Petrachi si libera dal Torino ma Massara resta in sella
IL TEMPO - BIAFORA - Petrachi è pronto a dire addio al Torino e spera di ripartire da Roma. Dopo oltre nove anni passati alla guida del ramo sportivo della società, il dirigente è vicino alla separazione con il club granata a causa di alcuni contrasti con Cairo. Il presidente dei piemontesi, che nel dicembre del 2017 aveva fatto firmare al ds un contratto fino a giugno 2020 e pensava ad un ulteriore rinnovo, è intenzionato ad esonerarlo a fine stagione a causa di alcune incomprensioni emerse recentemente su vecchie operazioni di mercato. Petrachi, dopo gli ottimi risultati di questa stagione (in caso di vittoria nel prossimo turno i suoi aggancerebbero il Milan), ha voglia di confrontarsi con una realtà più grande e auspica una chiamata della Roma, ben conscio che per liberarlo dal Toro Cairo vuole un risarcimento di natura economica, magari con un’operazione simile a quella che ha portato due anni fa Di Francesco e Defrel dal Sassuolo alla Capitale. Il dirigente leccese, che potrebbe essere sostituito dalla coppia Ventura-Bava a Torino, ha incontrato Pallotta a Boston nelle scorse settimane ed insieme a Campos è uno dei candidati a poter assumere un ruolo di natura tecnica accanto a Massara. Al momento però ci sono diverse anime all’interno della Roma e l’opzione più probabile è una permanenza dello stesso Massara nella posizione di direttore sportivo: le sue quotazioni sono in netto rialzo negli ultimi giorni e tutti a Trigoria spingono per una sua conferma come attore protagonista con pieni poteri. Dall’esterno è da evidenziare la spinta di Baldini, che ha consigliato al presidente americano di portare una nuova figura all’interno della dirigenza, cercando di rimediare all’errore fatto con Monchi. Vista la difficoltà di arrivare a Campos, blindato dal presidente del Lille, e con Mislintat già assunto dallo Stoccarda, Baldini sta proponendo con insistenza Petrachi, anche se persone a lui vicine assicurano che non è possibile considerarlo in pole position nella corsa alla poltrona giallorossa. A supportare Massarac’è anche Totti, che accanto all’ex delfino di Sabatini avrebbe la chance di crescere ulteriormente nella nuova veste dirigenziale, anche se non è stata ancora definito alcun incarico preciso per lui. Nel corso del pre-partita della sfida con l’Inter il ds ha dribblato qualsiasi domanda sul proprio avvenire, limitandosi a parlare della situazione legata a Dzeko, al centro di numerose voci di mercato negli ultimi tempi: “Ci appoggiamo completamente ad Edin, lui fa parte dei nostri progetti futuri. Anche se non ha fatto tanti gol quest’anno, ha fornito prestazioni, ha lavorato per i compagni. Nel finale di stagione porterà a casa i gol Champions”. La decisione definitiva è in mano a Pallotta: nei suoi uffici del Massachusetts ha avuto un approfondito faccia a faccia con Massara, con il quale ha analizzato ogni criticità della stagione ed ha iniziato a pianificare il futuro, parlando di allenatore, calciomercato e rinnovi di contratto dei giocatori. Sul fronte del tecnico non ci sono novità, i nomi di Conte e Sarri sono i preferiti, Gattuso, Giampaolo e Gasperini le alternative, con Ranieri jolly di riserva. Nelle settimane a venire è attesa una doppia scelta di fondamentale importanza per la Roma.
La Roma mette il punto
IL MESSAGGERO - TRANI - La Roma c'è e corre ancora per prendersi il 4° posto. Ranieri resta imbattuto contro Spalletti e spaventa l'Inter: 1 a 1 di sostanza nella notte passata a San Siro. Il pari non cambia la classifica: il Milan, a 5 giornate dal traguardo, ha sempre il vantaggio di 1 punto (e quello negli scontri diretti). Ma i giallorossi sembrano attrezzati per giocare da protagonisti la volata. Il comportamento è di nuovo da squadra.
