InsideRoma Daily News | La Roma sul difensore Vida del Besiktas. Luca Pellegrini pronto per il prestito. Di Francesco: "Teniamo alla Coppa Italia, cercheremo di andare in semifinale"

NOTIZIE DEL GIORNO | 29 gennaio 2019

QUI ROMA

La squadra si è allenata a Trigoria in mattinata. Alla vigilia della sfida contro la Fiorentina, i giallorossi hanno svolto lavoro in palestra dopo la sessione video. Concentrazione sulla parte tattica in campo. Individuale per Mirante mentre Perotti, Jesus e Under proseguono le terapie.

Luca Pellegrini potrebbe partire per un prestito. Chiedono di lui Cagliari, Spal, Bologna ed Empoli e la Roma è d'accordo nel lasciarlo andare temporaneamente per poter dargli modo di giocare di più: il club capitolino vuole osservarlo da lontano fino a giugno e valuterà le richieste dei club italiani.

Il Giudice Sportivo ha emesso le sentenze riguardanti la scorsa giornata di campionato: un turno di squalifica per Cristante e Nzonzi (salteranno il Milan) e una multa di 12.000€ al club per il lancio di fumogeni da parte dei tifosi giallorossi durante il match contro l’Atalanta.

La Roma ha messo gli occhi su Domagoj Vida, difensore del Besiktas, come riportato da Gianluca Di Marzio a Sky Sport. Il croato è stato proposto anche all’Inter, alla ricerca di un centrale di difesa qualora partisse Miranda. Secondo quanto riportato da Bip Spori giallorossi avrebbero presentato un'offerta al club turco di 7,5 milioni di euro per Vida. Il Besiktas ha declinato la proposta, valutando il centrale croato 10 milioni di euroAli Naibi, ds del club turco, è stato contattato da Teleradiostereo. Alla domanda sulla trattativa con i giallorossi ha risposto: "Al momento non posso commentare nulla a riguardo".

INTERVISTE

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La Roma sparisce: due punti buttati

MESSAGGERO - TRANI - Pioggia di gol, come all'andata, in questo caso al gelo di Bergamo. E stesso punteggio della partita del 27 agosto all'Olimpico: 3-3. Ma, 5 mesi dopo, è la Roma a sprecare la chance più grande per uscire definitivamente dal tunnel, superare il Milan in classifica e piazzarsi al 4° posto. Invece si impantana sotto il nevischio allo stadio azzurri d'Italia e si blocca in panne, subendo la rimonta dell'Atalanta senza ripresentarsi in campo nella ripresa. Peggio, dunque, di quanto accadde in casa contro il Chievo e alla Arena contro il Cagliari. Proprio nel pomeriggio del risveglio di Dzeko, doppietta, e dello show di Zaniolo, doppio assist. Il centravanti che torna a segnare dopo il digiuno iniziato il 6 ottobre a Empoli e il diciannovenne protagonista anche da esterno offensivo.

