Bookie. Roma quotata a 2.95 contro il Napoli, partenopei a 2.35
La Roma torna in campo domani alle ore 15 allo stadio Olimpico contro il Napoli ma per i bookmakers partono sfavoriti. Negli ultimi anni, i giallorossi sono andati meglio in trasferta che in casa contro i partenopei perdendo gli ultimi due confronti tra le mura amiche. In più, sono reduci dalla sconfitta di Ferrara contro la SPAL. Secondo gli analisti Stanleybet.it il 2 è dato a 2,35, mentre la vittoria giallorossa si gioca a 2,95. Il pareggio manca dal 2012(ben 8 confronti) ed è offerto a 3,40. Edin Dzeko non ha ancora trovato la via del gol in casa e la fine del suo digiuno è giocabile a 2,75, mentre la rete di Milik a 2,50.
18/10/2013 – Doppio Pjanic e Garcia non si ferma più
INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – E’ il 18 ottobre del 2013 e la Roma del nuovo mister Rudi Garcia fino a questo momento ha conosciuto soltanto una parola: vincere. Il percorso dei giallorossi è stato netto e si arriva all’anticipo del venerdì dell'ottava giornata di Serie A con la compagine capitolina prima in classifica a punteggio pieno.
Gonzalo Higuain sembrava al meglio per rientrare dal 1'. Invece, in campo ci va Goran Pandev, col Pipita in panchina. Decisione a sorpresa anche sulla corsia sinistra partenopea: Armero - rientrato solo il giorno prima dagli impegni con la nazionale colombiana - non è al 100% e Benitez gli preferisce Mesto. Tutto confermato in casa Roma, con Dodò e Gervinho che vincono i ballottaggi con Torosidis e Ljajic.
Prima avanzata della Roma su una punizione calciata male dal Napoli: murata la conclusione di Pjanic dal limite dell'area. E' ancora Gervinho a mettere in difficoltà gli azzurri con una sua accelerazione. Che lancio di Insigne per Callejon. Lo spagnolo non riesce ad agganciare la sfera, ma il taglio era perfetto e la difesa della Roma fuori causa. Intanto Rudi Garcia in panchina ha iniziato a prendere i primi appunti mentra Maradona arriva e si accomoda in tribuna. Applausi per il 'Pibe de Oro'.
Al 14' la Roma ci prova: corner di Pjanic per De Rossi. Colpo di testa del centrocampista di Ostia ma Reina è attento. La Roma però gioca meglio. Passano 120 secondi e Pjanic illumina per Gervinho: buon il controllo, ma il suo sinistro finisce in Curva Nord. Soffre il Napoli sceso in campo un po' troppo timoroso. La squadra di Benitez sembra voler badare di più alla fase difensiva che a quella offensiva. Al 21' il solito Pjanic ci prova dai 30 metri: palla alta.
Al 24' episodio da moviola: Pandev si difende con un gomitata su Pjanic. Per Orsato è giallo. Decisione giusta. Poco dopo Castan colpisce, sempre col gomito, Callejon. Orsato non sanziona. La partita, non bellissima, si gioca però sul filo del rasoio. Al 30' Totti, dolorante, si fa massaggiare a bordo campo. Guai al flessore per lui. Il Capitano non ce la fa e al suo posto Garcia inserisce Borriello, napoletano doc.
Al 34' occasionissima per il Napoli: Hamsik imbecca Pandev che, a tu per tu con De Sanctis, si fa ipnotizzare. Il portiere pare e De Rossi salva sulla linea. Il Napoli sembra crescere ma al 40' anche la Roma ha la sua grande chance. Lancio lungo, sponda di Borriello per Florenzi che calcia di destro.
Palla fuori di un metro e giallorossi che, al 40', rispondono all'occasione dell'ex laziale Pandev. Al 44' ci prova Strootman: palla alta di poco. Gli azzurri rispondono: Callejon ispira per Insigne. Il folletto napoletano resiste ad una carica di Maicon e calcia a rete: palla sul palo esterno. Nel frattempo anche Benitez è costretto ad un cambio: Cannavaro per Britos.