ATTEGGIAMENTO DA BIG - Totti si siede tra gli il ds Massara e il vicepresidente Baldissoni. Anche De Rossi, da indisponibile, è in tribuna a San Siro. I capitani spingono dall'alto la Roma nella rincorsa. Ranieri, in campo, conferma il 4-2-3-1 equilibrato delle 3 partite che hanno preceduto lo scontro diretto di Milano. Manolas si ferma nel riscaldamento, fastidio all'adduttore, e lascia il posto a Jesus. In difesa tornano e attaccano i terzini Florenzi e Kolarov, a centrocampo rientra Nzonzi e mette il fisico e l'esperienza nel tandem con Cristante, Pellegrini è alle spalle di Dzekocon Zaniolo inizialmente in panchina. Nel tridente, a sinistra Under ritrova il posto da titolare dopo 3 mesi abbondanti (gara con il Torino all'Olimpico del 19 gennaio) e a sinistra c'è ancora El Shaarawy. Il sistema di gioco è abbastanza spregiudicato e compatto. Accanto a Cristante e Nzonzi si abbassano Under ed El Shaarawy, con Pellegrini che, nel 4-4-1-1, si piazza tra la linea dei centrocampisti e Dzeko, per poi tornare a fare la mezz'ala, sul finire del primo tempo, nel 4-3-3. Fa pressing e si inserisce, con dinamismo e qualità. Spalletti, invece, esclude in partenza Icardi, schierando Lautaro, e propone il 4-2-3-1, con Borja Valero e Vecino in mediana, Politano e Perisic esterni offensivi, l'ex Nainggolan trequartista. In difesa D'Ambrosio, de Vrij, Skriniar e Asamoah che sbandano già in avvio per l'intraprendenza di Under e Pellegrini. E faticano contro Dzeko che sembra ispirato. Detta i tempi e le giocate.
PARTENZA LANCIATA - Il centravanti ha subito la chance, su appoggio di Kolarov, per sbloccare il risultato: il destro, con l'esterno, è però lento e centrale. Dzeko ricambia e acchitta il pallone al compagno: sinistro potente, ma largo. L'Inter replica: cross di Politano, girata di testa di Lautaro e paratona di Mirante che devia sul palo. San Siro, però, scatena El Shaarawy. Che, accentrandosi da sinistra, salta D'Ambrosio e Vecino prima di piazzare il destro a giro da fuori per il vantaggio: 6° gol nelle ultime 7 partite a Milano. El Shaarawy ci prende gusto: Handanovic respinge. Under, invece, soffre l'esuberanza di Asamoah che spinge a sinistra. Fazio fa muro. Protesta l'Inter alla fine del primo tempo per il fallo in area di Kolarov su D'Ambrosio. Guida assegna il rigore, ma cambia in fretta idea per il precedente fallo di Borja Valero su El Shaarawy, segnalato dall'assistente Valeriani. In attesa dell'intervallo, chiusura decisiva di Fazio su Vecino.
CORREZIONE NECESSARIA - Ranieri comincia la ripresa con Zaniolo per Under che chiude il 1° tempo con la lingua di fuori. Pellegrini spreca la palla per raddoppio proprio su apertura di Zaniolo: sinistro a lato. Interviene Spalletti: Icardi, applaudito e anche fischiato, per Nainggolan, mai in partita. Ora Lautaro fa il trequartista. La mossa è efficace: l'Inter pareggia, colpendo la Roma, diventata timida e passiva, sul lato debole. Cross di D'Ambrosio per il colpo di testa vincente di Perisic, ignorato da Florenzi. Fuori Lautaro, dentro Joao Mario. Tocca a Kluivert, esce Pellegrini. Zaniolo ora fa il trequartista. Keita per Politano. Handanovic, prima del recupero, vola su Kolarov e blinda il 3° posto dell'Inter (+ 5 sul Milan) e impedisce ai giallorossi di salire al 4°.
Il lampo del Faraone e il buio diagonale
IL MESSAGGERO - FERRETTI - Mettetela come vi pare, ma da quando Edin Dzeko gli ha passato la sveglia negli spogliatoi di Ferrara, sabato 16 marzo, Stephan El Shaarawy sembra un altro. Anzi, è un altro. Uno meglio di quello di prima, a giudicare dai fatti. Più determinato, meno lezioso, più cattivo. E il gol realizzato in casa dell'Inter, dopo quell'assist da fantascienza dell'altra settimana confezionato contro l'Udinese proprio per l'amico bosniaco, lo sta a confermare. Una rete bellissima, frutto di un destro avvolgente, seducente, letale dopo una doppia finta da urlo. Una vera prodezza, in poche parole. Decimo centro in campionato, miglior cannoniere della Roma. Più prolifico anche di Dzeko. Che, dicono, nonostante le incomprensioni (eufemismo...) di metà marzo adora giocare con il Faraone al fianco.
