Stadio della Roma, scattano gli arresti di De Vito, Toti e Statuto. Ielo: "La procura non bloccherà l'iter ma potrebbero esser altre sedi a farlo"

Arrestato Marcello De Vito, presidente dell'assemblea capitolina. L'accusa è di corruzione. Secondo i pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli De Vito avrebbe incassato elargizioni da parte del costruttore Luca Parnasi in cambio della promessa di favorire il progetto dello stadio della Roma. Sono in corso perquisizioni anche in Campidoglio.

  • 15:51 - Intorno alle 15:30, dopo essere stato interrogato dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Via In Selci, Marcello De Vito è stato condotto nel carcere di Regina Coeli.
  • 15:50 - Giovanni Caudo, ex assessore all'urbanistica con la giunta Marino, ha parlato all'agenzia di stampa AdnKronos, confermando le sue preoccupazioni: "Il tempo non ha fatto altro che confermare le mie preoccupazioni. Nel giugno del 2017 quando si votava la nuova delibera sul pubblico interesse dello Stadio della Roma scrissi una lettera pubblica a Marcello De Vito, per il suo ruolo di presidente dell'assemblea capitolina, segnalando le criticità. meno patrimonializzazione per il pubblico, più profitti per il privato e potenziali debiti per la collettività. Ogni giorno i romani sperimentano le difficoltà dopo tre anni di amministrazione Raggi e quello che è successo oggi, rende ancora più chiaro il quadro".
  • 15:48 - Secondo il GIP erano già stati erogati 230 mila euro ed altri 160 mila erano stati promessi a De Vito e Mezzacapo dai gruppi imprenditoriali coinvolti nella vicenda.
  • 15:20 - Nuovo intervento di Cristina Grancio a Radio Radio:

    De Vito aveva un atteggiamento incomprensibile, non si è mai esposto, ma ho visto il Consiglio Comunale passare dall’unanimità all’annullamento a decidere l’esatto contrario. E’ certo che qualcosa si muoveva in modo strano. Se avessero potuto leggere tutti quel famoso parere dell’Avvocatura, poi secretato dalla sindaca… Ci sono state mosse opache”

    “Se ho avuto modo di confrontarmi con qualcuno all’epoca? Quando uscì la notizia dell’accordo con la Roma, non ci hanno dato modo di confrontarci. Siamo passati dall’attesa del Parere dell’Avvocatura ad una telefonata da Beppe Grillo, con Bonafede che teneva il telefono, che ci diceva “Bravi, bravi, tutto a posto!”. Si erano come assuefatti ad andare avanti con queste modalità. Quando ho chiesto di portare le mie osservazioni in Commissione Consiliare, è arrivata la richiesta della mia sospensione, arrivata da parte dell’attuale ministro Fraccaro, per la gravità delle mie azioni. La nostra linea? Volevamo lo stadio, ma non a Tor di Valle. La Procura potrà dire che l’iter non è intaccato dall’indagine, ma se arriva la variante voglio vedere come va a finire… In futuro ci saranno, eccome, le possibilità che l’iter venga intaccato”

    "Già all’epoca della votazione di giugno 2017, io ricordo a memoria che ci eravamo messi assenti 6 o 7 persone che non volevano venire a votare l’interesse pubblico, poi in realtà solo 3 consiglieri non votarono. Ora credo che potrebbero essere aumentati. Nei municipi sono sicuramente di più. Credo che la città meriti una rivisitazione di questa storia. Ho presentato una delibera di annullamento in autotutela, assieme all’onorevole Fassina, sono curiosa di vedere chi voterà contro. Quello che emerso dalla relazione del Politecnico di Torino è inquietante, lasciare un intero quadrante in preda al traffico è qualcosa di imperdonabile. Mi auguro che questa delibera possa arrivare in aula e si possa ripensare tutto da capo”

    La maggioranza mi considerava una che farneticava, ho vissuto un’emarginazione. I miei colleghi consiglieri avevano paura di parlarmi. Chiederemo le dimissioni della Raggi, questa sindaca non è all’altezza nemmeno di riconoscere le persone che sceglie. E’ paradossale che non si riesca a vedere come si muovano certe dinamiche. Eppure non era difficile capirlo... Mi sono chiesto cosa ci stesse a fare uno come Lanzalone a gestire la più grande operazione urbanistica nella Capitale degli ultimi anni. L’uscita di scena Berdini? Ha fatto benissimo a dimettersi, lo stavano per usare come foglia di fico per giustificarsi.hanno detto che non sono andati in annullamento perché Berdini non ha prodotto un atto, dimenticandosi del parere negativo dato proprio da Berdini. Berdini si è impegnato eccome, ma loro lo volevano usare come foglia di fico.”


  • 15:14 - Francesca De Vito, sorella di Marcello e consigliera regionale del Lazio per i 5 Stelle, ha commentato così su Facebook: "Da attivista e portavoce ritengo che il Movimento 5 Stelle ha i suoi valori prioritari nell'onestà e legalità e, a tutela di questi ultimi, le sue regole che vanno rispettate nell'interesse del Movimento stesso, chi ha sbagliato è giusto che paghi. Da sorella attendo l'esito della magistratura che spero avvenga nel più breve tempo possibile".
  • 14:54 - Si è espresso sulla vicenda anche Matteo Salvini, intercettato da alcuni cronisti all'uscita da Palazzo Chigi: "Non fatemi commentare quello che non conosco, non conosco gli atti e le imputazioni, ho letto i titoli dei giornali. Non fatemi fare il sindaco di Roma, spero che si facciano tanti impianti nuovi in Italia, non uno solo, io vorrei lo stadio del Milan".
  • 14:50 - Anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha commentato le vicende sul futuro Stadio della Roma: "Lo stadio della Roma? Figuratevi se io oggi faccio considerazioni. Penso e spero che non implichi un ulteriore rallentamento su un percorso già di per sé complesso ma che sembrava andasse verso una conclusione. Sono geneticamente e culturalmente un garantista, spero che al più presto si possa chiarire la propria innocenza e non colpevolezza. È stato fatto un errore clamoroso nel non portare avanti la candidatura di Roma alle Olimpiadi. Mi sembra che anche De Vito, come altri esponenti, lo abbiano riconosciuto. Avevo detto: tenetevi una fessura aperta. Fa abbastanza riflettere che a distanza di due anni ci ritroviamo con la possibilità di portare le Olimpiadi a Milano e con questa vicenda qui a Roma si commenta da sola. Fermo restando che sono tra coloro che sperano che tutto si risolva senza colpe e senza strumentalizzare".
  • 14:33 - Cristina Grancio, Consigliere del Comune di Roma, espulsa dal Movimento 5 Stelle dopo aver espresso perplessità sul progetto dello stadio, ha parlato ai microfoni di Radio Cusano Campus:

    Sull’arresto di Marcello De Vito: “Non sono stupita perché De Vito aveva ai miei occhi un atteggiamento ambiguo sul nuovo stadio della Roma. Non si capiva se fosse a favore o contro, anche durante le riunioni di maggioranza. Probabilmente questa situazione chiarisce la sua ambiguità”.