Proprio Cannavaro stende Gervinho al 47'. Giallo per l'ex capitano del Napoli e punizione per la Roma. Sul pallone va Pjanic che disegna un parabola stellare. Niente da fare per Reina e palla che si insacca all'incrocio dei pali. Un vera e propria perla applaudita anche dal re delle punizioni Diego Maradona, presente in tribuna. Roma avanti dopo il primo tempo.
Il secondo tempo si apre con il Napoli che prova a testa bassa. Al 3' Inler ci prova da 25 metri: il missile dello svizzero scheggia il palo ed esce. Al 12' Gervinho si accascia al suolo: problema muscolare per l'ivoriano. Al suo posto entra Ljajic. Al 13' De Rossi, da calcio d'angolo, sfiora il gol del raddoppio. Al 15' ci prova Hamsik: bolide che scheggia, anche in questo caso, l'incrocio dei pali. Benitez, in panchina, si sbraccia a il suo Napoli non riesce a dare di più.
La Roma è nella sua trequarti: ci prova Insigne dopo una lunga azione manovrata. Tiro murato. Attaccano gli azzurri ma Benatia comanda bene la sua difesa. Il Napoli in questo secondo tempo si sta facendo preferire ma, negli ultimi 20 metri, manca il guizzo decisivo agli ospiti. Si sente l'assenza di Higuain là davanti. Benitez allora capisce che è il momento di gettare nelle mischia anche il Pipita. Fuori Pandev.
Al 25' Cannavaro e Borriello si strattonano. Per Orsato è rigore, secondo giallo per Cannavaro (quindi espulsione) e altra occasione per la Roma. Dal dischetto va Pjanic. Reina, dopo aver ipnotizzato Balotelli, non fa lo stesso con il bosniaco. Gol e Curva Sud che gioisce. Il Napoli è alle corde. Le immagini evidenziano come il contatto abbia punito, severamente (per usare un eufemismo), Cannavaro.
Ci si avvia così nell'ultimo quarto d'ora. La Roma, avanti di due reti, gestisce la situazione. Il Napoli, sotto anche di un uomo, ci prova ma con poche idee. Rudi Garcia mette in scacco anche il maestro Benitez e firma così l'ottava meraviglie.
Otto vittorie consecutive, nella storia ci riuscì solo la Juve e ora la Roma sogna di prende il posto proprio di bianconeri come prossima campione d'Italia.
Serie A. La Samp vince 1-0 in casa col Milan, a segno Defrel
La Sampdoria vince 1-0 contro il Milan ed ora è in piena lotta per l'Europa. La rete è stata realizzata al 1' da Defrel e da quel momento in doriani sono riusciti a contenere gli ospiti, che ora rischiano di vedere l'Inter andare a +5 nel caso in cui domani sera dovesse battere la Lazio a San Siro in una sfida fondamentale per la zona Champions.
Roma-Napoli, torna Calvarese dopo il 3-3 di Bergamo. I precedenti col fischietto di Teramo
INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - Gianpaolo Calvarese, fischietto della sezione di Teramo, dirigerà Roma-Napoli, scontro cruciale per la corsa Champions dei giallorossi, obbligati a rimanere nella scia di Milan e Inter. Il direttore di gara sarà coadiuvato dagli assistenti Peretti e Del Giovane, mentre il IV uomo sarà Sacchi. VAR e AVAR rispettivamente Giacomelli e Tonolini.
I PRECEDENTI – Positivo il bilancio della Roma con l’arbitro abruzzese, che ha diretto i giallorossi quattordici volte con un totale di nove vittorie, quattro sconfitte e un solo pareggio. Calvarese è alla seconda designazione stagionale con la squadra capitolina, dopo il rocambolesco 3-3 del gennaio scorso contro l’Atalanta. L’ultimo successo, invece, risale alla partita contro il Chievo-Verona della scorsa stagione, vinto dai giallorossi per 4-1 grazie alle reti di Schick, El Shaarawy e la doppietta di Dzeko. Gli insuccessi si registrano in casa del Palermo (match del 30 marzo 2013), all’Olimpico con la Sampdoria (16 marzo 2015) e contro l’Atalanta a Bergamo. La partita, datata novembre 2015, ha visto i giallorossi uscire sconfitti per 2-0, subendo il gol del Papu Gomez e il rigore di Denis. Il match finì con tre uomini in meno, Maicon per la Roma e Stendardo e Grassi per i padroni di casa, espulsi entrambi nel finale di partita. In Coppa Italia, invece, Calvarese ha arbitrato la vittoria sulla Sampdoria per 4-0 – gol di Dzeko, El Shaarawy e doppietta di Nainggolan – e la sconfitta contro il Torino, entrambi ottavi di finale datati 2017.
