La dura legge del Var. Roma colpita e affondata

LA REPUBBLICA - BOCCA- Addio Roma, l’epilogo di questa storia è uno stupidissimo rigore provocato da Florenzi e segnato dal Porto al 117° (3-1) di una partita di grande sofferenza, ma tenuta viva fino all’ultimo istante. L’eliminazione dalla Champions potrebbe essere anche l’ultimo atto di Di Francesco. Anche se l’allenatore se l’è giocata veramente fino all’ultimo. Paulo Sousa per la cronaca al Do Dragão non si è visto e dal Bordeaux sono sicuri di averne ormai già garantita la firma.

Per la partita del destino Di Francesco ha scelto una Roma catenacciara, un 3-4-2-1 esasperato, di grande emergenza e anche paura. Tre centrali, Marcano, Manolas e Juan Jesus; due mediani Nzonzi e De Rossi, due terzini Karsdorp e Kolarov; più Zaniolo, Perotti e Dzeko per la prima linea. Evidente la preoccupazione di fermare un Porto ben più pericoloso in casa, rinforzato soprattutto dal recupero di Marega, assolutamente determinante. Buon amico di Totti, fortemente sponsorizzato e addirittura legato a doppio filo col direttore sportivo spagnolo Monchi anche lui nella bufera per la sarabanda di acquisti poco azzeccati (Schick, Nzonzi, Kluivert etc) ma freddamente accolto dal boss James Pallotta che del resto dalla lontana Boston giudica i risultati, Di Francesco si è ritrovato a questo punto abbastanza solo con i suoi schemi e le sue convinzioni da abbattere. C’è da credere forse che non abbia effettivamente progettato e messo in campo una Roma speciale per salvare la sua panchina e il suo futuro. Ma semplicemente una squadra per dare al suo club e al calcio una prova della sua professionalità, del suo attaccamento alla Roma, una speranza. E raggiungere così almeno la spiaggia dei quarti. Non per rimanere abbarbicato a una panchina e a un ruolo che gli ha tolto anche serenità ma per umano orgoglio e semplice dove-e.

La partita è stata un lungo viaggio a fari spenti. Un brutto errore in marcatura ha liberato Marega e mandato in gol Soares. La Roma ha cercato di rispondere con dei contropiede pur senza avere contropiedisti e con uno Zaniolo dimezzato rispetto all’andata. Ma Perotti ha comunque inventato in area una piroetta che ha mandato fuori registro Militao e prodotto il rigore per l’1-1 di De Rossi. Proprio lui è stato determinante col suo argine difensivo, purtroppo però una fitta al polpaccio lo ha bloccato e tirato fuori dalla mischia. La Roma infatti ha ulteriormente ripiegato soffrendo gli errori difensivi di Karsdorp & C, fino a quando a Marega è stato messo sul piede l’assist del 2-1 e dei supplementari, cui si è arrivati in mezzo a un tiro a segno a tratti imbarazzante. Perotti avrebbe avuto anche l’occasione per evitarli se non si fosse mangiato un gol a porta spalancata e in pieno 90°. Affidando così il destino della Roma a una sfinente sarabanda più che a una partita. Dzeko ha sbagliato il gol qualificazione a porta vuota, Florenzi al 115’ ha provocato un rigore assurdo (trattenuta per la maglia di Çakir) e Telles spedisce il Porto ai quarti. Ci potrebbe stare perfino un altro rigore per la Roma (Marega su Schick) ma la strada ormai scende all’inferno.


