Il derby si gioca di sera, scatta l’allerta scontri

IL MESSAGGERO - MARANI - Chi vincerà il derby della Capitale non si sa, ma finora la palla in rete l’ha messa sicuramente Dazn, la pay-tv aggiudicataria del “diritto” di trasmettere Lazio-Roma di sabato in prima serata, alle 20.30. La partita bollata come «ad alto rischio» dalla Questura dunque si giocherà in notturna come da calendario prestabilito. Così è stato deciso, ieri mattina, nella riunione del Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico che non ha riscontrato criticità tali da comportare l’anticipo del match. Domani si svolgerà il tavolo tecnico operativo che predisporrà la macchina della security per il derby, seguendo anche le indicazioni del Gos, il Gruppo operativo sicurezza. Un migliaio gli agenti tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, che saranno schierati attorno all’Olimpico. Occhi puntati anche sulle vie del Centro dove potrebbero riversarsi “cani sciolti” e ultrà stranieri gemellati diretti nei pub o negli alberghi. In Curva Nord è atteso l’arrivo degli spagnoli del Real Madrid, in omaggio all’amicizia suggellata coi biancocelesti, protagonisti di analoghe trasferte in terra spagnola. E gruppi gemellati sono dati in arrivo dalla Bulgaria (Levski Sofia) e dalla Polonia (Legia Varsavia) per la Lazio e dalla Spagna (Atletico Madrid), dall’Inghilterra (Southampton) e dalla Grecia (Panathinaikos) per la Roma. Sugli spalti sono attesi circa 45mila spettatori, di cui 30mila laziali. Ieri erano 12mila i tagliandi acquistati dai giallorossi.


Manolas prova. Juan Jesus sfida Marcano

IL TEMPO - AUSTINI - Sarà una giornata cruciale per la formazione della Roma nel derby. L’anti-vigilia a Trigoria servirà soprattutto a sciogliere le riserve su Manolas. Il greco ieri ha svolto lavoro individuale sul campo, con lo scarpino «lento» per non sollecitare troppo la caviglia colpita da Molinaro a Frosinone e oggi proverà a forzare. Sta meglio ma non benissimo, i segni dell'infortunio sono ancora visibili, un po’ di dolore ancora c’è e se le prossime due partite dei giallorossi non fossero così importanti (c’è il Porto dopo la Lazio), probabilmente Manolas si prenderebbe più tempo per recuperare. Dovesse farcela, come Di Francesco spera, il suo partner in difesa potrebbe essere un mancino: la seconda esclusione consecutiva di Fazio dall’undici titolare è una possibilità concreta, al momento nella testa del tecnico ci sono in ballottaggio Juan Jesus e Marcano, con l'argentino che si tiene invece pronto a sostituire Manolas in caso di forfait del greco. Se a sinistra Kolarov è una certezza, sull’altro lato in difesa dovrebbe rientrare Florenzi dal 1’ anche se Karsdorp ha fatto gli ultimi allenamenti in gruppo e si candida. Più per la Champions che nel derby. A centrocampo De Rossi sarà il perno, Cristante e Pellegrini sono favoriti su Nzonzi per giocargli vicino, quale che sia il modulo. Zaniolo serve invece in attacco a destra, per completare il tridente con Dzeko ed El Shaarawy. Ma in panchina l'allenatore avrà nuove cartucce da utilizzare in corso d’opera: Perotti e Kluivert sono pronti, in teoria potrebbe farcela anche Schick, vicino al recupero completo. Resta fuori invece Under, in dubbio anche per Oporto.


