Bavagnoli: "Abbiamo fatto una grande partita contro un avversario forte pur con tante assenze"

Betty Bavagnoli, coach della Roma Femminile, ha parlato al termine della vittoria sulla Florentia Roma TV. Queste le sue dichiarazioni:

"Dovevamo dimostrare che non c'era solo la partita di domenica scorsa contro la Juventus. Abbiamo fatto una grande partita contro un avversario forte pur con tante assenze. Abbiamo sopperito tutto con la determinazione. Siamo riuscite ad essere aggressive in fase di possesso palla, mentre contro la Juventus eravamo state più brave in fase di non possesso. Ho un gruppo unito che ci crede sempre. Non siamo forse brillanti dal punto di vista fisico ma vincere nelle difficoltà vuol dire che stiamo facendo bene. Ora prima della sosta dobbiamo vincere sia in campionato che in Coppa Italia."


Under: "Vogliamo arrivare ai quarti di finale di Champions. L'inizio in Serie A è stato difficile. Totti? L'idolo di ogni calciatore"

La Roma tornerà ad essere impegnata in Champions League questo martedì, nella sfida d’andata contro il Porto, valida per gli ottavi di finale della competizione. Cengiz Under, attaccante giallorosso ora fermo ai box per infortunio, ha rilasciato alcune dichiarazioni al sito uefa.com. Queste le sue parole:

“Siamo arrivati agli ottavi di Champions e giocheremo contro il Porto martedì. Sarà una partita difficile e faremo il nostro meglio per vincere. Spero che riusciremo a batterli e uguagliare, o anche superare, il traguardo che abbiamo raggiunto lo scorso anno. Vogliamo arrivare ai quarti di finale, abbiamo dimostrato che possiamo farlo raggiungendo la semifinale lo scorso anno ed eliminando il Barcellona. Possiamo fare lo stesso quest’anno”.

Under si esprime sulla competizione: 

“Giocarci è un sogno per ogni calciatore. Da bambino, potevo guardare solo i primi tempi delle partite che in Turchia facevano vedere alle 21.45. Dovevo andare a letto prima del secondo tempo. La partita più memorabile per me è stata la finale del 2005 tra Liverpool e Milan che è finita 3-3 andando poi ai rigori. E’ stata una grandissima partita che si è giocata a Istanbul”. Il turco ripercorre il suo arrivo alla Roma: “Prima di venire qui ero in ritiro con il Basaksehir in Slovenia e stavo aspettando notizie dal mio agente durante la notte, non sono riuscito a dormire senza averlo prima sentito. Dovevo tornare a Istanbul la mattina seguente per fare le valigie e volare a Roma. Ero molto nervoso, uno dei miei sogni più grandi era giocare in una delle squadre più forti d’Europa e potevo trasformare tutto questo in realtà firmando per la Roma”.

Poi sull’inizio dell’avventura giallorossa: 

“Quando sono arrivato all’inizio, la squadra era in tour negli Stati Uniti e io sono rimasto a Roma perché non avevo il visto. Stavo per fare il mio primo allenamento e Monchi mi ha chiesto di andare nello spogliatoio. Quando sono arrivato c’era Francesco Totti e io mi sentivo molto nervoso. Abbiamo fatto una foto e quando sono tornato a casa ho pubblicato la foto sui social. È l’idolo di ogni calciatore, e anche il mio. Mi sarebbe piaciuto giocarci insieme. È uno di quei giocatori che i tifosi vogliono vedere quando vanno allo stadio. Totti è sempre parte della squadra, è una grande cosa vederlo. Mi parla sempre e ha un ottimo rapporto con tutti. Sorride quando mi vede e mi chiama bomber. È molto bello. All’inizio in Serie A ho dovuto lottare. Dopo i primi 6 mesi, ho cominciato a capire la lingua un po’ di più ma ancora non è il massimo. Quando sono arrivato all’inizio non capivo quello che il mister diceva. Doveva venire da me e mostrarmi quello che voleva da me. Questo mi ha permesso di cominciare lentamente a capire il sistema della squadra. Dovevo fare sempre quello che lui mi mostrava. E continuo a giocare come lui vuole che io faccia. Mi sento molto orgoglioso di essere in uno dei club più grandi d’Europa. Ho la Turchia intera al mio fianco e continuerò a fare bene con il loro supporto costante. Ora ho 21 anni, sono felice di essere arrivato in semifinale al mio primo anno di Champions League. Sono ancora giovane e credo che conquisteremo grandi cose nel futuro, spero di essere un giorno in grado di sollevare la Champions League”.