    Io ho sempre messo in guardia la sindaca Raggi, ma anche Fraccaro e Bonafede, i due delegati di Luigi Di Maio. Di Maio ora rilascia queste dichiarazioni patetiche ma lui, attraverso i suoi due delegati, c’è stato in questa situazione dello stadio. Hanno partecipato alle riunioni di maggioranza, hanno ascoltato le problematiche che c’erano eppure sono andati avanti come treni. Secondo me le cause sono l’impreparazione dal punto di vista urbanistico, dal punto di vista politico e anche personale. Hanno avuto un’arroganza e una supponenza che non vanno bene se si vuole fare questa professione”.

    Questa vicenda sarà la pietra tombale sul progetto stadio varato dalla giunta Raggi. Insieme a Fassina ho presentato una mese fa una delibera di annullamento in autotutela, proprio legata a tutte le illegittimità che ha sempre riscontrato il tavolo dell’urbanistica che poi è stato falcidiato. Proprio in questi giorni questa delibera sta iniziando il suo iter nei due municipi dove cadrà la variante urbanistica, cioè il nono e l’undicesimo. Quindi mi aspetto che questa delibera passi e sia appoggiata, perché non avrebbe senso proseguire con lo stadio dopo queste vicende”.

    Conseguenze sulla giunta? Credo che loro continueranno ad andare avanti alla cieca, non vedo né la capacità di capire quello che gli sta succedendo, né l’umiltà di fermarsi. Mi sembra che, salvo il fatto di tuonare giustamente contro la posizione di De Vito, non ci sia un minimo di riflessione sull’iter dello stadio della Roma che a questo punto si porta dietro anche altre situazioni urbanistiche, che sono quelle che conoscevamo e avremmo dovuto affrontare entrando in Campidoglio. E’ nel sistema urbanistico che c’è la grande speculazione e ci sono i grandi problemi. Questo aspetto invece è stato chiuso in un cassetto, ha fatto saltare il Municipio VIII. Non vedo alcun tipo di riflessione da parte della sindaca. Ritengo che questa giunta non sia minimamente in grado di andare avanti. A questo punto credo che le dimissioni siano doverose. Chiedere le dimissioni della giunta è un dovere nei confronti della città”.

    “Come si sentono gli elettori della prima ora dopo questa vicenda? Traditi, come mi sono sentita io quando mi sono ritrovata in questa situazione in cui io cercavo di far aprire gli occhi ai miei compagni e invece venivo additata e messa in una situazione di mobbing” .