Confermata la stracittadina in serale alle 20.30

IL TEMPO - Il derby resta dov'è. Nessun anticipo in orario diurno, il calcio d'inizio di Lazio-Roma è confermato per le ore 20.30 di sabato 2 marzo. Lo ha deciso il Prefetto di Roma Paola Basilone al termine della riunione di ieri mattina tra gli organi competenti. Nelle settimane scorse si era alzato lo stato di allerta per la stracittadina, la Questura di Roma aveva evidenziato alcune situazioni potenzialmente critiche, con l’arrivo nella Capitale di gruppi ultras stranieri. A Roma sanno gestire l'ordine - pubblico nel migliore dei modi, e probabilmente questa capacità degli organi di Pubblica Sicurezza ha spinto l'Osservatorio a non cambiare l'orario della partita. Un cambiamento in tal senso, con l'anticipo al pomeriggio di sabato o - in alternativa - alle 12.30 della domenica avrebbe creato maggiori problemi, certamente per le due società, contrapposte nel voler giocare prima (la Roma) in considerazione dell'impegno in Champions programmato in trasferta contro il Porto, oppure dopo (la Lazio) per poter recuperare le energie spese nella partita di coppa Italia di martedì contro il Milan. E senza contare della piattaforma televisiva Dazn, che ha acquistato i diritti in esclusiva, e che avrebbe potuto trasmettere la partita soltanto in altre due finestre di mercato: domenica alle 12.30, oppure alle 15. La decisione dell’Osservatorio potrebbe essere stata presa anche in relazione alla prevendita relativamente fiacca che dovrebbe portare sugli spalti dell'Olimpico non più di quarantacinque mila spettatori. A conferma di ciò, sono ancora disponibili i tagliandi relativi ai settori popolari (sia in Curva Nord, sia in Curva Sud) che potranno essere acquistati nelle prossime ore. Il dispiegamento delle forze dell'ordine sarà di almeno mille unità, con il consueto piano sicurezza che vedrà impegnati anche numerosi agenti della Polizia Municipale.


«Così la Roma sarà grande»

IL TEMPO - AUSTINI - Jim Pallotta dà i numeri. «Adesso siamo tra le migliori venti squadre al mondo, vogliamo entrare tra le Top 10, ma senza uno stadio non possiamo».
Gira e rigira, si torna sempre lì, all'importanza del progetto di Tor di Valle per completare il percorso di crescita della Roma. In una lunga intervista concessa al portale del club giallorosso, il presidente prova a rispiegare il concetto: «Se si pensa che io sia più ossessionato dallo stadio rispetto alla squadra, semplicemente è perché non passa il mio messaggio: è proprio perché sono ossessionato dalla squadra - dice l’imprenditore bostoniano - che ho questa determinazione a costruire lo stadio, per competere stabilmente a parità di condizioni con certi avversari». Ma c'è tanto altro nella chiacchierata informale in cui Pallotta si racconta, tra passaggi a vuoto del passato e speranze future. «Se guardo indietro a questi primi sei anni - continua Pallotta analizzando la sua presidenza - alzo le mani e ammetto di aver commesso degli errori, ma penso che in alcune aree siamo riusciti anche a superare le aspettative. Centrare quasi costantemente l’accesso alla Champions, senza gli introiti provenienti da uno stadio di proprietà, ci ha aiutato a rendere la Roma un marchio globale sostenibile». Il numero 1 del club ammette anche le recenti sofferenze. «A volte in passato mi sono un po’ demoralizzato quando percepivo che qualche persona nell’area business non avvertiva la stessa urgenza di raggiungere i più alti livelli a cui sono abituato. Onestamente, gli ultimi sei o sette mesi sono stati difficili, a causa dei ritardi nello stadio: ci hanno riportato indietro di due, tre anni, ma ora stiamo facendo nuovamente progressi. E non è un segreto che sono stato deluso da alcuni risultati in questa stagione. Se riusciamo a sistemare certe cose, vedrete il mio entusiasmo salire alle stelle». Pallotta parla di nuove sfide da affrontare anche nelle righe che accompagnano le slide inviate ieri a tutti i dipendenti con il nuovo organigramma societario: le novità più rilevanti sono note, Guido Fienga è stato promosso Ceo, Mauro Baldissoni è diventato vice presidente, mentre l'inglese Paul Rogers è ora «Head of strategy» mentre a breve arriverà dalla Juventus Silvio Vigato come capo del «brand». «Siamo finalmente riusciti a mettere su un buon team» dice Pallotta, che poi anticipa una sorta di testamento giallorosso: «Compio 61 anni fra due settimane e la Roma mi esalta ancora. Quando ne avrò 75 forse non starò più qui, ma non è un progetto a breve termine per me. Il giorno che avrò lasciato voglio che le persone sappiano che ho fatto tutto ciò che potevo». Per adesso, le critiche non mancano. Idem i cori e gli striscioni allo stadio contro di lui. «Sono onesto, una volta mi faceva male. Ma ora non me ne frega niente, perché so che il lavoro su cui ci impegniamo da tanto è solo per il bene del club. Ci sarà sempre qualcuno che sosterrà come siamo interessati solo a vendere i giocatori per fare soldi e io mi dico: “Davvero? Non mi è entrato un centesimo in tasca dai trasferimenti”. Dite quello che volete su di me, ma supportate i calciatori. Non ho mai sentito un atleta dire che è stato veramente motivato dagli insulti». Chiusura sull'attualità: tra derby e Porto la Roma si gioca moltissimo. «Non chiedermi un pronostico, ma se giochiamo come so che possiamo fare, siamo in grado ottenere i risultati di cui abbiamo bisogno».


