Under, Jesus e Perotti: l'obiettivo è il Porto

LEGGO - BALZANI - L'obiettivo per tutti è il Porto, il 12 febbraio. E vale per Under, Perotti e Juan Jesus. Anche il turco, infatti, starà fuori tre settimane dopo la conferma della lesione al retto femorale destro rimediata col Torino. Un'altra tegola per Di Francesco che però ha recuperato un attaccante: Florenzi. La rinascita di Karsdorp e la freschezza di Santon permettono, infatti, al tecnico di poter finalmente schierare l'esterno oltre la linea mediana. Nel ruolo in cui Eusebio lo ha sempre visto meglio. Una scelta effettuata già contro Lazio e Inter per garantire maggiore equilibrio e che avrà un seguito contro Atalanta e Fiorentina.

Previsto anche il ritorno di Nzonzi, anche se sarà difficile scegliere chi lasciare fuori tra l'ex Cristante, Lorenzo Pellegrini e Zaniolo. In attacco probabile conferma di Dzeko che riposerà in coppa Italia lasciando spazio a Schick. Nel frattempo Perotti è volato a Barcellona nella clinica Corachan per tentare di guarire non solo prima possibile, ma anche in modo definitivo. La terapia di Perotti sarà a titolo conservativo e prevede un trattamento che riesce a mettere a posto il muscolo nell'80% dei casi. Come accaduto con Pastore che ieri ha deciso di saltare il giorno libero per lavorare da solo a Trigoria. Ancora incerti, infine, i tempi di recupero di De Rossi che potrebbe tornare ad allenarsi in gruppo entro fine settimana.


Caccia a Mancini ma sarà De Rossi l’ago della bilancia

GAZZETTA DELLO SPORT - Il mercato della Roma vive di idee e improvvise accelera­zioni dovute alle contingenze. Un esempio? Oggi dovrebbe tornare ad allenarsi in gruppo capitan De Rossi [...]. Se tutto andrà nel mi­gliore dei modi possibili, la ne­cessità d’intervenire in media­na andrebbe perciò a svanire [...]. Lo stesso discorso vale anche per il difen­sore. Le buone notizie che arri­vano da Juan Jesus (il rientro potrebbe avvenire anche per il match d’andata col Porto), annacquano l’ipotesi di un rinfor­zo, soprattutto se Marcano non vorrà muoversi. Il d.s. Monchi, però, non perde di vista Gianlu­caMancini dell’Atalanta [...]. Se il club nerazzurro ac­cettasse l’offerta di prestito per 18 mesi con riscatto obbligato a 25 milioni, la Roma lo accoglie­rebbe a braccia aperte.

C'è anche la chiave Defrel, che pia­ e parecchio a Gasperini, an­ che se la punta è seguita pure da Fulham e Watford. [...] Da segnala­re, poi, come da Trigoria smen­tiscano l’interesse dell’Evertonper Dzeko, che rimbalza dal­ l’Inghilterra (e comunque assai difficilmente il bosniaco accet­terebbe). Complicato anche, infine, che Perotti – tra l’altro ancora ai box – rientri a breve nel mirino del Boca, come si sussurra. [...]


Il mito di Piedone, l'oriundo senza fronzoli

REPUBBLICA - SISTI - Piedone, sì ma non l'africano e neppure lo sbirro. Piedone e basta. L'unico che aveva il diritto di aprire un bar col suo soprannome a Piazzale Clodio. Pedro Waldemar Manfredini se ne è andato ieri a 83 anni. Una leggenda giallorossa. Era il viso antico, il corpo, l'eleganza fisica e la potenza del gesto, più un certo modo di impomatarsi i capelli, tipici di un calcio lontano che oggi non avrebbe più senso (troppo semplice e buono) e che forse, in diretta televisiva, sarebbe inguardabile. Era la figurina di uno sport composto da ragazzi dal volto già consumato o bruciato dal sole. Giovani selezionati dalla povertà o dal rimbombare di qualche guerra. Pedro incuteva timore: "Un fusto, mamma!", avrebbe detto Franca Valeri. Ma era alto come Under (1,74) e quando incontro Pallotta sembrava un nonnetto aggrinzito dal tempo. Pedro era il classico "fromboliere" che aveva imparato a segnare in tutti i modi. Di sé, nel '60, disse: "Molta gente non mi comprende, il mio gioco è moderno, direi all'europea, ha poco della classica caratteristica sudamericana, con "gambetas", "pisadas", "cortes", "firuletes". Io vado dritto, cerco direttamente la rete. E creo polemiche. A Mendoza qualche dirigente pensava fossi inutile!". Tanto inutile che lo dovettero vendere per 60 milioni.

