Preziosi e la Juve: virus delle cessioni

IL FATTO QUOTIDIANO - ZILIANI - E l'enigma degli enigmi. E persino La Settimana Enigmisticaavrebbe difficoltà a proporlo ai suoi solutori più preparati: nella penultima pagina, quella dedicata alla soluzione dei quesiti, non saprebbe infatti che cosa scrivere, getterebbe la spugna persino Alessandro Bartezzaghi. A quale mistero alludiamo? Per parlarvene, lo faremo come se si trattasse di un caso di "Pilade, agente in borghese".

ENRICO PREZIOSI, presidente del Genoa, ha appena fatto il colpo della vita. Dopo aver acquistato in estate Piatek dal KS Cracovia per 4,5 milioni, a gennaio lo ha rivenduto al Milan per 35 realizzando in 6 mesi una plusvalenza di 30,5 milioni. Preziosi viene complimentato da tutti ma pochi giorni dopo, a sorpresa, la Juventus comunica di aver ceduto al Genoa Sturaro per 18 milioni. La cosa pare strana: perché una cifra così alta non è mai stata spesa per nessun giocatore nella storia del Genoa FC e soprattutto perchè Sturaro è un giocatore mediocre, reduce da un lungo infortunio e che nell'ultima stagione ha giocato 12 mezze partite nella Juventus e zero nello Sporting Lisbona. Ma c'è di più. Mentre Piatek costava a Preziosi di stipendio 740 mila euro lordi l'anno (400 netti), Sturaro costa 2,78 milioni l'anno (1,5 netti). Poiché Preziosi dovrà stipendiarlo fino al 2021, per due stagioni e mezzo spenderà dunque 6,95 milioni contro gli 1,85 che avrebbe speso per Piatek: 5,1 milioni in più che vanno ad aggiungersi ai 18 milioni dell'acquisto e che portano il totale-spesa per Sturaro a 23,1 milioni. In pratica, il guadagno fatto con la cessione di Piatek (30,5 milioni) viene ora quasi completamente cancellato: 30,5 (Piatek) meno 23,1 (Sturaro) fa 7,4 milioni, e cioè i soldi che Preziosi si è già impegnato a dare alla Juventus per acquistare un giovane giocatore (Favilli) avuto in prestito biennale ma con obbligo di riscatto fissato a 7 milioni. In soldoni: considerando che i 30,5 milioni di guadagno fatti da Preziosi cedendo Piatek al Milan finiranno tutti nelle casse della Juventus (che riceve 18 milioni per Sturaro, ne risparmia quasi 7 per lo stipendio che si accolla Preziosi e ne riceve 7 per Favilli: totale 32) al termine di una pregevole triangolazione Milan-Genoa-Juventus, la domanda è: perchè Preziosi, che pur di guadagnare 1 milione venderebbe la madre a un club di serie B cileno, ha acquistato Sturaro? Pensa che Sturaro, 26 anni, sia il nuovo Beckenbauer? Aveva un debito di riconoscenza nel confronti del club di Agnelli oppure cerca di ingraziarselo, perché nella vita non si sa mai? Oppure è stato colpito da un nuovo, terribile, sconosciuto virus che spinge i presidenti a riversare i propri soldi nelle casse della Juventus?

E in questo caso: trattasi di virus contagioso? Pare infatti che Ferrero, presidente della Sampdoria, abbia acquistato dalla Juve (che in estate aveva comprato dal Genoa il portiere Perin, nazionale, per 12 milioni più 3 di bonus: totale 15) il portiere Audero per 20 milioni; pare infatti che Giulini, presidente del Cagliari, abbia acquistato dalla Juve l'attaccante Cerri, 8 presenze e zero gol quest'anno, per 9 milioni, accollandosi l'obbligo di riscatto; tutti emuli di Pozzo, boss dell'Udinese, che in estate aveva sbalordito il mondo acquistando dalla Juve Mandragora (Don Abbondio direbbe: chi era costui?) per 20 milioni. Ai solutori dell'enigma, ricchi premi e cotillons.