Eusebio chiuso nel silenzio, Donadoni e Ranieri in attesa

IL MESSAGGERO - TRANI - Eusebio Di Francesco è da solo, al buio dietro il vetro oscurato. Sguardo fisso nel vuoto, seduto sul pullman della Roma, in prima fila dietro all'autista. Aspetta di sapere se potrà continuare la sua avventura sulla panchina della Roma. Eusebio mon è stato ancora avvertito dal management di Pallotta, presente al completo a Oporto, anche perché c'è indecisione sull'erede. Paulo Sousa ha evitato di presentarsi all'Estadio do Dragao. E, a quanto pare, è uscito di scena. Venerdì sarà il nuovo l'allenatore del Bordeaux. Il vicepresidente Baldissoni, l'ad Fienga e il ds Monchi sono in contratto con il presidente. Devono capire su chi puntare: hanno il sì di Donadoni come traghettatore. La soluzione ideale, secondo la proprietà Usa, per poi tirare le somme a fine stagione. Il piazzamento in campionato conterà per scegliere a quale tecnico affidare la prossima stagione. Panucci si sente ancora in corsa. E' ct dell'Albania, ma già prima di Natale ha dato la disponibilità. Ultimamente, però, non è stato contattato. Montella è in lista. Anche Ranieri.

APPESO A UN FILO - Separato in casa. Soprattutto muto e infuriato: Di Francesco ha rinunciato a parlare in confernzea stampa. e non ha rilasciato nemmeno le interviste alle tv. Più che a se stesso, pensa ancora alla Roma Ce l'ha con Cakir. L'arbitro turco, non sanzionando l'entrata di Marega su Schick, gli ha impedito di arrivare per il 2° anno di fila agli ottavi. Ma prima dell'errore dell'arbitro, evidenti sono state le gaffe di Manolas, Karsdorp e Florenzi che rispettivamente consegnato il tris e la qualificazione al Porto. Il colpo di grazia, prima del rigore trasformato da Telles al minuto 12 del 2° tempo supplementare, glielo ha assestato Dzeko,pappandosi la rete della promozione. Eusebio ha comunque fatto i complimenti ai protagonisti della sera. Breve sosta negli spogliatoi, dove ha lasciato diversi giocatori in lacrime, prima di rifugiarsi sul pullman. Non ha avuto la forza di parlare.

SOLIDARIETA' INTERNA - Il pianto di Florenzi. Quello di Cristante e la disperazione di altri. La reazione del gruppo, nella sfida più delicata, sta facendo riflettere la dirigenza della Roma. Che ha rimandato a oggi la decisione definitiva. Al rientro nella Capitale, dunque, nel primo pomeriggio. Eusebio, per ora, è in stand by. Non è certo l'esonero che però rimane l'unica soluzione per cercare di sistemare in corsa la situazione e conquistare quel 4° posto che resta vitale per il club giallorosso. «Non difendo Di Francesco perché è mio o perché ho vissuto anni bellissimi con lui, ma perché sono un dirigente della Roma ed è il mio allenatore. E il tecnico della Roma va difeso fino alla fine» le parole di Totti prima dell'inizio della gara contro il Porto. Non è diversa, a fine match, la posizione di De Rossi. Anche il capitano si augura di poter continuare con Di Francesco. Il pullman ha acceso i motori alle 23,56 di Oporto. L'una in Italia. Con Eusebio ancora allenatore della Roma. Anche se circola di nuovo l'ipotesi delle dimissioni.


Marciniak, l’incapacità di essere Var

IL MESSAGGERO - AVANTAGGIATO - La Var risolverà i problemi in Champions, si diceva. Ma la Var, ieri sera ad Oporto, i problemi non li ha risolti ma li ha creati. Già perché uno scadente Cakir combina guai nei tempi supplementari, facendosi guidare nel modo sbagliato dal polacco Marciniak. l’uomo designato davanti alla Video Assistante Referee. Che negli ultimi minuti del match prima lo richiama all’on field review per la maglia trattenuta da Florenzi e poi lo lascia in balia dell’incertezza quando Schick viene colpito da dietro da Mariga e cade in area all’ultimo minuto del secondo supplementare. Due decisioni opposte, che si scontrano con la logica e offrono molto lavoro al responsabile Uefa, Roberto Rosetti.

