Zaniolo, Udine e la notte speciale: «Una stagione da ricordare: realizzo un sogno dopo l’altro»
IL MESSAGGERO - TRANI - «Lo so, da qui è partito anche il Capitano». Il risveglio di Zaniolo è di nuovo bellissimo, come gli è successo spesso in questa stagione che continua a regalargli un’emozione dietro l’altra. La data non l’ha studiata sugli almanacchi nè tantomeno a scuola, ma a Trigoria: 10 ottobre 1998. L’Italia supera la Svizzera e al 25’ della ripresa, con il numero 17, Zoff fa esordire Totti al posto di Del Piero. A Udine. Stesso teatro, quindi: lo stadio Friuli che oggi è la Dacia Arena. E stesso punteggio della partita di sabato contro la Finlandia: 2-0. E sempre nelle qualificazioni per l’Europeo. «Francesco mi consiglia ogni giorno. Mi dice come devo allenarmi, comportarmi e giocare. Anche in questo è un campione. Mi ripete che devo restare con i piedi per terra:arrivare è un attimo, rimanere a certi livelli è invece durissimo». Nicolò, nell’intervista a Donatella Scarnati per la Domenica Sportiva, racconta la sua notte speciale.
ANNATA MAGICA - «Sono orgoglioso e felicissimo di questo debutto. Mancini, però, si è subito fidato. E io ho cercato di dimostrargli che, chiamandomi prima ancora delmio debutto in serie A, non si era sbagliato» chiarisce Zaniolo . Il ct lo ha voluto a Coverciano il 1° settembre, quasi 7 mesi fa. Sabato è diventato il suo 15° esordiente. Con la Roma, invece, i primi passi in Champions, addirittura al Bernabeu contro il Real. «Indimenticabile, come il gol al Sassuolo, il mio primo in campionato. Ecco perché a Di Francesco devo tanto. Ha sempre creduto in me e mi ha dato molto sia in campo che fuori. Si sa rapportare con le persone. Mi è dispiaciuto che sia andato via: lo considero bravissimo. Ora, però, c’è Ranieri e devo dare il massimo con lui. Che ha esperienza, ha vinto e conosce Roma e la Roma».
NESSUNA TENTAZIONE - «Il mio futuro è in campo, allenamento dopo allenamento». Il mercato non intralcia il percorso di Zaniolo. e nemmeno qualche rumor che lo accosta alla Juventus solo perché sui social finiscono le sue foto con Kean che è il compagno di stanza in Nazionale. «Siamo grandi amici, viviamo insieme ventiquattr’ore su ventiquattro e ci divertiamo. Se postiamo quelle immagini è solo perché condividiamo i nostri momenti più belli. Gli ho detto prima della partita che avrebbe segnato e sono contento che ci sia riuscito. La Juve e il mercato non c’entrano con il nostro rapporto». Nicolò è seguito dal club biaconero e da qualche società straniera di primo piano. «È la ricompensa per tutto quello che sto facendo. Il debutto di Udine è un altro sogno che ho realizzato quest’anno. Ma so bene che non devo montarmi la testa». In tribuna alla Dacia Arena il padre Igor, la madre Francesca e la sorella Benedetta. «La famiglia c’è sempre. Mamma si è messa a piangere, lo fa spesso: è sensibile come me. Anche papà si è commosso. Sono geloso di mamma, come tutti i figli. Ho undici tatuaggi, sulla coscia quello per lei. Con la scritta: nella mia esistenza sei l’essenza».
Stadio Gate: partono gli interrogatori
LEGGO - LOIACONO - Settimana ad alta tensione per il Campidoglio, a giorni partiranno gli interrogatori in Procura e lo scandalo che ha investito De Vito ora fa tremare la maggioranza in Consiglio Comunale. Marcello De Vito, il presidente dell'Aula consiliare e una delle (ex) colonne portanti del M5S, verrà ascoltato entro la fine di questa settimana per l'udienza davanti al tribunale della Libertà. Con lui i giudici ascolteranno anche i principali indagati, tra cui Camillo Mezzacapo: si tratta dell'avvocato a cui De Vito, secondo l'accusa, faceva ottenere consulenze per vari imprenditori, in cambio di favori.
