Perotti carica: «La Champions è ancora lì. Ora tocca a noi»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Dieci partite dieci. Quelle che mancano da qui alla fine della stagione per cercare di lasciare un’impronta diversa sulla sua stagione. Dieci partite, appunto, esattamente come quelle (poche) giocate finora da Diego Perotti in questa stagione a causa dei tanti infortuni (polpaccio, caviglia e bicipite femorale) che lo hanno tenuto più in infermeria che in campo. Da oggi, però, per El Monito parte forse un altro mini-campionato. Fatto di dieci gare, quelle che possono decidere anche il suo futuro. Anche perché se la Roma è così dietro in classifica è per tanti problemi, tra cui anche l’assenza di Perotti. L’uomo degli assist, delle serpentine e della superiorità numerica. Lui come nessuno in questa squadra.

la sfida Ed allora Ranieri gongola a sapere che finalmente potrà avere a disposizione l’esterno argentino nel pieno della forma. Finalmente una buona notizia, in una mare di dubbi. E anche Perotti sa che la sfida di oggi pomeriggio è assolutamente decisiva per sperare ancora nella Champions. «Sarà una partita tosta, il Napoli è una grande squadra», ha detto Diego ieri a Sky Sport. «È una squadra che gioca bene insieme e si conosce da tanto tempo. Per noi è una partita che è diventata fondamentale per il quarto posto, soprattutto dopo la sconfitta in casa della Spal. Sarà una battaglia, dovremo dare tutto per portare a casa la vittoria». Successo che sarebbe decisivo per credere ancora nella Champions League. «È un obiettivo ancora possibile, siamo lì a 4 punti con dieci partite da giocare, la possibilità c’è ancora. C’è Inter-Lazio, ad esempio, ci sono squadre che perderanno per forza dei punti. Noi dobbiamo pensare solo a noi, vincere la nostra partita e poi vedere come finiranno le altre».


Se il Derby del Sole non scalda più

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - C’era una volta il Derby del Sole. E c’erano anche le sfide, in tempi più recenti, da almeno 50mila presenze. Una partita, quella tra la Roma e il Napoli, capace di riempire l’Olimpico anche quando non valeva per le prime posizioni della classifica, tanto era l’amore delle rispettive tifoserie, un tempo gemellate. Roma e Napoli sono ormai in pianta stabile nelle posizioni di vertice del calcio italiano, negli ultimi anni si sono alternate nel ruolo (più virtuale che reale) di anti-Juventus visto che i bianconeri si apprestano a vincere l’ottavo scudetto consecutivo, ma tutto quell’amore sembra disperso.

POLEMICA Quella romanista e quella napoletana sono due tifoserie in polemica (a volte più aspra, a volte meno) con le rispettive proprietà, e i numeri lo dimostrano: se una volta non si scendeva sotto le 60mila presenze, ora è considerato un successo arrivare a 40mila scarsi. Oggi pomeriggio, poi, i tifosi del Napoli (non residenti nel capoluogo e nella provincia) non saranno più di trecento, anche se ce ne saranno molti sparsi in tutti i settori dello stadio. Numeri, in ogni caso, al di sotto delle aspettative, considerando che nelle intenzioni di inizio stagione Roma e Napoli dovevano essere le antagoniste della Juve e oggi si ritrovano a lottare per altri obiettivi, con la squadra di Ancelotti che ormai guarda più all’Europa che all’Italia.

NUMERI BASSI In questa stagione, in campionato, solo tre volte la Roma all’Olimpico ha sfondato il muro delle 40mila presenze: all’esordio casalingo con l’Atalanta (41mila spettatori) dopo la vittoria a Torino, nel derby di andata (46mila) e nella gara con l’Inter (41mila). È andata molto meglio in Champions League dove non si è mai scesi sotto le 41mila presenze registrate con il Viktoria Plzen: contro il Cska Mosca c’erano 46mila spettatori, con il Real Madrid 59mila mentre nel match con il Porto 51mila. Un motivo in più, l’incasso al botteghino, per cercare di raggiungere il quarto posto. E magari, il prossimo anno, tornare ad essere competitivi.

 

 


Genoa battuto con 4 gol, ma Sdaigui ancora k.o.

