Allenamento Roma. La squadra si ritroverà a Trigoria mercoledì

La Roma tornerà a Trigoria mercoledì per allenarsi in vista della sfida col Napoli, che si disputerà dopo la sosta per le Nazionali. Tanti i giocatori da tenere sotto controllo e valutare per la gara coi partenopei.


Manolas e Kolarov convocati dalle rispettive Nazionali. Non è escluso che tornino a Trigoria

Kostas Manolas e Aleksander Kolarov convocati dalle rispettive Nazionali per le partite in programma la prossima settimana ed in vista dei prossimi Europei del 2020. Non è escluso, però, che entrambi tornino in anticipo a Trigoria visto che le loro condizioni non sono ottimali, in particolare quelle del greco, che è in dubbio anche per la sfida di campionato contro il Napoli dopo la sosta.


Serie A. Il Bologna vince 3-2 a Torino coi granata

Importante vittoria del Bologna per 3-2 a Torino coi granata per rimanere attaccate alle squadre in lotta per non retrocedere. I felsinei vanno subito sotto al 6' con un'autogol di Pulgar ma poi comincia la rimonta. A segno Poli al 29', lo stesso Pulgar si fa perdonare con una rete su calcio di rigore al 34' e chiude i giochi Orsolini al 65', dopo che pochi minuti prima la VAR aveva tolto la gioia del gol a Sansone. Nel finale, prima viene espulso l'ex di giornata Lyanco e poi accorcia le distanze Izzo al 90', nel recupero rosso anche per Aina ma i giocatori di Mazzarri non riescono a completare la rimonta. Non ci voleva la vittoria della SPAL con la Roma per gli uomini di Mihajlovic ma sperano che l'Empoli possa perdere dei punti per non esser più al terzultimo posto. 


Il doppio ex di Spal-Roma – Federico Viviani

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Il tanto vituperato Luis Enrique, che soltanto tre anni dopo avrebbe vinto tutto il possibile a Barcellona, soleva chiamarloBibiani’, a causa della pronuncia spagnola che trasforma la ‘v’ in ‘b’.

Federico Viviani, nato a Lecco, ma cresciuto a Grotte di Castro, nel viterbese, nel 1992, conquistò sin da subito l’allenatore iberico. ‘Lucho’ impazziva per la facilità di calcio e la visione di gioco del ragazzo cresciuto nel settore giovanile giallorosso.

In più di un’occasione, durante le proprie conferenze stampa, l’ex tecnico del Barcellona B dichiarava apertamente la propria stima per Viviani. Alla fine, complici anche alcune assenze, Luis Enrique decise di lanciarlo nella mischia proprio durante la partita con la ‘p’ maiuscola: Roma-Juventus.

Il 12 dicembre del 2011, Viviani si ritrova titolare accanto a De Rossi nella sfida ai bianconeri di Antonio Conte. E’ una prestazione intelligente, senza voler strafare per mettersi in mostra; così, il giovane centrocampista conquista tutti, sia pubblico che addetti ai lavori.

Luis Enrique, però, che di giovani se ne intende, non vuole ‘bruciare’ il ragazzo e da quel momento in poi ne centellina l’impiego, nella speranza, magari, di poterlo aiutare a crescere negli anni seguenti; lo spagnolo ancora non sa che il suo soggiorno a Roma sarà ben più breve di quanto possa immaginare e sperare.

Alla fine della stagione 2011/2012, Viviani, che ha già debuttato, come detto, in Serie A ma pure in Europa League (Luis Enrique, infatti, lo aveva lanciato titolare in agosto nei playoff contro lo Slovan Bratislava) e Coppa Italia, ha collezionato nove presenze.

Insomma, il ghiaccio è stato rotto.

Con l’addio del mentore spagnolo e l’avvento di Zeman a Roma, la società decide di mandare il ragazzo in prestito.

Fioccano le richieste e alla fine la spunta l’ambizioso Padova in Serie B; per Viviani dovrebbe essere la stagione della definitiva esplosione ma qualcosa si inceppa.