Roma-Porto, previsti 50mila spettatori. Oggi in Questura il tavolo tecnico per la sicurezza

I dettagli verranno messi a punto oggi, con il tavolo tecnico e le ultime riunioni Uefa, ma Roma è pronta all’andata degli ottavi di finale di Champions con il Porto. 50mila gli spettatori attesi. La prevendita è stata molto sostenuta in questi ultimi giorni. Oggi inizieranno ad arrivare a Fiumicino e Ciampino anche i tifosi portoghesi (più di 4mila). Lo riferisce la Gazzetta dello Sport.


Pellegrini: "E' troppo importante per noi arrivare allo stadio e trovare i nostri tifosi, è una cosa che gli altri non possono capire"

Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, ha rilasciato un'intervista a Tele Radio Stereo. Queste le sue parole

Come ha vissuto la grande popolarità dopo il gol al derby?
“In realtà è stato tutto più semplice dal derby in poi. L'anno scorso è particolare, ho dovuto fare i conti con nuove emozioni e sensazioni, non è stato semplice Noi siamo fuori quello che siamo dentro al campo, c'è stata un po' di discontuinità. Lo scorso anno non ho raggiunto i miei obiettivi e quest’anno volevo essere più continuo. Giocare una partita allo stadio con i propri tifosi che ti incitano è più facile, Sentirli con me è bello”.

La sua opinione sulla Roma?
“Per me è una grande squadra e una grande società con grandi uomini prima che giocatori. È una società che deve, tramite il proprio progetto, porsi degli obiettivi più grandi. Non si possono raggiungere dopo tre mesi, deve costruire la propria casa, il proprio stadio, una pietra alla volta. Deve porsi degli step, raggiungerli e poi superarli. Così da qui a pochi anni diventerà una delle più grandi in Europa”.

Il suo ruolo in campo?
“Cerco di essere sempre disponibile per qualsiasi ruolo. Sinceramente trequartista mi vedo meglio, sono più libero. Da mediano o da mezzala ti devi dividere il campo”.

Se rimproverassi alla squadra di non essere consapevole di quanto è forte, lo accetterebbe?
“Sono un po’ in disaccordo. Il campo lo viviamo tutti i giorni, conosciamo le qualità dei miei compagni. Quest’anno abbiamo sbagliato tanto, non ci nascondiamo. Se rigiochi cento volte la partita con la Fiorentina, non finisce mai 7-1. Dobbiamo migliorare tutti quanti. Questa squadra è fatta di ragazzi giovani, si deve crescere e acquisire esperienza. Non c’è mai stato un dubbio sulle qualità di ognuno di noi, sappiamo di essere stati costruiti per stare in alto che è dove vogliamo stare”.

Non pensa di poter migliorare in fase realizzativa?
“Assolutamente. Al Sassuolo ho fatto qualche gol in più, lo scorso anno ne ho fatti solo 3. Lo so che quello nel derby vale di più per voi, ma valgono tutti uno, purtroppo (ride). Tutti abbiamo margini di miglioramento perché siamo tutti giovani. Voglio fare più gol ed è un mio obiettivo”.

Cosa succede in qualche momento di gara, quando vi perdete?
“Non so se smettiamo di ragionare da squadra come dite. Vi giuro che tutti pensano a vincere nessuno al proprio orticello. Poi è umano che in alcuni episodi negativi inconsciamente ti butti giù. Su questo dobbiamo lavorare. Magari a volte è successo che, nonostante si stava facendo una buona gara, per un episodio negativo ti spegni. Contro il Milan abbiamo preso gol in una situazione di gioco nella quale dovevo fare meglio, un episodio negativo che però non ci ha buttato giù. La reazione di squadra, se ce l’hai una volta, c'è perché ce l’hai dentro”.

