Salvini e Raggi studiano un fondo per risarcire i danni causati dagli ultras stranieri

Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e la sindaca di Roma, Virginia Raggi, vorrebbero istituire un fondo per risarcire i danni causati dagli ultras stranieri in trasferta in Italia. L'idea, come riferito da AdnKronos, verrà discussa nei prossimi giorni per arrivare a renderla più efficace prima di presentarla alla Uefa.


Europa League, il Napoli perde ma passa. Si ferma l'Inter. Avanti anche Chelsea ed Arsenal

Sono terminati i match di ritorno degli ottavi di finale di Europa League, con impegnate le italiane Napoli e Inter. Per il Napoli, nonostante la sconfitta per 3-1, è arrivato il passaggio del turno grazie alla vittoria casalinga per 3-0 e la rete di Milik stasera. Fuori l’Inter, che perde 0-1 a San Siro e saluta la competizione.
Passano il turno anche Chelsea, Valencia, NapoliArsenal, BenficaEintracht Francoforte, Slavia Praga e Villareal.
Ma vediamo nel dettaglio i risultati di giornata:

Dinamo Kyev-Chelsea 0-5 (5’, 33’ e 59’ Giroud, 46’ pt Alonso, 78’ Hudosn-Odoi)
Krasnodar-Valencia 1-1 (85’ Souleymanov (K), 93’ Guedes (V))
Salisburgo-Napoli 3-1 (14’ Milik (N), 25’ Dabbur (S), 65’ Gulbrandsen (S), 92’ Leitgeb (S))
Arsenal-Rennes 3-0 (5’ e 72’ Aubameyang, 15’ Maitland-Niles)
Benfica-Dinamo Zagabria 3-0 (71’ Jonas (B), 94' Ferro (B), 105' Grimaldo (B) - 104' espulso Stojanovic (D))
Inter-Eintracht Francoforte 0-1 (6’ Jovic)
Slavia Praga-Siviglia 4-3 (15’ Ngadeu-Ngadjui (SP), 44’ Ben Yedder (S), 47’ rig Soucek, 54’ El Haddadi, 98' Vazquez (S), 102' Van Buren (SP), 120' Olayinka (SP))
Villareal-Zenit 2-1 (29’ Moreno (V), 47’ Bacca (V), 91’ Ivanovic (Z))


La rivoluzione di giugno

INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - Probabilmente, la Roma cambierà completamente volto al termine di questa stagione. All'indomani dell'eliminazione dalla Champions League, il club capitolino ha deciso di esonerare Di Francesco e lasciar andar via il ds Monchi ma non solo. La società ha salutato anche il medico sociale Del Vescovo dopo 7 anni e diversi fisioterapisti. 

A giugno, quindi, ci saranno tanti cambiamenti. Si dovrà sostituire in blocco lo staff sanitario che nelle ultime stagioni non è parso una risorsa, visti i tanti infortuni e le ricadute subite dai giocatori ma non sarà l'unico tassello del puzzle da dover ricomporre. 

Per ora, alla guida tecnica è stato chiamato l'esperto Claudio Ranieri per risollevare una situazione decisamente difficile. Il tecnico romano ha accettato di allenare i giallorossi più per amore che per guadagno, visto che al termine del campionato sarà quasi sicuramente sostituito. Chi prenderà il suo posto? 

Questo è uno dei quesiti più interessanti che si stanno ponendo addetti ai lavori e gli stessi tifosi ma ancora non è chiaro neanche dalle parti di Trigoria. E' di oggi la notizia dei contatti avviati con Maurizio Sarri, attualmente trainer del Chelsea che difficilmente potrà privarsi dell'ex Napoli, anche a causa del blocco del mercato sino ed incluso gennaio 2020. Le soluzioni alternative parlano di 2 mister emergenti come Marco Giampaolo e Gian Piero Gasperini. Il primo non ha mai avuto esperienze in grandi squadre e sarebbe chiamato a fare un salto di qualità che in questo momento non può esser garantito: vincere un trofeo che manca da 11 anni nella bacheca della Roma. L'allenatore dell'Atalanta, invece, ha avuto un breve passato all'Inter ma non è certo ricordato in maniera positiva dai tifosi nerazzurri. Tutte e 3 le soluzioni proposte hanno come peculiarità quella di far giocare bene le proprie squadre ma con moduli completamente diversi e sarà quindi importante capire se il mercato sarà fatto col suggerimento del nuovo allenatore o se la dirigenza farà una campagna acquisti-cessioni "indipendente". 

