Telles: "Non sono stato solo io a segnare il rigore, ma tutta la squadra"

Alex Telles, giocatore del Porto che ha segnato il rigore decisivo durante i supplementari, ha parlato in zona mista dopo il successo contro la Roma:


"Non sono stato solo io a segnare il rigore ma tutta la squadra. Il Dragao, tutto lo stadio, mi ha fatto sentire a mio agio. È stata una bella energia".


Caicedo prende in giro la Roma sui social

Felipe Caicedo, attaccante della Lazio, ha pubblicato un post sul suo profilo ufficiale Twitter dove si prende gioco del risultato della Roma. 


Herrera: "Abbiamo meritato di superare il turno. Eravamo superiori"

Hector Herrera, centrocampista e capitano del Porto, ha parlato in zona mista dopo il successo contro la Roma:
"Abbiamo meritato di superare il turno, eravamo superiori. Ci abbiamo creduto: è questo quello che ha fatto la differenza".


De Rossi: "Per la prestazione meritavamo nei 120′ di passare questo turno. Mi auguro che continueremo a lavorare con Di Francesco”

Daniele De Rossi, centrocampista della Roma, al termine della gara di Champions League contro il Porto ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

DE ROSSI A SKY

E’ dura ma il risultato va accettato?
“Va accettato per quello che è. La modalità è terribile da accettare, viviamo di alti e bassi, non abbiamo fatto una partita perfetta ma ho visto un gruppo di uomini seri che ci tenevano tanto, non meritavamo questo. Dovevamo vincere 2-0 all’andata, oggi hanno fatto meglio loro”.

Come hai visto l’intervento del VAR? 
“Non ho visto, qualcuno ci ha detto che il rigore di Manolas ci poteva essere”.

Lo stadio è stato un fattore? 
“Non lo so. Non parliamo dell’arbitro, voglio prima riguardarlo”.

Cuore e anima, li abbiamo visti entrambi stasera… 
“Sono fierissimo di questi giocatori, a volte siamo un po’ addormentati. Oggi abbiamo mantenuto la tensione alta, il Porto è una squadra forte. Per la prestazione meritavamo nei 120′ di passare questo turno”.

Cosa sarebbe giusto fare con Di Francesco? 
“Siamo arrivati ad un minuto dai rigori. Non so cosa succederà, ma questo al mister non glielo toglierà nessuno. Purtroppo c’è sempre stata questa poca continuità nei risultati in campionato. Da domani ricominciamo a lavorare col nostro allenatore per la partita con l’Empoli e quella con la Spal”.

Come va il polpaccio?
“Penso di essermi stirato, è un peccato perché mi sentivo bene”.

Una partita così è una spinta per il quarto posto? 
"Deve essere una spinta. La nostra stagione non finisce oggi, si spegne un sogno che avevamo e che ogni tanto custodiamo come l’anno scorso però abbiamo tante altre partite. Se facciamo 6 punti nelle prossime partite saremo più vicini al quarto posto, forza. Piangiamo stasera ma da domani si lavora".

Si lavora con Di Francesco? 
"Mi auguro di sì. Non credo che la squadra debba dimostrare niente, ha sempre dimostrato di essere seria, ma se c’era bisogno di una dimostrazione è quella di stasera che significa che sta al 100% con la testa e col cuore".

Sulle decisioni arbitrali… 
"Non io ma qualcuno si è sentito rispondere cose un po’ confuse. Adesso l’ho rivisto, avevo fatto il vago. E’ rigore. Non va bene soprattutto perché siamo usciti dalla Champions l’anno scorso dicendo: “Se ci fosse stato il VAR…”, in futuro il VAR sarà perfetto. Questo è un errore umano, come in Fiorentina-Inter. Non possiamo parlare di errore di VAR, sarebbe stato epico passare col 3-2".

Nella prima ora avete perso troppi palloni. Era la pressione degli avversari o la vostra testa? 
"Un po’ le due cose, sono stati bravi a toglierci un po’ di spazio. Ho parlato dei 90 minuti dove loro hanno fatto meglio, la partita però si era allungata e abbiamo fatto dei contropiedi incredibili. Avremmo meritato di passare, loro hanno fatto un gol all’andata su un tiro svirgolato. A volte come nel derby perdi meritatamente e stai zitto. Stasera la dinamica è dolorosa".

Non avevate la stessa voglia di fare gol in certi momenti? Oppure avevate paura di subire contropiedi? 
"E’ stata una partita disordinata, poi nei contropiedi siamo stati pericolosi. Forse non ci abbiamo creduto abbastanza. Siamo stati meno convinti anche rispetto all’andata dove eravamo stati bravi a creare occasioni e a sfruttarle".

