Porto, assente Eder Militao dopo una notte in discoteca
Eder Militao sarà assente stasera contro il Tondela. Secondo O Jogo, il club avrebbe punito il difensore del Porto dopo una notte brava in discoteca terminata con il sorgere del sole.
Allenamento Roma, focus tattico nella rifinitura pre Frosinone
La Roma ha effetuatto quest'oggi la rifinitura in vista del match di domani contro il Frosinone. I giallorossi hanno cominciato in sala video per poi spostarsi dapprima in palestra ed in seguito sul campo. Focus dell'allenamento il lavoro sulla tattica dopo aver effettuato riscaldamento e torello. Individuale per Schick e Karsdorp.
Igor Zaniolo: "Nicolò sta facendo benissimo e spero continui così, tenendo i piedi per terra"
Igor Zaniolo, ex calciatore e padre del giallorosso Nicolò, ha parlato ai microfoni di vocegiallorssa.it del figlio:
Sig. Zaniolo, cosa ha pensato dopo aver visto il servizio di Nicolò De Devitiis de "Le Iene" con protagonisti sua moglie, Francesca Costa, e suo figlio, Nicolò, andato in onda domenica scorsa?
"Ho provato un po' d'imbarazzo perché, in tutta sincerità, è stata un'intervista un po' scorretta".
Ritiene che Nicolò De Devitiis e "Le Iene" avrebbero potuto dare un taglio differente a quell'intervista?
"Cosa devo dirle? Le Iene le conosciamo. L'intervista è stata di cattivo gusto anche perché sono state rivolte certe domande a mia moglie (Francesca Costa, ndr) davanti a mio figlio, che, lasciatemelo dire, ha tenuto un comportamento maturo facendo emergere il ragazzo educato qual è anche di fronte a quel tipo di provocazioni. Sarebbe stato diverso se quel genere di domande fossero state fatte davanti a me, avrei preferito".
Ieri, sia sui social di sua moglie che di suo figlio, è stata sancita la pace tra la vostra famiglia e Le Iene.
"Mia moglie e Nicolò hanno accettato le scuse. Io non posso far altro che accodarmi a loro anche perché questa faccenda stava assumendo dei risvolti violenti nei confronti della iena De Devitiis e della sua famiglia, che vive a Roma. Sono contento dell'affetto che il popolo romanista ha mostrato nei confronti di mio figlio e di mia moglie in questa circostanza, e li ringrazio perché hanno speso tantissime parole d'affetto, ma non penso sia il caso di sfociare nella violenza per un'intervista che, per quanto stupida e fuoriluogo, rimane tale".
Per concludere, si aspettava che Nicolò potesse fare così bene in così poco tempo a questi livelli?
"Ho sempre creduto e supportato mio figlio anche quando, in passato, le cose non sembravano andare per il verso giusto. Nicolò sta facendo benissimo e spero che continui così ma tenendo ben saldi i piedi per terra, come abbiamo fatto fino ad ora".
Lazio nel mirino dell'Uefa per condotta razzista dei propri tifosi
Dopo l'eliminazione dall'Europa League arriva un'altra brutta notizia per la Lazio. la società biancocelste, infatti, è finita nel mirino della Uefa per il comportamento dei propri tifosi. La Lazio, come riferito dall'Organo Disciplinare Internazionale, è accusata di condotta razzista. Il prossimo 28 marzo la questione sarà presa in esame dal Comitato di controllo, etica e disciplnare della Uefa.
Frosinone-Roma, i convocati di Di Francesco. Out Under, in Perotti
Alla vigilia della partita di campionato contro il Frosinone, in programma domani alle 20.30 allo stadio ‘Benito Stirpe’, il mister giallorosso Eusebio Di Francesco ha diramato la lista dei convocati dove non campare il nome di Cengiz Under.
Di seguito la lista dei convocati:
Portieri: 1 Olsen, 63 Fuzato, 83 Mirante
Difensori: 5 Juan Jesus, 11 Kolarov, 15 Marcano, 18 Santon, 20 Fazio, 24 Florenzi, 44 Manolas.