Lavoro che è lo stesso che si deve fare in Italia, dove impazza un interrogativo: perché la Var interviene a intermittenza? Una domanda che necessita di una risposta chiara e in brevissimo tempo, alla faccia anche di chi ad Aberdeen ha pensato più a giocare con i piedi avanti e i piedi dietro del portiere piuttosto che a mettere mano ad un protocollo che continua a fare acqua. Perché non è possibile che in casi come quello di ieri sera, invece di Cakir, la partita l’ha condizionata gli errori di una persona (e non della macchina), il polacco Marciniak.


De Rossi salva DiFra: "Merita di restare"

IL MESSAGGERO - TRANI - Il primo gol stagionale di De Rossi serve solo ad accarezzare il sogno qualificazione. La rabbia arriva dopo. Tanta. Eppure Daniele da capitano navigato, nel momento più difficile, si era caricato tutti sulle spalle. Freddo nel calciare il rigore del pareggio. Un digiuno da gol lungo il suo, l'ultimo lo aveva segnato lo scorso 10 aprile, sempre in Champions, nel match contro il Barcellona. Momenti opposti. Dura stavolta reggere l'urto e il peso di questa eliminazione. Se poi c'è anche un polpaccio a tradirti allora vuol dire che non è proprio serata. Dura meno di un tempo. «Penso di essermi stirato» ammetterà alla fine. Gli anni pesano e giocare due gare come derby e ritorno degli ottavi di Champions, in appena quattro giorni, non è facile. Non è facile perché l'eliminazione di ieri brucia. E parecchio. Quell'episodio da rigore su Schick grida vendetta. C'è solo la sua voce a cui aggrapparsi. Non parlano dirigenti. Non parla l'allenatore che viene visto sul pullman da solo (sarà multato dalla Uefa). Il momento è delicato. De Rossi non parla in modo affrettato. Gli anni della vena sul collo hanno lasciato spazio ad un temperamento diverso. Un temperamento da Capitano. «Rimango della mia opinione. Siamo arrivati a 1' dai rigori che ci avrebbero permesso di superare gli ottavi di Champions per il secondo anno consecutivo. Non so che succederà ma nessuno toglierà al mister ciò che ha fatto l'anno scorso e che ha fatto quest'anno. Purtroppo c'è sempre stata la poca continuità in campionato». Poi si parla della Var e degli episodi decisivi. In un primo momento preferisce non commentare. Li riguarda e solo allora ammette: «È rigore e non va bene. Siamo usciti dalla Champions l'anno scorso dicendo che se ci fosse stato il Var saremmo andati in finale. In futuro la VAR sarà utile e perfetta. Questo è un errore umano, non della macchina. È un peccato, perché sarebbe stato epico passare con il 2-2».

IN DIFESA - Gli occhi tradiscono quello che dice il cuore: «Non meritavamo di uscire così. Va accettato per quello che è, sicuramente la modalità è terribile da accettare. Siamo una squadra particolare, viviamo di alti e bassi, sicuramente non abbiamo fatto una partita perfetta ma ho visto un gruppo di giocatori e uomini seri, che ci tenevano tanto. Sarebbe stata dura anche perdere ai rigori, magari sarebbe stata meglio invece di un rigore al 115'. All'andata meritavamo di vincere».Attacca e difende. E così diventa lo scudo di uno spogliatoio divenuto bersagli di critiche feroci: «Sono fierissimo di questo gruppo. A volte ci siamo addormentati, stavolta abbiamo mantenuto la tensione alta, loro sono forti».

RIPARTENZA - De Rossi prova a trasformare la rabbia e la delusione in nuova linfa per ripartire in campionato. C'è un quarto posto ancora da conquistare: «Deve essere una spinta perché la nostra stagione non finisce qui. Si spegne un sogno in modo doloroso ma abbiamo tante partite».


