Il soprintendente di Roma: "Estraneo, ne uscirò pulito"

LA REPUBBLICA - SCARPA - Il soprintendente Prosperetti avrebbe “abusato dei suoi poteri di pubblico ufficiale “ in cambio della “archiviazione della proposta di apposizione del vincolo “ ha indotto Parnasi ad affidare al suo amico architetto Paolo Desideri “l’incarico professionale diprogettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campata strutturale dell’ex Ippodromo Tor Di Valle (per un corrispettivo di oltre 200.000 euro, parzialmente corrisposto al Desideri) quale adempimento necessario”. «Sono fiducioso che verrà dimostrata la mia totale estraneità», ha spiegato ieri Prosperetti.


Il costruttore rampante con una rete di contatti

LA REPUBBLICA - SCARPA - Il costruttore Luca Parnasi, classe 1977, figura apicale dell’associazione a delinquere, che — secondo il pubblico ministero Barbara Zuin — ha cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell’ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio dello scorso anno relativo alla costruzione dello stadio. Un provvedimento che portò, tra l’altro, all'abbattimento del cinquanta per cento delle cubature rispetto all'ipotesi iniziale.


Il capogruppo forzista: "Archivieranno presto"

LA REPUBBLICA - SCARPA - È accusato di finanziamento illecito. Avrebbe ricevuto da Luca Parnasi il 10 novembre 2017 “una imprecisata somma di denaro in contanti senza annotare l’elargizione nel bilancio” del partito. «Ribadisco la mia estraneità ai fatti evidenziando, non ho avuto alcun ruolo su tutta la vicenda dello stadio. Sono convinto – ha sottolineato il capogruppo di Fi in Campidoglio Bordoni, già assessore al Commercio nella giunta Alemanno - che tale aspetto verrà chiarito nell’udienza preliminare».


Il Mr Wolf del Campidoglio imposto dalla Casaleggio

LA REPUBBLICA - SCARPA - L’avvocato genovese, agli arresti domiciliari dallo scorso giugno, si dovrà difendere dalle accuse relative alle consulenze ricevute dal costruttore Luca Parnasi per snellire l’iter burocratico per la costruzione dello stadio della Roma. Lanzalone - nominato presidente di Acea proprio per l’aiuto dato a Raggi sul dossier Tor di Valle - avrebbe convinto la sindaca a nominare il professore Fabio Serini al vertice dell’Ipa. In cambio lo studio Lanzalone avrebbe poi ottenuto due incarichi professionali da parte dello stesso istituto.


Le intercettazioni choc sul ponte di Traiano: «Se non si fa sarà il caos, ma non devi dirlo»

IL MESSAGGERO - ALLEGRI - Luca Parnasi che esulta cantando per l'approvazione della delibera che dà il via al progetto dello Stadio. Gli ammonimenti al collaboratore che fa notare che, con l'eliminazione del Ponte di Traiano, la città sarebbe sprofondata nel caos e i romani diretti a Tor di Valle sarebbero rimasti imbottigliati nel traffico: «Vabbè, ma questo tienitelo per te». Mai come nel caso dell'affaire Tor di Valle, le intercettazioni sono state profetiche. Perché oggi, due giorni dopo l'annuncio della sindaca Virginia Raggi - «lo stadio di farà» - e dopo l'allarme lanciato Politecnico di Torino per il rischio «caos» ed esito «catastrofico» per la mobilità, permettono di ricostruire passo per passo gli inganni e i sotterfugi che il gruppo Parnasi, per l'accusa, ha messo in atto pur di raggiungere l'obiettivo, stroncato dall'esplosione dell'inchiesta lo scorso giugno. Uno su tutti: la sparizione dal progetto del Ponte di Traiano, arrivata quando i nuovi inquilini del Campidoglio ridussero le cubature del masterplan e Parnasi ottenne, in cambio, di non dovere più realizzare a sue spese il passaggio sul Tevere, strategico per lo smaltimento del traffico.

