3-3 per Norvegia-Svezia, Olsen dal 1' (Video)

Robin Olsen in campo con la Svezia contro la Norvegia. Finita 3-3, la nazionale norvegese lo deve a Johnsen e King, con il giallorosso a difendere la porta; rimonta e chiude con il pareggio la Svezia.


Perotti: "Ho ancora 2 anni di contratto con la Roma. Non tornerò al Boca"

Diego Perotti, attaccante della Roma, è stato intervistato da TYC Sports in merito al suo futuro. Queste le parole de El Monito: 

"Ho ancora due anni di contratto con la Roma e per ora non tornerò. Mio padre ha parlato e ha scatenato un casino terrible. Nel club si sono surriscaldati".


Ünder punta il Napoli

INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – Non lo si vede dal 19 gennaio scorso, oltre due mesi fa, vittima anche lui dei tanti, tantissimi infortuni muscolari che tormentano i giallorossi da inizio stagione. In campo, allo Stadio Olimpico, si giocava Roma-Torino, primo match del girone di ritorno. Cengiz Ünder si ferma dopo soli quattro minuti a causa di un dolore acuto accusato al quadricipite sinistro. Dagli esami strumentali emerge una lesione al retto femorale, che avrebbe dovuto tenerlo lontano dal campo “solo” per le partite contro Atalanta, Fiorentina e Milan. Trattandosi di una lesione di primo grado, il recupero del turco sarebbe stato possibile in due settimane circa. Così, però, non è stato.  

LA RICADUTA – A metà febbraio, l’attaccante sembrava pronto a rientrare e aveva ripreso gli allenamenti insieme al resto dei compagni. Ma a due giorni da Frosinone-Roma, quella che doveva essere la partita del suo rientro, ha riportato un nuovo problema ai flessori della coscia sinistra ed è stato costretto a bloccarsi ancora. Siamo ormai a marzo e Ünder resterà a guardare sia la sconfitta nel derby sia il ritorno degli ottavi di Champions contro il Porto, le due partite che hanno portato all’esonero di Di Francesco.

OBIETTIVO NAPOLI – Potrebbe vedersi luce alla fine del tunnel. Il giocatore si è sottoposto in settimana a una risonanza magnetica: l’esito è negativo, la lesione è scomparsa e Ünder è clinicamente guarito. Il giocatore è tornato ad allenarsi regolarmente da ieri, dividendo il suo tempo tra lavoro in gruppo e un programma di esercizi individuali. L’obiettivo di mister Ranieri è quello di provare ad averlo almeno tra i convocati per la sfida di domenica prossima all’Olimpico col Napoli e, soprattutto, tra i protagonisti del rush finale giallorosso per la corsa Champions.


Roma, ribaltone tecnico

IL MESSAGGERO - CARINA - Una corsa a due, con il terzo incomodo' già in casa. Petrachi e Campos, non rigorosamente in ordine di preferenza, sfidano Massara. Sì, perché l'attuale ds della Roma ha intenzione di giocarsi le sue carte. E ne sta dando prova in questi giorni. Dalle telefonate ad un paio di agenti (Zaniolo e El Shaarawy) per concordare quanto prima un incontro per discutere dei rinnovi, alla decisione che Balzaretti e Vallone non seguiranno più la squadra in trasferta, passando per l'incontro della settimana scorsa con la dirigenza dell'Atalanta. Sul tavolo calciatori in entrata (Mancini e Ilicic) e facile pensare in uscita (Defrel e Luca Pellegrini, richiesti anche la scorsa estate), più un inevitabile sondaggio per capire i margini di manovra su Gasperini. Se per i calciatori c'è da registrare l'apertura del club nerazzurro, frenata invece sul tecnico. Siamo però ancora a marzo e lo scenario alla fine della stagione potrebbe cambiare.