Dieci precedenti totali, invece, per la squadra di Ancelotti. Il Napoli è imbattuto con l’arbitro abruzzese, registrando uno score quasi immacolato: sette vittorie e tre pareggi. Nella stagione in corso Calvarese ha arbitrato due volte i partenopei: il 3-2 casalingo contro il Bologna a fine dicembre e il pareggio 0-0 a Firenze dello scorso febbraio.
Conferenza stampa Ancelotti: "Insigne tra 2-3 giorni starà bene. Roma mi è rimasta nel cuore"
Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, era presente quest'oggi in conferenza stampa alla vigilia della sfida di domani all'Olimpico contro la Roma. Queste le sue dichiarazioni:
Out Insigne, convocato Gaetano. Le sue condizioni?
"Ha fatto un'ecografia ieri. Non ci sono lesioni particolari, ma solo una contrattura all'adduttore, che non era il muscolo già interessato nel precedente infortunio. Il percorso di recupero è breve, tra 2-3 giorni starà bene. Valuteremo per mercoledì. non è a rischio per l'Arsenal, è convocato Gaetano che si allena con noi e può essere utilizzato".
Zedadka?
"Li facciamo venire, li valutiamo, ci aiutano negli allenamenti. Sono interessanti, è utile stare a contatto con i professionisti".
Domani test più impegnativo fino all'Arsenal?
"C'è qualche giocatore acciaccato, Zielinski squalificato, ma non credo di essere in emergenza. Non abbiamo avuto problemi dalle nazionali, tutti hanno recuperato bene, pure Fabian dopo una settimana d'influenza. Ci alleniamo con grande intensità, quindi ci sta qualche acciacco, ma la squadra sta bene e faremo una bella partita contro un'ottima squadra e sappiamo quanto sia importante per la classifica. Loro lottano, noi vogliamo consolidare il secondo posto".
Sulle condizioni di Fabian?
"Sta bene, ha fatto qualche giorno così, ma già da giovedì s'è allenato bene".
Sull'avvicinamento all'Arsenal...
"Siete focalizzati sull'Arsenal, ma noi pensiamo ai punti che servono ed all'autostima. Una gara fatta bene la aumenta, una fatta male la abbassa. Questo è importante per arrivare alla gara nelle condizioni migliori".
Che effetto fa tornare a Roma?
"Ha rappresentato qualcosa di importante per la mia carriera da giocatore, quel periodo lì mi è rimasto nel cuore, ero giovane ed ho vissuto otto anni che hanno lasciato un segno indelebile".
L'autostima in caso di vittoria a Roma.
"Sarebbe un colpo importante per l'autostima, non possiamo controllare il risultato, ma sicuramente la prestazione e mi aspetto una prestazione importante perché i segnali dagli allenamenti sono questi".
Younes?
"E' molto in crescita, ha evidenziato problemi per i 90', non ha ancora il ritmo perché ha giocato poco. Ma può crescere molto e lo sta facendo in fretta. E' utilizzabile, devo capire se meglio dall'inizio o in corso".
Con l'Udinese tutti e quattro gli attaccanti a segno, che segnale è?
"Che sono giocatori motivati, presenti, concentrati. Dall'altro ci sono quelli negativi".
Il nuovo corso della nazionale?
"Molto interessante. Il campionato sta proponendo nuovi giocatori giovani, poi dopo serve il coraggio per lanciarli e costruire un progetto con loro. Mancini ha iniziato un progetto e siamo contenti di quello che sta facendo".
