Fazio: "Sarà dura giocare lì ma siamo fiduciosi di passare il turno"

Federico Fazio, difensore giallorosso, ha parlato ai media dopo la partita vinta contro il Porto. Queste le dichiarazioni dell'argentino a Roma Tv:

Partita aperta ma grande prestazione...
"Sì partita aperta, potevamo fare anche qualche gol in più. Abbiamo creato tante occasioni. Abbiamo preso due pali, Casillas ha fatto 2-3 parate e potevamo andare a giocare il ritorno con un’altra differenza. Siamo fiduciosi e contenti della prestazione, da squadra matura. Si è visto oggi che questa competizione è bellissima e vogliamo continuare. Sappiamo che sarà dura giocare lì ma siamo fiduciosi di passare il turno".

Il gol del Porto?
"Gli abbiamo regalato un po’ di vita, il 2-0 era un’altra storia. Abbiamo fatto una grande partita, ma dobbiamo guardare il campionato. Dobbiamo vincere col Bologna in casa per continuare a lottare per la Champions".


Conferenza Conceiçao: "Per il ritorno è ancora tutto aperto"

Sergio Conceiçao, allenatore del Porto, interviene in conferenza stampa dopo la sconfitta subita per 2-1 a Roma contro i giallorossi.

Sulla partita del Porto...

"Stavamo cercando di segnare il gol del vantaggio e tutte le azioni difensive sia della Roma che del Porto sono state azioni senza troppe sorprese. Queste sono partite che prevedono anche il ritorno che giocheremo in Portogallo. Nella seconda parte abbiamo provato a segnare, ma ci siamo trovati in una situazione di confusione e alla fine abbiamo pagato a caro prezzo questa situazione. Nella seconda parte della ripresa abbiamo avuto la gara più sotto controllo e abbiamo segnato accorciando le distanze. Purtroppo non siamo riusciti a segnare ancora".

Su Brahimi...

"Diciamo che abbiamo avuto sfortuna. Non abbiamo una rosa con grandissimi nomi ma abbiamo tanti giocatori coinvolti che lavorano benissimo tutti i giorni. Non siamo la migliore squadra al mondo ma siamo quella più competitiva di tutti".

La Roma? 

"Io conoscevo molto bene questa squadra. Sapevamo anche come si difendevano. Nella prima parte c'è stato equilibrio, poi quando abbiamo provato a essere più incisivi abbiamo subito gol. A me è piaciuto il nostro modo di difenderci e mi è piaciuto come ha giocato la Roma".

Gli infortuni?

"Questa era la undicesima partita giocata in questo mese. E' normale che ci siano dei problemi. Dovremo trovare delle nuove soluzioni ma sono tranquillo perché abbiamo una rosa di giocatori molto forti. La squadra giocherà nel miglior modo possibile".

Su Di Francesco...

"C'era un giocatore per terra, Brahimi, e dopo la Roma ha continuato l'azione. Ho chiesto di buttare fuori la palla, lui si è arrabbiato e anche io mi sono arrabbiato. Alla fine però gli ho chiesto scusa".

Percentuale di qualificazione?

"Siamo sempre al 50 e 50 come prima della partita".

Zaniolo?

"E' molto forte tecnicamente e fisicamente. Sarà un giocatore di altissimo livello".


Schick si cura a Barcellona. Per il Bologna torna Under

IL MESSAGGERO - Prima Pastore e poi Perotti. Ora anche Patrik Schick ha seguito la stessa strada ed è volato in Spagna, a Barcellona, per curare il suo ultimo infortunio muscolare. L’attaccante ceco aveva rimediato una lesione al flessore della coscia sinistra durante la sfida di venerdì scorso a Verona contro il Chievo. Un blitz presso la clinica Corachan, ora Di Francesco spera di riaverlo a disposizione per il derby del 2 marzo. Contro il Bologna potrebbero tornare disponibili Under e Perotti, out invece Karsdorp. Da verificare infine le condizioni di Olsen, che è l’unico degli assenti di ieri che appare pienamente recuperabile per lunedì.