Ecco l'altro punto cruciale. Chi sarà il nuovo direttore sportivo? Frederic Massara è stato promosso dopo l'allontanamento di Monchi ma sono in molti a credere che non sarà l'ex braccio destro di Walter Sabatini colui che eseguirà il prossimo calciomercato in casa Roma. Suggestiva è proprio la proposta di far tornare l'attuale dirigente della Sampdoria magari in coppia con l'attuale ds blucerchiato Osti con un passato laziale non entusiasmante. L'idea Giuntoli è già stata accantonata dal rinnovo contrattuale del ds partenopeo ed a questo punto si guarda anche a soluzioni estere che però non convincono pienamente, anche vista la recente parentesi Monchi. Si pensa allora all'attuale direttore sportivo dell'Inter, Piero Ausilio ma anche lui non è che abbia incantato negli anni interisti. Un altro nome "spendibile" è quello di Gianluca Petrachi del Torino. Il ds granata ha il contratto in scadenza nel 2020 ma una proposta allettante della Roma potrebbe farlo vacillare e lui ha fatto piuttosto bene con le possibilità economiche messe a disposizione dal patron Urbano Cairo. 

C'è un però a tutte queste suggestioni o idee ed è Franco Baldini. L'attuale consigliere "occulto" che vive tra Londra ed il Sudafrica è il più stretto collaboratore di James Pallotta ed il presidente della Roma si fida molto del giudizio dell'ex ds giallorosso. Sarà probabilmente lui a dare l'ultima parola o l'altra anima del club che risponde al nome di Francesco Totti avrà voce in capitolo? 

L'ex capitano storico della Roma è stato il vero deus ex machina per il ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina capitolina e potrebbe esser lui a suggerire anche il nome del prossimo tecnico, che avrebbe così un riconoscimento fondamentale anche agli occhi dei supporters romanisti. 


Il "nuovo" Schick verso il "vecchio" 4-4-2 di mister Ranieri

INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – Nel bene e nel male, quella di lunedì è stata la serata di Patrik Schick, tornato titolare dopo oltre un mese, dalla disastrosa gara di Coppa Italia contro la Fiorentina. L’inedita fascetta rossa in testa (si pensava fosse una sorta di amuleto, invece semplicemente aveva dimenticato a Trigoria quella nera d’ordinanza) ha portato bene al centravanti ceco, che si è reso protagonista di una prestazione positiva e impreziosita dal gol del 2-1. Tanto da meritarsi, di nuovo, i complimenti di mister Ranieri, che già nella conferenza stampa di domenica aveva elogiato le sue doti:

“Ho visto Schick entrare ad Oporto con una rabbia e una volontà! Ha una qualità incredibile, è velocissimo, è tecnico. Se si sblocca, ed è vicino a sbloccarsi, i tifosi si innamoreranno di questo ragazzo”.

L’iniezione di fiducia del neomister sembra aver funzionato e la speranza è di vederlo giocare ancora nelle restanti undici partite (la coppia con Dzeko nel 4-4-2 firmato Ranieri è molto più di una semplice suggestione) e, soprattutto, segnare. Ad oggi Schick è fermo a soli tre gol, cinque se si considera anche la doppietta in Coppa Italia contro l’Entella. Sir Claudio, comunque, vuole di più e ritorna (ai microfoni di Sky Sport) su quello che, fino ad oggi, sembra essere il tallone d’Achille del numero 14: il carattere.

“Schick è un giocatore che ha tutto. Se mi fa vedere il carattere che ha messo a Oporto è uno dei miei uomini, gliel’ho detto. Oggi in alcune circostanze me l’ha fatto vedere ma deve fare vedere di più”.

