Sprint per il 4° posto, Roma obbligata a battere il Bologna
LEGGO - BALZANI - È passato un girone, e forse pure la crisi. Quella aperta lo scorso settembre con la sconfitta per 2-0 a Bologna che scatenò l'ira di Pallotta facendo traballare per la prima volta la panchina di Di Francesco. A non esserci stasera, nella rivincita dell'Olimpico, sarà però l'esonerato Pippo Inzaghi mentre Eusebio spera di «ripartire dalla bella prestazione col Porto» per restare agganciato al treno Champions. «Quest'anno i momenti si sono un po' alternati, abbiamo risalito la china e poi siamo tornati in basso - ha ammesso il tecnico - Adesso bisogna sbagliare il meno possibile. Quello dell'andata è un ricordo non bello però ci deve servire per non tornare indietro». Chi va avanti a passi spediti è Zaniolo: «Anche stavolta devo per forza di cose tenerlo in considerazione per il ruolo di esterno destro, perché è in dubbio anche El Shaarawy e già mancano Schick e Under. Ha preso un colpo all'anca. Per Nicolò faccio un appello generale: fatelo rimanere sereno. È un ragazzo di 19 anni, non deve avere addosso troppe responsabilità. Si è parlato anche di dargli la maglia numero 10. È un discorso di crescita, gli sta benissimo la 22 in questo momento».
Un giovane che non riesce a sfondare, invece, è Kluivert che potrebbe avere una nuova chance da titolare: «Viene da un contesto differente, alti e bassi fanno parte della crescita di questi ragazzi. A volte si subiscono le pressioni, guardano troppo i social e danno troppa importanza alle voci intorno a loro, ma invece dovrebbero ascoltare solo le voci all'interno di Trigoria. Justin si sta allenando molto bene in questo periodo». Dopo i complimenti al Milan per la vittoria di Bergamo («Paquetà e Piatek hanno dato nuova linfa»), Di Francesco si gode i ritrovati numeri difensivi: «Siamo più compatti e meno allungati. I tre a centrocampo danno un po' più di copertura ed è un vantaggio. Il sistema di gioco può aiutare, ma tutto è giusto quando ci sono la mentalità giusta e il modo giusto di difendere da squadra. De Rossi? Potrebbe giocare con Nzonzi, ma la gestione delle sue condizioni varia di giorno in giorno». Difficile possa essere del match dall'inizio mentre in difesa è ballottaggio tra Marcano e Juan Jesus. In attacco Dzeko cerca un gol in casa che in campionato manca dal 28 aprile scorso.
La Roma ha in mano il jolly
MESSAGGERO - TRANI - Questo weekend, appena finito, sicuramente andrà a incidere nella corsa alla zona Champions. Il 24° turno del campionato, però, si conclude stasera all’Olimpico: in campo la Roma che, nel monday night, ospita il Bologna e ha l’obbligo di rispondere alMilan quarto (da sabato a +4). E al tempo stesso di sfruttare i ko dell’Atalanta e della Lazio. I giallorossi non possono, dunque, sbagliare: contro le piccole hanno già buttato 13 punti nel girone d’andata. Perseverare, nella fase cruciale della stagione, sarebbe imperdonabile. Di Francesco, insomma, deve restare in scia di Gattuso e anche di Spalletti, ora più che mai individuati come i principali rivali da qui al traguardo per i 2 posti ancora non assegnati.
NUOVA CHANCE È la notte in cui c’è quindi la possibilità di staccare le altre pretendenti, mettendo in classifica un vantaggio di 3 punti sull’Atalanta e la Lazio. La Roma, però, non deve dare niente per scontato, soprattutto sottovalutando il Bologna, già capace di vincere il match del 23 settembre al Dall’Ara e dimettere in bilico Di Francesco. Tra l’altro la scelta di Saputo di puntare su Mihajlovic, dopo l’esonero di Pippo Inzaghi, sta pagando: 4 punti in 2 partite. Così, nonostante sia terzultimo in classifica e chiaramente decimato nella rosa (assenti lo squalificato Palacio e gli infortunati Lyanco, Mattiello, Orsolini, Destro e Gonzalez), va affrontato con la compattezza e la concentrazione mostrata contro il Porto. I giallorossi devono ripartire proprio dal match d’andata degli ottavi di Champions, anche per allungare la serie utile in campionato: 4 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 6 partite.
