Cafù: "Ho giocato tanti derby ma quello tra Roma e Lazio esprime una rivalità unica"

Marcos Cafu, ex calciatore e terzino della Roma, ha parlato del derby al portale ESPN. Queste le sue dichiarazioni:

"Quel sombrero a Nedved lo ricorda ancora tutto il mondo. Non è stato premeditato, è successo tutto molto velocemente e naturalmente, un sombrero contro il giocatore più forte della Lazio in quel momento. Non volevo certo prenderlo in giro. Nel corso degli anni siamo diventati amici”.

Derby?

“Ne ho giocati tanti, ma quello tra Roma e Lazio esprime una rivalità unica".


Empoli-Parma, finisce con il pareggio

La sfida tra Empoli e Parma si è conclusa con un pareggio 3-3. L'ex romanista Gervinho ha regalato, al 13', il gol che ha aperto le danze. Dell'Orco prende in mano la situazione e pareggia al 18'. Rigoni segna il 2-1 del vantaggio con un colpo di testa per il Parma. Dopo 60 minuti di gioco Caputo porta la squadra in casa al 2-2. Gli ospiti emiliani salgono a 3-2 con un gol di Bruno Alves, con il finale di Silvestre al 91.
L'Empoli ora si posiziona con 22 punti e il Parma con 30.


Le nuove disposizioni dall'International Association Board

Niente più volontarietà nel fallo di mano. L'International football association board, o Ifab, si è ritrovato a discutere sulle norme di gioco ad Aberden nel 133esimo meeting annuale. Come riporta l'Ansa, non è più permesso che un tocco anche non intenzionale con mano o braccio consenta di fare gol o metta in campo un'occasione per farlo. Sarà automatico il fallo e, in caso il giocatore si comporti in maniera antisportiva, ci si può aspettare l'uso del cartellino da parte dell'arbitro. In Scozia sono state annunciate altre disposizioni come il divieto dei calciatori di stare in barriera durante la battuta di una punizione in favore della loro squadra. Mutata anche la rimessa da parte dell'arbitro, che verrà concessa in determinate situazioni se la palla colpisce lo stesso durante l'azione di gioco. Per concludere, si è deciso che il portiere sarà obbligato ad avere un solo piede sulla linea di porta quando si batte un rigore. A favore di una diminuzione dei tempi morti, l'associazione ha deciso che i giocatori sostituiti dovranno uscire dal campo nel punto a loro più vicino senza attraversare il campo. L'arbitro avrà il diritto di usare cartellini gialli e rossi anche nei confronti degli allenatori e dello staff tecnico, qualora lo ritenga opportuno.


Roma-Lazio – i molti, doppi ex

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI - A Milano o a Torino negli anni è divenuta pressoché un’abitudine, basti pensare ai casi dei vari Collovati, Pirlo, Seedorf, Helveg, Coco, Guly, Ganz (sponda meneghina) oppure Gabetto, Bruno, Balzaretti, Quagliarella, Ogbonna, Zaza (sponda torinese); a Roma, c’è voluto il serbo Kolarov per tornare a parlare dopo decenni di un calciatore che abbia vestito sia la maglia giallorossa che biancoceleste.

Ne scaturisce che qui, nella città eterna, attraversare il Tevere è cosa rara e malvista. Eppur, non sono stati pochi i casi di ideale passaggio da una sponda all’altra del fiume che bagna la Capitale.

Iniziò Attilio Ferraris, che nel '34 fu il primo a cambiare casacca all'interno della stessa città. Una pugnalata, inferta oltretutto da chi era stato un simbolo della Roma testaccina e campione del Mondo con l'Italia di Vittorio Pozzo, nonché romanista della primissima ora, passando in giallorosso direttamente da quella Fortitudo che insieme all'Alba e al Roman avevano dato origine al sodalizio nato il 22 luglio 1927. In biancoceleste visse una sola stagione, prima di tornare alla casa madre, da dove era stato inizialmente ceduto per 150.000 lire. Al momento di firmare il contratto, la Roma chiese però di fissare una clausola che avrebbe impedito al giocatore di affrontare il derby, pena il pagamento di 25.000 lire. La Lazio accettò, ma alla prima occasione non si fece scrupoli a pagare, scatenando un curioso siparietto: una tifoseria gridava a Ferraris "venduto, venduto", l'altra "comprato, comprato", mentre neanche la sorella Jolanda aveva il coraggio di battergli le mani.

