A Zidane piace Cengiz Ünder
Zinedine Zidane, da poco ritornato sulla panchina del Real, avrebbe preparato una sorta di "lista della spesa" da sottoporre al presidente Perez. Secondo il portale turco Fotomac, tra i nomi, di giovani talenti che vorrebbe a Madrid, ci sarebbe anche quellod del giallorosso Cengiz Ünder.
Olsen non interessa al Watford
Il Watford non è alla ricerca di un portiere e non ha mai valutato il nome di quello giallorosso e della nazionale svedese Robin Olsen. Questo è quanto riferisce Tele Radio Stereo, in merito a quanto uscito nella giornata di ieri di un interesse del club inglese per il romanista.
Callejon: "Con la Roma sarà una grandissima partita. Vogliamo vincere e spero di far gol"
Jose Maria Callejon, esterno offensivo del Napoli, è stato intervistato da Sky Sport e ha parlato anche del match di domani all'Olimpico contro la Roma. Queste le sue dichiarazioni:
"Sarà sempre una grandissima partita. Devo fare bene anche in trasferta, ultimamente faccio gol e assist al San Paolo. Spero di fare gol se si può, vogliamo vincere contro la Roma".
Bavagnoli: "Ora c'è molto più interesse nel calcio femminile. Le squadre di oggi hanno più qualità ed investono più soldi che in passato"
Elisabetta Bavagnoli, tecnico della Roma femminile, è stata intervistata da The Equalizer, parlando del calcio femminile e della sua esperienza in giallorosso.
Secondo te, quali furono le ragioni per cui l’Italia aveva un grande campionato tra gli anni ‘80 e ‘90?
“Avevamo certamente molti ottimi giocatori, italiani e stranieri, in quel periodo. Era un periodo in cui lottammo un sacco di battaglie e portammo a casa alcuni grandi risultati. Pensando ad adesso, non ho dubbi che i giocatori di quell’epoca fossero pioniere del calcio femminile. Quando viaggiavamo con la nazionale e affrontavamo squadre più forti, ci rendevamo conto che avevamo ancora molto lavoro da fare per raggiungere quel livello. C’er una grossa differenza fisica tra loro e noi. Ma abbiamo lavorato sodo per ridurre il gap e in parte ci siamo riuscite, grazie al talento di alcuni nostri giocatori. Sfortunatamente, tuttavia, in Italia ci manca una cosa vitale: il desiderio di investire nel calcio femminile”.
Che ricordi hai del Mundialito? Quando lo avete vinto, vi siete sentite Campionesse del Mondo?
“Ho bei ricordi di tutte e tre le edizioni del Mondialito, che l’Italia ha vinto negli anni ‘80. Ho ricordi particolarmente saldi dell’edizione 1986, perché segnai contro la Cina e anche perché battemmo gli USA in finale. Mi stavo facendo un nome come calciatrice, ma mi sentii bene. C’era una grande competizione per entrare in nazionale”.
Come ti sei sentita a partecipare nella prima Coppa del Mondo Ufficiale? C’era grande interesse?
“Ero davvero eccitata di partecipare, non solo per me ma anche per le mie compagne. Eravamo felici, grate e pronte a mostrare al mondo che le donne potevano giocare a calcio e mettere su uno spettacolo. Ero una delle giocatrici più esperte in squadra, nei migliori anni della mia carriera. Chiudemmo quinte e - considerate le squadre che affrontammo - penso che fosse un ottimo risultato. Fummo eliminate dalla Norvegia, che era una delle squadre migliori, allora. Le persone erano davvero coinvolte, ma a casa non c’era molto interesse. Le nostre partite ottenevano solo poche righe sui giornali. Fortunatamente, ora c’è molto più interesse nel calcio femminile, ed è una buona cosa”.
Come giudichi lo standard della Serie A negli anni ‘80 e ‘90 rispetto ad adesso?
“Oggigiorno, le squadre femminili possono giocare in un modo più piacevole, perché il nostro modo di giocare è molto cambiato. Non giochiamo più uomo a uomo, come negli anni ‘80, e molte più persone guardano alla tattica e contribuiscono alla crescita del gioco in diversi settori. Parlando in generale, penso che le partite siano molto più godevoli, nonostante in passato avessimo giocatrici sicuramente migliori rispetto ad adesso. Non parlo solo di Carolina Morace e Adele Marsiletti, ma anche altre campionesse come Susanne Agustesen. Detto questo, le squadre di oggi hanno più qualità e investono molto di più nelle giocatrici, mentre ai miei tempi ci si costruiva attorno al talento dei singoli. Tuttavia, c’è una cosa che fa tutta la differenza del mondo tra quando giocavo e adesso: giovani ragazze che vogliono giocare a calcio, oggi, possono farlo facilmente, mentre ai miei tempi non c’erano centri di formazione per ragazze, quindi c’erano meno opportunità per loro”.