  • 14:15 - Dopo l'arresto di Parnasi, De Vito e Mezzacapo erano diventati più cauti, così come si legge dall'ordinanza di arresto del GIP: "Cercavano di tenere nascosto il loro rapporto. Si incontravano con modalità assolutamente clandestine. Temevano che i rapporti corruttivi da loro intrattenuti con lo stesso Parnasi potessero portare gli inquirenti a focalizzare le attenzioni investigative su di loro".
  • 13:54 - Giuseppe Conte, presidente del consiglio, ha commentato così l'arresto di De Vito al suo arrivo in Senato, senza però voler entrare nel merito delle indagini: "Ho molto apprezzato la reazione efficace e tempestiva adottata da Luigi Di Maio e dall'intero Movimento, perchè le accuse, se confermate, rimandano a illeciti gravi. Il Movimento dimostra di avere anticorpi efficaci per reagire a episodi del genere e assoluta fedeltà ai suoi valori".
  • 13:52 - Intercettazione dello scorso 20 maggio tra il costruttore Luca Parnasi e Claudio Toti. Questa intercettazione, contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare, ha portato all'arresto di De Vito: "Il problema qual è Cla? È la politica! Cioè noi abbiamo un Presidente di Regione che è un cacasotto terrificante! Nicola... Nicola non si mette a fare una... Cioè, Nicola è fatto così! Lo conosco... Cioè non... Ora tu dici i 5 stelle... Ora non è che i 5 stelle sono meglio perché fanno lo stadio... Però ti dicono di sì o ti dicono di no. Poi alla fine se tu poi hai una questione... tu poi alla fine hai conosciuto Marcello De Vito siete diventati amici... ecc... quindi alla fine 2-3 persone con la testa...devi calcolare che alla fine una persona o due persone ...rispetto al vecchio sistema... guarda che a noi, se io penso alle operazioni che ho valorizzato con papà negli ultimi 20 anni e quante ne sono partite, c'è da sentirsi male! Noi abbiamo trasformato 4 milioni di metri cubi! Ora è vero che il sistema è crollato ma in realtà 15 anni per fare una trasformazione urbanistica, non si può pensare!".
  • 13:48 - Altra intercettazione tra De Vito e Mezzocapo su soldi erogati da Toti e Statuto ad una società a lui riconducibile: "Va bene, ma distribuiamoceli questi. Adesso non mi far toccare niente, lasciali lì... Quando tu finisci il mandato ... Se vuoi non ci mettiamo altro sopra. La chiudiamo, la distribuiamo, liquidi e sparisce tutta la proprietà, non c'è più niente, però questo lo devi fà quando hai finito quella cosa".
  • 13:40 - Riccardo Fraccaro, Ministro per i rapporti con il Parlamento ed esponenete M5S, ha commentato così sul proprio profilo Twitter: "L'immediata espulsione di De Vito è doverosa. Risponderà alla giustizia, ma è radiato dal M5S: è anzitutto una questione politica ed etica. Il modo in cui reagiamo dimostra la correttezza del MoVimento. Grazie a Luigi Di Maio per la sua guida salda e per la sua determinazione".
  • 13:30 - Giulio Pelonzi, capogruppo del PD in Campidoglio, ha parlato così al suo arrivo al Palazzo Senatorio: "Sono riusciti a stravolgere il progetto Stadio della Roma che per noi non ha più la pubblica utilità. Infatti non lo abbiamo votato. Era l'unica grande opera della città e anche questa si bloccherà. Per noi così non si deve fare. Questa è una città bloccata dall'incapacità della giunta Raggi".
  • 13:26 - In una intercettazione ambientale del 4 febbraio, Marcello De Vito si rivolge così all'avvocato Mezzacapo: "A Roma avresti vinto pure con il Gabibbo".
    Successivamente Mezzacapo chiama il commerciante d'auto Bardelli (ora ai domiciliari) per riferirgli la telefonata con De Vito: "Qui noi abbiamo proprio un anno buono, gli ho proprio detto guarda c'è una…adesso c'è una congiunzione astrale che è come quando passa la cometa di Halley, cioè state voi al governo qua di Roma e anche al governo nazionale in maggioranza rispetto alla Lega. È la cometa di Halley allora, adesso hai un anno, se adesso non facciamo un cazzo in un anno però allora voglio dire mettiamoci il cappelletto da pesca, io conosco un paio di fiumetti qua ci mettiamo là,  ci mettiamo tranquilli con una sigarettella, un sigarozzo là, con la canna e ci raccontiamo le storie e ci facciamo un prepensionamento dignitoso".
  • 13:02 - Il PM Ielo ha parlato ai microfoni de Il Romanista: "La Roma non è coinvolta. La Procura non chiederà di bloccare l'iter dello Stadio della Roma. Per ora non ci sono atti amministrativi relativi allo stadio per cui si ravvisano alterazioni. L'iter al momento non risulta alterato, ma è una cosa che ora non ci interessa e di cui non ci occupiamo. Per ora non ci sono atti amministrativi relativi allo stadio per cui si ravvisano alterazioni. La AS Roma non è coinvolta nell'inchiesta. De Vito è stato arrestato perché da presidente dell'Assemblea Capitolina si è messo a disposizione di Mezzacapo, che faceva capo al gruppo Parnasi, ma al momento non ci sono atti amministrativi che riportano anomalie. Il semplice fatto che si sia messo a disposizione ha fatto scattare l'arresto. Il vizio potrebbe riguardare l'interesse pubblico, che potrebbe essere stato valutato in maniera non imparziale. La Procura non chiederà di bloccare l'iter, ma potrebbero essere altre sedi a farlo".
  • 12:46 - Nessun impedimento da parte della procura nell'iter del progetto dello Stadio della Roma. A dirlo è lo stesso Pm Ielo ed a riferirlo è Alessandro Paglia, tramite il suo account Twitter, che conferma quanto affermato in precedenza da Teleradiostereo.
  • 12:00 - Dalla Procura filtra che negli atti riguardanti lo Stadio della Roma non ci sia alcuna firma di De Vito, pertanto sarebbe difficile collegare la sua condotta all'iter, che quindi entrerebbe in modo decisamente marginale nell'inchiesta. A riferirlo è Teleradiostereo.
  • 10:40 - Virginia Raggi, sindaco di Roma, ha parlato dell'arresto di De Vito ai microfoni de Il Messaggero: "Nessuno sconto. A Roma non c'è spazio per la corruzione. Chi ha sbagliato non avrà alcuno sconto da parte di questa amministrazione".
  • 10.10 - "Marcello De Vito ha messo a disposizione la sua pubblica funzione di presidente del Consiglio comunale di Roma Capitale per assecondare, violando i principi di imparzialità e correttezza cui deve uniformarsi l'azione amministrativa, interessi di natura privatistica facenti capo al gruppo Parnasi". Così il gip nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per il presidente dell'assemblea capitolina.
  • 10:05 - Luigi Di Maio, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro ed a capo politico del Movimento 5 Stelle, ha parlato di quanto accaduto a Marcello De Vito: "È fuori dal Movimento 5 Stelle". 
  • 9.20 - "Gravissime le accuse che hanno portato all'arresto di Marcello De Vito. Ripongo la massima fiducia nel lavoro della magistratura con l'auspicio che si faccia chiarezza al più presto su questa inquietante vicenda". Così in un tweet la portavoce M5s presso il Consiglio Regionale del Lazio Roberta Lombardi. "L'onestà - sottolinea - deve essere sempre la nostra stella polare". (AdnKronos)
  • 9.19 - Sono in corso perquisizioni in Campidoglio da parte dei carabinieri nell'ambito dell'operazione che ha portato all'arresto del presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito. Le perquisizioni stanno interessando anche uffici di Acea, l'Italpol e la Silvano Toti Holding Spa.

    (ansa)

  • 9.15 - "Ormai non ci stupisce niente. Io credo che chi abbia così ostinatamente difeso questo stadio anche di fronte all'evidenza a questo punto debba dimettersi". A parlare all'Adnkronos è la consigliera capitolina Cristina Grancio, eletta con il Movimento 5Stelle ed espulsa dal gruppo pentastellato in Campidoglio proprio per la sua strenua opposizione allo stadio della Roma. "A mio avviso è un momento in cui gli amministratori dovrebbero riflettere per poter dare di nuovo dignità alla vicenda stadio", spiega la Grancio, che sottolinea: "Gli interessi in gioco sono altissimi, l'urbanistica è il simbolo della speculazione a Roma. Sapevamo che dovevamo entrare nelle istituzioni per rompere questo sistema e invece sembrerebbe - parlo con tutti i condizionali del caso - che il sistema abbia fagocitato questa amministrazione". Quanto a De Vito, "non si augura nulla del genere a nessuno, ma ho vissuto un atteggiamento di De Vito molto ambiguo quando ero dentro al gruppo consiliare del movimento e questa notizia oggi posso dire che non mi stupisce né mi sconcerta".