Benedette plusvalenze: il miglior acquisto è un ds

LA REPUBBLICA – PINCI - Nel calcio dei 750 milioni di plusvalenze, anche chi è in grado di produrne ha un valore. Per questo, all’ombra del calciomercato che smuove per la Serie A quasi un miliardo e mezzo l’anno, si agita un mercato parallelo: quello dei direttori sportivi. Ogni anno la figura assume un rilievo più consistente. L’acquisto di Cristiano Ronaldo ha fatto diventare una star il ds juventino Fabio Paratici, che ha potuto sgravarsi del peso di fare il lavoro sporco per Marotta. E poi Monchi, Sabatini, Giuntoli, Ausilio: nomi che nell’immaginario collettivo fanno lo stesso effetto di quelli di chi scende in campo la domenica. Il tifoso ne conosce il curriculum, l’efficacia, ricorda i campioni che hanno acquistato e li valuta per quelli. Mentre i club sanno che ogni nome può diventare una risorsa indispensabile per il bilancio attraverso la capacità di chiudere cessioni milionarie. Una strategia che la Roma ha scelto di perseguire affidandosi a Ramon Rodriguez Verdejo, per tutti Monchi, il guru del mercato spagnolo e artefice dell’imbattibile Siviglia europeo. Dopo solo due anni però il suo percorso romano pare arrivato al termine: per l’Arsenal è un’idea molto concreta, lì ritroverebbe anche l’amico Unai Emery, allenatore degli ultimi successi andalusi e che oggi non nega affatto l’ipotesi di ritrovarlo: «È una questione che riguarda la società, che lavora per migliorare nel presente e nel futuro». Ovviamente a Trigoria sono consapevoli del rischio di perdere l’uomo venuto per coniugare trofei e plusvalenze e iniziano a valutare alternative, senza dare troppo nell’occhio: una soluzione interna promuoverebbe il vice Ricky Massara, con il sostegno nientemeno che di Francesco Totti. L’ex capitano sta già studiando da ds, è il referente del club nello spogliatoio e ha un ruolo crescente al punto da aver iniziato a gestire i contratti di alcuni Primavera. La voce che la Roma cambierà direttore sportivo però corre veloce in ogni stanza in cui si parli di mercato. E per questo ha prodotto molti candidati: l’ex milanista Mirabelli, defenestrato da Elliott ma rivalutato dalle prestazioni dei “suoi” acquisti, da Musacchio a Rodriguez, da Kessié a Çalhanolgu. E ha ricevuto proposte da Premier e Bundesliga. Una voce ricorrente vorrebbe il ds del Napoli Cristiano Giuntoli in primissima fila: a chi in fondo non piacerebbe confrontarsi con una realtà come quella giallorossa, dove ogni anno la sfida è vendere qualche stella per cifre record e trovare un degno sostituto che non lo faccia rimpiangere. E poi la possibilità di lavorare per un presidente lontano, soprattutto per chi fino a oggi ha vissuto sotto l’ombra ingombrante di De Laurentiis. A Giuntoli – che però non ha mai detto di voler lasciare Napoli – ha pensato pure il neo interista Marotta. C’è persino chi racconta di un incontro informale tra i due per parlarne: una possibilità, più concreta forse quando i venti del cambiamento parevano soffiare sull’Inter e il ds Piero Ausilio finiva ripetutamente per ricevere le attenzioni di altri club. A partire dalla Sampdoria, interessatissima a lui, visto che dovrà cambiare direzione sportiva. L’uomo mercato Walter Sabatini, profeta del sistema di scouting finalizzato alla plusvalenza (Kolarov e Lichtsteiner alla Lazio, Pastore al Palermo, Marquinhos, Lamela, Pjanic, Alisson alla Roma) potrebbe in effetti firmare per il Bologna, almeno se i rossoblù restassero in Serie A, seguito pure dal dirigente Carlo Osti: il proprietario Joey Saputo pretende una svolta tecnica e l’ad Fenucci sta riannodando i vecchi legami romanisti. Esistesse un borsino della categoria, tra i titoli in crescita comparirebbe di certo Daniele Faggiano, che dopo aver portato Gervinho al Parma ambisce a un salto di qualità. Anche per lui si è parlato dell’Inter. Sempre che Paratici non decida di iniziare a dedicarsi solo agli affari più importanti della Juve, delegando qualcosa a un braccio destro affidabile. Quello che faceva Marotta con lui: prima che diventasse una star.