LE INTERCETTAZIONI È tutto scritto nell'informativa finale dell'inchiesta sul giro di corruzione dietro alla realizzazione del Nuovo stadio della Roma. Giugno 2017, viene approvata la delibera di pubblico interesse, che comporta una «significativa riduzione delle cubature con un conseguente taglio delle opere pubbliche - annotano i carabinieri del Nucleo investigativo - sono stati ridotti i fondi per il prolungamento della metro e per gli interventi della Roma-Lido». E, soprattutto, «è stato eliminato il Ponte di Traiano, che consentiva un collegamento veloce con l'autostrada Roma-Fiumicino». Nelle carte si legge che «Parnasi e i suoi accoliti recepiscono con soddisfazione l'approvazione». Non sono delusi dal taglio delle cubature, «ampiamente compensato dall'eliminazione dei costi per la realizzazione delle opere». Parnasi telefona a Mauro Baldissoni, vicepresidente esecutivo della Roma, «è talmente entusiasta dell'esito della seduta che lo riferisce a Baldissoni cantando», si legge negli atti.

LA RIUNIONE Ma l'intercettazione clou è precedente e risale al febbraio 2017. Il manager di Eurnova, Luca Caporilli, è al telefono con un collega. Parlano di una riunione prevista il 24 del mese tra esponenti del gruppo Parnasi, vertici del Campidoglio e manager dell'As Roma. Caporilli gli dice di portare tutte le simulazioni fatte, «è veramente importante, dovete venire con tutte le simulazioni senza ponte, con il ponte, che succede se fanno il ponte, tutto quello che c'hai». Il 24, mentre la riunione è in corso, Caporilli contatta il collaboratore e si allontana dalla stanza. «Disquisiscono delle parafrasi da utilizzare con il Comune per comunicare loro l'esito negativo delle simulazioni», annotano gli investigatori: lo scopo è dimostrare che il Ponte non è necessario. L'interlocutore accenna però ai problemi di viabilità che si creerebbero con la cancellazione dal progetto. Ma Caporilli è categorico: «Questo tienilo per te». Una frase che ripete addirittura quattro volte. «Levando il ponte sul Tevere quello che si viene a creare è che sulla via Del Mare...», prova a dire il collaboratore. «Tienilo per te, tienilo per te, porta questo e tieni per te quello», replica il manager. «Si crea caos di nuovo sulla Roma Fiumicino», aggiunge l'altro. «Però possiamo dire che con la riduzione si dovrebbe risolvere...», incalza Caporilli. «Eh no, perché se io riduco...», la risposta. E arriva il secondo ammonimento: «Va beh però questo tienitelo per te no? Dico io... è critica la cosa o è...». E lui risponde: «L'autostrada Roma Fiumicino torna com'è allo stato attuale... vanno a riprendere poi la via Ostiense e via Del Mare sul ponte dei Congressi». Il 28 febbraio, la Raggi brinda al patto con Parnasi e Pallotta. In giugno, l'approvazione della delibera.
Poco più di un mese dopo, si aprono altre questioni, come l'introduzione di una variante urbanistica. Si torna a parlare del Ponte di Traiano. Come sempre, il gruppo si rivolge all'avvocato Luca Lanzalone, consulente di punta della sindaca. L'8 agosto 2017, nel corso di una conversazione dedicata a un parere del Ministero dei Trasporti, in cui si afferma che «la mancata realizzazione del ponte di Traiano costituirebbe un ostacolo per l'autorizzazione dell'intera opera», Baldissonidice a Caporilli di stare tranquillo: Lanzalone gli ha assicurato che il parere non bloccherà il progetto. «Non è il sindaco e non è un politico, ma, ripeto, lì mi sembra che alla fine sia quello che indirizza le soluzioni pratiche», aggiunge. «È lui che ha risolto lo Stadio!», dirà soddisfatto Parnasi poco tempo dopo. E, ancora oggi, del Ponte non c'è traccia nel progetto.


Mazzette e favori per il nuovo stadio: "In 15 a processo"

LA REPUBBLICA - SCARPA - In quindici a processo, accusati di aver messo in piedi un sistema corruttivo per la costruzione dello stadio della Roma, progetto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. È questa la richiesta inoltrata ieri dalla procura al gip. I pm hanno messo nel mirino nomi di spicco dell’imprenditoria e politica romana come il costruttore Luca Parnasi e gli esponenti di Pd e Fi, Pier Michele Civita, Adriano Palozzi e Davide Bordoni. Il 10 dicembre, in un altro filone della stessa inchiesta, erano finiti alla sbarra altri personaggi di rilievo - sempre coinvolti nell’affaire del tempio giallorosso - tra cui l’avvocato genovese Luca Lanzalone, voluto al vertice di Acea dalla nomenclatura pentastellata. Tutto questo mentre, martedì scorso, la sindaca Virginia Raggi aveva annunciato il via libera ai cantieri. Associazione a delinquere, finanziamento illecito e corruzione i reati contestati a seconda delle posizioni. Gli avvisi sono stati notificati all’imprenditore Parnasiritenuto dagli inquirenti “il capo e organizzatore” dell’associazione a delinquere che ha cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell’ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio dello scorso anno. Un provvedimento che portò, tra l’altro, all’abbattimento del 50% delle cubature rispetto all’ipotesi iniziale.