    (AdnKronos)

  • 9.14 - Il gip Maria Paola Tomaselli ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere oltre che per De Vito anche per l'avvocato Camillo Mezzacapo, destinatario di incarichi professionali su segnalazione del presidente del Consiglio comunale di Roma. Ai domiciliari vanno l'architetto Fortunato Pititto, legato al gruppo imprenditoriale della famiglia Statuto, e Gianluca Bardelli.

    (ansa)

  • 9.02 - "Mi auguro che la vicenda possa chiarirsi, perché Roma e i romani si meritano trasparenza, onestà e capacità, si meritano una amministrazione e una politica che possano valorizzarli e valorizzare le straordinarie qualità della nostra capitale. Ma per la Giunta Raggi oggi è il tempo della riflessione sul proprio futuro, perché non è da escludere un passo indietro". Così, sulla sua pagina Facebook, il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, commenta la vicenda del presidente della assemblea capitolina, Marcello De Vito.
  • 8.47 -  "Abbiamo piena fiducia nell'operato della magistratura quindi aspetto che la giustizia faccia il suo corso". Lo dichiara all'Adnkronos Sergio Battelli, deputato M5S presidente della Commissione Politiche Ue della Camera e tesoriere del gruppo 5 Stelle a Montecitorio, a proposito dell'arresto del presidente dell'Assemblea capitolina Marcello DeVito"Per noi del M5S - rimarca Battelli - il contrasto alla corruzione è sempre stato il perno di gran parte delle nostre battaglie. Un male da sradicare da qualsiasi amministrazione, da qualsiasi formazione politica. Ecco perché dico di attendere le verifiche. Se, però, quelle accuse gravissime dovessero essere confermate, gettando anche fango sul Movimento, chi ha sbagliato dovrà pagare".
  • 8.41 - L'arresto del presidente M5S dell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito, è «un episodio tristissimo. Ma come gruppo politico dobbiamo avere una reazione immediata e dura. Questa è la differenza che ci sarà sempre tra il M5S e le altre forze politiche. Gli altri li coccolano, noi no». Lo dichiara all'Adnkronos Carlo Sibilia, sottosegretario al Viminale ed esponente del Movimento 5 Stelle. «Il dovere di una forza politica seria come la nostra che ha realizzato l'obiettivo di aumentare le pene ai politici corrotti è non solo essere, ma anche apparire onesti. La reazione a questo episodio - conclude l'ex membro del direttorio grillino - non può far altro che farci crescere e migliorare».
  • 8.29 - Una "breaking news" dell'AdnKronos riferisce di perquisizioni in corso anche in Campidoglio.
  • 8.18 - «Marcello De Vito, presidente 5 Stelle del Campidoglio, è stato arrestato per presunta corruzione. Il partito del buffone Giarrusso ora chieda scusa agli italiani per anni di giustizialismo manettaro, faccia mea culpa e impari il garantismo. Tutti innocenti fino a prova contraria». Così twitta la deputata del Partito democratico Anna Ascani.
  • 8.12 -  "I fatti contestati a Marcello De Vito sono gravissimi: in questo momento, ancor più di prima, è necessario ribadire la piena e totale fiducia nell'operato della magistratura e delle forze dell'ordine. Non si può rimanere in silenzio. La corruzione è un male che colpisce in qualsiasi forza politica e bisogna essere intransigenti". Così Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia e senatore M5S.
  • 8.01 - Ribollono le chat dei consiglieri M5S di Roma dopo la notizia dell'arresto del presidente dell'Aula Giulio Cesare, Marcello De Vito. Nessuna reazione ufficiale dal gruppo per ora, ma sono i singoli a raccontare il loro sconcerto. "Sono scioccata. Aspetto di capire meglio. Nelle chat la reazione è univoca. Tutti dicono 'impossibile che sia successo", afferma la consigliera Eleonora Guadagno. "Siamo annichiliti", le fa eco, interpellata in merito, la collega Teresa Zotta. Che, a chi le chiede se si riuscirà ad andare avanti, risponde: "Vediamo, questa è dura. Ci incontreremo sicuramente, non posso credere ad una cosa del genere". Anche il pentastellato Angelo Diario si dice sorpreso: "Se andremo avanti? È uno su 28. Sono più dispiaciuto a livello personale, conoscendolo mi sembra strano".
  • 8.00 - In corso da parte dei carabinieri una perquisizione dell'abitazione di Marcello De Vito, il presidente dell'assemblea capitolina arrestato oggi nell'ambito dell'indagine sul nuovo stadio della Roma. In base a quanto si apprende, l'esponente degli M5S è stato raggiunto da un provvedimento cautelare in carcere.
  • 7.24 - Arrestato il presidente dell'assemblea capitolina di Roma Marcello De Vito. I carabinieri del comando provinciale di Roma stanno dando esecuzione alla misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma nei confronti di 4 persone, per due indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per i restanti due gli arresti domiciliari, e una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei confronti di due imprenditori nell'ambito dell'indagine "Congiunzione astrale", coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina.

Raggi: "Per la procura il procedimento dello Stadio non è stato toccato"

Virginia Raggi, sindaca di Roma, ha parlato a Porta Porta in merito all'arresto di Marcello De Vito: "La Procura ha detto che il procedimento amministrativo non è toccato dall'inchiesta. Per le opere in cantiere stiamo facendo fare accertamenti se ci sono state anomalie procedurali. È noto che Marcello De Vito e Roberta Lombardi non mi amassero particolarmente. I nostri rapporti sono rapporti d'aula, non sono assolutamente la sua ombra. È stato sospeso come presidente dell'aula e ho richiesto la sua revoca come presidente dell'Assemblea, stiamo lavorando il più velocemente possibile alla sua sostituzione. Oggi appena arrivata in Campidoglio ho chiesto di fare ulteriori accertamenti e due diligence su tutti i procedimenti interessati dalla Procura: ex mercati generali, fiera e poi di nuovo lo stadio. Ho letto che la Procura ha dichiarato che il procedimento dello Stadio non è stato toccato. E io ho già fatto fare un approfondimento extra. Voglio accertamenti per capire se questi procedimenti hanno subito deviazioni, influenze, anomalie".


