Una rivoluzione dopo l'altra

MESSAGGERO - ANGELONI - «Io voglio fare una rivoluzione culturale, ma non sono un ideologo. Rivoluzione significa introdurre nei comportamenti pensieri alternativi». Così Walter Sabatini apre l'èra americana, siamo nell'ormai lontano 2011. Prospettive, ambizioni, sogni. Una parola: rivoluzione. Un'altra parola: culturale. Il «culturale», via via, è sparito, è rimasta solo la «rivoluzione». Sempre, una dietro l'altra: due anni al massimo e si ricomincia. Rivoluzione tecnica in particolar modo, ma pure societaria: sono cambiati negli anni allenatori, ds, manager, anche presidenti. La Roma si prepara a cambiare ancora: dopo le promozioni di Baldissoni a vice presidente e di Fienga a direttore generale, la prossima tappa è ripartire da un nuovo direttore sportivo e di lì a cascata, verrà toccata anche la sfera tecnica, che non esclude ovviamente i calciatori.

RAMÒN E FUMO DI LONDRA - Il percorso di Monchi sembra ormai giunto al termine (se salta DiFra, anche lui potrebbe non aspettare giugno), per sua volontà e anche per quella dei vertici. Il rapporto si è pian piano consumato, oggi non c'è più quella fiducia con la quale, ovviamente, è stato accompagnato all'inizio. Anche Ramòn ha capito di aver sbagliato in tante situazione e oggi sta pagando il fatto di aver difeso a oltranza il suo allenatore, ovvero Di Francesco, anche contro il volere di Pallotta («ask monchi», remember»). La presenza di Baldini, principale consigliere di James, crea imbarazzi a Trigoria. E' figura possente e quindi sofferta, molti consigli non sono stati condivisi. Ma Baldini resta uomo di riferimento del presidente, il centro di potere londinese. Sabatini ambiva a vita parallela a Baldini e forse Monchi è nella stessa situazione: carriere separate, dunque. Ecco perché l'Arsenal è la più credibile meta di sponda per lo spagnolo: lì avrà pieni poteri e lavorerà con un gruppo spagnolo voluto da Emery. Meglio Londra che Siviglia, dove gli avevano anche proposto la presidenza del club. Monchi via e la Roma su chi punterà? La politica del risparmio può incidere anche sulla scelta del ds (tre milioni). La figura del plenipotenziario (Sabatini e Monchi) non ha funzionato fino in fondo, le scelte per il futuro vanno verso Massara, ds fatto in casa. La partenza di Monchi lascerà un vuoto in Totti, con cui aveva legato. Che ne sarà di Francesco in futuro? Lui dell'attuale ruolo non è granché soddisfatto, vorrebbe essere più operativo. Stesso discorso vale per Bruno Conti, che rischia di non vedersi rinnovare il contratto. I ds in fila, in attesa di essere eventualmente contattati sono Ausilio e Mirabelli. Chiaro che la rivoluzione toccherà anche il campo. Sono tanti i giocatori da ricollocare. In questo momento il mercato è fermo, gli osservatori che spesso venivano contattati da Monchi, ad oggi sono in stand by. Una decisione definitiva, proprio per attivare la macchina del futuro, dovrà essere presa in questo periodo. La partita di Champions con il Porto potrà essere lo sparti-acque.

SOTTO ESAMI - La Roma ha tanti giovani di prospettiva, ma questo non vuol dire che l'anno prossimo si punterà ancora su di loro. Gente come Pastore, Nzonzi, lo stesso De Rossi per una questione di età, Dzeko, che fine faranno? I rinnovi sono fermi, compreso quello di Zaniolo, che Monchi o non Monchi, dovrà essere per forza blindato. Questi calciatori dovranno essere valutati insieme all'allenatore, che ad oggi difficilmente sarà Di Francesco.