 
TENTATIVO DI SCALATA - Anche per Massara. Perché poi alla fine nel calcio sono sempre i risultati a fare la differenza. E una Roma in zona Champions, riporterebbe il sereno e potrebbe convincere Pallotta a continuare con lui visto che corrisponde all'identikit del ds non plenipotenziario, gode della sua stima e di quella della squadra. Senza contare che la permanenza di Massara, agevolerebbe il passo in avanti di Totti. L'ambizione, legittima, di Francesco è quella di ritagliarsi quanto prima un ruolo operativo nel club. E quella di supervisore a livello tecnico - dalla prima squadra alle giovanili - potrebbe essere un ruolo congeniale e gradito. Più facile da concretizzarsi con l'attuale ds, al netto dei rapporti da rinsaldare. Di certo a Trigoria cambieranno molte cose anche a livello di scouting. In bilico, ad esempio, c'è la figura di Tarantino, attuale responsabile del settore giovanile. Ma non è l'unico. Riflessioni in atto anche su Vallone. Dovesse passare invece la linea londinese, Massara verrebbe affiancato da un'altra figura. I candidati sono Petrachi e Campos. Il dirigente granata in questi giorni è a Lecce, vicino alla famiglia. La scorsa settimana s'è recato a Londra insieme alla moglie. Un viaggio che ha subito fatto pensare ad un incontro con Baldini. Petrachi invece era a Londra per questioni rigorosamente private, legate alla privacy più intima e familiare. Il contatto, quindi, risale ad una ventina di giorni fa. Poco più recente quello con Campos, attuale ds del Lilla. Non è un caso che negli ultimi giorni siano stati avvicinati alla Roma due calciatori del club francese: il difensore Magalhaes e il mediano Soumaré. Le riflessioni sul suo conto riguardano due aspetti. In primis, dopo il flop di Monchi, ripartire con un altro dirigente che non conosce la piazza e il campionato italiano, potrebbe rivelarsi un azzardo. Dall'altro non va sottovalutata una mera questione di rapporti. La Roma negli ultimi due anni s'è avvicinata molto a Raiola. Dal rinnovo e prolungamento di Luca Pellegrini, Manolas, Kluivert e Karsdorp, spesso e volentieri ci si è avvalsi delle conoscenze e della tela di rapporti dell'agente.

 
PANCHINA IN STAND-BY - Portare Campos equivarrebbe a fare entrare a Trigoria Jorge Mendes. Con tutto quello che ne consegue. Il discorso sull'allenatore arriva inevitabilmente dopo. Anche perché la prima scelta, Sarri, è ancora il tecnico del Chelsea. L'alternativa, Gasperini, per ora è stato bloccato dall'Atalanta. C'è poi la pista che porta a Jardim, strettamente legata alla candidatura di Campos. Si torna quindi al punto di partenza: prima il ds e poi l'allenatore.

 

 

 

C'è Under, la maledizione della fascia destra (forse) è finita

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Un'arma in più. Due mesi dopo. Quando Cengiz Under giocava al calcio c'era ancora Eusebio Di Francesco; la qualificazione contro il Porto era tutta da decidere; il quarto posto non era poi così lontano. La Roma era tornata dalle vacanze di Natale e aveva chiuso l'anno 2018 con la vittoria con il Sassuolo e quella in trasferta con il Parma. Tutto sembrava opaco, ma non scuro scuro. Ranieri era ancora (per poco) l'allenatore del Fulham e Monchi era il ds dei giallorossi. Quando giocava Under si guardava al futuro con un po' di ottimismo in più. Poi, da quel 19 gennaio, sfida casalinga contro il Torino, tutto è cambiato, la ruota è tornata a girare dalla parte opposta. E la maledizione della fascia destra non si placava.

 
LO STRAPPO - La vittoria contro i granata aveva illuso, da lì la figuraccia di Bergamo, il pari con il Milan, la decente vittoria a Verona con il Chievo e i tristi tre punti ottenuti con Frosinone e Bologna. Per non parlare del precipizio: Lazio e Porto. Quando giocava Under faceva freddo, ora siamo a Primavera, ci siamo tolti i maglioni e i cappelli. Under è tornato, due mesi dopo. Ma che fine aveva fatto? Il solito infortunio muscolare, uno dei tanti, ma per lui qualcosa di diverso dagli altri:rottura della fibra muscolare dopo quei sei minuti contro il Torino, appunto, il 19 gennaio scorso, a seguire altre noie. Lo scatto, la fitta, il dolore e addio. La fascia destra della Roma è entrata nella maledizione dalla scorsa estate, con il no di Malcom. Gli equivoci tanti, uno dopo l'altro: Schick non è andato bene, Perotti non ci ha potuto giocare perché è sempre stato male, El Shaarawy è comparso in quella zona per pochissime volte. Ci sono finiti Kluivert, Florenzi, Zaniolo, eppure niente di che. Solo Under aveva il vestito giusto per giocare lì. Ma il ragazzo col sinistro esplosivo ammirato la passata stagione da febbraio a maggio, in questa non lo abbiamo quasi mai visto: 18 partite di campionato, 6 in Champions, una in Coppa Italia.

