Ferreira Pinto: "Di Francesco mi ha insegnato tanto ai tempi del Perugia. La Roma domenica dovrà essere umile"

Ferreira Pinto, ex giocatore dell'Atalanta, è intervenuto ai microfoni dell'AS Roma Match Program. Queste le sue parole:

Dal Brasile a Lanciano, passando per lo Standard Liegi in Belgio dove non ha mai giocato. È iniziata così la sua carriera.
“Giocavo in una squadra vicino casa, l’União São João, dove avevo segnato tanti gol e mi ero messo in luce. Fui ceduto in Belgio, allo Standard, ma lì non mi trovavo a mio agio. Non dormivo, non mangiavo, era un ambiente che non riuscivo a sopportare. Così, decisi di rompere l’accordo e tornare in Brasile. Ma lì la società si arrabbiò e mi regalò il cartellino”.

E cosa successe?
“Per un periodo tornai a raccogliere le arance nei campi, a lavorare come avevo sempre fatto. Anni precedenti – come sapete – facevo l’operaio in un mattonificio. Estraevo a mano mattoni bollenti dal ventre infuocato di una fornace, per dieci ore al giorno. Però volevo giocare a pallone e feci di tutto per trovare una soluzione. C’era un connazionale che stava per partire per giocare in Italia, a Lanciano, Adriano Mezavilla. Gli diedi un dvd con i miei gol e le mie giocate. Gli chiesi di portarlo con sé e farlo visionare. Parliamo del 2001”.

Funzionò, evidentemente.
“Sì, il mio fu un tentativo come tanti. Ma lui mantenne la parola e consegnò il disco ai dirigenti del Lanciano. Lo videro, mi chiamarono per fare un provino di una settimana. Verso la fine di questa esperienza, loro stavano preparando la partita con la Nocerina e l’inizio dei play-off. Ero sul punto di tornare a casa, ma lì iniziò la mia fortuna”.

Perché?
“Si fecero male i due attaccanti titolari, non sapevano cosa fare e si ritrovarono in casa il sottoscritto. Facemmo un accordo, mi avrebbero pagato 600 dollari a partita, fino al termine della stagione. Esordii contro il Pescara, prendendo una traversa. Uscii tra gli applausi del pubblico abruzzese. Iniziò tutto così, alla fine di questo ciclo di sei gare mi fecero firmare un contratto di due anni. Sono grato ad Adriano, lo dico sempre quando posso”.

Nel 2004, poi, si trasferì al Perugia.
“Fu un salto di categoria, in Serie B. Inizialmente, non ero sicuro di essere all’altezza di questo campionato. L’allenatore era Colantuono, giocavamo in modo molto aggressivo. Passaggi di prima e tagli in profondità. A Lanciano con Castori era diverso, palla lunga e pedalare. Non nego che trovai delle difficoltà a gestire il pallone. Credevo di essere il più scarso della rosa. Fino a quando un senatore del gruppo venne da me a darmi dei consigli…”.

Chi?
“Lo conoscete? Eusebio Di Francesco (ride, ndr). A Perugia giocò l’ultimo anno da calciatore. Mi insegnò alcuni fondamentali, su come proteggere il pallone e servirlo in una certa maniera, facendomi capire alcuni trucchi del mestiere. Sembrava allenatore già allora e mi fu utilissimo perché da allora presi ancora più consapevolezza, capendo di poter far parte del calcio professionistico a un certo livello. Ringrazio davvero Eusebio, non era scontato che facesse una cosa del genere, essendo a fine carriera. Gli piace insegnare calcio, non a caso ora allena la Roma”.

La Roma, la squadra a cui segnò uno dei suoi 14 gol in Serie A.
“Esatto, con la maglia dell’Atalanta, quando perdemmo 2-1 nel 2008. In Serie A ho disputato più di 100 partite, un traguardo che non avrei mai immaginato una volta partito dal Brasile. Però sono sempre stato consapevole e concentrato sui miei obiettivi. Giocavo a pallone per passione, ma dovevo pure mantenere la mia famiglia a distanza, mandando almeno 1000 euro al mese. È per questo che mi sono trovato subito una ragazza, non potevo perdermi in altri contesti, dovevo arrivare e restare con i piedi per terra. Sono stato fortunato, però me la sono cercata. Mia moglie l’ho incontrata a Lanciano, sono 17 anni che stiamo insieme. Abbiamo due figli, viviamo a Bergamo”.

A Bergamo dove gioca ancora a calcio. Nel Pontisola, tra i dilettanti.
“Finché mi diverto, non smetto. Quando vedrò che i ragazzi mi supereranno in tutto, dirò basta. Per ora non ci penso, credo di giocare ancora uno o due anni. Nel frattempo, gestisco un’accademia dove insegno ai giovani i fondamentali e alcuni trucchi del mestiere”.

Nel 2011, peraltro, ha raccontato la sua vita nel libro “Volevo solo giocare a calcio”.
“Credo sia un libro perfetto per i ragazzi tra 15 e i 18 anni. In quelle pagine ho voluto far capire che i sogni si possono realizzare, ma bisogna andarseli a prendere. Oggi vedo che per i più piccoli il mondo è semplificato in tutto. Parlo anche dei miei figli, naturalmente. Non solo dei bambini degli altri”.

Che ricordi ha delle sfide contro i giallorossi?
“L’ho sempre detto, la Roma e il Milan erano gli avversari che mi piacevano di più perché non speculavano mai sull’avversario, ma andavano a giocarsi la partita cercandosi di imporre sia in casa sia in trasferta. Sono sicuro che pure domenica vedremo una partita di alto livello”.

