Quanto calore per Claudio: «Buona fortuna mister»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Al novantesimo Claudio Ranieri ci ha tenuto a ringraziare i tifosi sia in tv che in sala stampa. Sapeva, il tecnico, che le sue parole avrebbero fatto presa sulla gente, ma forse neppure lui immaginava che, per la prima volta dopo settimane, allo stadio Olimpico non ci sarebbe stata traccia di contestazione. I 30mila sugli spalti hanno raccolto il suo appello e, nonostante la pioggia e il vento gelido, hanno deciso di riscaldare ambiente e squadra. (…). Se ne è accorto Ranieri, accolto da saluti calorosi fin da quando è sceso dal pullman, da uno striscione in Sud («oggi come ieri, buona fortuna mister Ranieri») e da applausi scroscianti alla lettura delle formazioni. E ne sono accorti anche i giocatori in tribuna.  Manolas, soprattutto, ha dato spettacolo in tribuna Monte Mario. (...). Ha seguito in piedi gli ultimi sei minuti, si è sbracciato con l’arbitro, indicando ai compagni dove buttare il pallone («via, via la palla») e quando Marcano ha sbagliato un disimpegno prima si è messo le mani sul volto, poi è stato il primo ad applaudire lo spagnolo. A fine partita, quello che alcuni hanno ribattezzato Capitan Kostas, ha coinvolto in un abbraccio Under e Dzeko (De Rossi era stravolto, Kolarov ha accennato un sorriso) e poi ha lasciato il suo posto sulle note di «Grazie Roma». (…).


Ranieri porta via la sfortuna: El Sha e Schick, gol decisivi. Annullato il pareggio all’87’

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - I quasi trentacinquemila spettatori presenti all’Olimpico, salutano con affetto Ranieri, l’unico applaudito – insieme a Zaniolo – alla lettura delle formazioni. Reduci dall’eliminazione in Champions, con la conseguente rivoluzione tecnica (viaDi Francesco e Monchi), i tifosi dedicano uno striscione in curva sud al tecnico di Testaccio: “Oggi come ieri, buona fortuna mister Ranieri”. Lui saluta, ringrazia e si mette a favore dei fotografi, mentre in campo, prima  El Shaarawy e poi Schick, gli regalano la prima vittoria del nuovo corso romanista (2-1). Per El Shaarawy si tratta del nono gol in campionato, quota che l’attaccante non raggiungeva dalla stagione 2012/13, quando indossava la maglia del Milan (quell’anno ne fece 16 alla fine). Il “vento della romanità” – invocato alla vigilia da Ranieri – si trasforma in realtà in un vento freddissimo, che fa sventolare bene le bandiere in curva sud, ma che, insieme alla pioggia insistente, complica la gara della Roma. Contro l’Empoli – gara terminata in dieci per l’espulsione di Florenzi, e con il gol del pareggio degli ospiti annullato a tre minuti dalla fine – è tutto più complicato del previsto, anche se le tante assenze (tre squalificati e cinque infortunati) facevano già presagire varie difficoltà nel lunedì di campionato giallorosso. In tribuna seguono la partita vicini De Rossi, Dzeko Kolarov, con gli ultimi due che, squalificati, saranno a disposizione del nuovo tecnico sabato prossimo contro la Spal, a Ferrara. Non ce la farà invece il capitano, che dovrà restare fermo un mesetto, così come Manolas, che almeno fino alla sosta del campionato non recupererà. Dovrebbe farcela Fazio, sia squalificato ieri sera, sia acciaccatello. Da verificare le condizioni di Zaniolo, ieri sera titolare nonostante non fosse al meglio (ha sentito un fastidio al polpaccio sabato scorso) ed è stato costretto a lasciare il campo in corsa. Contro la Spal non ci sarà poi Florenzi, che, espulso, salterà la prossima trasferta. Intanto, per la prima volta, dopo il frettoloso addio di Monchi, è il ds fresco di nomina, Massara, a presentarsi davanti alle telecamere prima della partita. «Abbiamo un gruppo che ci darà delle soddisfazioni – le parole del dirigente ad interim – Monchi ci ha lasciato professionalità e dedizione, ma anche sofferenza per una stagione altalenante. Dobbiamo trasformare questa sofferenza, in energia positiva».