A Roma definiscono la gara di domani un'ultima spiaggia. Ranieri ha punzecchiato i senatori. Che Roma si aspetta?
"Mi aspetto una partita attenta e gagliarda, è stata messa pressione sulla squadra che porterà grandi motivazioni. Una squadra preoccupata, l’aspetto psicologico in gran parte è nelle nostre mani. Dobbiamo essere bravi ad aumentargli la preoccupazione e non il loro coraggio: vedremo che partita riusciremo a fare".
Arriva il Napoli: De Rossi ci prova, Dzeko sta meglio e chiede scusa
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Totti ricorda il suo esordio in serie A, lontano ventisei anni, De Rossi prova a recuperare per il Napoli. In mezzo, la conferenza stampa di Ranieri che per la seconda volta preferisce anticipare di un giorno l’incontro con la stampa, a Trigoria, per concentrarsi domani, alla vigilia, solamente sulla gara. Il tecnico spera di poter almeno convocare il numero 16, che ha ieri svolto una parte della seduta di allenamento con i compagni. Troppo importante la sfida con la squadra di Ancelotti, troppo il nervosismo all’interno dello spogliatoio, a cominciare da Dzeko che è rientrato dalla nazionale e ha svolto ieri accertamenti a Villa Stuart. Nessun problema muscolare particolare, l’attaccante ha chiesto scusa ai compagni per la lite con ElSha a Ferrara e ha rassicurato un po’ tutti: domenica all’Olimpico (ore 15) sarà regolarmente in campo a guidare la squadra. Vorrebbe andare almeno in panchina, De Rossi, reduce da uno stop per un problema al polpaccio, e tra oggi e domani, insieme allo staff medico, valuterà le sue condizioni, decidendo il da farsi. Intanto Totti, a Doha — dove con la dirigenza della Roma sta partecipando a dei meeting con gli sponsor — ricorda il suo trascorso da giocatore. «Restare alla Roma è stata una scelta di vita. Sono stato vicino al Real Madrid, ma non sono andato per rispetto ai tifosi e credo di aver fatto la scelta più giusta: indossare solo la maglia che amo».
L’effetto Conte sul mercato mondiale
LA REPUBBLICA - CARDONE, PINCI - Da oggi, Antonio Conte sarà libero di conoscere il proprio futuro. La data del 29 marzo è segnata in rosso sul suo calendario: il giorno della discussione sul contenzioso aperto col Chelsea. Ballano 9 milioni di sterline, circa 11 milioni di euro, i soldi che - dopo il licenziamento di luglio - il club inglese rischia di dover pagare come buonuscita all’allenatore più desiderato d’Italia. In effetti non c’è una sola delle grandi che in queste settimane non abbia pensato di ripartire da lui: Juve, Inter, Milan, Roma, quella di Conte è un’idea comune, che accarezzano pure le grandi d’Europa, dal Bayern allo United. Certo, lui ha deciso: vuole rimettersi in gioco dopo il sabbatico che si è imposto, complice la disputa legale finita all’Arbitrato degli allenatori di Premier League. Nessun tentativo di conciliazione è riuscito, oggi deciderà il Tribunale di Londra. Sul piatto gli 11 milioni di euro, che i Blues di Abramovich ritengono di non dovergli perché il suo braccio di ferro con Diego Costa avrebbe svalutato il centravanti (venduto in realtà a 30 anni per 60 milioni). Tutto ciò serve almeno a ricordare, a chi lo cerca, che Conte costa tanto, almeno 10 milioni di euro netti, anche se trattabili. Giocare la prossima Champions, per averlo, è indispensabile: per motivi economici, ovvio, ma pure d’ambizione.
