Roma prigioniera a Trigoria
IL MESSAGGERO - TRANI - L'interrogativo è la nuvola nera fantozziana che oscura Trigoria. C'è, comunque, poco da ridere: la domanda, più che legittima, inquieta la piazza. Che vuole sapere chi sta preparando la rifondazione per azzerare questa stagione fallimentare. Informalmente, però, la risposta c'è, anche se di fatto non si vede. Perché la Roma, fuori da ogni competizione a 9 giornate dal traguardo e ancora senza il nuovo ds che deve indicare l'erede di Ranieri, è ormai condizionata nella vita quotidiana da chi vive all'estero e non nella Capitale. Pallotta da Boston ufficializza la scelta dopo aver ascoltato il suggeritore, da Londra o Città del Capo, cioè Baldini. Accade così da anni. Le dimissioni di Sabatini prima e Monchi poi, convinti di avere i pieni poteri, sono state causate proprio dagli interventi esterni che spesso hanno ostacolato o rallentato qualsiasi loro mossa. Sul mercato e non solo. Il presidente, pensandola diversamente, si è invece pentito di aver lasciato loro eccessiva autonomia.
SPACCATURA INTERNA - «Trigoria non ha bisogno di accogliere il Messia». La frase viene sussurrata da giorni nei corridoi di Trigoria e nella sede della società all'Eur. Il riferimento a Campos, il ds del Lille che Baldini ha presentato a Pallotta. Il palmarés del possibile successore di Monchi interessa niente o quasi alla tifoseria, subito disorientata dal biglietto da visita mostrato da Campos sul canale Youtube di Telefoot: gli piace l'Inno della Lazio che considera «il migliore d'Europa» e definisce «straordinaria la Curva Nord». Ma la questione non è solo ambientale. Il management italiano è contrario ad accogliere l'ennesimo plenipotenziario. E punta sulla conferma di Massara, affiancato da Totti, oppure sulla soluzione meno ingombrante che sarebbe l'assunzione di Petrachi, attuale ds del Torino. Pronto il compromessoo: Campos in coppia con Massara. Esterno il primo, cioè al lavoro dall'estero, interno l'altro, quindi presente su piazza. Campos, intanto, spinge in panchina il motivatore Jardim. Petrachi, invece, tiene in corsa l'amico Conte, già dato per sicuro all'Inter. Il perplesso Gasperini resta d'attualità, anche se l'Atalanta, due settimane fa, ha chiarito a Massara che non intende liberarlo. Sarri è il jolly di Baldini.
ALL-IN DELL'EX CAPITANO - Pallotta, intanto, svicola sul compito da assegnare a Totti che ha appena ricevuto la proposta di diventare testimonial del mondiale in Qatar. L'ex capitano, però, è uscito allo scoperto domenica pomeriggio in diretta tv. «Se avrò un rupo più importante, cambierò qualcosa». Ma i suoi 2 input, ricevendo l'incarico di dt accanto al ds Massara, difficilmente verranno accolti: 1) stop alla collaborazione di Baldini; 2) più giocatori pronti e meno giovani, per essere subito competitivi. Il presidente è contrario. La strategia della proprietà Usa resta la stessa: Baldini propone il candidato, Zecca prepara il dossier sul nome e Pallotta decide se va bene. Il Ceo Fienga, a Trigoria, deve mediare tra l'anima straniera e quella italiana. Il vicepresidente esecutivo Baldissoni, proprio perché contrario alle interferenze dall'estero, è stato escluso dall'area tecnica e spostato esclusivamente sulla questione stadio.
PIAZZA PULITA - Monchi, Di Francesco e 6 dei suoi 7 collaboratori (Tomei, Pierini, Vizoco, Gianmartino, Marini, Romano), il medico Del Vescovo e il capo dei fisioterapisti Stefanini: il repulisti non finisce con l'allontanamento di questi 10 professionisti. Li seguiranno anche il responsabile del settore giovanile Tarantino e gli osservatori Balzaretti e Vallone.