Vuole sbilanciarsi?
“L’Atalanta è in un ottimo momento, ha Zapata che fa tanti gol. La Roma dovrà essere umile per portare via punti dall’Atleti Azzurri d’Italia. Per me, vince l’Atalanta 2-1”.

A Roma ci si augura il contrario.
“Ovvio (ride, ndr). Comunque, avete un’ottima squadra. La Roma ha puntato su giovani calciatori che oggi gli stanno dando risultati. Un po’ come l’Atalanta. Non basta prendere un giovane, la differenza sta nel puntarci. E la Roma ci ha puntato, mettendosi nelle condizioni di avere un grande futuro davanti. Mi faccia dire cosa mi auguro più di ogni cosa per Atalanta-Roma…”.

Prego.
“Che sia uno spettacolo godibile anche sugli spalti, non solo sul terreno di gioco. Vorrei che le due tifoserie non fossero più ostili e ognuno tifi la propria squadra con lealtà. È questo il bello del calcio”.


Amauri: "La Nazionale italiana si rifarà nei prossimi anni"

Amauri, ex calciatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni a soccermagazine.it. Questo un estratto delle sue parole:

Che idea ti sei fatto dell’attuale momento storico del calcio italiano, considerando la mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali?
"Per quello che ho visto essendo all’estero oggi, la Nazionale al Mondiale è mancata un po’ a tutti, perché ci sono parecchi tifosi dell’Italia in tutto il mondo. Sicuramente è stata una cosa cui era impossibile credere, però è successo. Oggi l’Italia ha un nuovo allenatore, ci sono nuovi progetti, perciò credo che la Nazionale si rifarà nei prossimi anni sicuramente".

Secondo te l’arrivo di Cristiano Ronaldo ha aiutato un po’ a dimenticare questa delusione del calcio italiano?
"L’arrivo di Cristiano secondo me è un bene per tutta la Serie A e per l’Italia, anche perché il campionato italiano ha sempre avuto dei grandi campioni in assoluto, ma negli ultimi anni ne sono arrivati pochi. Da qualche anno non ne arrivavano della dimensione di Cristiano Ronaldo. Sicuramente la Serie A, l’Italia in sé ci ha guadagnato con un giocatore straordinario come lui".

Da un paio di anni in Serie A c’è una prima punta molto promettente che però fatica ancora ad esplodere. Da ex centravanti, cosa pensi di Patrik Schick?
"L’ho visto. A me come giocatore piace, piace tanto. Quanti ha adesso lui? 23. Ha tutto il tempo del mondo. Io a 23 anni non avevo mai fatto tanti goal, Vieri lo stesso, tanti altri attaccanti che hanno cominciato a fare tantissimi goal dopo i 25 anni. So che gioca già in una grande squadra, la pressione è tanta, però credo che lui abbia dei compagni e delle persone al suo fianco che possano tranquillizzarlo cosicché possa crescere e fare quello che sa fare, che è goal".

Negli ultimi anni molti riferimenti storici del calcio italiano hanno conosciuto addii indesiderati per diversi motivi, tra Di Natale, Del Piero e Totti. Secondo te le società devono usare più delicate o comunque devono mettere in primo piano le proprie finalità?
"Io credo che le bandiere debbano avere un qualcosa in più. Anche Maldini, per quello che ha fatto nel calcio, sicuramente meritava di più. Però a volte è difficile capire queste cose. Come punto di vista e opinione personale le bandiere devono avere qualcosa in più, perché hanno dato veramente tutto per una maglia e secondo me meritano un po’ di più. Non dico di rispetto, perché ne hanno da tutti, non solo dalla società, ma meritano qualcosa in più per loro, ecco".


Monchi sonda il terreno per Barrios, nessuna offerta concreta per il momento

Wilmar Barrios, centrocampista del Boca Juniors, è l'ultimo nome accostato alla Roma, come innesto per la mediana. Secondo le ultime indiscrezioni il club giallorosso avrebbe offerto al club argentino un prestito secco di sei mesi e obbligo di riscatto a giugno. Secondo quanto riporta OLE, però, diverse squadre europee avrebbero sondato il terreno per Barrios, tra le quali anche i giallorossi di Monchi, ma al momento non è stata recapitata nessuna offerta concreta.  


Sanabria atteso a Genova nelle prossime ore per le visite mediche

Antonio Sanabria è ormai a un passo dal Genoa. L’attaccante, su cui la Roma ricaverebbe il 50% del cartellino in caso di vendita da parte del Real Betis Balompiè, arriva in rossoblù con la formula in prestito fino al 2020 ed obbligo di riscatto fissato a 18 milioni di euro più bonus. Sanabria, come riferisce il giornalista di SportItalia Luca Cilli su Twitter, è atteso nelle prossime ore in Italia per effettuare le visite mediche con il Genoa.


Allenamento Roma, domani mattina la ripresa alle ore 11

La Roma sta preparando il prossimo match di campionato contro l'Atalanta. Gli allenamenti riprenderanno domani mattina a Trigoria alle ore 11.


Da Trentalange alle 'carte' di Totti passando per il ritardo di De Rossi, quant'è dura Bergamo per noi

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Domenica prossima, ore 15, presso lo stadio Atleti Azzurri d'Italia di Bergamo, la Roma di Eusebio Di Francesco sfiderà la compagine orobica allenata da Gian Piero Gasperini nel tentativo di offrire ulteriore continuità a un filotto di vittorie che, compreso il successo negli Ottavi di Coppa Italia contro la Virtus Entella, vede i giallorossi in serie positiva da quattro partite.