Come state in vista di Roma-Porto? Può cambiare molto lo sapete?
“Vi assicuro che il Porto è una grande squadra. Non è di livello top ma è grande squadra, sarà difficile. Sappiamo quali emozioni porta passare il turno. Ti cambia una stagione, nonostante le difficoltà che abbiamo trovato finora. In campionato vogliamo arrivare tra i primi quattro e ci siamo e in coppa vogliamo superare il turno. Martedì sarà una battaglia da fare tutti insieme. E' troppo importante per noi arrivare allo stadio e trovare i nostri tifosi, una cosa che gli altri non possono capire. Un avversario prende forza se vede che i tifosi non sono con noi”.

Un desiderio da esprimere per un suo compagno di squadra?
“Per De Rossi. Tutti sanno quanto conti per noi. Daniele potrebbe mettersi seduto in campo e sarebbe già importante. In questo momento in cui deve stare attento. Ecco... Vorrei farlo stare bene, così stiamo bene pure noi”.

Zaniolo?
“Nicolò è un ragazzo molto intelligente. Sa quello che gli sta accadendo, non gli succede nulla per caso. Si è meritato tutto questo. Deve sapere che adesso per lui e tutto bello Ma potrà esserci un momento difficile. Lì dovrà farsi trovare pronto”.

Si sente un giocatore di livello internazionale?
“Non ho mai giocato in altri campionati. Non lo so, forse ce lo dirà il tempo giocando in nazionale. Quello a cui pensò sempre, come dicevo prima, è venire qui ogni giorno per migliorarmi. Mi godo i miei 22 anni e spero di godermi la mia carriera al massimo”.

Tanti capitani romani, ci pensi?
“Ovviamente. Ci sono nomi pesanti nella lista, l’ho detto spesso però. Già essere qui è stare a casa. A Trigoria ci sono cresciuto, quando fai il settore giovanile poi speri di arrivare qui. E quando ci sei dentro ti rendi conto quanto è grande. Quante volte ho fatto questa strada con mamma e papà. Adesso la faccio da solo, mi alleno sul campo A, prima entravo dal terzo cancello”.


Roma-Porto, i convocati di Conceiçao. Out Marega e Corona

Sergio Conceiçao, tecnico del Porto, ha reso nota la lista dei convocati per il match contro la Roma di domani sera, tramite il sito ufficiale del club fcporto.pt. Assenti l'infortunato Marega e lo squalificato Corona.

Portieri: Casillas, Vaná, Diogo Costa (lista B);

Difensori: Maxi Pereira, Militão, Felipe, Pepe, Alex Telles, Jorge, Diogo Leite.

Centrocampisti: Óliver, Herrera, Danilo, Otávio, Bruno Costa

Attaccanti: Hernâni, Brahimi, Adrián López, André Pereira, Soares, Fernando Andrade.


La Roma lavora al prolungamento del contratto di El Shaarawy fino al 2024

La Roma è al lavoro per il rinnovo di contratto di Stephan El Shaarawy, in scadenza il 30 giugno 2020. L'obiettivo è prolungare fino al 2024, con un aumento dello stipendio netto da 2 a 2,5 milioni: da parte del giocatore non dovrebbero esserci resistenze. Lo riporta calciomercato.com.


Porto, Fernando Gomes: "La Roma ha molti grandi giocatori, Dzeko è sempre pericoloso"

Fernando Gomes, ex bandiera dei Porto e attuale responsabile scouting dei lusitani, è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo alla viglia del match contro la Roma. Queste le sue dichiarazioni:

Sei per il Porto quello che Totti rappresenta qui...

"Praticamente si, i gol sono gli stessi"

Che ruolo svolgi ora?

"Rappresento il Porto nei sorteggi, e sono il direttore scouting".

Che momento sta vivendo il Porto?

"L'unica cosa che ci manca in questo momento è il gol, ma credo che domani sera ci sbloccheremo in zona gol"

Si, ma mancano Marega e Aboubakar...

"Abbiamo altri giocatori che possono fare gol, la nostra forza sta nel collettivo".

Il giocatore che oggi rappresenta di più il Porto?

"Puo' essere Herrera, Brahimi, Casillas, Felipe..."

Il Porto ha un strategia ben stabilita, fatta di un gioco veloce...