LA SOLITA DORMITA - Edin è uno che non solo sa giocare al calcio, ma che anche si intende di calcio, e quelli bravi li sa riconoscere: ecco perché, se fosse per lui, Elsha sarebbe sempre in campo. Non che SES nel recente passato abbia dovuto faticare più di tanto per rimediare una maglia da titolare: con Eusebio Di Francesco aveva il posto praticamente assicurato e con Claudio Ranieri, dopo qualche incomprensione iniziale e un modulo forse non adattissimo alle sue qualità, è stato costantemente presente. E pensare che nell'immediata vigilia della partita di San Siro il Faraone era entrato nella lista degli uomini in dubbio per via di un problemino muscolare (strano...): nulla di grave, però, a giudicare dalla sua convincente prestazione milanese. In linea, soprattutto nella prima parte, con quella della Roma tutta. Una squadra, finalmente. Una squadra che, nonostante tutto, continua a prendere sempre gli stessi gol. Tipo, quello sul secondo palo di testa su cross proveniente dalla corsia opposta. Una specialità di Karsdorp, per intenderci, andata in scena anche con l'olandese a casa per infortunio. Cambiano gli interpreti, ma non cambia la sostanza. E la faccenda comincia ad avere dell'incredibile, se non fosse che è credibilissima. Peccato, perché quell'errore, il solito buio in fase di diagonale difensiva, ha impedito a Ranieri di tornare nella Capitale con il bottino pieno. Il punticino serve solo a restare in scia del Milan quarto, non a entrare in Champions: ecco perché quel retrogusto di occasione perduta un po' rimane. Il fischio finale del campionato è ancora lontano: ora è vietato perdere tempo con i rimpianti, però.
Ranieri, la gioia e il rammarico: «Troppo schiacciati nella ripresa»
IL MESSAGGERO - TRANI - «I cavalli si vedono all'arrivo e noi siamo rientrati nella corsa». Ranieri sorride e, uscendo da San Siro, da appuntamento alla platea sul traguardo. Lo ascoltano i rivali e i suoi giocatori. Claudio da San Saba vede la Roma al galoppo nella corsa Champions. Il punto di San Siro non basta per il sorpasso sul Milan, ma certifica la continuità del suo gruppo: 4° risultato utile consecutivo per la risalita in classifica. Nella notte dello scontro diretto con l'Inter, capace di blindare il 3° posto, guadagna 1 punto sulla Lazio scivolata all'8° e tiene soprattutto il ritmo dei rossoneri che resistono al 4°.
MEZZA PRESTAZIONE - Ranieri rimane imbattuto contro Spalletti, affrontato 5 volte in serie A e si accontenta del pari, perché non può negare la flessione della Roma nella ripresa: Eravamo venuti qui per cercare di vincere, potevamo capitalizzare di più e attaccare meglio. Siamo stati troppo schiacciati nella nostra metà campo nel secondo tempo, l'Inter è stata brava a non farci ripartire facendo fallo. Ma venire a San Siro prendendo un punto e cercare di vincerla ci può stare. Non è tanto un calo fisico, sappiamo che loro, negli ultimi 15 minuti, fanno più gol di altre squadre. Nella ripresa abbiamo risposto per quel che potevamo, ho chiesto ai ragazzi di giocare senza paura». Mirante, dopo 2 clean sheet consecutivi, è tornato a subire gol. Distrazione difensiva che non è piaciuta all'allenatore: «Ne avevamo parlato, Vecino era l'uomo che si inseriva sempre senza palla e doveva inseguirlo un centrocampista. Florenzi ha preso quello più vicino alla porta lasciando quello più esterno». Prima incolpa Zaniolo, poi rivede le immagini e indica come responsabile Cristante. «Mi piace però la Roma che finalmente sa essere squadra. Se abbiamo forza tiriamo fuori le nostre qualità, abbiamo gente forte sugli esterni». Sui singoli è inequivocabile: «Zaniolo non attraversa un periodo d'oro. Ha sofferto San Siro. Mi aspettavo di più. Nzonzi, invece, è stato di riferimento per la squadra. Under sta uscendo, ho voluto vedere come stava». Nzonzi non si sbilancia sul futuro: «Adesso non conta, siamo nel clou della stagione». Florenzi avvisa il Milan: «Stiamo bene fisicamente e possiamo prenderci il 4° posto». In più, da capitano, difende Olsen.