 
I GOL - Reti segnate: 3 in A, con Frosinone, Inter e Parma, 3 in Champions 2 al Viktoria Plzen e una al Cska. Non tanto, ma nemmeno pochissimo. Magari con lui a disposizione la Roma avrebbe fatto meglio. Under è il solito giocatore perennemente sul mercato, perché il suo talento lo hanno notato tutti. Ora rientra, contro il Napoli verrà convocato, chissà se giocherà e quanto giocherà. Sta a lui dimostrare, per il bene suo e della Roma. L'arrivo di Kluivert gli ha creato dei fastidi, perché l'olandese, pronti e via, già guadagnava più di lui. E questo effettivamente può creare malumori, non tali da giustificare un rendimento non soddisfacente e soprattutto questo infinito infortunio muscolare. C'è tempo per rimettersi in riga, la Primavera porta freschezza e, dicono, buon umore. E pare che porti via le maledizioni. Pare.


La lite, poi l’infortunio: ElSha ritorna col broncio

IL MESSAGGERO -  Si blocca anche Stephan El Shaarawy per un infortunio muscolare al polpaccio sinistro rimediato in Nazionale. Il Faraone è atteso a Roma in queste ore e si sottoporrà a risonanza magnetica domani, o nei prossimi giorni se non si fosse riassorbito l’edema. Il problema sembra meno grave del previsto e Ranieri spera di averlo almeno per la panchina contro il Napoli. Si tratta dell’infortunio muscolare numero 41 da inizio stagione (16esimo al polpaccio), che arriva tre giorni dopo quello di Florenzi, anche lui tornato a Romadopo un allenamento con gli azzurri per una lesione al soleo (20 giorni di stop). Stephan, oltre a sottoporsi alle terapie del caso, attenderà il rientro di Dzeko impegnato in Nazionale (100 presenze con la Bosnia) per chiarire la lite avvenuta negli spogliatoi all’intervallo del match con la Spal. Un diverbio duro in cui è volata qualche parola di troppo e che ha indotto Ranieri a lasciare El Shaarawy in panchina per tutto il resto della partita, una decisione presa sul momento per provare a portare a casa il risultato, ma che non assolve il bosniaco che rischia il posto contro la squadra di Ancelotti.

DZEKO IMPUTATO - I comportamenti di Edin negli ultimi mesi non sono piaciuti ad alcuni dirigenti, che non hanno apprezzato i video del compleanno tra alcol e danzatrici del ventre pubblicati sui social e ripresi da centinaia di media nazionali e internazionali. Il momento in casa Roma è delicato, 10 dipendenti meno di 20 giorni fa sono stati licenziati a causa dell’andamento negativo della squadra, tra di loro ci sono anche Di Francesco e il suo staffcolpevoli, secondo Pallotta, dei numerosi infortuni in casa giallorossa. Per risollevarsi Ranieri(ospite a Valencia per i 100 anni del club) tenterà di accorciare il divario con il Milan, ma avrà bisogno dei suoi uomini migliori, che al momento sono in infermeria: Pellegrini (lesione al bicipite femorale), Kolarov (flessore), De Rossi (soleo), Under (flessore), Manolas (soleo) e Pastore(polpaccio). Segnali positivi sono arrivati da Kolarov e Under che rientreranno in gruppo a metà settimana, anche gli altri hanno delle chance ma per non rischiare ricadute lo staff medico preferisce non sbilanciarsi e osservare lo stato delle lesioni alla ripresa degli allenamenti prevista per domani alle 11.