EFFICACIA OFFENSIVA Di Francesco, pur avendo poca scelta davanti, punta proprio sull’alto rendimento dell’attacco nelle gare casalinghe: la Roma, all’Olimpico, ha festeggiato 28 gol in 11 partite, gli stessi realizzati dalla Juventus leader del torneo nelle sue 13 partite allo Stadium. Nessuno in serie A, sul proprio campo, ha la media dei giallorossi che, però, aspettano il 1° gol di Dzeko: il centravanti, in campionato, ha fatto centro (5 reti) esclusivamente in trasferta. Nella Capitale è a digiuno dal match contro il Chievo del 28 aprile, avendo lasciato il segno (5 gol) solo in Champions.
ROTAZIONE AL MINIMO L’intenzione di Di Francesco, e non solo per tenere il ritmo dell’ Inter e del Milan, è di riproporre più o meno la Roma che, nella prestazione e nel risultato, ha convinto martedì contro il Porto. Rientra Olsen in porta, riprendendosi il posto da titolare. L’altra novità diventa scontata per il quasi forfait di El Shaarawy che, frenato da un affaticamento muscolare al retto femorale, oggi farà un provino per andare almeno in panchina. Toccherà a Kluivert, come ha spiegato lo stesso allenatore, perché è l’unico attaccante rimasto a disposizione. Perotti, del resto, è appena rientrato tra i convocati (pure Celar tra i 22) e Under ancora out. Ecco che Zaniolo dovrà restare a destra, da esterno alto. Florenzi, al momento, rimane dietro, da terzino, cioè non avanza nè a destra nè a sinistra, come è successo in altre gare di questa stagione. Insomma, in partenza, sicuri solo 2 innesti nel 4-1-4-1 (o 4-3-3, fa lo stesso). Diventerebbero 3 se Nzonzi, al fotofinish, entrasse da play al posto di De Rossi. Confermati al centro della difesa Manolas e Fazio per limitare Santander, pericoloso nel gioco aereo.
Zaniolo, il ragazzo rimandato in turn over
MESSAGGERO - ANGELONI - E’ strano parlare di riposo quando ci si riferisce a un ragazzotto di nemmeno 20 anni. Perché a quell’età devi avere (e ce l’hai) la forza di reggere lo sforzo, la serie sostenuta di partite una dietro l’altra. Una ogni tre/quattro giorni. Se la sbagli, non è perché sei stanco, ma la sbagli e basta. Eppure stavolta, per Nicolò Zaniolo, Di Francesco aveva pensato a un turno di riposo, perché nell’ultimo periodo aveva giocato davvero tanto, sempre a mille, subendo anche qualche responsabilità e pressione di troppo: l’ultima, il tampinamento delle Iene, che lo hanno pizzicato con la mamma Francesca, con la quale litiga - in tv - per via del Grande Fratello. Lei si è mezzo proposta, lui non vuole: «Basta che dici di no».
LE IENE Nella stessa ’intervista', Nicolò ha ribadito di non sentirsi Totti ma che il Capitano gli ha detto «di rimanere con i piedi per terra perché il bello deve ancora venire. Che ho già fatto ,ma tanto devo ancora fare». Con il Bologna doveva stare in panchina, invece, niente. Un altro sforzo e sempre da esterno alto, il ruolo che per ora sta occupando per mancanza di avversari, ma che male addosso non gli si cuce, sarà perché in questo periodo gli va bene tutto, è toccato dalla magia oltreché dal talento. Rieccolo all’Olimpico, lac asa dei (sui) gol. Zaniolo fino a ora ha realizzato cinque reti, tre in campionato e due in Champions League e tutti all’Olimpico, sempre più stadio dei sogni, dove il 2 dicembre scorso ha vestito per la prima volta in campionato la maglia da titolare casalinga(Roma-Inter).
L’APPELLO Zaniolo sembra reggere bene le pressioni, gli sbalzi di umore della piazza. I tifosi lo coccolano, capiscono il talento, gli danno amore e non chiedono niente. Ma di lui parlano tanti ma per certi versi è anche normale, ex allenatori, quelli che lo hanno visto in fasce, chi gli ha dato il primo biberon, chi la prima playstation, etc etc. C’è la fila. Ma alla fine, l’Inter lo ha lasciato andare, Mancini lo ha convocato e Di Francesco lo sta facendo giocare. Ed è il primo a proteggerlo, per possibile. «Faccio un appello: fatelo rimanere sereno. Non deve avere troppe responsabilità. La 10? Gli sta benissimo la 22 in questo momento con queste prestazioni. Dobbiamo essere bravi noi e l’ambiente a farlo crescere. E’ un giocatore di grande prospettiva ma che deve ancora dimostrare tante cose». Ecco.
Alla ricerca dell’amore
MESSAGGERO - LIGUORI - Non basta Zaniolo, il ragazzo è bravissimo, bello a vedersi e anche umile. Ma un ventenne non può sostenere una squadra che ancora corre in Champions e per il quarto posto in Campionato.
