Dossena: "L'errore della Roma? Aver esonerato Di Francesco"

Andrea Dossena, ex calciatore di Napoli e Liverpool, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di soccermagazine.it. Dossena ha anche speso qualche parola per il momento della Roma. Queste le sue dichiarazioni:

"La Roma è cambiata rispetto a 3-4 mesi fa. L’errore assurdo, quasi da dilettanti, non tanto per la qualità di Ranieri, è stato esonerare Di Francesco. Perché chi capisce di calcio e chi ragiona calcisticamente parlando sa che l’esonero di Di Francesco non ci può stare. Ha fatto qualcosa di eccezionale l’anno scorso, gli hanno venduto i pezzi migliori e la società non può partire dal presupposto di smantellare tutto ogni anno e togliere la colonna vertebrale ogni anno, per poi volere sempre gli stessi risultati. Non è così che funziona".


Il doppio ex di Roma-Fiorentina – Cristian Cejas

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI - Il portiere Sebastian Cejas viene acquistato nell’estate del 2001 dalla Roma, reduce dalla vittoria del campionato, per completare il reparto insieme a Francesco Antonioli ed Ivan Pelizzoli.

Cejas arriva seguito dal suo soprannome 'terremoto', conferitogli in patria per la potenza fisica che mostra sul campo e per l’abilità a realizzare i calci di rigore che scuote le difese avversarie, oltre che per un carattere da tipico calciatore albiceleste.

Cejas nasce a Gualeguay il 21 aprile del 1975, crescendo in una squadra cara ai tifosi giallorossi come ilNewell’s Old Boys, dove hanno mosso i primi passi delle proprie carriere due grandi calciatori della storia dellaRoma come Abel Balbo e Gabriel Omar BatistutaCejas, tuttavia, non avrebbe propriamente fatto lo stesso percorso dei suoi due connazionali.

Esordisce in prima squadra a soli diciannove anni, nel corso del campionato ’94-95, e diviene una bandieradella squadra rossonera, tra le cui fila milita per ben sette anni. In totale colleziona 170 presenze emette a segno sei reti, segnalandosi per la propria abilità a tirare i calci di rigore come un altro grande portiere del calcio sudamericano, il paraguaiano Josè Luis Chilavert.

Si arriva così direttamente all’esperienza romana.

Nell’estate del 2001 un Franco Sensi deciso a consegnare al tecnico Capello una squadra praticamente perfetta, dopo la conquista dello Scudetto, concentra i propri sforzi su Parma e sui due gioielli della squadra diTanzi: Gianluigi Buffon e Fabio Cannavaro. Le richieste sono però particolarmente esose e il presidente marchigiano, seppur dicendosi spesso convinto di riuscire alla fine a portare in giallorosso i due campioni italiani, in seguito all’ennesimo rilancio dei ducali per il prezzo dei propri calciatori, sceglie di cambiare obiettivi e di risparmiare, dopo aver già speso tanto per portare a Roma l’astro nascente del calcio italiano Antonio Cassano.

Viene così acquistato il giovane Ivan Pelizzoli dall’Atalanta, autore di un ottimo campionato nella stagione 2000/2001, per 21 miliardiSensi dichiara di aver fatto un vero affare, avendo speso ottanta miliardi in meno di quelli messi sul piatto da Moggi per Buffon e avendo comprato un portiere promettente quanto l’ex parmense ma addirittura più giovane. La storia avrebbe dimostrato il contrario, per la disperazione di tutti i tifosi giallorossi, di lì a poco.