"Si, è un calcio fatto dal collettivo con velocità e aggressività. In campo i ragazzi danno tutto, e questa è la cosa più importante. Poi è chiaro che ci sono giocatori con qualità tecniche importanti, e quindi il possesso palla diventa una nostra caratteristica".

Militao com'è?

"Lo seguivamo da 10 anni, pensavamo di prenderlo per la squadra B, poi è rimasto al San Paolo. È un giocatore veloce e forte in marcatura. Ha grande personalità e maturità"

Anche il Porto, sul mercato, porta avanti la strategia del trading?

"Si, il Porto lavora in questo modo. Non ha il potere finanziario che ha la Roma. Il Portogallo è un paese che nel calcio non ha un gran potere economico."

Qual'è il giocatore della Roma che ammiri di più?

"Dzeko è sempre pericoloso, però Zaniolo oggi è importante allo stesso modo. Tecnicamente è forte ed è veloce. Anche El Shaarawy è pericoloso. La Roma ha molti grandi giocatori".

Herrera andrà via a parametro zero?

"È in scadenza di contratto, ma lui è qui da tanto e si trova molto bene al Porto. Solo lui puo' conoscere il suo futuro"

Un pronostico per domani?

"Non mi piace farli, ma nel doppio confronto ho fiducia nel Porto"


Aldair: "Amo la Roma ma il Porto è più forte"

Vigilia degli ottavi di Champions tra Roma e Porto. Proprio sul match di domani Aldair, ex giallorosso, ha rilasciato unìintervista a Maisfutebol:

Aldair ha trascorso 13 anni a Roma e il suo numero di telefono è italiano. Vivi ancora in Italia?
"Ho una casa in Brasile, nello stato di Espírito Santo, a nord di Rio de Janeiro. Ma tengo una casa alla periferia di Roma e trascorro la maggior parte del mio tempo lì. In questo momento, curiosamente, sono in Brasile".

Quindi non vedrai Roma-FC Porto allo stadio?
"Non so se sarò lì in tempo. La partita è martedì? Sarà molto difficile. Vado spesso all'Olimpico, ma probabilmente per questa gara dovrò rinunciarci".

Conosci il club e questa squadra come nessun altro. Cosa manca a Roma per vincere più titoli?
"Il club ha subìto molti cambiamenti, sia nella società che nella struttura del calcio. E questo non aiuta per niente. Penso che le cose siano migliorate negli ultimi anni, ma il modo di pensare non è ancora abbastanza ambizioso. Non posso dire che la Roma abbia la dimensione europea di altri giganti, come Barcellona o il Real Madrid, perché mancano titoli nazionali e più presenza in Champions League".

In 13 stagioni a Roma, Aldair ha vinto solo il campionato 2000/01. Questo dimostra la mancanza di coerenza del club?
"Esattamente. Abbiamo avuto buone squadre, giocatori eccellenti, ma la mentalità non ha conquistato abbastanza. Nelle mie ultime quattro stagioni, tra il 1999 e il 2003, ho sentito il club cambiare, crescere. Abbiamo avuto squadre fantastiche. Basta parlare di Batistuta, Totti, Walter Samuel, Montella ... il potenziale era gigantesco e il titolo 2000/01 era il corollario di tutte queste grandi squadre".

Hai parlato di Totti. Cosa è cambiato a Roma dopo che ha smesso di giocare?
"È ancora difficile per me vedere la Roma giocare senza Francesco in campo. Era nato e cresciuto con il club, era sempre al mio fianco nello stabilimento balneare. Posso dire che era al limite delle abilità fisiche, negli ultimi tempi il giocatore si è allenato con delle limitazioni. Il club continua e tutti sanno che Francesco Totti sarà in futuro un manager di grande importanza nel club. In questo momento non ha ancora grandi poteri, ma sta imparando. È molto intelligente e sarà per sempre legato con l'AS Roma".