Contro l’Empoli è emergenza totale

IL MESSAGGERO - E lunedì l’Empoli, in piena emergenza. La Roma deve correre verso il quarto posto e l’impegno non sarà facile, anche considerando le assenze. I giallorossi pagano la partita di ieri in Portogallo e anche il derby. Cominciamo dagli squalificati: Fazio (finito in tribuna nella sfida contro il Porto), Kolarov e Dzeko, tra ammoniti (diffidati) ed espulsi. Sperano di aver un ruolo da titolare gente che ultimamente era stata dimenticata o rimasta fuori per infortuni vari.

Schick, ad esempio, è il candidato numero uno per sostituire Dzeko, al posto di Kolarov potrebbe essere schierato o un centrale mancino (Marcano o Jesus) oppure Santon, con l’impiego a destra di uno tra Florenzi e Karsdorp, queswt’ultimo non esaltante contro il Porto. Dal Do Dragao la Roma torna con le ossa rotte e con tre giocatori con i muscoli a pezzi: De Rossi, sospetto stiramento al polpaccio, affaticamento per Marcano, guaio al flessore destro per Pellegrini. Quindi, dai cinque ai sei assenti. Non bene.


«Parnasi potrebbe ancora fuggire». Il gip conferma l'obbligo di firma

IL MESSAGGERO - ALLEGRI - Pericolo di fuga e rischio di inquinamento probatorio: potrebbe scappare o fare sparire alcune prove a suo carico. Le esigenze cautelari per l'imprenditore Luca Parnasi non si affievoliscono nemmeno in vista dell'udienza preliminare. Il costruttore, imputato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, per il giro di tangenti e di illeciti finanziamenti elargiti a politici e funzionari del Campidoglio per la realizzazione del Nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, non potrà allontanarsi dalla Capitale e dovrà continuare a presentarsi alla polizia giudiziaria con cadenza settimanale. Il gip Costantino De Robbio ha respinto l'istanza con cui i difensori di Parnasi hanno chiesto la revoca delle misure cautelari. L'imprenditore resterà sottoposto all'obbligo di dimora nel Comune di Roma e all'obbligo di firma. Anche perché, visto che la società Eurnova - di Parnasi - ha appena concluso con James Pallotta un accordo che prevede la vendita del pacchetto stadio per 110 milioni di euro, il rischio è che questa consistente disponibilità economica gli consenta di fuggire.

Le pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, titolari del fascicolo sull'affaire Tor di Valle, avevano dato parere negativo alla cessazione della misura. La procura tiene il punto mentre l'inchiesta che ha travolto l'ex presidente di Eurnova, i suoi collaboratori e una lunga lista di politici e funzionari capitolini arriva al momento cruciale: il 2 aprile ci sarà l'udienza preliminare durante la quale il gup deciderà se rinviare a giudizio i 15 imputati, come chiesto dagli inquirenti. Le accuse vanno, a seconda delle posizioni, dall'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e ad altri delitti contro la pubblica amministrazione - contestazione mossa solo a Parnasi e ai suoi collaboratori -, al finanziamento illecito ai partiti, al traffico di influenze illecite. A rischio processo, oltre all'imprenditore e al suo entourage, anche l'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di FI, Adriano Palozzi, l'ex assessore regionale del Pd, Michele Civita, e il Soprintendente ai Beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti. Nel capo d'imputazione si legge che Parnasi - «capo e organizzatore» dell'associazione - avrebbe cercato di pilotare in favore della sua società Eurnova le «procedure amministrative legate al masterplan».