«La prossima squadra deve consentirmi di dare entro due anni l’assalto alla Champions League», ha confessato lui a chi lo ha cercato. Per questo, forse, la prospettiva più suggestiva è quella di un ritorno alla Juventus. Sempre che, ovviamente, Andrea Agnelli non soddisfi nel frattempo l’ossessione (comune) di prendersi il trono d’Europa: tornare a Torino, in quel caso, non avrebbe senso, nonostante il ds Paratici consideri Antonio la miglior soluzione possibile per sostituire Allegri. Anche il milanista Leonardo ha una vera passione per l’ex ct azzurro, e una mezza parola tra i due c’era anche stata. I risultati però hanno rafforzato la posizione di Gattuso frenando l’idea del manager, anche se con Rino il feeling è scarso (eufemismo). Molto più concreta è diventata nei mesi la pista interista. Suning è in vantaggio su tutti, punto. Anche per il nome del nuovo ad interista: Beppe Marotta, che con Conte condivise i successi juventini e che dopo il trasferimento a Milano ha avuto con lui più di un colloquio. Per la nuova Inter - che ricomincerà senza Spalletti e verosimilmente senza Icardi e Perisic, ma con Godin - è il nome più caldo. A patto di costruire per lui «una squadra da Champions», è chiaro. Quella che difficilmente potrebbe offrirgli la Roma, oggi quinta in classifica. Nei mesi scorsi però il club ha provato con decisione ad assicurarsi l’ex rivale della Juve, ora l’uomo che più sogna la parte giallorossa della città. A novembre, quando Pallotta chiedeva a Monchi un “piano B” nel caso volesse esonerare Di Francesco, qualcuno con Conte parlò. «Squadre in corsa non ne prendo», rispose. Oggi la prima scelta per il futuro romanista è un’altra: Maurizio Sarri. Proprio l’erede di Conte a Londra.
Fronda grillina sullo stadio, ma Pallotta non demorde
LA REPUBBLICA - FAVALE - È la “maledizione di Tor di Valle”, quel sortilegio che finora ha prodotto dimissioni di assessori (Paolo Berdini), espulsioni di consiglieri (Cristina Grancio), inchieste, arresti (Luca Lanzalone prima, Marcello De Vito poi) e una bufera politica che nessuno, due anni fa, alla chiusura dell’accordo tra Campidoglio e As Roma (progetto modificato, taglio di cubature e di opere pubbliche) poteva forse immaginare. Una maledizione che aleggia ancora su palazzo Senatorio e sui consiglieri 5 Stelle, preoccupati, spaventati e pressati dalla base, alla vigilia del voto sulla variante urbanistica che dovrebbe essere preludio all’inizio dei lavori. D’altronde, proprio in queste ore, James Pallotta ha dettato la sua road map verso Tor di Valle: prima pietra a fine 2019, 28 mesi di lavori e inaugurazione nel 2022 ha spiegato alla statunitense Real Vision in un’intervista che risale a prima dell’ultima retata della procura. Un percorso, quello del patron giallorosso, che non ammette imprevisti e che, invece, a ben guardare è più che accidentato. Lo dicono le prese di posizione dei big del Movimento (da Carla Ruocco a Roberta Lombardi al presidente della commissione antimafia Nicola Morra) e i travagli interni alla maggioranza capitolina che, due giorni fa, ha dovuto assistere alla presa di posizione della commissione urbanistica del IX Municipio (territorio dove insiste Tor di Valle) che ha approvato una delibera che prevede l’annullamento del pubblico interesse dell’opera. Potrebbe essere l’antipasto di un parere negativo da portare nell’Aula del consiglio municipale. E lo stesso potrebbe accadere in XI (dove si avvertirebbero i maggiori disagi sul fronte della mobilità). Lì il minisindaco grillino Mario Torelli ha perso la sua maggioranza e si prepara a sostenere un voto di sfiducia fissato per il 9 aprile. Prima di allora, l’ex consigliera grillina Maria Cristina Restivo (passata al Misto come altri ex M5S in XI) chiede la convocazione della commissione urbanistica.