Centrocampisti: 4 Cristante, 7 Pellegrini, 16 De Rossi, 19 Coric, 22 Zaniolo, 27 Pastore, 42 Nzonzi.
Attaccanti: 8 Perotti, 9 Dzeko, 34 Kluivert, 92 El Shaarawy.
Inaugurazione della nuova sede della AS Roma all’Eur: Il Presidente del Consiglio Conte: “Lo Stadio è un investimento importante per l’Italia”
A Viale Tolstoj sono stati inaugurati i nuovi ufficie e quindi la sede della Roma. Durante la presentazione, avvenuta in serata, oltre a Mauro Baldissoni, nuovo vicepresidente, a Guido Fienga, Ceo capitolino erano presenti tutte le cariche istituzionali del mondo dello sport e dell’amministrazione della città, in primis il Sindaco di Roma, Virginia Raggi ed il Premier Giuseppe Conte. Di seguito le dichiarazioni ufficiali:
Ore 20.16 – Interviene allora il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Grazie per l’invito e ringrazio tutti i vertici della Roma Calcio. Devo confessarlo, parlo in duplice veste come Presidente del Consiglio e come tifoso della Roma. La mia passione è stata resa nota e non è un segreto. Non so se mi è più facile parlare nella prima o nella seconda veste. Con la seconda dico che sono un grande tifoso della Roma. Ho appreso questa passione nel corso degli anni universitari quando mi trasferii dalla Puglia a qui. Ero circondato da tanti amici, anche laziali, ma piano piano nacque questa passione e poi sono diventato un po’ maniaco e la seguo sempre con grande attenzione. Sono anche un tifoso un po’ anomalo: rimango molto sportivo.
Ore 20.14 – Riprende la parola Mauro Baldissoni: “Ripetiamo spesso che la Roma non è solo una squadra di calcio ma anche una piattaforma economica e sociale per il territorio della città di Roma. Rappresentiamo anche l’Italia e cerchiamo di crescere con investimenti, nel nostro caso stranieri. Mi permetto di chiedere una battuta anche al nostro Presidente del Consiglio”.
Ore 20.07 – La Sindaca Virginia Raggi interviene e risponde scherzando alle parole di Baldissoni: “Non c’è neanche un po’ di pressione in questo, mi sento molto leggera (ride ndr). Ringrazio i padroni di casa, nella persona del vicepresidente Berlusconi, del CEO Fienga. Saluto e ringrazio il Presidente del Consiglio, l’avvocato Conte, e tutti voi per avermi accolto qui. Questa è una serata molto importante perché quella che nasce come una squadra di calcio si evolve e diventa molto di più, un progetto imprenditoriale molto importante e questo è un ulteriore passo avanti. Le istituzioni sono qui per testimoniare la loro vicinanza a chi scommette sul proprio progetto e ci riesce. Siamo al vostro fianco e sappiamo che a volte la burocrazia è molto più lenta di voi imprenditori. Il nostro obiettivo è quello di velocizzare le macchina amministrative per essere un valido supporto per le imprese. Questo è fondamentale per il rilancio della comunità romana e del nostro paese. Noi ci siamo assolutamente. In bocca al lupo per questa nuova avventura.
Ore 20.04 – La parola torna a Baldissoni: “Se possibile chiedo un indirizzo di saluto alle istituzioni presenti partendo dal Sindaca di Roma. Prima Monsignor Fisichella si è augurato che questa inaugurazione sia prodroma ad un’altra ma non dico uguale (ride ndr).
Ore 20.00 – Parla il CEO della Roma Fienga: “Volevo semplicemente aggiungere un ringraziamento a tutti nostri dipendenti che hanno fatto crescere questo nostro progetto che non è più solo sportivo ma oggi è uno dei principali progetti per la costruzione di infrastrutture, tra i più innovativi per i media e per lo sviluppo del brand. Stiamo parlando della Roma che oggi è un’azienda che si dota di un quartier generale come questo dove spero che tutti i dipendenti possano lavorare al meglio, in un ambiente stimolante, piacevole, e che porti la creatività”.