 

 

 

Di Francesco: «Mi tengo la grande prestazione»

IL MESSAGGERO - CARINA - La beffa finale, firmata Adrian Lopez, non gli toglie il sorriso. Sì, ok ad Oporto sarà una battaglia, ma la prova offerta dalla Roma basta a Di Francesco per ritenersi soddisfatto: «È chiaro che il risultato finale ci sta stretto, però a fine gara ho fatto i complimenti ai ragazzi. In campo ho visto una squadra che sapeva quello che voleva, che ha saputo colpire nel momento giusto, che ha creato tante situazioni concedendo poco. Peccato per il gol preso. Non può essere considerato neanche un nostro errore... Forse siamo scappati troppo nel lancio. Alla fine ci stavano i due gol di vantaggio, ma mi tengo la prestazione di alto livello. Al ritorno non giocheremo per gestire il risultato ma per fare gol». 

IL PASSATO - Una gara del genere, rende ancora più incomprensibile quanto visto in Coppa Italia contro la Fiorentina: «Sì, è vero, c'è poco da dire ma non si può tornare indietro. Tante volte i fallimenti fanno parte di un percorso di crescita, dal quale si matura. Ora dobbiamo essere bravi con queste prestazioni a riportare tutti dalla nostra parte». Inevitabile chiedergli di Zaniolo: «Credo che questo ragazzo debba esser lasciato crescere e allo stesso tempo deve vivere con l'equilibrio con il quale sta affrontando questo momento. Dopo il primo gol gli ho detto di continuare a giocare con la testa, l'entusiasmo avrebbe potuto farlo uscire dalla partita. Invece è stato molto bravo e ha fatto anche il raddoppio. L'ho schierato in un ruolo dove ha giocato poche volte e l'ha fatto bene. Abbiamo un giocatore forte e lo sapevamo, teniamocelo stretto». 
Si accoda ai complimenti al ragazzo di Massa (calciatore italiano più giovane a segnare una doppietta nel nuovo format della Champions) anche De Rossi: «È un altro piccolo record. Ha uno strapotere fisico che abbina alla tecnica, non scopro nulla dicendo che diventerà un campione». Sulla gara: «Mi hanno marcato quasi a uomo per tutti e novanta i minuti. C'è rammarico per il gol subito perché a differenza di quanto abbiamo fatto vedere negli ultimi mesi abbiamo giocato compatti, uniti e attentissimi». Ora il ritorno: «Nessuno più di noi sa che il 2-1 è un risultato che non ti fa stare tranquillo. Ma è comunque un buon risultato. Abbiamo il 51 per cento delle possibilità di farcela». 


La rabbia non deve cancellare la vittoria

IL MESSAGGERO - FERRETTI - «Buon sorteggio», aveva commentato Francesco Totti dopo che dall'urna di Nyon era stato estratto il nome del Porto. Si riferiva, il Capitano, al fatto che alla Romanon era toccata una come il Manchester City oppure il Barcellona se non il Psg. Non voleva sminuire il valore reale dei portoghesi, questo è chiaro. E la controprova della qualità dei Dragoes si è avuta ieri sera all'Olimpico con la Roma brava, per certi versi molto brava, ma incapace di non subire reti. Due gol all'attivo e uno al passivo: a 90 minuti dal termine, tutto è ancora possibile, con una vittoria, un pareggio e anche una sconfitta con un punteggio particolare per passare il turno. La situazione, probabilmente, sarebbe stata la stessa anche se la porta di Mirante fosse rimasta inviolata, ma che rabbia..
Già, Mirante: uno come lui all'esordio in Champions all'Olimpico, a 35 anni abbondanti, in avvio è una storia bella e romantica. Così come quella già vecchia del giovanissimo Zaniolo, uno dei sette italiani monitorati - chi più, chi meno - dal ct Mancini in tribuna. Partita spigolosa da entrambe le parti, con la Roma molto attenta non farsi beccare scoperta quando perde il pallone. Quando, invece, può controllarlo, e avanzare verso la porta difesa dall'inossidabile Casillas, cerca di allargare la difesa dei portoghesi per lasciare un po' soli i due possenti, ruvidi centrali. Maggior possesso da parte degli ospiti, ma nulla di clamorosamente sproporzionato.