Ferrero “chiama” Pallotta: «Sarò presidente dopo di te»

IL MESSAGGERO - Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, rilancia (da Domenica in) il suo desiderio di sempre. «Sono romano e romanista. Quando James Pallotta andrà in pensione io sarò pronto. Diamo ai lupacchiotti la Roma che si meritano». In settimana, alcuni dirigenti della Roma voleranno a Doha per il “Togheter AS Roma”, workshop organizzato dallo stesso. Il tavolo di lavoro, che lo scorso anno si era tenuto a Madonna di Campiglio, vedrà la presenza del vicepresidente Baldissoni, dell’ad Fienga, del responsabile del settore ricavi Calvo, e anche di Francesco Totti. Il meeting servirà alla Roma per illustrare ai partners commerciali le strategie e i risultati raggiunti nel settore e non solo, e per tratteggiare i paini futuri. Una parte degli incontri a Doha, quartier generale della Qatar Airways (che per l’occasione sarà rappresentata dal Ceo Al Baker), sarà poi dedicata all’attività di produzione dei contenuti media che negli ultimi anni è cresciuta, assieme alle numerose iniziative che hanno contribuito ad aumentare la visibilità e il posizionamento del marchio giallorosso.


Scalata Nicolò, è sempre più Zani... oro e la Roma gode

GAZZETTA - CECCHINI - Eppure sono anche giorni di lacrime. Di gioia, ovviamente, perché tutto quello che di questi tempi si avvicina a Nicolò Zaniolo sembra avere i crismi del successo. Basti pensare a una coincidenza: il 10 ottobre 1998 proprio a Udine esordiva in Nazionale un ragazzo che si chiamava Francesco Totti. Aveva 22 anni e tanta storia da scrivere. Ebbene, poco più di vent’anni più tardi, appena 19enne, è toccato ad un altro romanista da vetrina. «L’esordio è stata una grande emozione – ha detto Zaniolo alla “Domenica Sportiva” –, un altro sogno che ho realizzato quest’anno, ma so benissimo che devo restare con i piedi per terra. Non sono sorpreso di quello che è successo 5 mesi fa, perché penso di aver dimostrato dopo il mio valore. Credo di aver dato ragione al c.t. Mancini. L’esordio per me significa orgoglio e onore. Sono felicissimo anche dopo essere stato scartato (dalla Fiorentina, ndr) sono rimasto lo stesso, ho continuato a lavorare, non mi sono mai fermato neppure in un momento negativo come quello. Ho sempre creduto in me stesso».

LUI E KEAN Di sicuro per Nicolò la famiglia ha avuto un ruolo importante. «Mi hanno dato forza mio padre, mia madre e mia sorella più piccola. Erano in tribuna a Udine. Mamma si è messa a piangere ieri, ma anche papà si è commosso». Chi sa se lo ha fatto anche Mancini. «Sta facendo vedere che punta molto su noi giovani. Ha ragione quando dice che la vittoria contro la Finlandia non era scontata, perché è una squadra tosta e ci ha creato delle difficoltà». Ma il futuro azzurro fa sorridere anche per altro giovani come Kean. «È il mio compagno di stanza. Ci conosciamo dall’Under 19. Stiamo insieme 24 ore su 24 e stiamo bene perché siamo simili, ci piace scherzare. Non ero sicuro partisse bene, ma ci speravo e gli ho detto che avrebbe segnato. Sono contento che ci sia riuscito. Ci siamo fatti una foto insieme sui social, ma non c’è niente dietro. Niente riferimenti al mercato o alla Juve, siamo solo amici». Meglio precisare, perché i social si sono subito divisi tra juventini (speranzosi) e romanisti (preoccupati).