Secondo te, perché il campionato ha cominciato a perdere terreno rispetto alle altre nazioni? O non sei d’accordo con questo?
“Nei tardi anni ‘90 e nei primi 2000, il calcio femminile ha avuto un declino. Noi giocatrici ce ne siamo rese conto guardando agli altri paesi, dove il calcio femminile si stava sviluppando rapidamente. Nel resto del mondo, l’interesse nel calcio femminile stava crescendo grazie al mondiale 1999, che fu seguito da molte persone in tutto il mondo, ma in Italia l’interesse creato da una generazione d’oro di calciatrici, che era a fine ciclo, stava svanendo. Non c’era una vera nuova generazione pronta a prendere il testimone, perché i miglioramenti nella qualità della nazionale negli anni ‘90 non corrispose a un miglioramento delle strutture, che avrebbe permesso a giovani giocatrici di sviluppare il loro talento”.
Quando guardi alla Serie A di oggi, con il passaggio tra i professionisti, ti chiedi mai cosa sarebbe successo se fosse accaduto ai tuoi tempi?
“È il rimpianto più grande della mia generazione quello di non poter beneficiare di quello che abbiamo oggi. Abbiamo strutture dedicate solamente al calcio femminile, staff tecnici qualificati, media interessati a questo sport e tifosi che vogliono seguire le partite femminili così come le maschili. Se tutto questo fosse successo per la mia generazione, sono sicuro che l’Italia avrebbe avuto più successo in campo internazionale e saremmo molto più competitive ora”.
Pensi che il calcio italiano femminile abbia le stesse caratteristiche di quello maschile, o l’approccio è molto differente?
“C’è un solo calcio e l’approccio è lo stesso. La differenza fondamentale tra uomini e donne è l’abitudine a giocare. I ragazzi si abituano a calciare da piccoli, in Italia abbiamo passato troppo tempo pensando che il calcio non fosse uno sport per ragazze. C’erano troppe barriere idelogiche alzate davanti alle ragazze che volevano giocare a calcio ed è solo recentemente che le persone si sono rese conto che non c’è differenza tra calciatori uomini e donne, e che entrambi sono liberi di esprimere il loro talento”.
Quanto è cresciuto, dal tuo punto di vista, l’interesse per il calcio femminile in Italia durante la tua vita?
“Penso che lo sviluppo del calcio femminile in Italia sia vitale. Possiamo fare ancora di più, perché in Italia le calciatrici non sono ancora riconosciute come professioniste e sarà un passo fondamentale se vogliamo che il gioco continui a crescere”.
Secondo te, la nazionale ha possibilità di andare lontano nella Coppa del Mondo e vincerla? Se non quest’anno, ci sono giocatrici che potrebbero farlo nel 2023?
“Penso che l’Italia possa superare la fase a gruppi, perché abbiamo la qualità necessaria per causare problemi a Brasile, Australia e Giamaica. Superare i gironi ci darebbe molta fiducia e non ci sarebbero più limiti, sarà decisiva la mentalità per andare avanti. Secondo me, nel 2023 raccoglieremo i frutti della battaglia che le calciatrici stanno combattendo adesso. Ci permetterà di essere una nazionale migliore. Nei prossimi anni vedremo più ragazze giocare a calcio e la qualità del campionato migliorerà”.
In un periodo in cui le opportunità per il calcio femminile erano poche, cosa ti ha spinto ad allenare? È particolare sfidare Carolina Morace, con cui hai lavorato insieme per tanti anni?
“Ho sempre voluto trasmettere la mia esperienza alle generazioni più giovani. Ho cominciato allenando gli uomini, prima di lavorare con le donne. Quando la Roma mi ha chiamato per vedere se fossi disponibile ad allenare la loro squadra femminile, sapevo che fosse un’opportunità da prendere al volo. Era come la fine di un ciclo. Ho ripensato a quando giocavo negli anni ‘80, alle battaglie combattute dalla mia generazione e a ciò che sognavo, e questa esperienza alla Roma mi ha permesso di realizzare quei sogni. È stimolante e un po’ strano sfidarmi con Carolina, non avrei mai immaginato di trovarmi faccia a faccia con lei come allenatrici”.