Incubo Europee per Io Stadio della Roma

IL TEMPO - MAGLIARO - La parola d'ordine per la Roma è «fare presto»: chiudere tutti gli accordi con il Campidoglio necessari ad andare in Aula Giulio Cesare per votare la variante e la convenzione urbanistica sul progetto dello Stadio di Tor di Valle prima che la situazione politica romana possa mutare. La data per il possibile stravolgimento di assetti ed equilibri politici in Comune è già fissata per il 26 maggio, giorno in cui si voterà in Italia per le elezioni europee. I due risultati ultimi conseguiti dai grillini - la sonora sconfitta in Abruzzo dove a marzo 2017 i 5Stelle avevano registrato punte del 43% e a febbraio 2018 s'erano fermati a un mesto 20%; e il tracollo in Sardegna con la perdita del 77% dei consensi in meno di un anno - non lasciano tranquilli dalle parti dell'Eur (nuova sede giallorossa). A questo si somma la pessima prova data dai grillini in Aula durante il Consiglio straordinario dello scorso 21 febbraio: nessun documento presentato, molti voti mancanti all'appello. Il timore è quello che alle europee a Roma città i grillini possano franare allontanandosi in maniera pesante a quel 35% abbondante segnato dal Movimento al primo turno delle comunali 2016. Una discesa sotto quota 25% sarebbe già un tracollo: più ci si dovesse allontanare da quota 25 e più sarebbero i nodi da sciogliere. Venti milioni in più per gli espropri per la via del Mare e l'Ostiense sarebbe un crollo. Il timore è che un rovescio pesante dei 5Stelle possa mettere la Raggi e la sua Giunta sulla graticola aprendo la strada a un biennio travagliato senza che il Sindaco abbia più la forza di tenere a bada i suoi consiglieri riottosi e portare in votazione gliatti dello Stadio. La Roma sa di avere una corazzata mediatica immensamente più forte rispetto alla pur ben organizzata macchina propagandistica grillina: una sola volta la «cannoniera» giallorossa è stata messa in movimento - il «famostostadio» di Spalletti e Totti - e con una tale forza che la miglior testimonianza dell'impatto sul Campidoglio a trazione grillina viene consegnata dal verbale di dichiarazioni rese dall'ex assessore all'Urbanistica della Giunta Raggi, Paolo Berdini, ai pubblici ministeri dell'Inchiesta Rinascimento, Paolo Ielo e Barbara Zuin: «Una domenica - si legge - il giocatore della Roma Francesco Totti rese pubblicamente una dichiarazione di esortazione alla realizzazione dello stadio. La sera stessa, il vice Sindaco Bergamo mi telefonò rappresentandomi la necessità di cercare una mediazione con la Roma, per confermare la dichiarazione di pubblico interesse del Nuovo stadio». Fino a oggi, tuttavia, la Roma ha mantenuto un profilo basso, rimanendo costantemente al di fuori delle beghe politiche e disinteressandosi in modo fin troppo affettato anche del tempestoso iter della relazione del Politecnico di Torino sulla viabilità e limitandosi a ricordare le conseguenze giuridiche dell'esito positivo della Conferenza di Servizi del dicembre 2017. Ancora in queste settimane, si sono registrate nuove riunioni tecniche in Campidoglio divenute un appuntamento fisso. Senza che, però, si intraveda una reale soluzione negoziata: il nodo è sempre quello del rispetto delle decisioni della Conferenza di Servizio. Solo che il Campidoglio le interpreta in un modo e la Roma nel senso opposto. Come la storia dell'adeguamento e unificazione della via del Mare/Ostiense. Il Campidoglio cerca - come è naturale - di tirar acqua al proprio mulino chiedendo una modifica progettuale sostanziale (esproprio e abbattimento di manufatti che separano le due carreggiate) che non è prevista nel progetto iniziale e che alla Roma costerebbe una maggiorazione di ventina di milioni di europiù i rischi connessi con le tempistiche per gli espropri. Questo muro contro muro - ragionano però in casa Roma - dovrà finire: per la Raggi è necessario come non mai far leva sui sentimenti dei tifosi per le europee ma per la Roma serve per portare a casa tutto prima del voto ed evitare le trappole del dopo.

