L'omaggio della Roma per El Shaarawy: "Mamma mia che assist" (video)

La Roma ieri ha raggiunto la vittoria contro l'Udinese grazie ad un gol di Dzeko, tornato alla rete all'Olimpico dopo quasi un anno. Grande merito del gol, però, va ad El Shaarawy che ha confezionato l'assist per il bosniaco con un tocco di esterno destro perfetto. Ed è proprio questo gesto tecnico del faraone che la Roma ha voluto omaggiare sul proprio profilo Twitter: "Mamma mia che assist".

 


Tante le pretendenti di Zaniolo, ma la Roma vuole blindarlo

Una stagione da incorniciare per Nicolò Zaniolo, che alla prima esperienza in Serie A si è messo in evidenza con ottime giocate e grandi margini di crescita. La Roma però dovrà stare attenta all'assalto delle big, che seguono il giocatore e vorrebbero acquistarlo nella prossima sessione di mercato. Tante le squadre che mirano a Zaniolo; tra le quali vi sono Juventus, Real Madrid, Manchester City e Bayern Monaco. La Roma, come riferisce gazzetta.it, non vorrebbe cederlo e lavora al rinnovo contrattuale fino al 2024.


Serie A, il Napoli vince e manda il Chievo in Serie B

E' terminato il match delle 18 con il Napoli che ha vinto con un tondo 3-1 il Chievo al Bentegodi.
Il primo tempo è terminato in favore dei partenopei grazie alla rete di Koulibaly al 15'. Nella ripresa al 64' raddoppia Milik con Koulibaly che all'81' chiude il match con la doppietta personale.
Al 90' accorcia le distanze Cesar, un gol che non serve a molto con il Chievo che retrocede matematicamente in Serie B.


Serie A, l'Inter vince a Frosinone. Di Nainggolan, Perisic su rigore e Vecino i gol dei nerazzurri

Segna, controlla, si addormenta, rischia e alla fine dilaga. L'Inter vince 3-1 a Frosinone e mantiene il vantaggio sulle inseguitrici, in ottica qualificazione alla prossima Champions. Ma il secondo tempo dei nerazzurri rischiava di complicare parecchio una serata che sembrava tranquilla. L'Inter passa al 19': ripartenza veloce, D'Ambrosio dalla destra pennella in mezzo per Nainggolan che tutto solo di testa batte Sportiello. Il Frosinone abbozza una reazione, ma ai ciociari manca inventiva e Handanovic rischia poco o nulla. L'unica palla gol è un colpo di testa di Paganini su cross di Beghetto che finisce di un soffio alto. Al 37', poi, Chibsah pensa bene di cinturare Skriniar sul corner di Perisic: rigore. Il croato sottrae la palla a Icardi e raddoppia dal dischetto. Prima dell'intervallo Politano a tu per tu con Sportiello si mangia il tris calciando sul portiere in uscita. I padroni di casa entrano con un po' più di verve nella ripresa e al 61' Cassata con un tiro da fuori sorprende Handanovic accorciando le distanze. L'Inter si spaventa e Ciano su punizione subito dopo va vicinissimo al pari. Anche nel finale i ciociari ci provano, ma con poco costrutto e anzi è Icardi a divorarsi due volte il tris, prima di servire la palla del 3-1 a Vecino in contropiede nel recupero. Spalletti porta così a casa 3 punti fondamentali per la corsa Champions.


Dammi tre punti, non chiedermi niente

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Vittoria doveva essere e vittoria è stata. La Roma di Claudio Ranieri centra il secondo successo consecutivo in campionato superando di misura l’Udinese di mister Tudor, reduce da sette punti conquistati nelle precedenti tre partite, che anche all’Olimpico si è dimostrato avversario ostico e in un buon momento di forma.

