittoria). L'Inter è la più attiva. Beppe Marotta ha informato Steven Zhang e gli ha chiesto ampia libertà d'azione, avendo la certezza di quanto l'allenatore sia tentato dalla proposta del ceo Guido Fienga. Così l'ad nerazzurro, ottenuto l'ok per salutare Spalletti (al netto della posizione ufficiale) appena sarà in cassaforte il piazzamento in Champions, prepara il rilancio per spuntarla nella negoziazione comunque complicata per entrambi i club che temono le superpotenze, il Psg e lo United. Cina contro Usa, adesso è questo il duello. Perché la Juve, anche se Fabio Paratici e Pavel Nedved continuano a lavorare ai fianchi il presidente Andrea Agnelli per portarlo al ribaltone, è ancora nella fase di riflessione, poco convinta se cambiare Allegri e con chi.
ALMENO ALLA PARI Conte, pur avendo chiesto 2 settimane di tempo per la risposta definitiva, ha apprezzato la chiarezza del progetto della Roma. Che, costretta comunque a incassare prima dell'estate 50 milioni con le plusvalenze, non si sente dietro all'Inter. E lo ha ribadito all'allenatore, chiarendogli che, nel rispetto del Financial Fair Play, il club giallorosso ha meno limitazioni negli investimenti di quello nerazzurro, nonostante la solidità della proprietà cinese. E a prescindere dalla partecipazione alla prossima Champions che non inciderà, almeno così ha assicurato il tecnico, sull'esito della trattativa. In più, come sottolineato pure da Francesco Totti sabato scorso, Pallotta è disposto a concedergli carta bianca sull'organizzazione dentro Trigoria e non esclusivamente in campo e negli spogliatoi. E affiancandogli, come ds, l'amico Petrachi, gli garantisce di poter contare su chi si fida a occhi chiusi. Il contratto triennale da 8 milioni netti a stagione è scontato. Insomma, c'è solo da attendere.
STAFF ALLERTATO Fienga ha seguito le linee guida di Pallotta. Nessuna promessa sugli acquisti, sulle cessioni e sulle conferme. Nè è stata compilata la lista dei collaboratori. Che è, comunque, è pronto: il vice Angelo Alessio, il match analyst Gianluca Conte che studia per il fratello gli avversari, il nutrizionista Tiberio Ancora e il preparatore atletico Paolo Bertelli che è di casa a Trigoria. Dove è già sotto contratto quello dei portieri Marco Savorani che lavorò con Conte al Siena e che escluderebbe Gianluca Spinelli, presente nello staff della Nazionale e del Chelsea. In bilico Costantino Coratti che, sia a Coverciano che a Londra, è stato il vice di Bertelli. Sono i fedelissimi, seguranno ovunque Conte.
ROSA DA VALUTARE Non c'è ancora la Roma di Conte. Che ha bisogno, e non solo per il 3-5-2, di interpreti di gamba. Florenzi è il simbolo. L'unico, però. Sulle fasce, sarebbero necessari gli interventi più significativi. Sotto osservazione, per le corsie, Karsdorp, El Shaarawy e Kliuvert. Il portiere titolare è da prendere, come il centrale difensivo da aggiungere alla conferma di Manolas. Forse anche quella di Fazio, in stile Barzagli, o Kolarov, non da fluidificante. Ok gli intermedi: Pellegrini, Cristante e Zaniolo. Da scegliere il regista, scortato, se possibile, per un anno da De Rossi. Davanti Under, seconda punta alla Eder. Dzeko il centravanti. Se parte, il sostituto preferito è Lukaku.
Gattuso, addio rimandato. Marotta "congela" Spalletti
IL MESSAGGERO - RIGGIO - Rino Gattuso e Luciano Spalletti hanno almeno una cosa in comune. Tra qualche settimana entrambi potrebbero non allenare più a Milano. Dei due quello più in bilico è il rossonero, salvato in extremis dal Milan per la mancanza di alternative (sarà, comunque, esonerato a fine campionato). L’unico in corsa era Federico Giunti, molto vicino a Leonardo, allenatore della Primavera rossonera dal 29 dicembre scorso (è subentrato ad Alessandro Lupi per evitare la retrocessione). La luce si è spenta il 21 marzo nel ko del derby contro l’Inter Da quel giorno nelle ultime sette partite, i rossoneri hanno vinto soltanto con la La-zio (13 aprile), smarrendo la fiducia in loro stessi e mandando in tilt anche Gattuso, che ieri ha incontrato in sedeIvan Gazidis, Paolo Maldini e Leonardo. Un vertice di quasi un’ora per capire come uscire da questa disastrosa situazione. Dopo la sconfitta con il Torino, nessuno dei dirigenti si è pubblicamente schierato con l’allenatore, che ha dovuto incassare, alla vigilia, il disappunto di alcuni giocatori per le sue dichiarazioni «sulla squadra senza ani-ma». Ora, ironia della sorte, sulla strada del Milan ci sono due ex: Sinisa Mihajlovic (Bologna) e Vincenzo Montella (Fiorentina). «Siamo delusi. Senza quarto posto ci sarebbe un impatto economico evidente», l’analisi di Paolo Scaroni, presidente dei rossoneri. Per la prossima stagione piacciono Gian Piero Gasperini (in pole per Gazidis) e Maurizio Sarri, il preferito di Leonardo.