Sabato si gioca di nuovo (con la SPAL a Ferrara, ndr) e, chissà, magari proprio con la fascetta rossa in testa, Schick potrà dimostrarci che Ranieri su di lui ci aveva proprio visto giusto


Florenzi, Immobile e Ciofani in campo: i campioni danno un calcio al bullismo

IL MESSAGGERO - NEBULOSO - Roma, Lazio e Frosinone scendono in campo per No Bulli, la campagna di prevenzione e di contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo promossa dal vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi. L'iniziativa è stata presentata nel corso di un'affollata conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente della SS Lazio, Claudio Lotito, il vice presidente della As Roma, Mauro Baldissoni, e il direttore dei Rapporti istituzionali del Frosinone calcio, Salvatore Gualtieri. Grande entusiasmo anche per l'arrivo dei testimonial ufficiali: i calciatori Alessandro Florenzi, Ciro Immobile e Daniel Ciofani che hanno presentato il logo e la maglia della campagna insieme alle calciatrici Melissa Adiutori, Martina Santoro e Flaminia Simonetti. L'intesa, sottoscritta anche dal Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Lazio, Jacopo Marzetti, coinvolge le bambine e i bambini delle Scuole Calcio delle tre società professionistiche i quali indosseranno il logo No bulli sulla maglia di gioco durante tutte le partite per la stagione 2018/2019 fino al termine delle attività della Scuola Calcio, facendosi così portavoce di un messaggio di rispetto e amicizia da trasmettere agli altri atleti che incontreranno sul campo.

Cangemi ha ringraziato le società professionistiche della serie A per aver aderito da subito con entusiasmo alla proposta unendosi al fianco dell'istituzione regionale per intervenire sul rilevante fenomeno del bullismo. Il presidente della Lazio Lotito ha voluto sottolineare l'importanza dell'iniziativa ma ha lanciato un monito anche verso i genitori che troppo spesso sono i primi ad aizzare i propri figli contro gli avversari. «Il bullismo è da vigliacchi ha tuonato Baldissoni e mettersi tutti contro uno è un atteggiamento totalmente contrario a quanto avviene normalmente in un gruppo». Il rappresentante del Frosinone, infine, ha ricordato come la squadra ciociara sia già attiva nell'educazione dei giovani calciatori avendo attivato una campagna nelle scuole del frusinate alla quale hanno aderito anche la Questura e l'Università di Cassino.

IL MESSAGGIO - Florenzi, Immobile e Ciofani, infine, hanno portato il loro messaggio di saluto dichiarandosi orgogliosi del loro ruolo di testimonial. Significativa la presenza fra il pubblico di una rappresentanza delle squadre femminile e di quelle giovanili delle tre squadre. La campagna No Bulli proseguirà con altre iniziative e con il coinvolgimento del Corecom Lazio e prevede un mini torneo, che sarà programmato al termine delle attività della scuola calcio, e giornate di formazione e informazione, da svolgere negli impianti sportivi delle singole società, per coinvolgere il maggior numero di atleti e gli staff tecnici ai quali spetta il delicato compito di allenare e di educare le ragazze e i ragazzi, dentro e fuori il campo di gioco.


Julio Sergio: «Mister magico, con lui divenni grande»

LEGGO - BALZANI - Julio Sergio era stato soprannominato da Spalletti il terzo miglior portiere del mondo. Un complimento a suo modo, ma pure una bocciatura. L'arrivo di Ranieri ha portato il brasiliano a prendersi i pali della porta che per poco non fu tricolore, diventando idolo dei tifosi.

Cosa ha pensato quando si è saputo che la Roma aveva puntato su Ranieri?
"Sono sincero a questo punto della stagione non avrei cambiato allenatore, ma la scelta di Ranieri era la migliore possibile dal momento in cui hanno esonerato Di Francesco. Certo ora il tempo è poco e non potrà ripetere i miracoli del 2010 ma conosce l'ambiente e ama Roma e la Roma. Ha fatto una scelta coraggiosa, sono convinto che farà bene".

Quanto è stato importante Ranieri per lei?
"Fondamentale. Spalletti aveva fiducia in Doni che stava andando bene. Poi è arrivato Ranieri. Il mister ha creduto in me, mi ha fatto sentire importante ho vissuto due anni meravigliosi anche se non ho proprio il fisico da portiere".

Potrebbe fare lo stesso con Fuzato o Mirante?
"Credo sia tardi, ora punterà su Olsen. Lo svedese fin qui ha commesso qualche errore ma non è colpa sua se la Roma è in queste condizioni. Già con l'Empoli ho visto maggiore equilibrio tattico".

Ranieri spesso ha tirato fuori il meglio dai suoi giocatori. Ci riuscirà anche stavolta?
"Ha una grande carisma e riesce sempre a tirare fuori il carattere ai suoi giocatori. Anche loro però devono mettere da parte social o altre cose e tirare fuori il cuore come ho fatto io nel 2010. Sono sicuro che anche loro hanno fame di vittorie, per farlo devono seguire in tutto e per tutto il mister".