Diversi i motivi per cui l’allenatore giallorosso può sorridere, dopo i tre punti guadagnati al termine della sfida contro i friulani: innanzitutto il ritorno al gol (casalingo) del bomber della squadra, Edin Dzeko. Il bosniaco non segnava in campionato tra le mura amiche addirittura dal lontano 28 aprile scorso, quando mise a segno una doppietta contro il Chievo Verona. Per poter credere realmente nella possibilità di conquistare un posto all’interno della prossima edizione della Champions League, la Roma ha bisogno assoluto dei gol del suo cannoniere principe e il fatto che l’ex Wolfsburg e Manchester City sia finalmente riuscito a sbloccarsi può restituire fiducia all’intera formazione capitolina, oltre che ovviamente al diretto interessato.

Inoltre, mister Ranieri può essere soddisfatto di come i giallorossi sembrino finalmente giocare da squadra. Dopo la confortante, almeno da questo punto di vista, prestazione al Ferraris di Genova contro la Sampdoria, la Roma ha confermato anche contro l’Udinese come sia ora in grado di difendere e attaccare seguendo dei movimenti omogenei sul terreno di gioco. Un elemento che parrebbe banale, ma che negli ultimi tempi della gestione Di Francesco era diventata una vera e propria chimera; basta prendere ad esempio la folle vittoria allo Stirpe di Frosinone, dove l’undici giallorosso si gettava in massa in attacco per cercare il gol, lasciando costantemente sguarnita la retroguardia.

La squadra di Ranieri non fa certamente dello spettacolo il suo leitmotiv, tuttavia risulta assai pragmatica, proprio come è nel dna del suo mister. “Bisogna saper fare poche cose sul campo, ma bene”: appare questo il messaggio a chiare lettere instillato dal tecnico di San Saba nella testa dei suoi uomini.

Non bisogna dimenticare, peraltro, le condizioni assai precarie in cui la Roma si è trovata a fronteggiare l’Udinese nel pomeriggio di ieri: in primis, una difesa a quattro con soli centrali e un improbabile Juan Jesus, mancino naturale, come terzino destro. Insomma, seppur avesse contato qualcosa, non era certamente ieri il momento giusto per esigere del calcio champagne alla ‘Magica’.

Sempre in riferimento agli aspetti positivi emersi, tra questi c’è di certo da annoverare Antonio Mirante. Giunto nella Capitale in estate in punta di piedi con il chiaro ruolo di dodicesimo alle spalle del titolare svedese Robin Olsen, l’ex Bologna, complici i vari disastri combinati dal numero uno voluto da Monchi, ha saputo aspettare il suo momento in tutta tranquillità e ora, a trentasei anni, si gode la sua fase da protagonista in una ‘grande’, dopo anni trascorsi a difendere i pali di squadre meno blasonate. Il portiere cresciuto nel settore giovanile della Juventus appare essere riuscito a conferire alla propria difesa quella sicurezza spesso mancata quando in campo c’era Olsen. Qualcuno ha anche parlato di problemi di comunicazione, a causa della lingua, tra lo svedese ex Copenhagen e i suoi compagni di reparto; qualunque sia la reale motivazione, con Mirante la situazione sembra essere decisamente cambiata (in positivo).

Ranieri, infine, è stato ieri abile stratega anche nel ‘leggere’ la partita in corso d’opera. Dopo quarantacinque minuti di ordine in campo, ma anche di scarsa pericolosità verso la porta difesa da Musso, inserendo Florenzi al posto dell’acciaccato Juan Jesus e Lorenzo Pellegrini in luogo del come al solito evanescente Patrik Schick, l’allenatore della Roma ha completamente stravolto la fisionomia della propria formazione e dell’inerzia della sfida, facendo pendere l’ago della bilancia dalla parte giallorossa.

Certo, non si può pensare che tutti i problemi palesati dalla Roma nel corso di questa tribolata stagione siano stati magicamente risolti, anche perché l’Udinese in alcuni tratti della sfida è parsa fin troppo pericolosa dalle parti di Mirante, ma intanto ci si può e ci si deve accontentare di riuscire a vedere finalmente in campo una ‘squadra’ e non undici calciatori riversati sul terreno di gioco senza né capo né coda.

Ora come non mai, il coro della Sud che esclama “Dammi tre punti, non chiedermi nientedeve assurgere a vero e proprio inno giallorosso, da ascoltare e recitare con la mano sul petto fino al termine del campionato.

Lo spettacolo può attendere.