NICOLÒ DA BRIVIDI - Anzi, è la Roma che, contando i passi e senza mai rischiare più di tanto la giocata, arriva con più pericolosità dalle parti del portiere avversario. Come testimoniato da quell'azione chiusa da Dzeko con un tiro che ha quasi spaccato il palo alla destra di Casillas. E il Porto? Bravo a palleggiare e a tentare di non far partire con serenità l'azione della Roma (De Rossimarcato praticamente a uomo), ma poco incisivo in fase offensiva soprattutto per l'attenzione tattica difensiva della squadra di EDF.
Zaniolo, laggiù a destra, usa tutto se stesso per mettersi in moto, e quando ci riesce la Roma ha sempre un guizzo. Viene cercato molto, Nicolò, anche quando sta qua sotto sempre a destra. Casillas continua a parare tutto, l'ex laziale Conceiçao insulta il tifoso romanista Di Francesco e subito dopo Zanioro - quasi per vendicare il proprio allenatore e tutta la Roma - buca con il destro l'ex portiere del Real Madrid proprio sotto la Sud. Giusto, meritato. Come il raddoppio, ancora dell'ex interista, dopo il secondo palo di Dzeko. A quel punto, uno spera che l'arbitro fischi al più presto la fine della partita, che la Roma non becchi un gol sanguinoso e, invece, il Porto trova (sì, trova) la rete che ammutolisce l'Olimpico.


Di Francesco: "Noi grandi, al ritorno attacchiamo"

IL TEMPO - AUSTINI - La sua Champions. Come vivere due realtà parallele, Di Francesco si sta prendendo le soddisfazioni più grandi nella coppa più difficile, mentre stenta ancora in campionato. Anche ieri la Roma ha dimostrato di esser diventata una grande d'’Europa, non la migliore, certo, ma una squadra che meriterebbe di entrare tra le prime otto dalla Champions per il secondo anno di fila. Il tecnico definisce la partita col Porto «una delle nostre migliori di quest'anno nel sentirsi squadra». L'immagine che i tifosi si porteranno dietro è quel testa a testa con Sergio Coincecao: una scena da derby, che ha infiammato l’Olimpico fin lì piuttosto sonnolente e propiziato i due gol giallorossi. «Sono cose di campo -
minimizza alla fine l’abruzzese - quando si va oltre ho qualcosa da dire, ma per me finisce lì». Molto più importante analizzare una gara che può accrescere l'autostima. E anche i rimpianti, visto il gol subito in maniera rocambolesca. «Ho fatto i complimenti ai ragazzi, peccato per il 2-1 dove siamo stati soprattutto sfortunati anche se a inizio azione siamo scappati all'indietro un po’ troppo presto. Abbiamo difeso davvero bene, concedendo pochissimo agli avversari, quel gol ha dato forza a loro e ha fatto riemergere i nostri incubi del passato. Meritavamo sicuramente una rete in più di vantaggio. Mi è piaciuto anche il nostro primo tempo, dove abbiamo preso un palo e potevamo sfruttare meglio un altro paio di situazioni».La qualificazione, che vale 15 milioni per la società, va conquistata al «do Dragao» il 6 marzo e «non giocheremo - annuncia Di Francesco - per gestire e difendere il risultato dell'andata: sarebbe l'errorepiù grande. Servirà equilibrio ma, come ho detto ai ragazzi anche prima di questa gara, chi non fa non sbaglia: osare è fondamentale per vincere». La figuraccia di Firenze in Coppa Italia sembra alle spalle. «E stata una sconfitta troppo netta, non doveva succedere, ci ha toccato nell’orgoglio e con prestazioni come questa proviamo a riportare la gente dalla nostra parte». Quando parla di crescita Capello lo ammonisce: «Voi siete già una grande squadra». DiFra sorride e accetta volentieri i consigli del maestro: «Sono sempre preziosi e me li tengo stretti. Dico che senza consapevolezza non avremmo fatto una prestazione del genere. Abbiamo lavorato tanto sulla testa per far uscire le nostre qualità». L'uomo del giorno è ovviamente Zaniolo e l'allenatore ci tiene ancora a sottolineare il suo coraggio di averlo inserito, per la prima volta proprio in Champions. «Sento tanti prendersi i meriti per Nicolò e allora dico che son io adallenarlo e farlo giocare. Questo ragazzo va lasciato crescere, dopo l’1-0 gli ho detto di continuare a stare in campo con intelligenza e ha fatto il secondo. Abbiamo un giocatore forte, teniamocelo stretto, ma piano con gli elogi». Capitan De Rossi è sicuro: «Zaniolo diventerà un grande campione. Non scopro niente: col Porto ha scritto un piccolo record che si aggiunge a quello che sta mostrando partita dopo partita e allenamento dopo allenamento». Sulle possibilità di qualificazione: «Il 2-1 non ci può far stare tranquilli, ma è un buon risultato. Sarei stato felice se prima della gara m’avessero detto che avremmo vinto con questo punteggio. Non bisogna prendere gol lì e fare una partita attenta. Non avevamo concesso niente, prendere gol così su una palla svirgolata ci ha fatto male ma partiamo avvantaggiati, diciamo che sarà 51-49».