 

 

 

Roma, la rivoluzione è nelle piccole cose

IL MESSAGGERO - TRANI - Non è ancora la Roma di Ranieri. Che si è dedicato ai giocatori solo in un paio di allenamenti (subito più leggeri per prevenire gli infortuni) prima di metterli in campo contro l'Empoli. Ma questa, per coerenza, non è nemmeno la Roma. Con 8 assenti come Manolas, Fazio, Kolarov, De Rossi, Pellegrini, Dzeko, Under e, per fare cifra tonda, anche Pastore, un senso non ce l'ha. Non è neanche la Roma di Di Francesco perché, 37esima formazione in 37 partite, mai l'allenatore esonerato si è trovato con questa emergenza che ha dimezzato la rosa al nuovo arrivato proprio nella notte del debutto. Eppure Tinkerman, come lo definirono i perfidi inglesi nella sua avventura da coach del Chelsea (2000-2004), ha messo di sicuro la sua firma sul successo contro l'ex allievo Iachini. Piccoli accorgimenti. O, chiamiamole pure, se vogliamo, minime correzioni per prendersi i 3 punti e guardare avanti.

SEMPLICITÀ AL POTERE - L'Aggiustatore, da etichetta british, non si è smentito. E ha fatto subito centro, come il 13 settembre del 2019 a Siena, nel pomeriggio del primo esordio in giallorosso. Niente estetica, solo sostanza. E soprattutto sofferenza, oggi come ieri. Sir/Sor Claudio, però, sa che il percorso nella corsa Champions, mini torneo che adesso è di 11 giornate, è la volata in cui non è possibile fare alcun esperimento. Non c'è tempo per capire e programmare. Tantomeno per ripartire da zero. Ecco il 4-2-3-1. In corsa il 4-4-2. E giusto qualche mossa per non farsi trovare impreparati. In partita. Benzina sì. Ma normale e mai super, differenza che riporta nel passato. Poi, che sarà sarà.

RISCHIO (QUASI) ZERO - Ranieri si è concentrato solo sulla fase difensiva. Bocciata nei numeri: 56 reti, compreso l'autogol di Jesus (l'unico che l'allenatore ha visto dal vivo), in 37 partite. Vulnerabilità che non è da big. Tinkerman ha preparato la lista per presentarla poi ai suoi interlocutori. Con colloqui individuali e di gruppo. Ecco, in poche righe, lo stretto necessario per sistemarsi meglio e azzerare ogni pericolo: 1) terzini bloccati, in particolare nella ripresa; 2) ampiezza limitata, con gli esterni bassi e alti più dentro il campo e quindi più stretti; 3) mai palla indietro al portiere; 4) evitata la costruzione dal basso; 5) lancioni (aumentati del 20 per cento) per saltare il centrocampo avversario, coinvolgendo pure il portiere, e andare a combattere sulle seconde palle, semplicemente anche per cercare qualche spizzata del centravanti; 6) giro palla in sicurezza e in orizzontale, quindi più possesso come si è visto nel primo tempo, senza mai forzare la giocata o la verticalizzazione; 7) baricentro spostato dentro la propria metà campo, seguendo l'ultima volontà di Di Francesco; 8) niente pressing. Sembra la lista della spesa e invece è il minimo indispensabile per mettersi in viaggio verso il 4° posto. Non è casuale che, pur affrontando l'Empoli quartultimo (nessun successo esterno e solo 6 punti negli ultimi 3 mesi/12 match), quella di lunedì sera è stata la partita in cui la Roma, con il 4-2-3-1, ha subito meno conclusioni nello specchio della porta. Appena una, di Jesus, con quel disgraziato colpo di testa per l'autogol del momentaneo pari. Nessuna con il 4-4-2 della ripresa. Al Tardini, il 29 dicembre contro il Parma, furono due, quasi un inedito per la precedente gestione tecnica. «Dobbiamo ancora metabolizzare le novità» l'ammissione di El Shaarawy. «Quali? Io non ho detto niente...» ha sorriso Ranieri. Che ieri, a Trigoria, è stato docente al Master allenatori del corso Uefa Pro. Da Cerezo a Rivera, allievi per tutti i gusti. I tecnici saranno ospiti per due giorni della società giallorossa per il 4° stage della stagione.