L'impegno non si preannuncia dei più facili, innanzitutto per l'eccellente stato di forma attraversato attualmente dall'Atalanta, reduce da una sonora cinquina in quel di Frosinone e più in generale da quattro vittorie e un pareggio (conseguenza di una comunque ottima prestazione contro la Juventus di CR7) nelle ultime sei giornate di campionato. Inoltre, i nerazzurri hanno pure brillantemente superato il proprio turno nella coppa nazionale, andando ad espugnare la Sardegna Arena di Cagliari per 2-0 all'inizio del mese.

Come se non bastasse, si aggiungerà anche la caldissima atmosfera offerta dai tifosi padroni di casa, che attendono ogni anno la sfida tra le mura amiche contro la Roma come fosse un vero e proprio derby.

A testimonianza di ciò, è difficile dimenticare l'episodio avvenuto nell'estate del 2013, quando, in occasione della presentazione ufficiale della squadra, gli ultras atalantini prepararono un ingresso 'a effetto': l'ex bandiera Stromberg e l'allora centrocampista orobico Migliaccio entrarono in scena su un carro armato, finito poi a scontrarsi contro un'automobile con la scritta 'Roma M...'.

La formazione di mister Di Francesco, tuttavia, dovrà badare unicamente al campo e non lasciarsi intimorire dall'ambiente, poiché le grandi squadre è così che si comportano e il vero problema, semmai, dovrà unicamente essere legato alla sfera tecnico-tattica del match.

Ad ogni modo, c'è da dire che l'Atleti Azzurri d'Italia è storicamente sempre stato difficile terra di conquista per i protagonisti con la lupa sul petto.

Negli ultimi vent'anni, complice anche la spesso assai differente (in favore della Roma) cifra tecnica tra le due squadre, il bilancio di vittorie della squadra capitolina è migliorato, ma fino a metà degli anni Novanta Bergamo per la 'magica' era realmente un tabù.

È sufficiente evidenziare che dopo il successo per 2-0 nel primo confronto assoluto nella massima serie tra Roma e Atalanta (stagione 1937/38), i giallorossi tornarono a vincere in quel di Bergamo unicamente dopo quindici anni.

Lo stesso avvenne a partire dalla stagione 1952/53, annata in cui i capitolini centrarono appunto il secondo successo della propria storia contro gli orobici; sarebbero serviti altri tredici anni per assistere a una nuova vittoria  romanista in terra bergamasca.

Dopo circa un trentennio di sostanziale equilibrio, la Roma ha poi iniziato a far sentire pesantemente la propria voce all'Atleti Azzurri d'Italia. Negli ultimi sedici confronti in Serie A, infatti, i giallorossi hanno ottenuto nove vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte.

Il dato viene raccolto a partire dalla stagione 1996/97, quella del 'fenomeno' argentino Carlos Bianchi in panchina per intenderci (anche se in quell'occasione in panchina c'era la coppia Liedholm-Sella, che sostituì proprio l'ex Velez), quando ebbe inizio una mini-serie di tre vittorie consecutive a Bergamo contro i padroni di casa (le successive due volte in cui la Roma conquistò i tre punti furono nell'anno seguente con Zeman al timone e poi nell'anno del tricolore sotto un diluvio universale e tanto fango con i gol di Delvecchio e Tommasi).

Nel corso di questo spazio temporale, tuttavia, sono arrivate anche alcune pesanti cadute, seppur per ragioni diverse.

Il 19 gennaio del 2003, ad esempio, la Roma di Fabio Capello si recò a Bergamo per sfidare la formazione nerazzurra allenata da Giovanni Vavassori e cadde 2-1 non certo per proprie colpe. Si trattò dell'anno dei tanti torti arbitrali subiti dalla compagine giallorossa, stranamente conseguenti alla battaglia per la presidenza della Lega calcio che vide il numero uno della Roma Franco Sensi uscire sconfitto all'ultimo istante contro l'ad del Milan Adriano Galliani. Dopo l'iniziale vantaggio capitolino siglato da Vincenzo Montella, salì in cattedra il signor Alfredo Trentalange, l'arbitro della sfida, che grazie a decisioni discutibili (eufemismo) contribuì in modo decisivo alla rimonta subita dalla squadra di Capello. Cristiano Doni e Paolo Tramezzani ribaltarono la situazione e condannarono la Roma a una bruciante sconfitta.

Il 26 febbraio del 2012, invece, i giallorossi non poterono accusare che se stessi per una prestazione realmente imbarazzante. La trasferta bergamasca di quella stagione era nata sotto una cattiva stella già prima del fischio d'inizio della partita, poiché l'allora coach della Roma Luis Enrique decise di escludere clamorosamente Daniele De Rossi dal match. Molte voci si susseguirono sulle motivazioni, fino a scoprire che il centrocampista di Ostia si era presentato in ritardo alla riunione tecnica immediatamente antecedente alla sfida. Un atteggiamento inaccettabile per l'ex esterno del Barcellona, che ebbe in seguito modo di affermare che "per diventare una grande squadra non basta comprare calciatori ma prima di tutto viene l'acquistare una mentalità da grande club". La Roma, di fatto, non scese in campo, subendo un pesante ma giusto 4-1 da parte dell'Atalanta di mister Colantuono e del 'tanque' Denis, autore addirittura di una tripletta.