Trent'anni più tardi toccò a Ciccio Cordova compiere lo stesso tragitto, ma qui gli strascichi furono maggiori. Romagnolo di ForlìCordova a Roma era arrivato nell'estate del 1967, con la fama dell'ala giovane e scattante, che però non aveva ancora avuto occasione per dimostrare il proprio valore. Lo face nella capitale, dove in un colpo solo trovò gloria e amore, sposando Simona Marchini, la figlia del presidente Alvaro. Talentuoso ma indolente, capace di portare dalle stalle alle stelle e ritorno uno stadio intero con le sue giocate, in giallorosso alzò un Coppa Italia e indossò anche la fascia di capitano, salvo poi consumare il proprio tradimento nell'estate del '76, quando mal digerì la decisione di Gaetano Anzalone, intenzionato a cederlo al Verona, accettando viceversa di passare alla Lazio

Il viaggio contrario lo fece invece Selmosson, il Raggio di Luna che illuminò entrambe le facce della capitale. A Roma lo condussero proprio i biancocelesti, che però tre stagioni più tardi dovettero piegarsi al corteggiamento dei rivali cittadini, accettando un assegno 135 milioni di lire. Un cifra quasi fuori mercato. I laziali non la presero affatto bene, mentre i romanisti si sfregarono le mani. Lo svedese, da professionista quale era, non fece torti a nessuno, segnando sia nei derby vissuti su una sponda che in quelli giocati sull'altra.

Un gol dell'ex lo fece anche Fabrizio Di Mauro, che il suo addio alla Roma proprio non lo aveva digerito. Lui che in giallorosso era nato e cresciuto, dopo un scudetto con la Primavera di Giannini, era stato ceduto alla Fiorentina nel 1992, per un corrispettivo di 7 miliardi. In riva all'Arno rimase appena un anno, prima di tornare nel punto in cui il suo viaggio era iniziato, dove però trovò solamente la Lazio ad abbracciarlo. La ripagò con la rete dell'1-1 che annullò l'iniziale vantaggio di Piacentini, in una delle tante stracittadine incastonata nella lunga saga dei segni x d'inizio anni '90.

Nello stesso periodo nasceva anche la carriera di Roberto Muzzi, al quale la Roma aveva dato l'opportunità di farsi apprezzare e tolto un'aquila dal collo, che al ragazzo di Morena venne intimato di levarsi da Bruno Conti, all'interno degli spogliatoi di Trigoria. Laziale dentro, rimase romanista fuori sino al '94, per poi farsi apprezzare soprattutto tra Cagliari e Udine, abbracciando la sua squadra del cuore solamente negli ultimi scampoli di carriera.

A fine corsa giunse anche Diego Fuser, ma in casa giallorossa. Acquistato da Franco Sensi nel post scudetto, arrivò con le gambe ormai fiaccate dagli scatti sulla fascia fatti con MilanTorinoParma e soprattutto Lazio, della quale divenne idolo sotto le gestioni ZoffZeman ed Eriksson. Restò appena due stagioni, face altrettanti gol, ai quali qualcuno si rifiutò persino di esultare. Insieme a Fuser, nell'estate dopo il tricolore arrivò anche Sebastiano Siviglia, quotato giovane difensore, reduce dall'ottima stagione con l'Atalanta di Vavassori. Prometteva bene, ma concluse poco. Gli andò meglio in biancoceleste, dove rimase dal 2004 al 2010. Lì del suo passato sembrò non importare nulla a nessuno.

Niente a che vedere con Lionello Manfredonia, finito col diventare l'emblema di una rivalità che mal digerisce i salti da una riva all'altra. Classe indiscussa, libero prima e mediano poi, quando Dino Viola scelse di portarlo in giallorosso fu capace di divedere un'intera curva. Sulle sue spalle gravavano la lunga militanza laziale, il coinvolgimento nel calcioscommesse e persino l'aver vestito la maglia della Juventus. Quando la Sud gli comunicò di averlo accettato, in realtà, a quel verbo fecero capire di aver dato un altro macabro significato. 

Nella lista finiscono anche i nomi di Di BiagioColonneseOrsi e Peruzzi, prodotti del settore giovanile di una squadra, ma poi apprezzati con la maglia dell'altra.

Nel giro delle panchine, invece, spuntano Juan Carlos LorenzoErikssonSpinosiZeman e persino Tommaso Maestrelli, che prima di diventare il "Maestro" aveva vestito la maglia giallorossa. A tutti o quasi il passato è sempre stato rinfacciato. La Roma calcistica sarà anche provinciale, ma sicuramente non le fa difetto la memoria.


Marin interessa alla Roma e non solo. Su di lui soprattutto il Milan

Antonio Marin nel mirino della Roma. Il classe 2001 della Dinamo Zagabria interessa a molti club importanti come Milan, Juventus, Manchester City e Ajax. Anche Monchi non se lo vuole lasciar scappare: secondo calciomercato.com, lo segue da vicino. La Dinamo valuta il giocatore tra i 12 e 15 milioni di euro.


Manolas salta il derby, problema intestinale

Kostas Manolas sarà il grande assente nel derby odierno assieme a Ciro Immobile. Il difensore greco infatti non sarà della partita a causa di un problema intestinale dell'ultimo momento. Molto probabile che a sostituirlo in difesa sia Juan Jesus. A riferirlo è il giornalista di Sky Sport Angelo Mangiante.