Pancaro: "Per il quarto posto può lottare di più il Milan. La Roma ha più problemi"

Giuseppe Pancaro, ex giocatore di Lazio e Milan, ha parlato ai microfoni di RMC Sport della lotta al quarto posto, delle sue ex squadre e della nazionale:

La Nazionale ha fatto dei passi in avanti che possono dare più ottimismo?
"Si assolutamente, ci sono stati dei passi in avanti con Mancini, soprattutto per la qualità del gioco. C'è stata una crescita tecnica. La generazione di calciatori che sta venendo fuori lascia ben sperare in vista dei prossimi europei e mondiali".

Il derby perso dal Milan? 
"È sempre una partita diversa dalle altre. Prima tutti davano il Milan per favorito, ma chi conosce questa gara sa che nessuno parte mai con i favori dei pronostico".

Tra Milan e Roma chi può lottare di più per il 4° posto?
"Adesso i rossoneri hanno qualcosa in più della Roma, che ha più problemi e sta vivendo un momento negativo. Conosco Gattuso e sono sicuro che non ci saranno scorie post derby, saprà ripartire con la giusta carica come ha fatto nel passato".

La Lazio?
"È indietro di qualche punto ma può impensierire tutti, sta attraversando un buon momento, anche a livello fisico. Inoltre la vittoria nel derby ha caricato tutto l'ambiente. Visto il periodo, non ci voleva questa sosta della Nazionale. Inzaghi sta facendo un grandissimo lavoro, sia da un punto di vista tecnico-tattico ma anche sulla testa dei giocatori, sono sempre affamati".

Da ex compagno, ti aspettavi una carriera così da allenatore di Simeone?
"Sì, lui viveva 24 ore al giorno di calcio. Ero convinto che avrebbe ottenuto grandi risultati in qualsiasi ruolo in questo mondo".

Nedved dirigente?
"Rispecchia quello che era il suo carattere. Sta occupando un ruolo di grande prestigio ma lui è una persona di grande qualità e carattere".

Serie C?
"È un movimento molto importante per tutto il sistema calcio. La certezza che si deve avere e che sembra si avrà in futuro, è che chi partecipa deve avere la forza economica di poterlo fare. Bisogna far rispettare le regole già esistenti, senza far iscrivere presidenti che non se lo possono permettere".


Kluivert: "Ho imparato molto da Ranieri. Devo continuare a dare il massimo sempre"

Justin Kluivert, giovane esterno della Roma, ha parlato del suo rapporto con Ranieri direttamente dal ritiro della nazionale olandese Under 21. Queste le sue parole ai microfoni di Fox Sports:

"Nelle ultime settimane sta andando bene, ho imparato molto dal nuovo tecnico e sono felice di aver giocato molti minuti. Abbiamo giocato con il 4-4-2 e con questo modulo sento di dare tutta la mia forza quindi va bene. Non vedo l'ora di giocare ancora. Il nuovo allenatore pensa che io sia un buon giocatore e vuole che usi la mia velocità. Devo continuare a dare il massimo sempre. Questo lo apprezzo. Se mi lasci fare quello che so fare di solito le cose vanno bene".

Con Di Francesco?
"È stato difficile, ovviamente. Ma sai anche che quando vai in una nuova squadra è normale non partire sempre titolare e mi ero preparato per questo. Ora che giocherò di più mi sento meglio, sono molto contento. Faccio sempre del mio meglio e spero di essere tra i titolari un giorno".


Graziani: "L'anno veramente difficile per la Roma è questo. Senza quarto posto è un fallimento tecnico"

Ciccio Graziani, ex attaccante della Roma e Campione del Mondo 1982, ha parlato della squadra giallorossa e della nazionale ai microfoni di RMC Sport:

Italia?
"Stiamo ripartendo con dei giovani molto bravi e una vecchia guardia che resiste. Abbiamo ancora visto troppo poco, la cosa positiva è che la Nazionale ha assunto una mentalità propositiva e vincente. In Polonia gli azzurri hanno avuto grande determinazione e voglia di vincere. Bisogna ancora aspettare un po' per giudicare meglio il lavoro di Mancini. La Finlandia? Se non vinciamo le prossime due partite è grave. Questa fase di avvicinamento agli Europei sarà importante per i ragazzi che possono fare esperienza".

Merito anche del lavoro di Di Biagio nell'Under 21....
"Abbiamo un ottimo serbatoio ma non solo. I ragazzi che sono in nazionale maggiore hanno fatto passi da gigante, anche dal punto di vista del carattere. Bisogna capire i margini di miglioramento dei singoli, anche di Zaniolo. Forse non abbiamo il fuoriclasse, il Totti o il Baggio, ma ci sono tanti giovani che in futuro potrebbero diventarci. Penso a Chiesa per esempio".

Si potrà mai aprire un ciclo alla Roma?
"Se guardiamo indietro, la Roma nelle ultime stagioni ha sempre raggiunto il traguardo Champions. L'unico anno veramente difficile è questo. Ci sono stati tanti cambiamenti e i giocatori nuovi non hanno portato quei benefici che ci si aspettava. Pastore, Marcano, Nzonzi stanno dando un apporto minimo rispetto alle attese. Se la squadra non dovesse arrivare tra le prime quattro, si potrebbe senza dubbio parlare di fallimento tecnico".

Il gol più importante segnato con la Nazionale?
"Forse quello contro il Camerun, che ci ha permesso di andare avanti nel 1982 in Spagna. Ma ricordo anche quello contro il Portogallo".

Balotelli?
"È un incompiuto. Mi auguro sempre che ci possa essere un cambiamento. Il talento c'è, ma manca il resto. Mancini gli potrà dare un'altra occasione anche se credo che con lui si perda tempo. Quello che poteva essere non c'è mai stato".

Kean?
"Se continuerà a crescere così, tra un anno o due la Nazionale avrà un attaccante straordinario e forte".


Roma, il nome per il futuro è Tengstedt

INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – Tra un dirigente che va, uno che resta ed uno che dovrebbe arrivare, il toto nomi per la prossima stagione in casa Roma sembra già essere impazzito, a partire dalla panchina che nelle ultime ore vede come nomi più caldi quelli di Giampaolo, Sarri e Gasperini. Ciononostante, anche il mercato giocatori non sembra rimanere fermo e nei giorni scorsi ecco accostato al club di Trigoria il nome di un giovane danese dal sicuro avvenire: Casper Tengstedt.