Lanciato da "Mummo" Orsi nel Maipù, arrivo da noi per giocare nella Roma (dove è rimasto dal '59 al '65 segnando 104 reti) dopo un lungo rimestare di carte sulle scrivanie ("lo prendo se posso schierarlo come oriundo", disse l'allora presidente della Roma D'Arcangeli) e dopo un fallito passaggio al Torino. A segnalarlo ai giallorossi fu un argentino della Lazio, Silvestro Pisa, e Pedro più tardi espresse al suo connazionale tutta la sua riconoscenza segnando nei derby (5 derby, 5 reti). Pedro era orgoglioso delle sue origini italiane. Il nonno paterno Pietro, viticoltore ed "emigrante" come i protagonisti del profetico, omonimo film di Fabrizi del '49 (Emigrantes), era partito da Cremona a fine '800 per fare fortuna in quell'Argentina piena d'uva che circonda Mendoza. La famiglia della madre veniva dalla Puglia.

Pedro sbarcò a Ciampino e un fotografo, Brunetti, quando apparve in cima alla scaletta dell'aereo usò il grandangolo: "Sembrava che avesse un'estremità gigante!". Non aveva ancora messo i piedi sulla terra italiana e ii 24enne dell'altro mondo già era diventato "Piedone". I primi mesi alla Roma furono difficili. Giocava in una squadra di talenti che spesso preferivano "piacere" nei night-club di Via Veneto. Pero quell'attacco faceva paura: Orlando, Lojacono, Manfredini, Schiaffino, Selmonsson. L'anno dopo Pedro cominciò a fare la differenza, la Roma balzò in testa alla classifica dopo tre giornate. Poi la solita curva ipoglicemica, ma anche la conquista della Coppa delle Fiere (doppietta di Pedro nel 2-2 dell'andata di Birmingham). Più avanti Carniglia, argentine come lui, lo mise fuori squadra placando le ire di chi lo aveva sempre considerato un mezzo bidone. Tornato Foni in panchina, Manfredini si ripresentò con una tripletta al Palermo. Nel '63 dopo aver vinto la classifica marcatori insieme con Nielsen del Bologna, a cedere purtroppo non fu la voglia ma il ginocchio. Il resto della carriera (Venezia e Brescia) si misurò più in dolori che in scatti. Rientrò triste y solitario in Argentina. Ma ormai non era più casa sua. E così è ritornato qui. Sino alla fine.


Test a Trigoria per De Rossi. Perotti e Jesus in Spagna

MESSAGGERO - CARINA - Anche Perotti e Jesus ricorrono alla clinica Corachan di Barcellona. Mentre in Argentina circola per l’ennesima volta la voce dell’interessamento del Boca, per porre fine al calvario che lo perseguita da inizio stagione (prima un problema alla caviglia, poi a seguire ko al flessore e due volte al polpaccio), l’argentino è volato in Spagna per sottoporsi, come già accaduto a Pastore a dicembre, ai fattori della crescita. È l’ennesimo tentativo per uscire fuori da un tunnel che sinora gli ha concesso di scendere in campo appena 5 volte (4 in campionato) per un totale di 218 minuti. Ci vorranno almeno tre settimane per rivederlo in campo. Stesse indicazioni, bene o male, per Jesus che dovrebbe tornare a metà febbraio.

ACCERTAMENTI PER UNDER - Più o meno la prognosi per l’infortunio al retto femorale di Under. Il turco oggi svolgerà gli esami che regaleranno un quadro più preciso sui tempi di recupero che non dovrebbero discostarsi dal mese di stop. La Roma conta già 36 infortuni stagionali, di cui 26 di natura muscolare comprese le ricadute. Un numero che lo scorso anno aveva raggiunto ad aprile e che in questa stagione è arrivato con tre mesi d’anticipo. Come annunciato venerdì da Di Francesco, probabilmente già questa mattina De Rossi tornerà ad allenarsi con il gruppo.Il capitano non gioca dal 28 ottobre (trasferta a Napoli) e vederlo nuovamente con la squadra sarebbe un bel segnale per il completo recupero del calciatore (sofferente per una lesione alla cartilagine). Ieri s’è allenato da solo a Trigoria e oggi è atteso alla prova del campo. Toccherà a Daniele decidere se forzare o meno: lo staff si affida alle sue sensazioni. Se non ci saranno imprevisti, questi due recuperi allentano la morsa sul mercato. Eusebio si augurerebbe almeno un innesto ma il budget a disposizione non ammette deroghe. Da monitorare, in uscita, la posizione diDefrel che spinge per andare via da Genova. Se rientrasse a Trigoria, sarebbe solo di passaggio. In Premier ha richieste dal Newcastle e dal Fulham ma in pole rimane l’Atalanta che preme per averlo subito. Se ne riparlerà dopo domenica. Diventerebbe un anticipo per poi prendere Mancini.