Ranieri, stile vintage e ritorno al 4-4-2: avanti Dzeko e Schick

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Una sua foto con lo zuccotto giallorosso di lana, stile vintage, schiacciato sulla fronte, con al collo il cronometro penzoloni mentre dirige l’allenamento, ha fatto il giro del web richiamando (volutamente?) il ricordo di Liedholm. Claudio Ranieri fa le cose semplici, e si muove con naturalezza senza troppi fronzoli, in modalità “Palla lunga e pedalare” per una Roma che ha necessità vitale di punti e certezze. Così la soffertissima vittoria contro l’Empoli,la prima delle dodici fatiche del tecnico testaccino, riporta a un’epoca diversa, quella fatta di cuore e sudore, in piena empatia col pubblico, concreta e piena di carattere, ma certamente non di quelle che nella storia hanno fatto stropicciare gli occhi. «La cosa migliore contro l’Empoli è stato il risultato», l’ammissione dello stesso Ranieri che, in piena emergenza infortuni, con i giocatori che cadono come mosche faticando a reggersi in piedi, si affida a dettami antichi quanto il calcio, ma efficaci in un momento così delicato. Difesa bassa, terzini bloccati, lanci lunghi a scavalcare il centrocampo, evitando un po’ il pressing alto, segreti per aiutare la squadra a prendere meno gol. Refrain che i giocatori dovranno ripetere a Ferrara (sabato prossimo), contro la Spal, quando rientreranno gli squalificati (Dzeko, Kolarov, Fazio) e il tecnico potrà schierare in attacco per la prima volta Schick (in gol con l’Empoli) insieme a Dzeko, all’interno di un 4-4-2.

La corsa al quarto posto impone di non fare errori e il prossimo turno di campionato, col derby di Milano, potrebbe significare l’aggancio al quarto posto, o comunque un avvicinamento sostanziale alla zona Champions. Ranieri e il suo staff stanno studiando le problematiche fisiche di tanti giocatori della rosa, non appesantendo gli allenamenti, e gestendo le (poche) risorse. Perché prima di decidere come giocare, l’allenatore dovrà contare le presenze. Non avrà infatti ancora a disposizione De Rossi, Pellegrini, Manolas, Under e Pastore, con Zaniolo non al meglio e tanti acciaccati che continuano a giocare sopra dei fastidi. Vedi Florenzi.

A proposito di Florenzi, il ginocchio sinistro continua a dargli qualche problema, a tal punto da non riuscire a muoversi senza dolore dopo ogni partita. La sua presenza però — nonostante il periodo di impopolarità con la tifoseria — è fondamentale per il gruppo. «Grazie a tutti per gli auguri — il post sui social del numero 24 dopo il suo compleanno — sento il vostro affetto e mi rende felice. Mi dispiace aver lasciato la squadra in dieci, anche se la cosa più importante è aver vinto». Florenziproprio non digerisce il secondo giallo rimediato contro l’Empoli, che gli è valso l’espulsione, la considera un’ingiustizia subita in un periodo già per lui difficile, sensazione confortata dalle scuse che gli ha fatto a fine gara l’arbitro Maresca. A Ferrara sarà quindi squalificato, poi ci sarà la sosta, settimane importanti per riposare e recuperare.


Operazione rilancio. La nuova Roma di Ranieri ha già trovato i suoi eroi

LEGGO - BALZANI - Ci voleva l'arrivo di Ranieri per rivalutare gli acquisti di Monchi? Potrebbe essere questo il paradosso di un'annata nata sotto il segno dei fallimenti di mercato dell'ormai ex ds che nei prossimi giorni firmerà con l'Arsenal. Il tecnico romano d'altronde è stato spesso l'artefice di riscatto di molti giocatori che non trovavano spazio o che fino al suo arrivo non erano stati sfruttati a dovere. Di esempi ne è piena zeppa la sua prima Roma che nel 2010 sfiorò lo scudetto: dall'ex terzo portiere Julio Sergio all'eterno discontinuo Menez passando per Brighi, Burdisso o Vucinic. Ancora più eclatante il fenomeno Leicester dove Ranieri ha plasmato tanti piccoli miracoli. I più evidenti rispondono ai nomi di Drinkwater, Kante, Vardy e Mahrez. Proprio quest'ultimo, a un passo dalla Roma un anno e mezzo fa, passò dalla serie B francese con il Le Havre alla vittoria della Premier grazie alle intuizioni di Ranieri. Un percorso che Claudio vorrebbe far ripercorrere a JustinKluivert, abbracciato e coccolato dal tecnico dopo la bella prestazione con l'Empoli. L'olandese - pagato 17 milioni la scorsa estate - non ha legato con Di Francesco e lo evidenzia lo scarso minutaggio (1262') oltre a un rapporto spesso teso come dimostra l'esclusione di Madrid.