Avendo già in rosa Antonioli, con l’arrivo di Pelizzoli manca soltanto un terzo portiere. Il ds Baldini pone le proprie attenzioni sul Sud America e, in un colpo solo,porta a Trigoria il difensore Leandro Cufrè, che rappresenta il centrale acquistato al posto di Cannavaro (da lì la canzone intonata dai tifosi sulle note di “Che C’è” di Antonello Venditti“Che C’è..volevo Cannavaro e c’ho Cufrè”), e, appunto il portiere Sebastian Cejas. Preso a parametro zero, anche se la Fifa costringerà poi la Roma a riconoscere un indennizzo di 750 mila dollari al Newell’s, Cejas firma un contratto annuale, con opzione per un'altra stagione, da circa 800 mila euro all'anno. Il portiere argentino viene accolto tra l’indifferenza dei tifosi, l’ironia del presidente Sensi(“Cejas? E chi è? Datemi il numero che lo chiamo” disse) e il sarcasmo di alcuni compagni di squadra, come il collega Antonioli, che afferma: “Non lo conosco. E’ un rigorista? Beh qua c’è già chi li tira..”.

Nonostante tutte queste parole, che non potremmo certo definire attestati di stima, al suo arrivo Cejas dimostra di credere molto nelle proprie potenzialità, rilasciando queste dichiarazioni: “Rispetto gli altri portieri della Roma ma non mi sento il terzo. Lavorerò duro con Capello per convincerlo a farmi giocare. Spero di parare un rigore alla Lazio”.

Non solo non giocherà mai una stracittadina ma non calcherà neppure per un minuto i campi della Serie A con la maglia giallorossa. Capello si affida, infatti, dapprima al nuovo acquisto Ivan Pelizzoli, che già dalle prime uscite stagionali mostra tuttavia evidenti limiti tecnici, e poi al portiere titolare dell’annata dello Scudetto, Francesco Antonioli. Per Cejas neppure una chance in campionato. Il tecnico di Pieris evidentemente non si fida troppo del 'terremoto' argentino vedendolo all’opera durante gli allenamenti a Trigoria. Viene impiegato soltanto in Coppa Italia, debuttando in un Piacenza-Roma 2-1 dell’11 novembre del 2001, gara valevole per gli Ottavi di Finale, entrando al posto di Antonioli al 46’. Mantiene la porta della Roma inviolata ma a nulla vale questo dato, dal momento che per rivederlo in campo è necessario attendere il 12 dicembre dello stesso anno. Questa volta Cejas parte titolare, difendendo la porta giallorossa per tutti i novanta minuti in occasione di Roma-Brescia, gara d’andata dei Quarti di Finale di Coppa Italia. La sua è una prestazione di ordinaria amministrazione fino al minuto 83, quando, su un cross proveniente da calcio d’angolo,l’austriaco Markus Schopp lo trafigge con un colpo di testa non irresistibile. Termina qui, con appena 135 minuti giocati, la carriera romanista di Cejas.

In generale, possiamo dire che Cejas, con altre maglie, in Italia ha dimostrato di non essere un pessimo portiere; probabilmente a Roma pagò il fatto di essere arrivato, per giunta insieme a Pelizzoli, in un pacchetto da brividi,dopo che tutti i tifosi avevano sognato e immaginato per tutta un’estate la porta della propria squadra difesa dal numero uno più forte degli ultimi anni: Gigi Buffon.


Serie A, Milan-Udinese 1-1. Lasagna risponde a Piatek

È terminata 1-1 la gara tra Milan e Udinese valevole per la 30esima giornata. Al gol del rossonero Piatek, ha risposto nella ripresa la rete di Kevin Lasgana. I rossoneri restano al quarto posto in attesa di Atalanta e Lazio.


Monchi pensa a Di Francesco per la panchina del Siviglia

Monchi sta valutando alcuni profili per la panchina del Siviglia. Secondo il portale fichajes.net, l’ex ds della Roma avrebbe in mente anche Eusebio Di Francesco, altro ex Roma. Sul tecnico abruzzese è da segnalare anche l’interesse della Fiorentina.


Udinese, caviglia rotta per Behrami. Salterà la Roma

Valon Behrami, centrocampista dell’Udinese, ha riportato un grave infortunio nel corso del match contro il Milan. Secondo quanto riportato da Sky Sport, per il giocatore si tratterebbe addirittura di una caviglia rotta. Behrami, quindi, salterà il match di campionato contro la Roma, in programma il prossimo 13 aprile.