Con il costruttore rischiano di andare a processo, per i vari profili penali, i suoi stretti collaboratori della società Eurnova ma anche l’ex vicepresidente del Consiglio della regione Lazio, Adriano Palozzi (Forza Italia), l’ex assessore regionale, Michele Civita (Pd), il capogruppo Fi in Campidoglio Davide Bordoni e il soprintendente ai beni culturali, Francesco Prosperetti. Nella richiesta di rinvio a giudizio non compare il nome di Luca Alfredo Lanzalone, ex presidente di Acea, e altra figura-chiave nella maxinchiesta. Per l’avvocato genovese vicino al M5S l’aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Barbara Zuin, il 10 dicembre scorso, hanno chiesto ed ottenuto il giudizio immediato: si tratta del rito con cui si bypassa l’udienza preliminare. Con lui a processo anche il collega di studio, l’avvocato Luciano Costantini e Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, Istituto di previdenza dei dipendenti del Campidoglio. Va verso l’archiviazione invece la posizione dell’ex capogruppo grillino in Campidoglio Paolo Ferrara, accusato all’origine di corruzione.

Nel procedimento resta aperto il filone che riguarda il finanziamento alla politica: i circa 400 mila euro, che Parnasi, per sua stessa ammissione, ha garantito alle fondazioni vicine al Pd e Lega. Su questo fronte le indagini, condotte sul campo dai carabinieri di via In Selci, andranno avanti nelle prossime settimane nel tentativo di trovare conferme a quanto fatto mettere a verbale da Parnasi in vari interrogatori. Nel filone principale al costruttore si contesta di essere stato a capo di un sodalizio che ha commesso «una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali». In questo ambito il costruttore aveva proprio in Lanzaloneun referente di primo piano. Gli inquirenti sostengono che l’avvocato genovese abbia svolto un’attività illecita non solo nel suo ruolo di consulente per il Campidoglio, targato Cinquestelle, nella trattativa per il nuovo impianto sportivo, ma anche da presidente di Acea. Per quanto riguarda la posizione di Prosperetti i pm scrivono nel capo di imputazione che ha «abusato della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale». Alla luce della richiesta di processo, il Mibac ha chiesto le carte alla procura per verificare se ci sono gli estremi sia per la costituzione in giudizio sia per eventuali misure cautelative. Dal canto suo il soprintendente si dice «estraneo».


Dalla Chiara: «Offerta da potenziare, o benefici solo ai privati»

IL MESSAGGERO - DE CICCO - «È fondamentale un'offerta pluri-modale, un'offerta potenziata, se non si arriva a quello il vantaggio, più che per la collettività, è solo per i privati», dice Bruno Dalla Chiara, il professore del Politecnico di Torino che ha sfornato il parere - molto duro - sul progetto Tor di Valle. Nel day after, Dalla Chiara ammette che «abbiamo usato aggettivi forti, nel rapporto, ma per spronare il Comune a non accontentarsi, altrimenti pagano i cittadini». Il «sì condizionato» dei tecnici è arrivato solo quando il Campidoglio ha spedito il Pums, il piano che ridisegna la mobilità romana «tra 5/10 anni». Piano in gran parte senza fondi, a oggi. «Noi ci siamo fidati - ammette Dalla Chiara - Nella relazione abbiamo indicato quali sono le soluzioni per evitare il blocco totale della rete, ma se queste soluzioni saranno messe in pratica, dipende dal Comune».