Doppio Zaniolo, la Roma esulta

IL MESSAGGERO - TRANI - Zaniolo lancia la Roma anche in Champions: la sua doppietta sotto la Sud santifica il successo, meritato e anche convincente, contro il Porto (2-1), ma bisogna comunque aspettare la gara di ritorno del 6 marzo per sapere se sarà sufficiente per la promozione ai quarti. Il gol di Adrian Lopez sporca la prestazione dei giallorossi che, trascinati da Dzeko (2 pali e presente in entrambe le azioni delle reti del compagno), giocano da squadra con autorità e personalità. L'Olimpico dei 50 mila apprezza l'esibizione e applaude la squadra a fine partita.

TIMBRO ITALIANO - Sostanza e attenzione, almeno in partenza, prima di scatenarsi nella ripresa: la Roma lascia l'iniziativa al Porto con l'obiettivo di azzerare ogni ripartenza dei rivali, veloci e tecnici. Di Francesco, puntando sull'equilibrio, piazza De Rossi davanti alla linea a 4. Che è quella titolare: rientrano Florenzi a destra, Manolas al centro per far coppia con Fazio, sulla sinistra c'è Kolarov che la Sud proprio non perdona, confermando la posizione della tifoseria anche per iscritto. Con il capitano in campo, Nzonzi va in panchina. Gli intermedi nel 4-1-4-1 sono dunque Cristante e Pellegrini che si inseriscono alle spalle di Dzeko, cercando la sponda del centravanti. Sui lati Zaniolo ed El Shaarawy, confermati pure perché mancano contemporaneamente Perotti, Under e Schick. Nella formazione iniziale, la 32ª diversa in 32 match stagionali, sono 7 i giocatori italiani: in Champions non è più successo dal settembre 2013, trasferta della Juve di Conte a Copenaghen. Conceiçao, invece, conferma il 4-4-2, scelto anche per le assenze degli attaccanti Corona (squalificato) e Marega (infortunato): così Fernando fa coppia con Soares, con Otavio a destra e Brahimi a sinistra che, quando si alzano, vanno a comporre il 4-2-4. I mediani, a scambiarsi il ruolo di play, sono Danilio ed Herrera che, obiettivo di mercato del club giallorosso, è il calciatore più dinamico (per km percorsi: 6,40) del 1° tempo. Davanti a Casillas, da destra Militao, Felipe, Pepe e Telles.

FIRMA D'AUTORE - Olsen non recupera, ma è in panchina. Debutta in casa Mirante che blocca la girata di Fernando: è il suo unico intervento fino all'intervallo. La chance migliore è però quella che si costruisce Dzeko, dopo la percussione di Fazio, pronto ad allargare sulla sinistra per il centravanti. Che salta Militao e, spostandosi la palla sul destro, calcia di forza: palo. Dzeko è il principale riferimento dei giallorossi che, anche rischiando la giocata veloce con De Rossi e Pellegrini, cercano la verticalizzazione. La Roma nella ripresa alza il ritmo e si prede il match. Sempre con Cristante e Pellegrini che invadono l'area del Porto e spaventano Casillas. Danilo di testa: fuori. Si scatena Dzeko che, difendendo palla a centro area, acchita il pallone a Zaniolo: destro in diagonale per il vantaggio. In 5 minuti il diciannovenne concede addirittura il bis: ancora Dzeko che, da fuori, colpisce ancora il palo (3° in coppa e 18° legno in questa stagione). Zaniolo, sotto lo sguardo di Mancini e Paratici, diventa il più giovane giocatore ad aver segnato una doppietta in Champions. Anche da esterno destro lascia, insomma, il segno, dopo le 3 rei segnate in campionato. Questi sono gol pesanti: al 5° tentativo, valgono il 1° successo giallorosso contro il Porto (ultima sconfitta il 7 ottobre: stop alla striscia di 22 risultati utili consecutivi). Il gol di Adrian Lopez (confermato dal Var: non c'è fuorigioco), su assist casuale di Soares, tiene però in corsa Conceiçao e complica il viaggio di Di Francesco il prossimo 6 marzo.