LA GAZZETTA DELLO SPORT - SCANO - Due doppiette dai migliori marcatori romanisti. Con Celar e Cangiano la Roma Primavera batte il Genoa 4-2 e si porta a -2 dal secondo posto della Fiorentina. Ma la vittoria al Tre Fontane passa in secondo piano: è l’ultimo minuto di recupero della ripresa quando Zakaria Sdaigui rimane per terra infortunato, immobile con le mani sul volto. Dopo un contrasto durissimo con Gromberg, il centrale romanista mette male la caviglia e non si rialza più. Dopo l’immediato trasporto a Villa Stuart, la diagnosi: frattura di tibia e perone, cosa che lo porterà subito sotto i ferri. Una sfortuna incredibile per il giocatore: rientrato in campo a gennaio, dopo la rottura in estate del crociato, e tornato al gol contro l’Atalanta a inizio marzo. In lacrime e preoccupatissimi i compagni, soprattutto Trasciani, Parodi e Pezzella che lo hanno portato fuori in barella, col ghiaccio tra tibia e caviglia. La società — che già affronta i gravissimi infortuni di Calafiori, Bouah e Bianda — ha deciso di rimanere in silenzio. Ci sarà tempo poi per parlare.

ROMA-GENOA 4-2

MARCATORI: Celar (R ) al 41’ p.t; Favilli (G) al 6’ e al 32’, Cangiano (R ) al 13’ e al 19’, Celar (R ) al 31’ s.t.

ROMA (4-3-3): Fuzato; Parodi, Cargnelutti, Trasciani, Semeraro; Pezzella, J. Greco (dal 22’ s.t. Sdaigui e dal 45’+9’ s.t. Darboe), Riccardi (dal 42’ s.t. Chierico); D’Orazio (dal 22’ s.t. Besuijen), Celar, Cangiano

PANCHINA: Cardinali, Nigro, Santese, Tripi, Estrella, Bucri, Bamba, Silipo

AMMONITI: Trasciani, Celar, Sdaigui

ALLENATORE: De Rossi

GENOA (4-4-3): Russo; Piccardo, Raggio, Oliveira Vasco (dal 38’ s.t. Besaggio), Adamoli; Micovschi, Masini, Zvekanov (dal 27’ s.t. Dumbravanu), Schäfer (dal 14’ s.t. Bianchi), Denílson (dal 27’ s.t. Gromberg); Favilli

PANCHINA: Raccichini, Dellapiane, Criscito, Petrovic, Ventola

AMMONITI: Russo, Oliveira Vasco

ALLENATORE: Sabatini

ARBITRO: Carrione di Castellammare di Stabia

 

 


Manolas lavora: Ranieri ci pensa, tentazione 4-3-3

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Tecnicamente Manolas può dirsi guarito dall’infortunio al polpaccio destro accusato contro il Porto. Ieri il difensore greco per la prima volta ha lavorato per tutto l’allenamento in gruppo, anche se Claudio Ranieri lo ha schierato tra i non titolari. L’impressione è che l’allenatore non voglia rischiarlo visto il doppio impegno di mercoledì e sabato, ma deciderà solo oggi. Nelle prove, ha anche arretrato Zaniolo in mediana, per dare vita ad un 4-3-3, con Schick e Perotti ai lati di Dzeko.


I silenzi di Jim durante la crisi

IL MESSAGGERO - LIGUORI - La sosta non ha rasserenato la Roma, anzi se ne sono sentite di tutti i colori. Il presidente Pallotta parla da lontano, senza avvicinarsi alla squadra e già questo sembra incredibile in un momento di grave crisi. I suoi collaboratori prima sono stati zitti, poi sono andati a Doha. Franco Baldini fa conoscere il suo pensiero sui nuovi possibili allenatori un po’ dal Sudafrica e un po’ dalla Francia,ma negli ultimi anni le ha sbagliate più o meno tutte: abbiamo assistito a processi di direttori sportivi, allenatori, giocatori,ma l’ineffabile consigliere-ombra è sempre a sussurrare qualcosa nell’orecchio di Pallotta. E Ranieri, tra tanta confusione, che potrà mai fare di buono? Ha provato ad essere rassicurante, ma a Ferrara ha perso la calma e si è lasciato andare in una filippica controcorrente e sbagliata. Se non si raggiungerà il traguardo del quarto posto e della Champions saranno in molti a lasciare la Roma: ipse dixit, parola di allenatore e romanista. Ma sono argomenti da usare in una squadra con giocatori demotivati, che si sentono già in vendita, oppure non aspettano altro per mancanza di fiducia? Deve averlo capito anche lui, perché ha cambiato tono e adesso parla di un patto della squadra per il quarto posto. In poche parole, c’è grande confusione e la prova migliore è il processo mediatico (e interno) a Dzeko.