Torniamo ad Aldair. Il suo legame con la Roma è stata così grande che il club ha deciso di non ritirare la maglia numero 6.
"Ma sono sempre stato in disaccordo. Ci sono diversi nomi più importanti di me nella storia di Roma. È una buona cosa che il club abbia concesso di far indossare di nuovo la 6. Penso che sia stato con l'ingaggio di quel ragazzo olandese [Strootman, nel 2013]. Amo la Roma, ho avuto un legame fantastico con il club, ma non volevo vedere la mia maglia fuori. Preferirei vederla là fuori sul prato. Lo staff del club mi ha chiamato per chiedere il permesso di usare di nuovo il numero 6 e ho detto di sì. La Roma ha avuto eroi come Bruno Conti, Falcon, Giannini e non ha mai ritirato i loro numeri".

Qual è la differenza tra la Juventus e gli altri club?
"Il vizio della vittoria, la stabilità della società, l'organizzazione. Tre cose apparentemente semplici. Non c'è da meravigliarsi se la Juventus è stata campione per sette anni di fila e forse lo sarà di nuovo quest'anno".

Con Cristiano Ronaldo è diventata ancora più forte?
"Certo, certo. Credo davvero che con Cristiano la Juventus possa finalmente vincere la Champions League. La mentalità nell'Italia settentrionale è questa, sempre molto ambiziosa. A Torino e Milano. A Roma forse abbiamo perso troppo tempo a pensare alla rivalità con la Lazio. Il club deve guardare alla Juventus e motivarsi con i risultati di questo avversario per avvicinarsi".

A proposito, sembra che non sia ottimista per il pareggio contro l'FC Porto.
"Amo la Roma, mi sento romano, ma l'FC Porto è più forte e più abituato a questo tipo di duelli. La squadra sta ancora cercando di recuperare dalla vittoria per 7-1 a Firenze per la coppa, ma mi è già piaciuto quello che ho visto nel pareggio contro il Milan".

È vero che in Italia hanno iniziato a chiamarti Plutone?
"Sembra di sì (ride). Qualcuno si è ricordato che ero simile al personaggio Disney e questo è accaduto. Ad ogni modo, non mi dispiace. Sono sempre stato molto tranquillo".


Conferenza stampa, Di Francesco: "Domani una partita di gambe fresche ed esperienza". De Rossi: "Se si potesse sanare questa ferita nella Roma sarei contento" (Video)

Di Francesco ha svolto la consueta conferenza stampa. Nella sala del centro sportivo a Trigoria, il mister con al suo fianco De Rossi ha risposto alle domande dei giornalisti in vista del match contro il Porto che si giocherà domani e vale gli ottavi di finale. Queste le loro parole:

Per Di Francesco: Ritorna la sua competizione dove l'anno scorso ha tracciato insieme alla squadra un percorso importante. È l'occasione per vedere la squadra guarita?
"Il percorso è sempre lungo però è la partita giusta per ritornare entusiasmato nell'ambiente".

Per De Rossi: la difesa a Kolarov è un modo per risanare la ferita tra lui e i tifosi?
"Se si potesse sanare questa ferita nella Roma sarei contento. Alex lo considero un fratello. Quello che posso dire ai tifosi, che si sono sempre fidati di me, gli dico che è un grande professionista. Non dico che è romanista, ma è un grande professionista, dà sempre quello che deve dare, non  salta un allenamento, in condizioni anche difficili. Io preferisco gente del genere, piuttosto che quelli che baciano la maglia  o fanno dichiarazioni al miele e al primo dolorino si fermano. Comunque il tifoso va rispettato".

Per Di Francesco: Senza Marega e Corona che Porto si troverà domani?
"Credo abbiamo degli ottimi sostituti. Ottavio e Soaves sono giocatori forti, anche se con caratteristiche differenti, con qualità importanti. Il Porto al di là dei singoli è una squadra compatta, tosta, dura. È delle squadre di Cgampions che ha vinto più duelli difensivi e questo indica che dal punto di vista di squadra stanno veramente bene. Sarà una partita che dal punto di vista fisico molto dispendiosa".