ANCORA DIVERSA - Di Francesco cambia ancora la formazione, adesso sono 28 in 28 partite stagionali, ma non può fare lo stesso con la testa dei suoi giocatori. Che giocano nuovamente solo mezza partita. Ancora Fazio non sta bene e, unico diffidato a non partire dall'inizio, va in panchina. Sul centro sinistra, accanto a Manolas, tocca a Marcano. Sulla destra, conferma per Karsdorp: Florenzi ancora non è al top. Ma la mossa del pomeriggio, provata già nel finale della partita contro il Torino e a lungo in settimana a Trigoria, è Zaniolo alto a destra, soluzione che consente di schierare contemporaneamente, con il rientro di Nzonzi, i 3 centrocampisti azzurri. Cosi Lorenzo Pellegrini si riprende la posizione preferita da trequartista. Cristante resta mediano, ma già sa che domenica salterà il Milan: Calvarese lo ammonisce a metà del 1° tempo per il fallo, tra l'altro inutile, su Zapata. Stesso destino, più tardi, per Nzonzi
La Roma di Bergamo, dunque, ha più palleggiatori e meno attaccanti, con Dzeko accompagnato sulla sinistra da El Shaarawy che rientra spesso ad aiutare Kolarov, attaccato da Ilicic e anche da Hateboer. Ma la qualità dei centrocampisti fa subito la differenza. Il vantaggio di Dzeko all'alba del match, su assist di petto di Zaniolo, è la sintesi della prestazione giallorossa nel primo tempo: 10 passaggi, passando più volte da destra a sinistra e chiamando in causa anche Olsen, prima del gol del centravanti. Che sfugge ancora a Toloi, superando però pure il portiere Berisha, nell'azione del bis, firmato sempre di destro su verticalizzazione di Nzonzi.
L'Atalanta, sotto di due reti dopo la mezz'ora, si accende sempre per merito di Gomez che, però, trova l'ispirazione solo di Ilicic. Zapata è inizialmente statico. Dzeko, invece, è sempre al centro del gioco. E, ricevendo da Cristante, scappa di nuovo in contropiede, allargando poi per Zanioloche, pennellando di sinistro da destra, mette El Shaarawy davanti a Berisha: stop in scioltezza e tris dell'esterno che con 7 reti si conferma il miglior realizzatore del gruppo in questo torneo. Il 1° tempo, in cui il cinismo è stato decisivo, si chiude però con il gol di Castagne (l'altro suo gol in A proprio all'andata), colpo di testa sul cross di Gomez e con dormita di Karsdorp. Errore che riapre la sfida.

SOLITO BLACK OUT - La rete prima dell'intervallo va a incidere sulla ripresa. Che è proprio come non te l'aspetti: la Roma non rientra in campo. Soffre sui lati e a centrocampo, disintegrata dal dinamismo dell'Atalanta. I giallorossi non tireranno mai in porta, e non succedeva dal derby del 2011. Toloi, invece, si fa perdonare e realizza, in anticipo su Manolas, il 2° gol nerazzurro. Zapata, dopo aver calciato in curva il rigore inizialmente non concesso da Calvarese per il tocco lieve di Kolarov su Ilicic (interviene il Var Di Bello), firma il pari: ora è a 15 reti (timidi cori contro di lui dal settore ospiti). Olsen non convince, anche se in partenza sbaglia Kolarov. Il cortocircuito coinvolge anche i giocatori che entrano in corsa: Kluivert, il peggiore, per El Shaarawy, Florenzi per Pellegrini e Fazio per Karsdorp e per passare alla difesa a 3.


Il grande ritorno di "Oggi le comiche"

MESSAGGERO - FERRETTI - Se non ci fosse da piangere (sportivamente parlando, sia chiaro), verrebbe da ridere. Perché se non ti basta neppure andare avanti di tre gol per portare a casa la vittoria, vuol dire che è tutta una comica. Anche perché, e lo sanno alla perfezione i tifosi della Roma, non è la prima volta che la squadra di Eusebio Di Francesco regala simili spettacoli. A Bergamo la Roma ha confermato di essere una squadra inaffidabile, capace di tutto e del suo contrario nel giro di un'oretta. Segna tre gol poi ne subisce altrettanti e deve addirittura ringraziare l'errore dal dischetto di Zapata per aver salvato la pelle. Non c'è da ridere? O da piangere, sempre sportivamente parlando. E il dibattito, ormai da una vita, si sintetizza in un'unica domanda: perché? Per mesi si è detto: colpa della testa. Sarà. Poi è stato aggiunto: colpa delle gambe che non girano. Sarà. Qualcuno a seguire ha sentenziato: colpa dell'allenatore. Sarà. E poi: colpa dei giocatori. Sarà.
RECORD GROTTESCO - La Roma, per dirne una, a Bergamo ha beccato il gol di Zapata, quello del tre pari, 44 secondi dopo che lo stesso colombiano aveva tirato in curva il calcio di rigore. Uno si immagina che, dopo un pericolo sventato, una squadra subisca un contraccolpo positivo; che riparta verso il futuro con rinnovato entusiasmo. La Roma, invece, è riuscita nella straordinaria impresa di far tornare il sorriso a Zapata, e a tutti i tifosi dell'Atalanta, in meno di un minuto. Un record grottesco. Non è una comica? E ancora una volta: perché? Di chi è la colpa? Forse dell'ambiente romano, chissà. Dzeko non segna, e sono dolori. Poi Dzeko segna in mezzora gli stessi gol che aveva segnato in tutto il campionato ma la Roma non vince. Sostiene EDF: «Ve l'avevo detto dopo il Torino che la Roma non era guarita». Ok. Ma sta malattia va avanti dallo scorso agosto, ed è impensabile che un allenatore, e con lui il suo staff, non sia ancora riuscito a trovare la cura giusta per debellarla. Un consiglio, gratuito, a Di Francesco: anziché togliersi sassolini a raffica dopo il successo di Parma, sarebbe stato meglio continuare a individuare le cause della malattia che sta contagiando da mesi la Roma. O no?
La nota lieta della partita arriva da Marcano che dopo 3 sconfitte in 3 partite da titolare in campionato (Milan, Bologna e Spal) ieri ha chiuso con un pareggio. Bene così, ricordando che l'inevitabile mercato è ancora aperto.