SPONDA NERAZZURRA - Nonostante il terzo posto, Spalletti non è sicuro di restare all’Inter. I nerazzurri stanno subendo il sorpasso deciso della Roma per Antonio Conte, che resta il sogno di Beppe Marotta. L’attua le amministratore delegato nerazzurro, qualche mese fa, aveva fatto un pensierino pure per Massimiliano Allegri che, fino a prova contraria, vuole restare al-la Juventus. Nella lista del dopo Spalletti era finito anche José Mourinho, che guarda con interesse al Psg. Nomi che fanno intuire, al di là delle dichiarazioni del club, il possibile divorzio tra l’Inter e il tecnico di Certaldo
La vita di Francesco Totti diventa una serie televisiva
IL MESSAGGERO - CARINA - La vita di Francesco Totti sbarca in tv. La Wildside, casa di produzione cinematografica, ha deciso di acquisire dalla Rizzoli i diritti per la tv del libro ‘Un Capitano’, l’autobiografia dell’ex calciatore. Il progetto è di farne una serie televisiva. Intanto De Rossi prova ad essere a disposizione per Genoa-Roma. La speranza è flebile, anche di rientrare nella lista dei convocati. Entro venerdì effettuerà un provino dal quale dipenderà il suo rientro o meno in gruppo. Ranieri non vuole rischiare: se non avrà garanzie, tornerà il 12 maggio contro la Juventus. Dallo stage della Nazionale a Coverciano, Riccardi sogna ad occhi aperti: “Il mio mito? Totti, sogno la sua “dieci”.Vorrei ringraziare Di Francesco per l’opportunità dell’esordio in Coppa Italia. Ora cercherò di dare il massimo e di farmi vedere dal ct”. Alberto Aquilani potrebbe tornare a Trigoria per guidare una squadra del settore giovanile.
Con...te resterò tutti i migliori vogliono essere allenati dall'ex C.T. la Roma aspetta
GAZZETTA - PUGLIESE - La Roma continua a sognare, Antonio Conte resta invece in attesa. Nel senso che il leccese si è preso del tempo per valutare alcune cose, ma ci sarà da capire fino a quando la Roma potrà permettersi di aspettare una sua risposta. In tal senso, Roma-Juventus del 12 maggio prossimo può essere una partita spartiacque per capire se Conte deciderà davvero di sposare il progetto della Roma o meno. Maggio, poi, sarà un mese particolare per l’ex tecnico del Chelsea perché a Londra arriverà anche la sentenza sulla richiesta di risarcimento presentata ai Blues per il licenziamento per giusta causa e per la quale Conte ha chiesto quasi 20 milioni (tra ultimo anno di contratto e clausola in caso di allontanamento). Tra l’altro, presto potrebbe partire un valzer di panchine interessanti. Conte vuole vedere e capire cosa può succedere ad esempio non solo in Italia (Inter e Juventus) ma anche in Francia (Psg), Germania (Bayern) e Inghilterra (Manchester United).
EDIN & KOSTAS A Roma, però, è ovvio che si stia sognando ad occhi aperti, nonostante chi ci sia ora – e cioè Claudio Ranieri – stia facendo bene (nonostante il successo dell’Atalanta, la Roma ora è quinta da sola) e abbia il gradimento di tutti dentro e fuori Trigoria. L’idea-Conte, però, ha acceso i fari del tifo giallorosso, ma soprattutto ha riacceso la fiducia verso il futuro. Come dire, allora si vuole ancora provare a vincere davvero. Con l’eventuale arrivo di Conte, tra l’altro, cambierebbero molte strategie, anche a livello individuale. Ad iniziare da Dzeko e Manolas, che potrebbero anche restare. Dzeko proprio su esplicita richiesta del tecnico, visto che il club è entrato nell’ottica di idee di darlo via a giugno (la Roma spera di farci 15-20 milioni di euro) e ad esserne felice sarebbe anche Kolarov, suo grande amico; Manolas per sua scelta, perché a Roma sta bene e vorrebbe restare, ma prima vuole capire chi sarà il nuovo timoniere dei giallorossi. Il greco, tra l’altro, nei giorni scorsi ha avuto un colloquio con Ranieri a cui ha detto di voler restare anche con lui. Insomma, con Conte o Ranieri il difensore non eserciterebbe la clausola di rescissione di 36 milioni e resterebbe in giallorosso ancora, per provare a vincere qui.