Sei sempre tu il rigorista o doveva essere Perotti? 

"Siamo tre rigoristi in questa squadra. Il mister ci lascia un po’ di scelta, Diego mi aveva detto che li avrei continuati a tirare io. Ad Alex (Kolarov, ndr) gliel’ho chiesto e mi ha detto di fare come mi sentivo".

Nella lotta per la Champions ci sarà anche la lotta per riportare te in Champions? Continuerai?

"A fine primo tempo gli avevo detto: “Rifate fare una partita a questo vecchio in Champions”. Ogni partita quando stai per smettere te la vuoi gustare, ogni competizione te la vuoi giocare fino alla fine. Sono infortuni, adesso pensiamo al grande sacrificio che ha fatto la squadra, al mio futuro ci penserò in questi mesi".


Corona: "Sognavamo di arrivare ai quarti"

Jesus Corona, attaccante del Porto, ha parlato in zona mista dopo il successo contro la Roma:

"Sognavamo di arrivare ai quarti di finale e ci siamo riusciti. Siamo grati a tutti i tifosi".


Juan Jesus: "Usciamo a testa alta. C’è rammarico ma non è finita, dobbiamo rientrare in Champions"

Juan Jesus, difensore della Roma, al termine della gara di Champions League contro il Porto ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

JESUS A ROMA TV

Qual è stata la reazione dopo questi 120 minuti? 
"Credo che dobbiamo uscire a testa alta, è stata difficile e sono successe tante cose. Abbiamo anche creato occasioni, ma purtroppo usciamo e non possiamo continuare questo percorso. Si deve lavorare e essere umili, ora abbiamo il campionato da finire nel miglior modo possibile".

L’episodio con Schick? 
"Oggi c’è la tecnologia, siamo nel 2019. Credo che bisogna fidarsi degli arbitri, perché se la tecnologia serve solo a fare casino meglio non usarla. Lasciamo stare questa cosa, è un argomento difficile. Siamo tutti umani, chiunque può sbagliare. Oggi l’hanno fatto loro, ma noi non dovevamo prendere tre gol. Ora si deve lavorare con tranquillità e basta".

Non siete mai usciti dalla partita…
"Abbiamo fatto la nostra gara e abbiamo avuto il possesso, anche creando occasioni. Purtroppo non c’è bastato, dobbiamo lavorare e pensare ai nostri errori e migliorare. C’è rammarico ma non è finita, dobbiamo rientrare in Champions, che è la competizione migliore da giocare".

Eravate preoccupati dagli attacchi del Porto al centro? Per questo la difesa a 5? 
"Più per l’attacco alla profondità, Marega ha sempre l’attacco in profondità. Nel centrocampo potevamo uscire meglio, loro erano meno e i nostri terzini erano alti, come fatto col Barcellona. Abbiamo fatto quello che il mister ci ha chiesto".


Conceição: "Abbiamo giocato una partita quasi perfetta"

Sérgio Conceição, tecnico del Porto, ha rilasciato alcune dichiarazioni in mixed zone dopo la fine del match di ritorno contro i giallorossi terminata 3-1 per i Dragoni. Queste le sue parole:

"È stata una prova di grande maturità e tranquillità. Abbiamo giocato una partita quasi perfetta. Dobbiamo renderci conto che questa squadra è forte".


Perotti: "Il VAR c'è e va usato, meritavamo di più"

Diego Perotti, attaccante della Roma, ha parlato al termine della partita contro il Porto. Queste le sue dichiarazioni:

PEROTTI A SKY SPORT

Sulla partita...
“Meritavamo di più, loro sono una buona squadra con la spinta due tifosi. Dispiace perché abbiamo avuto possibilità di fare il gol per chiudere la partita”.

Pensi che lo stadio abbia condizionato l’arbitro?
“Dobbiamo chiederlo a lui. Mi spiace che non sia andato a vedere la giocata. Poi fischia o non fischia. Ma c’è il Var e va usato”.

Su Di Francesco...
“Noi abbiamo sempre dato tutto non solo per lui, ma per tutti. A nessuno piace perdere o uscire dalla Champions. Siamo tutti con lui, è un momento brutto per tutti. Lui dovrà prendere una decisione. Ma noi abbiamo sempre lottato per la Roma, per lo staff tecnico”.