A dire la verità, con il ritorno del suo modulo- il 4-3-3 - Difra ci ha fatto rivedere anche una bella Roma. Ha sfruttato il bel ritorno di De Rossi e le magnifiche condizioni di Dzeko. Su Edin accetto critiche, a me però, non a lui, perché ho una vera fissazione per questo tipo di giocatore: contro il Porto è sembrato magnifico e ha bisogno al suo fianco di altri realizzatori. E qui torniamo a Zaniolo, che non può essere l’unico. In due mesi i tifosi capiranno per quale tipo di squadra ci potremo appassionare ancora.
L’allenatore ha già fatto il suo miracolo, superando l’handicap creato da Monchi con il suo mercato stravagante. In difesa, ha fatto il massimo possibile, considerando che è sempre mancato un terzo centrale di qualità. Però il logorio dei titolari indispensabili è forte e può manifestarsi sotto forma di infortuni, oltreché di errori banali, che troppo spesso sono definite distrazioni. Ricambi e rinforzi la Roma non ne ha avuti: va bene così, ripetono da Trigoria, può darsi, al momento, per il quinto posto che un vittoria stasera con il Bologna non modificherebbe. Naturalmente, tifiamo Roma per la maglia, ma una società importante dovrebbe farsi anche amare e rispettare. E non è il caso della Roma in questo momento. Chi ci leva dalla testa che già pensano alle plusvlenze di Manolas, Pellegrini e Under?
Mihajlovic: «Non siamo qui per vedere il Colosseo»
LEGGO - BALZANI - «Tifo Lazio e non torno a Roma per vedere il Colosseo». Chiaro come sempreMihajlovic che nella capitale ha giocato per 8 stagioni: 2 in giallorosso e sei in biancoceleste. Dopo Conceiçao, quindi, un altro ex laziale campione d’Italia cercherà di rovinare i piani della Roma. Sinisa sa però che per il suo Bologna sarà dura: «Sappiamo come e dove metterli in difficoltà. Non andiamo a Roma a salutare il Papa e guardare il Colosseo, non sarà una partita facile per noi ma nemmeno per loro, se abbiamo coraggio sappiamo di poter far risultato. È successo con l’Inter e può succedere pure con la Roma anche se i giallorossi mi sembrano più in forma. Per noi però non cambia nulla».
Sulla sua fede laziale: «Mia moglie è romana e romanista, ma il mio cuore è per la Lazio. Non l’ho mai nascosto, però sono un professionista e cerco sempre di fare il massimo per la società per la quale lavoro. Non ho nessun tipo di rivincita da prendermi, sono passati tanti anni da quei derby».Mihajlovic ne ha pure per Zaniolo: «Non so a chi somigli, avrà qualche idolo ma non mi piace paragonarlo a qualcun altro. Deve pensare solo a sé stesso, non montarsi la testa e migliorare. Detto ciò, spero non stia troppo bene contro di noi».
Tante le assenze nel Bologna: lo squalificato Palacio e gli infortunati Mattiello, Orsolini e l’ex Destro. Quella di stasera sarà la 17ª volta per Sinisa contro la Roma che diventa così la squadra più affrontata, da allenatore, dal serbo: 3 vittorie, 4 pareggi e 9 sconfitte. Con Di Francesco, invece, il bilancio è positivo e parla di 4 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. L’ultimo successo l’anno scorso in coppa Italia col Torino.
Roma, inverno da Champions. Ma con il Bologna non può sbagliare
GAZZETTA DELLO SPORT - Con l'inizio dell'inverno la Roma ha cambiato passo in campionato. Da dicembre infatti la squadra di Di Francesco in campionato ha fatto peggio solo della Juve, raccogliendo 17 punti in 8 giornate, contro i 20 raccolti, dai bianconeri.
Sembra lontano quell’infausto settembre culminato nel 2-0 di Bologna, che ha aperto la prima vera crisi stagionale della Roma. «In questa stagione i momenti si sono un po’ alternati – ammette Di Francesco –, ad un certo punto abbiamo risalito la china e poi siamo tornati in basso. Adesso bisogna sbagliare il meno possibile».
Mihajlovic: «Tifo Lazio ma non cerco rivincite»
MESSAGGERO - «La Roma è più forte, ma possiamo metterla in difficoltà. Non partiamo battuti: anche se all’Olimpico, per fare punti, serve una grande prestazione», spiega Mihajlovic. «La classifica non dobbiamo guardarla: i conti si fanno alla fine. Ma continuando così, avremo tantissime chance di salvarci».
