Lo stadio era a un passo dal via. Ora tutto si ferma ancora
IL TEMPO - MAGLIARO - II traguardo iniziava a vedersi: le trattative fra la Roma e il Campidoglio, dopo settimane di incontri, erano giunte vicine a sciogliere tutti i nodi legati alla mobilità, dai 930 metri di divaricazione delle corsie della via del Mare/Ostiense, all'acquisto dei treni per la Roma-Lido e agli interventi sui binari morti da creare per consentire il parcheggio dei convogli in occasione delle partite sia a Tor Di Valle (Roma-Lido) che a Magliana Fs. Ora, l'arresto del presidente del Consiglio comunale, il 5Stelle Marcello De Vito, quasi certamente allungherà ancora i tempi. E, di votare variante e convenzione urbanistica in tempo utile - magari prima delle elezioni europee - per consentire l'apertura dei cantieri entro fine anno, difficile se non impossibile parlarne.
LA ROMA: LO STADIO È UN DIRITTO ACQUISITO - Intervistato per SkySport24, il vicepresidente della Roma, Mauro Baldissoni, è categorico: «Il progetto Stadio è passato attraverso una procedura amministrativa così lunga e complessa che è difficile pensare che possano esserci atti viziati. Sullo Stadio, come procedura amministrativa, non ci possono e non ci devono essere dubbi e questo costituisce un diritto acquisito da parte della Roma che, per noi, non è un'aspettativa ma un diritto a vederlo realizzato nei tempi più rapidi possibili visto che la conferenza di servizi l'ha approvato oramai da 15 mesi. Da un punto di vista giuridico non c'è alcun motivo per un rallentamento del processo». A conferma della vicinanza del traguardo del voto in Assemblea capitolina, Baldissoni aggiunge: «Da un punto di vista sostanziale abbiamo fatto un lavoro consistente insieme al Comune che ha dedicato molte energie per completare gli ultimi atti che mancano alla votazione della variante e possono bastare poche settimane per avere già ad aprile la finalizzazione delle documentazioni. Ci aspettiamo che il Comune si attenga a questa tempistica».
TIMORI NEGLI UFFICI - Negli uffici comunali l'eco dell'arresto di Parnasi e dei successivi mesi tribolati si era appena spento. La giornata di ieri, per molti, è apparsa quasi come un déjà-vu di giugno scorso: telefonate concitate, sussurri nei corridoi, muti interrogativi su chi aveva avuto a che fare ieri con Parnasi, oggi con l'avvocato Mezzocapo. Tutto questo porterà quasi certamente a un nuovo rallentamento dell'iter: nessuno dei funzionari che ricopre responsabilità decisionali vuole esporsi firmando atti prima che vi sia una ragionevole certezza che, effettivamente, non vi siano nuove sorprese giudiziarie.
EMERGONO I MALPANCISTI 5STELLE - La prima era stata Cristina Grancio, espulsa dai 5Stelle proprio per la sua posizione antiStadio. Ieri, dopo l'arresto di De Vito, esplode anche Monica Montella: «Io mi sono rotta, sono sempre stata contraria allo Stadio, lo voglio dire chiaramente. La Raggi che dice? Non lo so e non lo voglio sapere. Lo Stadio è stata la nostra rovina». Radio Campidoglio parla di un numero di 3/5 malpancisti che, sin dall'arresto di Parnasi, avevano ribadito la contrarietà al progetto e fatto intendere di non essere disponibili a presentarsi il giorno del voto in Consiglio comunale su variante e convenzione urbanistica.