Dzeko, è il tuo momento

INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – Roma-Udinese di oggi pomeriggio diventa fondamentale per la rincorsa alla Champions dei giallorossi, fino ad una settimana fa così lontana ed ora, di nuovo agguantabile. I capitolini ci credono ma per fare il salto finale verso il quarto posto servono, i gol, serve una punta, serve Edin Dzeko. Sette partite in un mese e mezzo. Poi la storia, durata 4 anni intensi tra alti e bassi, tra Dzeko e la Roma quasi sicuramente si interromperà vista pure la scadenza di contratto al 2020. Il bosniaco negli ultimi mesi ha manifestato più di un segnale di nervosismo per un divorzio non voluto, ma ormai sembra essersi arreso e in cerca del lieto fine. Innanzitutto tornando a segnare un gol all'Olimpico. Un evento che, in campionato, non si verifica addirittura dal 28 aprile 2018. Per non festeggiare l'amaro anniversario a digiuno Dzeko ha due occasioni: la gara di sabato con l'Udinese e quella del 27 con il Cagliari.

MAI COSI’ MALE - Ma lo score di Edin è stato misero pure in trasferta: sette gol in 25 partite. Quattordici in meno rispetto a Piatek e Quagliarella, la metà di Immobile. Peggio in carriera Dzeko ha fatto solo nell'ultima stagione al City (4 gol in 22 partite). Ha tempo ancora 7 partite Edin per provare a raggiungere la doppia cifra e centrare un piccolo record. Manca solo una marcatura, infatti, per toccare quota 86 gol complessivi in maglia giallorossa. In questo modo la Roma diventerebbe la squadra con la quale il bosniaco ha segnato di più in carriera (85 Wolfsburg e 72 City). E dai suoi gol passano pure le speranze di agguantare l'ultimo posto sul treno Champions. Una competizione che ha visto il miglior Dzeko nelle ultime due stagioni: 13 gol in 18 partite. Un torneo che l'attaccante potrebbe non giocare la prossima stagione. È sempre più concreta, infatti, la possibilità di un ritorno in Premier. Destinazione Londra, sponda West Ham dove ritroverebbe il suo ex allenatore Pellegrini. Gli Hammers sono pronti a offrirgli un triennale da 4,5 milioni. Poi ne servono altri 18-20 per soddisfare la richiesta della Roma che al 30 giugno avrà un ammortamento residuo di 4,6 milioni nel bilancio societario per quel che riguarda il cartellino di Dzeko. Si tratterebbe quindi di quasi 15 milioni di plusvalenza. Soldi che servirebbero per accogliere l'erede del bomber. Nei giorni scorsi è stata rilanciata la candidatura di Benedetto, 29 anni del Boca Juniors. Nell'affare col club argentino possono rientrare i cartellini di Ponce e Perotti, ma in prima fila resta Belotti soprattutto se la Roma dovesse qualificarsi in Champions. Saranno saluti a fine stagione? Probabilmente sì, e allora è proprio il caso di farlo nella maniera più giusta, con la Champions in tasca.


Roma, nuova chance per il quarto posto

MESSAGGERO - TRANI - È il weekend della Roma. Che, dopo averlo inseguito per 31 partite, ha la chance di raggiungere il 4° posto, più vicino (-1) dopo il successo di Marassi. Il programma della giornata, tra l'altro, permette a Ranieri di mettere pressione ai 3 rivali nella corsa alla zona Champions, potendo giocare d'anticipo sui colleghi Gattuso, Inzaghi e Gasperini. Ma, per effettuare il sorpasso (e non è detto che sia solo momentaneo), diventano obbligatori i 3 punti contro l'Udinese, ospite nel pomeriggio (ore 18) all'Olimpico. In caso di vittoria, il tecnico giallorosso potrebbe poi guardare in serata dall'alto Milan-Lazio. Le somme in classifica, però, saranno tirate solo lunedì sera, dopo Atalanta-Empoli (20,30).