Sul ritorno nella Capitale: «È la mia città adottiva. Sono laziale ma do tutto per chi lavoro. Non devo prendermi rivincite con laRoma: sono passati tanti anni. E la tifoseria è tra le migliori d’Europa».
La supermamma, i selfie: e alla fine Zaniolo s'infuriò
GAZZETTA DELLO SPORT - L’appello di Di Francesco ieri era accorato:. «Fate rimanere Zaniolo sereno». Il basso profilo intorno al centrocampista giallorosso sembra proprio impossibile.
Ieri sera è andato in onda il servizio de' Le Iene'. Lady Zaniolo ha parlato del suo desiderio di «reality show». «Avevo parlato del Grande Fratello come battuta. Può essere una trasmissione per me perché non sapendo far niente, chiunque ci può andare. Non so cosa dire... Non voglio fare tv».A quel punto interviene il figlio: «Basta che dici di no. Hai 42 anni...». E gli animi si scaldano. «Questa intervista non la volevo neppure fare», dice il ragazzo, che si innervosisce
Nicolò prova a dire: «Vorrei che si parlasse di me, non di mia madre» e racconta come Totti gli abbia detto «di rimanere coi piedi per terra. Io il nuovo Totti? No, assolutamente. Ma il mio obiettivo è restare per sempre qui e diventare una bandiera, come Francesco. Per me sarebbe un sogno, ma ci proverò».
Stadio, arriva la settimana-verità: i numeri in Consiglio agitano il M5S
MESSAGGERO - PIRAS - «Il parere del Politecnico è positivo», non ha dubbi chi in Campidoglio sta lavorando da settimane a curare il mal di pancia scoppiato in maggioranza. Giovedì 21 febbraio è indetto il consiglio straordinario sul “Progetto stadio” che si concluderà con un ordine del giorno e quindi con un voto che sarà il primo, importante termometro per capire quanto è vero che «Lo stadio si fa», come dice senza pensieri la sindaca Virginia Raggi.
Paolo Ferrara, ex capogruppo M5s, potrebbe non presentarsi al consiglio, così come Davide Bordoni di Fi. Sono entrambi impelagati nell’inchiesta. I numeri scendono e tra assenze e mal di pancia diventa dura per il M5s portare a casa un ordine del giorno favorevole allo stadio. L’assemblea si annuncia calda. Il Movimento ci arriva dopo aver disertato ripetutamente la commissione Trasparenza convocata dal dem Marco Palumbo che ha avuto “la colpa” di volerne sapere di più. Perché dal parere emerge la viabilità «catastrofica» che soffrirà Tor di Valle.
Monica Montella è contraria. In uno delle ultime assemblee dove si è votata la riforma dell’accesso agli atti ha ricordato l’importanza di far conoscere tempestivamente ad amministratori pubblici e cittadini gli atti delle conferenze dei servizi, che nel caso dello stadio rappresentano la prima sede in cui è venuto fuori il disastro Tor di Valle. Anche Gemma Guerrini, Alessandra Agnello e Agnese Catini sono contrarie. Hanno l’abitudine di sentire ancora la voce dei territori e al Municipio IX tutti i consiglieri M5S della commissione Urbanistica sono contrari al progetto e ne chiedono l’annullamento dell’interesse pubblico. Votare per lo stadio sarà un calcio a loro e ai comitati dei pendolari che vedevano nel M5S Roma un’ altra idea di opere pubbliche.
Di Francesco: «Tre punti Champions»
IL TEMPO - MENGHI - Un'altra Roma, ma anche un altro Bologna. Una nel vivo della corsa Champions, l’altra in quella per non retro cedere, entrambe con buone possibilità di farcela, a vedere la classifica. Nelle ultime 2 partite, ovvero da quando c'è Mihajlovic sulla panchina rossoblu, le avversarie di stasera hanno racimolato gli stessi punti, 4, quelli fatti nelle pre cedenti 9 giornate da Filippo Inzaghi. Gli emiliani sono riusciti ad affossare l'Inter, come aveva no fatto coi giallorossi un giro ne fa. Ora qualcosa è cambia to, non l’allenatore che era finito sulla graticola proprio do po la sfida del Dall'Ara, non i giocatori, responsabilizzati dal ritiro punitivo a settembre e più volte dai dirigenti nel corso di una stagione fatta di alti e (troppi) bassi, ma l’atteggiamento, quello sì, è diverso e adesso la Roma è una delle squadre più in forma del campionato. Come lei lo sono anche le principali concorrenti nella lotta all'Europa, però: «L'Atalanta - osserva Di Francesco - è in una condizione strepitosa, il Milan sta avendo grande continuità e Piatek appena tocca palla la butta dentro: è una delle squadre da battere per la volata al 3°-4° posto».
