Schick e Dzeko è crisi di coppia

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Un tempo - 10 marzo - fu: «Schick e Dzeko possono giocare insieme? Devono»; un mese dopo è diventato: «Ne sceglierò uno dei due». Ranieri usa la pretattica o semplicemente fa marcia indietro. Per motivi non solo tattici. Perché se il tecnico va contro il suo credo («mi piace giocare con due attaccanti, l'Udinese però vuole questo e credo che sceglierò uno dei due»), ovvero 4-4-2, evidentemente questa squadra non può mettere quei due nelle condizioni di giocare insieme: è abituata a giocare in una certa (vecchia) maniera e perché in questo momento gli esterni ranieriani sono troppo attaccanti per poter fare i centrocampisti e perché le chances che Dzeko e Schick hanno avuto per giocare insieme le hanno sfruttate solo a metà. Quindi, la coppia oggi è in crisi, tanto per usare una forzatura dialettica. O forse coppia - intesa come uno vicino all'altro - non lo è mai stata. In questo momento tutti e due meriterebbero di giocare, chi per un motivo e chi per un altro. Dzeko perché è Dzeko, perché ha una storia alle spalle e perché ha lo spessore per essere titolare, seppur il rendimento quest'anno non è nel suo standard. Edin è fermo a sette gol all'Olimpico e cinque in Champions, gli manca la rete casalinga dal 28 aprile scorso. La prestazione però, Dzeko, alla fine l'ha quasi sempre portata a casa e questo Ranieri lo ha apprezzato, conosce la sua importanza dentro la squadra, anche senza gol. «Il ragazzo è determinato e io sono convinto che nel finale di campionato tornerà al gol visto il suo impegno quando gioca, e questo è importante», appunto.

QUESTIONE DI CARATTERE - Schick, invece. Perché meriterebbe di giocare? Perché è un grosso investimento e non va buttato dalla finestra. Perché a Genova ha contribuito, specie con Edin al fianco, a far vincere la partita alla Roma. Perché quel talento prima o poi lo farà vedere etc etc. Il problema è tutto qui. Un allenatore, è successo a Di Francesco e sta più o meno accadendo lo stesso a Ranieri, guarda molto l'aspetto caratteriale di un calciatore. Tra due calciatori non al massimo, prende sempre quello che spaventa gli avversari con la sua presenza, con la fisicità, con l'esperienza. Succedeva anche a Capello ormai quasi vent'anni fa: Batistuta era sempre in campo, anche se in una partita era utile solo nella propria area di rigore su un calcio d'angolo avversario. Domani vedremo chi tra i due la spunterà: la sensazione è che la pallina si rifermerà di nuovo sul nome di Dzeko. Ranieri dovrebbe puntare ancora sul 4-2-3-1, specie con il recupero di Florenzi, che si piazzerà a destra nei quattro di difesa, completata da Fazio, Manolas e Jesus, in mezzo DeRossi (che ieri non si è allenato, va vaultato oggi e domani, ma non sembra in dubbio), Cristante, elogiatissimo da Ranieri («uno stantuffo»), poi Pellegrini a trequarti con Zaniolo a destra, ElShaarawy (o Kluivert) a sinistra e uno dei due in crisi ndi coppia là davanti. L'obiettivo è la Champions, che resta possibile, basta non sbagliare niente. Il resto è futuro. «Sarà un cammino difficile, ci sono molte squadre che lottano come noi e dobbiamo fare molto per i nostri tifosi. La Champions è lì, ci vogliamo andare. Il Totti dirigente? La persona giusta per il futuro perché ama Roma è capace e passo dopo passo sta entrando in questo aspetto. Ha voglia di entrare in alti livelli, bisogna saperlo anche aspettare e farlo crescere perché nessuno nasce imparato. Ogni lavoro ha i suoi pregi e difetti. Lui sa molto del calcio giocato e sta ampliando le sue conoscenze».