Il giocatore più nominato da Ranieri in questi primi giorni però è un altro. Ovvero Patrik Schick, 42 milioni e tanti passaggi a vuoto nella Roma di Di Francesco. «Ha tutto per sfondare, lui e Dzekodevono giocare insieme», è stato il marchio di Ranieri che ne vorrebbe fare un nuovo Vucinic. Il montenegrino giocava, infatti, da seconda punta al fianco di Toni e davanti a Totti. Ranieri vorrebbe fare lo stesso affiancandogli Dzeko e mettendogli qualche passo indietro Zaniolo. L'inizio fa ben sperare visto che il gol di Schick ha portato lunedì sera tre punti pesantissimi. Rivitalizzati dall'arrivo di Ranieri sono sembrati (ma forse è presto per dirlo) pure Marcano e Nzonzi. Il difensore spagnolo ha il fisico perfetto per l'identikit che cerca Ranieri, basti guardare la stazza della coppia difensiva del Leicester formata all'epoca da Huth e Morgan. Il centrocampista francese - pagato 27 milioni - invece sarà usato come vertice basso in attesa del ritorno di De Rossi e ha i tempi giusti per rallentare il gioco nei momenti di tensione. Ha deluso meno fin qui Cristante che tuttavia non è ancora riuscito a non far rimpiangere Nainggolan. L'ex atalantino può essere il Brighi di quella Roma che per poco non strappò il tricolore all'Inter di Mourinho. Più difficile sarà tirare fuori dal guado Pastore, ma per i miracoli nemmeno Ranieri è ancora attrezzato. Il primo obiettivo di Claudio è quello di riportare ossigeno a una squadra che si rompe spesso (oggi esami a polpaccio e flessore per Zaniolo e Schick a rischio con la Spal) e corre poco come dimostra una statistica: solo Udinese, Sampdoria e Torino fanno meno km dei giallorossi in media durante le partite. E oggi il tecnico di Testaccio a Trigoria terrà una lezione di tattica agli allievi per il master d'allenatore. Tra loro pure l'ex Mancini e il figlio di Zeman.


Zaniolo e Schick pronti al recupero

IL MESSAGGERO - CARINA - Trentanove problematiche muscolari, 20 i giocatori coinvolti dall'inizio della stagione. Zaniolo è l'ultimo della lunga serie con un felice epilogo: il fastidio che lo ha costretto alla sostituzione lunedì contro l'Empoli, non è nulla di preoccupante. A tal punto che ieri il talento di Massa s'è limitato ad effettuare delle terapie, rinunciando anche agli esami strumentali che di norma, in questi casi, diventano di rito.

Buone notizie anche da Schick: il colpo ricevuto nel finale del match, che tanto aveva fatto allarmare il ct della Repubblica Ceca («Lunedì ha spinto molto, ma dopo mi è arrivata la notizia che ha avuto un nuovo problema fisico. Spero di non dover rinunciare alla convocazione»), aTrigoria sono convinti di risolverlo in pochi giorni, permettendo così a Patrik di giocare sabato a Ferrara. Per la gara contro la Spal (dove mancherà Florenzi, squalificato e sanzionato con 1500 euro), sono attesi i rientri dei tre squalificati (Fazio, Dzeko e Kolarov) anche se ieri il terzino serbo s'è allenato a parte per un problema ad una vecchia cicatrice. Terapie per Manolas, De Rossi, Pastore e Under: l'unico con chance di recupero è l'argentino.