Disastro Fazio: dai suoi errori undici gol incassati

IL TEMPO - MENGHI - Quando è il Comandante ad affondare la nave: è il caso di Fazio, che ha smarrito l’arte di guidare la difesa e con i suoi errori ha fatto pagare lo scotto alla Roma per almeno 11 volte in stagione. Tanti sono i gol nati dalle sue disattenzioni, molti di più potevano essere se gli avversari di turno fossero stati più precisi o se non ci fosse stato Olsen a fare il miracolo, come contro il Bologna e uno scatenato Soriano, fermato da portiere e traversa. Ma non è andata sempre così bene all’argentino, che nel derby ha sbagliato prima il posizionamento sul fallo laterale trasformato da Caicedo e poi
l'intervento da rigore su Correa. E pure all'andata era stato punito da Immobile. «Federico doveva marcare internamente», ha ammonito Di Francesco commentando l’1-0 della Lazio e non è la prima volta che il tecnico fa il nome del «colpevole»: «L'errore determinante lo fa Fazio, che non è un ragazzino», diceva dopo la notte di Champions in cui il centrale aveva regalato palla a Bale per il vantaggio del Real Madrid. Anche col Milan ha avuto problemi, a San Siro si era perso Rodriguez nell'azione del gol di Kessie, all’Olimpico aveva pagato la tassa Piatek. Con l'Atalanta in casa il primo vero disastro della stagione, almeno su due dei tre centri bergamaschi c’era il suo zampino. Entrano in questa tragica lista l’indolore 1-3 di Babacar, il duello aereo perso con Bonifazi per il 2-0 Spal e la scelta sbagliata di saltare assieme a un compagno sul 2-2 del Frosinone. Le cose migliori le ha fatte in attacco, i gol segnati (4, tutti in Serie A) non bastano per farsi perdonare prestazioni sotto livello. Fazio ora rischia il posto. A partire da Oporto, ammesso che Manolas recuperi: a casa anche ieri conl’influenza, dovrebbe riuscire a salire sull'aereo domani dopo l’allenamento a Trigoria (arrivo previsto alle 17 locali, al Do Dragao solo la conferenza stampa). Marcano si candida per giocare nel «suo» stadio, Jesus l'alternativa. Zaniolo non si è ancora ripreso dalla
botta all’anca, ma ieri ha promesso ad alcuni tifosi di esserci contro il Porto. Under resta out. Comunque vada si dormirà lì dopo la partita, il rientro nella capitale con sgambata è previsto giovedì pomeriggio.


Shock derby: sotto accusa le scelte di Monchi

REPUBBLICA - FERRAZZA - L’umore di tutti, squadra e città giallorossa, è sotto i piedi. La disfatta nel derby è una batosta pari a quella vissuta in Coppa Italia a Firenze, quando la Romaprese ben 7 gol. Con quelle di sabato sera, sono dieci le reti subite nelle due gare più attese dai tifosi. Delusione, rabbia, rassegnazione: la stracittadina (che ha fatto registrare un arresto e tre daspo tra i tifosi romanisti) ha lasciato dietro di sè uno stato d’animo, dentro e fuori Trigoria, di quelli destinati a condizionare la stagione, con le residue speranze legate al passaggio del turno in Champions, mercoledì, in Portogallo. E fa effetto vedere quasi 150 milioni seduti in panchina, giocatori arrivati nella capitale per fare la differenza, e diventati invece esuberi di lusso, che pesano sul bilancio e sull’umore dello spogliatoio. Chi per motivi fisici, chi psicologici – tante le motivazioni all’interno di una stagione così altalenante – tutti rischiano di essere dei pesi ingombranti. In pratica è buona parte delle due campagne acquisti di Monchi a finire sotto accusa, trasformando il post derby in un processo al direttore sportivo, descritto sempre più con le valigie pronte. Perché basta dare un’occhiata alla lista dei giocatori seduti accanto a Di Francesco – quindi esclusi dalla formazione dei titolari – per rendersi conto di bocciature evidenti, che mettono inevitabilmente in dubbio l’operato del dirigente spagnolo. E i soldi da lui spesi. Karsdorp, Nzonzi, Kluivert, Pastore, Schick, ma anche Coric e Santon, per un totale di circa 150 milioni che regalano a Di Francesco una panchina di lusso, sulla carta, ma piena molto probabilmente di sopravvalutati dal punto di vista del rendimento. È una tematica cara al presidente Pallotta, che da Boston è descritto come arrabbiatissimo per le prestazioni della Roma e per gli investimenti fatti la scorsa estate e spera che almeno la squadra riesca ad arrivare ai quarti di Champions. De Rossi e compagni partiranno domani per il Portogallo, con la testa pesante e la valigia piena di preoccupazioni. La vittoria per 2-1 dell’andata non mette al sicuro una qualificazione che resta in bilico, soprattutto viste le enormi fragilità difensive dei giallorossi. Ci sarà Zaniolo, che è stato costretto a lasciare il campo contro la Lazio per una brutta botta al costato. Ma il giovane talento stringerà i denti, sperando di essere ancora protagonista in Europa, dopo la doppietta realizzata nella gara dell’Olimpico, che l’ha fatto entrare nella storia della Champions. Sarà a disposizione anche Manolas, costretto a dare forfait in extremis contro la Lazio per un virus intestinale. È debilitato, ieri neanche si è allenato, ma viene partirà. Ci sarà Schick, tornato a disposizione già nel derby, e buona alternativa a uno spento e nervoso Dzeko. Ancora out Under, che ancora ieri svolgeva lavoro differenziato.