Roma, golpe a metà: la sentenza Zaniolo pure sulla Champions

LA REPUBBLICA - BOCCA - Il momento magico di Peter Pan. Quando gioca, corre, dribbla, sfonda, tira, Nicolò Zaniolo sparge polverine d’oro e gol vitali per la Roma. Alla breve ma già densa lista dei tre gol fatti in campionato all’Olimpico, il 19enne fenomeno ha aggiunto i suoi primi due gol in Champions League: la doppietta più giovane della storia italiana in Coppa. Tutto sotto gli occhi del ct Mancini che si è goduto una Roma ricca di giocatori italiani (sette), ma soprattutto che fa giocare quel ragazzino su cui lui aveva puntato prima ancora che debuttasse in giallorosso a Madrid. Battuto il Porto 2-1 la Roma si è tolta un bel pensiero, anche se il risultato è stato sporcato nel finale. Ma insomma di questi tempi va più che bene. La Roma non si è fidata del Porto, pur avendolo accolto al momento del sorteggio con una certa benevolenza. Di Francesco ha potuto contare su una squadra collaudata, sia pur forzatamente corretta in porta, a causa della presenza di Mirante. Lo stesso Florenzi al posto di Karsdorp non lo si poteva certo considerare un ripiego, e altrettanto per Zaniolo tenuto alto a destra e inizialmente molto a freno. Senza contare che la presenza di De Rossi dava un po’ di serenità a tutti. Il Porto non sarà costellato di star internazionali ma è comunque una squadra esperta, affidabile e con una storia anche ben più importante di quella della Roma. La Roma ha dovuto girare molto intorno all’avversario, annusandolo, prima di colpirlo con un paio di diretti di Dzeko, uno dei quali finito sul palo e uno di Cristante. Dall’altra parte Casillas un po’ ha sfarfalleggiato in area, un po’ ci ha messo i suoi spettacolari guizzi. Lo stesso più o meno per Mirante, però ancor più coperto e meglio protetto. La Roma è ripartita dalla difesa e ha colpito in velocità, guadagnando progressivamente spazio e fiducia. Ha stonato molto la solita contestazione a Kolarov che si è preso la sua razione di insulti dalla Curva Sud, insensibile persino all’appello del capitano De Rossi. La partita è salita fatalmente di tensione quando la Roma ha abbandonato le sue paure, e ha cominciato a trovare i buchi nella difesa del Porto. Casillas ha dovuto metterci tutto l’istinto da grande portiere per annullare una gran botta di Pellegrini, innescato da Cristante. Di Francesco e Conceiçao si sono ritrovati a bordo campo a urlarsi contro e imbizzarrirsi per banali questioni. Al culmine di questo pathos sono arrivati i due gol svolta partita di Nicolò Zaniolo. Ancora lui, il ragazzo che la Roma si è ritrovata in squadra per intuito del ds Monchi, nemmeno immaginandosi il talento che nascondeva. Zaniolo ha seguito passo passo il grande lavoro di sfondamento di Dzeko, che veramente merita il 50% dei diritti su quei gol. Nel primo ha difeso palla a centro area e servito Zaniolo, nel secondo ha sorpreso il Porto in contropiede, ha colto violentemente il palo e sul rimbalzo il ragazzo ha fatto doppietta. Peccato sul 2-0 per il gol di Lopez Adrian che tiene apertissimo il match di ritorno. Ma tutto non si poteva ottenere da una serata così.


Nicolò centra un altro record: "Che emozione sotto la Sud"