Ranieri II, cuore e… Var. La Roma torna a vincere

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Inutile fare i sofisti. I punti sono la migliore medicina per guarire e così la prima Roma del Ranieri II — malandata nel fisico (vedi infortuni) e morale — ne incassa tre assai preziosi in chiave Champions, battendo l’Empoli con un 2-1 santificato dalle reti di El Shaarawy e Schick, intervallata dall’autogol di Juan Jesus, anche se tocca alla Var, al 43’ della ripresa, cancellare il gol del pari di Kurtic. Certo, una vittoria non titanica, se si pensa che i toscani avevano conquistato solo 6 punti negli ultimi tre mesi, ma era difficile pretendere di più dai giallorossi. Tra infortuni e squalifiche, infatti, gli 8 assenti della Roma (Dzeko, Kolarov, Fazio, De Rossi, Manolas, Pastore, Pellegrini e Under) sembrano essere una «spoon river» di rimpianti ed è per questo che dal punto di vista del gioco non si sono viste rivoluzioni. Rispetto all’era Di Francesco c’è paura di sbagliare e quindi più possesso palla scolastico (il primo tempo al 69%), meno pressing alto, meno verticalizzazioni palla a terra e più lanci lunghi, lasciando ai soli Kluivert ed El Shaarawy il compito di far fiammate sulla fascia. (…).Morale: se la Roma può sperare nella Champions, l’Empoli ora ha il Bologna ad un passo. Per tutte, guai a sbagliare.


Ranieri: «Grazie a tutti, ma questa squadra prende troppi gol»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Tutti stretti attorno alla bandiera giallorossa, nel segno di Claudio Ranieri, al debutto sulla panchina della Roma: una notte di sofferenza, una notte da uomini veri. Come voleva il tecnico. Una reazione proporzionale alla difficoltà del momento (…): «Un grande grazie ai tifosi, che ci sono stati vicini – dice il tecnico -. (…).Faccio i complimenti alla squadra, perché anche in 10 non abbiamo mai dato l’opportunità di far gol. (…)».E Ranieri ha vinto 2-1 al debutto con la Roma con lo stesso risultato del precedente esordio del settembre 2010 contro il Siena. Sempre in piedi, più vicino possibile ai suoi giocatori in una partita segnata ancora da errori in fase difensiva: «Avevo detto ai ragazzi che di gol ne avevano presi troppi da palla in uscita. La cosa migliore è il risultato, dobbiamo lavorare molto. (…).Noi il gol primo o poi lo facciamo, ma non possiamo prenderne così tanti». E nella serata del riscatto c’è stata una redenzione anche per i più discontinui, Patrik Schick in primis: «È un giocatore che ha tutto, è completo, e io gli ho detto: “Se mi fai vedere il carattere che hai messo a Oporto quando sei entrato, sei dei miei…”. (…).Zaniolo? Ha avuto un polpaccio indurito, non dovrebbe essere nulla di grave. Mi chiedete della Var? Sono super favorevole, può aiutare l’arbitro». E sotto l’altra metà del cielo, Beppe Iachini, tecnico dell’Empoli, lascia scorrere parole amare nel dopo gara: «Nei 95’ giocati la mia squadra meritava di più, (…).Il braccio di Oberlin? Era attaccato al corpo, ecco perché c’è rammarico, se fosse accaduto a parti invertite…(…)».


Roma, i punti nel cuore

IL MESSAGGERO - TRANI - Ranieri, come il 13 settembre del 2009 a Siena, vince al debutto: stesso punteggio, 2-1, e identica sofferenza. E va subito a dama: la Roma, dopo il weekend, supera l'Empoli quartultimo e torna da sola al 5° posto, a 3 punti dall'Inter quarta e a 4 dal Milan quinto. Domenica sera il derby di San Siro: la nuova chance non va dunque sprecata.