Crisi Roma: Di Francesco è rimasto senza più difesa

CORRIERE DELLA SERA - Eusebio Di Francesco era stato difeso dopo Bologna-Roma (2-0), quando James Pallotta aveva commentato il gioco visto come «disgustoso». Ed era stato confermato dopo l’1-7 in Coppa Italia contro la Fiorentina Il tracollo nel derby - un 3-0 accettato supinamente, senza combattere-ha cambiato la situazione. L’allenatore giallorosso, adesso, è un trapezista senza rete. Il d.s. Monchi, che ormai tutti danno in partenza per l’Arsenal a fine stagione, non ha più la forza per fargli da scudo. Francesco Totti, altro grande elettore di Di Francesco, è stato presente solo nella prima parte dell’incontro tra dirigenti allo stadio Olimpico, alla fine del derby. Quella in cui, verosimilmente, si è parlato se chiedere o meno alla squadra di andare subito in ritiro. Ipotesi scartata. Per la prima volta - proprio perché la sensazione è stata quella di un possibile crollo verticale - si è presa espressamente in esame la possibilità di un esonero di Di Francesco. L’eliminazione dalla Champions League renderebbe ingestibile la situazione. [..] A fine campionato, comunque, ci sarà una profonda ristrutturazione. Monchi chiuderà con largo anticipo la sua avventura, Di Francesco non sarà salvato nemmeno dal contratto ancora in essere da 3 milioni netti con scadenza giugno 2020. La stessa data di quelli di Dzeko e El Shaarawy: solo il secondo ha possibilità serie di prolungamento. Ma prima c’è la partita contro il Porto, per salvare il salvabile.


Champions: Manolas e Zaniolo acciaccati ma arruolati per forza

CORRIERE DELLA SERA - Dentro Trigoria c’è la voglia di salvare la stagione. Tutto passa per la gara di Champions League, mercoledì sera, contro il Porto. Vista l’importanza della gara, con la Roma che difende il 2-1 dell’andata, Di Francesco proverà in tutti i modi a recuperare Kostas Manolas e Nicolò Zaniolo. Il difensore greco ieri non si è presentato a Trigoria, ancora debilitato dal virus intestinale che lo ha tenuto fuori contro la Lazio. È recuperabile ma, anche a causa della distorsione alla caviglia subita con il Frosinone, nell’ultima settimana ha sostenuto solo due allenamenti con il resto della squadra. Al suo fianco, viste le prestazioni disastrose di Juan Jesus e Fazio nel derby, può toccare a Marcano. Da verificare le condizioni di Nicolò Zaniolo, uscito nel derby per una botta all’anca. Anche lui dovrebbe farcela, ma oggi se ne saprà di più. Cengiz Under ha svolto solo lavoro differenziato in campo, difficilmente sarà convocato.


Ora bisogna ripartire da zero

CORRIERE DELLA SERA - La Roma ha gettato via ogni chance per essere padrona del proprio destino. Non ha mai agganciato le rivali, mai le ha spaventate. Si è solo arroccata dopo ogni occasione persa, in tutte le sue componenti: Pallotta delegando tutto; Monchi escludendo correzioni di rotta nella guida tecnica e nella rosa; Di Francesco dimostrandosi incapace di gestire il gruppo. [..] Ci sarebbe ancora il tempo di chiudere senza umiliazioni ulteriori la stagione, passando il turno in Champions ed evitando i rischi di un preliminare di Europa League. E il cuore grida di farlo. Ma se lo merita questa Roma? O non è il ripartire da zero, con nuove facce e nuova linfa, la giusta punizione o, fate voi, la giusta strada per chi rifiuta i doni degli Dei?