LANZALONE - Nel frattempo, due giorni fa, si è aperto il processo a carico dell'ex superconsulente della sindaca Virginia Raggi, l'avvocato genovese Luca Lanzalone, ingaggiato senza contratto ufficiale, ma incaricato di seguire i dossier più delicati, in particolare quello su Tor di Valle. Ribattezzato il sindaco ombra, è una delle figure chiave dell'inchiesta. Per lui, per il suo socio Luciano Costantini e per il commissario straordinario dell'Ipa, Fabio Serini - le accuse sono corruzione e traffico d'influenze -, la procura ha ottenuto di procedere con rito immediato. Ma dopo l'udienza del 2 aprile verrà discussa un'eventuale riunione dei procedimenti: Parnasi e Lanzalonepotrebbero trovarsi uno accanto all'altro sul banco degli imputati. Intanto, il Campidoglio si è costituito parte civile contro l'avvocato genovese e la Raggi è stata citata come testimone dai pm. Per la procura, potrebbe essere uno dei principali testi d'accusa contro l'ex braccio destro.
Per i magistrati, Lanzalone avrebbe agevolato Parnasi e in cambio si sarebbe aggiudicato una serie di consulenze. La procura gli contesta anche di avere fatto ottenere a Serini la nomina come commissario straordinario dell'Ipa, intercedendo direttamente con la sindaca, e di avere ottenuto in cambio almeno due incarichi.


De Rossi: "Fierissimo di questa squadra"

IL TEMPO - MENGHI - Ogni volta che la Roma lo faceva arrabbiare e qualcosa in campo non andava come voleva, Di Francesco si rintanava sulla sua panchina, seduto a riflettere nel posto che scotta e che, per almeno un'altra notte di delusioni e pensieri, si è tenuto stretto. La squadra ci ha creduto fino alla fine, per 120 minuti lunghissimi che potevano avere un risvolto diverso se l'arbitro avesse visto (o almeno rivisto) lo sgambetto su Schick in area. "Non lo so, non lo so - ripete De Rossi sconsolato da bordocampo - non ho visto l'episodio e non voglio parlare del direttore di gara. Il risultato va accettato per quello che è, la modalità è terribile perché siamo una squadra particolare, viviamo di alti e bassi, ma ho visto uomini seri che ci tenevano tanto e non meritavamo di uscire cosi. Sarebbe stato duro anche ai rigori, ma con un penalty ai supplementari è anche peggio. Io sono fierissimo di questi giocatori, a volte siamo un po' addormentati, ma abbiamo tenuto l'attenzione alta contro una squadra forte".

Su Di Francesco non si sbilancia, ma da portavoce dello spogliatoio manda un messaggio alla società sulla voglia del gruppo, che è quella che dall'alto volevano vedere: "Io rimango della mia opinione, al mister nessuno toglierà quello che ha fatto l'anno scorso e quest'anno in Champions, stavamo per andare per il secondo anno consecutivo ai quarti. Io non entro nel dibattito dell'allenatore, non qui davanti alle telecamere: deciderà lui, deciderà la società". De Rossi il suo l'ha fatto in campo, finché ha potuto: ha interrotto il digiuno di gol nel momento in cui serviva di più, è stato perfetto dal dischetto e dopo quasi un anno a secco ha permesso alla Roma di restare in partita, di continuare a sognare la qualificazione. Sugli spalti non c'era l'atteso Sousa, un'ombra in meno per Di Francesco e ormai vicino a firmare col Bordeaux, c'era invece il dirigente FrancescoTotti, che prima del match la sua preferenza sulla questione panchina l'aveva espressa senza badare a formalismi da tv: "Penso che la squadra sia tutta con il mister. Lui ha un'adrenalina che nessuno può avere, io lo so perche lo conosco e lo vivo. Lo difendo non perché sia mio amico, ma perché sono un dirigente della Roma e lui è il mio allenatore. Lo difendo fino alla fine". Parole inequivocabili che l'ex capitano ha pronunciato prima della battaglia di Oporto, da cui Di Francescoesce sconfitto ma con la speranza che la prestazione da squadra vera possa salvarlo comunque.