PALLEGGIO OCULATO «Oggi come ieri, buona fortuna mister Ranieri». Che, a fine ripresa, ringrazia il Var: annullata la rete del pari a Krunic. La Roma del nuovo corso, insomma, rischia nel finale. L'inizio è, invece, decente con il 4-2-3-1 che piace ai giocatori. Il sistema di gioco è spavaldo, almeno per le caratteristiche degli interpreti. Schick è il centravanti, sui lati Kluivert ed El Shaarawy intraprendenti e ispirati. Zaniolo torna trequartista, ma spesso si alza accanto a Schick. La coppia di mediani è scontata: Cristante e Nzonzi. Come non c'è scelta per quella in mezzo alla difesa: Jesus e Marcano, entrambi mancini. A destra il terzino è Florenzi, a sinistra va Santon. Mosse annunciate anche per l'emergenza che penalizza il nuovo allenatore. Fuori in 8: gli squalificati Kolarov, Fazio, Dzeko e gli infortunati Manolas, De Rossi, Pellegrini, Pastore e Under. E 37ª formazione diversa in 37 partite (per otto undicesimi il mercato di Monchi). Ma l'input è chiaro già dalla vigilia: chi imposta non deve perdere il pallone. Il fraseggio, dunque, è lento e in orizzontale. E' la soluzione è limitare i rischi con il possesso palla: 67 per cento nel 1° tempo (in 10, nella ripresa, calerà al 54). El Shaarawy colpisce subito da fuori: destro a giro e 9° gol in campionato. Si conferma, insomma, il miglior realizzatore del gruppo. Non basta, però, la sua rete a indirizzare il match. La Roma continua a incassare gol, soprattutto all'Olimpico (19 su 37 totali): peggio, in casa, solo il Sassuolo, il Chievo, il Frosinone e proprio l'Empoli. Punizione di Bennacer, torre di Silvestre e autogol di testa di Jesus.

BARICENTRO ABBASSATO Sono 56 i gol incassati in 37 partite. Ranieri interviene con qualche accorgimento. In difesa la linea a 4 è più vicina a Olsen. In fase di non possesso palla, Kluivert ed El Shaarawy  si allineano a Cristante e Nzonzi per non lasciare a centrocampo la superiorità numerica all'Empoli, schierato da Iachini con il 5-3-2. E il pressing è ridotto al minimo. La Roma, intanto, sa di essere efficace in questa stagione sulle palle inattive: punizione da destra di Florenzi per lo stacco vincente di Schick. Sono 17 i gol, in campionato, su calcio da fermo. Prima del nuovo vantaggio, Pasqual centra l'incrocio dei pali, sinistro su punizione. Zaniolo, invece, calcia largo, dopo il tacco di El Shaarawy.

GRUPPO SPAVENTATO La Roma, timida e anche impaurita, prova comunque a gestire il match dopo l'intervallo. Entra Perotti per Zaniolo che non sta bene. El Shaarawy si sposta accanto a Schick. Dell'Orco salta davanti a Olsen, ma la girata di testa è a lato. Espulso Florenzi, doppia ammonizione: Maresca è fiscale e spesso distratto. Piove sull'Olimpico e sulla squadra decimata. Nel 4-4-1 entra Karsdorp per Kluivert. El Shaarawy, capitano in corsa, finisce la gara a destra. Debutta Celar, centravanti della Primavera (26° giocatore utilizzato), fuori Schick. Jesus sbaglia il rinvio, Olberlin fa muro con il braccio: ecco perché Maresca, aiutato dal Var, annulla il gol di Krunic. Decisione che pesa in classifica.