2606 GIORNI DI SCARTOFFIE E PROCESSI - Non c'è una sola pietra spostata, non un mattone messo o un sacchetto di cemento che sia stato aperto e, oggi, siamo al giorno 2606 da quando è iniziato l'iter dello Stadio. Tre Sindaci e un Commissario straordinario, 4 assessori all'Urbanistica, due progetti, due delibere in Consiglio comunale sul pubblico interesse ma con una enorme differenza sulle opere pubbliche da costruire, tre Conferenze di Servizi, una preliminare e ben due decisorie. Centinaia di persone che hanno lavorato sul dossier: progettisti, architetti, ingegneri per il privato ma anche funzionari dei Municipi, del Comune, della Città Metropolitana, della Regione e dello Stato, più quelli delle varie aziende pubbliche, società di servizi. E decine di migliaia di pagine scritte e di tavole e disegni. Per ora, questo è il progetto Stadio che, però, ha visto già due interventi della magistratura: a metà giugno scorso gli arresti di Parnasi e dei suoi più stretti collaboratori, di Luca Lanzalone, l'avvocato spedito a Roma dai 5Ste1le, e altri politici. Il 4 aprile verrà deciso chi e per cosa sarà processato. Ora, De Vito e l'avvocato Mezzocapo, considerato dalla Procura emissario del Presidente grillino del Consiglio comunale, finiti in manette.
I NODI ANCORA APERTI - Attengono alla storia passata i rapporti della Roma con le Amministrazioni Alemanno prima, Marino poi; con il prefetto Tronca, commissario straordinario; quindi con la Raggi, con la lotta Berdini-Frongia, la cacciata di Berdini dopo l'intervista shock a La Stampa; il cambio di progetto, il taglio delle torri, la cancellazione delle opere pubbliche. C'è il futuro davanti, da decidere, un futuro che, però, se è certo sulla sua conclusione è incerto e molto sui tempi. C'è da votare in Consiglio comunale due atti: la variante urbanistica, legata alle modifiche al Piano Regolatore determinati proprio dal progetto Stadio. E, con essa, la convenzione urbanistica, cioè il fondamentale atto che regolerà i rapporti fra Comune e proponenti, determinando le priorita degli elementi da costruire e le modalità di edificazione. Ma, prima, c'è ancora da sciogliere dei nodi preliminari per poter arrivare al voto in Aula.
L'ACCORDO QUASI RAGGIUNTO - Fra questi nodi, ci sono quelli legati all'unificazione della via del Mare/Ostiense. In sintesi: il Comune, bozza 2006 di Città Metropolitana, vorrebbe espropriare alcuni magazzini che, per 930 metri, dividono le corsie che scendono a Ostia da quelle che salgono a Roma. Cartografie e proprietà, però, non sono aggiornate ma questa unificazione sarebbe utile in vista della viabilità del futuro Ponte dei Congressi. La Conferenza di Servizi tuttavia non aveva incluso questa variante nelle prescrizioni ma la proposta comunale era rimasta comunque agli atti. Forte di questa idea, il Campidoglio vorrebbe imporla alla Roma. L'idea però ha due problemi: costa 20 milioni di euro in più e rischia di impantanare la Roma nel caos espropri che potrebbe far slittare l'apertura dello Stadio visto che la via del Mare/Ostiense unificata è fra le opere di interesse pubblico. Soluzione trovata: si farà solo dopo l'eventuale completamento degli espropri.
Cataldi: "La notte dopo il gol nel derby non ho dormito"
Danilo Cataldi, centrocampista biancoceleste, ha parlato nel corso del Premio Anxur Biancoceleste, evento benefico organizzato dal Lazio Club Terracina. Queste le sue dichiarazioni riportate dal sito laziopress.it.:
“La fascia da capitano per me è una responsabilità molto bella, stupendo indossarla. La prima volta mi successe 4 anni fa, ero ancora piccolo e c’erano tante cose che potevo e dovevo sbagliare, ora è tutto diverso. Quando l’ho indossata domenica è stato stupendo".
Il gol nel derby?
"Quella notte non ho dormito (ride, ndr)”.