Difesa colabrodo

GAZZETTA DELLO SPORT - Per avere il termometro di come la tenuta difensiva giallorossa sia andata calando rispetto alla scorsa stagione, basta analizzare i numeri. Ad oggi la Roma in campionato ha subito già 36 gol in 26 partite, alla media di 1,38 a gara. Un’infinità, basti pensare che la scorsa stagione i giallorossi avevano subito in tutto 28 reti e quindi ben otto in meno di quelle già subite, ma in 38 gare complessive, con una media finale di 0,74 a partita. Insomma, ad oggi la Roma viaggia ad un media quasi doppia rispetto alle reti subite la scorsa stagione. Se poi ci si aggiungono le partite di coppa, la Roma finora ha subito altre sedici reti in nove gare (tra Champions League e Coppa Italia), mentre allo stesso periodo dell’anno scors erano state dieci in 8 (con la Roma che andrò fuori dalla Coppa Italia agli ottavi, invece che ai quarti). Complessivamente, tenendo conto anche delle coppe, la media dei gol-subiti attuale sale a 1,48, contro lo 0,82 della scorsa stagione. In buona sostanza, un disastro totale. [..]


Tutti contro Di Francesco, Pallotta e Monchi

GAZZETTA DELLO SPORT - Ieri, 24 ore dopo la batosta nel derby, i tifosi della Roma hanno preferito sfogare la loro frustrazione sui social, anche se con meno enfasi rispetto al passato. É come se la stragrande maggioranza della gente si fosse rassegnata a una situazione che, undici mesi fa, nessuno immaginava. [..] Rispetto al passato, Fiorentina-Roma compresa, l’allenatore non ha più dalla sua parte gran parte dei tifosi. Tutti gli riconoscono attenuanti, ma tanti non lo ritengono più adeguato. [..] La decisione dovrebbe prenderla il presidente, da tutti, quasi davvero all’unanimità, ritenuto il principale responsabile di questa situazione. Allo stadio è sempre contestato, a Roma non si vede da mesi, sui social siricorda la situazione di Garcia, molto simile a questa, e pure quella di Spalletti, che da tempo aveva comunicato di voleva andar via. [..] Stesso discorso per quanto riguarda Monchi: «Adelante Ramon, tornatene a casa», uno dei tanti tweet rivolti al direttore sportivo. Al d.s. non viene perdonata la campagna acquisti estiva: «Acerbi è costato meno di Bianda», o ancora: «Pastore quando dà l’addio al calcio?», sono soltanto alcune delle accuse che gli vengono rivolte. La gente chiede la rivoluzione a giugno e chiede a Francesco Totti di prendere in mano la situazione. [..]


Bufera Roma: Di Francesco può salvarsi soltanto se va in Porto

GAZZETTA DELLO SPORT - Nel primo vertice svoltosi sabato notte quasi fino all’una, nella pancia dell’Olimpico – presenti Baldissoni, Monchi, Fienga, Balzaretti, Massara e Totti, che però è andato via prima – la situazione è apparsa delicata, anche perché la pazienza di Pallotta, negli Usa, è apparsa ai minimi. Ieri mattina, poi, i dirigenti hanno di nuovo parlato con l’allenatore, chiedendo se sentisse di avere la squadra in pugno. La risposta è stata affermativa, ma forse meno di altre volte. Per questo i toni del confronto con la squadra, poi, sono stati alti, anche se la sensazione è chiara: i giocatori preferiscono il ritorno al 4­-2-­3-­1, quindi a Oporto, probabile il rientro di Nzonzi con De Rossi (se il capitano ce la farà), con alle spalle il recuperato Manolas. Non è escluso neppure l’impiego di Florenzi esterno alto (con Karsdorp alle spalle) per blindare la fascia, tenendo conto che la Roma, dopo il 2­1 dell’andata, può giocare per due risultati su tre. Il terzo, però, potrebbe essere fatale, ed è per questo che, nonostante la pancia del tifo preferisca Christian Panucci, ora c.t. dell’Albania, la candidatura di Sousa è molto forte, tanto che il portoghese – annunciato addirittura in tribuna dai giornali locali – si è preso ancora qualche giorno prima di dare una risposta al Bordeaux. Se si materializzasse questo scenario, non è affatto escluso che il d.s. Monchi – contrario all’esonero – vedendo sconfessata la sua linea da altri, possa concludere subito il suo rapporto col club, visto che il suo futuro sembra all’Arsenal. Scenari, per il momento. Ma mai così possibili.