Sicuri di restare solo Pellegrini e Zaniolo
IL TEMPO - BIAFORA - Con l'eventuale mancata qualificazione alla prossima Champions Leaguealla Roma verrebbero a mancare circa 70 milioni di euro di ricavi, costringendo la società ad una riduzione dei costi. A Trigoria c'è l'idea di dover tagliare diversi ingaggi pesanti, puntando sulla freschezza della gioventù. Il fulcro del futuro saranno Pellegrini e Zaniolo. Il talento di Massa attualmente guadagna 270mila euro e, prima Monchi e ora Massara, hanno posto le basi per un prolungamento di contratto con relativo aumento dell’ingaggio fino a 1,5 milioni di euro e bonus. Gli incontri con il procuratore Vigorelli sono più che frequenti e si arriverà alla firma entro l’inizio della prossima stagione. Chi può andar via è Under, attratto dalle sirene di mezza Europa. Il suo agente è stato segnalato nella Capitale, ma non è andato in scena e non è previsto alcun appuntamento per il rinnovo: ogni discorso è rimandato al finale di stagione. Possibile addio anche per Manolas, legato ai colori giallorossi da un accordo valido fino al 2022, nel quale è però presente una clausola rescissoria da 37 milioni. Il greco è seguito in particolare dalla Juventus, con il ds Paratici presente in diverse occasioni allo Stadio Olimpico per visionarlo. Mancini dell'Atalanta è pronto a sostituirlo. Non è da escludere che molti giocatori salutino la Roma dopo appena un anno: Olsen e Nzonzihanno deluso e prima di venire in Italia avevano mercato in Premier, Pastore ha giocato appena 644 minuti e guadagna 4 milioni di euro netti. Da valutare anche la posizione di Dzeko, il più pagato della rosa. Le sirene inglesi stanno iniziando a suonare e il bosniaco, a cena con Kolarov ed El Shaarawy dopo il ko con i partenopei, dovrà riflettere attentamente sul domani, avendo un contratto in scadenza nel 2020.
Massara è stimato, ma il presidente cambierà ancora
IL TEMPO - BIAFORA - Dopo la risoluzione consensuale con Monchi la Roma deve decidere chi sarà il direttore sportivo del prossimo anno. Una scelta definitiva è attesa entro la fine di aprile, poiché è ora che si pongono le basi del calciomercato. Al momento è stato promosso Massara, che si giocherà le sue carte nella partita con Campos e Petrachi. L'attuale dirigente giallorosso ha il gradimento dei colleghi che lavorano quotidianamente al suo fianco a Trigoria, ma l’idea di Pallottaè quella di affidare il ramo sportivo della società ad un uomo forte. Ecco perché Baldini ha tirato fuori dal cilindro il nome di Campos, impegnato in Francia con il Lille. Il portoghese, che parla un fluente italiano, ha già avuto diversi contatti con le alte sfere del club ed è molto apprezzata la sua capacità nel saper scovare talenti e comprare calciatori per poi rivenderli a peso d’oro. Impossibile non considerare il suo stretto legame con la Gestifute, agenzia fondata dal potente Mendes, che sicuramente lo agevolerebbe nelle trattative per giocatori e allenatori gestiti dallo stesso procuratore. Altro candidato forte è Petrachi del Torino. Ieri si è parlato di un possibile rinnovo coni granata, ma il rapporto con Cairo sembra al capolinea. Petrachi vuole lavorare in una big e per convincere Pallotta a optare per lui vuole giocarsi il jolly Conte, suo amico dai tempi di Lecce. Oltre al ruolo di ds c'è da chiarire la situazione legata a Totti, che ha chiesto spazio decisionale. Da non dimenticare che al momento della firma a Ranieri è stato ventilato un possibile ruolo in società, senza alcun impegno definitivo tra le parti.