MASSIMA ALLERTA - La Roma, insomma, ha la nuova Grande Occasione. Ma, voltandosi indietro, deve ricordare quante ne ha già sprecate durante l'annata, regalando 16 punti alle piccole del campionato. Tra queste proprio l'Udinese che, di misura, festeggiò all'andata. E che, da quando è tornato Tudor in panchina (3° allenatore della stagione dopo Velazquez e Nicola), è imbattuta: 7 punti in 3 partite, compreso il pari di San Siro contro il Milan. Ranieri, pesando il momento chic dei bianconeri, è pronto a riproporre il 4-2-3-1 che, in fase di difensiva, si trasforma nel 4--4-1-1, utile a garantire l'equilibrio e la compattezza. Il sistema di gioco prevede, nel tridente, solo il centravanti e l'esterno offensivo, nella circostanza Dzeko ed El Shaarawy, cioè i migliori realizzatori del gruppo. Sono centrocampisti, per il bilanciamento dell'assetto, l'altro esterno alto e il trequartista: avanti con Zaniolo e Pellegrini, gli stessi usati contro la Sampdoria. Cambiano, però, 2 interpreti su 4 della linea davanti a Mirante, essendo out 3 terzini: Kolarov è squalifcato, Karsdorp e Santon sono infortunati. Così rientra Florenzi e Jesus scivola a sinistra. De Rossi recupera, dopo lo stop di giovedì per il colpo preso al ginocchio, proprio nel pomeriggio in cui si ferma Nzonzi (scontro di gioco e trauma contusivo al ginocchio). Tra i 21 convocati si rivedono Pastore e Perotti. Tudor si presenta all'Olimpico con 20 giocatori: assenti lo squalificato Zeegelaar e gli indisponibili Hallfredsson, Nuytinck e Behrami.

TREND DA INVERTIRE - Dzeko, intanto, farà l'ennesimo tentativo per interrompere il digiuno casalingo che, in serie A, dura ormai da quasi un anno, dal 28 aprile del 2018, doppietta nel 4-1 contro il Chievo, e quindi da 16 partite. I gol del centravanti, pure se i giallorossi contano 17 marcatori diversi (solo il Sassuolo ha lo stesso numero di finalizzatori), possono decidere la volata Champions, lunga 7 giornate. Ma non è stata solo la scarsa mira di Dzeko a condizionare il rendimento stagionale della Roma. Che, sabato scorso a Marassi, è stata finalmente capace di chiudere il match senza subire reti, il 1° con Ranieri, e ha quindi dovuto aspettare addirittura 2 mesi per uscire dal campo con la difesa imbattuta, passando da Di Francesco al nuovo allenatore, cioè dal successo dell'8 febbraio contro il Chievo. La tappa di Genova, in questo senso, va inquadrata come quella della possibile svolta proprio per la solidità ritrovata. Dalla squadra più che dal reparto. Nel pomeriggio, però, va subito confermata contro l'Udinese. Anche perché i giallorossi sono stati più fragili all'Olimpico che in trasferta: in 15 partite giocate, in campionato, nella Capitale, 25 gol incassati (su 45 totali), Fuori casa, invece, 20 in 16 gare. Unico clean sheet interno in questo torneo, il 26 settembre contro il Frosinone (poi i 3 nelle coppe contro il Viktoria Plzen, il Cska Moska e l'Entella).


Florenzi torna titolare ma rischia un altro stop: occhio al giallo

MESSAGGERO - CARINA - Con Ranieri ha giocato appena la gara contro l'Empoli. Poi la lesione al muscolo soleo (21 marzo) rimediata in nazionale ha costretto Florenzi a farsi da parte. A distanza di tre settimane, eccolo nuovamente in campo anche se la sensazione è che se il tecnico di San Saba avesse avuto Santon o Karsdorp a disposizione, il rientro del laterale azzurro sarebbe stato più soft. Tuttavia l'ecatombe muscolare e la corsa alla Champions non permettono più cautele: Florenzi contro l'Udinese giocherà. E paradossalmente dovrà stare molto attento: Alessandro infatti è uno dei diffidati in casa giallorossa.