L’anno seguente, il centrocampista cambia ancora maglia e va a Pescaraaltra esperienza sfortunata.

A metà stagione, però, arriva la chiamata del Latina, dove in 18 mesi Viviani sembra rinascere, tanto da meritare nell’estate del 2015 il ritorno nella massima serie: è il Verona di Mandorlini a volerlo nella propria rosa.

La scelta si rivela sfortunata, vista la pessima annata vissuta dagli scaligeri. Il ragazzo, però, ha comunque dimostrato di poter stare e bene in Serie A. Il Bologna se ne accorge e lo tessera.

Ancora una volta, solo un anno con una casacca.

Dall’estate del 2017, Viviani milita nella Spal, con cui peraltro ci segna nel girone di andata dello scorso campionato.

L'esperienza ferrarese dell'ormai ventisettenne centrocampista si esaurisce a gennaio del 2019, quando il Frosinone del presidente Stirpe e di mister Baroni lo accoglie tra le proprie fila per tentare di rafforzare una compagine alla disperata ricerca della salvezza nella massima serie.


Pagelle SPAL-Roma

La Roma cade a Ferrara contro la SPAL per 2-1 grazie alle reti di Fares e Petagna su rigore e con Perotti, che aveva momentaneamente pareggiato. Giallorossi in evidente crisi di gioco e risultati e le numerose assenze si sono fatte sentire contro una squadra che non vinceva dal 27 gennaio e che è in piena lotta per non retrocedere. 6 punti in 2 gare conquistati dagli uomini di Semplici è la sintesi di questo scontro e dell’intera annata romanista.

 

Olsen 5 - Insicuro per tutta la partita e sul primo gol non è completamente esente da responsabilità. Non fa grandi errori ma non regala nemmeno punti alla Roma.  

Karsdorp 4 - Il peggiore in campo dei giallorossi. Colpevole sul primo gol dei padroni di casa e fa sembrare Fares il nuovo Roberto Carlos. Un match da dimenticare per l’olandese. (80' Santon sv. Entra nei minuti finali e dà un pò più di spinta in avanti e concede meno in chiusura anche per la maggior freschezza rispetto al compagno che ha sostituito).

Fazio 5 - Prova a farsi vedere in fase d’impostazione ma in difesa quasi nullo. Dov’è finito il difensore delle precedenti stagioni?

Marcano 5 - Un altro errore tecnico del mercato di Monchi che si fa sentire in questa parte di stagione in cui si è costretti a schierarlo per mancanza di alternative. 

Juan Jesus 5 - Procura il rigore del 2-1 ai ferraresi anche se il contatto con Petagna non appare così evidente. Per il resto, si adatta a sinistra senza spingere ma è il meno peggio del reparto.  

Nzonzi 4 - Ogni volta che scende in campo ci si domanda il perché sia stato convocato così spesso in Nazionale (Deschamps lo ha escluso per la prima volta in questo periodo) e perché giochi ad alti livelli. Sembra più un giocatore di basket, non ha né la tecnica né la forza e soprattutto la velocità per palcoscenici importanti. 

Cristante 5.5 - Prova a fare qualcosa nel disastro generale ma i risultati non sono quelli sperati. Dovrebbe proporsi un pò di più quando la palla è tra i piedi dei romanisti ma è evidente che il suo è quello di intermedio in un centrocampo a 3 o un trequartista alla Nainggolan. 

Kluivert 4.5 - L’incontro con l’Empoli aveva illuso tutti che con Ranieri potesse mostrare qualcosa ma così non è stato. Evanescente ed inconcludente. Sostituito per disperazione a fine primo tempo. (46' Zaniolo 6 - Pronti via fa un bell’assist a Dzeko che vale il penalty del momentaneo pareggio, poi tenta qualche numero ma la difesa della SPAL gli concede pochissimo). 