lui e totti Zaniolo non si spaventa dal fatto di essere uomo mercato. «È una ricompensa per quello che ho fatto quest’anno e in passato». Per questo la Roma lo coccola e Totti lo fa crescere. «Sono felice di aver esordito a Udine proprio come lui. Francesco mi dà consigli su come allenarmi, come giocare e come comportarmi. Si vede che è un campione anche fuori dal campo. Mi ripete spesso di restare con i piedi per terra e mi dice che ad arrivare ci vuole un attimo, ma per restare a un certo livello è durissima». Ma Nicolò non dimentica il debito con Di Francesco. «Gli devo tanto perché, insieme a Mancini, è stato il primo a credere in me. È uno che sa come rapportarsi con le persone. Mi è dispiaciuto che sia andato via perché lo ritengo bravissimo. Ora comunque c’è Ranieri e dovrò dare il massimo per lui. Ha esperienza, sa come ci si deve comportare e poi è uno che ha vinto in carriera». Intanto ci sono già tanti ricordi da metabolizzare. «I più belli? La prima partita contro il Real Madrid e il primo gol in A con il Sassuolo. Non capivo più niente». E anche lì, tante lacrime per mamma Francesca. «Ho un rapporto molto forte. Lei è sensibile e ogni volta che faccio qualcosa di bello piange. Io sono geloso come tutti i figli. Ci vogliamo bene e basta. Ho un bel rapporto anche con papà, ma a Roma sto sempre con mamma». Non è un caso che degli 11 tatuaggi il più importante sia per lei. «Sì, le ho dedicato quello sulla coscia C’è scritto “Nella mia esistenza sei l’essenza”». Bello. Quasi quasi ci commuoviamo anche noi.


Zaniolo, Udine e la notte speciale: «Una stagione da ricordare: realizzo un sogno dopo l’altro»

IL MESSAGGERO - TRANI - «Lo so, da qui è partito anche il Capitano». Il risveglio di Zaniolo è di nuovo bellissimo, come gli è successo spesso in questa stagione che continua a regalargli un’emozione dietro l’altra. La data non l’ha studiata sugli almanacchi nè tantomeno a scuola, ma a Trigoria: 10 ottobre 1998. L’Italia supera la Svizzera e al 25’ della ripresa, con il numero 17, Zoff fa esordire Totti al posto di Del Piero. A Udine. Stesso teatro, quindi: lo stadio Friuli che oggi è la Dacia Arena. E stesso punteggio della partita di sabato contro la Finlandia: 2-0. E sempre nelle qualificazioni per l’Europeo. «Francesco mi consiglia ogni giorno. Mi dice come devo allenarmi, comportarmi e giocare. Anche in questo è un campione. Mi ripete che devo restare con i piedi per terra:arrivare è un attimo, rimanere a certi livelli è invece durissimo». Nicolò, nell’intervista a Donatella Scarnati per la Domenica Sportiva, racconta la sua notte speciale.

ANNATA MAGICA - «Sono orgoglioso e felicissimo di questo debutto. Mancini, però, si è subito fidato. E io ho cercato di dimostrargli che, chiamandomi prima ancora delmio debutto in serie A, non si era sbagliato» chiarisce Zaniolo . Il ct lo ha voluto a Coverciano il 1° settembre, quasi 7 mesi fa. Sabato è diventato il suo 15° esordiente. Con la Roma, invece, i primi passi in Champions, addirittura al Bernabeu contro il Real. «Indimenticabile, come il gol al Sassuolo, il mio primo in campionato. Ecco perché a Di Francesco devo tanto. Ha sempre creduto in me e mi ha dato molto sia in campo che fuori. Si sa rapportare con le persone. Mi è dispiaciuto che sia andato via: lo considero bravissimo. Ora, però, c’è Ranieri e devo dare il massimo con lui. Che ha esperienza, ha vinto e conosce Roma e la Roma».

NESSUNA TENTAZIONE - «Il mio futuro è in campo, allenamento dopo allenamento». Il mercato non intralcia il percorso di Zaniolo. e nemmeno qualche rumor che lo accosta alla Juventus solo perché sui social finiscono le sue foto con Kean che è il compagno di stanza in Nazionale. «Siamo grandi amici, viviamo insieme ventiquattr’ore su ventiquattro e ci divertiamo. Se postiamo quelle immagini è solo perché condividiamo i nostri momenti più belli. Gli ho detto prima della partita che avrebbe segnato e sono contento che ci sia riuscito. La Juve e il mercato non c’entrano con il nostro rapporto». Nicolò è seguito dal club biaconero e da qualche società straniera di primo piano. «È la ricompensa per tutto quello che sto facendo. Il debutto di Udine è un altro sogno che ho realizzato quest’anno. Ma so bene che non devo montarmi la testa». In tribuna alla Dacia Arena il padre Igor, la madre Francesca e la sorella Benedetta. «La famiglia c’è sempre. Mamma si è messa a piangere, lo fa spesso: è sensibile come me. Anche papà si è commosso. Sono geloso di mamma, come tutti i figli. Ho undici tatuaggi, sulla coscia quello per lei. Con la scritta: nella mia esistenza sei l’essenza».