Il Var dà il benvenuto a Ranieri. La Roma cambia pelle e rinasce

LA REPUBBLICA - PINCI - Il clima da reunion non l’ha guastato nemmeno quel senso per l’autolesionismo di cui la Roma aveva già dato ampie prove. Il bentornato in Serie A e all’Olimpico a Claudio Ranieri è un gol annullato dal Var all’Empoli a tempo scaduto. Il primo segno di discontinuità col recente passato, forse: un fischio elettronico contestatissimo da Iachini, e benedetto da uno stadio infreddolito che nonostante l’ora e mezza di pioggia caduta sulla sua testa non avrebbe sopportato quella doccia gelata. Domani sarà passata una settimana dalla notte di Oporto che avviò la rivoluzione eppure la freschissima Roma di Ranieri può già giocarsi l’occasione di portarsi, nella peggiore delle ipotesi, a un punto soltanto dal 4° posto. Non subito, prima dovrà passare sulla Spal sabato, quando riavrà Dzeko, Kolarov e Zaniolo, uscito per precauzione: ma il sofferto 2-1 di ieri all’Empoli apre alla possibilità, oltre che a una nuova epoca.

Ed è simbolico che i gol li abbiano segnati El Shaarawy, l’escluso del Do Dragão, e Schick, l’uomo dei rimpianti portoghesi con quel rigore al 120’ che forse avrebbe meritato di ricevere. Raccontano che nei tre giorni di lavoro a Trigoria poche cose abbia potuto fare Ranieri: una era chiedere di giocare in modo semplice, cercando di garantire la difesa. E questo è quello che ha cercato di fare la Roma, pure allungandosi molto, perché più del gioco conta il risultato per dar forza all’inseguimento delle milanesi. Ha imparato a soffrire, a fingersi piccola senza esserlo, a sembrare umile e non arrogante. Anche se per la prima mezz’ora l’unica differenza con la gestione Di Francesco è stata il colore del cappotto, visto che Ranieri al paltò nero del collega ha preferito una giacca a vento bordeaux. Per questo il pareggio istantaneo dell’Empoli dopo il vantaggio di El Shaarawy aveva fatto rabbrividire. Ancora di più per la forma, visto che a spedirla in fondo alla porta di Olsen era stato il difensore romanista Juan Jesus, che in un delirio mistico doveva aver confuso la porta propria con l’altra. Colpo che avrebbe potuto affondare il Titanic appena riemerso dalla bufera. E invece, proprio a quel punto dev’essere scattato qualcosa. Schick, che tra campionato e Champions non aveva mai segnato nel 2019 (unica gioia, due gol all’Entella in Coppa Italia), s’è tolto il peso di quel digiuno, come a volersi riconoscere in quel ritratto celebrativo in cui s’era dilungato il nuovo allenatore presentandolo come «fortissimo, velocissimo, tecnico». La sua gara è sostanzialmente finita lì, eppure è quello l’istante che ha deciso la storia di una partita in cui «contavano solo i tre punti», come ha detto El Shaarawy, per la prima volta capitano nel finale dopo che l’arbitro Maresca, in imbarazzo continuo, aveva deciso di cacciare Florenzi. Ovviamente, negli occhi di tutti è rimasto il gol annullato a Krunic quando sarebbe stato troppo tardi per rimontarlo. Decisivo un tocco di gomito di Oberlin in un rimpallo precedente, un dettaglio colto dalla telecamera. L’Empoli era furioso, la Roma sorrideva. «Prendiamo troppi gol, ma la prima è andata», sospirava alla fine Ranieri: a lui, va benissimo così.


Ranieri: «Ci aiuteremo l'un l'altro per subire meno in difesa»