Ci sono più obblighi nell’allenare una squadra conosciuta come la Roma?
“Senza dubbio, il fatto che la squadra maschile sia così seguita ha dato alle donne molta visibilità dall’inizio. Questo ha spinto me e il mio staff a essere ancora più concentrati su tutto quello che facciamo. La Roma ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno, dunque dobbiamo sfruttare tutte le opportunità che ci vengono concesse. Questo significa che le ragazze possono allenarsi al massimo livello, in un contesto competitivo, ma inevitabilmente aumenta le mie responsabilità come allenatrice”.
Il tuo obiettivo è vincere trofei o sviluppare giocatrici?
“La squadra è formata da molte giovani, talentuose giocatrici, quindi inevitabilmente il primo step è quello di sviluppare il gruppo. Detto questo, abbiamo raggiunto le semifinali di Coppa Italia, quindi provare a vincere il nostro primo trofeo è diventata la priorità. Dobbiamo puntare a questo, dopo tutto quello che abbiamo fatto. Dopodiché, abbiamo idee molto chiare per la prossima stagione: vogliamo qualificarci per la Champions League e misurarci sul palcoscenico internazionale”.
Con Roma, Juventus, Milan e Fiorentina che hanno squadre professionistiche, ha senso per le ragazze entrare nel calcio e puntare a una carriera professionistica?
“Assolutamente. Grazie alle squadre femminili delle squadre professionistiche, molte ragazze possono sognare di diventare professioniste e di giocare per la loro squadra preferita. Per la prima volta da tanto tempo, c’è molto interesse nello sviluppo delle squadre femminili. Speriamo che si continui così perché ci saranno tante altre sfide all’orizzonte”.
Ecco i convocati del Napoli per la trasferta di Roma
Carlo Ancelotti, tecnico del Napoli, ha reso nota la lista dei convocati azzurri per la trasferta all'Olimpico contro la Roma. Spiccano le assenze di Insigne, fermato dal problema muscolare accusato nell'allenamento di ieri e sostituito dal trequartista della Primavera azzurra Gianluca Gaetano, degli altri infortunati Albiol, Chiriches, Diawara, Ospina e Ghoulam più lo squalificato Zielinski.
Questo l'elenco completo:
Meret, Karnezis, D'Andrea, Malcuit, Koulibaly, Luperto, Maksimovic, Mario Rui, Hysaj, Allan, Fabian Ruiz, Younes, Verdi, Callejon, Ounas, Mertens, Milik, Gaetano.
La Francia elogia Campos: "Non ha tempo da perdere ed è sempre un passo avanti"
Luis Campos, direttore sportivo del Lille, elogiato dalla stampa francese ed in particolare da Le Parisien, che oggi lo definisce: "L'uomo che vince", nel titolo dell'articolo con cui lo ha celebrato. La sua squadra si sta giocando un posto nella prossima Champions League senza avere le risorse economiche di altri grandi club francesi..
Questa, invece, l'opinione di chi lo conosce direttamente:
"Non ha mai tempo da perdere, è sempre un passo avanti", afferma un suo caro amico. La sua ossessione è scovare giovani calciatori che saranno i campioni del futuro. Obiettivo che ha già dimostrato di sapere centrare nelle stagioni trascorse al Monaco, che ha messo a segno delle clamorose plusvalenze con Martial, Fabinho e Lemar.
Admar Lopes, capo scout del Lille e stretto collaboratore di Campos da 6 anni, spiega: "Compra a buon mercato, valorizza il giocatore e poi lo rivende a peso d'oro".
Il segreto del suo successo?
"E' esigente, non è facile lavorare con lui".
Parla cinque lingue: portoghese, francese, spagnolo inglese e italiano. In ogni stagione studia insieme al suo staff circa 3000 profili di calciatori e preferisce puntare su quelli con un’età compresa tra i 16 e i 23 anni.
"Idealmente preferiamo seguirli per 3 anni prima di decidere se fare o no un passo avanti. L'esperienza da allenatore lo ha aiutato ad avere una visione più globale del calciatore e delle sue esigenze".