Il 17 aprile del 2016, invece, in una partita assolutamente folle, la Roma uscì indenne da Bergamo, raccogliendo un punto al termine di un pirotecnico 3-3. Alla fine di quella sfida, però, successe il finimondo in casa giallorossa. Luciano Spalletti era tornato nella Capitale da appena tre mesi ma la frattura con Francesco Totti appariva già insanabile: Bergamo fu soltanto l'ennesima tappa di tale stillicidio. Entrato a pochi minuti dal termine, il Capitano firmò la rete che regalò il pareggio alla Roma eppure Spalletti nella conferenza stampa post match non ebbe parole al miele per Totti, anzi. Emergerà successivamente che, nella nottata prima della sfida, l'allenatore toscano aveva sorpreso diversi calciatori, tra cui appunto Totti, a giocare a carte fino a tarda notte ed era andato su tutte le furie. La tensione nell'ambiente romanista raggiunse le stelle.

Infine, l'assurdo ko del 20 novembre del 2016. La stagione giallorossa era iniziata con lo shock dell'eliminazione nei preliminari di Champions League contro il Porto e i primi mesi furono tutt'altro che semplici. Ad ogni modo, la Roma di Spalletti si presentò a Bergamo in ottima forma e disputò un primo tempo di assoluta qualità: il meritato vantaggio arrivò al 40' con Diego Perotti su calcio di rigore. Sembrava il viatico per un successo che sarebbe stato fondamentale tanto per la classifica quanto per il morale; come spesso accade a questa magnifica ma dannata squadra, però, nel secondo tempo si 'spense la luce' e gli orobici di Gasperini ribaltarono il risultato grazie ai gol di Caldara e Kessié (proprio a tempo scaduto, su calcio di rigore).


Le risorse inaspettate per questa seconda parte di stagione

INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - La Roma ha avuto e continua ad avere tanti, troppi infortuni. Mister Di Francesco sta combattendo da inizio stagione con questo problema, con le cessioni importanti (una anche a mercato chiuso e dopo un pre-campionato basatosi su Strootman a centrocampo) e con calciatori di spessore che non si sono ancora adattati come Pastore.

L’ex trainer del Sassuolo sta facendo davvero di necessità virtù e tutti questi aspetti negativi, però, hanno avuto un rovescio della medaglia: la scoperta di giocatori che forse avrebbero avuto poco spazio se questi elementi non si fossero incatenati in questo modo.

L’esempio più lampante è quello di Nicolò Zaniolo, prodotto del vivaio della Fiorentina che poi ha girovagato tra Inter e Virtus Entella prima di passare alla Roma insieme a Davide Santon nell’operazione Nainggolan. Nelle intenzioni della società, il numero 22 giallorosso sarebbe dovuto rimanere sino a gennaio, come sta avvenendo con Coric per farlo ambientare nella Capitale e poi magari terminare la stagione in prestito in qualche squadra minore di serie A per “farsi le ossa”.

A questo si è opposto Di Francesco, che ne ha riscontrato grandi doti sia fisiche che caratteriali oltre che tecniche e quando ne ha avuto bisogno, lo ha lanciato dal primo minuto al Santiago Bernabeu senza pensarci 2 volte. Anche il ct della Nazionale Roberto Mancini crede molto in lui e lo ha già convocato per un paio di amichevoli ma da lì in avanti il suo percorso in maglia giallorossa è stato un continuo crescendo. Prestazioni di livello che lo hanno portato agli onori della cronaca ed a paragoni importanti con campioni del passato per un giocatore che invece va tenuto lontano dai riflettori per non fargli subire il contraccolpo psicologico di tanta fama.

Non è l’unica risorsa a cui si è affidato il tecnico giallorosso in questo periodo di difficoltà: altri esempi sono Lorenzo Pellegrini, che dopo un inizio stentato, ha trovato il suo equilibrio e fatto il salto di qualità quando è stato inserito nella mischia nel corso del derby al posto dell’infortunato Pastore e la rete di tacco gli ha dato quella spinta in più per fare ancora meglio. Anche Justin Kluivert ha avuto le sue occasioni per dimostrare il suo valore ma è molto giovane e, a differenza di Zaniolo, mostra ancora i limiti che può avere un 19enne catapultato in una realtà diversa da quella vissuta sino a pochi mesi prima, come accadde lo scorso anno a Cengiz Under, ormai diventato titolare inamovibile (infortuni permettendo).

Prima parte di stagione a 2 facce per Bryan Cristante, che è arrivato a Roma con il difficile compito di non far rimpiangere il Ninja che aveva preso la direzione di Milano sponda nerazzurra e del quale ha preso anche il numero di maglia. L’inizio per l’ex atalantino è stato molto complicato, non riuscendo ad entrare nei meccanismi di interno di centrocampo nel 4-3-3 dell’allenatore romanista ma la svolta c’è stata anche per lui a causa di un altro infortunio: quello di Daniele De Rossi. A quel punto, Cristante si è dovuto abbassare in regia accanto a Steven Nzonzi e piano piano e con le sue caratteristiche, ha metabolizzato il nuovo ruolo, ha tirato fuori la personalità che gli era mancata nei primi mesi in giallorosso ed è diventato uno dei più positivi della squadra.