L'arbitraggio non può non fornirgli un buon alibi, Manolas è scatenato contro l'arbitro dopo la partita: "Abbiamo dato il massimo, abbiamo fatto una buona gara che alla fine ci lascia l'amaro in bocca perché potevamo fare il 2-2 con un paio di occasioni fallite davanti e passare il turno, poi ci fischiano un rigore contro e non ce ne danno uno netto a favore: in queste partite non si può sbagliare così, per me è una vergogna. Nemmeno è andato a vederlo. Quando la squadra dà il massimo non puoi lasciarla uscire così, non è giusto. Il contatto è netto, queste cose succedono solo a noi. Anche l'anno scorso ci hanno chiesto scusa, ma scusa non c'è nel calcio, adesso c'è il Var e devi andare a vederlo". Il ricordo del Liverpool è ancora vivo, stavolta il sogno è finito ancor prima di cominciare.

 

 


Ai quarti Var il Porto

LEGGO - BALZANI - La lunga notte di Di Francesco è finita senza luna, dopo 117 minuti di battaglia, speranze e dolori. Al termine di una partita dai contorni danteschi. Colpa del Var e dell'arbitro Cakir. E colpa di una squadra che ha combattuto ma ha mostrato i soliti limiti difensivi ed individuali. Finisce l'avventura della Roma in Champions tra polemiche e dubbi sul futuro. IlPorto di Conceiçao ha ribaltato il 2-1 dell'andata e vinto ai supplementari grazie un rigore concesso dal Var per una trattenuta ingenua di Florenzi (uscito in lacrime dal campo) su Fernando. Qualche minuto dopo l'arbitro turco Cakir, però, nemmeno è voluto andare a vedere lo sgambetto di Marega su Schick.

Un'altra grave ingiustizia europea dopo quelli dello scorso anno con Barcellona e Liverpool. Un alibi che non basta a Di Francesco. La Roma ha giocato male i 90' regolamentari andando sotto nel primo tempo per un errore di Manolas. Al 37' Perotti si è guadagnato un rigore segnato alla perfezione da De Rossi (uscito a fine primo tempo per una sospetta lesione al polpaccio), ma il Porto ha avuto ancora campo e nella ripresa ha sfruttato un altro sbaglio difensivo. Nei supplementari Dzeko ha avuto due volte la possibilità di chiudere il match ma ha fallito entrambe le occasioni. La legge, sbagliata, del Var ha concluso una delle notti più amare della storia della Roma. Una delle tante. Tra ieri notte e oggi verrà deciso il destino di Di Francesco che ieri si è isolato sul pullman, non ha parlato dopo la partita e che sembra ormai segnato.

La risposta del gruppo c'è stata, ma i problemi restano. In preallarme c'è da tempo Cristian Panucci mentre Paulo Sousa è ormai a un passo dal Bordeaux. Già oggi potrebbe arrivare l'annuncio dell'esonero. «Mi auguro di essere allenato ancora con Di Francesco, ma decide la società. Sono comunque fiero di questo gruppo, e credo che una dimostrazione oggi l'abbiamo data anche nei confronti di Eusebio», le parole di De Rossi. «Ci resta l'amaro in bocca, perché non ci hanno dato quel rigore netto col Var? Perché non è andato a vederlo? È una vergogna, succede sempre solo a noi», l'accusa di Manolas.


Pellegrini ko. Dzeko e Kolarov squalificati

IL TEMPO - SCHITO - Non bastasse la batosta rimediata a Oporto, Eusebio Di Francesco dovrà anche fare la conta degli assenti per la gara contro l'Empoli. All'Olimpico, lunedì sera, il tecnico avrà gli uomini contati. Il primo ad alzare bandiera bianca è Daniele De Rossi. Il capitano giallorosso è uscito per un infortunio al solito polpaccio sinistro, quello che troppe volte -non in questa stagione però, - lo ha costretto allo stop. Il centrocampista giallorosso era sceso in campo già con un fastidio al ginocchio e al termine del match non è stato foriero di buone notizie: "Penso di essermi stirato", il suo pensiero.