Schick 5.5 - Buon primo tempo quando si crea un paio di occasioni interessanti ma sbaglia la conclusione o l’ultimo passaggio. Scompare nella ripresa nella morsa di Bonifazi, Vicari e Cionek non Bonucci, Barzagli e Chiellini… 

Dzeko 6 - Comincia a giocare quando si innervosisce come a Frosinone ma stavolta trova Viviano in stato di grazia che prima respinge di piedi un suo tiro di sinistro e nella ripresa gli nega la gioia del gol respingendo un tiro di destro sul secondo palo a botta sicura. 

El Shaarawy 5.5 - Non un primo tempo da ricordare ma forse avrebbe meritato di rimanere in campo, vista la ripresa di Schick, avanzandolo al fianco di Dzeko e dando meno punti di riferimento ai difensori ferraresi. Una sua conclusione poteva esser finalizzata meglio ma è mancata anche in lui la luciidtà. (46' Perotti 6 - Il rigore trasformato con freddezza e poco altro per l’argentino ma almeno ha provato a raddrizzare una partita nata storta e finita peggio). 

 

Ranieri 5 - Difficile arrivare e cambiare completamente la rotta di una squadra che prende sempre gol in un modo o in un altro. Prova a ricominciare dalle basi ma il materiale a disposizione è veramente misero. Poche le responsabilità del tecnico quando non si hanno alternative valide ed i calciatori in campo non sono all’altezza. Monchi ha lasciato una pesante eredità e sarà dura anche in estate rimettere a posto le cose.


Ritorno a Canossa

INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – La settimana scorsa la Roma ha esonerato Eusebio Di Francesco e, il giorno seguente, Monchi ha fatto le valige e ha salutato il club. Che l’esperienza del ds nella Capitale si sarebbe conclusa a breve era nelle sensazioni di tutti, se non dopo l’esonero del tecnico abruzzese sicuramente al termine della stagione. “C’è voluto un secondo per scegliere la Roma, sarà impossibile dimenticarla”, recita lo spagnolo sul suo profilo Instagram a pochissime ore dall’annuncio del suo addio.

A Monchi non sono di certo mancate le offerte di lavoro, anche mentre si trovava ancora tra i dirigenti giallorossi. Nelle ultime settimane l’ipotesi Premier League si era fatta più che insistente per il direttore sportivo, con l’Arsenal che nei giorni passati aveva maturato un pressing costante nei confronti dello spagnolo. Sembrava fosse cosa fatta, da Roma a Londra in un battito di ciglia.

Ma ecco sbucare il Siviglia, club che Monchi ha chiamato casa per ben 18 anni, dal 1999 al 2017, e che aveva lasciato due anni fa per insediarsi a Trigoria. Dalla Spagna trapelano alcuni retroscena sulla trattativa: il club andaluso aveva avviato i contatti con Monchi non appena era stato ufficializzato il suo addio alla Roma. L’eliminazione dall’Europa League, con conseguente esonero del tecnico Machin e il ritorno in panchina del ds Caparros, ha fatto il resto.

Fin dai primi contatti l'ex ds giallorosso ha dato la sua disponibilità. Il presidente Castro avrebbe voluto chiudere la trattativa già nella giornata di ieri ma forse bisognerà attendere ancora qualche giorno o, forse, solo qualche ora. Intanto arrivano altri indizi dai profili social di Monchi che non lascerebbero spazio ai dubbi:

“El corazón nunca olvida el lugar donde dejó sus mejores latidos”. (“Il cuore non dimentica mai il luogo in cui ha lasciato i suoi migliori battiti”).


Ranieri tiene la Champions sotto coperta

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Claudio Ranieri entra in campo e ancora non ne trova molti sani, ma qualcuno in più rispetto alla scorsa settimana sicuramente lo avrà a disposizione per la sfida di domani a Ferrara (Dzeko e Fazio, ad esempio). Ma ogni giorno ce n'è una: Kolarov e Zaniolo non sono ancora pronti. Ed ecco che, quando in conferenza stampa ipotizza la presenza di Jesus al posto di Aleksandar, torna a tutti in mente quando, alla sua prima sulla panchina della Roma, a Siena dieci anni fa, schierò Burdisso come terzino sinistro. Un centrale sulla fascia, esperimento già visto da queste parti proprio con Jesus: ce lo ha messo Spalletti, lo ha fatto anche Di Francesco (che lì ha schierato una volta anche Marcano) e lo farà anche sor Claudio.