Serie A, squadre con il lutto al braccio per la tragedia che ha colpito il Flamengo

Durante le partite di questa giornata di Serie A le squadre scenderanno in campo con il lutto al braccio, in segno di solidarietà alle vittime dell’incendio che ha colpito ieri il settore giovanile del Flamengo, a Rio de Janeiro.


Perotti punta il Bologna

INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - In una Roma perseguitata dagli acciacchi, il più sfortunato sembra essere Diego Perotti. L’argentino sarebbe dovuto partire titolare nella partita di Coppa Italia contro la Virtus Entella, ma un problema muscolare avvertito nel corso del riscaldamento lo ha costretto a fermarsi. I controlli hanno evidenziato postumi distrattivi al polpaccio sinistro. Lo stesso polpaccio della lesione subita ad ottobre, che ha relegato Perotti in infermeria per oltre un mese.

Stagione a dir poco altalenante per il Monito, iniziata con le prime tre gare out (Torino, Atalanta e Milan), panchina contro il Chievo, una breve e poco incisiva apparizione al Bernabeu in Champions League, per poi tornare titolare nella disastrosa gara di Bologna, persa 2-0 dai giallorossi e con Di Francesco vicino all’esonero. Poi il problema al polpaccio, che l’ha costretto a rimanere fuori dal campo per più di un mese, fino al 2 dicembre scorso, quando è subentrato a Niccolò Zaniolo nel match contro l’Inter.

Parte dall’inizio contro il Sassuolo, il 26 dicembre, dove è tornato a segnare nella sua specialità: il calcio di rigore. Maglia da titolare e gol, sembravano l’inizio perfetto per la rinascita dell’argentino che, invece, è stato costretto a fermarsi nuovamente alla prima apparizione del 2019. Sembra altamente improbabile che possa rivedersi in panchina contro il Porto martedì sera, Eusebio Di Francesco spera di riaverlo – insieme a Cengiz Under – per la prossima gara di campionato contro il Bologna, in programma lunedì 18 allo stadio Olimpico.


Chievo-Roma. Una chance per molti

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Questa sera, la Roma di mister Di Francesco, affronterà il Chievo di Di Carlo allo stadio Bentegodi di Verona. La partita offrirà chance a molti: a chi, vuoi per motivo, vuoi per un altro ha trovato poco spazio, a chi rientra nel gruppo e ha voglia di riscatto e alla squadra tutta che dopo il pareggio casalingo con il Milan cerca continuità per dimenticare la batosta di Firenze.

Chance per Mirante e Marcano – i due hanno faticato per guadagnarsi una maglia titolare, levatagli dagli insostituibili e Olsen e Manolas, a cui Di Francesco non rinuncia mai. L’infortunio dei due giallorossi porterà Di Fra a delle scelte forzate. Mirante troverà spazio dal primo minuto per la seconda volta in campionato, dopo la trasferta di Udine terminata con una sconfitta, Marcano potrebbe essere schierato in coppia con Fazio ma non è da escludere l’impiego Juan Jesus al rientro dall’infortunio.

Chance Schick – il ruolo inedito da esterno offensivo nella gara contro il Milan non ha deluso, anzi ha permesso all’attaccante ceco di non pestarsi i piedi con Dzeko, punta di riferimento. Le partite che seguono saranno il crocevia per Schick che se da un lato è chiamato a dare risposte, dall’altro ha bisogno di buone e continue prestazioni per entrare in possesso della fiducia di gioco necessaria per essere un grande attaccante.

I rientri – il primo, forse il più importante, lo si è già visto domenica scorsa all’Olimpico, ovvero quello di Daniele De Rossi. Con lui la Roma vanta competenza tattica e caratteriale che è mancata per molte partite; saranno di nuovo della gara Cristante e Nzonzi, rimasti fuori nell’ultima gara per espulsione dopo molte partite giocate in coppia fissa nella linea mediana del campo.

Assenze – sempre per espulsione rimarrà a Roma Pellegrini. Pesano le assenze per infortunio di Olsen, fermo per una noia muscolare, Manolas per problemi di pubalgia, Perotti alle prese con il solito problema al polpaccio e Under che rientrerà per metà febbraio.