CHI E’? - Casper Tengstedt è uno dei talenti più interessanti della squadra Under 19 del Midtjylland, che sta disputando con profitto la UEFA Youth League. L’Ala sinistra del club danese, ma all’occorrenza anche punta centrale, è andato a segno ben 4 volte in sole 3 partite, con una media gol di una rete ogni 65 minuti. Stranamente non ha ancora avuto la possibilità di debuttare con la prima squadra, pur allenandosi con una certa regolarità tra i più grandi. Infatti, oltre a partecipare con la squadra Under 19 all’UYL e all’U19 Boys League, dove il suo score è di 9 reti e 4 assist in 10 partite, Casper partecipa anche al campionato riserve, manifestazione nella quale è andato in rete una volta in 3 caps. Esattamente un anno fa, Casper Tengstedt ha firmato un contratto triennale con il suo club, del quale fa parte dall’età di 15 anni. Il giovane talento ha anche debuttato nella nazionale U17 danese, in occasione delle due amichevoli contro la Romania. “Ho esteso il contratto perché sono incredibilmente felice di essere al Midtjylland. Sto davvero bene qui e sono molto soddisfatto della formazione che ho ottenuto. Ecco perché è il posto migliore per me“, ha spiegato Tengstedt subito dopo la firma. Casper è un giocatore forte e rivoluzionario, che ha una visione del gioco matura e sa fare assist e gol. Casper ha giocato un’eccellente metà stagione nella squadra U17, dove ha segnato molti gol. Ora sta lavorando per affermarsi come giocatore del primo anno negli U19”, ha affermato soddisfatto il direttore dell’Academy del Midtjylland Flemming Broe, subito dopo aver fatto vincolare al club il ragazzo. Tengstedt ha indossato per la prima volta le scarpe da calcio all’età di 4 anni, ha iniziato a giocare con il Viborg Søndermarken, per poi passare al Viborg FF e a 15 anni al Midtjylland. Amante della musica pop e lounge, è un ammiratore del Liverpool (come molti altri ragazzi scandinavi ndr) e il suo idolo è proprio un ex giocatore dei “Reds”, Philippe Coutinho. Ha dichiarato al sito del club che per ora la sua più bella esperienza sportiva è stata vincere la Brøndby Cup in una tirata finale contro l’Amburgo, dove Casper Tengtstedt ha segnato il gol decisivo. Viste le qualità del ragazzo e soprattutto la grande attenzione che il Midtjylland ha per i giovani (hanno la prima squadra con l’età media bassissima), non è così difficile ipotizzare per Tengstedt un prossimo esordio in Alka Superligaen. La Roma, e non solo, rimane alla finestra nella speranza di piazzare un nuovo colpo alla Jedvaj, Coric o Marquinhos, da far crescere nelle file giallorosse o da valorizzare sul mercato con una super plusvalenza.


Dzeko e Kluivert, maldestre digressioni

IL MESSAGGERO - Uno Dzeko a due volti. In campo arrabbiato, nervoso, polemico con avversari e compagni di squadra, anche con liti all’interno dello spogliatoio. Fuori, invece, sorridente e felice nel festeggiare i suoi 33 anni a Sarajevo con gli amici. Un’accortezza però nel far sì che i filmati di una festa privata non fossero divulgati, Edin poteva anche utilizzarla, evitando la rabbia dei tifosi. Anche Justin Kluivert potrebbe fare qualcosa in più. Perché non è la prima volta che quando l’olandese va in Under 21 rilascia delle dichiarazioni che fanno discutere. Puntualmente è accaduto anche ieri: «È stato meraviglioso vedere l’Ajax contro il Real. A volte, pur non avendo rimpianti per aver scelto la Roma, penso che sarebbe bello essere ancora là». Nulla di grave, solo nostalgia.


Mancini: "Italia, adesso arriva il bello"

IL MESSAGGERO - TENERANI - Inizia un nuovo viaggio azzurro dopo la disfatta del Mondiale svanito. L'Italia 16 mesi fa aveva la testa sott'acqua, adesso sembra in linea di galleggiamento, pronta per la navigazione. I nodi della crociera li capiremo dopo le due partite di qualificazione ai prossimi Europei, con Finlandia e Liechtenstein. Vietato fallire, la preoccupazione è legittima, eppure Mancini trasmette sicurezza. Sorride perché i giovani che ha proposto e imposto stanno restituendo, attraverso una cifra di gioco tecnico ed estetico, la fiducia che il Ct aveva riposto in loro. «Sono cresciuti tanto perché stanno giocando da alcuni mesi con grande continuità. Sono forti tecnicamente e fisicamente».
Durante la conferenza stampa - nella quale è stata presentata anche la partnership con Emporio Armani che vestirà Nazionale A, Under 21 e Femminile - il Mancio ha ribadito spesso il concetto. Non lo dice, ma è fiero perché proprio a Coverciano, alla fine della scorsa estate, aveva lanciato una sorta di appello ai suoi colleghi: «Fate giocare i giovani perché abbiamo una bella generazione, ma se non la mettiamo alla prova non sarà mai pronta».

PIGMALIONE - C'è anche chi ha un talento smisurato come Zaniolo e per sua fortuna ha incontrato un pigmalione: « ha grandi meriti - spiega il Ct -, ha creduto nel ragazzo e lo ha fatto giocare in Italia e in . Poi se Nicolò ora è qui significa che lo merita». E pensare che a settembre quando Mancini lo convocò, senza neppure un minuto in serie A, in Italia in tanti si chiesero se il Ct fosse impazzito Mancini è felice pure per lo spirito che questi giovani profondono nell'avventura azzurra: «Li vedo entusiasti, hanno grande voglia di impegnarsi per la Nazionale, vengono volentieri a Coverciano». Non basta: la base di questa ricetta è un calcio offensivo, quello che l'Italia del Mancio ha già messo in mostra: «Arrivano ora gli appuntamenti importanti, salgono la pressioni, ma siamo pronti con le nostre caratteristiche: voglio vedere lo stesso entusiasmo e la voglia di un calcio offensivo».