Ciao Piedone Manfredini, mitico uomo-gol della Roma

GAZZETTA DELLO SPORT - Giacomo Losi risponde al telefono con la voce rot­ta dall’emozione: «Mamma mia, il nostro Piedo­ne, non c’è più neanche lui or­mai. Compagno leale, gioviale, sempre pronto a dire sì, mai una parola di troppo... E quan­to era forte». [...] Man­fredini, che dal mondo del cal­cio era uscito da tempo, se ne è andato a 83 anni e a comuni­carlo è stata, nel pomeriggio, la società della sua vita attra­verso un tweet. [...] In città si faceva vedere poco, aveva vissuto alla Balduina, proprio accanto a Losi («Quanto era di­ vertente vederci tutti i gior­ni»), poi a Spinaceto ed infine ad Ostia, dove aveva anche un bar e dove, tra un caffè e l’altro, passava il tempo a salutare le persone che lo avevano cono­sciuto e riconosciuto. [...]

Aveva giocato in Ar­gentina, a Brescia e nel Vene­zia, ma la sua storia e la sua vi­ta erano sempre state colorate soltanto di giallorosso: arriva­to nel 1959 per 78 milioni di li­re, rimase fino al 1965, se­gnando 104 reti in 164 partite. Quinto miglior marcatore della storia romanista, terzo per me­dia gol più alta (0.63 a parti­ta), vinse, oltre alla Coppa del­le Fiere, anche una Coppa Ita­lia. [...]

Al culmine della carriera, però, a Roma era un mito: [...] entrò nella storia della radio quando, il 31 di­cembre 1961 il suo gol che con­sentì alla Roma di vincere a San Siro contro l’Inter provocò la prima interruzione per una rete di Tutto il calcio minuto per minuto. Al cinema è diventato famosissimo il “Vai Piedone vai”, urlato da Vittorio Gas­smann ne “I mostri”, di Dino Risi [...]. L'ultimo saluto a Manfredini è in programma domani, nella chiesa Re­gina Pacis, alle 11.30. [...]


Roma, arrivano le semifinali

CORRIERE DELLA SERA - Non ci fosse stata la vittoria del Milan contro il Genoa, per la Roma sarebbe stato un weekend «lungo» perfetto: successo contro il Torino, sconfitta della Lazio a Napoli e quarto posto conquistato. Ieri pomeriggio, però, i giallorossi sono ritornati quinti, a meno uno dai rossoneri. [...] La Roma c’è ed è pienamente in lotta per un posto in Champions. Che per il momento è uno, ma le difficoltà dell’Inter potrebbero aprire scenari che fino a poco tempo fa erano impensabili. [...] La formazione di Di Francesco è attesa dalla complicatissima gara di Bergamo contro l’Atalanta e poi dal match dell’Olimpico contro il Milan. Due scontri diretti, divisi dalla trasferta di Firenze per i quarti di finale di Coppa Italia.

[...] Di Francesco dovrà sicuramente fare a meno di Cengiz Under - che oggi si sottoporrà agli esami per stabilire l’entità dell’infortunio alla coscia sinistra rimediata sabato - e di Diego Perotti, che è volato a Barcellona per tentare di risolvere definitivamente i problemi muscolari [...]. Dopo i due giorni di riposo concessi dal tecnico, la squadra ricomincerà a lavorare oggi alle 10.30: Nzonzi e Florenzi dovrebbero essere entrambi a disposizione per il match di Bergamo; da verificare le condizioni di De Rossi, che ieri si è allenato a Trigoria.