IL MESSAGGERO - CARINA - La Roma parte con il piede giusto. E Ranieri, al netto dello spavento finale per il gol annullato a Krunic, può sorridere: «Ero sicuro che sarebbe stata difficile ma devo fare i complimenti alla squadra perché in dieci siamo rimasti compatti. Il primo gol subito non l'ho capito. Sapevamo che l'ultimo uomo dell'Empoli avrebbe fatto il blocco. In Premier non fischiano fallo ma in Italia normalmente sì... Sul secondo, invece, il tocco con la mano era netto. Un grosso grazie va ai tifosi che nel momento difficile ci sono stati vicini». Soddisfatto ma senza esagerare: «La cosa migliore è il risultato. Dobbiamo lavorare molto, anche se in questo momento stiamo con la bombola d'ossigeno. Noi il gol prima o poi lo facciamo, dobbiamo invece restare concentrati per non subirne. Non è possibile prendere tutti questi gol. Mi fa essere positivo il fatto che fosse una partita difficile senza molti uomini. Nella ripresa eravamo un po' nervosi. Visto che in precedenza avevamo preso tanti gol in uscita, ho detto ai ragazzi di giocare la palla solo quando erano sicuri». Quella vista ieri, con il 4-2-3-1 in partenza, è un prototipo della squadra che ha in mente. Il futuro è 4-4-2 con il centrocampo a rombo in modo tale da poter sfruttare un uomo di qualità dietro a due punte: «Un'idea ce l'ho ma non la posso dire - prova a nascondersi il tecnico di San Saba - Ci aiuteremo l'uno con l'altro perché solo con una grossa organizzazione si può fare. Devo fare del mio meglio per aiutarli». La prima risposta dai singoli l'ha ricevuta da Schick, autore del gol del 2-1: «È un giocatore che ha tutto, velocità, dribbling e gol. Gli ho detto se mi fai vedere il carattere che ho visto a Oporto, sei uno dei miei uomini. Se l'ho visto bene contro l'Empoli? In alcune circostanze sì, deve farlo con più continuità. Ma tutti quanti devono dare di più». Torna sull'espulsione di Florenzi: «È un ragazzo che ha carattere. Ha giocato anche con il problemino al ginocchio ma lui mi ha detto che voleva esserci. Ha fatto di tutto per fermarsi. L'espulsione che ha rimediato è severissima, non so cosa abbia visto l'arbitro. E anche sull'ammonizione di El Shaarawy, l'arbitro mi è sembrato severo». Rivela un retroscena su Kluivert: «L'ho stressato molto, gli ho chiesto se ci avessero dato il più scarso. Alla fine aveva i crampi». Neo della serata l'infortunio di Zaniolo anche se Sir Claudio minimizza: «Mi ha detto che si è solo indurito il polpaccio. Avevo scelto lui per non rischiare Perotti che era tornato da poco da un lungo ko. Non dovrebbe essere nulla di grave».

LA RIVINCITA Serata speciale per Schick: «Devo ringraziare Ranieri per le belle parole spese sul mio conto. Cosa mi ha detto in privato? Che devo far vedere la cattiveria. Sono felice per il gol e per i tre punti, forse non è stata una partita bellissima ma contava vincere». Il ceco analizza il match: «La gara era molto difficile, anche dal punto di vista fisico. Per quanto mi riguarda stavo fuori da tre settimane. Alla fine ho avuto i crampi e per qualche istante ho avuto paura di essermi fatto male nuovamente. Fortunatamente tutto ok anche se quando sono uscito ero quasi morto dalla fatica». Ora a Ferrara potrebbe far coppia con Dzeko: «Ogni attaccante fa meglio quando gioca con un altro. Penso che anche Edin potrebbe rendere meglio». Non resta che attendere.


El Shaarawy e Schick: una notte per ripartire

LA GAZZETTA DELLO SPORT - La notte delle prime volte. La prima volta dei nove gol in campionato di El Shaarawy  con la Roma, la prima volta sempre del numero 92 con la fascia di capitano, la prima volta in cui Schick si è sentito davvero decisivo. Nella serata in cui Claudio Ranieri (ri)debutta sulla panchina giallorossa, sono i due attaccanti a prendersi la copertina. (…).Complice la squaiifica di Dzeko, il primo ad esultare in tribuna al momento del suo gol, Schick ha voluto giocare a tutti i costi nonostante non stesse benissimo. Nel finale ha dovuto lasciare il campo, le sue condizioni saranno monitorate tra oggi e domani, ma ora che ha trovato un allenatore che crede nella possibilità di vederlo in coppia con Dzeko non ha alcuna intenzione di fermarsi. (…):«Devo far vedere cattiveria e mentalità giusta. Adesso devo crescere, anche fisicamente perché alla fine ero quasi morto, e penso possa aiutarmi giocare con Dzeko, così come penso possa aiutare lui. Ogni attaccante fa meglio quando non è da solo». Se Schick, dopo essere entrato bene ad Oporto, ha deciso la partita, nel momento di massima difficoltà è stato preziosissimo El Shaarawy. Ha corso per due e non solo per quella fascia di capitano indossata dopo l’espulsione di Florenzi: «È stato un onore-ammette -, anche se l’ho presa in prestito per pochi minuti. (…). Abbiamo vinto con le unghie e con i denti e siamo stati cattivi. Ci portiamo a casa tre punti che saranno fondamentali per le prossime gare». (…).