«Stadio, Parnasi a processo c'era un sistema corruttivo»

IL MESSAGGERO - ALLEGRI - Non sono trascorse nemmeno ventiquattr'ore dall'annuncio della sindaca Virginia Raggi sullo sblocco dei cantieri per il Nuovo stadio della Roma che arriva la richiesta di rinvio a giudizio per chi quell'impianto doveva costruirlo: l'imprenditore Luca Parnasi, i suoi collaboratori: ma anche funzionari e politici del Comune di Roma. Quindici persone in tutto, accusate, a seconda delle posizioni, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al finanziamento illecito ai partiti, al traffico di influenze. Tra gli imputati, anche l'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di FI, Adriano Palozzi, l'ex assessore regionale del Pd, Michele Civita e il Soprintendente ai Beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti. Per gli inquirenti, Parnasi era il «capo e organizzatore» dell'associazione - si legge nel capo d'imputazione - che ha cercato di pilotare in favore della sua società Eurnova le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell'ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio dello scorso anno. Ad agevolare l'imprenditore, il consulente plenipotenziario del Campidoglio, consigliere di punta della sindaca Virginia Raggi, ingaggiato senza contratto ma interpellato per ogni decisione importante: l'avvocato Luca Lanzalone, finito ai domiciliari in giugno - mentre Parnasi era in carcere - e già sotto processo. Per lui, ribattezzato il sindaco ombra, la Procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Stessa sorte per il suo socio Luciano Costantini e per Fabio Serini, commissario straordinario dell'Ipa, l'ente di previdenza dei dipendenti capitolini. Lanzalone è accusato di corruzione, perché Parnasi gli avrebbe fatto ottenere incarichi lucrosi in cambio di favori.

LE FONDAZIONI Ma è solo l'inizio. Perché l'inchiesta ha scoperchiato un giro di relazioni illecite molto più ampio: il procuratore aggiunto Paolo Ielo e la pm Barbara Zuin stanno per chiudere il filone che riguarda il finanziamento alla politica. Più di 400mila euro, che Parnasi - per sua stessa ammissione - ha garantito alle fondazioni Eyu e Più Voci, vicine rispettivamente a Pd e Lega - sono indagati i tesorieri dei due partiti - e le utilità in favore di un esponente capitolino di M5S.
Nella richiesta di rinvio a giudizio si legge che Parnasi «impartiva direttive» e, soprattutto, si occupava di «mantenere i rapporti con gli esponenti del mondo politico e istituzionale». Il manager di Eurnova, Luca Caporilli, aveva invece il compito di «mantenere rapporti con le figure professionali e con la pubblica amministrazione». La contestazione di associazione a delinquere riguarda anche Simone Contasta e Giulio Mangosi che, per i pm, curava «le relazioni corruttive». Stessa accusa anche Zaffiri Nabor, avvocato aziendale, e Gianluca Talone, commercialista.

LA POLITICA Nel mirino della Procura, i legami con la politica. Parnasi e soci avrebbero dato a Palozzi, «25.010 euro», cifra accreditata sui conti della sua società Pixie social media. Circostanza che costa agli imputati le accuse di finanziamento illecito e corruzione. Lui, in cambio, avrebbe garantito «l'asservimento della sua funzione agli interessi del gruppo». Imputato per illecito finanziamento anche Davide Bordoni, consigliere comunale di FI. Mentre Civita - accusato di corruzione - avrebbe ottenuto la promessa di assunzione del figlio in una delle società dell'imprenditore. Giampaolo Gola, assessore allo Sport del X Municipio, «sfruttando le relazioni con Paolo Ferrara, presidente del gruppo consiliare M5S» - la sua posizione è stata stralciata - avrebbe ottenuto da Parnasi la promessa di un incarico presso l'As Roma. A rischio processo anche Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento programmazione e attuazione urbanistica: a metterlo nei guai, un bonifico da 1.500 euro in favore della Fondazione Fiorentino Sullo, a lui riconducibile.

IL SOPRINTENDENTE C'è un altro nome eccellente tra gli imputati, che mette in imbarazzo il Campidoglio: quello del soprintendente Prosperetti. È accusato di induzione indebita a dare e promettere utilità. Per i pm, in cambio dell'«archiviazione della proposta di apposizione del vincolo» sull'Ippodromo di Tor di Valle, che avrebbe rallentato il progetto, avrebbe indotto Parnasi ad affidare al suo amico architetto Paolo Desideri, datore di lavoro di sua figlia, un incarico da 200mila euro: la «progettazione della ricollocazione di una campata dell'ex Ippodromo». A mettere in contatto l'imprenditore e Prosperetti sarebbe stato Claudio Santini, imputato per traffico di influenze illecite. In cambio della «mediazione» avrebbe ottenuto 53.440 euro.