Il futuro è adesso: iniziamo a divertirci con i giovani

CORRIERE DELLA SERA - DI CARO - Viva la pazza gioia di Zaniolo, l’equilibrio maturo di Cristante, le geometrie letali di Pellegrini, la corsa libera di Karsdorp. E viva la garra raffinata di Schick, l’adolescenziale alternarsi di perle ed errori di Kluivert, la spinta esplosiva di Under.

Viva la meglio gioventù, che si prende la Roma a metà campionato, facendosi largo tra eroi infortunati o stanchi che cedono un po’ di strada e accompagnano nel cammino quella che potrà - dovrà- essere l’ossatura della squadra di domani. [...] Meglio alzare trofei e correre per il titolo, se si può. Ma se non è questo il tempo che ci è dato - non ancora almeno - veder crescere futuri possibili campioni e forti interpreti di un ciclo che potrebbe aprirsi non è poco. È bello, invece. Rischioso pure? Eccome. [...] Viva i colpi di tacco alla noia e i dribbling agli schemi: quando si ha poco da giocare è il momento di giocarsi tutto. E hai visto mai che iniziamo a divertirci?


Manfredini, il ricordo di De Sisti: "Terribili quelle barzellette ma noi ridevamo ugualmente..."

GAZZETTA DELLO SPORT - Si è spento nella giornata di ieri all'età di 83 anni l'ex centravanti argentino della Roma degli anni '60, Pedro Manfredini. Al quotidiano sportivo, l'ex centrocampista giallorosso Giancarlo De Sisti ha ricordato così "Piedone"«Ero incuriosito da questa storia del piede... Ben presto, però, ho capito che dietro il grande attaccante c’era una persona preziosa. I suoi consigli li ho portati dentro di me tutta la carriera». Prosegue: «Era un punto di riferimento in campo, uno che si faceva sentire in tutto e per tutto».

E poi le barzellette: «Ecco, veniamo alle note dolenti. Spesso le sue non facevano ridere, ci provava e riprovava, ma niente. E noi alla fine ridevamo lo stesso, ma non per la barzelletta, per la faccia che faceva quando non ci vedeva divertiti dal suo racconto».


Dzeko+Schick: Di Francesco ci prova

IL TEMPO - MENGHI - Convivente o solista, basta che giochi: Di Francesco cerca posto a Schick. Dzeko non si sblocca, ma quando c'è e sta bene difficilmente resta a guardare, il ceco però è in ascesa e la panchina gli va stretta, ecco perché il tecnico romanista sta pensando di tentare il matrimonio tra i due che in passato non ha funzionato. Il momento è diverso e potrebbe esserlo anche il risultato. Insieme le punte giallorosse hanno giocato 32 volte per un totale di 1.042 minuti, 51 i punti conquistati frutto di 14 vittorie, 9 pareggi e 9 ko, e hanno prodotto 25 gol, 18 firmati dal bosniaco autore anche di 5 assist e 2 dall'ex Sampdoria. Ma Schick sta venendo fuori dall'ombra di Dzeko, quest'anno in campionato hanno fatto lo stesso numero di reti, 2 a testa, ed è cresciuta la concorrenza tra di loro. Da novembre ad oggi il ceco è stato titolare in 9 partite su 13 ed è forse merito di questa continuità, oltre all'aiuto del mental coach, se sta uscendo dal guscio.

«Rivederli insieme? Perché no, hanno dimostrato di poterlo fare bene», ha constatato Di Francescodopo il test di convivenza nel finale col Torino, la gara in cui ha perso Under (oggi gli esami alla coscia) per infortunio e ha iniziato a riflettere su come sostituirlo. Schick l'esterno a destra l'ha già fatto, seppur con caratteristiche diverse da quelle del turco, che come Perotti - pure lui ai box - è bravissimo a saltare l'uomo e a giocare in profondità. La carenza di ali e il calendario che s'infittisce con 3 partite in una settimana, da domenica a Bergamo con l'Atalanta fino a Roma-Milan il 3 febbraio, passando per il quarto di Coppa Italia con la Fiorentina al Franchi, obbligano l'allenatore a studiare soluzioni differenti per l'attacco. Schick almeno una delle prossime due sfide la giocherà dal 1', con Dzeko o al suo posto, molto dipenderà dalle scelte di Di Francesco sulle corsie esterne, dove oltre ai reduci Kluivert ed El Shaarawy e il ceco adattato potrebbero tornare utili Zaniolo, col ritorno di Nzonzi in mediana, o il jolly Florenzi, ieri a Trigoria ad allenarsi nel giorno libero (oggi ripresa alle 10.30) assieme a De Rossi, Marcano e Pastore. L' argentino è stato seguito da Tomas Vogliotti, suo connazionale specializzato nel miglioramento psicofisico nutrizionale, e sta ricercando la forma fisica migliore dopo essersi messo alle spalle l'infortunio recidivo al polpaccio.