Serie A, Cagliari-Juventus 0-2. Reti di Bonucci e Kean

Si conclude la sfida della Sardegna Arena tra Cagliari e Juventus. Bianconeri in vantaggio nel primo tempo grazie alla rete di Bonucci. Gli uomini di Allegri blindano la partita vicini allo scadere, grazie alla rete di Kean all’85’.


La rivoluzione della Roma comincia dal preparatore

INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - Si volta ancora pagina. La Roma ha deciso di cambiare nuovamente preparatore atletico, visti i 42 infortuni muscolari che hanno colpito i giocatori giallorossi nel corso della stagione non ancora terminata. Maurizio Fanchini era arrivato la scorsa estate al posto del duo Norman-Lippie proprio a causa dei tanti guai fisici che avevano colpito i calciatori della Roma ma i risultati sono stati paradossalmente peggiori.

Facendo, però, un percorso a ritroso da quando la proprietà americana si è insediata a Trigoria, notiamo come siano ben 6 i preparatori atletici che si sono alternati in questi 8 anni e solo Norman e Lippie, voluti espressamnte dal presidente Pallotta in persona, hanno resistito più di una stagione.

Il primo fu Pol Cabanellas Rafael, all’epoca 24enne che arrivò con Luis Enrique e sino a quel momento era stato ricercatore sportivo ed aveva curato solo il settore giovanile e gli allievi nazionali di Barcellona e Poblense. Fu un flop, come tutta l’esperienza del tecnico asturiano con i giallorossi che chiusero al settimo posto in classifica ed un numero di infortuni piuttosto alto. Un dato colpisce subito: gli uomini di Luis Enrique accusarono 9 infortuni al flessore già a fine novembre e se si pensa che erano usciti a luglio dall’Europa League, si capisce come quella preparazione non fosse certo la migliore della storia giallorossa.

Poi arrivò Zdenek Zeman, coadiuvato nella preparazione da Roberto Ferola. Il mister boemo per molti era una certezza almeno dal punto di vista della preparazione atletica ma non erano più gli anni ’90 ed i giocatori moderni non gradiscono molto i gradoni. Lo stesso Zeman ebbe a dire una volta che con la pioggia e d’inverno la squadra era costretta ad allenarsi in 12 su 25 perché gli altri erano o infortunati o a casa per l’influenza e così era difficile mantenere una forma fisica importante per tutta la stagione. Esonerato il boemo, fu la volta di Andreazzoli e la gestione atletica fu interna per giungere (male) al termine della stagione con l’infausto 26 maggio in cui i giallorossi persero la Coppa Italia nel derby con la Lazio.

A quel punto, si doveva dare una svolta: tecnica, di metodologia di lavoro, societaria e dirigenziale. L’allora ds Walter Sabatini scelse Rudi Garcia, ex allenatore del Lille, che non era conosciuto dalle nostre parti ma che aveva vinto una Ligue 1 pochi anni prima e che era molto stimato dallo stesso direttore sportivo umbro. La Roma prese Luigi Febbrari come preparatore atletico, che come curriculum poteva vantare una stretta collaborazione con Edy Reja, che aveva seguito anche alla Lazio. Era il momento di maggior attrito tra dirigenza e tifoseria proprio per le accuse di aver messo in società un alto numero di “laziali” e certamente questa mossa non aiutò. Il percorso dello stesso Febbrari fu breve come quello dei suoi predecessori perché il numero di infortunati per problemi muscolari non accennò a diminuire, anzi.

Quindi, arrivò Paolo Rongoni, un preparatore molto stimato da Garcia, che infatti lo ha voluto nel suo staff anche nell’attuale esperienza al Marsiglia. Anche lui veniva dall’esperienza nelle fila dei biancocelesti ed anche per lui la parentesi Roma durò solo una stagione. Il presidente Pallotta ebbe a dire: “La preparazione atletica non è stata sufficiente. Dopo un’ora la squadra non aveva più energie, faticava”.