Paradossalmente, se arrivasse la sfiducia, il Municipio verrebbe commissariato dal Campidoglio e l’eventuale dissenso non potrebbe più essere esplicitato. Ma più del parere dei territori si guarda al voto dell’assemblea capitolina alla variante urbanistica che dovrebbe arrivare entro l’estate: «I tempi sono quelli — ha spiegato il presidente della commissione mobilità Enrico Stefano a Radio Radio — su tutti gli atti ci sarà un ulteriore approfondimento giuridico per fugare qualsiasi dubbio. Se l’esito sarà positivo avremo il dovere di andare avanti». Nonostante il capogruppo M5S Giuliano Pacetti tenti di tenere unita la pattuglia grillina, la fronda critica cresce. Di questa farebbero parte Monica Montella, Alessandra Agnello, Gemma Guerrini («Se voterò contro? No comment»), mentre tra i dubbiosi ci sarebbero Fabio Tranchina, Simona Ficcardi e forse pure la new entry in Aula, Carlo Chiosso, che oggi subentra a De Vito, sospeso dopo l’arresto. «Ci sono dei problemi che vanno affrontati», dice l’architetto che proviene dal tavolo dell’Urbanistica, l’organismo che ha scritto il programma M5S sulla materia, sempre molto critico sull’opera. Per mandare sotto la maggioranza bastano 6 voti contrari dei grillini.
La Roma al crocevia
IL MESSAGGERO - CARINA - Tre gare in sei giorni per capire molto. Forse tutto di quello che resta della stagione della Roma. Napoli, Fiorentina e Sampdoria sono il crocevia del rush finale in campionato. Che si divide tra una rincorsa all'ultimo respiro per strappare un posto in Champions e il rischio di scivolare addirittura ai margini dell'Europa League. Perché la Roma è questa: tutto o niente. Soprattutto considerando che la squadra allestita quest'anno vive di alti e bassi e non fa della personalità il suo punto forte.
TERAPIA D'URTO Ranieri ne è consapevole. Oggi sono trascorse tre settimane da quando è subentrato a Di Francesco. Lo ha fatto in punta di piedi cercando l'appoggio della tifoseria dopo aver constatato immediatamente la fragilità del gruppo. Gli sono bastati però 180 minuti per cambiare strategia comunicativa. E le parole nel post-gara di Ferrara ne sono la dimostrazione. Quel «non siamo stati squadra» dice tutto. Dello spogliatoio e dei singoli che in campo hanno paura di loro stessi e di chi hanno davanti. Ecco perché l'allenatore ha subito provato l'all-in mediatico, parlando più da dirigente che da tecnico. Le gare sino al termine del campionato sono dieci ma se la Roma (attualmente a -4 dal Milan, quarto) dovesse rallentare ulteriormente nelle prossime tre, le ultime sette si trasformerebbero in una lunga agonia. Sir Claudio sa di aver rischiato. Bisogna vedere, già domenica con il Napoli, se il suo discorso (con riferimenti agli ingaggi da meritare), sarà utile. L'allenatore di solito non si rivolge così ai suoi giocatori che spesso certe parole le ricordano. Soprattutto quando le cose da male posso volgere al peggio. Ieri, con i nazionali rientrati a Trigoria, ha voluto nuovamente confrontarsi con il gruppo. Poi s'è dedicato a colloqui singoli (tra questi Dzeko, lusingato dal West Ham anche se lui aspetta l'Inter, e Olsen). Discorso, quello allo spogliatoio, volto a richiedere sia maggiore unità d'intenti che consapevolezza della possibilità di centrare la Champions. Anche perché il momento per rientrare o quantomeno rimanere in scia è questo: la Roma ha un calendario in salita ma Milan e Inter non sono da meno. Nelle prossime tre partite, Gattuso affronta la Sampdoria e la Juventus in trasferta, intervallate dall'impegno casalingo contro l'Udinese in piena lotta per la salvezza. L'Inter (ora a +6) ha Lazio e Atalanta a San Siro più l'insidioso match fuori casa contro la Spal. E dopo due turni c'è Inter-Roma (20 aprile).