L'ESTETICA - Ecco l'altro punto: gioventù coniugata a bel gioco. Efficacia sì, ma anche estetica. Per un calcio offensivo servono organizzazione e punte, per questa ragione è un raduno con tante presenze: «Ho convocato qualche attaccante in più anche per lavorare su questo aspetto. Con dispiacere abbiamo lasciato a casa qualcuno, ma chi non è qui oggi fa parte del gruppo e rientrerà presto». Fase offensiva da studiare bene: «Lavoriamo da mesi su un calcio di attacco e tecnico, spero le cose migliorino. La squadra deve sfruttare questa grande mole di gioco. I ragazzi sono entusiasti». 

ROTTAMARE - In mezzo a questa bella gioventù spunta un terribile vecchietto', Fabio Quagliarella, capocannoniere del campionato, con 21 reti all'attivo. Come a spiegare che non tutti sono da rottamare. Poi ci sono attaccanti, invece, che stanno a casa: Belotti e Balotelli. Sul primo a Torino non l'hanno presa bene e Mancini risponde così: «La bellezza della Nazionale è che tutti possono parlare Io faccio le mie scelte, spero possa fare molto meglio e tornare in Nazionale. Con noi era all'inizio, ora ce ne sono altri, ma sta migliorando in campionato». Sul secondo pare un po' più morbido: «Mario non è ancora nelle condizioni ottimali per giocare in Nazionale. Per tornare qui però ci vuole un po' di tempo e lui deve dare il massimo».


Pallotta: "Era tutto nelle sue mani"

IL TEMPO - MENGHI - Dalla Spagna all'America rimbalzano parole, pensieri, sentimenti e risentimenti tra un direttore sportivo che andava in direzione opposta e contraria e un presidente che dopo avergli dato carta bianca è rimasto sorpreso, forse in parte tradito, dalla versione dei fatti del primo. Il ping-pong che anima la giornata in casa Roma comincia a Siviglia all'ora di pranzo con la presentazione alla stampa di Monchi e si chiude in serata con la replica da Boston di Pallotta, intervenuto tramite il sito ufficiale del club per fare chiarezza: «A novembre - riavvolge il nastro il patron americano - quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l’allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Ma lui non ce l’aveva e mi spiegò che voleva continuare con la stessa strategia. Quindi, quando leggo o ascolto certe interviste radiofoniche, in cui sostiene che la proprietà stesse intraprendendo una direzione diversa dalla sua e che questo è il motivo per cui se n'è andato, mi domando: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo, gli abbiamo dato il pieno controllo e, guardando i risultati e le prestazioni, è evidente che non abbia funzionato». Non è un mistero che Pallotta avrebbe preferito cambiare prima il tecnico e si era avvalso dei consigli di Baldini per farsi indicare, tra i nomi sul mercato, i papabili sostituiti, salvo poi lasciare al dirigente spagnolo l’ultima parola, perché la parte sportiva era di sua competenza e non voleva entrarci a gamba tesa. Ha dovuto farlo, poi, e rivoluzionare tutto agli sgoccioli del campionato per non lasciare nulla di intentato: «Sono rimasto un po’ sorpreso - ammette - nel sentire da Monchi che volevamo intraprendere strade diverse. Fin dal primo momento sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere, ho da subito detto che avrei voluto allenatori di primo livello, preparatori di primo livello, staff medico di primo livello, addetti allo scouting di primo livello, assieme a un'organizzazione calcistica di primo livello. Gli ho consegnato le chiavi per dar vita a tutto questo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime 3 perla prima volta dal 2014». E non gli va giù che l'ex diesse dica davanti ai microfoni (e in una diretta Youtube corredata dagli insulti dei tifosi giallorossi) di aver sì commesso degli errori, ma precisando: «Non conoscevo la situazione del club al mio arrivo. Sono andato via perché ad un certo punto ho capito che la proprietà aveva idee diverse dalle mie, il presidente voleva andare a destra, io a sinistra. Era giusto finirla così. La mia fiducia in Di Francesco era grandissima, ma è una decisione che ha preso la società in un momento in cui già sapevo che il mio proseguimento non era sicuro». I tifosi non gli perdonano la promessa sul vedersi a fine anno al Circo Massimo («Mi sembra assurdo considerarla una mia dichiarazione») e gli acquisti sbagliati, in primis Pastore: «Sono convinto che possa ancora fare la differenza. Salah? Non ero contento di venderlo, ma dovevo farlo per il FFP. Chi mi sostituirà prenderà decisioni buone per il futuro della Roma». Massara gode del rispetto di tutti a Trigoria, ma non è escluso che Pallotta possa decidere di affidarsi a una figura esterna, come quel Luis Campos del Lille consigliato da Baldini.


Il logorio della vita moderna

IL TEMPO - Mai come quest'anno, non vedo l'ora arrivi l'estate. Solitamente non sopporto l'estate pallonara perché, in assenza di campionato e partite vere, si parla di acquisti improbabili, strategie di mercato più o meno fantasiose e così via. Del nulla insomma. Mettici poi che la gente, complici le vacanze, ha più tempo da perdere e ciò giustifica la mia avversione, calcisticamente parlando, a questo periodo dell’anno. Personalmente, chiudo a giugno e se ne riparla a fine agosto. Unica eccezione alla regola, il ritiro e/o un paio di amichevoli estive. Quest'anno è diverso: questo campionato mi sta logorando emotivamente e Fisicamente e non penso di essere l’unico. La Romasta inanellando una serie di tragedie sportive senza precedenti; come se qualcuno o qualcosa, dall'alto,volesse testare e mettere alla prova la resilienza del tifoso giallorosso. A questo qualcosa o qualcuno vorrei dire basta, non se ne può più: tranquillo/a, siamo tifosi, lo siamo stati dopo Roma-Liverpool, lo siamo stati dopo Roma-Sampdoria e (purtroppo) così via. Lo saremo per sempre, non c’è bisogno di sottoporci a questa tortura, perché di tortura trattasi. Questa stagione, ogni qual
volta si è pensato di aver toccato il fondo, è puntualmente arrivato un Fazio, un Pastore, un Var o un Rocchi qualunque a farci capire che c'era ancora da soffrire. Ho sempre cercato di essere ottimista e di pensare che le cose prima o poi sarebbero cambiate e invece niente. La classifica di questo campionato imbarazzante ci dice che il quarto posto è lì ad un passo, ma questa squadra è possibilmente più imbarazzante del campionato stesso, tale da rendere l’unico obiettivo rimasto difficilmente raggiungibile. Una squadra che perde con ‘quasi tutte le piccole e concede sei ‘punti aduna squadra come la Spal, probabilmente non merita di giocare la champions il prossimo anno. Poco importa agli artefici di questo disastro sportivo, loro andranno in vacanza lasciando ai rispettivi procuratori l'onere di cercare una squadra che la Champions la giocherà.