Giornate caldissime per il Comune anche perché potrebbero partire gli interrogatori di tutte le persone coinvolte oltre alle convocazioni dei vari testimoni, per ascoltarli in quanto informati sui fatti. Al vaglio degli inquirenti, infatti, ci sono le presunte pressioni esercitate da De Vito sui consiglieri comunali, primi fra tutti quelli del M5S che nutrivano maggiore fiducia nell'operato del presidente dell'Aula. Era proprio questo, secondo l'accusa, il modus operandi di De Vito: favorire gli interessi personali e degli imprenditori che aveva alle spalle, caldeggiando in Campidoglio progetti e approvazioni facendo proprio leva sull'autorità conferitagli dall'Aula.
Per questo, negli uffici di piazzale Clodio, sono già state ascoltate Donatella Iorio e Alessandra Agnello, rispettivamente la presidente della commissione urbanistica e quella della commissione lavori pubblici. Si tratta delle due commissioni maggiormente coinvolte nella valutazione dei progetti interessati dalle indagini, primo fra tutti quello del nuovo stadio della Roma. E le persone da ascoltare potrebbero aumentare e inoltre, secondo indiscrezioni, sarebbero tre al momento gli avvisi di garanzia pronti a partire, in un'inchiesta che sembra avere contorni molto più ampi di quanto immaginato finora. Nei presunti casi di corruzione infatti non è coinvolto solo il progetto di Tor di Valle ma anche altri interventi sulla città, che hanno legato con un filo rosso affaristi da un lato e politici dall'altro. Non solo, nella vicenda legata allo stadio di Tor di Valle c'è un aspetto da non sottovalutare, legato alla società sportiva che preme per costruire: la As Roma potrebbe infatti decidere di procedere per vie legali qualora il progetto dovesse saltare definitivamente, chiedendo al Comune di Roma di risarcire i danni di un lavoro già avviato dai loro tecnici e mai portato a termine. Per la Capitale si tratterebbe quindi di risarcire milioni di euro, il colpo di grazia per le magre casse comunali con cui la Raggi dovrà necessariamente fare i conti.
Moriero: «Attenta Roma, riparti solo se batti il Napoli»
LEGGO - BRUNI - La Roma per lui è stata la prima esperienza importante nel grande calcio. Nella capitale Francesco Moriero ha vissuto tre stagioni, dal 1994 al 1997, e con la sua bravura e grazie a una grande dose generosità è riuscito a scardinare il cuore di moltissimi tifosi giallorossi. Il Napoli, invece, è stata la sua ultima tappa prima di lasciare il calcio giocato, nel 2002, e iniziare il percorso da allenatore.
Qual è stata la cosa più deludente della stagione romanista?
«Non parlerei di delusione. E' una squadra molto giovane che fino a oggi, in campionato, ha vissuto di alti e bassi. In coppa, invece, si è comportata bene e alcune volte ci ha fatto pure sognare».
Dove finiscono le responsabilità della società e iniziano quelle di Di Francesco?
«Eusebio (Di Francesco, ndr) è molto preparato e ha lavorato ottimamente, specie con i più giovani. Allenare e giocare nei grandi club, tuttavia, è complicato e le responsabilità, quando le cose vanno male, sono di tutti. Ora, bisogna soltanto ripartire».
Ranieri porterà la Roma in Champions?
«E' un allenatore esperto ed è stato chiamato per normalizzare la situazione. Difficile poterla collocare, ma nei momenti difficili la Roma è sempre riuscita a uscirne a testa alta. Per questo ha l'obbligo di arrivare fra le prime 4. E penso ci potrà riuscire».
Qual è il ruolo di Zaniolo?
«E' un jolly di centrocampo. Lo vedo bene come trequartista: tecnicamente è bravissimo, fisicamente è forte e riesce a dare il meglio di sé tanto negli inserimenti, quando in fase di non possesso palla. E poi è un ragazzo sereno e umile, con la testa sulle spalle»
Che cosa accomuna Roma e Napoli?
«I giallorossi mi sembrano in fase di rivoluzione, i partenopei stanno crescendo come progetto».
Quindi, chi vince domenica?