Di Francesco si chiude nel silenzio. Troppa la rabbia per le decisioni prese a fine partita

La Roma è fuori dalla Champions League. Stasera ha avuto la meglio il Porto, con i giallorossi che salutano la competizione.
Di Francesco a fine partita è andato direttamente sul pullman della squadra. Il tecnico ha deciso di non parlare alla stampa, perchè troppo arrabbiato per le decisioni prese dal direttore di gara nel finale del match. La stessa linea verrà adottata dai dirigenti, che non si presenteranno ai media. Le uniche discussioni saranno incentrate sul VAR e il non utilizzo sul fallo da rigore su Schick.


I gravi errori del modesto Cakir, i limiti di un gruppo senza identità

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Roma fuori dopo i tempi supplementari complice un calcio di rigore dato al Porto grazie al Var e uno - netto - non dato alla Roma senza neppure consultare il Var. Rabbia immensa e un neppur vago senso di ingiustizia. Ma, analizzando la partita, occorre fare tante considerazioni che devono andare oltre la pessima prestazione di Cakir. Difesa a tre, tanto per cominciare. Una scelta legata alla partita, cioè alle caratteristiche del Porto, ma forte è la sensazione che trovandosi ad un passo dalla cacciata (non è arrivata una smentita da parte del club neppure a pochi secondi dall'inizio della sfida, tranne un affettuoso abbraccio mediatico di Francesco Totti), Eusebio Di Francesco abbia voluto giocarsela in maniera personalissima. Della serie: tanto cosa ho da perdere? Inventandosi, così, l'ennesima formazione inedita, stavolta con un sistema di gioco provato a fine agosto, recuperato a metà dicembre e poi abbandonato in fretta. Al netto delle chiacchiere, una mossa corretta? Valutando il primo tempo, Roma in affanno più per errori individuali che di reparto. Come testimoniato dal gol del Porto, nato da una sciocchezza di Manolascon la palla tra i piedi. Roma troppo schiacciata verso Olsen, comunque; troppo passiva. Un guaio strategico, come dimostrato dall'azione che ha portato al calcio di rigore trasformato in maniera impeccabile da De Rossi. Finalmente un po' di coraggio, uno spunto di Perotti e partita di nuovo in parità, prima del cambio forzato del capitano dai muscoli ridotti ormai al lumicino per la causa romanista.

SONNO E SOGNI - E la seconda rete dei padroni di casa? Difesa schierata, ma tutti con la camomilla tra le mani. Dormita colossale, errori a raffica di posizione e Roma di nuovo sotto nel punteggio. Colpa del modulo? Colpa di chi non ha capito esattamente come andava interpretata la partita. La Roma, al di là di questo o quel sistema di gioco, ha tentato di portare avanti una gara da provinciale, senza avere - però - il vero spirito della provinciale. Troppo molle nella testa e nelle gambe. Incapace, costantemente, di fare due o tre passaggi di fila. Infinito il numero delle palle perse, ad esempio. E rarissimi duelli vinti. Contro un avversario, il Porto,apparso non irresistibile in difesa. Anzi. Come dimostrato ampiamente dai tempi supplementari, prima e dopo il rigore di Telles, giocati con uno straccio di personalità ma pochissima precisione. E, così, via ai rimpianti.

 

 


Roma, lo scippo è servito al Var

IL MESSAGGERO - TRANI -  Finale nero, figlio degli errori, di Dzeko (sotto porta), di Florenzi(che regala il rigore qualificazione al Porto) e dell'arbitro Cakir che, quasi sul gong, ne nega un altro alla Roma. Nerissimo per la Roma e per Di Francesco, che paga una serie di sbagli dei singoli. Alla fine segna Telles che fissa il risultato sul 3-1, sibaltando nei supplementari il 2-1 dell'andata. I giallorossi salutano la Champions.

FORMULA DI COPPA - La difesa a tre, come contro il Barcellona il 10 aprile del 2018. Di Francesco, nella notte del giudizio, guarda al passato per tenersi stretto il presente, cioè la panchina giallorossa. E disegna la Roma, come nella partita più bella della sua carriera. E, visto che Coinceçao parte con il 4-4-2 come fece Valverde nel ritorno dei quarti dell'edizione passata, ripropone addirittura lo stesso sistema di gioco: 3-4-2-1. Dietro Dzeko, ecco Zaniolo e Perotti,mezze punte come come Schick e Nainggolan nella sera dell'impresa contro Messi. Il doppio play De Rossi e Nzonzi, coppia simile a quella con il capitano e Strootman l'anno scorso. I terzini a tutta fascia: a destra Karsodrop e non Florenzi e a sinistra sempre Kolarov. Davanti a Olsen, il trio composto da Manolas, Jesus e Marcano.