 

 

 

Baldissoni è il nuovo Vice-Presidente Esecutivo della Società giallorossa

Mauro Baldissoni è il nuovo Vice-Presidente della Roma. Come reso noto dal sito ufficiale della società giallorossa asroma.com, ieri il CdA romanista ha reso ufficiale il nuovo ruolo. Questo il comunicato pubblicato sul sito: 

"Il Consiglio di Amministrazione dell’A.S. Roma S.p.A., riunitosi in data odierna, ha deliberato la nomina di Mauro Baldissoni a Vice-Presidente Esecutivo della Società".


La prima divisa giallorossa sarà della Nike

L'As Roma fa sapere tramite un comunicato ufficiale pubblicato sul sito ufficiale della società asroma.com che "Il 1° ottobre 2018 Soccer SAS ha acquisito il 100% del capitale sociale della società A.S. Roma Merchandising S.r.l. (“ASRM”) da Nike European Operation Netherlands B.V. (“NIKE”). ASRM gestiva i diritti di proprietà relativi alla progettazione, produzione, marketing, pubblicità, promozione, branding, distribuzione e vendita di prodotti di merchandising a marchio AS ROMA ceduti in licenza da Soccer SAS il 5 agosto 2013. In seguito alla fusione, queste attività sono gestite direttamente da Soccer SAS. Con atto a rogito del 24 dicembre 2018, e a decorrere dal 27 dicembre 2018, è avvenuta la fusione per incorporazione della società ASRM nella società Soccer SAS. A seguito di tale fusione, Soccer SAS è subentrata senza soluzione di continuità in tutti i rapporti, attivi e passivi, facenti capo alla società incorporata".


Riscattato a titolo definitivo Cristante

Con la relazione semestrale, si legge che la Roma ha riscattato definitivamente Bryan Cristante, giunto nella capitale in prestito con l'acquisizione definitiva sottesa al raggiungimento di determinate condizioni. Così scrive il club giallorosso nella relazione: 

"Si segnala che, successivamente alla chiusura del Semestre, si sono verificate le condizioni contrattuali previste per la trasformazione dell’acquisto temporaneo in definitivo dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive del calciatore Bryan Cristante il cui contratto erano stato sottoscritto nel corso dell’ultima sessione estiva della campagna trasferimenti."


Roma, approvata la relazione semestrale

E' stata approvata nella giornata di ieri la relazione finanziaria semestrale consolidata al 31 dicembre 2018. Il club giallorosso, quotato in borsa, ha pubblicato dunque la radiografia al termine dello scorso anno solare dei propri conti.