Quel vizio di far recuperare le partite agli avversari

MESSAGGERO - TRANI - Mancanza di personalità, eccesso di superficialità o chissà che cosa. Ma la Roma, qualsiasi sia l'handicap, è comunque recidiva. Già 10 punti buttati in questo campionato (in vantaggio 14 volte, 9 successi e 5 pareggi). Percorso inquietante nei numeri (già presi 29 gol in 21 partite, più dei 28 incassati nelle 38 gare del torneo passato) e preoccupante nelle prestazioni di chi vorrebbe recitare da big in serie A. Almeno, consolazione minima, mai è finita con il ko. Da brividi, la sbandata di inizio stagione: il 16 settembre all'Olimpico contro il Chievo ultimo, dal 2-0 al 2-2. Stesso punteggio e identica figuraccia l'8 dicembre alla Sardegna Arena contro il Cagliari, capace di recuperare al fotofinish nonostante la doppia inferiorità numerica. Gli altri 3 pari sono proprio i 2 con l'Atalanta, il 27 agosto all'Olimpico e ieri a Bergamo (peggio al ritorno, con il tris a vuoto), e quello con il Napoli, il 28 ottobre al San Paolo. L'ultimo triplo vantaggio andato di traverso è però lontano quasi 8 anni. E il 20 febbraio 2011 se lo ricorda bene Claudio Ranieri: i giallorossi, avanti a Marassi di 3 gol fino all'intervallo, si fecero rimontare nella ripresa dal Genoa, riuscendo però addirittura a perdere poi 4-3. Quel ko costò il posto al tecnico che solo 9 mesi prima provò a impedire il triplete di Mourinho con l'Inter. L'unico recupero, partendo sotto di 3 reti, riuscito invece all'Atalanta, il 12 aprile del 1992 al vecchio stadio Comunale (oggi Atleti Azzurri d'Italia) e con Bruno Giorgi in panchina: per riemergere dall'1-4, decisiva la tripletta di Cornacchia. Finì 4-4 contro il Foggia, guidato da Zdenek Zeman. E non c'è da stupirsi.


Eusebio si sfoga: «Così divento proprio matto»

MESSAGGERO - ANGELONI - Eusebio Di Francesco è avvelenato, come ai vecchi tempi, come se la Roma avesse perso malamente; come se ancora vivesse in pieno stato di crisi settembrino. Vecchi tempi, vecchi temi: assenza di carattere, presenza sparsa in varie elementi di personalità («che non si può comprare e la Roma ne è carente», dice DiFra) tipica di un cardellino abbandonato e la annosa mancanza di mentalità («che consenta di gestire meglio le partite», precisa ancora Eusebio). Una rimonta, quella di Bergamo, che l'allenatore dipinge come un qualcosa di «inspiegabile» che lo fa diventare «matto». Ma d'ora in poi ci vorrà sempre più lucidità, invece. Da parte di tutti.