Per De Rossi: che Champions League bisogna aspettarsi dalla Roma quest'anno? L'esperienza fatta lo scorso anno può essere un valore aggiunto?
"Ci fa arrivare a partite più pronte a partite che sono delicate. Lo abbiamo detto quando abbiamo affrontato Real Madrid, Barcellona, Liverpool che erano più abituate di noi, fermo restando che il Porto è abituata a giocare partite così da diverso tempo. Anche per noi può essere un  motivo di sicurezza con giocatori in più rispetto al passato. Si racchiude tutto nella parola 'esperienza' che è stata positiva. L'anno scorso poteva finire meglio perché siamo stati sfortunati però è totalmente un altro campionato e non possiamo attaccarci a quello che è stato e prepararci bene per domani".

Per Di Francesco: Qual è la situazione degli infortunati?
"Di quelli che non ci sono stati a Verona con il Chievo sicuramente Manolas che si è allenato con la squadra, mentre Olsen è in dubbio fino a domani mattina. Abbiamo perso Schick per un infortunio muscolare. tutti gli altri infortunati rientreranno domani, ma speriamo di riaverli con il Bologna: parlo di Perotti in particolar modo".

Per De Rossi: Cosa ti ha colpito positivamente e negativamente della Roma di questo periodo?
"Negativamente i risultati che non sono stati brillanti e a volte non hanno rispecchiato le prestazioni in campo perché secondo me abbiamo fatto delle gare molto buone e abbiamo portato a casa i punti che meritavamo come il Real Madird, con l'Inter in casa. Quelli che stanno fuori sono sempre i più bravi, si notava che quando predavamo gol in situazione già critica non riuscivamo a tirare fuori la testa, andando ancora più in difficoltà, cosa che non è avvenuta ultimamente perché, a parte Firenze, le prestazioni sono state positive".

Per Di Francesco: Schick contro il Bologna non ci sarà? Recuperano solo Perotti e Under?
"Sinceramente sto pensando al Porto, quindi non so dire se contro il Bologna ci sarà, ma Schick difficilmente sarà disponibile".

Per De Rossi: Sei starai bene fisicamente potrai continuare a giocare ancora per un altro anno?
"L'ho sempre detto. Se sto bene fisicamente continuerò a giocare. Per quanto riguarda quello che dicono i miei compagni e il mister, loro non si rendono conto quanto sono importanti per me. In questi ultimi due anni mi hanno fatto sentire importante più di quanto lo sia stato in carriera. Per questo devo ringraziare solo loto, poi mi accorgo che le prestazioni sono buone e sono buone quando ti senti importante e diventa più semplice".

Per Di Francesco: Con il ritorno di De Rossi rischia il posto Nzonzi o come abbiamo visto negli ultimi minuti a Verona nel 4-3-3 c’è la possibilità di vederli insieme?
"Ho questo dubbio di poterli fare giocare insieme anche in questa partita, sto facendo delle valutazioni in base ai giocatori che ho a disposizione. Li ritengo dei titolari, sicuramente oggi Daniele farà l'allenamento con la squadra e se dovesse dare risposte positive giocherà sicuramente lui. Per il resto è tutto da vedere".

 

Per De Rossi: Percepisci pure tu un rumore, un'emozione diversa dei tifosi diversa quando entri in campo?
"L'Olimpico è sempre stata casa mia e sento grande affetto ultimamente, una percentuale più alta di tifosi che mi vogliono bene. Questo è stato il percorso che ha fatto Francesco: a metà della sua carriera ha trovato qualche detrattore, poi però alla fine si sono inchinati davanti alla sua grandezza. Lo sento che la gente mi vuole bene e sono contento, però penso e devo continuare a pensare che derivi dal fatto di giocare bene a pallone, non posso pensare ad altro e che fra poco smetterò. Ci sta il rumore positivo quando fai le cose giuste e il rumore negativo quando fai le cose meno giuste: il calcio è così".