PRIMA DIFENDERE - Il concetto della difesa bloccata, in questo momento, dà alla squadra più certezze. «Non dobbiamo prendere gol, perché uno, prima o poi lo facciamo», va ripetendo Ranieri. E' una struttura di squadra provvisoria, come detto spesso in questi giorni, solo per far passare la nottata. E la nottata finisce proprio a Ferrara, perché poi ci saranno la sosta, più tempo per svuotare infermeria e per provare altro tatticamente. In quei giorni Ranieri penserà a qualcosa di diverso, come ha già preannunciato, ad esempio, studierà l'ipotesi di inserire un trequartista dietro le due punte. Ma intanto i punti servono ora, quelli di Ferrara sono indispensabili. Ranieri vuole una squadra compatta, con due blocchi di granito: uno difensivo e uno offensivo. I tre centrali su quattro che comporranno la linea difensiva (Fazio, Marcano e Jesus) consentono alla squadra di non soffrire l'unocontrouno e di non trovarsi scoperta sulle ripartenze avversarie. Santon - pare - è il quarto, preferito a Karsdorp, al quale piace più attaccare, per sua stessa ammissione. «Non contano i sistemi di gioco, ma che i ragazzi si riconoscano nelle loro posizioni e che possano fare il meglio. E' importante che la squadra sia compatta e abbia equilibrio. E che giochi libera», le parole di Ranieri, che ha anticipato la conferenza stampa, che invece della vigilia è diventata dell'anti-vigilia. Così oggi e domani.

AVANTI E TACCOLA - Il blocco offensivo comprenderà 4 attaccanti e due centrocampisti. Facendo un po' di numeri, possiamo parlare di un 4-4-2 (o 4-4-1-1) o 4-2-4. Gli esterni, El Shaarawy e Kluivert (o Zaniolo) avranno il compito di stare bassi e ripartire, sfruttando il campo che verrà concesso e poi là davanti Schick e Dzeko dovranno pensare a non mancare le occasioni. Il pressing alto? No, zero. Perché la squadra non è in condizione e uno sforzo di troppo potrebbe essere fatale a gente che viene da ricadute o vecchie noie muscolari, vedi Perotti, Schick, Dzeko, lo stesso El Shaarawy. A Ferrara - tanto per essere un po' retorici - serve una Roma testaccina, tutto cuore e romanismo (a proposito di romanismo, domani il nome di Taccola - a cinquant'anni dalla scomparsa - comparirà sulla manica sinistra della Roma, Ranieri con Giuliano ha condiviso una brevissima parte della carriera). «Bisogna stare attenti, i giocatori possono farsi male e un po' sono anche ansiosi. Sapendo che molti hanno problemi fisici devo stare attento per evitare che i piccoli problemi diventino grandi problemi». Per ora ci si arrangia, poi si vedrà. L'unica missione è il risultato.


Roma dura e pura. La terapia d’urto di Ranieri: “Liberiamoci dalla paura”

LEGGO -BALZANI - Il nemico è la paura. Si pensa che sia l'odio, ma, è la paura, diceva un certo Mahatma Gandhi. E proprio la paura è il sentimento che Ranieri vuole scacciare dall'anima della Roma. Paura di sbagliare, paura di farsi male visti i tanti infortuni, paura di non essere all'altezza. Pure contro l'Empoli, infatti, nel finale i giallorossi hanno rischiato l'ennesima rimonta. «Non abbiate paura», ha urlato il tecnico durante l'allenamento. E lo ha ribadito ieri in conferenza stampa che lo stesso Ranieri ha voluto anticipare di un giorno per non deconcentrare il gruppo alla vigilia della gara con la Spal: «Dalla Roma ci si aspetta sempre tanto, io sono arrivato dopo due sconfitte consecutive. Non essendoci dei giocatori importanti e mettendo in campo una squadra con parecchi giocatori che non sono abituati insieme, io gli devo dire di giocare senza paura. Non mi importa dell'errore, voglio una squadra libera mentalmente, senza preoccupazioni». E poco importa a se qualche giocatore si sente soltanto di passaggio nella Roma: «Se così fosse, dovrebbe fare bene ancora di più, perché se fa bene lo prendono altre squadre, se fa male non lo prende nessuno. Credo sempre nella voglia di mettersi in mostra».