ROTAZIONE IN DIVENIRE Il futuro è dunque adesso. Tre partite decisive nelle quali ruotare una rosa ancora al minimo. Ieri De Rossi è tornato ad allenarsi parzialmente con il gruppo ma giocare con il Napoli è un'altra cosa. Oggi Pellegrini si riaggregherà alla squadra: entrambi possono essere convocati puntando però ad un buon minutaggio nel match infrasettimanale contro la Fiorentina. Più dubbi su Manolas anche se Ranieri non ha perso le speranze di averlo almeno in panchina. Diverso il discorso per Under e Kolarov che sono a disposizione per domenica, avendo più allenamenti nelle gambe dei compagni. Out invece Florenzi, Pastore e El Shaarawy. Contro Ancelotti si va verso la conferma del 4-4-2 con Dzeko - non al massimo per un leggero fastidio alla coscia e ancora alla ricerca del primo gol stagionale all'Olimpico - pronto a far coppia con Schick.
M5S, pressing per congelare la variante. E sul “pubblico interesse” si prende tempo
IL MESSAGGERO - DE CICCO - Per ora la strategia è: prender tempo. Sulla variante urbanistica, che a detta di diversi esponenti M5S «a questo punto slitterà a dopo l’estate, anche perché prima dovrà terminare la nuova due diligence appena chiesta da Raggi, poi servirà un passaggio negli uffici, poi nei municipi...». E si prende tempo anche sulla delibera di segno opposto, quella per annullare il «pubblico interesse» di Tor di Valle, già approvata dalla Commissione Urbanistica del IX Municipio, con il voto favorevole del M5S. La presidente dell’Urbanistica comunale, Donatella Iorio, forse temendo che la fronda si allarghi al Campidoglio, ieri ha chiesto una «proroga in attesa di ricevere i pareri di tutti gli uffici». Raggi oggi parlerà in Aula, per la prima volta dopo l’arresto di De Vito. Ieri il presidente in pectore dell’Assemblea capitolina, il grillino Enrico Stefàno, si è detto ottimista, sui tempi, anche per non dare la sensazione dell’impasse: «Su tutti gli atti ci sarà un approfondimento giuridico per fugare i dubbi; se l’esito sarà positivo avremo il dovere di andare avanti e i tempi sono quelli definiti precedentemente». Diversi consiglieri stellati, in realtà, hanno già il piede pigiato sul freno. E premono, si diceva, per un rinvio a dopo l’estate.
«NESSUNA PENALE» Va fugata una volta per tutte la psicosi delle penali, insomma i risarcimenti milionari minacciati dai privati se l’operazione saltasse. C’è chi sta consultando esperti privati di diritto amministrativo, chi ha chiesto informalmente ai legali dell’Avvocatura capitolina. «Fin qui - confida un consigliere comprensibilmente sollevato - ci hanno detto tutti che prima della variante non si rischia nulla».
Rosella Sensi: «Basta bugie per giustificare il fallimento»
IL MESSAGGERO - Rosella Sensi sbotta. L’ultima intervista di Pallotta l’ha mandata su tutte le furie: «Basta alibi. Sono stufa delle bugie sulla mia famiglia». L’ex presidente della Roma su Leggo.it ha deciso di replicare al massimo dirigente giallorosso, tornato sulle problematiche relative all’acquisto del club avvenuto nel 2011. «La società era in grave difficoltà finanziaria - ha detto Pallotta all’emittente americana Real Vision -. I precedenti proprietari, anche se potevano aver fatto un buon lavoro negli anni sul campo, avevano preso alcuni prestiti e avevano una grande quantità di debiti principalmente con le banche. Con l’Unicredit che credo fosse sostanzialmente il proprietario del club. Praticamente ho passato i primi due anni quasi solamente a combattere con le banche Alla fine, ci siamo liberati di tutti i debiti».