EX SINCERO - Spalletti, intanto, va a dama. E ammette che «il risultato è giusto». Spiega: «Abbiamo anche avuto occasioni, ma abbiamo lasciato degli spazi. Questo è il nostro tallone d'Achille. In generale, si poteva fare di più, abbiamo sbagliato dei palloni che non son consoni per il livello da Inter. Però, ripeto: è un risultato prezioso, anche vista come si era messa». La firma è di Perisic: «Ha delle letture originali, a noi fa comodo».
Petrachi torna in pole per il ruolo di ds
IL MESSAGGERO - Il 1° step per la stagione che verrà è il nuovo ds. Pallotta ancora non lo ha ufficializzato e,dopo il vertice di Boston con Baldini e Massara, ha deciso di aspettare qualche giorno. Subito dopo Pasqua, però, il presidente tirerà le somme sui candidati. In pole, ormai da qualche giorno, c’è Petrachi: l’attuale ds del Torino ha già avvertito il presidente Cairo di essere pronto ad accettare l’offerta del club giallorosso. Ai dirigenti della Roma ha dato la disponibilità a lavorare con Campos, sempre meno convinto di lasciare Lille, e con Massara che resterà con un incarico diverso, probabilmente responsabile dell’area scouting. Petrachi è stato indicato a Pallotta dal management di Trigoria. Anche Baldini ha parlato con il ds granata che può diventare la chiave per arrivare a Conte, cioè l’allenatore sul quale sta lavorando la proprietà Usa. Petrachi, amico dell’ex Chelsea, si è attivato. L’alternativa principale a Conte rimane Sarri che, non ha la certezza di essere scaricato da Abramovich.
Stadio, Raggi indagata. Il Gip: violazioni di legge sulle varianti dei lavori
IL MESSAGGERO - Non c’è pace per Virginia Raggi. Dopo l’arresto di Marcello De Vito e le polemiche sul caso “Ama”, è il gip Costantino De Robbio a respingere la richiesta di archiviazione di un fascicolo sulla variante per lo stadio di Tor di Valle e restituire alla prima cittadina lo status di indagata per abuso d’ufficio. Il giudice ravvisa «un’evidente violazione di legge» nel mancato esame da parte del consiglio comunale, del verbale della Conferenza dei servizi che, a dicembre 2017, approvava il progetto, prevedendo una serie di prescrizioni per la società incaricata. Per il gip, che dà alla procura due mesi di tempo per le nuove indagini sull’eventuale dolo di Virginia Raggi, occorre approfondire la sussistenza e le eventuali ragioni della violazione che potrebbero «superare le argomentazioni del magistrato inquirente in tema di dolo intenzionale». Il pm, nella richiesta di archiviazione, aveva infatti sostenuto che non ci fosse volontà, da parte della sindaca di violare la legge. E adesso De Robbio indica alla procura quali passi compiere per fare luce su una circostanza tutt’altro che definita, citando anche i testimoni che dovranno essere ascoltati nelle prossime settimane.
LA VICENDA - Era stato Francesco Sanvitto, urbanista e Cinquestelle epurato, a presentare l’esposto che la procura aveva deciso di archiviare. L’esponente dell’associazione “Tavolo della libera urbanistica”, affermava che «il verbale della Conferenza dei Servizi non solo non è stato sottoposto alla prima seduta utile, ma non è stato mai sottoposto al Consiglio Comunale». In particolare, la pubblicazione sarebbe dovuta intervenire dopo che la variante «fosse stata eventualmente approvata dal Consiglio Comunale». Sanvitto si è opposto alla richiesta della procura e ha ben argomentato, visto che De Robbio «non accoglie la richiesta di archiviazione per Virginia Raggi e dispone nuove indagini».
ALTRE INDAGINI - Nell’ordinanza, De Robbio indica anche quali accertamenti dovranno essere fatti dalla procura. Innanzi tutto la convocazione dei testi: il presidente della commissione urbanistica del IX municipio, Paolo Mancuso, e il consigliere municipale Paolo Barros, che dovranno chiarire perché non sia stato acquisito il parere della commissione urbanistica sull’iter di approvazione della delibera su Tor di Valle. Quindi il pm dovrà approfondire «la sussistenza e le eventuali ragioni della evidente violazione di legge nel mancato coinvolgimento nel procedimento amministrativo del Consiglio comunale».