Stadio Gate: partono gli interrogatori

LEGGO - LOIACONO - Settimana ad alta tensione per il Campidoglio, a giorni partiranno gli interrogatori in Procura e lo scandalo che ha investito De Vito ora fa tremare la maggioranza in Consiglio Comunale. Marcello De Vito, il presidente dell'Aula consiliare e una delle (ex) colonne portanti del M5S, verrà ascoltato entro la fine di questa settimana per l'udienza davanti al tribunale della Libertà. Con lui i giudici ascolteranno anche i principali indagati, tra cui Camillo Mezzacapo: si tratta dell'avvocato a cui De Vito, secondo l'accusa, faceva ottenere consulenze per vari imprenditori, in cambio di favori.
Giornate caldissime per il Comune anche perché potrebbero partire gli interrogatori di tutte le persone coinvolte oltre alle convocazioni dei vari testimoni, per ascoltarli in quanto informati sui fatti. Al vaglio degli inquirenti, infatti, ci sono le presunte pressioni esercitate da De Vito sui consiglieri comunali, primi fra tutti quelli del M5S che nutrivano maggiore fiducia nell'operato del presidente dell'Aula. Era proprio questo, secondo l'accusa, il modus operandi di De Vito: favorire gli interessi personali e degli imprenditori che aveva alle spalle, caldeggiando in Campidoglio progetti e approvazioni facendo proprio leva sull'autorità conferitagli dall'Aula.
Per questo, negli uffici di piazzale Clodio, sono già state ascoltate Donatella Iorio e Alessandra Agnello, rispettivamente la presidente della commissione urbanistica e quella della commissione lavori pubblici. Si tratta delle due commissioni maggiormente coinvolte nella valutazione dei progetti interessati dalle indagini, primo fra tutti quello del nuovo stadio della Roma. E le persone da ascoltare potrebbero aumentare e inoltre, secondo indiscrezioni, sarebbero tre al momento gli avvisi di garanzia pronti a partire, in un'inchiesta che sembra avere contorni molto più ampi di quanto immaginato finora. Nei presunti casi di corruzione infatti non è coinvolto solo il progetto di Tor di Valle ma anche altri interventi sulla città, che hanno legato con un filo rosso affaristi da un lato e politici dall'altro. Non solo, nella vicenda legata allo stadio di Tor di Valle c'è un aspetto da non sottovalutare, legato alla società sportiva che preme per costruire: la As Roma potrebbe infatti decidere di procedere per vie legali qualora il progetto dovesse saltare definitivamente, chiedendo al Comune di Roma di risarcire i danni di un lavoro già avviato dai loro tecnici e mai portato a termine. Per la Capitale si tratterebbe quindi di risarcire milioni di euro, il colpo di grazia per le magre casse comunali con cui la Raggi dovrà necessariamente fare i conti.


Moriero: «Attenta Roma, riparti solo se batti il Napoli»

LEGGO - BRUNI - La Roma per lui è stata la prima esperienza importante nel grande calcio. Nella capitale Francesco Moriero ha vissuto tre stagioni, dal 1994 al 1997, e con la sua bravura e grazie a una grande dose generosità è riuscito a scardinare il cuore di moltissimi tifosi giallorossi. Il Napoli, invece, è stata la sua ultima tappa prima di lasciare il calcio giocato, nel 2002, e iniziare il percorso da allenatore.
Qual è stata la cosa più deludente della stagione romanista?
«Non parlerei di delusione. E' una squadra molto giovane che fino a oggi, in campionato, ha vissuto di alti e bassi. In coppa, invece, si è comportata bene e alcune volte ci ha fatto pure sognare».
Dove finiscono le responsabilità della società e iniziano quelle di Di Francesco?
«Eusebio (Di Francesco, ndr) è molto preparato e ha lavorato ottimamente, specie con i più giovani. Allenare e giocare nei grandi club, tuttavia, è complicato e le responsabilità, quando le cose vanno male, sono di tutti. Ora, bisogna soltanto ripartire».
Ranieri porterà la Roma in Champions?