IL TEMPO - MENGHI - Non c'è nulla di normale nel decidere le partite a 19 anni. Non è banale nemmeno sentirsi dire «grande giocatore» da Francesco Totti e «campione» da De Rossi, perché «un grande giocatore lo è già». Zaniolo fa cose eccezionali e forse non se ne rende nemmeno conto fino in fondo, è successo tutto così in fretta, in maniera quasi naturale, come qualcosa che doveva uscire fuori per forza. La sua voglia, la forza, il cinismo, l’esplosività: non gli manca davvero nulla. La Roma ha provato a costruirgli intorno un muro per tenerlo lontano dagli eccessi di questa pazza città e dagli occhi di chi già ha riempito il taccuino degli appunti di mercato, come quel Paratici che ieri sera era in tribuna. Anche i due ct azzurri erano sugli spalti dell’Olimpico, Di Biagio pronto a scommettere che «Nicolò sarà uno dei protagonisti dell'Europeo a giugno» e Mancini a pregustare il momento in cui sarà, inevitabilmente, aggregato in forma stabile alla Nazionale maggiore. Era stato proprio lui a lanciare a Di Francesco un messaggio lo scorso settembre, convocandolo con l’Italia dei grandi e scoprendo il talento che a Trigoria era arrivato da perfetto sconosciuto nell'affare Nainggolan. La favola Zaniolo è cominciata presto, a partire da quell’esordio in Champions League che il tecnico giallorosso aveva voluto azzardare, nientemeno che al Bernabeu contro il Real Madrid. La grinta l'aveva mostrata subito l'ex Inter che si era tenuto il meglio per gli step successivi, innescando un climax strepitoso che continua a far alzare i tifosi dai loro posti allo stadio. Si è preso un’altra standing ovation ieri, uscendo nel finale contro il Porto con i crampi: «Ci sta», dice a chi gli domandava il perché del ghiaccio sulla gamba. Zaniolo sta bene, anzi benissimo, era solo stanco dopo aver combattuto come un leone sulla fascia, in un ruolo che non sarà il suo ma lo ricopre come se lo fosse sempre stato e da lì, ala destra, ha segnato due gol da record. E' lui il più giovane italiano ad aver segnato una doppietta nella moderna Champions League, il primo classe ‘99 scendere in campo da titolare in uno scontro diretto, e a renderlo indimenticabile. Per tutti, in primis per se stesso: «Sono felicissimo, è un sogno che si è realizzato, ma sono contento soprattutto per la squadra. Adesso andiamo a Oporto per conquistare il passaggio del turno. Sarà dura come ogni partita di Champions, ma adesso possiamo andare là a giocarci le nostre carte e provare ad andare ai quarti». Ed è merito suo, per buona parte. Merito di un predestinato che ha fatto innamorare i romanisti in pochi mesi, nonostante la vecchia fede juventina mai nascosta. Zaniolo è andato a prendersi l'abbraccio della Sud ad ogni rete, per poco non faceva venire giù tutto, barriere di plastica e curva, perché ha esultato con la stessa energia con cui in campo dà spettacolo: «Spero di farne tanti altri lì sotto, sono felice di correre per questa squadra». Capitan De Rossi lo incorona: «Il suo è un piccolo record che si aggiunge a quello che sta mostrando gara dopo gara e allenamento dopo allenamento. Non scopro niente, già è un grande giocatore ma diventerà un campione». Niente di più normale.


È sempre Zaniolo. Roma, un passo verso i quarti

LEGGO - BALZANI - Zaniolo si prende pure l'Europa, la Roma ancora no anche se per la prima volta nella sua storia riesce a battere il Porto. Nella vittoria per 2-1 nell'andata degli ottavi di Champions e in una notte finalmente magica per l'Olimpico a brillare è ancora la fenomenale stella di Nicolò autore di una doppietta da record (è il più giovane italiano ad aver segnato due gol in Champions) e bravo a valorizzare al massimo il gran lavoro di Dzeko. Due gol festeggiati ruggendo sotto la Sud che però non lasciano tranquillo Di Francesco. Il Porto, sotto 2-0, ha trovato infatti la forza di segnare un gol pesantissimo con Adrian Lopez che lascia la qualificazione ancora aperta per la sfida di ritorno del 6 marzo. Nel finale Herrera («E' forte, ma non lo prendiamo», ha detto Monchi) ha pure sfiorato il gol del pari. Immeritato perché la Roma ha dominato una partita giocata con ordine e compattezza. Le parate dell'intramontabile Casillas e il solito palo nel primo tempo colpito da Dzeko hanno evitato un ko più pesante per l'ex laziale Conceiçao venuto quasi testa a testa con Di Francesco nella ripresa dopo un litigio per il rientro furbetto di Brahimi. Tutto rientrato a fine partita. E rientrata sembra anche la contestazione dei tifosi anche se al 13' è arrivato lo striscione della curva: Bastardo Kolarov con tanto di coro personalizzato fischiato però dagli altri tifosi. A fine partita applausi per tutti, e ovviamente una standing ovation per Zaniolo che se la gode così: «Segnare in Champions era un sogno che avevo da bambino ma sono felice soprattutto per la vittoria che ci serviva, era importante iniziare bene queste due partite. Ora andiamo a Oporto per passare il turno. Sono uscito per i crampi, ho corso tanto». Anche capitan De Rossi promuove il giovane compagno di squadra: «Ha una prepotenza fisica incredibile abbinata a un'ottima tecnica, è già un grande giocatore e diventerà un campione. Peccato per il gol subito perché a differenza degli ultimi mesi siamo stati compatti. Prendere gol su una palla svirgolata ci ha fatto male e ci ha messo paura. Il 2-1 non ti lascia tranquillo al ritorno. Le percentuali? 51% contro 49%. Pure Di Francesco sorride a metà: «Prestazione di grande livello che mi tengo stretto anche se c'è rammarico per il gol subito. Zaniolo? Teniamocelo stretto».