Il campione del mondo francese, invece, ha risentito un pò del cambio di modulo: lui era arrivato per fare il vice-De Rossi ed invece si è ritrovato prima a doverci giocare accanto avendo caratteristiche simili e poi affianco di Cristante, dove è sicuramente andato meglio anche se predilige giocare come frangiflutti davanti alla difesa.

Lo stesso Santon, arrivato a Roma con il tallone d’Achille della promessa mai realizzata affibbiatagli a Milano, ha avuto degli alti e bassi alla Roma ma è un elemento su cui si può contare in caso di necessità.

Un giocatore che invece potrebbe far fare il salto di qualità alla squadra in fase difensiva è Rick Karsdorp. Pure lui ha sfruttato la chance concessagli per l'influenza di Florenzi ma finalmente ha fatto intravedere cose interessanti. La Roma lo aspetta da 2 anni ed in molti avevano perso le speranze a causa dei tanti infortuni e della voglia dell’olandese di tornare in Patria per giocare con continuità ma prima la gara degli ottavi di finale di Coppa Italia con l'Entella e soprattutto il match contro il Torino hanno mostrato le ottime qualità del ragazzo, che non ha ancora i 90’ nelle gambe e ha commesso qualche sbavatura difensiva su cui si dovrà lavorare ma ha dimostrato di avere ampi margini di crescita e tecnica preziosa per un esterno difensivo.

Tutte queste risorse saranno importanti nella seconda parte di stagione soprattutto se a queste si abbinassero anche i ritorni a livelli alti di giocatori fondamentali come De Rossi, Pastore, Perotti e Dzeko e con El Shaarawy che ha già dato prova di quanto sia necessaria la sua presenza in campo.


InsideRoma Daily News | Fienga nuovo CEO, Baldissoni vice presidente esecutivo. Calvarese arbitrerà il match contro l'Atalanta. Sabato alle 12:45 la conferenza di Di Francesco

NOTIZIE DEL GIORNO | 24 gennaio 2019

QUI ROMA

L'AS Roma ha nominato Guido Fienga nuovo Chief Executive Officer. Fienga ricoprirà il nuovo ruolo con effetto immediato e riporterà direttamente al presidente Jim Pallotta e al Consiglio di Amministrazione del Club. Entrato nell’AS Roma come Strategy and Media Director nel 2013, il dirigente giallorosso è stato nominato Chief Operating Officer lo scorso anno. Nell'ambito di questi cambiamenti, Mauro Baldissoni sarà promosso a vicepresidente esecutivo dell’AS Roma.

La Roma è tornata ad allenarsi questo pomeriggio alle 14:45 in vista del match di domenica alle 15 contro l'Atalanta all'Atleti Azzurri d'Italia di Bergamo. Juan Jesus, Perotti e Mirante continuano a fare lavoro individuale in palestra. Daniele De Rossi prosegue ad allenarsi in gruppo, mentre Fazio si allena a parte ma in campo e Cengiz Under svolte le terapie per recuperare dall'infortunio. Il programma ha previsto lo svolgimento del riscaldamento, un lavoro tattico e una partitella finale. I giallorossi torneranno ad allenarsi domattina alle 11:00.

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, interverrà sabato alle 12:45 in conferenza stampa, alla viglia del match contro l’Atalanta.

Atalanta-Roma sarà arbitrata da Gianpaolo Calvarese della sezione di Teramo. Il match è in programma domenica alle 15 allo stadio Atleti Azzurri d'Italia e ad assisterlo saranno gli assistenti Passeri e Manganelli con Giua che completerà il pacchetto degli arbitri di campo come IV uomo. Alla Var e Avar, invece, saranno impegnati Di Bello e Bindoni.

La Roma è risultata come il quindicesimo club al mondo per fatturato secondo lo studio condotta da Deloitte Football Money League.

INTERVISTE

Pallotta: "Fienga condurrà la Roma verso la prossima fase del nostro percorso di crescita"

El Shaarawy: "Siamo in crescita e dobbiamo avere sempre più consapevolezza delle nostre forze"

Monchi: "La Roma è sempre in prima linea nel preservare i valori e l’integrità del calcio"

Nzonzi: "La cosa più difficile da imparare per il mio ruolo? Probabilmente, la tattica"


Atalanta-Roma, arbitra Calvarese. Il bilancio con il fischietto di Teramo

INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - Gianpaolo Calvarese, fischietto della sezione di Teramo, dirigerà Atalanta-Roma, scontro cruciale per la corsa al quarto posto in ottica Champions League. Il direttore di gara sarà coadiuvato dagli assistenti Passeri e Manganelli, mentre il IV uomo sarà Giua. VAR e AVAR rispettivamente Di Bello e Bindoni.

I PRECEDENTI – Positivo il bilancio della Roma con l’arbitro abruzzese, che ha diretto i giallorossi undici volte per un totale di otto vittorie e tre sconfitte. Calvarese è alla prima designazione stagionale con la Roma, l’ultimo incontro risale alla vittoria giallorossa contro il Chievo-Verona, lo scorso 28 aprile, con le reti di Schick, El Shaarawy e la doppietta di Dzeko.

Gli insuccessi si registrano in casa del Palermo (match del 30 marzo 2013), all’Olimpico con la Sampdoria (16 marzo 2015) e proprio contro l’Atalanta a Bergamo. La partita, datata novembre 2015, ha visto i giallorossi uscire sconfitti per 2-0, subendo il gol del Papu Gomez e il rigore di Denis. Il match finì con tre uomini in meno, Maicon per la Roma e Stendardo e Grassi per i padroni di casa, espulsi entrambi nel finale di partita.