Sabatini litiga con Ferrero e si dimette
IL TEMPO - BIAFORA - Sabatini non è più il responsabile dell'area tecnica della Sampdoria. A meno di un anno dalla sua nomina il dirigente si è dimesso dopo il ko per 3-0 contro il Bologna. Alla base della scelta dell’ex ds della Roma c’è stata la sfuriata di Ferrero all’interno del Dall’Ara. Il numero uno blucerchiato se l’è presa prima con i calciatori e poi con Giampaolo per la più che deludente prestazione con i rossoblù, con Sabatini che si è schierato a difesa del tecnico, reputando fuori luogo le parole del presidente, troppo pesante nei confronti dell’allenatore davanti ai giocatori. Ferrero a quel punto ha replicato al suo dirigente, che ha scelto di lasciare gli spogliatoi e di rassegnare le dimissioni. Prima di prendere il treno che lo ha riportato a casa Sabatini, nel cui futuro c’è proprio il Bologna, è stato intercettato da Sky: “C’è stato uno screzio forte alla fine della partita tra me e il presidente e quando un dipendente ha uno screzio così forte con il suo datore di lavoro è giusto che si dimetta, quindi mi sono dimesso con molto dispiacere. Voglio molto bene a questa squadra. Sono esclusi dei ripensamenti”.
De Rossi c'è comunque, Manolas ko
IL TEMPO - BIAFORA - La sfortuna sembra non voler mollare la Roma. Nel corso del pre-partita della sfida con l’Inter Manolas ha avvertito un leggero fastidio all’adduttore, che l’ha costretto al forfait a pochi minuti dal match. Quello del greco, che dovrebbero però recuperare per il Cagliarivisto che non sembra un problema grave, è il 46° stop stagionale in casa giallorossa. Contro i sardi sarà emergenza a centrocampo per Ranieri: Zaniolo e Cristante sono stati ammoniti ed essendo diffidati salteranno il prossimo turno per squalifica. A disposizione, ci saranno soltanto Nzonzi e Pellegrini, oltre a Coric, mai utilizzato dal tecnico di San Saba. Intanto De Rossi non molla e punta il Genoa per dare una mano ai suoi compagni. Per la gara del 5 maggio il capitano romanista potrebbe strappare al massimo una convocazione, il vero obiettivo è infatti quello di essere al 100% contro la Juventus, un crocevia fondamentale per la corsa alla Champions League. Gli altri giocatori nell’infermeria giallorossa sono Karsdorp e Santon, che puntano a tornare in gruppo nei giorni che precedono la partita con i bianconeri.
Inter vs Roma, le pagelle dei quotidiani
INSIDEROMA.COM - Si poteva vincere, ma si poteva anche perdere: alla fine, la Roma di mister Ranieri esce da San Siro con un punto comunque prezioso per continuare a sognare un posto in Champions League. Tra i migliori in campo, secondo le pagelle dei quotidiani in edicola oggi, ci sono El Shaarawy, autore del 'gol capolavoro' del momentaneo vantaggio, Nzonzi, 'irreprensibile' nel sostituire De Rossi e Dzeko, autentico 'protagonista delle azioni d'attacco della Roma'. Insufficienze, invece, per Florenzi, disattento sul gol di Perisic, Zaniolo, in fase calante e Under, non ancora al top della forma dopo il lungo infortunio.
IL MESSAGGERO
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Kluivert NG
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Under 6
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Kluivert NG
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CORRIERE DELLO SPORT
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IL TEMPO
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Kluivert NG
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CORRIERE DELLA SERA
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Kluivert NG
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IL ROMANISTA
Mirante 6
Florenzi 6,5
Juan Jesus 6,5
Fazio 6,5
Kolarov 6
Nzonzi 7
Cristante 6,5
Pellegrini 6
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Dzeko 6,5
El Shaarawy 7
Zaniolo 5
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Auguri di Buona Pasqua da tutta la redazione di Insideroma
Auguri di una serena PASQUA e PASQUETTA da tutta la redazione di Insideroma.com - Ci rivediamo martedì mattina con la programmazione normale del nostro sito!