Nuova Champions, Lotito guida la rivolta

IL MESSAGGERO - BUFFONI - La Super Champions fa paura. La rivoluzione che, dal 2024, vedrà azzerati i campionati nazionali con 24 squadre su 32 qualificate dalla stessa Champions e partite nel weekend (con quelle di campionato infrasettimanali), ha fatto insorgere le Legheeuropee. Il 6 e 7 maggio prossimi a Madrid ci sarà un’assemblea delle European Leagues aperta a tutti i club per dire no al progetto architettato dall’Eca, l’associazione dei top-club europei guidato dal presidente della Juventus Andrea Agnelli e dalla Uefa. Per l’Italia ci saranno 7 o 9 club guidati dal presidente della Lazio Claudio Lotito con al fianco Napoli, Genoa, Sampdoria, Torino, Atalanta e Fiorentina alle quali potrebbero aggiungersi Sassuolo e Roma.

LA LEGA DI SERIE A - La Lega di Serie A ha già espresso la sua contrarietà attraverso le parole pronunciate martedì scorso dall’ad De Siervo in Commissione Cultura della Camera. «A Madrid i club europei si riuniranno per cercare di bloccare la Super-Champions e le altre due coppe europee (Europa League e Europa League2). Vorremmo essere aiutati e il governo ha un ruolo fondamentale. Rischiamo di diventare un campionato marginale»


Roma d'attacco rivoluzione tra le punte, il sogno ora è Hazard Jr.

GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - CECCHINI - Questione di prospettive. La necessità di programmare il futuro a media scadenza, in fondo, fa correre il rischio di perdere di vista quello immediato, che al momento per la Roma si chiama Udinese.

QATAR E CONTE Ma come resistere alle voci che parlano dell’interesse del fondo del Qatar (fioccano smentite dal club), di Antonio Conte (contattato con più speranze che certezze, vista la grande concorrenza che c’è), dell’imminente scelta del nuovo responsabile del mercato (Luis Campos del Lilla è in pole, ma dicono a Trigoria che i giochi non sono chiusi) e soprattutto di mercato? E così l’attualità si sgrana in principal modo su questi fronti, visto che il tifoso giallorosso in questo momento pare abbia voglia di sognare, magari utilizzando anche TikTok, la nuova app con cui la società ieri ha raggiunto un accordi partnership. Inutile dire che una premessa sembra d’obbligo: gli investimenti saranno tarati anche in base al traguardo di fine stagione. Ovvero, se sarà Champions, Europa League o nulla.

IDEA HAZARD Comunque, si parte da una certezza: l’attacco della Roma dovrebbe essere profondamente ristrutturato, visto che Under è uno dei primi nomi nella lista dei possibili partenti, Perotti si spera possa trovare l’accordo col Boca Juniors e Schick sembra piaccia in Germania, con Borussia Dortmund e Lipsia interessati. Per questo in avanti si va a caccia di gol e assist, ed in questo senso piace parecchio Thorgan Hazard, 26 anni, fratello di Eden, la stella più brillante del firmamento Chelsea (e nel mirino del Real Madrid). Hazard Jr., comunque, in Bundesliga sta facendo molto bene col suo Borussia Moenchengladbach (5° in classifica). Il belga può giocare su entrambe le fasce e come seconda punta, visto che – oltre a 12 gol – ha all’attivo anche 11 assist. Così, nonostante il contratto in scadenza nel 2020, il prezzo del suo cartellino è alto, almeno 40 milioni, anche perché ha all’attivo pure 21 presenze e 3 reti nella nazionale maggiore, oltre a piacere al Borussia Dortmund.

l’ora di benedetto Assai più economico, invece, è il cartellino di Dario Ismael Benedetto, 28 anni, centravanti del Boca Juniors, che nella dirigenza ha anche l’ex Romanista Nicolas Burdisso. Comprensibile, visto che in questa stagione finora è stato meno prolifico di Hazard, con 4 gol e un assist in 19 partite. Benedetto, però, è un centravanti, quindi un ruolo che dovrà essere coperto se, come pare, dovesse esserci l’addio in coppia sia di Dzeko sia di Schick. L’impressione, comunque, è che a Trigoria venga monitorato, ma non faccia impazzire, nonostante il suo cartellino si aggiri intorno ai 15 milioni e abbia il contratto in scadenza nel 2021, pur essendo da tempo vicino al rinnovo.