Da valutare le condizioni di Lorenzo Pellegrini, anche lui uscito malconcio dal Do Dragao: il numero 7 giallorosso ha accusato un risentimento alla coscia destra, nei prossimi giorni verra sottoposto agli esami del caso. Solo crampi per Marcano, mentre anche Fazio si è fermato prima della partita per un risentimento al flessore. L'argentino contro i toscani non ci sarebbe stato comunque perché squalificato, così come Dzeko e Kolarov. La squadra rientrerà oggi nella capitale, previsto allenamento nel pomeriggio.

 

 

 

Di Fra vicino all'esonero, dubbi tra Donadoni, Ranieri o Panucci

Di Francesco è vicino all'esonero dopo la sconfitta di ieri sera contro il Porto. Il vicepresidente Mauro Baldissoni ha dalla sua il sì di Roberto Donadoni come successore ma la squadra spinge per una soluzione più vicina all'ambiente romano. I nomi sono quelli di Claudio Ranieri e Christian Panucci, così come riportato dall'esperto di calciomercato Gianluca di Marzio.


Malagò: "La Var è fantastica se usata in modo onesto, l'errore di ieri è molto grave"

Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha rtoòasciato alcune dichiarazioni in merito al presunto rigore per la Roma che l'arbitro turco Cakir non ha visionato alla Var durante il match di ieri contro il Porto. Queste le sue parole: 

"Non sono io che devo dare giudizi o sentenze, ma mi sento di dire che oggettivamente e in maniera inequivocabile la Var è fantastica per mettere in condizione gli arbitri di risolvere i problemi, ma se uno non va a guardare onestamente non va bene e l'errore di ieri è molto grave. In questo caso la Roma e il nostro calcio sono rimasti penalizzati"


Roma-Empoli sarà diretta da Maresca di Napoli

L'AIA ha reso noti i nominativi degli Arbitri, degli Assistenti, dei IV Ufficiali, dei V.A.R. e degli A.V.A.R. che dirigeranno le gare valide per la ottava giornata di ritorno del Campionato di Serie A 2018/19 in programma domenica 10 marzo alle ore 15.00. Questo l'elenco completo apparso sul sito aia-figc.it:

BOLOGNA – CAGLIARI h. 12.30
IRRATI
MARRAZZO – CECCONI 
IV: ABBATTISTA 
VAR: VALERI 
AVAR: MELI 

CHIEVO – MILAN Sabato 09/03 h. 20.30 
PAIRETTO
BINDONI – VILLA 
IV: GHERSINI 
VAR: LA PENNA 
AVAR: FIORITO 

FIORENTINA – LAZIO h. 20.30 
ORSATO
LO CICERO – RANGHETTI 
IV: AURELIANO 
VAR: MAZZOLENI 
AVAR: PAGANESSI 

FROSINONE – TORINO 
GIACOMELLI
DEL GIOVANE – SCHENONE 
IV: MARINI 
VAR: GUIDA 
AVAR: LONGO 

INTER – SPAL 
CALVARESE
DE MEO – ALASSIO 
IV: PICCININI 
VAR: DI BELLO 
AVAR: VUOTO 

JUVENTUS – UDINESE Venerdì 08/03 h. 20.30 
CHIFFI 
VIVENZI – LIBERTI 
IV: PILLITTERI 
VAR: PASQUA 
AVAR: TOLFO 

PARMA – GENOA Sabato 09/03 h. 18.00 
SACCHI 
PERETTI – DI GIOIA 
IV: MAGGIONI 
VAR: MARIANI 
AVAR: DI LIBERATORE 

ROMA – EMPOLI Lunedì 11/03 h. 20.30 
MARESCA 
MONDIN – BOTTEGONI 
IV: MINELLI 
VAR: MASSA 
AVAR: COSTANZO 

SAMPDORIA – ATALANTA 
FABBRI 
DI IORIO – POSADO 
IV: MARINELLI 
VAR: ROCCHI 
AVAR: TONOLINI 

SASSUOLO – NAPOLI h. 18.00
MANGANIELLO 
VALERIANI – COLAROSSI 
IV: ILLUZZI 
VAR: DOVERI 
AVAR: PRETI