Ore 19.49 – Ecco le parole del vicepresidente esecutivo, Mauro Baldissoni: “Grazie alle istituzioni che hanno partecipato, in primi al Presidente del Consiglio Conte e alla Sindaca Raggi. grazie al gabinetto del Sindaco che ci ha permesso di colorare di giallorosso questo angolo della città. Magari lo chiederemo di nuovo. Grazie a tutti voi per essere venuti a visitare questa nuova casa. Diceva prima Monsignor Fisichella che ciascuno di noi passa più tempo a lavoro che a casa quindi è giusto chiamare casa un posto dove svolgiamo gran parte della nostra attività soprattutto per chi come noi intende considerarsi una famiglia. La Roma è una famiglia per quasi tutte le persone di questa città. Anche il Centro sportivo Fulvio Bernardini resta la casa della Roma dove è rimasta la parte sportiva. In quel centro abbiamo investito tanto in questi anni per renderlo un centro moderno all’altezza di quelle che sono sfide del calcio odierno. Siamo molto orgogliosi di quel centro ma aveva bisogno di più spazio per crescere ancora. Non era la soluzione migliore per chi si occupa della parte sportiva avere anche dipendenti amministrativi come il contrario. è stata una soluzione che is rendeva necessaria. Abbiamo trovato questo spazio dopo una lunga ricerca e ci rende molto soddisfatti perché abbiamo riportato la Roma al centro della città. Un altro impegno che ci eravamo presi era quello di riportare questo edificio in condizioni ottimali ed è stato fatto un lavoro per ripristinare quello che era il significato storico, culturale e architettonico. Devo dire grazie a chi ci ha lavorato per aver saputo mantenere i riferimenti alla storia che ci godevamo dall’esterno e ora ci godiamo dall’interno. Vogliamo essere sempre di più parte di questa città.
Ore 19.06 – Alle ore 19.30 interverranno i dirigenti della Roma. Arrivata la Sindaca Raggi e il Presidente del Consiglio Conte.
Ore 19.02 – Queste le parole dell’Arcivescovo Fisichella che ha benedetto i nuovi uffici della Roma: “Mi ha fatto particolarmente piacere ricevere questo invito da parte di vicepresidente e amministratore delegato. La benedizione dei locali non è un atto magico, ma un momento in cui il Signore speriamo possa proteggere chi ci lavora e che tragga soddisfazione per il lavoro, perché è il tempo che viene più impegnato nella vita di una persona. Passiamo più tempo nei locali di lavoro che in famiglia, che si possa costruire anche qui quel clima di impegno, lavoro e famiglia, credo sia quantomai importante. Invocare la benedizione del signore in questi locali, per i quali devo fare le mie congratulazioni, è il prodromo di una grande iniziativa per Roma, il Paese e la Roma. Le mie congratulazioni a chi ha reso questi locali belli e luminosi, in modo che si possa ammirare la bellezza di questa parte di Roma. Roma non è solo il centro storico, ma anche l’Eur e tutte queste realtà, Roma arriva fino a Ostia, ci appartiene anche il mare. Facciamo in modo che attraverso l’impegno di tutti la squadra possa raggiungere obiettivi, la vittoria del campionato. Roma non ha più vissuto un momento com quello e ha bisogno di rivivere un momento come quello”.
Ore 18.19 – Presenti anche Zecca e l’Arcivescovo Fisichella.
Ore 18.00– Alla nuova sede della Roma è arrivato Francesco Totti.