City manager sotto attacco: “Ingerenze sullo stadio”

LA REPUBBLICA - FAVALE - Una mail potrebbe costare cara a Franco Giampaoletti, potentissimo direttore generale (anche detto city manager) del Campidoglio, arrivato alla corte di Virginia Raggi un anno fa con un sostanzioso stipendio da 170 mila euro. «Si tratta di un compenso in linea e addirittura inferiore a quanto corrisposto a chi riveste incarichi analoghi nelle altre grandi città italiane», misero le mani avanti i 5 Stelle in Comune, già scottati in passato per le polemiche sugli ingaggi degli esterni. Dallo Stadio della Roma alla complicata partita delle aziende partecipate, Ama in testa, Giampaoletti ha in mano i dossier più importanti che riguardano l’amministrazione Raggi. Da ieri, però, (caso abbastanza inedito per una figura dirigenziale) è finito nel mirino delle opposizioni che hanno presentato in Aula una mozione «di censura» sull’operato del city manager chiededone «la decadenza e la rimozione». Solo il primo atto di un’offensiva che dovrebbe coinvolgere anche il prefetto Paola Basilone, che nei prossimi giorni verrà sollecitata sul caso da una lettera. Nella comunicazione alla Basilone verrà spiegato il contenuto della mozione firmata ieri dal centrosinistra, da Fdi, da Forza Italia e dal gruppo misto, e nella quale si torna indietro al primo di febbraio, quando alle 16.47, dall’indirizzo di Giampaoletti partì una mail indirizzata ad alcuni dirigenti del Campidoglio. Oggetto: “Commissione trasparenza 4/2”. «Gentilissimi — si legge nel testo — avendo provato a contattarvi senza successo nel pomeriggio provo a inviare intanto un primo messaggio. In merito alla convocazione della Commissione trasparenza del prossimo lunedì 4 febbraio il nostro Ente ritiene opportuno limitare la partecipazione alla parte politica. Sarà mia cura contattarvi personalmente lunedì mattina per chiarire eventuali dubbi». La riunione a cui si riferisce Giampaoletti nella mail è quella convocata dal presidente, il dem Marco Palumbo, per discutere del parere del Politecnico di Torino sull’impianto di Tor di Valle. Quella mail per le opposizioni rappresenta «un’ingerenza» non solo per non aver consentito il lavoro di controllo e garanzia che per statuto la commissione ha il diritto-dovere di svolgere ma soprattutto perché, si legge nel testo della mozione, «si potrebbe ravvisare un possibile intervento in conflitto di interessi in quanto il dg è stato sentito dalla procura di Roma in merito proprio allo stadio della Roma come persona a conoscenza dei fatti in virtù del suo ruolo istituzionale e per il suo specifico rapporto con l’avvocato Luca Lanzalone». Di «comportamento irriguardoso» parla Svetlana Celli, capogruppo di RomaTornaRoma. Per quel lo di Fdi, Andrea De Priamo «il dg non può dire agli uffici di non partecipare a una commissione». «Se l’M5S voterà contro questa mozione allora vuol dire che la maggioranza ha influito sull’azione amministrativa degli uffici», aggiunge Giulio Pelonzi, Pd. E secondo Davide Bordoni, Fi, «quest’amministrazione è sempre più opaca». Intanto ieri l’Aula ha approvato il nuovo regolamento sull’accesso agli atti, con la maggioranza costretta a cancellare il passaggio che prevedeva possibili limitazioni in caso di richiesta di documenti da parte dei giornalisti. Eliminati i riferimenti agli organi di stampa resta l’obbligo da parte dei dirigenti di «motivare adeguatamente gli eventuali provvedimenti di differimento e rigetto, anche parziale».