Stadio Roma, i legali della Raggi: "Estranea ai fatti, l’approvazione in Consiglio fu solo rimandata"
"La sindaca Virginia Raggi è estranea ai fatti" e l'iter per l'approvazione del progetto dello Stadio della Roma "fu all'epoca rimandato e dopo l'arresto di Parnasi sospeso per consentire ulteriori approfondimenti". Così gli avvocati della sindaca di Roma, spiegano gli avvocati Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo sulla decisione del gip di non procedere all'archiviazione per l'accusa di abuso d'ufficio alla loro assistita. I legali ribadiscono la "totale estraneità della nostra assistita, laddove emerge in maniera intellegibile che il passaggio in Consiglio Comunale per la definitiva approvazione del progetto, dopo i rilievi della Conferenza dei Servizi e l'approvazione della variante urbanistica, fu all'epoca esclusivamente rimandata (ed è infatti in programma prima dell'estate) proprio per consentire a chiunque interessato, compresa l'associazione dal querelante Sanvitto, di proporre le proprie deduzioni". I legali sottolineano che si "decise di applicare una procedura ordinaria a garanzia e nel rispetto della fase pubblicistica e nel rispetto di buon andamento dell'azione amministrativa, compreso il principio della partecipazione e trasparenza dell'azione amministrativa". Con l'arresto del costruttore Parnasi "si sospese l'iter di approvazione rendendo opportuni ulteriori approfondimenti". Conclusa positivamente la due diligence sull'iter amministrativo "a breve ci sarà il passaggio obbligatorio in Consiglio Comunale".
Dzeko, a Milano contro il suo futuro?
INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - In 90 minuti per Dzeko si nasconde un arco temporale completo a San Siro. A partire da quello che è stato, da quel Luciano Spalletti che è riuscito a tirargli fuori quella cattiveria che sembrava non appartenergli. Un rapporto di alti e bassi, di bastone e carota, di elogi e reprimende pubbliche, di sostituzioni mal digerite e reazioni sin troppo plateali. C'è un po' tutto in quella stagione, la migliore di Edin in giallorosso. Trentanove gol totali (29 in campionato, 8 in Europa League e 2 in coppa Italia) e un feeling interrotto drasticamente da fine febbraio quando il centravanti e i suoi compagni di squadra hanno capito che Lucio aveva deciso di andar via. Un malumore sopito, deflagrato il 25 aprile, quando sul 4-0 a Pescara, a 20 minuti dal termine, Spalletti decide di sostituire il centravanti (rimasto a digiuno in quella gara), in corsa per la scarpa d'oro. La stilettata non si fa attendere: «Fai il furbo, ancora?», con la mano sinistra alzata per mandare a quel paese il tecnico. Ne segue poi la corsa negli spogliatoi, senza neanche passare dalla panchina. Una frase dietro la quale si celava il pensiero di grande parte dello spogliatoio giallorosso che non aveva digerito le dichiarazioni ondivaghe di Lucio sul suo futuro.
FUTURO NERAZZURRO? - Dzeko all'Inter ha già segnato due volte, sempre all'Olimpico. Mai a San Siro. Uno stadio che il prossimo anno potrebbe diventare il suo. Inutile girarci intorno: al momento a Trigoria non hanno intenzione di rinnovargli il contratto. E a meno che non arrivi un allenatore che ponga come conditio sine qua non la sua permanenza per accettare l'incarico, difficile che possa restare. Inevitabilmente, a un anno dalla scadenza, Edin - da poco 33enne - si guarda intorno. Ha un'offerta del West Ham ma con la moglie vorrebbe restare in Italia. Proprio l'Inter, al netto delle smentite ufficiali, ha sondato il suo agente ricevendo la disponibilità a trattare. Per ora la Roma non ha ricevuto offerte ma soltanto perché il club nerazzurro vuole la certezza di approdare in Champions. Poi, che sia Conte o lo stesso Spalletti in panchina, Edin - con Icardi pronto a salutare - a Milano sarebbe il benvenuto. C'è però da scrivere prima il presente. Targato ancora giallorosso. Dzeko ha messo fine sabato scorso al tabù Olimpico in campionato, segnando il gol-vittoria contro l'Udinese. E di tabù in tabù, vorrebbe ora infrangere quello di San Siro. La corsa al quarto posto passa per i suoi gol. Ranieri lo sa e non perde occasione per coccolarselo a livello di dichiarazioni. Oggi toccherà all'ex City guidare l'attacco romanista. Che potrebbe essere privo di El Shaarawy, almeno dal via. Il Faraone, top scorer giallorosso in campionato con 9 gol (e 5 assist) in 22 partite, ieri ha avvertito un fastidio al polpaccio che lo ha indotto a svolgere del lavoro personalizzato. La convocazione non sembra in dubbio, la partenza dal primo minuto sì. 90 minuti fondamentali e in caso di vittoria, mai come prima di oggi, la Roma sarebbe davvero competitiva nella corsa alla Champions League.