«Si affronteranno due squadre che vivono momenti diversi. E' una partita in cui si vedrà l'attaccamento alla maglia e sono certo che, pure stavolta, la Roma saprà reagire».
Se la Roma, in futuro, le offrisse di guidare la sua squadra B?
«Accetterei immediatamente, a occhi chiusi. Non soltanto mi permetterebbe di far parte di un top club, ma potrei far crescere i giovani in un campionato difficile e come quello di serie C».
AAA ds cercasi: Campos favorito. El Shaarawy ko, infermeria piena
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Prima di immergersi nel toto-allenatore, in casa Roma dovrà entrare un nuovo direttore sportivo. E il cerchio sembra ormai stringersi intorno a Petrachi, attualmente al Torino, e a Luis Campos, dirigente del Lille. Ed è proprio quello dell’uomo-mercato portoghese il nome che nelle ultime ore sembra essere più vicino a Trigoria. Pallotta avrebbe già parlato con lui, che vorrebbe carta bianca per poter operare in libertà, nei prossimi giorni si dovrebbe chiudere. La volontà del presidente è quella di riuscire a sfruttare la sosta del campionato per ingaggiare un uomo al quale affidare la direzione dopo il prematuro addio di Monchi. Al momento l’interregno è stato affidato a Massara – rimasto a Trigoria nel post-Sabatini – ma l’obiettivo è trovare qualcuno più esperto. Massara, nel frattempo, è volato a Doha insieme agli altri dirigenti – Baldissoni, Fienga e Calvo – con Totti a guidare la spedizione. Tornato dalla Cina, dove ha partecipato a un torneo internazionale di vecchie glorie, l’ex capitano parteciperà a un meeting con gli sponsor. L’evento, che si terrà mercoledì e giovedì, avrà al centro un workshop all’interno del quartier generale della Qatar Airways, a cui sono invitati i premium partner del club, con l’ex numero dieci, in primis, e gli altri, che illustreranno i risultati raggiunti in ambito commerciale, insieme alle numerose iniziative che hanno contribuito ad aumentare la visibilità e il posizionamento del brand sul mercato. Pensieri lontani da quelli di Ranieri, che domattina riprenderà a lavorare a Trigoria per preparare la gara col Napoli di domenica. Il mister di Testaccio dovrà ancora una volta fare i conti con gli infortuni, visto che dopo Florenzi, rientrato dalla Nazionale per un problema muscolare, si è fermato anche El Shaarawy. L’attaccante ha accusato un fastidio al polpaccio prima della gara di sabato dell’Italia, fastidi che ha continuato a sentire anche ieri. Per questo motivo i medici azzurri hanno deciso di farlo rientrare anzitempo nella capitale e oggi verrà valutato dallo staff sanitario della Roma. L’attaccante effettuerà anche un controllo strumentale ma, al momento, la sua presenza contro il Napoli è in forte dubbio. Un bel problema per Ranieri, che avrebbe sicuramente schierato El Shaarawy, uno dei migliori dell’attacco giallorosso
Ecatombe infinita per la Roma
IL TEMPO - AUSTINI - Cadono come mosche. Al ritmo di uno al giorno. La Roma accoglie in infermeria l'ennesima «vittima» della stagione: Stephan El Shaarawy ha lasciato ieri il ritiro della Nazionale dopo aver accusato un risentimento al polpaccio prima della gara con la Finlandia, che ha seguito dalla panchina. Quindi teoricamente pronto a entrare. Visto che ieri mattina il fastidio non era passato, un consulto tra i rispettivi staff medici ha consigliato la via della prudenza: non dovrebbe trattarsi di nulla di serio, ma la Roma ha richiamato alla base l'attaccante e oggi lo sottoporrà agli esami del caso per quantificare il danno. Un altro che si aggiunge a una lista infinita: si tratta infatti del 67° infortunio stagionale, il 41° di natura muscolare e il 15° che riguarda un polpaccio. El Shaarawy si era già fermato per l’intero mese di dicembre in seguito alla lesione accusata al flessore nell’avvio della gara interna di Champions con il Real Madrid. Ora un altro stop, nel momento in cui era il giocatore più