Fronte del Porto per Di Francesco: sarà l’ultima chance

REPUBBLICA - PINCI - Una riunione notturna, un processo mattutino, una partita da cui dipende la sorte di un allenatore, un altro tecnico già alla finestra. Il presente della Roma è appeso ai 90 minuti di Oporto: mercoledì in casa del Porto non si giocherà soltanto il pass per i quarti di finale di Champions League, ma pure il futuro di Di Francesco. Se uscisse dal torneo nonostante il 2-1 dell’andata, sarà addio: non l’unico, però. La questione si è aperta sabato notte: mentre la Lazio festeggiava la vittoria per 3-0 nel derby, una riunione fiume nelle stanze dell’Olimpico fino quasi all’una di notte tra i dirigenti della società giallorossa ha materializzato per la prima volta la parola tabù: esonero. Eusebio Di Francesco stava per essere scaricato. Il ceoFienga, il ds Monchi, il vicepresidente Baldissoni provavano a confrontarsi col presidente Pallotta oltreoceano, tutti convinti di aver assistito all’inimmaginabile: impossibile non trovare motivazioni in una partita così. Il forte sospetto è che alcuni dei leader dei calciatori abbiano smesso di seguire l’allenatore. Un’impressione trasferita allo stesso Di Francesco ieri mattina, alle 9, in una riunione d’emergenza a Trigoria prima dell’allenamento. Lui stesso deve aver avvertito che una parte del gruppo non è più organico nell’applicazione delle sue richieste. Deve essersi sentito abbandonato e forse la tentazione di essere lui stesso a lasciare l’ha accarezzata. Ma dopo un colloquio con i calciatori ha scelto di crederci, convinto che come già successo dopo altri inciampi rovinosi di questa stagione - ultimo, il 7-1 di Firenze - che riusciranno a rialzarsi ancora una volta. Così ha potuto strappare almeno qualche altra ora. Per due motivi: intanto la convinzione che il problema non sia solo l’allenatore, ma soprattutto l’atteggiamento della squadra. Poi la mancanza di alternative convincenti. Ma se fino a poche ore fa regnava inossidabile la convinzione che la miglior soluzione possibile per arrivare a fine stagione fosse Di Francesco, ora l’idea è fortemente in discussione. Un’eliminazione rumorosa dalla Champions renderebbe indispensabile l’unica scelta possibile per dare una scossa: l’esonero del tecnico. Franco Baldini, consulente personale di Pallotta, ha già “bloccato” il sostituto, l’ex fiorentino Paulo Sousa, che da sabato era a Bordeaux per firmare con la squadra francese. Ma che dopo la chiamata dell’amico è stato felice di prendere tempo per aspettare i giallorossi. Domani potrebbe essere in città, forse mercoledì a Oporto. Il problema è che lui o le sue alternative (Montella, Panucci) pretendono contratti anche per la prossima stagione. Che farebbero tramontare l’idea del club di avere Sarri. Con il cambio in panchina, però, tutta l’organizzazione sportiva andrebbe ridiscussa. E rischierebbe pure il ds: Monchi ha un discorso più che avanzato con l’Arsenal. Ma il suo lavoro è sotto accusa, per dimostrarlo basta constatare come la panchina romanista al derby ospitasse calciatori per cui ha speso in due estati 130 milioni: Karsdorp, Schick, Coric, Pastore, Nzonzi, Kluivert. A gennaio non ha saputo comprare nessuno. Né trovare, in tempi non sospetti, un’alternativa al tecnico in bilico. Ma le critiche pubbliche non risparmiano nemmeno sua maestà Francesco Totti. Che la settimana più importante, quella prima di Lazio e Porto, l’ha trascorsa a sciare con la famiglia e la mattina del derby a giocare a calcetto. Nell’organigramma il suo nome non compare, ma la società gli ha affidato il ruolo chiave di rappresentarla nello spogliatoio. Eppure sabato notte è stato il primo ad abbandonare il vertice, un’ora prima degli altri. Nei mesi è stato spesso importante per tutelare Di Francesco, ora la Roma ha bisogno che diventi grande.


È caccia a chi ha ferito il poliziotto con un sasso

GAZZETTA DELLO SPORT - Prima del derby la Polizia ha rinvenuto e sequestrato numerosi taglierini, mazze e martelli. Non basta. Durante le fasi di afflusso, la Digos ha arrestato per resistenza di un tifoso romanista, resosi responsabile del lancio di un oggetto verso le forze dell’ordine schierate su lungotevere Maresciallo Diaz. L’ultrà è stato video ripreso dal Scientifica e poi individuato all’interno dell’impianto sportivo grazie alle telecamere presenti: per lui è scattato un daspo di 4 anni. È ancora caccia, inoltre, a chi ha lanciato il sasso che ha colpito un agente (lieve contusione) in via degli Affari Esteri.