FERNANDO IN MEDIANA Ma i dirigenti giallorossi non sono solo a caccia di attaccanti, visto che la rifondazione toccherà anche altri reparti. A centrocampo, infatti, dalla Russia giunge la notizia di un interesse per il brasiliano Fernando dello Spartak Mosca. Il 26enne mediano (ex Sampdoria) ha anche lui il contratto in scadenza nel 2021, ma il suo prezzo non è proibitivo, oscillando al momento intorno ai 15 milioni.

BELOTTI E MEITé A Trigoria, però, non si trascurano nemmeno profili noti. E in questo senso piacciono sempre due giocatori monitorati anche nell’era Monchi, ovvero Belotti e Meité. Trattative niente affatto facili, probabilmente più del corteggiamento al d.s. granata Petrachi. D’altronde, in questo momento il Torino è in piena corsa per l’Europa (Champions League compresa) e se arrivasse al bersaglio grosso, sembra difficile che si possa privare a cuor leggero di due protagonisti di questo calibro. Perciò in questo senso ogni discorso appare prematuro prima della fine della stagione.

BALDINI IN ITALIA Che le trattative in questo momento comincino ad essere serrate, d’altronde, lo dimostra anche il fatto che Franco Baldini, consigliere del presidente Pallotta e sicuramente gran tessitore nella costruzione della Roma del futuro (da Campos a Conte), nei pochi giorni passati nella sua Toscana abbia incontrato alcuni procuratori desiderosi d’affari. Come dire, in attesa di occuparsi di strategie più «alte» rispetto al mercato, nel suo ruolo a volte è costretto (diciamo così) a parlare anche di calciatori, visto che esperienza e competenza non gli mancano.


Ranieri dixit «tra Dzeko e Schick ok uno solo»

GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Da tecnico esperto, Ranieri non si fida. Perché sa che la Roma è ancora convalescente e che l’Udinese sarà avversario duro. «È la squadra più difficile che ci potesse capitare – dice lui – Sono preoccupato, si chiude e sa ripartire. Dovremo essere bravi a non concedere spazi dove possono infilarsi i suoi velocisti. La Champions è lì e ci vogliamo andare. La vittoria con la Sampdoria ci ha dato fiducia, ma per dire se ci siamo ripresi servono altre prove».

DE ROSSI Per domani Ranieri deve sciogliere dubbi: l’eventuale utilizzo o meno di Florenzi (ieri ha lavorato con il gruppo) e quello di De Rossi, che ha preso una botta al solito ginocchio e ieri ha fatto lavoro individuale. Di certo, giocherà uno solo tra Dzeko e Schick. «Mi piacciono le due punte, ma è ciò che vuole l’Udinese. Penso che ne giocherà una sola. Dzeko? I suoi gol ci mancano. Quando un tecnico costruisce una squadra va a vedere i gol fatti dal goleador. E quando ne hai uno da 20-25, ti aspetti quella cifra. Se poi non arrivano, la cosa pesa. Ma Edin è determinato, si impegna. Sono certo che i gol torneranno». Domani alla sua sinistra dovrebbe giocare El Shaarawy e non Kluivert. «Da Stephan mi aspetto tanto, oltre a far bene la fascia fa anche gol. A Justin, dopo aver visto Ajax-Juventus, ho detto scherzando: “Ma se nell’Ajax eri titolare, abbiamo comprato tuo fratello?». Infine il futuro dirigenziale di Totti: «È la persona giusta, ama Roma ed è capace. Ma nessuno nasce imparato. va fatto crescere».


Mamma Zaniolo: “Nicoló? Adesso vale 60 milioni”

GAZZETTA DELLO SPORT - Adesso per Zaniolo c’è anche un prezzo ufficiale. O almeno semiufficiale. A fissarlo è stato direttamente mamma Francesca, che intervenendo ieri a Radio Rai nella trasmissione «Un giorno da pecora» si è lasciata andare ad una valutazione precisa: «Non ci sembra vero quello che sta vivendo Nicolò, non stiamo realizzando quanto vale il suo cartellino. Sessanta milioni di euro sono tanti. Io lo vedo tutti i giorni, per me resta sempre e solo Nicolò. Lui deve fare solo e sempre quello che lo fa stare bene. E quando scende in campo tengo sempre le dita incrociate per tutti i 90 minuti».