Senza paura e quindi all'attacco, con due punte come Dzeko e Schick che si ritroveranno in coppia a prescindere dal modulo: «Non importano i sistemi di gioco - dichiara Ranieri -, l'importante è che possano dare il meglio. L'importante è che la squadra sia compatta e abbia equilibrio. Naturalmente bisogna fare attenzione poi a quali esterni inserire». Potrebbe mancare Kolarov che anche ieri ha svolto solo lavoro individuale mentre Zaniolo si è allenato col gruppo per buona parte dell'allenamento: «Ho il dubbio se utilizzarli o meno. Se i giocatori si fanno male e sono un po' ansiogeni di carattere, bisogna stare attenti. Arrivando da fuori e sapendo che molti hanno problemi fisici devo stare attento a evitare che i piccoli problemi diventino grandi problemi. In difesa torna Fazio che per me è un pezzo da 90. Sono convinto che possa far bene con me». Parole sagge che arrivano prima di undici finali (come le ha chiamate lo stesso Zaniolo) utili per riprendere le milanesi e quindi la Champions. Con coraggio, e senza paura.


Nzonzi, addio Nazionale: Deschamps lo mette fuori

LEGGO - BALZANI - La crisi con la Roma si paga pure in Nazionale. Lo sa bene Steven Nzonzi che ha “perso” la Francia, con la quale si è laureato campione nel mondo appena 8 mesi fa, a causa delle opache prestazioni in giallorosso. Il ct Deschamps lo ha escluso dai convocati in vista del doppio impegno della Francia contro Moldavia e Islanda, in programma rispettivamente il 22 e il 25 marzo, preferendogli Ndombele del Lione. Un duro colpo per l’ex centrocampista del Siviglia che Ranieri proverà a rigenerare in queste settimane. Il suo futuro resta comunque in bilico. Monchi potrebbe portarlo all’Arsenal dove Nzonzi andrebbe di corsa visto che a Londra vive pure suo figlio insieme all’ex moglie del calciatore. E il suo posto nella Roma, secondo i tabloid inglesi, potrebbe essere preso da un ex pupillo di Ranieri. Quel Drinkwater ex Leicester che al Chelsea di Sarri sta trovando pochissimo spazio. Lo sguardo della Roma sul mercato tuttavia resta fisso sull’Italia tanto che si sono intensificati in questi i giorni i contatti con Cagliari e Brescia per Cragno e Tonali.


Olsen, c’è nuova vita dietro il muro che gli ha costruito mister Claudio

IL MESSAGGERO - CARINA - Ora non ha più scuse. Perché se con Di Francesco ci poteva essere l’alibi di una difesa alta (anche se negli ultimi tempi Eusebio ne aveva abbassato il raggio d’azione) e più esposta agli attacchi avversari, adesso con Ranieri anche questa attenuante viene meno. Difesa bloccata con tre centrali su quattro elementi nella prossima trasferta di Ferrara: più protetto di così, Olsen non può sperare. In un assetto del genere, con il Copenaghen, nella stagione 2016-17, non incassò reti in 27 partite, 19 in campionato, record in Danimarca. A Trigoria si accontenterebbero di molto meno. Perché la buona sorte che accompagna il portiere svedese rischia di non bastare più. Dopo l’acuto nel match contro il Bologna, le incertezze continuano a ripetersi. E se in stagione quelle più clamorose non sono (quasi) mai state influenti sul risultato finale (le ultime della serie: il momentaneo vantaggio di Ciano a Frosinone, il 3-0 di Cataldi al derby, il gol annullato a Krunic l’altra sera, con una parabola che tutto sembrava fuorché irresistibile) minano comunque la fiducia dei compagni.