SETTE GARE PER IL RISCATTO - Un cartellino giallo gli farebbe saltare lo spareggio di sabato prossimo contro l'Inter a San Siro. Appena insediatosi, Ranieri spese parole al miele per lui («Mi aspetto tanto») invitandolo a reagire al momento di difficoltà. Il rigore causato nella serata di Oporto pesa nella stagione della Roma. E inevitabilmente in quella di Florenzi. Che ha capito da tempo che «non si può piacere a tutti». Fu proprio lui a dirlo, all'indomani della firma sul rinnovo contrattuale lo scorso agosto. Probabilmente non si aspettava però di piacere così a pochi. Perché il brusio dell'Olimpico ad ogni suo errore sta diventando peggio dei fischi. A questo punto, forse gli ha fatto bene fermarsi

STAGIONE COMPLICATA - Anche contro l'Empoli, dove aveva giocato una buona partita con la fascia di capitano al braccio, alla fine ha rovinato tutto rimediando un'espulsione. Certamente eccessiva ma pur sempre evitabile. A dimostrazione ulteriore che sembra essere proprio una stagione-no. Ora Florenzi ha sette partite per riscattarsi. Sette gare dove la sua presenza sarà fondamentale. Sia a livello numerico (Santon e Karsdorp nella migliore delle ipotesi non torneranno prima di Roma-Juve) che qualitativo.


Stadio, il voto arriva nelle commissioni del Comune e la maggioranza rischia subito di andare sotto

MESSAGGERO - PIRAS - La democrazia diretta si è espressa e dice che a Tor di Valle non vogliono il nuovo stadio della Roma. Dopodomani la delibera targata Grancio e Fassinasull'annullamento del pubblico interesse, approvata nel Municipio IX, sarà esaminata in commissione Sport. La questione stadio, dunque, non può essere elusa. Lì c'è Gemma Guerrini che da sempre considera non prioritaria, non pentastellata per essere chiari, la controversa operazione calcistico immobiliare di Tor di Valle. E c'è il neoarrivato Carlo Maria Chiossi che è entrato al posto di De Vito e non ha alcuna voglia di portare avanti un'opera già azzoppata dalla magistratura. Il Campidoglio rimane immobile e cerca rifugio nella burocrazia. «Non ci sono accadimenti comprovati e accertati che ci possano far annullare tutto», riferisce un consigliere di maggioranza. In sostanza dice che bisogna aspettare la Cassazione sulle inchieste Parnasi e De Vito per poter decidere. Il tema è quello dell'annullamento in autotutela, un procedimento amministrativo di cui il Campidoglio può avvalersi se cambia idea sul progetto.

«Al Municipio IX i nostri consiglieri si sono astenuti e non hanno votato a favore della delibera», dichiara il capogruppo capitolino Giuliano Pacetti, consapevole che dare il via libera all'astensione era il massimo grado di mediazione che si poteva offrire ai consiglieri municipali del M5S che dello stadio non vogliono più sentir parlare.

L'AVVOCATURA - Ma ora anche in Campidoglio diversi consiglieri sono tentati di azzerare tutto. Fonti di Palazzo Senatorio sono molto chiare e assicurano che l'Avvocatura lascia apertissima l'opzione dell'annullamento in autotutela: «È un procedimento sempre possibile per la pubblica amministrazione». E non parla invece di penali.
E allora cosa c'è sotto? Ormai c'è uno iato tra consiglieri capitolini e il fronte M5S politico e romano. Per capire bisogna entrare nelle chat del mondo pentastellato, dove ci sono anche i consiglieri, profondamente scosso dagli arresti della magistratura. «Crediamo che De Vito non sia l'unico implicato», riferisce una fonte del M5S. «Sicuramente De Vito parlerà, se lui ha fatto pressioni ci deve essere anche chi le ha accettate o subite e che, lo stadio, lo vuole fare comunque», racconta. «Se vanno avanti si dimostra che non c'era bisogno delle pressioni di De Vito», conclude la stessa fonte contrarissima all'opera. Ieri la capogruppo M5S in Regione Lazio, Roberta Lombardi, ha cercato di infondere il medesimo coraggio che hanno avuto nel Municipio IX ai colleghi capitolini. «Il IX municipio dice si all'annullamento del pubblico interesse - ha scritto Lombardi su Facebook - il voto nel consiglio municipale, interessato all'opera, era obbligatorio ma non vincolante. Il segnale però è arrivato forte e chiaro: #famolostadiodaunaltraparte. Ciò che davvero impatta sul territorio e sui cittadini, viene prima di ogni cosa. Se un progetto è sbagliato e dannoso per la città, va ripensato altrove». Insomma, dice: «Fermate tutto». Perché? Risponde chi ha parlato direttamente con i consiglieri capitolini: «Perché è tutto sulla base di una delibera di pubblica utilità già nata con profili di illegittimità e un sistema di minacce e corruzione, può bastare no?».