Insomma, in una fase in cui il rinnovo di contratto di Zaniolo è quasi all’ordine del giorno, non certo un’uscita felice. Fatta in buonafede, ovviamente, ma che ha agitato anche molti tifosi giallorossi. Mamma Francesca, romanista da sempre, ha poi aggiunto: «Resterei della Roma anche se Nicolò dovesse cambiare squadra. La fede calcistica è una, ma tiferei mio figlio a prescindere dalla squadra. Il mio preferito è Totti, tra quelli che giocano ora Cristiano Ronaldo». (...)


Tor di Valle boccia lo stadio, peró il Comune non si ferma

GAZZETTA DELLO SPORT - Istruzioni per l’uso: il voto svoltosi ieri nel consiglio del IX Municipio non ha alcun impatto pratico nell’iter che potrebbe portare (anche a breve) all’approvazione definita del progetto relativo al nuovo stadio della Roma. La scossa, però, è un nuovo segnale politico della fragilità del Movimento 5 Stelle su un tema evidentemente assai divisivo al proprio interno. Il Municipio interessato, infatti, è proprio quello che comprende la zona di Tor di Valle, cioè l’area interessata all’impianto. Tra l’altro, il IX ha una maggioranza in linea con quella del Comune, ma questo non ha impedito che ieri fosse approvata la mozione presentata dai consiglieri comunali Grancio (ex 5 Stelle, ora nel Gruppo Misto) e Fassina (Leu) che prevedeva l’annullamento della dichiarazione di interesse pubblico per il nuovo stadio, per il quale si teme un traffico analogo a quello di ieri. L’esito è stato di 9 «sì» e 14 astensioni.

(...) Grancio e Fassina vorrebbero un nuovo sito per lo stadio, ma l’ipotesi a Trigoria non viene neppure presa in considerazione dopo avere incassato due sì al pubblico interesse, votati sia dall’amministrazione Marino, sia da quella della Raggi. (...) Nonostante il voto di ieri, dal Comunecomunque filtra ancora la volontà di andare avanti nell’iter di approvazione, per dare il via libera alla Variante del Piano Regolatore e alla Convenzione Urbanistica entro giugno. Possibile, ma niente affatto facile. (...)


Ranieri: “Roma vai avanti così”

IL TEMPO - BIAFORA - “Dobbiamo continuare su questa strada, presto per dire se la squadra è viva”. Ranieri mantiene la squadra con i piedi per terra in vista dell’impegno di domani con l’Udinese (arbitra Di Bello) e non vuole cali di concentrazione nell’affacciarsi ad una giornata fondamentale per la corsa alla Champions League. Il tecnico giallorosso in conferenza stampa dà una sola, ma fondamentale, indicazione di formazione: “Mi piace giocare con due attaccanti, ma credo che l’Udinese voglia questo. Sceglieró uno tra Dzeko e Schick”. Il bosniaco è in netto vantaggio sul compagno di reparto, apparso in difficoltà nel giocare come unico riferimento centrale contro la Sampdoria: “Edin è determinato e sono convinto che in questo finale di campionato i gol ritorneranno. Gioca sempre con impegno, questo è l’importante”.

Alle sue spalle è pronto a tornare dal primo minuto El Shaarawy, con Kluivert lasciato inizialmente in panchina: “Dopo aver guardato Ajax-Juventus ho chiesto a Justin se abbiamo comprato il fratello, visto che era titolare in quella squadra. È un ragazzo in gamba, un calciatore che farà molto bene. Mi aspetto tanto da lui”. La buona notizia arrivata nell’allenamento di ieri è il recupero di Florenzi (e di Pastore), che ha svolto l’intera seduta in gruppo e si riprenderà quindi la maglia da titolare sulla fascia destra di difesa, con Juan Jesus terzino sinistro. A preoccupare l’allenatore della Roma c’è la situazione legata a De Rossi, dolorante per un duro colpo subito al ginocchio: il capitano ha lavorato a parte ed è in dubbio la sua presenza in gruppo anche per la rifinitura odierna, ma si farà di tutto per averlo a disposizione. Se non ce la dovesse fare accanto a Cristante (“Ha grandi potenzialità - le parole del tecnico - Ha buona qualità, fa grandi inserimenti ed ha un grande potenziale da gol. Mi fa piacere averlo in squadra”) ci sarà Nzonzi, con Pellegrini e Zaniolo sulla linea dei trequartisti con il Faraone. Quasi sicuramente out anche Perotti, ancora non pronto ad unirsi al resto dei compagni dopo il risentimento al bicipite femorale della coscia destra.