Generazione di fenomeni: che classe i ragazzi del '99. Il futuro del pallone è già qua

LIBERO - DELL'ORTO - I ragazzi del ’99 stavolta- evviva - non vanno in guerra, ma promettono battaglia, questo sì. Faccende sportive, ovvio: dribbling, assist, gol, tackle e parate per conquistare il football mondiale. E possibilmente qualche trofeo fin da subito, anche se sono giovani giovanissimi e nella maggior parte dei casi non hanno ancora vent'anni. Sì, sono poco più che bambini ma con il pallone ci sanno fare, e tanto. Gli ultimi, in ordine di tempo, che ci sono rimbalzati addosso attraverso video, giornali e social sono un argentino e un portoghese: Adolfo Gaich e Joao Felix. Il primo, durante il recente Mondiale Under 20, ha devastato con una tripletta il Venezuela, che fino a qualche ora prima era la grande rivelazione del torneo. Tre gol da attaccante completo: tiro potente, colpo di testa e una conclusione precisissima.

IL BOMBER DEL PAPA

Prodotto delle giovanili del San Lorenzo de AlmagrO - yes, proprio la squadra per cui tifa Papa Francesco - il bomberino nel torneo era partito in panca come terza opzione (davanti a lui Maxi Romero, già affermato in Olanda con il Psv Eindhoven, e Facundo Colidio, l'attaccante del 2000 che nelle giovanili dell'Inter fa la differenza), ma in pochi giorni poi si è conquistato spazio e infine la gloria. Joao Felix invece è portoghese, sopporta - facile immaginarlo - un ingombrante paragone con sua maestà Cristiano Ronaldo e delizia i tifosi del Benfica: in 13 partite ha già segnato sette gol e servito tre assist. I grandi club (tra cui Juve e Milan) si sono subito ingolositi, ma c'è un piccolo dettaglio da superare: il centrocampista ha appena rinnovato il contratto fino al 2023e la clausola rescissoria è di 120 milioni (e si sta lavorando per portarla a 200). Di talenti così, all’estero, ce ne sono parecchi(Dan-Axel Zagadou difensore del Borussia, Diogo Dalot terzino del Manchester United, Gedson Carvalho Fernandes centrocampista del Benfica, Brahim Abdelkader Diazfantasista del Real Madrid, Kai Havertz centrocampista del Bayer Leverkusen, Benjamin Woodbur estero del Liverpool in prestito allo Sheffield United, Alexander Isak attaccante del Borussia Dormunt), ma anche in Italia possiamo guardare al futuro con orgoglio godendoci il presente.

GLI ITALIANI

Gigio Donnarumma, che ha appena festeggiato le 150 presenze con il Milan, è il nostro miglior portiere ed è ormai una realtà mentre la Roma, che sta aspettando la maturazione
dell'olandese Justin Kluivert (figlio d’arte), si gode Nicolò Zaniolo, centrocampista di forza fisica e fiuto del gol stoltamente scaricato prima dalla Fiorentina e poi dall'Inter. Ma ancora,sempre l'Inter ha, tra i più interessanti, l’attaccante Andrea Pinamonti (in prestito al Frosinone) e il difensore Alessandro Bastoni (in prestito al Parma), il Sassuolo si coccola l’attaccante Andrea Brignola, la Fiorentina sfoggia il super portiere Alban Lafont.

GENERAZIONI BOOM

Sì, insomma, i ragazzi del "99 sono tanti e bravi e c'è da scommettere che questa sarà un generazione capace di fare la storia del calcio. Perché, da sempre, ci sono annate più ricche di altre, più fertili, più generose di talenti. Come quella dei 1953 (Gentile, Passarella, Scirea, Falcao, Zico) edei 1955 (Briegel, Cerezo, Platini, Conti, Rummenigge, Altobelli). E che dire dei 1960, li ricordate? Maradona, Matthaus, Tassotti, Brehme, Littbarski, Careca, Voeller, Zenga e Franco Baresi, tanto per fare qualche