In Coppa Italia, invece, Calvarese ha arbitrato la vittoria sulla Sampdoria per 4-0 – gol di Dzeko, El Shaarawy e doppietta di Nainggolan – e la sconfitta contro il Torino, entrambi ottavi di finale datati 2017.

Risultati più che positivi anche per l’Atalanta. Dodici gare dirette in totale dal fischietto abruzzese, delle quali ben nove vittorie, due pareggi ed una sola sconfitta. Una delle vittorie nerazzurre con Calvarese è della stagione in corso, il successo in casa dell’Udinese per 3-1, con l’hat trick firmato dall’ormai inarrestabile Duván Zapata, sicuramente uno degli osservati speciali della partita di domenica pomeriggio.


Roma ed Albiceleste, un feeling da ritrovare

INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - Il Sudamerica, calcisticamente parlando, è stato la patria di diversi giocatori talentuosi saliti alla ribalta nei campionati europei. Negli ultimi anni sulla cresta dell’onda vi sono stati e vi sono tutt’oggi vari campioni nati nel sud dell’America, che hanno fatto e continuano a fare le fortune dei principali club europei. Principalmente i maggiori esponenti sudamericani di questo sport provengono dall’Argentina e dal Brasile. Su tutti basti pensare a Messi ed Aguero per l’Albiceleste o Neymar e Coutinho per la Seleção.
Anche dalla Roma sono passati vari brasiliani ed argentini, e ad oggi vi sono cinque calciatori provenienti dal sudamerica: i brasiliani JuanJesus e Fuzato e gli argentini Fazio, Pastore e Perotti.
Sui primi due, i brasiliani, c’è poco da dire visto che JuanJesus è infortunato e Fuzato non ha mai giocato. Discorso diverso legato agli argentini, con cui la Roma ha sempre avuto un feeling particolare.
Molti gli argentini che hanno vestito la maglia giallorossa, a cominciare dal primo argentino e primo straniero della storia per la Roma, Arturo Chini Ludueña. Sempre attaccante e recentemente scomparso, Pedro “Piedone” Manfredini. Nella storia più recente non possiamo non ricordare gli scudettati Batistuta, Balbo e Samuel; gli ultimi argentini ad aver vinto un titolo nazionale nella Capitale.
Ma torniamo ai giorni correnti ed ai tre argentini menzionati prima. A Fazio, Pastore, Perotti ed a come stanno aiutando sul campo la Roma a raggiungere i propri obiettivi:

PEROTTI – Diego “El Monito” Perotti è arrivato alla Roma il primo febbraio 2016 dal Genoa, in prestito oneroso con diritto di riscatto esercitato prima della fine del mese per un totale di 10 milioni di euro. Perotti comincia subito forte andando in gol contro la Sampdoria. Ma è nella stagione successiva che si consacra in giallorosso, con 47 presenze tra campionato e coppe e 10 reti, l’ultima delle quali in giorno dell’addio al calcio di Francesco Totti contro il suo Genoa, per il successo che è valso l’accesso diretto in Champions League.
Ma purtroppo in questa stagione El Monito è stato costretto a restare lontano dai campi a causa degli infortuni, troppi infortuni. Solo a dicembre contro l’Inter si è potuto vederlo in campo, subentrando dalla panchina e toccando le 100 presenze con la maglia della Roma. Sembrava tornato, pronto a giocare, ma alla prima di Coppa Italia contro l’Entella un problema al polpaccio lo ha bloccato di nuovo. Il rientro in campo, salvo ricadute, è previsto per la seconda settimana di febbraio.
Una stagione sfortunata per Perotti, che ancora non ha potuto dare il suo apporto alla causa avendo collezionato solo cinque presenze.

FAZIO – Federico Fazio è arrivato alla Roma sei mesi dopo Perotti, già suo compagno di squadra al Siviglia. In giallorosso il comandante ci impiega un po’ a farsi spazio, cominciando spesso come panchinaro. Ma piano il suo valore e la sua determinazione in fase difensiva lo rendono un titolare inamovibile e perno della retroguardia con Manolas. Una retroguardia che la scorsa stagione ha fatto vedere ottime cose risultando una delle migliori della stagione.
Ma è in questa nuova esperienza giallorossa che Fazio sta deludendo, facendo vedere solo in minima parte tutto il suo valore. In varie occasioni il difensore non si è dimostrato molto attento e determinante come l’anno scorso, commettendo diversi errori nonostante le reti segnate. Pochissime le partite, su 23 totali in stagione, in cui Fazio ha fatto vedere prestazioni di livello.
Un dato che potrebbe fare allarmare la dirigenza giallorossa, soprattutto in previsione della prossima stagione. Infatti Fazio, nonostante i 31 anni, dovrebbe essere il perno del reparto difensivo; soprattutto se dovesse partire Manolas (corteggiato da Chelsea e Manchester United) e con Marcano che non ha inciso e che sembra destinato all’addio. Un Fazio che si spera possa tornare sui suoi livelli, sia per il suo bene che per quello della Roma. Altrimenti in estate ci sarà tanto lavoro per Monchi, con un reparto intero da ricostruire da zero.