Marcano per Manolas, Schick out
IL TEMPO - BIAFORA - Continua a svuotarsi l’infermeria di Trigoria. Dopo i recuperi di Under, De Rossi e Pastore ieri si è rivisto in gruppo Pellegrini. Il centrocampista, infortunatosi col Porto, sarà convocato per la gara con la Fiorentina (in forte dubbio Edimilson e Chiesa). Per la partita di domani Ranieri sta pensando ad un avvicendamento in porta tra Mirante e Olsen. In difesa lo squalificato Manolas sarà sostituito da Marcano, mentre Karsdorp insidia Santon sulla fascia destra. Zaniolo è pronto a tornare in campo dal primo minuto con De Rossi lasciato a riposo per non sovraccaricare il solito polpaccio. Davanti scalpita Under: Schick, punzecchiato dal tecnico a causa dell’eccessiva timidezza, dovrebbe restare fuori. Dzeko, ancora a secco in casa, ci sarà nonostante qualche acciacco fisico
Pallotta fa il casting
LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Confronti. Nella «Spoon River» delle grandi speranze della Roma a stelle e strisce non colpisce tanto il dato del turnover ai vertici che in soli otto anni si è consumato, ma quanto le novità offerte dal presente. Mai, da quando si è strutturato ai vertici – diciamo dal 2013-14 – il club si è trovato nella necessità di cambiare contemporaneamente l’allenatore, il direttore sportivo e circa metà della rosa della squadra, senza al momento sapere su che budget poter contare, visto che la forbice tra Champions League il nulla è enorme. Con queste premesse, quasi pare una sorta di zampariniana archeologia sentimentale raccontare che, dal 2011 ad oggi, la Roma ha cambiato 2 presidenti (DiBenedetto e Pallotta), 2 vicepresidenti (Tacopina e Baldissoni), 2 Ceo (Zanzi e Fienga), 2 direttori generali (Baldini e Baldissoni), 2 amministratori delegati (Fenucci e Gandini), 5 direttori commerciali (Winterling, Barrow, Colette, Danovaro e Calvo), 3 direttori sportivi (Sabatini, Massara e Monchi) e 7 allenatori (Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli, Garcia, Spalletti, Di Francesco e Ranieri. Tutto vero, ma il futuro conta di più, ed è per questo che – dopo il tracollo col Napoli – ha fatto rumore la volontà di Totti di accrescere il proprio ruolo nel club.
TRE PUNTI «Più spazio? Vediamo cosa succederà nel futuro, ne parlano tutti – ha detto a Sky –. Se dovessi prendere posizione io, qualcosa cambierò. Ora non è il momento di parlarne, ma ne ho già discusso con chi di dovere». L’ultimo viaggio in Qatar coi dirigenti, ad esempio, potrebbe essere stato il momento giusto. Ma che cosa vorrebbe fare Totti nella Roma, magari da direttore tecnico, se non da vice presidente? Tre cose su tutti: parlare chiaro ai tifosi (basta con la retorica del «diventeremo tra i primi al mondo»), accorciare la catena decisionale (e quindi diminuire l’influenza di Baldini nel club, mentre con Zecca invece il rapporto viene definito ottimo) e acquistare giocatori già pronti e non solo prospetti (per vincere nell’immediato). Come si può immaginare, sono condizioni difficili da ottenere, perché Pallotta non vuole limitare il suo consigliere più fidato – il cui rapporto col tempo ha logorato anche la posizione di Sabatini e Monchi – e poi perché, in una società che fa delle plusvalenze un cardine, è impossibile prescindere dalla caccia al talento e dal «trading». C’è chi dice che Totti, se fosse limitato, potrebbe persino lasciare la Roma, magari accettando ricche proposte dal Qatar per fare l’uomo immagine del Mondiale 2022, però sembra difficile, anche se il sogno in futuro di occuparsi della Roma con l’amico Giovanni Malagò, attuale presidente del Coni, è un «must» di molte conversazioni nei salotti bene. L’ex capitano ha un ottimo rapporto col nuovo ceo, Fienga, che vuole dargli sempre più spazio, anche se nell’ambito di una crescita manageriale tutta da conquistare. In poche parole, non basta saper scorgere le potenzialità di un calciatore per poter fare il dirigente a tutto tondo, ma occorre anche uno studio di determinate materie. E su quel fronte, dicono a Trigoria, Totti deve crescere sen vuole essere chiuso nel ruolo di dirigente bandiera.