 

 

 

Roma, assalto Champions

IL TEMPO - MENGHI - Si è spento il sole di questo «derby», così sentito quando in campo scendevano le antagoniste della Juventus, che con l’arrivo di Ronaldo è diventata ancor più irraggiungibile in Italia e ha fatto il vuoto dietro di sé. Il Napoli si è dovuto rassegnare all'idea di non poter contendere lo scudetto alla superpotenza bianconera, che la Roma quest'anno vede col binocolo. Fino alla stagione scorsa erano loro due ad alternarsi alle spalle dei più forti, negli ultimi 5 anni le strade di giallorossi e partenopei erano allineate, coni primi appena un passo indietro: 399 punti contro 400 dal 2013/14 al 2017/18. Poi a Trigoria hanno perso la rotta e il margine è cresciuto, -14 è l'amaro verdetto. Oggi pomeriggio la Roma può provare ad accorciare le distanze, deve farlo per ridimensionare il fallimento e continuare a sperare nel quarto posto, con la consapevolezza che non dipende solo da lei (la sconfitta del Milan aiuta. Il destino sembra aver orchestrato tutto per pareggiare i conti col Napoli, arrivato una volta quinto nel 2014/15, due volte terzo e altre due secondo, quasi tre, mentre la squadra giallorossa ha collezionato già tre secondi posti,
due terzi e ad oggi è quinta in classifica. Ma il finale è ancora da scrivere e lo schema numerico perfetto può saltare se alla fine ci fosse l’auspicato sollievo Champions. Le ambizioni all'Olimpico dovrebbero costituire un fattore importante per la Roma, che deve rialzarsi e cercare di andare a prendersi quello che vuole: essere con continuità tra le grandi d’Europa. Dall'altra parte c'è un avversario  che rischia di distrarsi pensando

all’Arsenal, con Insigne grande assente della sfida nella capitale per una semplice contrattura all’adduttore che non gli dovrebbe impedire, invece, di giocare giovedì il quarto di finale. E un campionato diventato poco interessante lassù in vetta, col Napoli bloccato al secondo posto senza la possibilità di salire o scendere, a meno di clamorosi suicidi. Ranieri spera di aver premuto i tasti giusti per preparare al meglio questo derby del Sole che sembra non avere più l'appeal dei bei tempi e la tiepida risposta del pubblico ne è la prova: 11 mila biglietti venduti a ieri, circa 35 mila spettatori totali. C'è tempo per riempire un po’ gli spalti, per far sì che i tifosi siano i primi alleati del tecnico-ultras nella rincorsa Champions. «La Roma mi è rimasta nel cuore», dice l’allenatore che siede sulla panchina
opposta, uno scudetto in maglia giallorossa e la promessa non  mantenuta di provare a vincerlo da tecnico qui, con Totti in campo. Ancelotti ha una storia in sospeso con la Roma e un conto aperto con Ranieri, che non è mai riuscito a battere: 3 ko e 3 pareggi. Sono invece 32 i precedenti tra lui e i giallorossi: 11 vittorie, 12 pareggi, compreso l'1-1 di ottobre a Napoli, e 9 sconfitte. «Mi aspetto una gara gagliarda, i nostri avversari - ha sottolineato Carletto - sono stati messi sotto pressione e questo porterà grandi motivazioni. Vediamo se saremo in grado di aumentargli la preoccupazione... Loro lottano, noi vogliamo consolidare il 2° posto e arrivare alla sfida con l'Arsenal nelle condizioni migliori». Il Napoli non vuole distrazioni, la Roma non ha più alibi.