Luis Alberto: "A Monchi non hanno dato abbastanza tempo. Per me è il migliore del mondo"
Luis Alberto, giocatore della Lazio, ha parlato ai microfoni di as.com dicendo il suo parere su Monchi; ex DS della Roma:
"A Monchi penso non abbiano dato abbastanza tempo. Se ti aspetti di vincere la Champions in due anni… Per me è il miglior direttore sportivo del mondo. Basta vedere che il giorno dopo aveva già trovato squadra e sono sicuro che aveva anche più di un’offerta. Il derby di Siviglia o quello di Roma? Lazio-Roma è piuttosto caldo. Ne ho vissuti abbastanza e dopo l’ultima vittoria devo scegliere quello di Roma".
Fuzato impiegato nel match della Primavera contro il Genoa (Video)
Questo pomeriggio, il terzo portiere della prima squadra della Roma Daniel Fuzato, sta giocando con la Primavera. I ragazzi di Alberto De Rossi sono impegnati nella sfida casalinga al Tre Fontante contro il Genoa ed è stato deciso di provare il giovane brasiliano.
Alle 14:30 #ASRoma in campo al Tre Fontane contro il Genoa per l'8° turno di ritorno del campionato #Primavera1TIM Ecco la nostra formazione: Fuzato; Parodi, Cargnelutti, Trasciani, Semeraro; Pezzella, Greco, Riccardi; D'Orazio, Celar, Cangiano pic.twitter.com/NLPuV2nMIK
— AS Roma (@OfficialASRoma) 30 marzo 2019
Sirigu stila la classifica dei compagni più forti all time. Presenti Balzaretti e Pastore
Salvatore Sirigu, portiere del Torino, è stato intervistato da Sky Sport e ha stilato la classifica dei compagni di squadra più forti di tutta la sua carriera. Presenti anche Federico Balzaretti e Javier Pastore e di quest'ultimo dice: "Lo metto mezzala anche se non gli piace". Ecco la formazione:
(5-2-3): Perin; Maxwell, Bonucci, Bovo, Astori Balzaretti; Verratti, Pastore; Ljajic, Lavezzi, Ibrahimovic.
Campionato Primavera, Roma batte Genoa 4-2. Doppietta per Celar e Cangiano. In campo anche Fuzato
La Roma Primavera è scesa sul campo del Tre Fontane per la 23sima giornata di campionato contro il Genoa.
I ragazzi di Alberto De Rossi, dopo una prima fase di studio, sfiorano il vantaggio al 37' con Celar che da dentro l'area colpisce la traversa. Ma sono le prove generali del gol, che arriva quattro minuti più tardi sempre con Celar, che con un tiro di prima ad incrociare batte il portiere avversario.
Nella ripresa pareggia il Genoa al 51' con Favilli che trova la rete con un colpo di testa in tuffo. Ma la Roma non ci sta ed al 58' ritrova il vantaggio con Cangiano che si accentra e trova l'angolo giusto con un destro a giro. Al 64' si ripete lo stesso Cangiano con un'azione fotocopia, ma questa volta il tiro è rasoterra per lo stesso esito del precedente: gol e 3-1. Al 76' la Roma chiude i giochi con Celar con un tiro ad incrociare su cui Russo non può nulla. 4-1 e Roma ormai sicura della vittoria, ma il Genoa reagisce ed accorcia le distanze un minuto più tardi (77') nuovamente con Favilli, che calcia al volo e batte Fuzato (quest'oggi in campo con la Primavera). All'82' i rossoblu potrebbero trovare anche la terza rete, ma Gromberg è sfortunato e la sua conclusone si infrange contro la traversa.
Termina così il match, con la Roma che batte il Genoa 4-2.
Serie A, Udinese-Genoa 2-0. A segno Okaka e Mandragora
Appena terminata Udinese-Genoa, primo anticipo di questo sabato di campionato, valida per la 29esima giornata di Serie A. I bianconeri subito in vantaggio con Okaka, al 4’ di gioco; Mandragora raddoppia al 62’ consegnando la vittoria all’Udinese.
Allenamento Roma, palestra e tattica in vista del Napoli. In gruppo De Rossi, Kolarov ed Under
La Roma ha svolto nel pomeriggio la rifinitura in vista del match di domani contro il Napoli. I ragazzi di Ranieri hanno cominciato in sala video per poi concentrarsi sul lavoro in palestra. La sessione è terminata con un focus di tattica in campo. De Rossi, Kolarov ed Under regolarmente in gruppo. Solo terapie, invece, per Florenzi ed El Shaarawy. Lorenzo Pellegrini ha svolto un allenamento personalizzato in campo.