Rispettivamente a 8 e 4 punti di distanza dopo le vittorie delle due milanesi, terreno da recuperare subito, anche per mettersi la Lazio, sconfitta a Genova, alle spalle. Cosa de ve fare più delle altre la formazione giallorossa? «I risultati». La risposta è scontata, oggi la Roma insegue la terza vittoria consecutiva dopo il 3-0 di Verona e il 2-1 col Porto in coppa: «Sicuramente abbiamo speso tanto in Champions dal punto di vista fisico e mentale, però abbiamo di mostrato di avere un equilibrio maggiore, abbiamo saputo soffrire e lavorato da squadra. Per noi deve essere un punto di partenza e non di arrivo: col Bologna serve lo stesso atteggiamento». Per riscattare il blackout dell’andata: «Un ricordo non bello che ci deve servire per non tornare indietro. Adesso bisogna sbagliare il meno possibile».
La solidità difensiva è la base da cui ripartire, in casa non si chiude una partita a rete inviolata da settembre col Frosinone: «Non abbiamo abbassato il baricentro, sia mo più compatti e i tre a centrocampo ci danno più copertura sulle linee interne, è un vantaggio. Il sistema di gioco può aiutare, la squadra ora difende meglio. Tutti gli aspetti dipendono prima dalla testa e poi dal lavoro».
Se non si fosse improvvisa mente spenta la luce a Firenze in Coppa Italia, il 2019 della Roma sarebbe stato fin qui quasi perfetto. Vincendo stasera i giallorossi possono arrivare a 11 punti, erano solo 5 nelle prime 5 del girone d'andata, Bologna compreso. Il riavvio è stato positivo, grazie anche alla crescita di gioca tori come Schick, Karsdorp (entrambi infortunati ora) e soprattutto Zaniolo, che per l'ex Cafu diventerà «uno dei migliori al mondo»: «Nicolò è l'appello di Di Francesco non deve avere addosso trop pe responsabilità. Si è parlato della maglia numero 10, ma gli sta benissimo la 22 in que sto momento». Un passo alla volta, sulla strada per la Champions.
Kluivert e Olsen: la sfida è prendersi l’Olimpico
GAZZETTA DELLO SPORT - Il ragazzino e il veterano: quello che deve conquistare il posto da titolare e quello che invece lo deve difendere. Due storie parallele, quelle di Justin Kluivert e Robin Olsen, entrambi al ritorno in campo stasera contro il Bologna.
Due che non potrebbero essere più diversi. Kluivert sogna di giocare con più continuità nella Roma e sogna anche di giocare nel Barcellona in futuro. Da novembre non salta una partita, ma raramente è protagonista. Poi c'è Olsen: prima dell’infortunio al polpaccio, sembrava meno sicuro rispetto alle prime uscite. La Roma spera che lo svedese torni ad avere la sicurezza del passato.
In dubbio EI Shaarawy, De Rossi c’è
IL TEMPO - MENGHI - Il rientro di Perotti non cancella l'emergenza attacco. Di Francesco ha gli uomini contati là davanti e deve spremere Zaniolo verso l'undicesima di fila da titolare - sulla fascia destra. L'altro compagno di Dzeko dovrebbe essere Kluivert, chiamato a sostituire il capocannoniere della squadra: El Shaarawy, a quota 8 gol in questa Serie A (il bosniaco è fermo a 5, tutti segnati in trasferta), si è fatto male all’anca nell’allenamento di sabato e nella rifinitura ha lavorato solo parzialmente con il gruppo, perciò stasera dovrebbe partire dalla panchina e lasciare spazio all’ala olandese, che non gioca dal 1’ in campionato da un mese.
Perotti, alla prima convocazione del 2019, potrà al massimo dare un contributo a gara in corso, mentre Under, fuori dalla lista giallorossa, ci riproverà per Frosinone. Schick è ancora ai box (idem Karsdorp) e Di Francesco per allungare la panchina ha chiamato il baby Celar. Sono passati 6 giorni dal Porto e, a parte il ritorno di Olsen tra i pali e la novità obbligata Kluivert nel tridente, l’undici non dovrebbe cambiare tanto: De Rossi è pronto a stringere i denti, a centrocampo sono in 4 per 3 posti e dovrebbe restare fuori Nzonzi, con la conferma di Cristante e Pellegrini ai lati del capitano. Dietro Florenzi più di Santon a destra, Kolarov a sinistra, al centro Jesus spera ma Fazio dovrebbe restare al fianco di Manolas.