in palla nel pacchetto offensivogiallorosso, con 4 gol e 3 assist nelle ultime 9 partite di campionato. Ma l’ultima in casa della Spal l'aveva terminata nel peggiore dei modi dentro lo spogliatoio all'intervallo: una lite particolarmente accesa con Dzeko ha spinto Ranieri a lasciare fuori il Faraone. Impossibile sbilanciarsi sui tempi di recupero, ma si può ipotizzare che El Shaarawy salti almeno Napoli e Fiorentina e sia a rischio per la gara con la Samp. Un tris di partite da giocare in una settimana che rappresentano davvero l’ultima chiamata per inseguire un posto in Champions. La rincorsa è già durissima, così diventa una missione impossibile. Ranieri dovrà tentare il miracolo senza Florenzi e non sa chi e quando riavrà degli altri convalescenti. De Rossi, Manolas, Kolarov, Under e Lorenzo Pellegrini si stanno allenando tutti in campo da qualche giorno, ma sempre a parte. Sta molto meglio il terzino serbo, che potrebbe rientrare in gruppo tra domani alla ripresa e mercoledì, giorno in cui è previsto di rivedere finalmente Under lavorare insieme ai compagni dopo oltre due mesi. Il tecnico potrà fare la conta solo al rientro di tutti i nazionali dai vari impegni, sperando di non rivedere nessun altro tornare in anticipo: in una settimana quattro giallorossi hanno fatto avanti e indietro. Intanto mercoledì e giovedì i dirigenti Totti, Baldissoni, Fienga e Calvo saranno a Doha per il workshop con gli sponsor insieme al Ceo della Qatar Airways. Rimarrà il diesse Massara a presidiare Trigoria, lui che si sta giocando la conferma per il futuro ma deve allontanare le ombre di Petrachi e Campos. Chiunque sarà a costruire la nuova Roma dovrà iniziare da un allenatore, che porti con sé uno staff capace di non far «rompere» un calciatore al giorno: tanti indizi continuano a portare verso Sarri, magari in coppia col preparatore atletico exromanista Bertelli.
Raggi: «Tor di Valle, indagine interna. Berdini andò via per le sue calunnie»
IL MESSAGGERO - Dall’inchiesta sullo stadio alla crisi della giunta, dal nuovo rogo al Tmb Rocca Cencia fino alle scale mobili della metro A che si rompono, lasciando il Centro isolato. Virginia Raggi a tutto campo, intervistata ieri sera a “Non è l’Arena”, il programma di Massimo Giletti. La sindaca,come ha già fatto in questi giorni, passa al contrattacco e si toglie anche qualche sassolino contro ex collaboratori oggi avversari. Come Paolo Berdini, già assessore all’Urbanistica, “stadista” della prima ora, poi oppositore del progetto Tor di Valle, infine uscito dall’esecutivo per delle dichiarazioni fuori le righe sulla sindaca: «È andato viaper lo stadio? No, è andato via perché disse che avevo l’amante...», ricorda oggi la sindaca. Berdini, infatti, parlando con un giornalista, ipotizzò una liaison tra la prima cittadina e Romeo, all’epoca capo segreteria. E se precisa «Io e Salvini andiamo molto d’accordo», in riferimento al ministro leghista dell’Interno, sull’arresto di Marcello De Vito, Raggi puntualizza: «Chiaramente sono furiosa, non ce l’aspettavamo. Ma abbiamo reagito immediatamente, con l’espulsione. Stanno accomunando M5S agli altri partiti, ma noi abbiamo avuto un arrestato e due ore dopo è stato espulso. Noi continuiamo a credere nel valore dell’onestà e legalità e appena capita un evento prendiamo le distanze». E le dimissioni “congelate” di Frongia: «La giunta non cade a pezzi, lavoriamo pancia a terra». Sul progetto stadio, la conferma dei dubbi espressi al Messaggero nell’intervista: «Io ho fatto una due diligence e alla luce di quanto accaduto ne sto facendo fare un’altra. È evidente che io non posso sottoporre l’amministrazione capitolina a un danno erariale perché poi paghiamo tutti». Poi ci sono le ultime emergenza. Quella dei rifiuti, di ieri sera: «Se questo non è un incidente ma un attacco, devono sapere che non ci fermiamo». E le scale della metro A: «Revochiamo il contratto con la ditta».