DiFra prova a sferzare il gruppo, portando ad esempio la voglia di combattere fino all'ultimo di Papu Gomez, cosa che in tanti dei suoi non ha riscontrato nel secondo tempo, vedi Kluivert che nello spogliatoio si è beccato una bella ramanzina per quello che - in campo - non è riuscito a dare (e non solo lui, ovvio). «Loro nella ripresa erano degli animali, noi no», dixit Eusebio, per il quale la differenza con l'Atalanta bergamasca è tutta qua. L'aspetto animalesco si deve vedere dopo aver ottenuto il triplo vantaggio, invece la Roma ha solo subito, fino all'inevitabile, malinconico (ma anche utile) pari. «Non siamo guariti. Con il Torino abbiamo fatto lo stesso, con la differenza che abbiamo trovato la forza per vincerla comunque. La sensazione stavolta è che più loro di noi potevano prendere tre punti. Anche l'aspetto fisico era a loro favore. Mi fa rabbia un primo tempo così, letteralmente buttato via». 

LA CLASSIFICA - Gettato al vento, per ora, anche il quarto posto. «Nella ripresa non siamo esistiti». E gli attaccanti non hanno più avuto mezzo pallone a disposizione. «Non è stato solo un discorso legato agli attaccanti. L'Atalanta è brava nei duelli e noi li abbiamo persi ovunque, non solo davanti. Non siamo stati puliti nel palleggio. Il cambio di modulo e la difesa a tre? L'ho fatto per rinforzare la linea difensiva: con troppa facilità arrivavano al cross sulla nostra sinistra». Dal latoKolarov-Marcano.

«MATTO» - Eusebio non si dà pace. «Mi fa impazzire e divento matto nel notare che non abbiamo continuità. Non possiamo essere una squadra di livello se non cambiamo questo aspetto. Alla prime avversità, diamo il pallino alla squadra avversaria. Discorso sia fisico che mentale: non è la prima volta che ci accade, ma in questo senso la squadra mi fa diventare pazzo. Adesso sono troppo arrabbiato per analizzare, mi è sembrato di vedere due squadre differenti, eppure erano gli stessi undici del primo tempo. I cambi non hanno portato utilità? Nonostante i cambi abbiamo perso lucidità e abbiamo rischiato di lasciare i tre punti. Siamo stati scadenti come personalità, non è stata la prima volta che ci accade. Una partita dai due volti, ma grande merito all'Atalanta e ai suoi difensori di spessore. Per il primo tempo questa Roma è stata l'avversaria che ha fatto meglio contro l'Atalanta». Tutto vero. Peccato non sia bastato. In città, radio, siti internet, social, e chi più ne ha più ne metta, è ripartita la rumba: tutta colpa di Monchi, tutta colpa di Di Francesco. E così, verso l'infinito e oltre. Con un punto che sa di rabbia, ma che tanti si sarebbero preso a scatola chiusa.


Centrocampo in emergenza out Nzonzi e Cristante

MESSAGGERO - TRANI - Minuto 23 del 1° tempo: Calvarese ammonisce Cristante per l’entrata scorretta su Zapata. Minuto 20 del 2° tempo: l’arbitro estrae il giallo anche davanti a Nzonzi per la protesta plateale. Di Francesco, insomma, perde il tandem titolare di centrocampo per la partita di domenica prossima contro il Milan. Entrambi diffidati, saranno squalificati dal giudice sportivo. Li vedremo in campo mercoledì pomeriggio (ore 18,15) al Franchi nel turno secco dei quarti di Coppa Italia contro la Fiorentina. Niente scontro diretto, invece, per la zona Champions, in campionato contro i rossoneri di Gattuso. Salvi, invece, gli altri 2 diffidati: Lorenzo Pellegrini, sostituito a metà ripresa, e Fazio, in campo nel finale. L’allenatore, dunque, prenderà atto dell’emergenza nel reparto e abbasserà nuovamente Pellegrini, riportando Zaniolo nel ruolo di trequartista. Sono gli unici 2 centrocampisti a disposizione. Se De Rossi, ieri in panchina, non potrà partire titolare, ecco l’avanzamento di Kolarov da mediano. Oppure Riccardi, classe 2001.