Serie A. Il Milan vince 3-0 con l'Empoli e si porta a -1 dall'Inter
Continua il momento positivo del Milan, che vince 3-0 con l'Empoli e si avvicina ai cugini dell'Inter, ora ad un solo punto di distacco anche se con una gara da giocare. Quinta rete in campionato in 5 partite per Piatek, che pure sotto la Madonnina prosegue la sua marcia e segna con grande regolarità. Nella sfida contro i toscani va in rete al 49'. Raddoppio dei rossoneri dopo soli 2 minuti con Kessiè e terza marcatura siglata da Castillejo, sostituto di giornata dello squalificato Suso. Era andato a segno anche Borini ma il suo gol è stato annullato dal VAR. Gli uomini di Gattuso sono ora a +4 dalla Roma e a +7 da Lazio ed Atalanta, che dovranno ancora giocare un incontro e si preparano nel migliore dei modi alla semifinale d'andata di Coppa Italia contro i biancocelesti in programma martedì allo stadio Olimpico.
Ci vuole calma e sangue freddo
INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Vince, ma non convince. La Roma di Eusebio Di Francesco conquista tre punti preziosissimi all'interno della lotta per un posto nella Champions League della prossima stagione, avendo la meglio su un ottimo Bologna, ma rischiando oltremisura se si considera il divario tecnico tra le due compagini in campo.
Nel primo tempo, soprattutto, i giallorossi faticano in maniera incredibile ad imbastire gioco e occasioni da rete, sfiorando invece più volte di andare sotto nel punteggio e venendo salvati sia dal proprio numero uno Olsen sia dalla dea bendata (in particolare nella circostanza della clamorosa traversa colpita da Soriano sul finire della prima frazione).
Difficile comprendere fino in fondo la Roma di questa stagione, una formazione in grado di offrire una prestazione di livello sotto ogni punto di vista contro i lusitani del Porto e soltanto qualche giorno dopo, spesso neppure capace di riuscire nell'intento di creare un abbozzo di manovra.
Ad ogni modo, nulla è ancora da buttare, con una squadra rimasta in corsa per il quarto posto in campionato (obiettivo minimo stagionale) nonostante le tante debacle vissute e in leggero vantaggio nel punteggio riguardo alla sfida da 180' contro il Porto in Champions League.
Mai come in questa fase della stagione, può valere il famoso coro della Curva Sud: "Dammi i tre punti, non chiedermi niente", cantato sulle note della popolare hit anni 80 di Alan Sorrenti "Tu sei l'unica donna per me".
Gli impegni si infittiscono sempre di più e la stanchezza psico-fisica rischia di prendere il sopravvento, quindi anche una vittoria rosicchiata con le unghie e con i denti sia al momento la benvenuta.
Tuttavia, pare ovvio affermare che prestazioni quali quella offerta nel monday night contro il Bologna, come candidamente affermato da mister Di Francesco nel post partita ("Abbiamo vinto, ma non come piace a me"), difficilmente porteranno alla gloria.
Correre un numero di rischi del genere in difesa e basarsi quasi unicamente sulle fiammate dei singoli in fase offensiva, per giunta contro un avversario nettamente più debole, non è la via giusta per raggiungere i risultati che i tutti i tifosi sperano e sognano.
L'aspetto positivo riguarda il fatto che anche diversi membri della formazione capitolina sono consapevoli che sia necessario dare molto di più di quanto visto lunedì scorso all'Olimpico; Robin Olsen, per esempio, al termine della gara contro i felsinei ha onestamente ammesso davanti ai microfoni che "sì, abbiamo portato a casa i tre punti, ma mi sarei aspettato ben altra Roma".
Fino a questo momento, la stagione giallorossa è stata tutt'altro che colma di soddisfazioni per i sostenitori della 'magica'; tuttavia, non è questo il momento di dare il là a processi sommari. C'è ancora una qualificazione alla Champions League 2019/2020 da raggiungere e soprattutto un Ottavo di Finale da portare a casa per provare a continuare a sognare ad occhi aperti.
Come cantava la meteora musicale Luca Dirisio nell'estate del 2004, "ci vuole calma e sangue freddo".