MURO ALLARGATO - Manca Fazio, in tribuna dopo le gaffe fatali per il crollo nel derby e non al meglio fisicamente (risentimento al flessore), al suo posto l'ex centrale del Porto. Non c'è Sousa all'Estadio do Dragao: in Francia fanno sapere che domani firma per il Bordeaux. Di Francesco, invece, è presente e si gioca la partita della vita con l'assetto che, nelle caratteristiche degli interpreti scelti, è sicuramente il più prudente della sua avventura in giallorosso. Tant'è vero che, in fase difensiva, la Roma si abbassa con il 5-4-1. Mai usata la difesa a 3 nel nuovo anno, l'ultima volta il 22 a Torino contro la Juventus, 10 partite fa. Inedita ancora la formazione: 36esima in 36 match. Il possesso palla è del Porto, anche perché i giallorossi, inizialmente pigri e anche impauriti, non riescono a salire verso Dzeko. Rinunciano al pressing, restando in attesa. L'atteggiamento non paga, almeno in partenza. Karsdorp soffre Corona e Manolas, costretto spesso ad allargarsi in protezione, finisce per regalare il pallone a Marega. Che, proprio dopo lo scambio con Corona, permette il semplice tap in a Soares per il vantaggio prima della mezz'ora.

CAPITAN RISCATTO - La Roma, in apnea, riemerge all'improvviso. De Rossi va a prendersi la palla al limite dell'area avversaria per allargarla su Perotti. Dribbling secco e Militao abbocca: sgambetto da rigore. Cakir lo assegna senza alcun dubbio e De Rossi spiazzando Casillas che, a Vienna nei quarti di Euro 2008, riuscì invece a respingere la sua conclusione nel pomeriggio dell'eliminazione dell'Italia di Donadoni. Pareggio raggiunto in 10 minuti. L'esultanza del capitano fa arrabbiare ii portoghesi: anche Coinceçao, insieme con i panchinari, vanno a rimproverarlo. De Rossi, però, si arrende nel recupero del 1° tempo: polpaccio. Dentro Pellegrini.

ALTRO REGALO - L'ennesima ingenuità di Karsdorp fa rientrare in partita il Porto: Corona gli ruba il pallone e pennella sul palo lontano per Marega che, lasciato solo da Marcano, fa centro. E' il 6° gol consecutivo in 6 partite di Champions, battuto il record di Jardel. Il punteggio adesso è lo stesso dell'andata, Fuori Karsdorp, tocca a Florenzi. Coinceçao replica con Brahimi per Corona. Si fa male Marcano: dentro Cristante per il 4-5-1. Ecco Fernando per Soares. Dzeko fa reparto da solo, anche nei supplementari: i due errori decisivi sotto porta e l'ingenuità di Florenzi spingono la Roma fuori dalla Champions. Florenzi finisce in lacrime, e non solo lui.


Pallotta contro l'arbitro: «Un'altra volta derubati»

IL MESSAGGERO - La protesta di Jim Pallotta, dai canali ufficiali. «Lo scorso anno abbiamo chiesto il VAR in Champions League perché ci hanno derubato in semifinale e oggi, hanno il VAR, e ci hanno derubato lo stesso. Schik è stato chiaramente atterrato in area, il VAR lo ha mostrato, e non è stato segnalato nulla. Sono stanco, mi arrendo».

LE LACRIME - Dalla protesta di Pallotta, alle lacrime di Florenzi. La maglia che si allunga, l'arbitro che assegna il rigore dopo aver visto la moviola, il Porto che festeggia la qualificazione ai quarti di Champions e le lacrime. Alessandro Florenzi ha vissuto una notte da incubo al Do Dragao. Alessandro era disperato, come se si sentisse l'unico colpevole della sconfitta. Per nascondere la fragilità si è messo la maglia sopra la faccia, quando De Rossi e Casillias se ne sono accorti e hanno compreso la sua disperazione sono corsi da lui a consolarlo e a dirgli che sono episodi che possono accadere in una partita tesa come quella che si è giocata al Do Dragao. Tutto passerà, ma non questa notte: l'esterno non è riuscito a darsi pace, il peso da sopportare è schiacciante e pensare che Di Francesco aveva scelto per lui la panchina. È stato costretto a entrare quando che il tecnico si è reso conto che la benzina e la lucidità di Karsdorp erano finite. A pesare sulle spalle di Alessandro anche quel rapporto difficile con qualche tifoso che ha lo ha criticato per il tira e molla sul contratto. Prassi per i giocatori di un certo livello, ma dai figli di Roma evidentemente qualcuno non se lo aspetta. Ci sarà il tempo per il riscatto.