GLI AZZURRI Gli altri giocatori che finirebbero con l’essere parte integrante dello scacchiere «contiano» sarebbero ovviamente i giocatori della Nazionale, a partire da quelli che Conte ha avuto con sé nell’esperienza azzurra dal 2014 al 2016. De Rossi, ad esempio, giocherebbe un altro anno per la gioia di entrambi. E Florenzi anche troverebbe stimoli per ripartire. E poi El Shaarawy e Zaniolo, altri due su cui si poggerebbe la Roma del futuro. ElSha perché è maturato tanto da quando Conte lo aveva con sé, Zaniolo perché rappresenta il futuro e il tecnico leccese ci lavorerebbe su per limare anche quei piccoli difetti di gioventù.
Una carriera da Oscar e Totti diventa serie TV
GAZZETTA - CECCHINI - metti una sera a cena in una elegante casa del centro di Roma. Metti che ad un certo punto uno dei commensali si alzi, si metta al pianoforte e gli altri comincino a ridere (e non certo perché suoni male, anzi). Metti che dopo una serata del genere un progetto cominci a prendere forma più strutturata. Ecco, prendete tutti insieme questi elementi, shakerateli e avrete un’idea del magico mondo in cui ormai galleggiano Francesco Totti e sua moglie llary. L’anfitrione della serata, infatti, era Pietro Valsecchi, uno dei più celebri produttori internazionali e proprio per questo mentore di uno dei maggiori talenti del cinema italiano contemporaneo, cioè quel Luca Pasquale Medici, al secolo dell’intrattenimento meglio noto come Checco Zalone. E allora avete capito: al pianoforte quella sera c’era proprio lui.
L’AUTOBIOGRAFIA Il piatto forte, però, deve ancora arrivare. Dopo una lunga trattativa, infatti, è virtualmente concluso l’acquisto dei diritti della fortunata autobiografia, «Un campione», edita da Rizzoli e scritta insieme a Paolo Condò. Partendo da questo libro, infatti, da mesi si sta pensando di strutturare un prodotto intorno alla vita dell’ex stella della Roma. Ad occuparsi dell’operazione sarà la Wildside, la casa di produzione fondata nel 2009, guidata da Lorenzo Mieli e Paolo Gianani. Ma naturalmente anche la famiglia Valsecchi sarà della partita, con Virginia, attrice e produttrice, oltre che figlia di Pietro, cioè il padrone di casa di quella splendida serata d’autunno in cui il progetto ha cominciato a prendere forma.
SERIE SU SKY In questi mesi, le ipotesi su come costruire il prodotto sono oscillate dalla serie tv al film vero e proprio, ma a essere vincente sembra proprio che sarà la prima ipotesi, con Sky partner dell’avventura. Dopo aver accarezzato l’idea di rivolgersi a più registi (come accadrà per la serie su Maradona, ad esempio), per la storia di Totti ci sarà un’unica mano dietro la macchina da presa, anche se tutte le scelte devono essere ancora fatte. A cominciare dal casting, naturalmente. Le prime indiscrezioni parlano di un protagonista principale – quello che impersonerà Totti – relativamente sconosciuto al grande pubblico, mentre nei ruoli secondari si vorrebbe invece attori celebri. Comunque è ancora tutto da definire. La cosa certa è che la Wildside – produttrice di celebri serie tv (da «The young Pope» a «In Treatment») – intende lanciare la sfida a uno dei luoghi comuni nel mondo del cinema (ormai anche domestico), ovvero che le opere che trattano anche di calcio non sempre hanno successo. Totti, però, potrebbe essere speciale anche in questo. E chissà che tra Pallone d’Oro e Oscar, in fondo, non ci sia poi un’enorme differenza.
Dopo il Papa c'è Totti. Il Capitano diventa una fiction in onda sui canali Sky a fine 2021
LEGGO - BALZANI - Francesco Totti come The Young Pope. Una storia d'amore bella come quella tra il Capitano e la sua città d'altronde vale la pena di essere raccontata. Non solo da libri, documentari o foto ricordo, ma da una serie tv divisa in più stagioni.