Questo il comunicato del club:
"Il Consiglio di Amministrazione di A.S. Roma S.p.A., riunitosi in data odierna, ha approvato la Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 31 dicembre 2018, relativa all’andamento gestionale del primo semestre (il “Semestre”) dell’esercizio sociale 2018-2019, e redatta ai sensi dell’art. 154-ter, comma 2, del Testo Unico della Finanza, introdotto dal D. Lgs. 195/2007, in attuazione alla direttiva 2004/109/CE (c.d. “Direttiva transparency”). La Relazione sarà pubblicata sul sito internet della Società www.asroma.it e nel sito internet di stoccaggio autorizzato www.1info.it nei termini di legge".

Come si legge dalla tabella pubblicata, i ricavi sono passati da 123.956 milioni del 31 dicembre 2017 a 134.814 milioni attuali, con un incremento di quasi 11 milioni. In netto aumento anche i costi, cresciuti di circa 27 milioni (dai 109.279 milioni di fine 2017, ai 136.074 di oggi).

Prosegue poi nella relazione: "Alla luce di quanto sopra, il Risultato economico consolidato al 31 dicembre 2018 è positivo per 1,7 milioni di euro, rispetto alla perdita di 40,3 milioni di euro del corrispondente periodo dell’esercizio precedente, con una variazione positiva di circa 42 milioni di euro. I ricavi complessivi, tenuto conto dei proventi della Gestione operativa calciatori, sono stati pari a 213,9 milioni di euro (127,5 milioni di euro, al 31 dicembre 2017), e il margine operativo Lordo (EBITDA) è positivo per 65,1 milioni di euro (4,8 milioni di euro, al 31 dicembre 2017)".


Porto, Pepe: "Combatteremo fino all'ultimo per vincere"

Pepe, difensore del Porto, ha parlato in conferenza stampa prima del match con il Benfica. Queste le sue dichiarazioni:

"Le competizioni in cui e' presente il club sono sempre importanti. Combatteremo sempre fino all'ultimo secondo per vincere. E' cio' che la gente richiede e questo e' cio' che vogliamo. Chiunque e' qui vuole vincere piu' titoli possibili".

Il Porto e' impegnato su tre fronti (anche la Coppa nazionale in cui ha vinto 3-0 all'andata della semifinale contro il Braga) e non ha intenzione di mollare su nessuno di essi. "Comunque vada contro il Benfica, il campionato non finira' qui. Non saremo campioni dopo questa gara, ma possiamo fare un passo importante verso il nostro obiettivo, ovvero vincere il campionato" ha detto in un'intervista rilasciata alla rivista Dragões. Ed in prospettiva, c'e' un altro motivo per guardare in maniera ottimistica a questa partita. "Siamo al 1° posto e abbiamo il vantaggio di giocare in casa. Dobbiamo giocare come sappiamo ed essere noi stessi. Abbiamo gia' avuto la possibilita' di eliminare il Benfica nella Coppa di Lega" ricorda il portoghese.

 

 

 

 

 


Roma, deficit patrimoniale di 100 milioni

Si legge ancora dalla relazione semestrale che, nonostante i miglioramenti sul piano dei ricavi, il deficit patrimoniale rimane consistente: "[...] Inoltre, il bilancio consolidato al 31 dicembre 2018 presenta un deficit patrimoniale pari ad 100,6 milioni di euro, (105,4 milioni di euro al 30 giugno 2018), nonché un indebitamento finanziario netto del Gruppo pari a circa 196,4 milioni di euro (218,8 milioni di euro al 30 giugno 2018)."

Nella parte conclusiva della relazione, infine, il club giallorosso scrive le previsioni riguardo la chiusura del prossimo bilancio: "I citati Dati Previsionali prevedono un risultato economico consolidato e civilistico in perdita per l’esercizio 2018/2019, che dipenderà in misura rilevante dalle ulteriori performance sportive che saranno conseguite nel Campionato di Serie A e nella UEFA Champions League, nonché dalle eventuali operazioni di trasferimento dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori che saranno realizzate nell’esercizio, dall’evoluzione dei ricavi derivanti dalle attività commerciali e di sponsorizzazione, dalla biglietteria, e dall’andamento del costo del personale".