E Parnasi disse: «Dopo lo stadio voglio una squadra di calcio»
IL MESSAGGERO - ALLEGRI - Due settimane prima di essere arrestato, Luca Parnasi pensava in grande. Grazie all'appoggio del presidente del Consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, e degli altri politici capitolini finiti sotto inchiesta insieme a lui per l'affaire Tor di Valle, l'imprenditore era convinto di avere in tasca il progetto «Nuovo stadio della Roma». Ed era una fucina di idee e ambizioni, tutte da esporre al politico e al suo socio, l'avvocato Camillo Mezzacapo. Non c'era solo l'ipotesi di trasformare Roma in una Capitale dello Sport, con la riqualificazione dell'Ex Fiera, dove realizzare un palazzetto per il basket: l'ex presidente di Eurnova voleva espandersi fuori dal raccordo e comprare una squadra di calcio. A frenare le sue aspirazioni e a consigliargli di tenere un profilo più basso, è l'avvocato Luca Lanzalone, consulente di punta della sindaca Virginia Raggi, già a processo per corruzione.
L'ARRESTO - I nuovi dettagli dell'inchiesta che scuote il Campidoglio a Cinquestelle e che ha portato all'arresto di De Vito e Mezzacapo - le accuse sono corruzione e traffico di influenze per le tangenti incassate da Parnasi e da altri tre imprenditori - emergono dalle informative dei carabinieri del Nucleo investigativo, agli atti del fascicolo. Ma potrebbe essere solo l'inizio. Perché alcuni indagati - compreso Mezzacapo - hanno fatto istanza al tribunale del Riesame per tornare in libertà. L'udienza è prevista nei prossimi giorni e le pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli dovrebbero depositare nuovi atti: interrogatori, verbali e, soprattutto, nuove intercettazioni che potrebbero ulteriormente imbarazzare il Campidoglio.
IL BUSINESS - È il 31 maggio del 2018. Parnasi, intercettato, citofona allo studio di Mezzacapo, in via Col di Lana. In ufficio lo aspettano l'avvocato e De Vito. E l'imprenditore espone i suoi progetti futuri. «Ho orchestrato una situazione», dice. Racconta che «molti amici gli stanno dicendo di fare un business comprando una squadra di Eccellenza in Sicilia, per fare un vivaio - annotano gli investigatori - discutono della Correr Sport Management, che acquista giovani calciatori, e Parnasiparla di un calciatore giovane di origine croata, stile Modric». Parnasi accenna anche al progetto «Stadio del Milan» - dopo Tor di Valle pensava di replicare a Milano - e dice di essere in procinto di chiudere l'accordo. Poi, spiega perché è andato a incontrare De Vito e socio: «C'è la possibilità di fare una nuova operazione importante su Roma», vuole costruire il palazzo del basket.
I CONSIGLI DI LANZALONE - Su tutti i progetti in cantiere racconta di essersi «un po' consultato, ho fatto una chiacchierata pure con Lanzalone... dico: Voi come la vedete questa cosa?». E il legale avrebbe risposto: «Meno ti fai vedere in questo momento come uno che sta dappertutto a Roma... che onestamente ci dai un po' di problemi di immagine, no? Primo che stai facendo lo stadio della Roma». Ma Parnasi lo ignora: «Dobbiamo ragionarci bene, strategicamente. Dovete farci una riflessione ampia, politica!». Il costruttore vorrebbe procedere in tempi rapidi: «Ho l'idea di andare molto veloci su un progetto nuovo, che avrà Berdini contro per l'ennesima volta». Parlando dell'ex assessore all'Urbanistica - contrario al progetto Tor di Valle - fa una battuta: «Ma il fatto di avere Berdini contro è un vantaggio». E De Vito: «Pure per noi, politicamente!». Poi l'imprenditore torna serio: «Prendiamoci del tempo per riflettere, su come la si vede all'interno del Comune; tu hai gli umori». E De Vito: «Lo strumento, il vantaggio politico». Parnasi non ha dubbi: «Questa è una cosa grossa».