Rosi (dirigente Roma club Testaccio): "Siamo tutti col mister, l’Europa alla nostra portata"

LA REPUBBLICA - MONACO - «Siamo tutti con Claudio Ranieri. Ieri, nonostante si giocasse all’Olimpico, il club in via Ghiberti era quasi pieno. C’è curiosità, tanta voglia di Roma. Il mister ha riacceso l’entusiasmo dei tifosi». Maurizio Rosi, 46enne dirigente del Roma club Testaccio, è fiducioso.

Pensa che Ranieri riuscirà a portare la squadra in Champions?
«Mi fido di Totti, se il capitano ha scelto lui vuol dire che è la persona giusta. Se i giocatori ce la metteranno tutta, al netto degli infortuni, l’Europa è alla nostra portata. Mi è piaciuto molto lo spirito che ha mostrato già dalla prima conferenza stampa. Ha parlato in modo schietto, da romanista».

Tre anni fa Ranieri vinse la Premier col Leicester e voi lo omaggiaste con uno striscione.
«Scrivemmo fuori dal club “Campione d’Inghilterra, core testaccino”: se lo meritava. Ranieri è un grande allenatore. Romano e romanista come noi».


Il Bomber e la sbronza: palo di Defrel. Con la Mercedes

LEGGO - CARBONI - Non muri difensivi, ma un muro di mattoni. Grégoire Defrel, 27enne attaccante della Sampdoria in prestito dalla Roma, stavolta non è riuscito a saltare l'ostacolo: a bordo della sua Mercedes infatti il calciatore francese si è andato a schiantare contro un muro, come conclusione di una notte brava a Genova. Secondo una prima ricostruzione, intorno alle 3 della scorsa notte il bomber blucerchiato avrebbe cercato di sfuggire all'alt di una pattuglia della polizia stradale, ma la sua fuga è durata ben poco. Il numero 92 della Samp infatti ha concluso la sua corsa contro alcune auto in sosta su corso Europa e poi contro un muro. Gli agenti della Poliziahanno immediatamente sottoposto il calciatore all'alcol test, che ha rivelato come Defrel si trovasse al volante della sua sportiva con un tasso alcolemico sopra il limite massimo consentito dalla legge: l'attaccante aveva un tasso alcolico pari a 1g/l. Il doppio del consentito dalla legge. Per questo i poliziotti hanno ritirato la patente all'attaccante, cui hanno anche contestato l'omesso controllo del veicolo. La sua Mercedes C 63 Amg coupé è andata distrutta, ma per fortuna il numero 27 doriano è uscito incolume dallo schianto.

La stessa società blucerchiata dovrebbe comminare una salatissima multa al suo tesserato, seguendo quanto stabilito dal codice comportamentale interno della squadra del presidente Massimo Ferrero. La stessa Sampdoria però smentisce che Grégoire Defrel sia scappato per cercare di evitare l'etilometro: «In merito a quanto accaduto nella notte al calciatore Grégoire Defrel, - si legge nella nota ufficiale del club - i dirigenti dell'U.C. Sampdoria hanno verificato con la questura di Genova e con il proprio tesserato che non c'è stato alcun inseguimento dopo un mancato alt a un posto di blocco». Nel comunicato blucerchiato poi si evidenzia come «la polizia è intervenuta in seguito all'incidente stradale in corso Europa, quindi è entrata in azione anche la polizia municipale. Defrel - si chiude la nota - non si è sottratto ad alcun controllo, ha anzi collaborato e ha dato la propria disponibilità per i rilievi e per la verbalizzazione dell'accaduto. Qualsiasi ulteriore ricostruzione dei fatti è dunque da ritenersi priva di ogni fondamento».