 Per Di Francesco: Come giudica l'assenza di Marega e il suo ricordo di Conceiçao?
“Conceiçao sta facendo un grande lavoro, ha fatto benissimo anche a Nantes sta proseguendo il suo percorso di crescita. È un allenatore che sta dando un'identità alla squadra e ha anche dato al Porto qualcosa  dal punto di vista caratteriale, una squadra che era con più palleggiatori che andava alla ricerca della qualità. Adesso la vedo molto più concreta sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda Marega è un attaccante differente rispetto a Suarez, più di fisicità, di gamba. Ovviamente quando c'è campo aperto diventa un calciatore pericoloso".

Per Di Francesco: Zaniolo lo preferisci come esterno d'attacco o come mezzala?
"Non lo so come lo vedo. potrebbe giocare sia a destra che come centrocampista. Non è una novità perché lo ha fatto e potrebbe giocare anche lui a destra, ma non posso darvi altre indicazioni perché potrebbe essere un ruolo ricoperto anche da Kluivert e Florenzi. Ci sono tante soluzioni, dipende da me la partita che andremo a fare rispetto agli avversari che ho di fronte".

Per De Rossi: tra l'anno scorso e quest'anno la Roma è stata sull'orlo del baratro 3-4 volte e siete riusciti a sollevare grazie anche a Di Francesco. Che cos'è che lui ha e che vi aiuta quando le cose vanno male?
"La sua idea di calcio e quella non cambia se le cose vanno male o vanno bene. Sa quello che succede in campo riconoscendo i nostri problemi. Se le cose vanno male e l'allenatore mette 10 attaccanti o 10 difensori sconvolgerebbe l'equilibrio della squadra e non si riuscirebbe a reagire e invece lui continua fare le cose normali. È ovvio che lui sia facile dopo aver vinto una partita importante: gli umori sono sempre ricchi d alti e bassi, più di quanto lo siano quelli dei calciatori, però ha sempre tenuto la barra dritta anche in una città dove con è sempre facile rimanere saldi di testa e di polso. Poi sull'orlo del baratro non ci siamo stati così tante volte, ci sono stati dei momenti negativi dove si è parlato tanto del suo futuro, ma essere sull'orlo del baratro vuol dire un'altra cosa: io ho vissuto momenti quando eravamo quintultimi in classifica e ogni competizione e mi sentivo più sotto pressione".

Per Di Francesco: Domani è una partita più da gambe fresche o esperienza?
"È il mix giusto, però la gamba ci vuole sempre, non si po' giocare solo con l'esperienza. Spesso scherzo con Daniele e gli dico che a fine carriera mi rendevo conto che mi si allungava la lingua e mi si accorciavano le gambe. Non possiamo pretendere che Daniele abbia una condizione ottimale perché ha già dato grande continuità, però l'esperienza, il saper vivere certe partite, a volte puoi avere grandi gambe però se ti tremano quando hai la palla poi è dura. La capacità sta anche nel preparare le gare in un certo modo perciò uniamo le due cose perché senza corsa non si va da nessuna parte".

Per De Rossi: Hai mai pensato che fosse tutto finito?
"Cerco di essere il più realista possibile. Non ho mai pensato di smettere perché ho fatto 3 mesi da calciatore serio: mi sono allenato sempre, ho fatto tutto ciò che c'era bisogno di fare per rientrare nella maniera giusta. Se ho fatto questo tipo di sacrifici perché pensavo di poter rientrare, però il punto di domanda  che avevo, e che in parte ho ancora adesso, è quanto reggerà la mia condizione fisica, come reggerà il ginocchio perché un'operazione alla cartilagine non l'avrei sopportata a 35 anni. Se invece risponde bene come sta rispondendo, non vedo perché io debba smettere o debba farmi domande che il campo smentisce".

Per Di Francesco: Quanto è importante ritrovare quella solidità difensiva che finora è mancata in questa stagione?
"Specialmente in queste due partite da 180 minuti, è importante nella prima gara avere grande solidità, giocando in casa dovremo fare ancor di più una grande fase difensiva per poter fare una grande fase offensiva. Sarà determinante mantenere inviolata la nostra porta. Rimanere inviolati non significa perdere l'identità di squadra:  vuol dire avere qualche accorgimento in più specialmente contro giocatori capaci di ripartire con grande velocità e con esperienza in queste gare perché, se ricordo bene, la Roma non ha mai avuto un buon rapporto con il Porto".