Roma, occhi puntati su Openda
La Roma segue Loïs Openda, attaccante del Bruges. Il classe 2000, attualmente impegnato con la Nazionale Under 19 belga, si è messo in mostra proprio nel match giocato contro l'Italia dove ha messo a segno una doppietta. Questo quanto riportato da voetbalnieuws.be.
Ferrero: "La Roma è un sogno"
Massimo Ferrero, Presidente della Sampdoria, ai microfoni di Radio Radio:
"Voglio precisare una cosa: sono presidente della Sampdoria - risponde Ferrero -. E la Samp è nel mio cuore e nella mia testa, è la mia azienda. Oggi sono presidente di una squadra meravigliosa, nella quale metto tutto, amo i miei tifosi. La Roma è un sogno che ho fin da bambino, ma la mia azienda è la Samp". Ferrero poi risponde ai messaggi dei tifosi del Palermo, che lo hanno invitato a rilevare il club da Zamparini: "Adesso non posso comprare nulla, sono presidente della Samp e fin che Dio vorrà sono felice di rappresentare i colori più belli del mondo". Poi si esprime sul presidente laziale Claudio Lotito: "E' il miglior presidente del mondo... Con Lotito il successo è garantito! Non vedetelo così come appare, è una persona molto divertente".
Bookie, Sarri in pole position per sostituire Ranieri alla Roma
Maurizio Sarri non sarà più il tecnico del Chelsea, l'unica variante è se accadrà nelle prossime settimane o a fine stagione. La prossima destinazione dell'attuale mister dei Blues sembra esser sempre più Roma. Secondo il tabellone Sisal Matchpoint, le quote dell'ex trainer del Napoli sarebbero addirittura scese da 3,00 a 2,00.
Si è così allargata la forbice tra Sarri e gli altri candidati, con Gian Piero Gasperini, Marco Giampaolo ed Antonio Conte tutti a 4,50. Ancora più lontani Christian Panucci e Vincenzo Montella, entrambi a 9,00, mentre la conferma di Claudio Ranieri è a 12,00. A riferire tutto questo è agipronews.
Ex assessore Caudo contro la Raggi: "Progetto stadio trattato con pressappochismo" (Foto)
Giovanni Caudo, ex assessore all'Urbanistica del Comune di Roma e professore di Urbanistica presso l'Università Roma Tre, tramite il suo profilo Facebook ha pubblicato un post per spiegare "cosa la giunta Raggi ha fatto o non ha fatto fin dall’inizio sulla vicenda stadio della Roma". Questo il lungo post dell'ex assessore:
Quando si insediò la giunta Raggi, nel giugno del 2016, il progetto era ormai definitivamente approvato?
"No. Come giunta Marino avevamo approvato in Assemblea Capitolina il 22 dicembre 2014 (132/2014) la delibera che dichiarava solo “il pubblico interesse della proposta di realizzazione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle” e che prescriveva 14 “necessarie condizioni” alle quali il proponente doveva attenersi per avviare la fase di esame del progetto e della conseguente conferenza di servizi decisoria".
Cosa sarebbe successo se il proponente non presentava la documentazione per l’avvio della fase successiva?
"Non sarebbe successo nulla. La procedura si sarebbe esaurita senza che fosse maturato alcun diritto edificatorio per il proponente o qualsiasi altro obbligo per il Comune".
C’erano diritti edificatori che potevano essere riconosciuti al privato a seguito della delibera approvata?
"No. La delibera Marino non aveva alcuna valenza urbanistica. La condizione numero 3 delle 14 previste prescriveva che solo ad esito della trasformazione l’area di Tor di Valle avrebbe cambiato zonizzazione di piano regolatore e che la variante urbanistica diventava effettiva solo al momento dell’approvazione definitiva, quindi solo alla fine di tutto il percorso decisionale, che si conclude, come previsto dalla legge, con un decreto del Presidente della Regione Lazio".
Quando è che il privato ha presentato la documentazione per l’avvio della procedura di approvazione del progetto?
"Il proponente ha presentato la documentazione per l’avvio della procedura di approvazione il 15 giugno del 2015, sei mesi dopo l’approvazione della delibera 132/2014. Tutta la documentazione e il plastico del progetto completo con tutte le sue parti, lo stadio, il business Park, il sistema delle infrastrutture e il sistema ambientale venne esposto al pubblico a partire dal 7 luglio 2015 alla “casa della Città”.