Ranieri, che glissa alla domanda sul ricordo di Roma-Barcellona, pone più volte l’accento sulla sfida con gli uomini di Tudor, che terminerà una manciata di minuti prima dello scontro diretto tra Milan e Lazio: “A me ora interessa l’Udinese, la mia energia è lì. È l’avversario più difficile in questo momento. Sono preoccupato, dobbiamo essere lucidi, intelligenti e pazienti, senza farci prendere in contropiede. I tifosi si aspettano un’altra prova di determinazione, qualità e voglia di vincere per andare in Europa. Noi siamo proiettati in questo cammino. Sarà difficile perché ci sono molte squadre che lottano come noi e dobbiamo fare di tutto per i nostri tifosi”. Alla Roma restano solo sette partite per raggiungere uno degli obiettivi minimi della stagione. Non si puó più sbagliare.


Stadio, no dal Municipio M5S: “Manca l'interesse pubblico”

IL MESSAGGERO - PIRAS - A Tor di Valle l'interesse pubblico per fare lo stadio non c'è più. Lo ha deciso chi vive e amministra a Tor di Valle: il Municipio IX, che dietro quel freddo numero romano ospita una città grande quanto Milano e con 180 mila abitanti. E che ieri, per via della chiusura di un tratto di via Cristoforo Colombo e un paio di strade minuscole laterali, è andata in tilt con il traffico bloccato per ore. Insomma, un assaggino di quell'impatto catastrofico che ha previsto il Politecnico di Torino se si aprono i cantieri del nuovo stadio della Roma. «Ma non ci voleva il Politecnico a dircelo, guardate una giornata normale come oggi che imbuto si forma», si mette le mani nei capelli un residente seduto tra il pubblico che è venuto in aula per assistere al consiglio.

LA QUADRA - Ed entrano nell'aula di largo Benenson, sulla Laurentina, dopo una riunione fiume ma decisiva anche loro. I consiglieri della maggioranza M5S dell'Eur hanno trovato finalmente la quadra: in consiglio si asterranno, una consigliera voterà proprio a favore invece, su un atto dell'opposizione e quindi approveranno il no allo stadio di Tor di Valle. Tutta la maggioranza, compresi il minisindaco Dario D'Innocenti, che si è trincerato dietro un gelido no comment, e il presidente del consiglio municipale Marco Cerisola hanno votato contro lo stadio incassando gli applausi scroscianti del pubblico. È cambiato il vento dopo l'arresto di Marcello De Vito: qui la delibera sullo stadio fu votata in fretta e furia con un consiglio municipale convocato d'urgenza la domenica pomeriggio. Ieri, invece, si è deciso di tirare il freno d'emergenza.
«Ma le avete lette le intercettazioni», dice un esponente del comitato di quartiere Eur in Aula. Nel dubbio le legge lui a voce alta: «Dicono che qui sarà un casino e il costruttore risponde Sì ma tu stai zitto. Signori cos'altro dobbiamo sapere per annullare l'opera?». Il presidente della commissione Mobilità, il pentastellato Giulio Corrente durante la sua dichiarazione di voto dice: «Ci ha fatto schifo leggere delle tangenti: questo stadio puzza di bruciato e penso che sia solo la punta dell' iceberg di un sistema corruttivo».
La maggioranza aveva chiesto al Campidoglio un referendum popolare e anche un'analisi costi-benefici. «Siamo scossi, non è un mistero», confessa il capogruppo M5S Vincenzo Maisano.
In Aula c'è la consigliera capitolina Cristina Grancio che incassa il sì alla sua delibera: «Ora il Campidoglio non potrà ignorarla». Grancio per un pomeriggio sembra fare ancora parte del M5S. Perché qui diversi consiglieri M5S stanno con lei . «Io me lo ricordo il programma elettorale con cui sono stata candidata ed eletta: non c'era lo stadio a Tor di Valle», dice Alessandra Tallarico che sotto la felpa indossa la t-shirt della campagna elettorale con su scritto Coraggio.
«Non c'è nulla di interesse pubblico in questo progetto», commenta il presidente della commissione Urbanistica Paolo Mancuso. E in Campidoglio, il segnale è arrivato forte e chiaro.