PASTORE – Javier Pastore è l’ultimo argentino, in ordine di arrivo, della Roma. Acquistato in estate dal Paris Saint Germain per circa 25 milioni. Il flaco è tornato così in Serie A dopo l’esperienza al Palermo ed i sette anni trascorsi in Francia in cui, causa anche i vari campioni arrivati sotto la Tour Eiffel, ha trovato sempre meno spazio. Sette anni in cui in Ligue 1 sono arrivati vari trofei ma a livello di prestazioni non ha mantenuto alta l’asticella. Un parere sull’argentino espresso anche da Walter Sabatini, che lo portò al Palermo nel 2009 dall’Huracan: “Pastore a 19 anni è arrivato a Palermo e giocava un calcio che solo nei sogni si poteva immaginare. Poi è andato al Psg, stava facendo una grande carriera, ma a un certo punto si è totalmente seduto e mi dispiace perché è un giocatore che avrebbe ancora delle qualità straordinarie”.
Si è totalmente seduto”, una frase che per un calciatore fa male da sentire, ma che nel caso di Pastore è pura verità. L’argentino, infatti, è solo una pallida imitazione di se stesso ed i tempi in cui era determinante ed elegante come pochi in campo sembra ormai un lontano ricordo. Ed anche alla Roma la musica sembra rimasta su note basse.
Alla sua prima partita in giallorosso contro il Torino la sua prestazione è stata deludente, quasi sufficiente. In campo sembrava molto lento e macchinoso, sbagliando molti passaggi semplici. Alla prima in casa, contro l’Atalanta sembrava fosse tornato sui suoi livelli con un buon match ed un gol di tacco da vero fuoriclasse e genio del calcio. Ma è stato solo un fulmine a ciel sereno. Nelle partite successive il livello di Pastore è rimasto medio-basso, fino all’infortunio che lo ha portato a stare a lungo lontano dai campi. Uno stop forzato che è costato caro a Pastore, scavalcato nelle gerarchie di Di Francesco da Lorenzo Pellegrini e da Nicolò Zaniolo, che si stanno rivelando determinanti e fondamentali per la Roma.
Lunedì 14 gennaio, contro l’Entella in Coppa Italia, Pastore ha ritrovato il gol che potrebbe dargli nuova linfa per il prosieguo della stagione; ma principalmente dovrà lavorare sulla fase mentale e psicologica. Perché i numeri ed il talento per essere determinante li ha, deve solo ritrovare fiducia in se stesso e giocare senza pressioni dall’esterno.

La Roma e l’Argentina, un feeling che in passato ha fatto le fortune della compagine capitolina, ma che questa stagione sembra non funzionare più come una volta. Sembrano ormai lontani i tempi di Batistuta, bomber infallibile con una costante fame di gol. Manca molto la cattiveria e la presenza difensiva di Samuel, un muro quasi impenetrabile capace di fermare anche i più grandi campioni dei suoi anni. Mancano molto le trame e le giocate degli argentini che sono passati dalla Roma facendone le fortune e portando trofei.
Tempi andati, lontani, ma che si spera possano tornare il prima possibile. Fazio, Perotti e Pastore hanno tutti i numeri per essere determinanti sul campo e per portare in alto la Roma. La società e Di Francesco credono molto in loro, con l’augurio che questa fiducia venga ripagata nel migliore dei modi. La stagione è ancora lunga, la Roma è in corsa per tutti gli obbiettivi ed i tre giocatori argentini possono dare ancora il loro aiuto.
Fazio, Pastore, Perotti, “vamos”.


La Roma aspetta capitan De Rossi

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - La Roma ritrova la serenità sul campo. Dopo un lungo periodo di difficoltà nei risultati finalmente per i ragazzi di Di Francesco sembra si sia raggiunta la continuità tanto cercata. Dopo la vittoria casalinga per 3-2 con il Torino a Trigoria si fa il pieno di energia in vista della gara contro l'Atalanta

EPPURE IN INFERMERIA CONTINUANO I PROBLEMI - Il capitano Daniele De Rossi è infatti ancora alle prese con i guai muscolari che ne hanno condizionato la prima parte della stagione. Il classe '83 fa un passo alla volta e gli ultimi sono stati tutti in avanti: ieri, per la prima volta da 3 mesi a questa parte (si è infortunato a Napoli a il 28 ottobre), il capitano si è allenato insieme ai compagni, partecipando ai test atletici Mapei, svolti per la terza volta in stagione dai giallorossi. Una seduta particolare, quindi, che non poteva dare risposte complete sulla tenuta del ginocchio «malandato», ma ora clinicamente guarito secondo gli esami svolti dal centrocampista. Stamattina una nuova risposta, se De Rossi sarà ancora in gruppo nell'allenamento col pallone sarebbe un altro metro in più percorso verso il traguardo, che resta però lontano. Non è affatto sicura una sua convocazione per domenica a Bergamo, anzi, le previsioni tendono a un leggero pessimismo perché essendoci la cartilagine di mezzo è sconsigliata qualsiasi accelerazione. Con l'Atalanta non giocherà, questo si può dire con discreta sicurezza, ma se la settimana dovesse filare liscia De Rossi vedrebbe comunque vicina la luce. Il resto è un libro vuoto da scrivere. Quando potrà giocare titolare? Come reagirà il ginocchio? Potrà proseguire la carriera da calciatore? E il rinnovo? Domande da tenere per forza di cose in sospeso, con una base forte: il rapporto tra la Roma e De Rossi è talmente solido che verrà presa una decisione comune per il bene di tutti. E' proprio nella difficoltà che si tempra il carattere, e capitan De Rossi ha sempre dimostrato di avere la stoffa del vincente. Non ci sono dubbi sul fatto che anche stavolta supererà tutte le difficoltà.