campos, Jardim, & Co. Nel giro di 3-4 settimane, comunque, molto dovrebbe essere più chiaro, a partire dalla classifica. A Trigoria tanti sono in attesa di una ricollocazione, e se Bruno Conti rinnoverà di certo il contratto, potrebbero avere altri ruoli Tarantino, Balzaretti e De Sanctis. Ma la prima scelta sarà il d.s., con Massara sempre assai stimato e che può lavorare in tandem con quel Campos del Lilla (ma piace più fuori che dentro Trigoria), che potrebbe operare anche non necessariamente a Roma, a differenza invece di Petrachi, che resta candidatura forte. Una cosa però filtra forte e chiara: non ci sarà mai più un plenipotenziario in stile Sabatini o Monchi, ma la gestione sarà collegiale, anche nella scelta dell’allenatore, anche se ogni d.s. porterebbe un profilo diverso. Conte è il sogno dei tifosi, ma al momento è difficile anche Sarri, mentre è da approfondire il discorso con Gasperini e Giampaolo, così come con Jardim del Monaco. A proposito, nell’ambito di una «baschizzazione» della Roma, c’è anche chi sogna Totti plenipotenziario e De Rossi Jr. allenatore, ma crediamo che Pallotta abbia altre idee.
Ranieri parla al gruppo, ma medita l’addio a fine stagione
LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - «il diavolo non è poi così brutto come lo si dipinge», racconta un vecchio adagio. Non ditelo però a Claudio Ranieri, che in poche settimane di Roma ha trovato una situazione assai peggiore di come la potesse immaginare. E non è solo una questione fisica o tecnica – tra infortuni e involuzioni – ma anche (o forse soprattutto) psicologica, con un gruppo che sembra avere voglia soltanto di arrivare a fine stagione il prima possibile.
FACCIA A FACCIA Con queste premesse, logico che preparare la partita contro la Fiorentina diventi complicato. Ieri l’allenatore ha parlato poco alla squadra, ma il senso del suo discorso è stato analogo a quello di altre volte: avete qualità, ma dovete dimostrare di saperle tirare fuori e di fare gruppo, altrimenti non si va lontano. La difficoltà dell’attuale situazione, poi, gli ha imposto anche una riflessione sul futuro, che difficilmente sarà ancora a Trigoria, anche perché Ranieri ha sempre voglia di allenare.
UNDER e pellegrini Fra i titolari, comunque, è pronto a tornare Under sulla fascia destra, mentre almeno in panchina ci sarà anche Pellegrini. Una cosa è certa: Ranieri ai suoi chiederà corsa e concentrazione, soprattutto in difesa, dove ormai la questione dei gol al passivo sta diventando imbarazzante. A proposito della buona notizia del rientro del turco, c’è da segnalare il fatto che si stanno gettando le prime base per il rinnovo del contratto, visto che il giocatore guadagna poco meno di un milione. Ciò non toglie che, qualora in estate arrivasse un’offerta interessante, il ragazzo (che piace ad Arsenal e Bayern) può essere ceduto.
BENNACER Ma la Roma guarda anche avanti e così ieri Corsi, presidente dell’Empoli, dopo aver specificato che Bennacer piace anche a Napoli e Inter, ha dichiarato: «È ancora tutto da vedere. Potrebbe anche finire alla Roma. De Rossi ha già espresso la sua stima per il ragazzo. Daniele infatti ha chiesto al mio staff: “Ma dove l’avete preso un ragazzo forte così?”». Detto che dall’Inghilterra giungono voci dell’interessamento del Manchester United per Kluivert, lo spazio però al momento lo ruba tutta l’attualità della caccia all’Europa. Per processi e mercato, in fondo, ci sarà tempo per parlare.