La documentazione e il progetto presentato rispettavano tutte le 14 “necessarie condizioni” prescritte per la dichiarazione di pubblica utilità?
"Si, ma era incompleto. Il 20 luglio del 2015 dopo una disamina del gruppo tecnico interassessorile il Comune invia, come prevede la legge, il progetto alla Regione Lazio per gli ulteriori adempimenti. La trasmissione avviene con l’accompagnamento di una nota lunga diverse pagine che in sintesi dice: “il Progetto tiene conto delle prescrizioni dettate dall’Assemblea capitolina per il pubblico interesse ma tuttavia ci sono carenze dovute a una certa fretta nella fase finale di preparazione della documentazione”.
Che successe quindi a quel punto?
"Successe che l’iter si interruppe in attesa che il proponente consegnasse, integrasse e completasse la documentazione mancante. Infatti, il 5 agosto del 2015 la Regione Lazio prende atto di quanto scrive il Comune di Roma e a sua volta scrive al proponente chiedendo di “perfezionare e completare il progetto definitivo di tutti gli interventi previsti così come integrati e modificati ad esito della conferenza preliminare conclusasi in data 4/9/2014 ed in conformità con la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 132/2014”.
Quando è che viene consegnata la documentazione mancante?
"La consegna avviene in piena campagna elettorale per le amministrative, il 30 maggio del 2016, un anno dopo la prima consegna".
Si poteva quindi dare seguito alle promesse elettorali di Cinque Stelle che era contro lo stadio e cancellare la procedura avviata con la delibera della giunta Marino?
"Si. Ricordo che la delibera della giunta Marino del dicembre 2014 non aveva valenza urbanistica e non costituiva alcun diritto edificatorio sull’area diverso da quello contenuto nel Piano regolatore vigente approvato da Veltroni nel febbraio 2008. Inoltre, a quel momento non era ancora stata avviata la conferenza dei servizi in Regione e per altro il Comune doveva ancora valutare la nuova documentazione consegnata per sanare le carenze denunciate nel luglio del 2015 e richiamate dalla lettera della Regione Lazio il 5 agosto del 2015. C’erano tutti i margini e le condizioni per un ripensamento. anche radicale".
E invece?
"La giunta Raggi, con la firma dell’assessore all’urbanistica, invia il 30 agosto 2016 (a due mesi dall’insediamento) alla Regione Lazio la documentazione del progetto senza che sia stata accertata la conformità alle “necessarie condizioni” per la dichiarazione di pubblica utilità prescritte dalla delibera Marino, la 132/2014. Si tratta di una mancanza grave (La Regione ne sottolinea con una nota l’assenza) perché un conto è la carenza di documentazione, di relazioni o di alcuni elaborati, decisamente diverso è incardinare una conferenza dei servizi su un progetto che potrebbe essere in contrasto con le condizioni fissate per la dichiarazione di pubblica utilità. Già allora da parte di Roma Capitale si ebbe una gestione quantomeno contraddittoria del progetto e dell’iter amministrativo e procedurale.
Sempre la giunta Raggi a firma dell’assessore all’urbanistica presenta il 16 settembre del 2016 una memoria nella quale vengono elencati tutti gli adempimenti nonché la cronologia per l’approvazione del progetto, compresa la variante urbanistica (prima data per il suo esame come da cronoprogramma il 14 novembre del 2016)".
Nessuno di questi adempimenti verrà onorato.
La giunta Raggi anche all’inizio era quindi contraria al progetto?
"No, negli atti amministrativi predisposti e approvati no. Anzi, appena insediata aveva la possibilità di decidere diversamente ma scelse un comportamento contraddittorio: comunicare ai giornali la contrarietà e contemporaneamente dare seguito agli atti amministrativi per la sua approvazione incardinando il processo decisionale. Un comportamento contraddittorio che da quel momento in poi ha messo l’amministrazione pubblica in una condizione di debolezza. L’avvio della conferenza di servizi decisoria, il 3 novembre del 2016, e il suo svolgimento avviene nella totale incertezza di indicazioni da parte dei rappresentanti del Comune. I lavori si svolgono ma a volte l'esame tecnico, stante le incertezze di fondo, non appare minuzioso data anche la mole di elaborati e documenti presentati per le diverse parti dell'intervento. Così avviene anche per le valutazioni sui beni culturali, sul paesaggio. Un insieme di incertezze che sarà uno dei motivi per i quali si giungerà a un primo parere negativo sul progetto del 2015".