«E' un allenatore esperto ed è stato chiamato per normalizzare la situazione. Difficile poterla collocare, ma nei momenti difficili la Roma è sempre riuscita a uscirne a testa alta. Per questo ha l'obbligo di arrivare fra le prime 4. E penso ci potrà riuscire».
Qual è il ruolo di Zaniolo?
«E' un jolly di centrocampo. Lo vedo bene come trequartista: tecnicamente è bravissimo, fisicamente è forte e riesce a dare il meglio di sé tanto negli inserimenti, quando in fase di non possesso palla. E poi è un ragazzo sereno e umile, con la testa sulle spalle»
Che cosa accomuna Roma e Napoli?
«I giallorossi mi sembrano in fase di rivoluzione, i partenopei stanno crescendo come progetto».
Quindi, chi vince domenica?
«Si affronteranno due squadre che vivono momenti diversi. E' una partita in cui si vedrà l'attaccamento alla maglia e sono certo che, pure stavolta, la Roma saprà reagire».
Se la Roma, in futuro, le offrisse di guidare la sua squadra B?
«Accetterei immediatamente, a occhi chiusi. Non soltanto mi permetterebbe di far parte di un top club, ma potrei far crescere i giovani in un campionato difficile e come quello di serie C».


AAA ds cercasi: Campos favorito. El Shaarawy ko, infermeria piena

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Prima di immergersi nel toto-allenatore, in casa Roma dovrà entrare un nuovo direttore sportivo. E il cerchio sembra ormai stringersi intorno a Petrachi, attualmente al Torino, e a Luis Campos, dirigente del Lille. Ed è proprio quello dell’uomo-mercato portoghese il nome che nelle ultime ore sembra essere più vicino a Trigoria. Pallotta avrebbe già parlato con lui, che vorrebbe carta bianca per poter operare in libertà, nei prossimi giorni si dovrebbe chiudere. La volontà del presidente è quella di riuscire a sfruttare la sosta del campionato per ingaggiare un uomo al quale affidare la direzione dopo il prematuro addio di Monchi. Al momento l’interregno è stato affidato a Massara – rimasto a Trigoria nel post-Sabatini – ma l’obiettivo è trovare qualcuno più esperto. Massara, nel frattempo, è volato a Doha insieme agli altri dirigenti – Baldissoni, Fienga e Calvo – con Totti a guidare la spedizione. Tornato dalla Cina, dove ha partecipato a un torneo internazionale di vecchie glorie, l’ex capitano parteciperà a un meeting con gli sponsor. L’evento, che si terrà mercoledì e giovedì, avrà al centro un workshop all’interno del quartier generale della Qatar Airways, a cui sono invitati i premium partner del club, con l’ex numero dieci, in primis, e gli altri, che illustreranno i risultati raggiunti in ambito commerciale, insieme alle numerose iniziative che hanno contribuito ad aumentare la visibilità e il posizionamento del brand sul mercato. Pensieri lontani da quelli di Ranieri, che domattina riprenderà a lavorare a Trigoria per preparare la gara col Napoli di domenica. Il mister di Testaccio dovrà ancora una volta fare i conti con gli infortuni, visto che dopo Florenzi, rientrato dalla Nazionale per un problema muscolare, si è fermato anche El Shaarawy. L’attaccante ha accusato un fastidio al polpaccio prima della gara di sabato dell’Italia, fastidi che ha continuato a sentire anche ieri. Per questo motivo i medici azzurri hanno deciso di farlo rientrare anzitempo nella capitale e oggi verrà valutato dallo staff sanitario della Roma. L’attaccante effettuerà anche un controllo strumentale ma, al momento, la sua presenza contro il Napoli è in forte dubbio. Un bel problema per Ranieri, che avrebbe sicuramente schierato El Shaarawy, uno dei migliori dell’attacco giallorosso