Ma in Campidoglio ora si sentono usati: «Il sì a Tor di Valle serve più al governo»

IL MESSAGGERO - CANETTIERI - «Dire che ci abbiano usati forse è eccessivo, di sicuro il nostro sì allo stadio della Roma per Di Maio e Toninelli in questo momento, con la guerra in corso per la Tav, è stato perfetto. E, per paradosso, serve più a loro che a noi». In Campidoglio c'è chi mette su due binari paralleli il via libera all'operazione «calcistico-immobiliare» di Tor di Valle e il «no» all'Alta velocità. Per Di Maio è la dimostrazione che «il Movimento vuole investire nelle grandi opere, vuole fare grandi opere in tutta Italia e rimettere a posto le infrastrutture esistenti». Il ragionamento è ardito perché lega un'impresa privata a una pubblica, con la prima che risulta monca proprio di infrastrutture pubbliche (ponti e ferrovie). Un legame che il leader 5 Stelle prima promuove e poi boccia: «Spero che un giorno il Lione e il Torino possano giocare nello stadio della Roma, ma è l'unica cosa che vedo in comune tra la Tav Torino-Lione e lo stadio della Roma». E dunque si naviga così, un po' in ordine sparso. Di sicuro, in Comune non è passata inosservata la velocità con la quale i big del M5S sono saliti sul «carro di Tor di Valle». Proprio Toninelli infatti ha twittato: «Brava Virginia Raggi. E poi dicono che il M5S è contro le grandi opere. Avanti così».

GLI IMBARAZZI E dunque la pratica, viziata da un'inchiesta per corruzione che scosse i vertici grillini per via del coinvolgimento di Lanzalone, è diventata all'improvviso, di nuovo, un argomento di conversazione. Dopo mesi di imbarazzi è servita a dimostrare che i grillini non sono sempre «quelli del no». E così, ragionavano ieri in Campidoglio, «sono montati sullo stadio: ci sta». E si ripete così un gioco politico molto chiaro e cinico tra il governo grillino e il Campidoglio. L'effetto Raggi va usato quand'è speculare a una battaglia più grande. Come accaduto, per esempio, per l'assoluzione della sindaca. Con tanto di insulti alla stampa di Di Maio e Di Battista che invece «Virginia non ha condiviso».


Via al mese da guinness per il prato dell'Olimpico

IL MESSAGGERO - BERNARDINI - Il campionato, il rugby, la Champions, la coppa Italia e poi ancora l'Europa League. E così avanti fino a marzo. Il prato dell'Olimpico si prepara ad un mese da bollino rosso. A gennaio, proprio a scopo preventivo, erano stati rizollati 1.500 metri quadri, praticamente tutta la striscia centrale del terreno di gioco. Sette lampade illuminano l'erba, rigorosamente naturale, per 24 ore al giorno in modo da favorirne la fotosintesi e la nuova semina. In questi giorni il clima sta giocando a favore ma è stata allestita anche una task force per prevenire eventuali gelate o diluvi. L'inizio di febbraio è da incubo con addirittura 5 gare in una settimana e il doppio passaggio calcio-rugby, rugby-calcio. Si comincia questa sera con Lazio-Empoli, sabato sul prato dell'Olimpico scenderà l'Italia per il debutto casalingo del Sei nazionicontro il Galles. Il 12 andrà in scena l'andata degli ottavi di Champions League con la Roma che ospita il Porto, due giorni dopo sarà il turno della Lazio che disputerà in casa l'andata dei sedicesimi di Europa League contro il Siviglia. Nemmeno il tempo di distrarsi che ecco di nuovo il campionato con la quinta giornata di ritorno della serie A: Roma-Bologna posticipato a lunedì 18. Il 24 spazio di nuovo al rugby con Italia-Irlanda, il giorno dopo la Lazio avrebbe dovuto giocare in campionato con l'Udinese, gara rinviata perché verrà data precedenza alla semifinale d'andata di Coppa Italia, sempre all'Olimpico, contro il Milan.

INTERVENTI STRAORDINARI Oltre agli interventi di prevenzione è già stato stilato un calendario per la manutenzione giornaliera che prevede la cura con le lampade e la sistemazione quotidiana delle zolle. Gli interventi più drastici saranno effettuati dopo le due gare di rugby. Uno dei problemi più grandi e che richiede più tempo è cancellare gli sponsor impressi con la vernice direttamente sull'erba. In particolare ce n'è uno di una nota birra di color nero che crea qualche piccola apprensione. Tutto deve essere perfetto sempre per un Olimpico da guinness.