Frongia e quel curriculum a Parnasi: "Prendi la ragazza, qui in Comune è sprecata"

MESSAGGERO - V.ERR. - «Ti ho mandato quel curriculum. È un talento». Così parlava lo scorso 7 giugno Daniele Frongia. Il suo interlocutore era Luca Parnasi, il costruttore che, dopo meno di una settimana, sarebbe finito in carcere con l'ipotesi di corruzione. Proprio quella conversazione, nella quale sembra chiaro che l'assessore solleciti Parnasi ad assumere una donna per occuparsi di comunicazione, aveva spinto i pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli a iscrivere il nome di Frongia sul registro degli indagati, ipotesi corruzione. Le conversazioni intercettate tra i due, i riferimenti a Frongia negli atti dell'inchiesta e la presenza dell'assessore alla giunta che il 30 luglio 2017 aveva riconosciuto di «pubblico interesse» lo stadio di Tor di Valle, avevano messo sotto accusa l'assessore. Ma a escludere il suo coinvolgimento è stato proprio Parnasi a verbale: «Ho chiesto a Frongia il nome di una persona da assumere». E così la vicenda finirà in archivio. Anche se, dopo a richiesta della procura, l'ultima parola spetta al gip.

L'INTERCETTAZIONE - «TI ho mandato il curriculum - dice l'assessore il 7 giugno durante l'incontro con Parnasi - ti spiego il motivo». Evidentemente si tratta di un argomento che Parnasi e Frongia hanno già affrontato. Perché il costruttore risponde: «Sì, comunicazione». A questo punto è Frongia a precisare «Lei già lavora, è ben sistemata in Comune, è la migliore comunicatrice che abbiamo. Secondo me è sprecata. È molto giovane quindi non è il profilo un po' senior che tu cercavi, però se stai cercando in quell'ambito». Parnasi chiede se la ragazza lascerebbe il Comune e se abbia un contratto a tempo indeterminato. «A tempo determinato - risponde Frongia - però fino al 2021. Però se te lo dico è perché lei è un talento, nonostante abbia 30-31 anni..secondo me renderebbe più nel privato». L'assessore lascia intendere di non voler fare pressioni: «Però deve essere una cosa che tu reputi utile per te, perché lei è già tranquilla». E Parnasi lo rassicura: «assolutamente. Ci parlo io e le faccio un colloquio. Io direttamente», conclude Parnasi.
Il 29 settembre scorso, davanti ai pm, Parnasi ha fornito chiarimenti che alla procura sono sembrati sufficienti per scagionare Frongia. In merito all'incontro avvenuto pochi giorni prima dell'arresto, il costruttore dice che in quell'occasione non si parlò dello stadio ma di alte iniziative imprenditoriali, poi aggiunge: «è una persona per bene, non mi ha mai chiesto favori personali, denaro o altro. Ricordo che in un'occasione mi diede il curriculum di una dipendente o consulente. Io avevo detto a Frongia, non ricordo in quale occasione, sicuramente eravamo a pranzo in un locale vicino al mio ufficio, dei progetti da portare avanti in materia di impianti con Ampersand del Comune». L'iniziativa di Frongia sarebbe nata dopo che Parnasi gli aveva detto di cercare una figura che si occupasse di comunicazione. Il colloquio ci fu davvero: «Era una ragazza gradevolissima di circa trent'anni - dice Parnasi - Ha avuto anche un incontro con il nostro capo del personale». Poi conclude: «Frongia non mi ha detto in alcun modo che era interessato per suoi motivi che io assumessi questa ragazza».