Il Chievo ha bisogno di punti utili per la salvezza. La Roma troverà davanti a sé un avversario ostico ma abbordabile sulla carta.


Roma, incubo ricadute

IL MESSAGGERO - TRANI - L’ostacolo è il più basso che si possa incontrare attualmente in serie A, ma stasera a Verona (ore 20,30) la Roma deve essere soprattutto all’altezza della zona Champions. Non si può certo permettere di inciampare anche contro l’ultima in classifica, dopo aver buttato nel girone d’andata 13 punti preziosi contro le piccole del nostro torneo, perdendo in trasferta contro il Bologna e l’Udinese e in casa contro la Spal. E pareggiando all’Olimpico proprio contro il Chievo, rivale nella notte al Bentegodi, e fuori contro il Cagliari. Il ritardo dalle migliori è stato accumulato in 5 tappe che hanno evidenziato la mancanza di continuità del gruppo di DiFrancesco. Che, pur rimanendo imbattuto negli ultimi 5 turni di campionato, è a digiuno dal 19gennaio, gara interna vinta contro il Torino. E’ l’ultimo successo e anche l’unico nel nuovo anno in cui i giallorossi hanno nuovamente rallentato: dopo il 3-2 sofferto contro i granata, i 2 pari con l’Atalanta e il Milan e in mezzo il ko umiliante contro la Fiorentina in Coppa Italia.

SCATTO OBBLIGATORIO - Il mini ciclo, 3 partite contro le ultime 3 della Serie A, impone l’en-plein alla Roma che, cominciando stasera con il Chievo, affronterà poi lunedì 18 febbraio il Bologna all’Olimpico e il 23 febbraio il Frosinone allo Stirpe. Il calendario, a 16 turni dal traguardo, va sfruttato. I giallorossi entreranno in campo al Bentegodi partendo dal 7° posto e sapendo che comunque il 4°, in attesa di Milan-Cagliari (domani sera a San Siro), è lontano solo 1 punto. Il successo sul Chievo certificherebbe, quindi, il sorpasso in zona Champions e sarebbe pure utile per mettere pressione ai rossoneri di Gattuso e non dare alcun vantaggio alle altre principali rivali, l’Atalanta e la Lazio. E per archiviare il crollo di Firenze, agli atti come il cortocircuito vergognoso e ingiustificabile di una squadra che, mai completamente guarita secondo Di Francesco, sta vivendo questa stagione in altalena.

TURNOVER FORZATO - Di Francesco più che al Chievo guarda insomma alla Roma. Che si presenta a Verona nuovamente decimata: allo squalificato Pellegrini e agli infortunati Perotti e Under, si sono aggiunti anche Olsen e Manolas, il portiere fermato da un nuovo affaticamento al polpaccio (29° infortunio muscolare della stagione) e il difensore da un fastidiosa pubalgia. In più l’allenatore, dovendosi cautelare anche per la partita di martedì contro il Porto (andata degli ottavi di Champions), sembra orientato a risparmiare De Rossi, titolare domenica scorsa contro il Milan dopo essere stato fermo per più di 3 mesi. Ecco che, nella 31esima formazione diversa in 31 match, saranno 5 le novità dopo il pari contro i rossoneri: Mirante in porta, Marcano al cenro della difesa, Nzonzi e Cristante a centrocampo ed El Shaarawy in attacco. Recuperato Jesus: è tra i 20 convocati. La rotazione chiama in causa cinque-undicesimi, ma non dovrebbe portare al ripensamento sul sistema di gioco: avanti con il 4-3-3 che, come si è visto contro il Milan, garantisce equilibrio all’assetto e protezione alla difesa, spesso fragile e svagata. Confermata la catena di destra con Karsdorp e Schick, il playmaker annunciato è Nzonzi, anche se a Firenze, nella ripresa, in quel ruolo è finito Cristante. Se gli interpreti non si dovessero trovare a loro agio, scontato il ritorno al 4-2-3-1, con Zaniolo dietro a Dzeko, formula già provata in 7 match (l’ultimo, a fine 2018, nel successo al Tardini contro il Parma). Il Chievo, 9 gol incassati nelle ultime 3 partite, ha conquistato 8 dei suoi 12 punti con Di Carlo (in classifica ne ha 9, essendo stato penalizzato di 3): è il 3° allenatore stagionale del club (dopo D’Anna e Ventura). Va meglio di chi lo ha preceduto, ma per salvarsi sa che potrebbe non bastare.