Quel libro dei sogni che ha convinto il Politecnico a dire sì

LA REPUBBLICA - D’ALBERGO - Il parere del Politecnico di Torino avrà pure ribadito che lo stadio della Roma minaccia di avere effetti «catastrofici» sul traffico del quadrante Sud e sul Gra in assenza di investimenti su treni, car sharing e ciclabili e se non ci sarà un cambio di mentalità dei romani affezionati ad auto e scooter. Ma la sindaca Virginia Raggi tira dritto. Martedì, subito dopo la conferenza stampa in cui ha annunciato che l’impianto di Tor di Valle «si farà», ha riunito la giunta e varato una memoria per affidare il dossier a un superpool di dirigenti. Il vicedirettore generale, il capo dell’avvocatura e i manager dei dipartimenti Trasporti e Urbanistica da qui in poi si riuniranno «a cadenza settimanale». Con pochi margini di manovra, visto che dovranno operare «in coerenza con gli indirizzi politici espressi dal capo dell’amministrazione». Indirizzi che sono piuttosto chiari. Anche ai proponenti. Ieri è stato il vicepresidente della Roma, Mauro Baldissoni, a tornare sull'annuncio della prima cittadina: «Si è esposta politicamente — ha spiegato, registrato forse a sua insaputa, a margine di un evento all’Istituto di credito sportivo — e a noi va bene. Ora mancano pochi passaggi per la convenzione urbanistica e la variante. Poche settimane». Meglio arrivare a dama — ma c’è anche da considerare il passaggio in Regione, che chiederà al Comune di rispettare le prescrizioni sulla mobilità — prima delle europee.

La scadenza elettorale che rassicura James Pallotta, patron giallorosso, pronto a chiudere entro fine febbraio l’acquisto dei terreni di Tor di Valle dalla Eurnova di Luca Parnasi in cambio di circa 100 milioni di euro: difficile immaginarsi smottamenti nella maggioranza 5S prima di una consultazione così importante per il Movimento. Tutti compatti, dunque, in aula Giulio Cesare. Salvo le possibili assenze tattiche di chi è rimasto scottato dal parere del Politecnico. Un documento che suggerisce di non aprire lo stadio prima di tre anni e che si basa sui documenti di Roma Servizi per la Mobilità. Una relazione che tanto somiglia a un libro dei desideri. Si parte dalla Roma-Lido, dai 180 milioni che la Regione deve ancora spendere. Sulla linea che collega Orte all’aeroporto, invece, arriveranno treni Rock da 1.200 posti, più capienti degli attuali Taf da 841 passeggeri. Fin qui tutto bene, visto che nei pressi dello stadio passeranno pure i filobus. Sulla nuova app «sul come muoversi a Roma» che dovrebbe entrare in esercizio «all’inizio del 2019» non ci sono invece ancora annunci. Come non è ancora dato sapere l’esito delle «sei richieste di finanziamento» già inviate al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per i progetti del Pums, il piano della mobilità sostenibile della giunta 5S. Nell’elenco rientrano peraltro interventi su cui pende un gigantesco punto interrogativo: lunedì è stata Linda Meleo, assessora ai Trasporti, a dire che sul prolungamento della metro B fino a Casal Monastero non ci saranno novità fino alla fine del contenzioso in corso. Anche per quanto riguarda le nuove stazioni della Roma-Lido sorgono dubbi: tra Torrino e Giardino di Roma rispunta il cantiere fantasma di Acilia Sud. Gemello di quello del nuovo capolinea di piazzale Flaminio, il cratere di villa Borghese per ora senza un futuro certo. Insomma, nel sistema di mobilità prospettato a chi doveva fare le pulci ai flussi di traffico di Tor di Valle ci sono promesse che nessuna amministrazione finora ha saputo mantenere. Ma le informazioni inviate a Torino sembrano essere parziali in tutti i sensi. Tanto che chi tifa per lo stadio si chiede come mai nessuno nelle analisi abbia sottolineato che l’impianto sarà circondato da negozi. E da ristoranti che permetteranno una fruizione, anche temporale, diversa da quella dell’Olimpico. Impianto dove si va (i tifosi giallorossi in media 25 volte l’anno) solo per la partita.