Torna Kolarov. In attacco Schick-Dzeko

IL TEMPO - MENGHI - Ranieri ripensa la Roma. Un po’ per valorizzare i giocatori su cui ha deciso di puntare contro il Napoli e un po’ perché il solido 4-4-2 non ha dato i frutti sperati, il tecnico giallorosso sembra intenzionato a mettere mano al modulo. In settimana ha provato il 4-2-3-1 già utilizzato con l'Empoli, ma non è escluso che rispolveri il 4-3-3 caro a Di Francesco, per provare a dare un'impronta più offensiva alla squadra che ruoterà intorno a Dzeko. Non significa, però, che Schick non avrà spazio: il ceco è favorito su Kluivert per partire dall'inizio, potrebbe fare l'esterno a destra. Un finto 4-4-2, in pratica.
Dall'altra parte ci sarà Perotti, Zaniolo può svariare tra centrocampo e trequarti, mentre la linea difensiva dovrebbe essere protetta dalla coppia Cristante-Nzonzi. De Rossi c'è, ma non dovrebbe essere rischiato, così come Under al rientro dal lungo stop e oggi arma dalla panchina. Degli infortunati della sosta ad andare in campo saranno in due, tutti in difesa: Kolarov e Manolas, anche se Marcano ha una chance di giocare al posto del greco. Altro ballottaggio tra Santon e Karsdorp nel ruolo lasciato scoperto da Florenzi, out come El Shaarawy, Pellegrini e Pastore.


Parla l'ex dg di Ranieri: "Seguitelo, già 9 anni fa uscimmo dal tunnel"

LA REPUBBLICA - PINCI - Nove anni fa portò la Roma a un passo dallo scudetto. Pochi mesi prima, però, avrebbe potuto firmare per il Napoli di De Laurentiis. Se Gian Paolo Montali, dg del Progetto Ryder Cup 2022, alla fine scelse Roma è soprattutto per un motivo che sa di presente: «Mi chiamò Claudio Ranieri, che avevo conosciuto alla Juve. Mi disse: “Dai vieni”. Avevo la penna in mano per firmare col Napoli, avevamo già scelto Mazzarri e
Bigon, poi spuntarono sul contratto i diritti d'immagine e ci fu una frenata. Lì si inserì Claudio». Anche allora la Roma era a pezzi, Ranieri la aggiustò: «La situazione era
drammatica, Claudio era appena arrivato. Perdemmo col Livorno, poi a Udine. Rosella Sensi voleva mandare tutti in ritiro, ma ottenni di poter parlare con la squadra. Chiesi se volevano andare in ritiro, dissi che volevo ne parlassero ne Totti e De Rossi mi chiamarono per dirmi che avevano scelto "Ma deve dire che la decisione di non andare l'abbiamo presa insieme”. Così feci, Rosella si arrabbiò molto». Poi arrivarono a tanto così dallo scudetto: «La svolta? Misi nello spogliatoio una tabella: “Con 9 vittorie e 2 pareggi saremo primi”. Mi dissero che avrebbe portato sfiga ma così fu, e regalai a tutti una
tv, anche ai massaggiatori». Però la partita con la Samp fece sfumare il titolo. Un anno dopo arrivarono gli americani: «La prima cosa che mi disse Di Benedetto fu che voleva deromanizzare la Roma: parole che qualcuno gli aveva messo in testa». Totti però resiste ancora oggi: «Una risorsa, se Francesco chiamava un giocatore quello alla Roma ci
veniva: non so come sia uso oggi, ma in questo è fenomenale».