L’estate successiva, campionato 2015-16, fu lo stesso massimo dirigente americano a scegliere chi dovesse curare sotto ogni aspetto la preparazione dei calciatori e si affidò al duo Norman-Lippie considerati tra i migliori nel proprio settore. La loro permanenza alla Roma durò più degli altri perché riuscirono a rimanere nella Capitale sino a giugno 2018 ma anche qui le strade si divisero a causa dei troppi infortuni muscolari.

Il tecnico Di Francesco chiamò il preparatore atletico che lo aveva supportato nelle stagioni vissute al Sassuolo e giunse a Roma Maurizio Fanchini. “La metodologia dell'allenamento applicata al singolo calciatore viene definita 'carico interno’, che ha la capacità di stimolare l'organismo verso il miglioramento dei risultati sportivi”. Questo il suo pensiero su come far lavorare la squadra ma, come visto, anche questo metodo si è rivelato fallimentare ed è stato allontanato insieme al mister abruzzese nel momento dell’esonero di quest’ultimo.

Per la prossima estate si fanno 2 nomi e sono entrambe vecchie conoscenze: un ritorno di Ed Lippie (senza Darcy Norman) e quello di Paolo Bertelli, sotto contratto col Chelsea ma in scadenza a giugno.

Il primo è sicuramente molto apprezzato nelle alte sfere di Trigoria e conserva ottimi rapporti con lo staff giallorosso ma non ha lasciato ricordi indelebili tra i tifosi. Discorso ben diverso per il preparatore toscano: in giallorosso vinse il premio come miglior preparatore atletico italiano dell’anno, la Roma aveva una tenuta atletica ottimale per tutta la stagione e gli infortuni erano molti più contenuti di questi anni. Lo stesso Bertelli ha lavorato sia con Conte che con Sarri nel suo periodo ai Blues e chissà che una di queste 2 accoppiate non possa ripetersi anche alla Roma.


InsideRoma Daily News | Rifinitura a Trigoria in vista della Fiorentina. Previsti 30.000 spettatori all'Olimpico. Ranieri: "Penso 25 ore al giorno a come migliorare questa squadra"

NOTIZIE DEL GIORNO | 2 aprile 2019

QUI ROMA

I giallorossi si sono ritrovati a Trigoria per la rifinitura in vista del match di domani contro la Fiorentina. La seduta è iniziata in sala video, per poi proseguire sul campo per il lavoro atletico e tattico. In conclusione una partitella per provare alcune combinazioni. Florenzi ed El Shaarawy hanno svolto lavoro individuale.

Sono 22 i calciatori convocati da Claudio Ranieri per la gara contro la Fiorentina, in programma domani sera allo Stadio Olimpico di Roma. Tornano nella lista Lorenzo Pellegrini, che anche oggi ha svolto lavoro con il gruppo, e Javier Pastore. Assente Manolas, squalificato, oltre agli infortunati Florenzi ed El Shaarawy.

Si prevede uno Stadio Olimpico semivuoto per l’infrasettimanale di campionato tra Roma e Fiorentina, in programma domani sera alle 21:00. Solo 4.500 i tagliandi staccati che, sommati agli abbonati, non arriveranno a superare i 30.000 spettatori.

Il centro studi CIES ha analizzato le valutazioni di mercato dei calciatori dei cinque maggiori campionati europei. Il giocatore più oneroso della Roma è Bryan Cristante con una valutazione di 55 milioni di euro. L’ex Atalanta si posiziona così sesto, a pari merito con l’attaccante della Lazio Ciro Immobile.

INTERVISTE

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Ipotesi, sogni e follie. Il punto sul calciomercato (non ancora iniziato) della Roma

INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – Il calciomercato non si ferma davanti a nulla. In casa Roma, nonostante tutte le incertezze legate a una stagione ormai bollata come fallimentare, si pensa già ai nuovi profili utili per la rifondazione giallorossa. Chi siederà sulla panchina della società capitolina è ancora da definire, come è da chiarire chi rivestirà il ruolo di direttore sportivo dopo l’addio di Monchi. Sarà la coppia Massara-Totti? Sarà Petrachi del Torino? Sarà Campos? I romantici fantasticano anche su un ritorno di Walter Sabatini.