Totti torna in campo: il piano per prendersi il timone della Roma
LA REPUBBLICA - PINCI - Il rumore della sconfitta contro il Napoli ha attutito quello della sua voce. Eppure domenica all’Olimpico, dove ha scritto le pagine più emozionanti della storia recente della squadra, Francesco Totti ha lanciato la sua Opa sulla Roma. Candidandosi a qualcosa più del ruolo da mediatore tra dirigenza e spogliatoio che inizia a sentirsi stretto. Nell’organigramma consegnato ai dipendenti di Trigoria un mese fa il suo nome non compariva. Ma nell’ombra l’ex capitano si sta prendendo sempre più spazio. Con un’idea: guidare la direzione tecnica nella stagione della (auspicabile) rinascita. È quello che ha detto tra le righe prima che la Roma si facesse prendere a sberle dal Napoli: «Sento dire che avrò più poteri, se guadagnerò posizioni di certo cambierò qualcosa che non ha funzionato, ne ho già parlato con chi di dovere». Quel qualcosa è - con un livello minimo di approssimazione - il peso del consigliere ombra di Pallotta, Franco Baldini. Che tra Cape Town e Londra muove i fili delle decisioni presidenziali: consigliò Monchi e poi di cacciarlo, ora vorrebbe imporre un management tutto straniero, con il ds portoghese del Lille, Luis Campos, e il capo dello scouting dell’Arsenal, il tedesco Sven Mislintat, nomi esotici a cui da sempre è sensibile Pallotta. I programmi a Trigoria sono invece altri e il frontman di questa linea è Totti: ieri ha guidato la riunione decisionale a Trigoria con Ranieri e i dirigenti per trovare soluzioni alla crisi tecnica. Si sente pronto a prendere in mano l’area sportiva, affiancato dal ds Ricky Massara (anche se c’è chi ha preso contatti con il ds del Toro Petrachi). Per sé, Francesco vorrebbe poteri decisionali, per l’altro quelli esecutivi, ossia di “fare” il mercato, supervisionati dal Ceo Fienga, la carica più alta a Trigoria. Insomma, la Roma è nei fatti di fronte a una sorta di resa dei conti tra due antichi nemici come Baldini e Totti, ma pure tra l’asse anglo-americano e quello romano. Che ha raccolto plausi nel recente summit di Doha da partner e sponsor, ma deve difendersi dal decisionismo a orologeria di Pallotta. Totti già parla da manager, “tratta” Bennacerdell’Empoli e spiega che del rinnovo di De Rossi «parleremo a fine anno con lui». Ma per molti deve ancora crescere. Più d’uno è rimasto sorpreso a saperlo in vacanza sulla neve di Ortisei nella settimana più importante della stagione, prima del derby e del Porto, che hanno portato al duplice allontanamento, di Di Francesco e di Monchi. E non era la prima volta, visto che l’estate passata quando la squadra ha iniziato il ritiro estivo lui era in Russia a stupire il pubblico locale con giocate da campione nel calcio a 8. Non sono stati apprezzatissimi nemmeno i suoi selfie da Doha, mentre i dirigenti lavoravano con gli sponsor e la squadra si allenava in solitudine senza un dirigente con cui interfacciarsi. Il rimprovero che gli viene mosso è di sentirsi ancora troppo calciatore: nella scelta delle vacanze - lo scorso anno disertò il vertice di Londra a cui fu invitato tardivamente per non disdire il viaggio familiare alle Maldive - e soprattutto nelle ore che passa a Trigoria, sovrapponibili con quelle dei calciatori, molte meno dei dirigenti. Eppure, secondo il suo ex allenatore Andreazzoli, «l’unico che sa quale sia il problema della Roma e possa risolverlo è Totti». Chissà se Pallotta sarà d’accordo.
Gerson a Firenze è un rebus: sarà riscattato oppure no?
GAZZETTA DELLO SPORT - Al momento Gerson, tra alti, bassi e momenti di anonimato, ha incarnato perfettamente il campionato della Fiorentina. Il brasiliano per Pioli è un giocatore importante, come testimonia il minutaggio, ma, nonostante non venga fischiato, a Firenze i mugugni per le sue prestazioni iniziano a farsi sentire. I Viola si aspettavano che lui e Pjaca alzassero il livello qualitativo della squadra, ma così non è stato. Ecco perché della sua permanenza in Toscana se ne riparlerà con la Roma, dalla quale è in prestito, a fine stagione.