Assalto a Zaniolo. La Juve prepara l’offertona

LEGGO - ORMEZZANO - Non c'è due senza tre. Dopo Pjanic e Szczesny, la Juve sogna di far traslocare da Roma a Torino anche Zaniolo. Il suo nome, con una valutazione da 40 milioni, figurava nell'elenco dimenticato una decina di giorni fa in un bar milanese da Paratici. Altro che fantacalcio, come disse il ds giallorosso Monchi. Alla Continassa monitorano con attenzione la situazione di Zaniolo. La Roma ha congelato l'adeguamento del suo contratto fino a giugno. Quando non si parlerà tanto della scadenza, fissata nel 2023, quanto della portata dell'ingaggio al momento di 270 mila euro. Troppo basso, secondo l'agente Vigorelli, lo stipendio da 1,5 milioni annui proposto dai giallorossi al talentuoso centrocampista, che in passato rivelò di tifare proprio per i bianconeri. «Nicolò è stato a un passo dalla Juve, l'affare con l'Entella era quasi definito ma all'improvviso arrivò l'Inter», ha recentemente rivelato Igor Zaniolo, il padre della rivelazione del campionato. La Signora tenterà un nuovo affondo, offrendo un quinquennale da circa 2,5 milioni a stagione. 


Quel dovere di non soffrire

IL MESSAGGERO - LIGUORI - La partita con il Milan ha fatto tornare un po’ di fiato nei polmoni ai tifosi giallorossi, ma è poca cosa perché non è stato possibile vincere e adesso siamo sempre al quinto posto in classifica, ma imbottigliati insieme ad altre squadre che, a volte, mostrano una condizione migliore. In queste ore il tentativo della società è sfruttare al massimo la “ripresina”, contando sull’annuncio dell’inizio dei lavori per il nuovo stadio e il perfetto accordo tra Monchi e l’allenatore che sta sfruttando finalmente i nuovi acquisti. ma la strategia non funziona: il primo tema, una volta importantissimo, oggi sembra logoro.

Lo Stadio sembra ormai alla maggioranza dei tifosi un business di Pallotta, vissuto come un americano antipatico, estraneo al cuore della Roma. Il secondo argomento è anche più volubile, perché dipende troppo dalle condizioni dei singoli giocatori. Abbiamo visto domenica sera un eroico capitano, rientrato per trascinare la squadra, ma non potrà avere questo ruolo in tutte le partite, specialmente ora che si ricomincia con due turni alla settimana, in un momento decisivo per la stagione. Se Daniele pensa al Porto, dovrà riposare a Verona. E col Chievo di queste ultime partite si rischia, tanto più per chi ha fatto cattiva figura all’andata. Infine, il mercato non può essere rivalutato solo perché Schick gioca 90 minuti. La massima urgenza riguardava un difensore centrale e Monchi non l’ha cercato: se Manolas avesse problemi, il Direttore spagnolo può nascondersi. Insomma, perfino contro il Chievo dobbiamo rischiare e soffrire. E spero di essere smentito.


Olsen e Manolas alzano bandiera bianca

IL TEMPO - MENGHI - La difesa aveva appena trovato le coordinate corrette e già deve ricercarle da capo. De Rossi non può sostenere due partite di fila, tenendo conto che martedì c’è la Champions e vuole esserci, perció verrà a mancare la diga centrocampo, ma non solo: Di Francesco deve fare a meno anche di Olsen e Manolas, rimasti a casa per risolvere i piccoli infortuni (52 totali in stagione, 29 di natura muscolare). Il portiere è alle prese con un problema al polpaccio, la speranza che possa recuperare in tempo per difendere i pali giallorossi contro il Porto, al suo posto a Verona ci sarà Mirante. Il centrale greco ha una lieve pubalgia che a Trigoriastanno gestendo con allenamenti personalizzati. Niente di grave, comunque, un po’ di riposo dovrebbe bastare e in Europa, salvo complicazioni, ci sarà.