El Shaarawy e Pellegrini: sono il futuro della Roma?

GAZZETTA DELLO SPORT - Scusi, quando comincia il futuro? Se per la Roma la sfida con l’Udinese di oggi sembra essere il primo passo di un mini-torneo a handicap per la zona Champions, anche i singoli calciatori – ormai aziende personalizzate – hanno fame di certezze, persino quelli che non hanno velleità d’addio. Il prototipo potrebbero essere Lorenzo Pellegrini e Stephan El Shaarawy, due che – pur con storie diverse – hanno il giallorosso nel cuore. Cominciamo dal centrocampista, che oggi tornerà titolare in casa, come non gli succedeva dal 18 febbraio contro il Bologna (il derby successivo sulla carta era in trasferta). Ebbene, anche Pallotta ha detto che farà parte della squadra del futuro, ma il piazzamento finale sarà il discrimine. E così Pellegrini, con la sua clausola da circa 30 milioni pagabile in due anni, è facilmente aggredibile. (...) Discorso diverso quello di El Shaarawy, anche lui al rientro da titolare. in casa. «Siamo da Champions. Purtroppo abbiamo perso tanti punti per strada», dice al sito del club. Il Faraone, con 9 gol all’attivo, è il capocannoniere giallorosso in campionato e vorrebbe rinnovare quel contratto in scadenza nel 2020. L’impressione è che tutti vogliono prolungare, ma c’è anche da dire che, senza Champions, uno degli obiettivi sarebbe quello di tagliare il monte ingaggi di circa il 20%. (...) Intanto sottotraccia c’è anche Antonio Conte a seguire il mercato. Intendiamoci, la Roma non è favorita nella corsa all’ex c.t. ma ci prova, pur sapendo che sarà difficile accontentarlo sul fronte degli acquisti e delle cessioni. Ma perché non provarci?


Il cacciatore di talenti da 300 milioni

GAZZETTA DELLO SPORT - E’ il mago delle plusvalenze. Ma non solo. Perché con lui ai comandi di solito la zona Championsdiventa un’abitudine. Come successo al Monaco e come potrebbe accadere, cosa meno scontata, al Lilla. Certo, la Roma è di un altro livello, ma il percorso di Luis Campos finora è sempre stato in crescita. Prima come tecnico, poi come osservatore, anche per l’amico Mourinho, e infine come dirigente. (...)  A Montecarlo, nel 2014, Ranieri fu esonerato perché tradito dalle stelle e dal proprietario che rinunciò ai grandi acquisti. Il russo Rybolovlev preferì puntare su giovani da crescere e rivendere. Strategia ideale per Campos che iniziò la carriera come tecnico in Portogallo. Dove fu ribattezzato «campa», la tomba, perché seppelliva le sue squadre nel cimitero delle retrocessioni. Dal 2005 si riciclò come professore. All’università ci andava in Porsche, comprata con i soldi di ristoratore e soprattutto consulente di grandi club. Nel 2012 Mourinho lo volle come vice al Real, per scrutare le avversarie, come al Porto. Al Monaco, l’anno dopo, lo sponsorizzò Mendes. E con Campos la panchina passò al connazionale Jardim, dando inizio alla girandola di plusvalenze. (...) Nel 2017 il Monaco ha vinto lo scudetto arrivando in semifinale di Champions senza Campos, ma la squadra era imbottita di giocatori scoperti con la sua società di Montecarlo, dove risiede. Che ha sei osservatori: un portoghese, un messicano, uno spagnolo, un brasiliano e due francesi che si dividono 5 zone di esplorazione, Italia inclusa, in modo autonomo per non influenzarsi nella schedatura di un migliaio di profili l’anno (...) I più interessanti sono catalogati in tre categorie di prezzo: fino a tre milioni, tra i tre e i sei milioni, oltre i sei. Se un giocatore riceve tre rapporti positivi, Campos lo va a vedere di persona. Il portoghese lo scorso anno ha percorso 390mila chilometri in aereo. Come un viaggio sulla luna. Quella che gli chiede la Roma.