Lemmetti: "La posizione della giunta sullo stadio della Roma è rigorosa per lo studio della procedura"

Gianni Lemmetti, assessore al bilancio di Roma Capitale, è intervistato da Radio Radio in merito alle novità sullo stadio della Roma. Queste le sue dichiarazioni:

Lo stadio?

"Mi trova molto impreparato sullo stadio. La posizione della giunta è oggettivamente rigorosa per quanto riguarda lo studio della procedura sullo stadio. Io l’ho trovato quando sono arrivato, praticamente era già tutto deciso da quel punto di vista li”.

C’è un aspetto che riguarda gli oneri edificatori che sono a carico dei proponenti qualora partissero i lavori, quindi se partissero, ci sarebbero dei soldi che arrivano per il bilancio di Roma. In questo senso si augura che parta presto questo progetto oppure no?
"E’ un corollario questo del progetto dello stadio, quindi dal mio punto di vista ho soldi a sufficienza per garantire lo sviluppo della città, con o senza lo stadio, quindi un buon amministratore fa questo. Io devo pensare a tutti i cittadini di Roma non solo a quelli che seguono lo stadio. I soldi provenienti dallo stadio sarebbero soldi in piu, potrebbe essere meglio ma potrei chiederli anche allo stato quindi non ci sono problemi".


Ranieri teme l’Udinese: “Spero che segni Dzeko”

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Mentre Zaniolo resta a piedi perché sotto casa è stata rubata l’auto della mamma che lo accompagna a Trigoria in attesa che il figlio prenda la patente, Ranierisi preoccupa per l’Udinese. «È la squadra più difficile che potesse capitare in questo momento — spiazza la sala stampa il tecnico giallorosso — Sono preoccupato perché si chiudono bene e sanno ripartire in contropiede». Domani all’Olimpico (ore 18), la Roma dovrà dare continuità alla vittoria trovata contro la Sampdoria (0-1), sperando di ritrovare i gol di Dzeko, che in casa, in campionato, non segna da un anno. «I suoi gol ci mancano molto — ammette Ranieri — quando un allenatore costruisce una squadra va a vedere proprio i gol fatti dal suo goleador principe e se non arrivano è chiaro che la cosa pesi».

Intanto domani Dzeko non giocherà insieme a Schick. «Schiererò solo uno dei due. Kluivert? Vedendo la gara dell’Ajax in Champions, contro la Juve e calcolando che era titolare con gli olandesi la scorsa stagione, gli ho detto: abbiamo comprato te o tuo fratello? Battute a parte, ha qualità, Justin, farà bene, ma non è facile uscire da quel tipo di calcio lì». Florenzi sta lavorando per essere convocato oggi e scendere in campo contro l’Udinese, così come Pastore, che potrebbe tornare in panchina.