Dzeko ancora non ci crede: «Una partita inspiegabile»

MESSAGGERO - ANGELONI - La rabbia oltre la doppietta. «Inspiegabile quello che è successo nella ripresa. Dovevamo prendere forza dopo il rigore sbagliato da Zapata, invece...». Dzeko non si capacita, il ritorno alla rete dopo quattro mesi - come dice lui - «di vacanza» non gli regala il sorriso. «Ci sono alti e bassi mentali e non è nemmeno la prima volta. Manca il salto di qualità, partite come queste, se sei sopra di tre gol, devi vincerle. E invece ti ritrovi a perdere due punti così contro un’Atalanta forte, ma noi eravamo sopra di tre reti. La mia prestazione? Sto sempre meglio, due gol mi hanno dato fiducia e spero che gli ultimi quattro mesi saranno meglio dei primi sei. Vogliamo raggiungere l’obiettivo del quarto posto». E con questi due gol, Edin tocca quota 82 reti con la maglia della Roma. «Questa partita era importante perché era uno scontro diretto come il prossimo con il Milan. Peccato non aver vinto, ma loro sono forti e nel secondo tempo hanno meritato il pareggio per come hanno giocato. Di Francesco dice che manca personalità? Una squadra che non ne ha, non fa quel bel primo tempo. Ci serve più coraggio. Quando sei avanti non devi per forza segnare, ma devi palleggiare e gestire il pallone». La Roma non ha palleggiato più, tant’è che nella ripresa Edin là davanti non ha visto più il pallone.


Atalanta-Roma: errori e show

GAZZETTA DELLO SPORT - Benvenuti al luna park, il biglietto è gentilmente offerto da Atalanta e Roma: 3-3 all’andata, con rimonta giallorossa dall’1-3; 3-3 ieri, con ribaltone nerazzurro dallo 0-3. Di sicuro si è divertito più chi si è potuto godere lo spettacolo senza doverne analizzare la genesi rispetto ai due allenatori. Soprattutto Di Francesco, che aveva intravisto il decollo della quarta vittoria consecutiva e poi ha visto la solita planata da squadra incompiuta. Diciamo che Atalanta e Roma si sono divise a metà la partita, ma che già nel primo tempo, pur andando sotto di brutto, l’Atalanta cercando la porta tanto quanto male aveva fatto qualcosa in più rispetto al quasi nulla giallorosso della ripresa.   L’illusione Roma, che ancora non riesce a trovare lumi sulla sua reale dimensione e sui perché dei suoi cali mentali e di gestione, si è chiamata Dzeko: il centravanti che non ti aspetti, anzi che Di Francesco stava aspettando. Perché in campionato non segnava dal 6 ottobre, mentre Zapata era in serie positiva da 7 partite, ora 8. Eppure: quasi non pervenuto il colombiano per un tempo, due gol in mezz’ora per il bosniaco, gli stessi segnati in 5 mesi di campionato prima di ieri. [..]


Duvan-Edin: giganti del gol. Sfida pazza tra numeri 9

GAZZETTA DELLO SPORT - Alla fine, ai punti la vince Dzeko. Perché è tornato a far gol dopo oltre tre mesi e mezzo (l’ultimo in campionato era stato ad Empoli il 6 ottobre scorso) e perché sembrava aver messo davvero le ali alla Roma in una vittoria fondamentale per la Champions. E invece, alla fine, a deciderla davvero è stato Zapata, che in neanche un minuto di gioco ha vissuto un po’ tutto: prima l’inferno di un rigore calciato alle stelle, poi il paradiso di un pareggio assurdo. E con questo, oggi, sono 15 centri in campionato, solo un gradino sotto Quagliarella. Nessuno, nella storia della Serie A, aveva segnato così tanto in 8 giornate consecutive: «È la prima volta che calcio un rigore così – spiega l’attaccante colombiano –, per fortuna le cose si sono subito sistemate». Inevitabile, per chi viaggia a certi ritmi, provare a superare un certo Pippo Inzaghi (24 gol in maglia Dea nel 1996-97). «Se ci penso? Prima viene il bene della squadra, poi se segno è ancora meglio», insiste Duvan. Ciò che è tornato a fare Dzeko, a Bergamo si è rivista la versione bella del bosniaco: sponde, movimento per la squadra e soprattutto l’atteso cinismo sotto porta: «Diciamo che sono tornato dalle vacanze – scherza il centravanti giallorosso –. È stato un periodo difficile, non sono mai stato così a lungo fuori, tra infortunio e pausa. Avevo perso del tutto il ritmo. Piano piano sto tornando».