De Vito in manette. La Raggi vide il suo socio, ma lo scartó
IL FATTO QUOTIDIANO - PACELLI - Nell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito non era solo il presidente, ma era anche "l'interlocutore privilegiato di numerosi imprenditori". Per questo lui - primo politico del M5S arrestato - ieri è finito in carcere con l'accusa di aver messo la propria funzione pubblica "al servizio del privato al fine di realizzare il proprio arricchimento personale". Era questa la "filosofia che dirige l'azione del pubblico ufficiale e del suo compartecipe", ossia Camillo Mezzacapo, anch'egli Capitale Sociale Spa. Si tratta di un avvocato che circa un anno fa ha pure incontrato Virginia Raggi, nell'ambito di una selezione del cda di una società del Campidoglio, Capitale Sociale Spa. Ma la sindaca lo scartò. De Vito e Mezzacapo sono accusati di corruzione dai pm romani Paolo Ielo, Barbara Zuin e Luigia Spinelli. Secondo il giudice Maria Paola Tomaselli che ieri ha emesso l'ordinanza (anche nei confronti di altre due persone finite ai domiciliari) il loro era un "vero e proprio format replicabile in un numero indeterminato di casi" che funzionava anche grazie a una "congiunzione astrale", per dirla con le parole di Mezzacapo, con i 5 Stelle sia al governo che al Campidoglio. "E tipo l'allineamento con la cometa di Halley. - dice Mezzacapo a De Vito il 4 febbraio scorso - (...) È difficile (..) che si riverifichi così. E allora noi Marcè dobbiamo sfruttarla sta cosa (..) Ci rimangono due anni". È un'intercettazione che per il gip rappresenta il "manifesto programmatico della loro collaudata collaborazione".
IL "FORMAT" - De Vito-Mezzacapo non si era fermato neanche dopo l'arresto a giugno scorso (poi revocato) di Luca Parnasi, l'imprenditore accusato di essere a capo di associazione a delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione. Secondo le accuse, Parnasi strizzava l'occhio ai 5 Stelle, prima con Luca Lanzalone, ritenuto il referente in Campidoglio per gli affari dello stadio. E ora si scopre pure con De Vito. Ma il presidente ora sospeso dell'assemblea capitolina ha intessuto, secondo i pm, rapporti illeciti anche con altri gruppi imprenditoriali: quello facente capo a Claudio e Pierluigi Toti, e quello di Giuseppe Statuto, tutti indagati per traffico di influenze. Nel caso di Parnasi al centro della vicenda c'è invece l'iter amministrativo del nuovo stadio della Roma e "l'approvazione di una delibera in consiglio comunale per la realizzazione nella zona della ex Fiera di Roma di un campo di basket e di un polo per la musica superando le limitazioni poste dalla delibera dell'ex assessore Berdini che aveva l imitato la realizzazione delle cubature in quella zona a 44 mila metri cubi". È Parnasi quindi che ai pm ammette di aver dato incarichi legali (pergli investigatori 95 mila euro) allo studio di Mezzacapo - tramite un'altra avvocatessa - sia "per non scontentare De Vito", sia "perchè lo studio Mezzacapo era qualificato e vicino al MSS". Nel caso di Toti, Mazzacapo e De Vito, invece, nell'ambito dell'iter amministrativo relativo al progetto di riqualificazione degli ex mercati generali, secondo le accuse, si facevano "indebitamente promettere e quindi dare (...) 110 mila euro" sotto forma di incarico professionale allo studio legale Mezzacapo. Per l'imprenditore Statuto e l'iter per il rilascio del permesso di costruire di un edificio nell'area dell'ex stazione di Trastevere si parla di un incarico di poco più di 24 mila euro. Una parte del denaro allo studio legale veniva poi trasferiti alla Mdl srl, "società di fatto riconducibile a Mezzacapo e De Vito", la "cassaforte", nella quale confluiscono i soldi "in attesa della loro distribuzione rinviata alla scadenza del mandato" di De Vito. E lo dice lui stesso a Mezzacapo: "Ma distruibuiamoceli questi". E l'amico lo invita alla calma: "Ma adesso non mi far toccare niente, lasciali lì... (..) quando tu fmisci il mandato...". In un caso dai conti di Mezzacapo partono bonifici direttamente per De Vito: uno di 8.550 euro a settembre de1 2017, un altro di 4.275 euro a marzo 2018.