Il futuro di Roma e Napoli: ora anche Pallotta studia De Laurentiis

LA REPUBBLICA - PINCI - Tre volte seconde, due volte terze, una volta quinte. Il curriculum degli ultimi sei anni è esattamente sovrapponibile, per Roma e Napoli, è l'accento sull'utopia che nessuna delle due è riuscita a trasformare in realtà. Da una parte il merito di aver provato ad insidiare il dominio bianconero, dall'altra il peso di essersi
dovute rassegnare a fare da spettatrici. Strade diverse, percorsi che avrebbero potuto sovrapporsi o incrociarsi, ma mai seguendo l'uno le tracce dell'altro. Eppure inseguendosi. Napoli e Roma, oggi avversarie all'Olimpico, hanno venduto tanto: Higuain e Alisson, Cavani e Salah, Jorginho e Pjanic. Diversa però è sempre stata la costruzione: la Roma in questi ultimi 5 anni ha acquistato 68 calciatori, il Napoli soltanto 37, quasi la metà. Meno operazioni, più risultati, più punti: 13 quelli di distacco tra il 2° posto di Ancelotti e il quinto di Ranieri, con la squadra a pezzi nel fisico e nel morale. Al contrario Sir Carlo da Reggiolo ha in tasca 11 pass d'accesso alla prossima Champions, cerca punti per consolida re la posizione alle spalle della Juve e attende di proiettarsi verso i quarti di Europa League. C'è  dunque perfino margine per programmare con anticipo il futuro, nel solco di quella continuità che è diventata il leit motiv della gestione De Laurentiis, «Koulibaly, Alan e i nostri big restano, il club non ha bisogno di vendere o di fare plusvalenze. L'ossatura
della squadra è già molto valida, basta completarla», assicura l'allenatore del Napoli. Una strada - ed è una novità - che inizia ad affascinare pure la Roma, che fino a oggi riteneva di
non poter crescere davvero senza lo stadio di proprietà su cui la proprietà Usa ha puntato tutte le fiches. Perla prima volta negli ultimi 8 anni, Pallotta deve decidere che strada imboccare. Da una parte la tentazione di una nuova rivoluzione, affidata a Luis Campos, direttore sportivo portoghese del Lille e ultimo innamoramento del presidente americano. Dall'altra la suggestione di portare a Roma un grandissimo allenatore per aprire un ciclo
che punti a vincere in fretta: proprio sul modello del Napoli. Non è un caso che da settimane i manager romanisti strizzino l’occhio a quel Sarri cui De Laurentiis affidò l'ultima missione scudetto, e addirittura accarezzino il sogno Conte, più o meno quanto riuscì lo scorso anno al Napoli convincendo Ancelotti. Il suo calcio in azzurro è appena iniziato, eppure promette di durare a lungo grazie alla sintonia che si è creata tra il tecnico e il suo presidente: non solo sul mercato. «Ho investito tre milioni per migliorare îl nostro centro sportivo, costruiremo altri tre campi per il settore giovanile e dopo le Universiadi completerò a mie spese il restyling del San Paolo», ha annunciato ieri De Laurentiis, mettendo così da parte il progetto del nuovo stadio. Anche in questo il Napoli è più conservatore.


Florenzi: "Forza ragazzi, siamo la Roma" (Foto)

Alessandro Florenzi tiferà Roma fuori dal campo. A causa dell'infortunio non potrà giocare al fianco dei suoi compagni e incita la squadra attraverso un post sul profilo Instagram:

 

 
 
 
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DAJE!!! #forzaragazzi #romanapoli #noisiamolaroma

A post shared by ALESSANDRO FLORENZI (@florenzipertelethon) on Mar 31, 2019 at 12:48am PDT


Roma vs Napoli, i giallorossi perdono 4-1

INSIDEROMA.COM - Alle ore 15 allo Stadio Olimpico, a distanza di circa quattro mesi dall'ultima volta, la Roma di Claudio Ranieri scende in campo per giocarsi le ultime chance di conquistare un posto nella prossima edizione della Champions League. Il mister testaccino ha il forte dubbio se passare dal 4-4-2 al 4-3-3, questo l'unico nodo da sciogliere. Per il resto, linea difensiva composta da Santon, Fazio e Kolarov, con Manolas e Marcano in ballottaggio. Centrocampo a tre con Nzonzi, Zaniolo e Cristante mentre il reparto offensivo sarà composto da Schick, Perotti e Dzeko.

 

LE PROBABILI FORMAZIONI

ROMA (4-2-3-1): Olsen; Santon, Fazio, Manolas, Kolarov; Nzonzi, De Rossi; Cristante, Schick, Perotti; Dzeko.
A disp.: Mirante, Fuzato, Marcano, Juan Jesus, Karsdorp, Zaniolo, Coric, Riccardi, Ünder, Kluivert.
All.: Ranieri

 

NAPOLI (4-4-2): Meret; Hysaj, Maksimovic, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan, Fabian Ruiz, Verdi; Milik, Mertens.

A disp.: Karnezis, D'Andrea, Luperto, Malcuit, Ounas, Younes, Gaetano.

All.: Ancelotti

 

 

 

 


Zaniolo in panchina a causa dell'influenza

Nicolò Zaniolo non sarà tra i titolari del match tra Roma e Napoli. Il ragazzo partirà infatti dalla panchina a causa dell'influenza che lo ha colpito nelle ultime ore. Al suo posto spazio a Bryan Cristante.