Da Kolarov a Fazio, il gol è in-attivo
IL MESSAGGERO - TRANI - Terzo attacco del campionato con 46 reti - dietro soltanto alla Juventus (52) e all'Atalanta (51) - ma nessuna delle punte a disposizione di Di Francesco è ancora andata in doppia cifra: El Shaarawy, il migliore del reparto, è fermo a quota 8, con 10 specialisti, da CR7 a Petagna, e di 10 squadre diverse che hanno fatto meglio di lui e quindi degli altri giallorossi. È l'anomalia che regna a Trigoria che vuole i difensori protagonisti: 15 reti (il top in serie A), le ultime 2 segnate da Kolarov (7) e Fazio (4) al Bologna. E gran parte di queste marcature, arrivano - come accaduto lunedì sera - da palle inattive. In questa graduatoria la Roma (che segna come nessun altro all'Olimpico: già 30 centri) è con 16 gol dietro solo alla Juve (17). Cosi divisi: 4 su rigore, 4 da corner, 2 da punizione diretta e 6 da quella indiretta. Kolarov e Fazio i finalizzatori scelti: lasciante a 7 compagni le altre reti. I difensori restano comunque i più ispirati: Manolas e Jesus sono entrati nella lista. Ma anche i centrocampisti sanno come far centro, di testa e di piede: Cristante, Nzonzi, Pellegrini e Zaniolo. In più Perotti, il rigorista che, per le ricadute muscolari, ha dovuto scansarsi davanti al cecchino Kolarov che ha colpito pure su punizione.
ALTA QUOTA - Il difensore centrale ha addirittura fatto l'en plein (4 su 4). In questa stagione Fazio è diventato il simbolo della nuova opzione, conseguenza della strategia del mercato estivo, per rendere più competitiva l'attuale rosa. E per consentire alla Roma, semifinalista nell'edizione scorsa della Champions, di avere più fisicità proprio quando va in giro per l'Europa. Monchi, al momento di scegliere i rinforzi, ha guardato anche alla statura: ecco che sono arrivati a Trigoria Marcano, Cristante, Zaniolo, Nzonzi e Pastore, pronti ad affiancare Fazio, Manolas, Kolarov, Dzeko e Schick, gli altri giganti del gruppo. Sono 10 i giocatori di movimento che guardano gli altri dall'alto in basso, partendo minimo da 187 centimetri. Come se non bastasse, catalogati da pivot pure i nuovi portieri: Olsen sfiora i 2 metri (1,98) e Mirante accanto al titolare non sfigura (1,94). E anche il terzo Fuzato li può guardare negli occhi (1.90). Più di mezza squadra è di vatussi. I muscoli e i centimetri rappresentano, dunque, le certezze nella corsa per il 4° posto.
PERCORSO ALTERNATIVO - Sono già 16 le reti (su 46, quindi più di un terzo) sbocciate da palla inattiva. L'evoluzione della Roma, tornando al campionato scorso, è evidente: stesso raccolto, ma senza aspettare 38 partite. Premiato il lavoro di Di Francesco nelle esercitazioni quotidiane. Adesso l'allenatore sa che, contando proprio sulle caratteristiche degli interpreti, può andare a dama sfruttando esclusivamente l'abilità dei singoli nell'area avversaria o semplicemente la precisione su calcio piazzato. Spesso, senza offesa, è mancato il gioco. Dall'addestramento e non certo dal cilindro, è però uscita la giocata. Da corner o da punizione, in acrobazia, di testa o con il classico tap in. Il collettivo si vede anche da fermo.