Insideroma Daily News - La Roma cerca rinforzi per il centrocampo. Domani allenamento a Trigoria alle 14:45

NOTIZIE DEL GIORNO 23/01/2019

La Roma si trova in nona posizione in una classifica stilata dal portale calcioefinanza.it che rende noto l'aumento dei fatturati delle maggiori realtà europee (con il bilancio al 30 giugno 2018 già disponibile, motivo per cui mancano alcune superpotenze economiche come LiverpoolPSG e Arsenal) rispetto a 10 anni fa, seguendo la moda del #TenYearsChallenge in voga qualche giorno fa.: nel giro di 10 anni i ricavi dei giallorossi sono migliorati di circa 80 milioni (+43%), passando da 175,4 a 250,8 milioni di euro. Segue la Lazio, con un +23,5%, da 102,4 a 126 milioni. L'altra italiana in classifica è l'Inter, in ottava posizione, cresciuta nelle ultime stagioni anche grazie all'impatto di Suning: i nerazzurri sono passati da 172,9 a 288,2 milioni, con una crescita del 66,7%. Chiude la classifica il Milan, che ha registrato solo il 2% di crescita: i ricavi sono passati da 209,5 a 213,7 milioni dal 2007/08 ad oggi. Guida la classifica, invece, come era facilmente immaginabile, il Manchester City: i soldi dal Qatar hanno infatti permesso di passare dai 104 milioni del 2008 ai 566,3 milioni del 2018, con una crescita del 444,5%. La prima delle italiane è la Juventus, con un +144% (da 167,5 a 402,3 milioni), al secondo posto. Chiude il podio il Barcellona: i blaugrana sono passati da 308,8 a 665,8 milioni, con una crescita del 115,6%.

La Roma perde contro l'Atalanta per 4-0 ed esce dalla Primavera Tim Cup. I ragazzi allenati da Alberto De Rossi escono dalla competizione ai quarti di finale. Per i bergamaschi reti di Kuluvscevski, Colley, Cangiano, Cargnellutti.

La Roma è alla ricerca di copertura per il centrocampo. Secondo Tycsports.com, Wilmar Barrios potrebbe essere il candidato ideale: per il giocatore del Boca  Juniors il club giallorosso avrebbe proposto un prestito di 6 mesi con diritto di riscatto a giugno sulla base di 24 milioni di dollari.

La Roma di Di Francesco torna sui prati di Trigoria in vista del match di domenica contro l'Atalanta. La sessione è preveista per le 14:45 di domani.

L' Atalanta continua la preparazione a Zingonia in vista del match casalingo con la Roma. La squadra dopo alcuni esercizi in palestra, si è spostata sul campo per effettuare alcuni esercizi con la palla, seguiti dalla partitella finale. Hanno lavorato a parte Freuler e Varnier. Domani i ragazzi di Gasperini si alleneranno a porte chiuse. Questo quanto riportato dal sito ufficiale atalanta.it.

Il Genoa, oltre Sanabria, punta un altro ex giocatore giallorosso, Jose Machin. Il centrocampista classe'96 è stato ceduto lo scorso gennaio al Pescara, che lo h riscattato nella scorsa finestra estiva di mercato. oggi, infatti, andrà in scena un incontro tra il Genoa e il Pescara per il classe '96, come riferisce il portale di calciomercato. La Roma ha sul giocatore una percentuale del 50% sulla rivendita. Questo quanto riportato dal portale gianlucadimarzio.com.

Si è tenuto oggi un vertice in prefettura a Milano, nell'ambito del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, in occasione delle partite di calcio allo stadio di San Siro, dopo gli scontri avvenuti lo scorso 26 dicembre in occasione di Inter-Napoli. Dalla riunione, alla quale erano presenti anche il sindaco di MilanoGiuseppe Sala, con i vertici di Inter e Milan, è emersa, a quanto si apprende, la volontà di riaprire completamente lo stadio di San Siro per le partite dell'Inter, dopo le tre giornate di chiusura imposte dal giudice sportivo alla società nerazzurra: due a porte chiuse e una solo per la curva, a causa dei cori razzisti nei confronti di Kalidou Koulibaly. Rispetto la trasferta dei tifosi napoletani di sabato a Milano in occasione di Milan-Napoli, filtra ottimismo, ma la decisione del prefetto arriverà probabilmente in giornata dopo le valutazioni e determinazioni dell'Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive. Questo quanto riportato dal portale ANSA.

La Roma torna ad allenarsi sui campi di Trigoria per una sessione mattutina, in vista del delicato match di domenica a Bergamo contro l’Atalanta. I giallorossi hanno iniziato in palestra per la consueta attivazione, poi tutti sul campo per il riscaldamento, a cui è seguito un lavoro tattico. Infine, partitella finale. Buone notizie per De Rossi, che ha lavorato in gruppoIndividuale in palestra per Fazio (colto da sindrome influenzale), Jesus, Perotti e Mirante. Terapie per Under.

Stamattina alle 11, alla chiesa di Santa Maria Regina Pacis a Ostia, si sono tenuti i funerali di Pedro Manfredini, ex attaccante della Roma degli anni ’60, che si è spento all’età di 83 anni lunedì scorso. Tifosi, ex compagni, amici e rappresentanti del club giallorosso hanno reso l’ultimo omaggio all’argentino. “Piedone R.I.P.!” sono le parole recitate dallo striscione esposto dal Gruppo Roma.

 

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