Difficile, quindi, definire la strategia d’acquisto. Solo quando saranno stati appurati il nuovo tecnico e il nuovo diesse, forse, i nomi legati al mercato estivo acquisiranno valore concreto. La Champions League sembra allontanarsi sempre di più e, senza i soldi vincolati all’ingresso nell’Europa che conta, la Roma sarà costretta di sicuro a volare basso. Ritorna quindi lo spettro delle plusvalenze necessarie per far quadrare il bilancio, con Cengiz Ünder tra i principali indiziati. Si aggiunge un’altra complicazione legata al pericolo delle minusvalenze. Il mercato della scorsa estate è stato un flop e risulterà assai difficile guadagnare sugli acquisti di giocatori come Nzonzi (26 mln più 4 di bonus) e Pastore (24,7 mln), tra i papabili in uscita da Trigoria.

IL DOPO-DZEKO – Il contratto del cigno di Sarajevo è in scadenza nel 2020, la Roma non sembra intenzionata a rinnovarlo e ha già dato il via alla caccia per il suo sostituto. Si parla del classe ’90 Dario Benedetto. L’attuale ds ad interim giallorosso, Ricky Massara, ha preso informazioni sull’attaccante del Boca Juniors che viene valutato circa 20 milioni. Dalle parti di San Siro si parla anche della possibilità di uno scambio Dzeko-Icardi; l’Inter punta ad un affare low cost, mentre la Roma valuta il suo 9 circa 30 mln di euro. Altra idea è lo scambio con un altro argentino: Higuain. L’attaccante, ora al Chelsea dal suo vecchio mentore Sarri, è ancora di proprietà della Juventus. Si è parlato anche di Andrea Belotti. Il Gallo è stato più volte accostato alla Roma quando Di Francesco sedeva ancora sulla panchina giallorossa. La pista ha perso terreno nelle ultime settimane, ma il possibile arrivo alla Roma di Petrachi potrebbe rimischiare le carte in tavola.

EMERGENZA CENTROCAMPO – Con De Rossi (purtroppo) agli sgoccioli e la delusione Nzonzi, sarà sicuramente opportuno rinfoltire il centrocampo. Si guarda in Serie A, con i corteggiatissimi Bennacer (Empoli) e Barella (Cagliari) in cima alla wishlist della Roma. Parlando di giovani talenti italiani, i giallorossi potrebbero puntare su Locatelli (Sassuolo) o su Sandro Tonali, che ancora milita in Serie B (Brescia) ma è già stato etichettato come il nuovo Pirlo. Gli altri nomi in voga sono Vilhena (Feyenoord) e Soumaré (Lille). Sulla trequarti, invece, rimane viva l’ipotesi Ilicic (Atalanta), tentato dalla Roma già a gennaio.

RIORDINARE LA DIFESA – Avere Mino Raiola come procuratore, si sa, non è mai un buon segno. Se Manolas dovesse partire lascerebbe allo sbando la retroguardia giallorossa, che non potrà di certo affidarsi all’irriconoscibile Fazio né a Marcano o Juan Jesus. I centrali sotto osservazione sono Mancini (Atalanta), corteggiato spudoratamente, oltre a Chabot (Groningen) e Marcão (Galatasaray). Sembrava cosa fatta il giovane Guedes (Santos), per via di un pre-accordo con i giallorossi che avrebbe voluto il centrale nella Capitale già ad aprile per le visite mediche. Le ultime indiscrezioni, però, rivelano che Monchi (autore dell’accordo iniziale) starebbe tentando di scippare il giocatore ai giallorossi per portarlo al Siviglia. In materia di terzini, la Roma si sta concentrando principalmente sulla fascia sinistra. Kolarov, vicino all’età pensionabile, va rimpiazzato. Santon è un valido panchinaro e Luca Pellegrini potrebbe rimanere al Cagliari. Quindi via con i nomi di Tagliafico (Ajax), Mendy (Manchester City) e Wendell (Bayer Leverkusen).

