Eusebio, terapia di gruppo

MESSAGGERO - TRANI - Il successo del Milan a Marassi contro il Genoa spinge di nuovo la Roma fuori dalla zona Champions. Solo per 2 notti, dunque, è rimasta al 4° posto, posizione che nelle 20 giornate del torneo non ha mai occupato. Di Francesco, nel giorno della ripresa degli allenamenti a Trigoria dopo i 2 giorni di libertà concessi al gruppo, più che alla classifica guarderà al campo. Cioè al comportamento dei giocatori in partita. Il rendimento in campionato, 4 vittorie nelle ultime 5 partite, ha rilanciato i giallorossi. Ma l'allenatore, pure dopo la gara contro il Torino, ha ammesso che la squadra è ancora «malaticcia». Eusebio non la considera completamente guarita. Promossa nei risultati e nelle intenzioni, da rivedere negli atteggiamenti.

DIBATTITO INTERNO - Chiariamo subito: Di Francesco è soddisfatto di quanto ha visto recentemente in partita. Anche in pubblico ha chiarito che la Roma, tra fine 2018 e inizio 2019, è migliorata. Ecco perché vuole confrontarsi con i suoi calciatori. Già oggi e comunque quotidianamente. L'aspetto che più gli è piaciuto, in particolare contro il Torino, è la voglia mostrata dagli interpreti. Hanno sempre giocato in verticale e invaso spesso in blocco la metà campo avversaria. E soprattutto hanno reagito, senza deprimersi e sbandare, dopo il pari granata, realizzato da Ansaldi a metà ripresa. Al gruppo, però, l'allenatore spiegherà quelle che sono le cointroindicazioni dell'esibizione di sabato. E chiarirà che, a volte, serve un po' di malizia, rallentando i ritmi sia nelle giocate che negli inserimenti. «Ogni tanto bisogna togliere il piede dall'acceleratore». E, quindi, pensare anche al controllo del match. Ancor di più sul 2 a 0, punteggio con cui i giallorossi sono arrivati all'intervallo. Da padroni della situazione, subendo, però, nel recupero del 1° tempo l'unica ripartenza. Esageratamente sbilanciati, si sono ritrovati 3 contro 3 nel contropiede che si è concluso con il palo esterno di Iago Falque.

ASSENZA IN REGIA - L'esuberanza e l'incoscienza dei giovani hanno di sicuro giovato alla squadra nell'interpretazione dell'ultimo match. Ma Eusebio, proprio a loro, chiederà più gestione in alcune fasi della gara. Per avere l'equilibrio che, come si sa, fa la differenza. La Roma, contro il Torino, ha rinunciato al palleggio e ha scelto la verticalizzazione. Forzando, senza risparmiarsi, anche nella ripresa. È il concetto su cui insisterà Di Francesco in questi giorni. Anche perché le caratteristiche dei calciatori a disposizione in questo momento non gli consentono alcun aggiustamento tattico. Sono interpreti chiaramente offensivi. Dai terzini Karsdorp, Florenzi, Kolarov e lo stesso Luca Pellegrini ai centrocampisti-trequartisti Cristante, Lorenzo Pellegrini e Zaniolo. E con loro, il tridente che prevede esterni d'attacco purissimi, solo El Shaarawy è abituato a rientrare, e il centravanti. La squadra ha bisogno del play che detta i ritmi di gioco. E quel giocatore, nella rosa, èDe Rossi. Sarà valutato attentamente dall'allenatore che già oggi vorrebbe riportarlo in gruppo. Lo stesso Nzonzi, aspettando il capitano, può rendere meno squilibrato il 4-2-3-1. Sembra scontato il suo rientro, domenica pomeriggio a Bergamo, contro l'Atalanta. L'esperienza e la fisicità di Nzonzi aiutano nella gestione della partita e nella protezione della difesa. Anche Florenzi, alto o basso che sia, diventa utile per la compattezza dell'assetto. Ma poi c'è da scegliere l'escluso del centrocampo azzurro che intriga per le giocate rapide e di qualità. Zaniolo, piede sinistro, ha già dato la disponibilità nel finale contro il Torino a spostarsi a destra. Al tecnico piace anche lì.