Stesso problema e stessa cura per Perotti, volato ieri a Barcellona (e rientrato in serata) per sottoporsi al trattamento a base di fattori di crescita presso la clinica Corachan (ci sono stati anche Dzeko ed El Shaarawy per le rispettive lesioni muscolari) che sembra aver funzionato con l'ex Psg, in grado di tornare a disposizione due settimane dopo il viaggio in terra spagnola. Non ha giocato moltissimo dal suo rientro, 190 minuti in tutto, ma almeno il polpaccio non gli da più il tormento. Perotti spera di trovare una soluzione definitiva che gli permetta di svoltare in questa stagione da incubo, fatta di appena 218 minuti, 5 presenze e 1 gol su rigore. Non sta andando bene nemmeno a De Rossi, che finalmente può dirsi clinicamente guarito ma aspetta di allenarsi con il gruppo nei prossimi giorni per testare il ginocchio: se dovessero arrivare le risposte giuste, potrebbe essere convocato domenica e Monchi potrebbe decidere di non prendere nessuno a centrocampo, dove sembra destinato a restare anche Coric, senza offerte concrete e in ogni caso poco convinto di andarsene.


Zaniolo e il rinnovo in giallorosso. «Ballano» circa trecentomila euro

IL TEMPO - MENGHI - Fumata grigia. Il primo incontro tra Monchi e il nuovo procuratore di Zaniolo, Vigorelli, c'è stato, ma non è stata raggiunta l'intesa sull'adeguamento contrattuale per il trequartista che guadagna come un baby (circa 300 mila euro a stagione) ma stupisce tra i grandi. La Roma ha messo sul tavolo poco meno di un milione di euro, proposta bocciata dall'agente, che spinge per alzare l'asticella fino a 1,2 l'anno. Si sono dati appuntamento a febbraio per riparlarne, con la consapevolezza che un accordo verrà trovato. Non verrà inserita la temuta clausola rescissoria e il ritocco sarà sull'ingaggio, non sulla data di scadenza (resterà 2023). In odore di rinnovo anche il classe 2001 Riccardi.


Addio Piedone. Fenomeno d’altri tempi

IL TEMPO - VITELLI - La Roma, e il mondo del calcio, piangono la scomparsa di Pedro Valdemar "Piedone" Manfredini. A 83 il cuore dell'argentino ha smesso di battere all'ospedale G.B Grassi di Ostia, zona di Roma che l'attaccante giallorosso aveva scelto da più di trent'anni per vivere. Piedone era malato di diabete da tempo, una patologia che lo aveva costretto negli ultimi giorni al ricovero presso il nosocomio lidense. Sposato con Ana Maria, nel quartiere del mare di Roma aveva messo le radici a metà degli anni '80, quando la figlia della coppia aveva sposato un ragazzo della zona. Dopo anni passati a  gonfiare le reti di mezzo mondo, Manfredini si era reinventato imprenditore, gestendo personalmente prima un bar-tavola calda all'interno dello storico stabilimento balneare Tibidabo, poi continuando l'avventura tra caffè e tramezzini in un esercizio commerciale in via Vasco de Gama che aveva deciso di chiamare "Bar Roma e Lazio".

Giunto a Roma nell'estate del 1959 per 78 milioni di lire, Pedro Manfredini deve il suo soprannome di "Piedone" ad un fotografo che, per immortalarlo mentre scendeva dall'aereo, si piazzò sotto la scalena prendendo in primo piano la scarpa del giocatore che apparve quindi gigantesca. In realtà calzava un normalissimo 42 (che gli andava pure un po' largo), ma ormai era fatta. Per tutti, nella capitale, era "Piedone". Forte fisicamente, rapido e generoso, era dotato di un tiro fortissimo anche se non molto preciso. Il suo debutto in maglia giallorossa è datato 11 ottobre 1959. La Roma gioca a Firenze contra i Viola e Manfredini segna quasi subito. Alla fine, con i capitolini, realizzerà 77 gol in Serie A, 9 in Coppa Italia e 18 in Coppa della Fiere (conquistata dalla Roma nel 1961). Nelle sei stagioni romaniste, tra '59 e '65, indossa la casacca 164 volte, vincendo la classifica dei marcatori con 19 reti (a pari merito con il danese Harald Nielsen che in quella stagione gioca con il Bologna) al termine del campionato 1964/65. Dopo gli anni nella capitale, si trasferisce al Brescia e poi al Venezia, prima di tornare in momentaneamente Argentina.