Per De Rossi: Questa partita può essere il coronamento di un periodo difficile che è finito?
"Giorno dopo giorno, ogni risposta che mi dà il ginocchio sono piccoli coronamenti di un percorso che sto facendo. Io penso che bisogna pensare alla partita, il mio attaccamento alla maglia è pensare alla gara come qualsiasi altra gara, come ho sempre fatto quando ero fuori. L'importante non è se giocherò 6 mesi, un anno e mezzo o due anni e mezzo, ma è continuare a preparare bene questa partita e pensare da squadra. È logico che aggiornerò sempre il mister e il dottore sulle mie condizioni fisiche, ma non è il motivo principale per cui stiamo qui. Abbiamo una partita da vincere e non dobbiamo fare dei test sulla mia condizione fisica".

 

 

 

 

 

 


Allenamento Roma, Olsen con Savorani e Manolas torna in gruppo

La Roma si allena a Trigoria. In vista del match di domani contro il Porto che vale gli ottavi di Champions League, la squadra torna a lavoro al Bernardini. Finita la conferenza stampa con Di Francesco e De Rossi, comincia il lavoro in campo: Olsen svolge lavoro individuale con il preparatore dei portieri Savorani, Manolas torna ad allenarsi con il gruppo che prosegue con un torello di riscaldamento prima della parte tattica.


Marcano: "Dovremo fare attenzione al modo in cui il Porto gioca come squadra"

Marcano tiene alta l'attenzione contro il Porto. Conosce dall'interno la squadra portoghese avendo indossato la sua maglia e parla di Conceiçao, l'allenatore:

Conceiçao?
"È un allenatore super esigente, che chiede sempre il massmo ai propri giocatori. La scorsa stagione ha vinto il campionato con il Porto, impresa difficile, sta facendo un ottimo lavoro. Conosco il Porto, è la mia ex squadra. Sarà particolare, come sempre quando sei un ex. Si basano sul collettivo, non sono un insieme di individualità. Molti giocatori giocano insieme da anni ormai. Dovremo fare attenzione al modo in cui giocano come squadra".


4000 biglietti venduti dal Porto (Foto)

4000 biglietti venduti ai tifosi del Porto. Ad annunciarlo è il club portoghese tramite il profilo Twitter: per la partita di domani sera all'Olimpico sono attesi migliaia di sostenitori della squadra.


Zahovic: "La Roma è forte, ma non ho dubbi che passerà il Porto"

Zlatko Zahovic, attuale DS del Maribor ed ex attaccante del Porto dal 1996 al 1999, ha parlato ai microfoni di tuttomercatoweb.com del match di domani tra la Roma ed i portoghesi:

Zahovic, che partita si aspetta domani tra Roma e Porto?
"Sarà una gara davvero tirata, una partita complicata per entrambe le squadre. Credo che molto si deciderà già all'andata".

Qual è la favorita per passare il turno?
"Il Porto, su questo non ho mai avuto alcun dubbio. La Roma è forte, lo sappiamo tutti, ha grandi giocatori e una lunga storia. Ma i Dragoes hanno una mentalità vincente e quest'anno stanno facendo una stagione incredibile. Sono primi in campionato, guidati da un ottimo allenatore come Sérgio Conceição".

Una società in cui ogni anno emergono nuovi giovani talenti.
"La forza del Porto è proprio la programmazione. In ogni stagione la rosa è infatti il giusto mix tra esperienza, come Iker Casillas o Hector Herrera, e giovani promesse, come il tanto chiacchierato Eder Militao in difesa".

Lo dice chi col Porto ha vinto di tutto tra il '96 e il '99.
"Sì, ho sicuramente ottimi ricordi della mia esperienza al Porto. Mi sono trovato molto bene in Primeira Liga, anche al Benfica. Ho vinto tanti trofei e segnato un buon numero di gol, non posso che esserne soddisfatto".