LE SUGGESTIONI – Che mercato sarebbe senza i nomi impossibili? Quelli che “non si sa mai”, al limite del fantacalcio. Si tratta di Kovacic (Chelsea), Lovren (Liverpool) e Nacho (Real Madrid). Dulcis in fundo, Federico Chiesa. Altro talento nostrano che la Fiorentina, però, valuta a peso d’oro. La cifra si aggirerebbe attorno ai 70 milioni.


Tragedia greca. Manolas: «Troppi infortuni? Chiedete ai preparatori»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Appena un anno fa diventava l’eroe nazionale grazie al gol col Barcellona, adesso Kostas Manolas rischia proprio di non disputarla quella coppa che soddisfazioni gli ha regalato. Come sempre è tra gli ultimi ad alzare bandiera bianca, ma si è reso ampiamente conto della maggior qualità del Napoli in tutti gli ambiti, a partire da quello fisico: «Abbiamo avuto troppi infortuni, siamo stati poche volte in campo assieme. Non so i motivi, non sono un preparatore, chiedete a loro». Il greco non vuole comunque mollare«La responsabilità è di tutti, finché la matematica non ci condanna dobbiamo avere speranza. Non posso pensare alla Roma fuori dall’Europa.» Si ripartirà adesso mercoledì contro la Fiorentina, e lui non ci sarà per squalifica. Dal primo minuto potrebbe rivedersi Under, e Ranieri confida anche nel recupero di Pellegrini. Rimane, ancora, il dubbio Olsen-Mirante.


Inferno Roma. Travolta, è settima e rischia l’Europa

LA GAZZETTA DELLO SPORT - La rabbia di Pallotta è evidente, proprio come il suo nervosismo. Legato all’andamento della squadra ed al traguardo della Champions che si allontana. Ma anche alla situazione-stadio, che il presidente non pensava potesse complicarsi ad un passo dal traguardo. Ecco anche perché ha deciso di mandare a Roma un paio di uomini di sua fiducia, che arriveranno direttamente dall’America nei prossimi giorni. Gente che avrà il compito di vedere e capire, magari indagare e sindacare. [..] In tutto questo, ovviamente, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato proprio il 4-1 subito ieri dalla Roma all’Olimpico. Una sfida in cui, almeno sulla carta, la Roma avrebbe dovuto avere motivazioni a mille e il Napoli magari girare con qualche ruota più sgonfia. Ed invece, in campo, si è visto il contrario, con i partenopei vogliosi di raggiungere una vittoria che invece non sembrava essere tra i pensieri di molti giallorossi. «Stiamo cercando di fare di tutto, ma la verità è che gli altri corrono di più, ti mettono in mezzo, ed allora è difficile aiutare questi ragazzi – ha detto Claudio Ranieri –. Si sono allenati poco, ci sono stati tanti infortuni, le partite. Gruppo fragile? Vedendolo da fuori capisci determinate cose, vivendolo da dentro le capisci ancora di più. Dentro c’è un po’ tutto, l’aspetto fisico e mentale, ma non quello tecnico, perché la squadra di qualità ne ha. Siamo come un pugile, dobbiamo prendere meno botte possibile in faccia perché poi fanno male». 


Furia Napoli all’Olimpico e gli azzurri fanno festa

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Le ultime della Roma sembrano uguali per risultati, errori, mancanza di personalità, di identità tattica e anche di fiato. Un gruppo fragile in tutti i sensi, che non riesce mai a inventare una fine diversa e aggiunge un’altra sconfitta a una stagione che mette a rischio l’obiettivo minimo: posto in Champions e cessioni lucrative. Contestata dai tifosi, sbeffeggiata dagli avversari, sgridata (eufemismo) dal proprietario, a sua volta insultato dall’Olimpico. La Roma non ha trovato alcun beneficio dal cambio di allenatore: tocca i 62 gol incassati in 39 uscite, mostra le rughe impietose di alcuni leader, vedi De Rossi, e le mancanze di presunti sostegni, tipo Nzonzi, Dzeko, Cristante e Olsen.