La bella notizia è che Jesus è guarito in meno tempo del previsto e ha strappato la convocazione per il Chievo, ma si accomoderà in panchina (“non è proprio il caso di farlo giocare, ha rischiato l’operazione e non ha camminato per 3 giorni”, ha sottolineato l’allenatore) e allora ci sarà spazio per Marcano al posto di Fazio. Nelle 6 partite che lo spagnolo ha giocato da titolare è arrivato un solo successo, in Coppa Italia con l’innocua Entella, stavolta spera che la fortuna sia dalla sua parte. A destra visto il momento opaco di Florenzi il tecnico spremerà Karsdorp, a sinistra il discusso Kolarov. La mediana tornerà a tre con Cristante e Zaniolo ai lati di Nzonzi, che dopo il riposo obbligato causa squalifica si riprenderà la regia. Restano insieme davanti Dzeko e Schick, la combinazione che ha funzionato contro il Milan sarà riproposta a Verona con l’inserimento di ElShaarawy a sinistra.


Roma a Verona col Chievo per conquistare il 4o posto ma non avrà Olsen e Manolas

LEGGO - BALZANI - L’occasione è di quelle ghiotte, per provare a riprendere il 4° posto e per tornare alla vittoria dopo la disfatta con la Fiorentina e i pareggi con Atalanta e Milan. La Romastasera a Verona affronta il Chievo fanalino di coda. «Di punti con le piccole ne abbiamo persi anche troppi - avvisa Di Francesco - Queste squadre vanno affrontate in un certo modo. Sono agguerrite, fanno molto bene la fase difensiva». Eusebio dovrà fare a meno di Olsen e Manolas, colpiti da problemi muscolari. Il portiere ha un fastidio al polpaccio ed è a rischio pure per la sfida di martedì col Porto mentre il greco ha un dolore al pube e sarà tenuto a riposo precauzionale. Al loro posto Mirante e Marcano, poi poco turnover: fuori De Rossi e Pellegrini (squalificato), dentro Cristante e Nzonzi.

«Di sicuro giocherà Zaniolo - ha confessato Di Francesco - Il 4-3-3 lo possiamo fare anche con Nzonzi, seppur siano due giocatori diversi». Carezze anche per Karsdorp e Schick: «La crescita di Rick è uno stimolo anche per Florenzi. Schick invece ha messo la verve che deve avere ogni calciatore. Nel calcio non esiste solo eleganza e classe, a volte bisogna anche sapersi sporcare». Lo sa bene Kolarov che sta vivendo un momento molto complicato dopo le contestazioni dei tifosi: «È molto dispiaciuto per quel che è successo. Ma siamo tutti uomini e a volte sbagliamo. Il fatto che sia così difeso dalla squadra dimostra però che tipo di attaccamento ha sempre messo alla nostra causa. Ha giocato un mese e mezzo con un piede fratturato, dopo le partite non camminava».


“Prima le opere, poi lo stadio”. I paletti dei consiglieri M5S

IL MESSAGGERO - PIRAS - Evitano accuratamente l’argomento Tor di Valle i consiglieri di maggioranza. Tocca al capogruppo Giuliano Pacetti in queste ore il delicato compito di mediazione. «Nella costruzione verrà data priorità alle opere pubbliche nell’interesse di tutti i cittadini e non solo dei tifosi», assicura Pacetti ad almeno sette consiglieri per niente convinti che «lo stadio si fa», come ha detto sicura la sindaca Virginia Raggi. E allora per tenerli buoni il capogruppo ha dato la linea pronunciando le paroline magiche: «Prima le opere pubbliche». Cioè, secondo lui, il Comune le dovrebbe assicurare prima che venga posta la prima pietra dello stadio. Pacetti corregge anche l’altro grillino Enrico Stefano, presidente della Commissione Mobilità, che cerca di tenere il piede in due staffe dicendo che «stadio e opere pubbliche andranno di pari passo». Peccato che le intercettazioni abbiano già rivelato che sulle opere pubbliche (una su tutte il ponte Traiano, ora sparito dai radar) non erano comunque in cima ai pensieri dei protagonisti. Il silenzio dei consiglieri è inversamente proporzionale alle voci, terrorizzate, che arrivano dai municipi. «Venite con noi per un mesetto e negli orari di punta, prendete anche voi la Roma-Lido e ne riparliamo», dicono i pendolari del quadrante dove dovrebbe sorgerà l’Ecomostro, lo stadio della Roma. Proprio ieri l’assesore alla Mobilità Linda Meleo ha ammesso che «la Roma-Lido ha dei problemi cronici che si porta avanti da molti anni», «La Regione ha ricevuto dal Ministero 180 milioni già in tempi non recentissimi, so che la Regione sta lavorando per impiegare queste risorse”