Silipo: "Una scelta perfetta è un allenatore fortissimo"

LA REPUBBLICA - MONACO - «Io e Claudio siamo fratelli, ci siamo sentiti anche ieri. È carico a molla, sono sicuro che farà bene». Claudio Ranieri e Fausto Silipo erano ragazzi quando con Roberto Vichi e altri scrissero la favola del Catanzaro, portando la formazione al settimo posto in A nella stagione 1981/’82.

Silipo, lei Ranieri lo conosce bene: ha accettato una sfida complicata.
«È un allenatore fortissimo, oltre che un signore. È molto concentrato sulla formazione da mettere in campo. È un tecnico serio. La Roma non poteva fare una scelta migliore».

Crede che Ranieri, in passato, sia stato sottovalutato qui a Roma?
«Il suo curriculum parla chiaro. Se Vučinić non avesse sbagliato un gol davanti alla porta ai tempi del primo incarico sulla panchina della Roma, adesso staremmo parlando dell’allenatore che aveva portato il quarto scudetto a Trigoria. Ha vinto ovunque e anche stavolta farà bene, sono sicuro».


Scaroni eletto in Lega, confronto tra Agnelli e Tebas

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Alla fine la Lega Serie A ha ripristinato il consiglio nella sua interezza: il posto lasciato vacante da Marco Fassone, allontanato dal Milan la scorsa estate, è stato ereditato proprio dal presidente rossonero Paolo Scaroni, eletto ieri in assemblea con 13 voti contro i 5 di Mauro Baldissoni, vice presidente esecutivo della Roma (2 le schede bianche). Sono stati decisivi i dieci minuti di pausa tra una votazione e l’altra, dopo l’equilibrio del primo scrutinio (8 voti per Scaroni, 7 per Baldissoni, 4 schede bianche e 1 nulla). Dieci minuti in cui, con la solita regia di Claudio Lotito, sono stati convinti gli indecisi ad appoggiare il n.1 del Milan. Nessuno, poi, ha sollevato obiezioni sulla doppia poltrona occupata dall'Inter che inizialmente aveva annunciato la disponibilità a uscire dal consiglio di Lega (dove siede Alessandro Antonello, mentre Beppe Marotta è consigliere federale). (…). Evidentemente sta bene a tutti così: alle grandi che temevano imboscate delle medio-piccole con conseguente rottura degli equilibri (gli altri consiglieri in quota ai club, oltre ad Antonello e Scaroni, sono Campoccia dell’Udinese e Percassi dell’Atalanta); e al fronte lotitiano che non aveva alcuna intenzione di aderire alla candidatura di Baldissoni. Ieri c’è stato spazio anche per un confronto di idee sul futuro delle coppe europee. Da una parte l’Epfl, l’associazione delle leghe europee, dall’altra l’Eca, il potente consorzio dei club. Dopo un’introduzione di Alberto Colombo, vice segretario generale Epfl, si sono succeduti Javier Tebas e Andrea Agnelli. Il n.1 della Liga (…):«Una sproporzione delle risorse delle coppe porterebbe a una perdita di valore dei tornei domestici, a vantaggio di pochissimi. Ci opponiamo fermamente all’ipotesi di collocare la Champions nel weekend, basta la finale al sabato». La replica del presidente dell’Eca e della Juventus: «È anche interesse dell’Eca che ci sia equilibrio competitivo, ma deve esserci a livello internazionale. I club devono concorrere in uno scenario globale, nel quale tra le leghe ci sono differenze notevoli di fatturato. (…)».