Zaniolo, l'intervista da giovane vecchio: «Io come Totti? La trovo una forzatura»
IL MESSAGGERO - CARINA - L'incipit dell'intervista è esaustivo: «È sulla bocca di tutti ma in pochi lo conoscono bene». Per questo motivo ieri la Roma ha deciso di dar voce a Zaniolo. Sguardo da uomo, sorriso che tradisce ancora un pizzico di timidezza, il papà come punto di riferimento («Da piccolo lo andavo a vedere quando giocava. Anche qui, alla Cisco Roma, mi emozionavo quando segnava un gol»), Nicolò prima ammette il debole per Kakà («È sempre stato il mio idolo») per poi confessare quello che tutti i tifosi giallorossi volevano sentire: «Restare qui per tutta la carriera? Alla fine giocando in squadra con De Rossi e Florenzi, o vedendo a quello che ha fatto Totti, capisci quanto si possa essere attaccati a squadra e tifosi». Bravo e maturo a dribblare i paragoni con Totti («È davvero una forzatura. Sono onorato anche solo dell'accostamento, ma io ancora non ho fatto niente»), a 19 anni sogna di vincere il Mondiale: «Parlavo con De Rossi delle emozioni vissute e mi è venuta la pelle d'oca. Spero di riuscirci anch'io».
L'OCCASIONE PERSA - La sua vita è cambiata di colpo e con questa le attenzioni nei suoi confronti: «Non mi sento famoso, ma sono sotto gli occhi di tutti, questo sì. Devo essere bravo a gestire tutto questo. Però voglio che si parli molto di più di me e di quello che faccio in campo, rispetto a quello che c'è fuori». Nicolò si riferisce presumibilmente a quanto accaduto nei giorni scorsi con l'intervista alle Iene in tandem con la mamma che tanto ha fatto discutere. Un peccato e un'occasione persa non avergli posto nessuna domanda sul tema.
Stirpe: «Io, tra regione e sentimento»
IL MESSAGGERO - DI RIENZO - Non ha mai nascosto la propria simpatia per la Roma, ma sabato sera al Benito Stirpe, lo stadio-gioiello da 16.227 posti tutti al coperto intitolato a suo padre che a metà anni 60 alla guida del Frosinone conquistò la prima promozione dalla Serie D alla C, Maurizio Stirpe, da più di tre lustri al vertice del club ciociaro, tiferà per i colori giallazzurri.
Il suo cuore, insomma, presidente non sarà diviso a metà?
«Assolutamente no, sarà tutto giallazzurro. E' noto che io sono un simpatizzante della Roma, però sabato sera farò ovviamente il tifo per il mio Frosinone. Su questo non potranno esserci incertezze né tanto meno equivoci».
Come è nato l'amore per la squadra giallorossa? C'entra qualcosa suo padre?
«Mio padre era tifoso della Roma e per la prima volta mi portò a vedere una partita all'Olimpico nel 67, cioè l'anno dopo che il Frosinone, con lui alla guida della società, conquistò la terza Serie nazionale. All'epoca avevo 9 anni e ricordo che rimasi colpito dalla tantissima gente presente sugli spalti, forse 40-45mila spettatori. Per me abituato al Matusa (il vecchio stadio dove i giallazzurri hanno giocato per oltre 70 anni, ndr) dove a vedere il Frosinone c'erano al massimo 4.000 persone, fu uno spettacolo che mi lasciò senza fiato».
Per lei che cosa significano la Roma e il Frosinone?
«Entrambe sono il segno di una identità, dell'appartenenza ad una regione, nel nostro caso, il Lazio. Due città, Roma e Frosinone, che peraltro rappresentano un punto di riferimento della mia vita».
Che partita si aspetta sabato sera?
«Indubbiamente una gara molto difficile per il Frosinone, inutile nascondersi dietro un dito. Sarebbe importante fare punti pesanti anche in casa, visto che non abbiamo mai vinto davanti ai nostri tifosi. Però non è il caso di mettere pressioni alla squadra anche perché dopo la partita con la Roma, per noi inizia un ciclo di scontri in cui, invece, se vuoi salvarti di punti dovrai farne eccome».
Allora, presidente, pare di capire che alla vigilia firmerebbe per il pareggio?
«Certo che firmerei in anticipo per un punto. Per il Frosinone è fondamentale muovere la classifica».
C'è qualche giocatore in particolare che toglierebbe alla squadra di Di Francesco?