E il presidente rispedisce Ed Lippie a Trigoria

IL TEMPO - MENGHI - Consulente di fiducia in missione a Trigoria. Pallotta ha deciso di mandare nella capitale Ed Lippie, l'ex preparatore americano che aveva lasciato il ruolo operativo assieme a Norman lo scorso giugno ma che quando serve un parere è il primo ad essere contattato dal presidente. A breve tornerà nella capitale per studiare da vicino il caso infortuni scoppiato in questa stagione, fatta di 39 guai muscolari sui 65 ko fisici totali. E non solo, Ranieri ha parlato chiaramente di una squadra a cui non girano le gambe come dovrebbero, motivo per cui si fa fatica a pressare gli avversari e a vincere i duelli in campo. Ecco perché il numero uno di Boston ha chiesto una relazione sulle condizioni atletiche dei giallorossi e sulla situazione generale a un uomo di cui si fida e con cui ha collaborato già per tre anni alla Roma e per ancor più tempo col gruppo Raptor. Dopo l'addio, Ed Lippie ha comunque rivestito il ruolo di consulente-fantasma, stando dietro le quinte ad osservare quello che accadeva nel quartiere generale, adesso è semplicemente chiamato ad intervenire in loco. La sua carica non dovrebbe cambiare, torna ma è di passaggio, anche se è rimasto vacante il ruolo di capo dei fisioterapisti in seguito all’allontanamento di Stefanini. C'è stata una vera e propria riorganizzazione a tutti i livelli della società meno di due settimane fa e adesso Pallotta vuole capire cosa non ha funzionato per pianificare al meglio il prossimo anno. Ad oggi in infermeria ci sono Under, Pastore, De Rossi e Pellegrini, gli infortunati che già ieri si sono ritrovati al Bernardini (per tutti gli altri la ripresa è domani) per seguire i percorsi riabilitativi personalizzati, ma non stanno bene neppure Manolas e Kolarov, che hanno comunque dovuto rispondere alla chiamata delle rispettive nazionali. Il greco dovrebbe rientrare oggi stesso nella capitale, dopo l’ok dei medici della federazione, mentre il serbo sarà valutato entro domani e sarà poi presa una decisione.


Divorzio in piazza Monchi si spiega e Pallotta lo attacca

GAZZETTA - RICCI - CECCHINI - L’unica vera carezza della giornata arriva sui titoli di coda, quando contattiamo Monchi al telefono per chiedergli se intenda replicare al duro attacco di James Pallotta. «No, perché la Roma è più importante di me». Il tono di voce però è sorpreso, come di chi sa di aver (semmai) usato il fioretto per poi rimanere colpito da una cannonata. Una cosa è certa: la polemica stavolta è uscita fuori dal Grande Raccordo Anulare perché il presidente è il primo da anni a mettere in discussione quello che solo pochi mesi fa era considerato (anche a Trigoria) «tra i più bravi d.s. del mondo».

IL COMMIATO Certo, con l’aria pesante che circola intorno alla Roma negli ultimi giorni, forse la conferenza di ritorno nella rassicurante Siviglia (al posto dell’intrigante Arsenal) poteva essere posposta, ma Monchi non aveva infierito. «Sono andato via per una ragione semplice: abbiamo capito che l’idea della proprietà era diversa rispetto alla mia. Il presidente pensava che fosse andare meglio a destra, io a sinistra. Continuare così non era giusto». Monchi non entra nel merito delle divergenze, ma a Trigoria raccontano come l’ostinata difesa di Di Francesco e la consapevolezza che Franco Baldini, pur da consulente, orientasse i giudizi del presidente, lo immalinconisse, anche se le decisioni però erano solo dello spagnolo. «Io posso solo parlare bene di Pallotta e di tutta la Roma. Mai sentirete una mia parola contro la società. Il mio addio non è legato all’esonero di Di Francesco. È vero che la mia fiducia in Eusebio era grandissima, ma è una decisione che ha preso la società in un momento in cui già sapevo che il mio cammino non era sicuro. Ho commesso un errore da principiante perché era la prima volta che lasciavo Siviglia: avrei dovuto informarmi di più e conoscere meglio il club nel quale andavo. Mi sono trovato di fronte a una situazione che non conoscevo e sono stato colto di sorpresa. Però dei due anni a Roma non mi pento di nessuna decisione che ho preso. E firmerei ancora per la Roma». E poi a Rete Sport aveva aggiunto: «Ho condiviso tutto con il presidente e sapendo che forse per i tifosi erano decisioni difficili da comprendere. Pensate che abbia venduto Salah perché fossi contento di farlo? Ho dovuto perché ce n’era bisogno. La Roma comunque ha basi forti e dei veri professionisti a livello dirigenziale. Totti? Sta crescendo tantissimo. Spero che i frutti del mio lavoro si vedano in futuro e che Pastore, ad esempio, ancora possa fare la differenza. Io comunque amerò la Roma per sempre».

LA REPLICA Le parole dolci, però, non hanno placato Pallotta,. «Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere le dichiarazioni di Monchi, dove ha dichiarato che volevamo intraprendere strade diverse. Voglio fare chiarezza. Da subito ho detto che avrei voluto allenatori, preparatori, staff medico, addetti allo scouting e organizzazione tutto di primo livello. Ho speso tanti soldi per avere Monchi e gli ho dato le chiavi per dar vita a tutto questo. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l’allenatore che voleva, per assumere collaboratori, preparatori e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato. A novembre, quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l’allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Pur essendo lui l’unico responsabile della parte sportiva non aveva un piano B, ma mi spiegò che voleva continuare con la stessa strategia. Quindi mi domando: cosa avrebbe voluto fare di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non tra le prime tre per la prima volta dal 2014». Forse neppure tra le prime quattro. Ed è per questo, la possibile uscita dalla Champions che ha portato al divorzio. Di cui non è escluso che sentiremo ancora parlare.