Rivolta 5S sullo stadio vince il fronte del no. Vertice senza telefoni

LA REPUBBLICA - D’ALBERGO/M. FAVALE - Sarà pure un voto non vincolante da un punto di vista tecnico, ma quello espresso ieri dal IX Municipio fotografa i turbamenti della maggioranza M5S sullo stadio della Roma. L'assemblea del territorio in cui si trova Tor di Valle, l'area sulla quale dovrebbe sorgere l'impianto che ha già provocato non pochi guai ai 5 Stelle, ha dato parere favorevole all'annullamento della dichiarazione di interesse pubblico sull'opera. La delibera a prima firma della consigliera comunale Cristina Grancio (esponente oggi di De.Ma, il movimento del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, dopo essere stata espulsa dal MSS proprio perché aveva espresso dei dubbi sullo stadio) è stata votata dai 9 consiglieri di opposizione ed è passata solo grazie all'astensione di 14 dei 15 consiglieri 5 Stelle. Tutti tranne una, Alessandra Tallarico, che ha votato sì. E così, la scelte di non scegliere certifica il grandissimo imbarazzo dei grillini romani che negli anni hanno compiuto svariate giravolte su Tor di Valle: prima contrari quando erano all'opposizione, poi favorevoli dopo l'accordo con la Roma e il taglio delle cubature, infine scettici se non critici dopo le inchieste. Eppure sull'impianto che ha provocato dimissioni di assessori (Paolo Berdini), espulsioni (la Grancio), arresti (da Luca Lanzalone fino a Marcello De Vito) e una bufera sul Campidoglio la tensione resta altissima. Lo testimonia il vertice della settimana scorsa convocato in Campidoglio per fare il punto sull'opera insieme ai legali capitolini. Tutti i presenti, assessori, consiglieri comunali, municipali e minisindaci 5 Stelle, sono stati costretti a lasciare i telefoni prima di entrare nella sala che ospitava la riunione. Una mossa dettata dal timore che qualcuno potesse registrare l'incontro come era avvenuto due anni fa, quando proprio la Grancio raccolse sul suo telefono gli audio delle riunioni tra i consiglieri che stavano cambiando idea su Tor di Valle. «Giusta decisione, hanno fatto bene», ammette Andrea Coia, presidente della commissione commercio. Ma non a tutti è piaciuto il diktat della sindaca e della sua squadra. La consigliera Monica Montella, una delle più diffidenti rispetto alla costruzione dello Stadio, ha deciso di non partecipare all'incontro proprio dopo aver appreso della consegna dei telefoni, un'altra retromarcia rispetto ai principi di trasparenza sbandierati dai 5 Stelle negli anni passati all'opposizione.

Intanto, mentre la maggioranza continua a interrogarsi sulle possibili penali in caso di formale ritiro dell'interesse pubblico (decisione che va sottoposta al vaglio dell'Aula Giulio Cesare), si accende la polemica sul voto di ieri in IX Municipio. «Un segnale che non potrà essere ignorato dal Campidoglio», attacca la Grancio. «Il ricatto delle penali da pagare in caso di soluzione alternativa per lo stadio è una fake news», sottolinea Stefano Fassina, l'altro firmatario della delibera approvata ieri. «Anche in municipio IX qualcosa inizia a scricchiolare», afferma il Pd. Il prossimo appuntamento del percorso a ostacoli verso l'impianto di Tor di Valle è previsto per lunedì prossimo: anche la commissione sport del Comune è chiamata a esprimere un parere sul pubblico interesse.


Stadio della Roma, i grillini danno una “spallata” all’annullamento

IL TEMPO - MAGLIARO - Pastrocchio su pastrocchio con risvolti politici. Non è il titolo del nuovo film di Lina Wertmuller ma il caos nel IX Municipio chiamato, ieri, ad esprimere un parere sulla delibera Grancio/Fassina di annullamento d'ufficio della delibera Raggi sul pubblico interesse allo Stadio della Roma. Il Municipio ha votato con un sorprendente 14 astensioni e 9 voti favorevoli alla delibera Grancio/Fassina con una interpretazione sulle astensioni decisamente anomala. Ovviamente la consigliera comunale del Misto, ex M5S, Cristina Grancio e il collega di Sinistra x Roma, Stefano Fassina già cantano vittoria anche se il parere - da più parti considerato neanche obbligatorio - non è vincolante e non ha neanche avuto la maggioranza dei voti. Il nodo, ovviamente, non è tecnico, se non in minima parte. E’ chiaramente un nodo politico.

Doppio. Il primo: i 5Stelle pur di non sbriciolarsi anche nel IX, dopo l'XI, hanno deciso di non decidere aprendo il quesito sull'utilità dell'eleggerli se poi non sanno assumersi una responsabilità che sia una. Ma il secondo nodo è più serio e riguarda la capacità di Virginia Raggi di avere ancora una maggioranza. In Aula Giulio Cesare, quanto meno. La delibera Grancio/Fassina - che stando all'Avvocatura capitolina è inaccettabile visto che non chiede la revoca ma l'annullamento in autotutela senza un solo appiglio giuridico valido - dovrà comunque passare per le commissioni consiliari prima di giungere al voto in Consiglio. Il tutto mentre nel frattempo proseguono senza sostai lavori preparatori fra Comune e Roma/Eurnova per concludere i testi di variante e convenzione urbanistica da portare al voto in Aula.