Kluivert il contropiedista con il destino in un modulo

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Quando è stato sostituito, Ranieri lo ha accolto in panchina con un abbraccio, Anche caldo, visto il freddo che tirava all'Olimpico l'altra sera. Bella l'immagine, perché una coccola fa bene, specie se spontanea e se te la regala dal un allenatore. Justin Kluivertsta ricominciando daccapo. Ranieri ha individuato in lui il calciatore in grado di ribaltare il gioco con la sua velocità. L'andare a coprire la profondità è utile a una squadra che sta provando a difendere più bassa e che quindi ha più campo a disposizione. Kluivert, per ora, è l'esterno destro del 4-4-2, ancora sperimentale, che Ranieri sta proponendo, o che almeno ha proposto in una buona parte della sfida contro l'Empoli. Justin nasce come ala sinistra, e nel 4-3-3 si trovava meglio lì, mentre nel 4-4-2, dovendo andare dritto e non entrare dentro il campo, può interpretare bene anche il ruolo di esterno destro. E' chiaro, l'olandesino ha ancora molto da lavorare: si perde spesso nel dribbling e talvolta va a sbattere contro i difensori avversari. Contro l'Empoli è successo spesso.

SCATTI E IMPATTI - Deve imparare a difendere, rincorrere il terzino, raddoppiare sull'attaccante e questo ancora non lo fa benissimo o non lo fa con continuità. Se la Roma dovesse giocare ancora con il 4-4-2, l'olandese sarebbe un titolare per Ranieri. E per lui è una condizione mai vissuta prima qui a Roma. Il suo nemico più acerrimo non sarà un altro esterno, o forse solo Under è in condizioni di mettersi in concorrenza nel ruolo di ala destra, ma l'eventuale cambio di modulo, quindi il passaggio al 4-4-2 a rombo, che prevede l'uso di un trequartista. In questo caso, verrebbero limitati gli esterni. Quelli riciclabili nel ruolo di seconda punta sono El Shaarawy, Under o Perotti, quest'ultimo più trequartista, mentre l'olandese sarebbe meno adatto degli altri. Il rombo rivaluterebbe i trequartisti in rosa, che hanno un po' condannato Di Francesco. E parliamo di Zaniolo, di Schick, perfino di Pastore, che dopo il derby è sparito di nuovo. La vecchia Roma di Ranieri giocava spesso con il rombo, mentre il Leicester ha quasi sempre fatto il 4-4-2 (o 4-4-1-1) classico, con sulle fasce Mahrez e Albrighton o Schlupp, che avevano tecnica e velocità, come Kluivert. A Roma, Claudio può scegliere di volta in volta, a seconda delle partite e delle situazioni. Ranieri ama avere davanti una punta capace di fare le sponde (Dzeko) e uno che gli giochi dietro, un trequartista (Zaniolo, Schick, Perotti) o una seconda punta (Schick, El Shaarawy, Under, Perotti). Kluivert, nonostante i difetti ancora da limare, è perfetto per il 4-4-2, nel rombo dove lo metti? Trequartista, no; centravanti, nemmeno; seconda punta, forse, ma nemmeno troppo. Il modulo nemico, appunto.

 

 


Profeta Ranieri: un vangelo saggio per una Roma da Champions

GAZZETTA DELLO SPORT - La santificazione ancora non è arrivata, ma la strada sembra essere quella giusta. D’altronde, [...] a Claudio Ranieri è bastato il successo contro l’Empoli per riconquistare tutto il popolo giallorosso [...].

Detto che gli allenamenti saranno meno duri per evitare infortuni, il mantra è quello che Ranieri ha esplicitato due giorni fa: blindare la difesa, perché poi davanti ci penseranno gli attaccanti a cavare le castagne dal fuoco. [...] Innanzitutto abbassando il baricentro della squadra. Insomma, non dovrebbe più succedere che le avversarie cerchino la profondità prendendo in velocità difensori non rapidi come Fazio. [...] A questo si aggiunge il desiderio che i terzini siano assai più bloccati. Non devono salire entrambi per appoggiare la manovra, ma occorre che – a seconda di quale sia il lato debole – uno resti a copertura. Un altro concetto, poi, è stato espresso con chiarezza: non è più indispensabile che la manovra parta dal basso col palleggio, perché ci si espone al rischio di perdere palla e lasciare in ambasce la retroguardia. Anche per questo il portiere giocherà meno la palla coi piedi.

[...] In diminuzione, poi, saranno anche le verticalizzazioni palla a terra, mentre cresceranno i lanci lunghi verso le punte – a regime saranno due giganti come Dzeko e Schick – che avranno il compito di duellare di testa per far giocare le cosiddette «seconde palle» ai compagni che si inseriscono. Assai poco praticato anche il pressing alto [...]. Come si vede, non un vangelo di un nuovo calcio, ma solo la ragionevolezza di un allenatore esperto. [...]