E a proposito del parere negativo sulla delibera Marino, è vero che si prevedeva solo il prolungamento della Metro B che però non si poteva realizzare?
"No, non è vero. Nella delibera Marino era prescritto un livello di servizio alla stazione di Tor di Valledi 16 treni l’ora per assicurare il trasporto di circa 20 mila passeggeri. Livello che poteva essere soddisfatto “prioritariamente attraverso il prolungamento della Linea B della metro fino a Tor di Valle” con otto treni l’ora (uno ogni 7 minuti) e otto treni l’ora sulla Roma Lido, potenziata anche grazie all’intervento già previsto allora dalla Regione Lazio che è proprietaria della linea. Era il punto 1 dei 14 elencati nella delibera Marino che prevedeva anche che la decisione finale sarebbe stata presa nella conferenza dei servizi decisoria indetta dalla Regione che come detto era anche titolare della ferrovia Roma Lido e competente per gli eventuali investimenti".
Si poteva quindi decidere di potenziare anche solo la Roma Lido?
"Si, prevedendo però 16 treni l’ora sulla Roma Lido, uno ogni 3,5 minuti. In questo caso il contributo a carico del privato per il prolungamento della Metro B, pari a 50,5 milioni, poteva essere spostato per contribuire agli investimenti della Regione sulla Roma Lido o ad altre opere di interesse generale o a una riduzione della cubatura; tutte prefigurazioni già previste sempre dal punto 1 della delibera: …minori costi determinati in sede di Conferenza di servizi decisoria, anche a seguito di apporti esterni alla realizzazione delle opere, comporteranno l’integrazione di opere indicate in sede di Conferenza di servizi decisoria ritenute di interesse generale o in alternativa in minore SUL discendente dalla variante ovvero il versamento all’Amministrazione Capitolina della somma equivalente”.
L’accordo del febbraio 2017 tra la Raggi e la As Roma, quello annunciato in piazza davanti ai tifosi, è il frutto dell’incertezza e di un certo pressapochismo con cui venne trattato un progetto complesso e diede il colpo di grazia alla procedura che era stata incardinata durante la giunta Marino. Da quel momento in poi i ruoli si ribaltarono, non c'è più un proponente e un'amministrazione che valuta la proposta, ma un privato che deve cambiare il progetto in virtù di un input politico dato direttamente dalla sindaca. Non si capisce ad esempio in base a quale delibera o atto si avviò una fase negoziale che stravolgerà l’atto votato dall’Assemblea Capitolina e che porterà a #unostadiofattobene concretizzatosi nel dare in pasto alla comunicazione solo la riduzione della cubatura".
"E’ in queste condizioni di incertezza e di assenza di rigore procedurale che si inserisce il “rito romano” dei facilitatori e degli intermediari che hanno sempre contornato le vicende urbanistiche a Roma. Altro che rispetto delle regole. L’11 settembre 2016, riprendendo un articolo di Vezio de Lucia scrivevo: Sullo stadio “Il vostro parlare sia si si no no, il di più viene dal maligno". E purtroppo, oggi lo possiamo dire, si è scelto il maligno".
Striscione contro Pallotta durante Boston Celtics-Charlotte Hornets (Foto)
Ieri, allo Spectrum Center di Boston, un tifoso della Roma ha esposto uno striscione contro James Pallotta, patron del club capitolino e della squadra di basket americana. Il tifoso giallorosso ha acquistato un biglietto per assistere al match di NBA tra Boston Celtics e Charlotte Hornets e, una volta all'interno dell'impianto, ha tirato fuori lo striscione "Pallotta Go Home. Curva Sud".
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da as roma (@innamorato_della_asr) in data: Mar 24, 2019 at 1:06 PDT