I tifosi biancocelesti esplodono petardi e fumogeni a Piazza Mancini

Alcuni tifosi della Lazio hanno esploso petardi e fumogeni in Piazza Mancini e Piazzale Maresciallo Giardino, dove continuano a transitare le macchine in vista del derby della Capitale. Non ci sono feriti, ma la tensione è alta, come riportato dal sito Adnkronos.


Parolo: "Oggi partita determinante al di là della classifica"

Marco Parolo, centrocampista della Lazio, ha parlato a Lazio Style Channel prima del derby di stasera. Ecco le sue dichiarazioni:

"Il derby è sempre il derby, una partita che è importante a prescindere dalla classifica. Serviranno la stessa rabbia e determinazione messe in mostra nella gara con il Milan perché è una sfida importante. Abbiamo rivisto la partita d’andata, proveremo ad evitare ciò che abbiamo sbagliato, dovremo limitare errori perché la gara di oggi sarà determinata anche dagli episodi. Abbiamo svolto già gare difficili ed abbiamo sempre fatto bene, dovremo continuare su questa strada".

 

PAROLO A ROMA TV

Nell'ultimo periodo molti infortuni, però poi è arrivata la buona prestazione con il Milan in Coppa Italia.
"Dobbiamo ripartire da lì con ancora più determinazione e voglia e cercare di ottenre il risultato".

Ultima occasione per la Lazio per la corsa Champions o è troppo presto per dirlo?
"È ancora troppo presto. oggi è l'occasione per far felici i nostri tifosi. Oggi partita importante, però per la corsa Champions ci sono ancora tante partite e il campionato è ancora lungo".

Che Roma ti aspetti?
"Una Roma come sta giocando le ultime partite con tanta voglia di giocare con tanto entusiasmo però noi l'abbiamo studiata e dobbiamo fare la nostra gara, sapendo che possiamo fare risultato".

 


Cristante: "Lottiamo per la Champions, servirà una grande partita"

Bryan Cristante, centrocampista della Roma, ai microfoni di Lazio Style Channel prima del derby:

"Questa è una partita sempre particolare. Viene vissuto fortemente sia fuori che dentro al campo. Servirà entrare bene con la testa giusta. Le differenze con l'andata? Sicuramente c'è una conoscenza maggiore fra tutti noi, eravamo tanti nuovi ad inizio stagione. Stiamo facendo bene, siamo in lotta per la Champions, servirà una grande partita".

 

CRISTANTE A ROMA TV

Come ha visto la squadra in settimana?
"Bene, è sempre un derby, una partita speciale anche per la classifica. Pronti e concentrati per entrare in campo tosti dal 1'".

Lo stop dell'Inter?
"E' importante vincere per restare lì ed agganciarli, è importante da tutti i punti di vista".

Tatticamente che partita si aspetta?
"E' un derby, sempre una partita mai facile. Mi aspetto sicuramente un match combattuto".

 


Serie A, il Milan vince 1-0 con il Sassuolo

Nella partita delle 18:00 della 25a giornata di Serie A, il Milan di Gattuso si impone per 1-0 tra le mura amiche contro il Sassuolo. A decidere la gara è un autogol del terzino spagnolo Pol Lirola. I rossoneri salgono al terzo posto, a quota 48 punti e aspettano di capire il risultato del derby tra Lazio e Roma.


Dzeko: "Questo derby vale moltissimo, voglio vincerlo"

Edin Dzeko, attaccante della Roma, ai microofni di Roma TV prima del fischio d'inizio della Stracittadina:

"È una partita unica, però penso che quest'anno vale un po' di più perché si gioca la Champions. Ci dobbiamo provare dando tutto in campo anche se loro giocano in casa. Nel derby può succedere di tutto ma noi dobbiamo provare a vincerla perché vale tanto per la Champions. Ogni partita da adesso fino a fine stagione è molto importante anche perché quest'anno ci sono tante squadre che lottano per la Champions League e l'anno scorso, come quest'anno, abbiamo visto quanto è bella la Champions. Sicuramente dobbiamo guardare partita dopo partita. Il mio primo derby? Ultimamente ho pensato di essere sfortunato con traversa, parata del portiere... ma forse neanche io ero al 100% però speriamo che il prossimo derby riusciamo a vincerlo e poi se faccio gol sarà ancora meglio. De Rossi, Florenzi e Pellegrini? La vivono di più perché sono romani e romanisti. Quando vado in Bosnia e mi ricordo del derby di Sarajevo era un feeling unico e sarà sicuramente così per Daniele, per Checco, per Lorenzo, per Florenzi. Io voglio vincere e basta, non penso ad altre cose".


Monchi: "Dzeko giocatore fondamentale, rimarrà con noi"

Monchi, ds della Roma, a pochi minuti dall'inizio del derby ai microfoni di DAZN:

“Manolas ha avuto un contrattempo ma abbiamo una rosa profonda e chi gioca si farà trovare pronto. Il futuro di Dzeko? Siamo coscienti delle sue prestazioni, per noi è un giocatore molto importante e non vedo perché non debba continuare con noi”.