NUOVA VITA - Non è un caso che appena arrivato, il tecnico di San Saba - anche pubblicamente - si sia preso un momento di riflessione: «Chi gioca in porta? Vediamo». Poi ha scelto Olsen che tuttavia anche contro l’Empoli non ha convinto. Quello che sorprende del gigante svedese è l’involuzione che lo ha portato negli ultimi match a non azzardare mai le uscite. Nemmeno quando il pallone vaga ad altezza uomo nell’area piccola del portiere, territorio di sua completa competenza. Nella corsa alla Champions, la Roma ha necessità di registrare la difesa (attualmente è la decima del torneo: 37 reti subite in 27 gare). Ranieri lo sta facendo sia attraverso le scelte sia chiedendo ai difensori di giocare meno il pallone. Ora, però, serve che Olsen regali tranquillità ai compagni di reparto. Facendo quello che sa fare meglio: parare il parabile. Anche perché Mirante è pronto. E continua a lavorare sapendo che prima o poi potrebbe arrivare la sua occasione.


Claudio, idea Champions: “Ora conta la testa”

LA GAZZETTA DELLO SPORT - «Portare la Roma in Champions». Claudio Ranieri da una settimana, ha un’ossessione. La sera guarda partite, di giorno è fisso a Trigoria, tanto da aver messo in secondo piano persino un piccolo intervento al ginocchio. Per Ranieri, ora, esistono soltanto «i miei ragazzi» ed è anche per questo che ha deciso di fissare la conferenza due giorni prima della partita.

La Roma giocherà domani alle 18 contro la Spal, lui ha incontrato i giornalisti ieri alle 10.30. Battendo, ancora una volta, su un tasto: «Voglio una squadra compatta e senza paura». (...) La paura, oltre che fisica, è però anche mentale: «I moduli contano fino a un certo punto, conta la predisposizione. Dzeko e Schick insieme, a prescindere, si devono riconoscere nelle loro posizioni, Fazio è un pezzo da 90, ci sta che abbia momenti no. È intelligente, sa leggere l’azione e può fare bene».

L’argentino guiderà la difesa insieme a Marcano, mentre Kolarov è a rischio per un fastidio su una vecchia cicatrice. Se non dovesse farcela al suo posto Santon oppure Juan Jesus. (...)


ElSha 10. Bomber a sorpresa: “Battiamo la Spal. È ora di svoltare”

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Spalletti lo considerava importante, anche se si lamentava della sua di­scontinuità. Di Francesco era andato anche oltre, arrivando a definirlo in camera caritatis il suo esterno ideale, per la sua ca­pacità di attacca­re gli spazi ma saper anche aiutare in fase di­fensiva. Ranieri, invece, la prima cosa che ha fatto – terminata la partita vinta con l’Empoli – è stata quella di fargli i complimenti. Ma non per il gol segnato con cui ha aperto le danze, ma per tutte quelle corse e quei recu­peri che hanno permesso alla squadra di essere compatta in fase difensiva e di rifiatare nel finale. Stephan El Shaarawy così oggi vive probabilmente il suo momento migliore da quando è alla Roma. (...)

(...) Che poi El Shaa­rawy sia davvero carico lo ha dimostrato anche ieri, parlan­do a Roma Tv. «I nove gol sono un traguardo importante, la voglia è di arrivare in doppia cifra – dice il Faraone –. La cosa più importante, però, è aver trovato la continuità, che pri­ma mi mancava un po’. Manca­no ancora due mesi, bisogna essere concentrati e fare il me­glio per me e per la squadra». Ad iniziare proprio da Ferrara, dove Stephan dovrà fare l’esterno a sinistra con due compiti: aiutare in fase difensiva ed alzarsi in quella offensiva, per andare a da­re una mano alla coppia d’attacco formata da e Schick. «Quella con la Spal è una gara che dobbiamo vincere – continua – Anche se non sarà facile, loro vengono da due sconfitte e lottano per salvarsi. Metteranno in campo tanta rabbia, ma a noi servono i tre punti». (...)