MEZZACAPO tempo fa ha incontrato la Raggi. Lo racconta lui stesso il 5 marzo 2018 a Parnasi. L'avvocato dice: "Io ci sono andato a parlare due settimane fa con lei (La Raggi, ndr). Mi ha fatto un lungo eloquio di un'ora e mi ha detto che adesso dopo le elezioni loro devono nominare il Cda di una società praticamente l'unica società strumentale della città metropolitana. E quindi mi ha detto che forse c'è questa possibilità della presidenza. (..) Se per caso fanno un gruppetto di nomine potrebbe anche (..), al di là di tutto però sarebbe importante". Secondo quanto ricostruito dal Fatto Mazzacapo ha incontrato la sindaca nell'ambito di una selezione peri futuri membri del cda della società unipersonale della Città Metropolitana di Roma Capitale, Capitale Lavoro Spa. "Ha partecipato a una call pubblica come decine di candidati", spiegano fonti del Campidoglio, ma "la sindaca lo bocciò".
Di Maio: “È solo uno che s’è venduto, noi le mele marce le cacciamo”
IL FATTO QUOTIDIANO - DE CAROLIS - Giura che non ci sono analogie tra gli arresti di membri del Pd e quello del 5Stelle Marcello De Vito. E non si pente per quei comunicati contro il segretario del Pd Nicola Zingaretti poche prima. "Noi le mele marce le cacciamo subito", ripete il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, tra una riunione e un lungo e difficile Consiglio dei ministri.
Hanno arrestato De Vito, proprio come era stato arrestato il precedente presidente del Consiglio comunale di Roma, il dem Mirko Coratti. Non è la prova che anche il Movimento ha perso l'innocenza, e che sono saltate le presunte differenze tra voi e gli altri partiti?
Non metterei a confronto i due casi, sono completamenti diversi. Oltre a Coratti vennero arrestati e indagati altri esponenti del Pd. Stiamo parlando di Mafia capitale, mentre nel caso del M5S si tratta di un singolo che ha venduto la sua an ima a dei delinquenti e che abbiamo immediatamente espulso. A nessuno permetto di sporcare il nome del Movimento e il progetto di cambiamento del Paese. Questa è la differenza tra noi e gli altri partiti: per le mele marce non c'è posto nel M55, né ora né mai.
Sarà. Peró De Vito è il terzo personaggio di primo piano dell'area M5S a Roma, dopo Raffaele Marra e Luca Lanzalone, a essere arrestato. Si può parlare davvero di mele marce o c'è un problema strutturale dentro il Campidoglio?
Guardi, tutti quelli che hanno una condotta poco limpida vengono cacciati, politici o tecnici che siano. Detto questo, ricordo che Virginia Raggi ha demolito le ville dei Casamonica, e nessun sindaco lo aveva mai fatto. Questo è combattere la criminalità.
Non pensa che il dossier dello stadio della Roma andasse gestito meglio? C'è stato un vorticoso aggirarsi di costruttori e faccendieri attorno a quest'opera...
Il progetto dello stadio, dopo il nostro intervento, è migliorato. Sono diminuite le cubature ed è stato reso meno impattante dal punto di vista ambientale. Si tratta di un progetto ambizioso che andrà avanti. E sui faccendieri sapete come la penso.
Per lei la giunta Raggi deve comunque andare avanti? Tra dimissioni e casi giudiziari è stata falcidiata.
Mi scusi, ma la Raggi è sempre stata assolta. Sapevamo che Roma non sarebbe stata facile, ma da parte nostra c'è sempre stata trasparenza e correttezza verso i cittadini.
II caso Roma conferma che c'è la necessità di cambiare la struttura del Movimento? Con un M5S più radicato sui territori sarà più semplice controllare i vostri eletti?
La riorganizzazione del Movimento non è una forma di controllo, si tratta di un'evoluzione necessaria per rispondere ancora meglio alle istanze dei territori. Il M55 è una forza politica diversa da tutte le altre: nasciamo per dare voce ai cittadini.