«È difficile individuare un elemento, dipende da chi giocherà (ride Stirpe, ndr). Quello giallorosso è un organico di grande qualità. Considerati gli impegni futuri della Roma (il derby con la Lazio, ndr), comunque, spero che sabato sera facciano un buon turn over».
De Biasi, l'ex ct dell'Albania, in settimana ha detto che rispetto alla partita con la Juventus, il Frosinone contro la Roma avrà più chance. E' d'accordo?
«Probabilmente De Biasi ha ragione. Stavolta peraltro giochiamo in casa e, poi, la Roma pur fortissima, non è certo la Juventus. Il coefficiente di difficoltà, comunque, rimane elevato e non dimentichiamo che all'andata la Roma ci ha battuto 4-0. Ma per restare in corsa fino all'ultimo per la salvezza, d'ora in avanti il Frosinone dovrà fare qualcosa di più rispetto al passato. Purtroppo sta pagando un avvio di campionato disastroso, con un solo punto ottenuto nelle prime 8 giornate. Adesso, però, bisognerà affrontare gli avversari con più coraggio e magari, in certi momenti della partita, anche con un pizzico di sfrontatezza».
A proposito di salvezza, presidente, che cosa farebbe per riuscire a centrarla?
«Per tentare di rimanere in Serie A, quest'anno la società non ha lesinato impegno e risorse più di quanto in effetti potesse fare. Se dovessimo salvarci e personalmente ci ho sempre creduto per mantenere la categoria anche nella prossima stagione senza troppa sofferenza, allestirei una squadra ancora più competitiva rispetto all'attuale»
Favola Zaniolo: «A Roma sto vivendo un sogno»
LEGGO - BALZANI - «Vivo una favola, ma parlate di me per quello che faccio in campo». I riflettori sono puntati su Zaniolo più alti che mai. Il nome del talento romanista è da settimane sulla bocca di tutti per le grandi prestazioni, ma pure per le polemiche nate dopo il servizio de Le Iene che ha coinvolto anche sua mamma Francesca. Ieri Zaniolo ha rilasciato una lunga intervista al sito della Roma spaziando dai suoi idoli («Kakà per lo stile») all'emozione di quando vedeva suo padre Igor segnare fino alla vita privata («Non mi piacciono i videogiochi. Esco con la mia ragazza che ho conosciuto qui e a Capodanno ho preferito una cena con gli amici a La Spezia piuttosto che una vacanza»).
Niente paragoni con Totti: «È davvero una forzatura. Sono onorato anche solo dell'accostamento, ma io ancora non ho fatto niente. Io sono timido, mi vergogno anche a parlarci e per questo non gli ho mai chiesto consigli. È venuto lui a darmeli. Vedendo quello che ha fatto Totti, capisci quanto si può essere attaccati a questa squadra e a questi tifosi. Sarebbe un sogno fare le stesse cose». Nicolò racconta poi l'emozione per l'esordio col Real: «A fine riunione il mister mi comunicò che avrei giocato, mi chiese se ero pronto. Io gli ho detto di sì. Invece di riposare, sono stato tutto il giorno in camera a guardare il soffitto. De Rossi è venuto a dirmi di giocare come sapevo, a due tocchi. Anche Totti lo ha fatto». Eppure c'è stato un momento in cui Zaniolo ha pensato di smettere: «È successo quando la Fiorentina mi ha mandato via. È stata una doccia fredda e ci ho pianto una settimana intera. Poi mi sono rimboccato le maniche. Sono andato all'Entella, vicino alla mia famiglia, e da lì è nato tutto. Ora sono cambiate le attenzioni nei miei confronti. E anche nei confronti delle persone che mi stanno attorno. Però voglio che si parli molto di più di me e di quello che faccio in campo, rispetto a quello che c'è fuori».
Basta speculazioni sui social: «Sono nato nell'era dei social ed è difficile non utilizzarli. Ti ci diverti, ma so che bisogna stare attenti. Ma la gente è andata a ripescare dei post che ho fatto quando avevo 13 anni...» in cui tifava Juve. Acqua passata.