LA REGIONE - Colpa della Regione anche secondo Pacetti: «I 180 milioni che da qualche anno la Regione ha ricevuto non li investe sulla Roma-Lido», risponde a un attivista su Facebook. Nessuno dice che quei soldi erano bloccati perché l’Atac (a cui sono state “concesse” quelle ferrovie) era sotto concordato. Per questo i primi a essere a disagio sono i consiglieri che arrivano, e lì hanno preso i voti, dalle zone dove si abbatterà l’impatto catastrofico dei cantieri. Tra questi ci sono Simona Ficcardi e Alessandra Agnello. Poi ci sono i malpancisti contro l’intera opera come Monica Montella, Agnese Catini, Marco Terranova. Sul fronte della trattativa per l’acquisto dei terreni, qualcosa si muove. James Pallotta avrebbe chiuso gli accordi per acquisire l’intero capitale di Eurnova, società di Luca Parnasi proprietaria dell’area dove sorgerà la nuova città-stadio di Roma. Prezzo: circa 100 milioni. Il contratto aveva tra le condizioni sospensive il via libera del Campidoglio che è arrivato due giorni fa. Ora si potrà aprire il cantiere per la costruzione dello stadio e delle attività satelliti. Il dg della Roma Mauro Baldissoni che segue direttamente l’operazione, starebbe costruendo lo schema del progetto, individuando le imprese di costruzioni. Il piano di investimenti si aggira attorno al miliardo, proprio la cifra comunicata da Raggi in conferenza stampa. Un ruolo di primo piano, secondo fonti bancarie, dovrebbe averlo SaliniImpregilo, il colosso delle costruzioni in queste settimane impegnato a portare a termine il salvataggio di Astaldi. Ma Salini non potrà farvi fronte da solo, servirà la creazione di una cordata organizzata in Associazione temporanea di imprese (Ati): al suo fianco potrebbe scendere in campo l’Impresa Pizzarotti di Parma che in passato ha avuto a che fare con il gruppo Parnasi. Nell’Ati si vorrebbe coinvolgere qualche altro imprenditore di standing.
Tutto questo succede nel silenzio dei consiglieri. C’è persino chi non ha ancora letto il famigerato parere del Politecnico di Torino. «E che lo leggo a fare, tanto la stadio si fa, no?», risponde polemica un’eletta.


Di Francesco: “Troppi punti persi con le piccole, invertiamo il trend”

IL MESSAGGERO - CARINA - Sarà che questa squadra la conosce come le sue tasche. Fatto sta che alla vigilia del match con il Chievo, Di Francesco lancia un monito: «Di punti con le piccole ne abbiamo persi anche troppi: sono agguerrite, fanno molto bene la fase difensiva. Noi spesso le abbiamo dominate, ma senza chiuderle. Ora dovremo essere più cinici, difendendo bene come abbiamo fatto contro il Milan». Senza Manolas (infiammazione al pube) e Olsen (problema al polpaccio) sarà più difficile: «Giocherà Mirante che è rientrato da poco. Kostas sente ancora fastidio. Per fortuna che abbiamo recuperato Juan Jesus, anche se giocherà
Marcano». Resterà invece fuori De Rossi, al suo posto Nzonzi: «Daniele non è nelle condizioni ideali per sostenere più impegni ravvicinati. Il 4-3-3 comunque lo possiamo fare anche con Nzonzi, anche se è un giocatore diverso. Più dei moduli comunque contano gli
atteggiamenti». E a tal proposito, sono salite le quotazioni di Schick e Karsdorp: «Mi stanno piacendo, a destra possono essere riproposti entrambi». Chiusura sul momento difficile di Kolarov: «Siamo tutti uomini, si possono dire cose sbagliate e lui è molto dispiaciuto. Ha dimostrato attaccamento alla maglia, ha giocato un mese e mezzo con il piede fratturato, fatto le infiltrazioni, pur di mettersi a disposizione. Ci sono delle cose in cui si può chiedere anche scusa. Credo che Kolarov sia importante per noi e spero che tutti tornino a sostenerlo».