Corruzione, i pm chiedono il giudizio per Parnasi e altre quindici persone

IL TEMPO - DI CORRADO - Dopo appena 24 ore dalla conferenza stampa in cui il sindaco Virginia Raggi ha annunciato lo sblocco dei cantieri per la realizzazione del nuovo stadio dell'As Roma, la Procura capitolina ha chiesto il rinvio a giudizio per 15 delle oltre 20 persone finite nell'indagine sul presunto sistema corruttivo che ruotava attorno al progetto Tor di Valle. L'ex presidente di Eurnova srl, Luca Parnasi, rischia di finire a processo insieme a cinque collaboratori della sua società: Luca Caporilli, Simone Contasta, Giulio Mangosi, Gianluca Talone e Nabor Zaffiri; con l'accusa di far parte di un'associazione a delinquere che, per ottenere «provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del Nuovo Stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali», «avvicinava» pubblici ufficiali dando o promettendo denaro e «altre svariate utilità».

Secondo la ricostruzione dei pm Paolo Ielo e Barbara Zuin, Parnasi avrebbe corrotto l'avvocato genovese Luca Lanzalone, inviato a Roma dai vertici del Movimento 5 Stelle per sbloccare la «querelle» sullo stadio. Prima nella veste di «amministratore di fatto» del Comune di Roma e poi in quella di presidente di Acea, Lanzalone avrebbe fornito a Parnasi «informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando in prima persona alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse e all'intero iter procedurale» relativo all'impianto sportivo giallorosso, «interessandosi dell'acquisizione di un immobile presso il Business Park dello stadio dove trasferire la sede di Acea». In cambio Parnasi avrebbe affidato o promesso di affidare «lucro-si incarichi in favore dello studio legale Lanzalone&Partners e dei suoi soci». Il costruttore romano e l'avvocato genovese non si troveranno insieme alla sbarra. Lanzalone, infatti, ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato, bypassando l'udienza preliminare: il dibattimento inizierà il 5 marzo. Sul fronte dei politici «avvicinati» da Parnasi, per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio, ci sono l'ex vice-presidente del Consiglio della Regione Lazio Adriano Palozzi (Forza Italia), il consigliere regionale Michele Civita (Pd), il consigliere comunale Davide Bordoni (Forza Italia), l'assessore allo Sport del X Municipio Giampaolo Gola (M5S).

In particolare, Palozzi dovrà rispondere delle accuse di corruzione, per aver ricevuto a febbraio 2018 dal costruttore romano 25 mila euro come contributo per la sua compagna elettorale, tramite un bonifico bancario alla società Pixie Social Media, riconducibile al consigliere regionale. Civita, invece, è accusato di essersi lasciato corrompere da Parnasi in cambio dell'assunzione del figlio Daniele presso la società Be Consulting spa, partner commerciale di Eurnova. Mentre l'assessore Gola dovrà rispondere di traffico illecito di influenze, perché, «si faceva indebitamente promettere da Luca Parnasi, a titolo di prezzo per la propria mediazione illecita nei confronti di Paolo Ferrara(presidente del gruppo consiliare M5S al Comune), un incarico lavorativo presso l'As Roma, il Conio la società Ampersand, riferibile a Parnasi». Per Ferrara al momento non c'è richiesta di rinvio a giudizio; quindi probabilmente la sua posizione va verso l'archiviazione. Oltre a Daniele Leoni, funzionario del dipartimento Urbanistica del Comune e Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibact, rischia il processo il soprintendente ai Beni culturali di Roma Francesco Prosperetti e l'architetto Paolo Desideri. «Prosperetti chiamato ad intervenire nel procedimento avviato dal precedente soprintendente per l'apposizione del vincolo monumentale sull'ippodromo Tor Di Valle(che avrebbe paralizzato o comunque rallentato l'iter - si legge nel capo d'imputazione - induceva indebitamente Luca Parnasi ad attribuire a Paolo Desideri (amico di Prosperetti e a lui legato di collaborazione professionale con la figlia Beatrice) l'incarico pro-fessionale di "progettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campata strutturale dell'ex Ippodromo Tor Di Valle", per un corrispettivo complessivo di oltre 200.000 euro, parzialmente corrisposto a Desideri, quale adempi-mento necessario al fine di richiedere l'archiviazione della proposta di apposizione del vincolo».