Di Francesco duro: "Poca personalità. Mi mangio Kluivert"

GAZZETTA DELLO SPORT - «Purtroppo la personalità non si compra e noi da questo punto di vista siamo carenti» dice EusebioDi Francesco, che non sa ancora spiegarsi le due facce della sua Roma. O forse sì. «Questa squadra non è guarita. O, evidentemente, ha delle deficienze che non le permettono di farlo». [..] A far girare l’inerzia della partita è stato il gol di Castagne. «Una nostra ingenuità, che ha dato fiducia a una squadra che era in grande difficoltà». Poi, nella ripresa, il nulla. Con Kluivert, per esempio, in grande affanno. «Negli spogliatoi me lo mangio», ha detto durante la partita il tecnico giallorosso. Che alla fine ha aggiunto: «Da lui mi aspetto non solo che corra nella fase difensiva, ma che sappia anche far male quando ha la palla».


E Gasperini rilancia: "Avremmo potuto addirittura vincere"

GAZZETTA DELLO SPORT - Felice, anche se il rammarico non manca: «Avremmo potuto addirittura vincerla». Concetto che spiega l’ambizione di Gasperini: «Penso soprattutto alla classifica, non solo al bel gioco. L’obiettivo è conquistare più punti possibile, ma bisogna tener conto dell’avversario». Ieri, a Bergamo, c’era la Roma: «Primi 45’ complicati, in primis per demerito nostro. Creavamo, loro segnavano. Poi siamo stati eccezionali nella rimonta». Cosa non ha funzionato? Per il tecnico, zero dubbi: «Eravamo troppo sbilanciati». Sull’attacco: «Quanti rigori sbagliati, preferirei calciare 3 angoli – sorride il Gasp –. Nonostante l’errore, Zapata super. Ha avuto una fame incredibile sul pareggio. A Ilicic è mancata la qualità in passaggio e tiro, ma non si può pretendere sempre la perfezione». Soliti applausi, invece, per Gomez: «Non è una sorpresa, migliora gara dopo gara. Grande Papu, come la squadra. Tutti meritano 10 e lode».


Zaniolo convince: due grandi assist. Kluivert delude

GAZZETTA DELLO SPORT - Per Zaniolo ieri è stata l’ennesima prova superata di slancio. Nel tourbillon di ruoli dove è già stato schierato, ieri gli è toccato fare l’esterno d’attacco a destra. Preoccupato? Neanche a dirlo, tanto che alla fine Nicolò ti ha piazzato due assist decisivi: quello per il primo gol di Dzeko (pregevole il tocco di petto per il bosniaco) e quello per il 3-0 di El Shaarawy, con una palombella da desta a sinistra che ha messo il Faraone da solo davanti a Berisha. In assoluto l’ennesima prova di personalità, con una duttilità che è una ricchezza infinita, ma che non deve rischiare di non portare ad una specificità del ruolo. E del giocatore.Chi invece è andato male è stato proprio Kluivert: mordente poco, sufficienza forse anche troppa. Quando è entrato si è piazzato lì a destra e aveva il compito di tenere basso Castagne. Che, invece, ha finito con trovare praterie inattese, complice anche la brutta prestazione di Florenzi. E ad un certo punto Kluivert si è preso anche un brutto rimprovero da Dzeko, che gli aveva fornito una palla perfetta per andare in porta e lui ha invece tagliato dalla parte opposta.