Manolas fermali tu

LEGGO - BALZANI - Duvan da Cali e Luis da Baranquilla. Entrambi classe 1991. Il pericolo colombiano è alle porte, anzi alla porta di Olsen. Nei prossimi due impegni con Atalanta e Fiorentina, infatti, la Roma andrà a casa di Zapata e Muriel che nell'ultima giornata hanno esaltato la serie A e che proveranno a far ballare la raggaeton alla non irreprensibile difesa romanista. Un doppio esame tosto che vale quarto posto (ieri ripreso dal Milan) e soprattutto semifinale di coppa Italia. Per questo Manolas sarà chiamato agli straordinari. L'impegno più difficile a Bergamo sarà proprio contro Zapata che alla Roma ha fatto male esattamente un anno fa. Era il 28 gennaio e la Samp espugnava l'Olimpico mettendo per la prima volta veramente nei guai Di Francesco. Era però tutto un altro Zapata. Il colombiano è definitivamente esploso con Re MidaGasperini tanto da aver superato già oggi il suo record di gol (17 complessivi, 14 in campionato) in stagione che risaliva al 2012-2013 quando vestiva la maglia dell'Estudiantes. Nel 3-3 dell'andata non segnò ma fu devastante. Il suo valore di mercato estivo di 26 milioni è schizzato al doppio. L'Atalanta ha detto no ai 40 offerti dal West Ham e in estate subirà l'attacco dell'Inter e forse della stessa Roma che più volte lo ha cercato in passato.

Tre giorni dopo, il 30 gennaio, a Firenze arriverà il colombiano del nord ovvero Luis Muriel (sul biglietto da visita c'è scritto 6 gol in 8 partite contro i giallorossi...). Un talento sopraffino che in carriera non sempre è stato accompagnato da una condizione fisica al top. Domenica ha segnato due gol incantevoli (il secondo ha ricordato molto Ronaldo, il Fenomeno) facendo innamorare Firenze che lo ha abbracciato meno di 20 giorni fa proveniente dalla Siviglia di Monchi. Pericoli quindi, ma non insormontabili per Manolas che in questi ultimi anni - tanto per citarne qualcuno - ha già messo a bada Messi e Hazard. Il greco, domenica a Bergamo, vivrà anche il confronto ravvicinato con un altro bomber inaspettato. Quel Gianluca Mancini che potrebbe sostituirlo nella Roma nella prossima stagione. Il difensore 22enne è ormai a un passo dai giallorossi per una cifra vicina ai 23 milioni. A confermarlo ieri il suo agente a Teleradiostereo: «I contatti sono ben avviati, ma è un affare per giugno. A gennaio non si muove». Anche se Monchiha provato a convincere l'Atalanta ad anticipare i tempi.


La Roma va in rimonta coi colpi da biliardo del Faraone di ghiaccio

GAZZETTA DELLO SPORT - La palla che rotola sul verde ha bisogno di precisione, velocità e forza. Ma siete sicuri che stiamo parlando di calcio? Pensateci, anche per il biliardo e le sue varianti occorrono le stesse qualità [...]. Sarà per questo che il Faraone dei nostri giorni giallorossi è anche lui innamorato del biliardo nella variante «snooker». [...] El Shaarawy ha una passione per lo «snooker», una variante del biliardo appunto, che lo ha portato in Inghilterra insieme al fratello Manuel per assistere alle finali dei «Masters» all’Alexandra Palace di Londra. [...]

Se avete l’impressione di una Roma serena non vi sbagliate, ed El Shaarawy ne è l’esempio. Non solo per i 6 gol che ne fanno il cannoniere del campionato (quello stagionale è Dzeko con 7), ma anche per il modo in cui sta segnando. Basti pensare che in A segna una rete ogni 160’, con una percentuale realizzativa in relazione ai tiri (23) superiore a tutti gli attaccanti giallorossi, ovvero il 26%, contro l’11% di Under e Schick, Kluivert al 9% e Dzeko addirittura al 4%. [...] Capitolo rinnovo: al momento non vede fissato nessun appuntamento per la trattativa, anche se la scadenza del 2020 è sempre più vicina. La sensazione, comunque, è che il lieto fine arriverà. [...]


Addio a Piedone Manfredini

LEGGO - BALZANI - Se n'è andato a 83 anni, a Ostia dove abitava da alcuni anni insieme alla moglie Ana Maria. Insieme a lei ha lavorato fianco a fianco nel bar: prima in piazzale Clodio, poi in quello sul litorale chiamato Roma e Lazio. Se ne è andato in silenzio, come aveva amato vivere dopo una carriera fatta di gol e vittorie. Pedro Manfredini, uno dei bomber più prolifici della storia della Roma, è morto ieri all'Ospedale Grassi dopo una lunga malattia legata al diabete. Centravanti argentino in giallorosso dal 59 al 65, famoso anche per il soprannome, Piedone. In realtà Manfredini calzava un normalissimo 43, ma quando sbarcò dall'aereo, acquistato per 78 milioni di lire dalRacing di Avellaneda, la prospettiva di una foto gli ingigantì la scarpa così da suggerire il nomignolo che lo accompagnò per sempre.