«La A.S. Roma piange la scomparsa di Pedro Manfredini, uno dei più grandi attaccanti della storia giallorossa. Ai familiari va l'abbraccio della società e dei tifosi romanisti», si legge nel comunicato di cordoglio diramato dalla società giallorossa. Personaggio dal carattere esuberante, ma al contempo semplice e cordiale, "Piedone" Manfredini è apparso anche in una scena del famoso film ."I mostri" di Dino Risi. Nell'episodio "Che vitaccia!", Vittorio Gassman interpreta un baraccato romano che, sempre alle prese con le difficoltà economiche dovute ad una famiglia povera e numerosa, spende gli ultimi spiccioli che ha per andare allo stadio a tifare la Roma. Ad una cavalcata di Manfredini sulla fascia destra, Gassman lo supporta dagli spalti urlando a squarciagola "Vai Piedone, vai", per poi impazzire alla rete giallorossa. Le immagini di quello spezzone, già famose tra i romanisti, da ieri sono storia. "Vai Piedone, vai", l'amore del popolo giallorosso ti terrà compagnia anche lassù.


Italia all'ultimo stadio: diamoci una mossa. Juve, un esempio isolato. Si muove solo la provincia, le grandi città che fanno?

GAZZETTA DELLO SPORT - Sono trascorsi 2693 giorni dall’inaugurazione dello Juventus Stadium e, ormai possiamo ben dirlo, l’effetto trascinamento non c’è stato. [...] Il quadro è desolante, da diversi punti di vista. Il fresco rapporto dell’Uefa ha certificato come la Serie A disponga di soli tre stadi di proprietà dei club, una percentuale misera se paragonata a quella della Premier (15 su 20 club), della Bundesliga (9 su 18), della Liga (16 su 20), ma anche della Scozia (9 su 12) e dell’Irlanda del Nord (7 su 12). [...] Secondo il Report Calcio della Figc, ogni anno tra Serie A, B e Lega Pro si registrano mancati ricavi fino a quasi 300 milioni, nell’ipotesi di riempimento del 100% della capienza degli stadi, ferma al 52% in Italia contro il 93% di Germania e Inghilterra e il 72% della Spagna. [...]

Così, partendo dagli 11,6 milioni di ricavi da stadio del 2010-11, la Juve si è issata nel 2017-18 a 60,4 milioni di cui 4 derivanti dagli eventi organizzati nei giorni diversi dalle partite, senza contare i proventi da tour e museum. Si sta ripagando alla grande l’investimento, museo incluso, da 155 milioni [...] Il Frosinone ha completamente rifatto il vecchio Matusa  [...]. La Spal ha diversificato la spesa e si è patrimonializzata investendo su stadio e centro sportivo: il restyling del Mazza(concessione d’uso per 10 anni al club) è costato quasi 14 milioni, di cui 9 sostenuti dalla società. [...] Poi ci sono i progetti in fase di realizzazione, avviati o da avviare. Si pensi a quello che l’Atalanta [...]. Oppure al piano del Cagliari [...]. Più indietro stanno club come Fiorentina, Bologna, Genoa e Sampdoria (e, sotto la Serie A, Venezia o Bari), comunque interessati da tempo a dotarsi di infrastrutture moderne. [...]

Nella capitale l’avveniristico progetto della Roma a Tor di Valle, al netto dell’inchiesta sul costruttore Parnasi (nessun atto è stato macchiato da episodi corruttivi), ha subito il taglio delle cubature dalla giunta Raggi: ora si è in attesa del parere del Politecnico di Torino sulla viabilità e soprattutto dell’approvazione della variante urbanistica da parte del Consiglio comunale, in programma entro marzo, per poi incassare il via definitivo dalla Regione. A Milano devono innanzitutto mettersi d’accordo Inter e Milan. [...] Il Napoli, dopo aver vagheggiato nuovi impianti, sembra voglia restare al San Paolo, ora sottoposto a interventi light in vista delle Universiadi di luglio. [...]