Di Francesco esonerato se la Roma non passa a Oporto

IL TEMPO - AUSTINI - Se non è finita, poco ci manca. La botta del derby è stata tremenda e la Roma ha deciso di esonerare Eusebio Di Francesco in caso di una nuova debacle mercoledì in Champions negli ottavi di ritorno in casa del Porto. E per debacle non si intende solo il risultato ma anche la prestazione. Paulo Sousa, Panucci e Donadoni: sono loro, a quanto pare, i tecnici in corsa per la successione. Da tre partite la squadra è di nuovo inguardabile. E se le vittorie con Bologna e Frosinone hanno nascosto la polvere sotto il tappeto, il crollo di sabato sera fa tornare tutti i nodi al pettine. Basta, così non si può andare avanti, i segnali sono ormai definitivi e per l'ennesima volta la Roma si è dissolta contro un avversario inferiore. Lo ha fatto praticamente una volta al mese da inizio stagione. Bologna, Spal, Udinese, Cagliari, Fiorentina in Coppa Italia e Lazio sono le tappe più vergognose di una via crucis insopportabile, che sta compromettendo l’accesso alla prossima Champions League, vitale per l'equilibrio finanziario del club. Siccome la corsa al quarto posto, incredibile ma vero, non è affatto compromessa, i dirigenti hanno l'obbligo di provarle tutte prima di arrendersi. Compreso un esonero che a marzo avrebbe poco senso. Pallottalo auspicava già a ottobre, facendosi consigliare Paulo Sousa da Baldini, ma Monchi sin da quel momento ha fatto da scudo a Di Francesco e preteso la sua conferma, perché poco convinto dalle alternative. Ora anche lo spagnolo sembra arreso a un’evidenza che fa male e lo chiama in causa: lo spagnolo si sente il primo responsabile di una stagione troppo deludente e da mesi ragiona sull’addio. Secondo molti ha deciso di salutare e ricongiungersi con Emery all’Arsenal a giugno, la Roma aspetta gli eventi definitivi e ragiona sulla promozione di Massara. Ma questa è un’altra storia. La dirigenza riunita al completo sabato notte dentro l'’Olimpico dopo il derby ha — aperto ufficialmente lo stato di crisi. Non bastasse la prestazione scadente e la sconfitta netta, dopo la gara sono volate parole grosse nello spogliatoio, tra urla di Di Francesco, repliche dei giocatori e accuse fra compagni. Scene già viste durante una stagione piena di nervosismo. Monchi, Baldissoni, Fienga e Totti, dopo quasi due ore di dialogo, si sono ridati appuntamento a Trigoria ieri mattina, senza ordinare il ritiro, rinviando qualsiasi decisione a dopo il Porto e tenendosi collegati costantemente con Pallotta. Che a sua volta aspetta sempre i consigli di Baldini, tra l’imbarazzo generale degli altri. Di Francesco si è confrontato con Monchi & Co. in mattinata, è apparso stanco e provato, ma non molla. Poi è toccato a lui da solo
parlare di nuovo con i giocatori a margine dell’allenamento, chiedendo l'ennesima
svolta. Solo una prestazione positiva con qualificazione al Do Dragao eviterebbe l’esonero. Paulo Sousa intanto si propone in ogni modo, qualcuno annuncia il suo arrivo a Roma domani, altri lo danno per sicuro presente allo stadio in Portogallo. Sousa avrebbe dato un ultimatum: «O mi ingaggiate entro mercoledì o vado a parlare col Bordeaux». Panucci, invece, ha fatto sapere che mollerebbe di corsa la guida dell'Albania per allenare la Roma. Accetterebbe un contratto di quattro mesi con opzione o promesa di un altro incarico per la
prossima stagione e questo lo avvantaggia nella corsa, visto che a giugno la Roma avrebbe facoltà di scegliere soluzioni di profilo più alto: il sogno è Sarri. Donadoni è un'idea presa
in considerazione qualche tempo fa - insieme a Mihajlovic ora a Bologna - e può tornare di moda. Blanc sembra convincere di meno ma è ancora libero. Questo offre il mercato.