LA REPLICA «Dopo anni di continue imprecisioni, nel migliore dei casi, sullo stato patrimoniale della As Roma - chiarisce la Sensi - sotto la proprietà della mia famiglia, è arrivato il momento di mettere un punto. Sono stanca di sentir sindacare su come la mia famiglia e mio papà per amore della Roma hanno speso soldi o accumulato debiti che non riguardavano il club ma solo il patrimonio privato. Quando Pallotta ha preso la Roma c’era una situazione di passività consolidata irrisoria. Sono dati oggettivi, non chiacchiere. Forse il presidente è mal informato o mal consigliato. Sono pronta a confrontarmi con lui quando vuole per spiegarglielo direttamente. Oggi la situazione patrimoniale è diversa ma non sarò io a commentarla in quanto lo trovo un esercizio poco elegante. Da tifosa mi auguro che la Roma possa raccogliere quanto prima i successi sportivi che merita e che mancano da tempo. Spero - ha concluso - che non si parli più in maniera inesatta del passato per trovare alibi del presente. Forza Roma»
Lo stadio e la rete di De Vito: verifiche su consiglieri e aziende
IL MESSAGGERO – DE CICCO - «Nell'ambito di un'indagine in corso da parte dell'Autorità giudiziaria, viene richiesto a Roma Capitale di produrre documentazione - formale e/o informale - sui «rapporti intercorsi tra l'amministrazione e le seguenti società». Subito dopo, la missiva del Campidoglio annota il nome di tre aziende che compaiono nelle carte dell'inchiesta su Tor di Valle, l'ultimo filone che ha portato in carcere, con l'accusa di corruzione, l'ormai ex presidente dell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito. Tutte e tre le società, secondo gli inquirenti, avrebbero avuto transazioni finanziarie con la Mdl, la società «cassaforte» di De Vito e del suo sodale, l'avvocato Mezzacapo. La lettera, che vale come «richiesta di estrema urgenza», è stata spedita ai vertici delle società partecipate del gruppo Roma Capitale e a una nutrita pattuglia di consiglieri comunali: i capigruppo e i «presidenti delle Commissioni permanenti e speciali». Con questa mossa, Palazzo Senatorio cerca di ricostruire la rete dell'ex presidente caduto in disgrazia, dopo l'arresto del 20 marzo scorso, Per capire fin dove fossero arrivati eventuali incarichi e consulenze.
I MERCATI Per gli onorevoli capitolini, la dead line per «produrre documenti» è già scaduta, la settimana scorsa. Le municipalizzate invece hanno ancora qualche giorno di tempo, dato che la lettera dei vertici del Campidoglio è partita soltanto l'altro ieri. Ai presidenti di commissione, con un altro documento firmato dal direttore dell'Assemblea, Angelo Gherardi, è stato chiesto di menzionare anche qualsiasi atto presentato «in relazione al progetto di riqualificazione dei Mercati generali di Roma Ostiense». Un altro intervento, oltre a quello dello stadio e dell'ex Fiera, a cui De Vito, secondo la Procura, si sarebbe interessato illegittimamente. Ma è l'operazione Tor di Valle la grana più insidiosa da sminare, per il Comune. Dopo la seconda retata di arresti, Raggi ha chiesto una nuova due diligence. La prima, partita a giugno 2018, appena deflagrata l'inchiesta su Parnasi e Lanzalone, era stata affidata al dipartimento Urbanistica e, di fatto, non si è ancora conclusa. Di questa seconda ispezione invece se ne occuperà il Segretariato generale, uno degli uffici di più stretta collaborazione della sindaca, nel cuore del Campidoglio. Raggi ha fatto capire di non voler mandare avanti «per forza» il progetto stadio. E aspetta, senza fretta, che dai tecnici arrivi un responso. Dall'America, si è fatto sentire James Pallotta. «Alcuni problemi probabilmente sono stati auto-inflitti dal costruttore che possedeva i terreni, altri dalle istituzioni», ha detto in un'intervista rilasciata a una web-tv di Boston, diffusa ieri ma realizzata prima dell'arresto di De Vito. «Inizieremo a costruire alla fine dell'anno, poi ci vorranno circa 28 mesi per i lavori. Spero nell'apertura in tre anni o giù di lì», è la speranza del patron giallorosso. Mancano diversi passaggi, però, anche interni ai proponenti. Il contratto di cessione dei terreni con la Eurnova di Parnasi, al netto della stretta di mano negli Usa di qualche settimana fa, non è ancora stato siglato. La firma dovrebbe arrivare prima di Pasqua. E Pallotta, con Parnasi fuori gioco, dovrà cercare un partner che costruisca materialmente lo stadio e il mega-complesso di negozi, uffici e alberghi: fonti vicine ai proponenti parlano di contatti ben avviati con il gruppo De Eccher di Udine.