Quella che sembrava solo un'idea sta diventando realtà. Wildside, casa di produzione con sede a Roma, ha acquisito da Rizzoli i diritti cinematografici del libro Un Capitano, autobiografia del numero 10, scritta da Totti insieme al giornalista Paolo Condò. E in questi giorni chiuderà un accordo con Sky e Amazon per la produzione di una serie dal titolo Il Capitano che ripercorrerà le tappe della vita di Francesco: i primi calci alla Lodigiani, l'esordio con la Roma, il Mondiale 2006, il matrimonio da sogno con Ilary e la nascita dei tre figli, i record e ovviamente il giorno dell'addio. Il prodotto sarà di alta qualità. Wildside ha prodotto negli ultimi anni, a braccetto con la tv satellitare, serie come The Young Pope (e The New Pope prossima all'uscita su Sky Atlantic), Il Miracolo, 1992 e In Treatment. Wildside ha prodotto anche film come Io e te di Bertolucci, La mafia uccide solo d'estate con Pif e Ma cosa ti dice il cervello con Paola Cortellesi. Ma quando uscirà la serie su Totti? Il progetto è ancora in fase di ideazione, Amazon in questi giorni sta ultimando una serie su Sergio Ramos il difensore icona del Real, e per la data di uscita si ipotizza inverno 2021. Nel frattempo è partita la caccia agli attori. Il ruolo di Francesco è ambito da molti tifosi, tra i quali Luca Marinelli(Non essere cattivo e Lo chiamavano Jeeg Robot) che per caratteristiche fisiche sembra quello più vicino a Totti. O Alessandro Borghi che invece somiglia come una goccia d'acqua a Daniele De Rossi
Grinta De Rossi: recupero più vicino
LEGGO - BALZANI - Sul Trono di spade di Champions vuole sedersi anche De Rossi. Il capitano si è allenato nei due giorni di riposo con l’obiettivo di essere a disposizione di Ranieri già da domenica contro il Genoa. Il centrocampista ha lavorato in campo con lo staff giallorosso per proseguire il percorso riabilitativo. Dopo queste quattro partite il capitano vuole firmare il rinnovo per concedersi l’ultima stagione da calciatore. Se a centrocampo le scelte non dovrebbero mancare in vista della trasferta di Marassi, in difesa, invece, la situazione è differente: Karsdorp e Santonsono sulla via del reucpero dai rispettivi infortuni muscolari
Quattro finali per Ranieri
IL TEMPO - AUSTINI - Mai in Paradiso. Ma conta entrarci alla fine. L'Atalanta conferma la dura legge con cui deve convivere, per suoi demeriti, la Roma quest'anno: non è mai stata tra le prime quattro in classifica alla fine di un turno di campionato. La vittoria sul Cagliari unita al ko del Milan a Torino le hanno concesso di respirare solo per due giorni l’aria di Champions, ma ieri sera, puntuale, l’Atalanta, seppur soffrendo, si è riportata avanti battendo l'Udinese. Ranieri, quindi, deve continuare a rincorrere. Ha ereditato una Roma al quinto posto da Di Francesco, con un derby appena perso in malo modo e un’eliminazione dolorosissima a Oporto, e sempre lì si trova, anche se è riuscito a ridurre a un punto il gap dalla quarta: il giorno del suo insediamento c'era l'Inter a +3 e il Milan a +4. È proprio l’armata di Gasperini ad aver recuperato più terreno - quattro lunghezze - sui giallorossi durante la gestione Ranieri, che più dei risultati ha riportato equilibri e sicurezze nella squadra. Il trend è positivo e la scia le speranze aperte, grazie a tre successi nelle ultime quattro gare e un solo gol subìto da Perisic a San Siro. Nell’altra area, poi, le cose continuano a funzionare: con 61 reti all'attivo l'attacco della Roma è il quarto migliore del campionato. Ma non basta ancora per ottenere il quarto posto. «Tutti uniti per queste quattro finali» ha scritto ieri sui social Alessandro Florenzi, affidandosi a un slogan piuttosto abusato ma calzante. Calendario alla mano, i prossimi due impegni saranno senz'altro decisivi per le sorti dei giallorossi. Prima a Marassi contro il Genoa di Prandelli, dove la doppia vittoria stagionale manca da undici anni, poi in casa contro i campioni d'Italia della Juventus, che hanno già dimostrato con l'Inter di non voler concedere regali alle rivali di sempre. Chiusura nello stadio del Sassuolo e all'Olimpico col Parma, un deja vu del 2001 quando in