I tifosi: “Giocatori stanchi e scarsi, Pallotta pensa solo allo stadio”
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Il colpevole è indicato in Pallotta, «simbolo di una società incapace di gestire i suoi tesserati e in piena fase di scollamento con la tifoseria», secondo una delle voci più amareggiate ascoltate ieri mattina in diretta radiofonica. Il settimo posto in classifica allontana la Roma da Champions ed Europa League, restituendo alla città giallorossa la sensazione di essere nel pieno di una crisi ai limiti dell’irreversibile. E il giorno dopo la disfatta col Napoli – a quarantotto ore dal ritorno in campo contro la Fiorentina, domani sera allo stadio Olimpico – la gente ripete critiche e sfoghi attraverso le radio locali che suonano sinistramente noti: «Pallottapensa solo allo stadio e a fare business», è il pensiero su Twitter di un ragazzo che scrive sotto l’account del club. «I giocatori non si reggono in piedi, e sono tutti più scarsi di quello che si pensava», un altro pensiero regalato in Fm nel pomeriggio. In pratica, nessuno (o quasi) si salva. Ranieri che regge botta, ma preparerebbe volentieri le valigie, consapevole di essersi accollato uno sfacelo di cui non è responsabile, è marcato a vista dai dirigenti presenti nella capitale, preoccupati di riuscire a fargli terminare la stagione. Lo psicodramma di queste ore in casa Roma non è certo il primo stagionale, ma sicuramente il più buio, quello dal quale sembra davvero complicato riuscire a rialzarsi. Domani sera, all’Olimpico, ci saranno circa 25 mila spettatori, per uno stadio lasciato a se stesso, con i tifosi sfiduciati e molto preoccupati per il futuro che li attende. Ranieri – che si presenterà oggi pomeriggio in conferenza stampa – non avrà a disposizione, contro la Fiorentina, lo squalificato Manolas (giocheranno Fazio e Marcano), mentre dovrebbe recuperare a centrocampo Pellegrini. La Roma è stata multata di 12mila euro per i cori contro Napoli (e di matrice territoriale) nei confronti Deluso Claudio Ranieri è deluso della tifoseria avversaria.
Marcano titolare, scavalcato Jesus
GAZZETTA DELLO SPORT - Ieri Marcano, complice la squalifica di Manolas, è stato provato tra quelli che andranno in campo dal primo minuto contro la Fiorentina. Lo spagnolo sembra aver ormai scavalcato Juan Jesus nelle gerarchie e in questi due mesi si gioca la conferma, anche se la decisione su di lui spetterà al nuovo allenatore. (...) Ranieri gli chiede di impostare maggiormente l’azione, ma, anche per lui, la priorità è difendere senza tanti giri di parole. In tal senso il giocatore come marcatore pure in una difesa più bassa e bloccata può dare il suo contributo.
Massimo Ghini sfiduciato: "I nostri non corrono"
GAZZETTA DELLO SPORT - Massimo Ghini, attore e tifoso romanista, ha rilasciato un’intervista a al quotidiano sportivo oggi in edicola, parlando del momento che stanno vivendo i giallorossi. Queste le sue parole:
(...)
Il presidente Pallotta ha detto che i giocatori devono tirare fuori gli attributi.
No, correzione: non ha detto, ha scritto. Per carità, ormai il mondo va così. Se persino i nostri politici, o il presidente degli Stati Uniti, affidano la loro comunicazione a un tweet, figuriamoci se non può farlo Pallotta. Ma i veri presidenti, reali, sono altro. Il calcio è altro.
(...)
Sembra molto arrabbiato, non deluso o sfiduciato.
Io vengo da una generazione che amava contestare e gridare, non solo nel calcio. Oggi non succede più, siamo in un momento storico particolare. C’è una sorta di distacco da tutto e da tutti, che io condivido. O meglio, condivido magari no, ma certamente capisco. Ma che parliamo a fa’? Di che ci arrabbiamo? Domani già si gioca e io ho paura.
(...)
Se pensa alla Lazio?
I nostri non corrono, non raddoppiano… Le marcature boh, beato chi le ha viste. Gli diamo il cuore, i soldi e loro niente. La Lazio, con il loro presidente che è un po’ particolare… gioca e gioca pure bene. Mi rode da morire, ma meritano.
Non vede luce per la Roma?
La fede c’è sempre, ma mi sembra incredibile, come se stessimo assistendo a una commedia di Eduardo De Filippo. Vi dico solo il titolo: “Questi fantasmi”.
Monchi prova lo sgarbo alla Roma per Guedes
La Roma tenta il colpo Guedes. Il difensore classe '99 di proprietà del Santos piace molto al club di Trigoria che non è però il solo a seguirlo. Infatti il Siviglia, con l'ex ds giallorosso Monchi, tenta di anticipare la concorrenza, assicurandosi già a giugno le prestazioni del verdeoro, così come spiegato da Gazetaesportiva.