Martedì molti del Movimento si sono accaniti contro Nicola Zingaretti, perché l'Espresso ha diffuso indiscrezioni su un'indagine a suo carico. Sia sincero, non avete sbagliato, anche alla luce dell'arresto di De Vito?
Abbiamo sbagliato? Zingaretti è indagato per finanziamento illecito. Sapeva di esserlo e non ha comunicato nulla ai cittadini, e noi gli abbiamo semplicemente chiesto di dare spiegazioni, prima di tutto ai suoi elettori. Noi non abbiamo esitato un minuto a cacciare Marcello De Vito. È una questione di opportunità politica, poi ciascuno è responsabile delle proprie scelte.
Ma l'assenza di garantismo non resta un vostro problema? Sembra sempre che diate peso agli avvisi di garanzia degli altri e non ai vostri. E una condanna e un'iscrizione sul registro degli indagati sono cose molto diverse tra loro.
Un avviso di garanzia per mafia o per corruzione, piuttosto che per tangenti o finanziamenti illecito, ha un significato politico che va affrontato subito. Noi facciamo nostra la lezione di Borsellino, non basta soltanto essere onesti, bisogna apparire onesti, e noi facciamo pulizia di tutti coloro che sono toccati da episodi o fatti inquietanti.
Tre senatrici hanno detto si all'autorizzazione a procedere per Salvini. Verranno espulse? In fondo hanno votato tenendo fede ai principi originari del M5S...
Su quella votazione abbiamo interpellato la base che ha dato una risposta precisa, e la loro volontà è stata rispettata anche dai senatori in Giunta. Su quelli che hanno votato in dissenso si esprimeranno i probiviri.
Il Pd in un sondaggio della Swg vi ha superato. È un sintomo dell'aria che tira, non crede?
I sondaggi non ci hanno mai azzeccato. Vedremo. Ma il M5S ha la capacità di evolversi costantemente.
Schick rivede il mental coach in nazionale (Foto)
Ricorderemo tutti il salto di qualita di Schick grazie al mental coach. Sono mesi che Jan Muhlfeit segue il giallorosso e ieri si sono incontrati al ritiro in Repubblica Ceca insieme al ct Jardout Silhavym. Domani la squadra della nazionale giocher' la prima gara di qualificazione a Euro 2020 in Inghilterra.
View this post on InstagramA post shared by Jan Mühlfeit (@janmuhlfeit_official) on Mar 21, 2019 at 1:04am PDT
Allenamento Roma, lavoro individuale per De Rossi, Pastore, Under e Manolas
La Roma prepara l'allenamento a Trigoria. Con gli assenti partiti per le nazionali, la squadra continua il lavoro con chi è rimasto. La seduta è partita dalla palestra per poi passare in campo dove si sono aggiunti giocatori della Primavera per coprire i giocatori mancanti.
Lavoro individuale per De Rossi, Pastore, Under e Manolas. Pellegrini non è presente a causa dell'influenza che l'ha costretto a rimanere a casa.
Miglioramento per Insigne, potrebbe giocare contro la Roma
Ancelotti dovrà fare i conti con gli infortunati. Alla ripresa del campionato, il Napoli si batterà con la Roma e il mister temeva di dover lasciare fuori Lorenzo Insigne per il problema all'adduttore destro ma gli esami di ieri mostrano un miglioramento: secondo quanto riporta Il Corriere dello Sport, potrebbe quindi giocare contro i giallorossi domenica 31 marzo.
La Roma lancia il suo account Twitter in lingua Pidgin in Nigeria
La Roma lancia il suo account Twitter in Nigeria. Questo quanto apparso sul sito giallorosso, asroma.com:
"L’AS Roma ha lanciato un account ufficiale in lingua Pidgin su Twitter, dedicato ai suoi tifosi della Nigeria e dei paesi limitrofi in Africa.
Il Club giallorosso è così il primo, tra quelli militanti nei massimi campionati europei, ad aver creato un profilo ufficiale sui social media per comunicare direttamente con i propri follower nigeriani.