palio, però, c'era una posta decisamente più grande. Per la Roma stravolta e mal gestita di quest'anno la qualificazione in Champions (sarebbe la sesta di fila) non varrebbe uno scudetto ma comunque tantissimo, per continuare a programmare in grande. Una società che non riesce ad autofinanziarsi senza ricorrere alla cessioni nell’anno in cui disputa la semifinale del torneo più ricco, figuriamoci quanta fatica farebbe a mantenere gli equilibri finanziari perdendo del tutto l’«oro» della Champions. La motivazione unisce società e allenatore, perché riportare nell'Europa che conta la Roma sarebbe un’altra perla da incastonare nella carriera di Ranieri. Un uomo che ha conquistato tutti in poche settimane a Trigoria, anche chi - e non mancavano - lo aveva riaccolto con un certo scetticismo. E i giocatori? In Champions vogliono sempre starci e per chi sa già di cambiare aria nella prossima stagione c'è comunque un premio da riscuotere come da contratti individuali e di squadra. Insomma gli stimoli sono massimi, a Trigoria si respira una nuova aria di fiducia e si punta a fare l’en-plein nelle ultime quattro «finali» per non lasciare nulla di intentato. Sulla carta potrebbero bastare anche 10 punti grazie a qualche stop preventivabile delle rivali, ma di terreno la Roma ne ha già perso fin troppo ed è vietato fare calcoli
Domino panchine: Conte aspetta Allegri
IL TEMPO - BIAFORA - L'effetto domino delle panchine delle big di Serie A sta per iniziare. La Roma, a seguito dei molteplici incontri delle ultime settimane, attende una risposta di Conte, rimasto affascinato dalla proposta e dai programmi prospettati dalla società giallorossa. L'ulteriore spinta al possibile arrivo del salentino nella Capitale è rappresentata dalla figura di Petrachi, stabilmente in pole position per andare a coprire la carica di direttore sportivo del club di Trigoria, uno scenario che probabilmente porterebbe all’addio di Massara. Il dirigente del Torino, blindato per l’ennesima volta da Cairo («Si parla di un suo passaggio alla Roma, ma mi stupisce la cosa perché ha un contratto con noi e non mi ha mai parlato di questa ipotesi»), è uno degli amici più stretti di Conte e ha come obiettivo quello di convincerlo a cedere al corteggiamento per iniziare insieme la nuova avventura. Il tecnico si è preso qualche ulteriore giorno di tempo prima di dire sì o no alla Roma, aspettando gli sviluppi legati alla panchina della Juventus. La posizione di Allegri è tutta decifrare e tra oggi e domani, giorni in cui è prevista la riunione con Agnelli, sarà tutto più chiaro e nitido. Il suo addio potrebbe dare il via al domino, con l'Inter che farebbe un tentativo per convincere Allegri ad accettare di lavorare nuovamente a Milano, sponda nerazzurra. Il livornese, più dell'ex ct, è corteggiato da Marotta, che a parole conferma ancora Spalletti: «C'è lui come allenatore per il prossimo anno. Ha un contratto, siamo sereni». Nel caso in cui arrivasse invece il rinnovo di Allegri ecco che aumenterebbero sensibilmente le chance di vedere Conte alla guida della Roma. Non resta che attendere.
De Rossi fa gli straordinari per Marassi
IL TEMPO - BIAFORA - Stamattina la Roma si ritroverà sui campi di Trigoria per iniziare a preparare la sfida con il Genoa, ma in realtà c’è un gruppo di giocatori che i non si è mai fermato per provare a recuperare dai rispettivi infortuni. De Rossi, Santon e Karsdorp, più i due «volontari» Marcano e Schick, ieri hanno svolto una seduta di lavoro supplementare
in modo da arrivare il prima possibile al massimo della forma per gli ultimi impegni di campionato. Il terzino olandese si era già riunito al resto dei compagni nella rifinitura di venerdì scorso e a Marassi tornerà nella lista dei convocati. Per quanto riguarda De Rossi e Santon, le cui condizioni sono migliori rispetto al capitano giallorosso, è ancora difficile sbilanciarsi su una presenza nel match di domenica: bisognerà attendere la risposta del fisico nelle sedute della settimana. Oggi saranno assenti Zaniolo e Riccardi, impegnati nello stage dell’Italia. «E un sogno essere con la Nazionale dei grandi - le parole del classe 2001 - cercherò di fare il massimo per farmi notare da Mancini»