Il nuovo account, gestito direttamente da Lagos, è stato creato dopo l’esplicita richiesta dei tifosi in Nigeria di creare un account che entrare ogni giorno nella conversazione quotidiana del “Naija Twitter”.
La popolarità della Roma tra gli appassionati di calcio nigeriani è cresciuta quando il club ha messo in risalto sul proprio profilo inglese l'epico commento del conduttore radiofonico locale Mark Otabor, dedicato alla vittoria della Roma contro il Barcellona.
In seguito, il team social media giallorosso ha iniziato a collaborare con la Federazione calcistica nigeriana, adottando le “Super Eagles” come squadra preferita in occasione dei Mondiali in Russia, supportando il team africano durante tutto il torneo a livello di strategia digitale, con grafiche personalizzate per Twitter e Instagram.
"Dopo la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale, abbiamo deciso di sostenere Super Eagles nella competizione e in quell’occasione i nostri sostenitori in Nigeria ci hanno chiesto di creare un account ufficiale dedicato a loro, in Pidgin English", ha dichiarato Paul Rogers, Head of Strategy del Club. "Il presidente Pallotta, dopo aver guardato il commento di Mark Otabor su Roma-Barcellona, ha scelto di contattarlo personalmente per ringraziarlo e da quel momento si è creato un legame profondo con i nostri fan nigeriani, che sembrano apprezzare particolarmente l’ironia del nostro account Twitter in inglese. Il lancio di @ASRomaPidgin ci consentirà di interagire direttamente con loro ogni giorno, esprimendoci in un linguaggio che gli utenti del posto apprezzeranno”.
Il lancio del nuovo account in pidgin English porta a 13 le lingue coperte dall’AS Roma sui social media: italiano, inglese, arabo, indonesiano, spagnolo, francese, portoghese, bosniaco, turco, olandese, farsi e cinese".
Kolarov torna a Trigoria e salta le gare di qualificazione con la nazionale
Aleksandar Kolarov tornerà a Trigoria nel pomeriggio. L'obiettivo è quello di recuperare per essere a disposizione del mister nel match contro il Napoli: non ha giocato l'amichevole con la nazionale contro la Germania e salterà la partita di qualificazione a Euro 2020 di lunedì contro il Portogallo.
La Roma interessata a Gharnout
La Roma sarebbe interessata a Walid Gharnout. Secondo Footmercato.net, ai giallorossi piace il centrocampista del Bordeaux sul quale, però, ci sarebbe anche l'Inter.
De Vito, gip Tomaselli: "Grave fenomeno corruttivo ai vertici di Roma Capitale"
Il Gip Maria Paola Tomaselli scrive nell'ordinanza che ha consegnato De Vito e l'avvocato alla giustizia:
"Quel che appare agli occhi dell'osservatore ancor prima che del giudice e' un quadro desolante in cui sia il privato che il pubblico ufficiale si ritengono centrali percependo quanto altro da se' come meramente strumentale alla realizzazione dei propri interessi e del proprio profitto il cui conseguimento essi perseguono nella piena consapevolezza della illiceita' dei loro comportamenti".
"L'analisi contestuale di entrambi i procedimenti (i due filoni di inchiesta sullo stadio della Roma, ndr) fotografano il grave fenomeno corruttivo che si e' realizzato ai vertici di Roma Capitale. Un'analisi che deve essere fatta da due punti di vista, quella del privato e quella del pubblico funzionario solo apparentemente opposte ma in realta' uguali e convergenti".
Per il giudice "solo un'analisi complessiva consente di apprezzare la effettiva gravita' delle condotte ed il contesto relazionale estremamente articolato nel quale le stesse si realizzano".
Udinese, Pradè: "Mai avrei pensato di poter lavorare con Tudor"
Igor Tudor è il nuovo mister dell'Udinese. In occasione della sua presentazione, il direttore sportivo Pradè racconta un aneddoto con la Roma:
"Il calcio e la vita sono stranissimi, mai avrei pensato di poter lavorare con Tudor che con Montero era uno dei calciatori che mi stavano più antipatici. Di lui ho il ricordo di Totti che fa il gesto del quattro".