Con la Roma segnò 104 reti in 164 partite. Quinto miglior marcatore romanista, terzo per media più alta (0,63 a partita) vinse Coppa delle Fiere e coppa Italia. Non andò così bene con Inter, Brescia e Venezia per alcuni problemi fisici. Così Piedone decise di tornare a vivere a Roma. «Questa è casa mia». Lo è stata per 60 anni, lo resterà anche dopo la morte. Manfredini è entrato nella storia per altri due motivi. Grazie alla voce di Enrico Ameri, che interruppe - primo nella storia - un collega, per comunicare in un Tutto il calcio minuto per minuto il gol dell'argentino in Inter-Roma.Ma la sua fama è andata oltre il calcio. Nell'episodio Che vitaccia! de I mostri di Dino Risi, VittorioGassman urla dagli spalti dello stadio, durante una partita della Roma: «Vai, Piedone, vai!».Un'immagine storica. «Addio a uno dei più grandi attaccanti della storia giallorossa», il tweet della Roma. I funerali domani alle 11 presso la Chiesa Regina Pacis a Ostia.


La soprintendenza: «Reperti in mostra nell’area stadio»

GAZZETTA DELLO SPORT - Il soprintendente Prosperetti rassicura: «Nell’area di Tor di Valle contiamo di fare ritrovamenti archeologici [...]». Ieri ha parlato anche De Vito, presidente dell’assemblea capitolina. «Presto avremo la relazione sul traffico del Politecnico che speriamo che fughi i dubbi sulla sostenibilità della mobilità. Pois periamo di chiudere in fretta».


Tor di Valle, fronda M5S al municipio IX. Lite sul piano viabilità: lascia il consigliere

MESSAGGERO - PIRAS - «Gli approfondimenti? Dovrebbe farli la Procura della Repubblica».Hanno avuto l'effetto di una bomba a mano le parole del presidente della Commissione Urbanistica del Municipio IX Paolo Mancuso. Più la variante sullo stadio di Tor di Valle si avvicina e più i mal di pancia crescono in casa Cinquestelle. Ieri, nel miniparlamentino dell'Eur, c'è stato il clamoroso strappo. Mancuso, da sempre contrario allo stadio, ha lasciato il M5S e ha aderito al Gruppo Misto, seguendo l'altra dissidente (ma in Campidoglio) Cristina Grancio. È la dimostrazione che, in casa pentastellata, la fronda interna si allarga. In IX Municipio, lo scontro è emerso nell'ultima commissione Urbanistica, convocata per discutere dello studio trasportistico del Politecnico di Torino con gli assessori Linda Meleo e Luca Montuori. La prima ha dato forfait «per impegni assunti in precedenza», il secondo, quella relazione, non ce l'ha.

LE CRITICHE - Mancuso, ormai ex consigliere M5S, non è l'unico preoccupato che in Municipio le informazioni sullo stadio non arrivino. Altri consiglieri di maggioranza sono sul piede di guerra. E per capire che aria tira basta immaginare che erano presenti anche gli ambientalisti che hanno ribadito per l'ennesima volta che «il progetto non funziona e produce congestione su vasta area». I più in agitazione, però, sono i grillini. Dice uno di loro, Vincenzo Maisano: «Perché questo studio è stato commissariato?». Gli fa eco Roberto Tranquilli: «Sono stati fatti studi di flussi di traffico adeguati?». E un terzo, Giulio Corrente: «Continuano a emergere criticità che già da tempo sono state evidenziate da tutti». Ultimo, Raffaele Di Nardo: «Trasporti e stadio sono legati, gli studi migliori sono pervenuti dalle intercettazioni». E Mancuso a quel punto ha ribattuto così: «L'unico studio è della Eurnova, società proponente». Alla fine, Mancuso lascia M5S. «C'è un problema di democrazia interna», riferisce la Grancio che insieme a Mancuso frequentava il tavolo di lavoro sull'Urbanistica in cui il M5s maturò la contrarietà al nuovo stadio della Roma. Mancuso rimane contrario allo stadio e come lui almeno altri tre consiglieri rimasti in maggioranza hanno forti perplessità. Insieme all'abbandono di Mancuso la maggioranza M5S ha vissuto un altro strappo importante: il consigliere Paolo Barros, professione insegnante, che ha criticato il decreto Sicurezza, è stato spostato d'imperio dalla Commissione Scuola a quella Urbanistica pur ammettendo lo stesso consigliere di«non sapere nulla in materia». «Sono giorni agitati e non mi stupirebbe se finisse come all'VIII Municipio: la giunta cade e le decisioni urbanistiche vengono centralizzate», osserva Grancio.


Under, Jesus e Perotti: l'obiettivo è il Porto

LEGGO - BALZANI - L'obiettivo per tutti è il Porto, il 12 febbraio. E vale per Under, Perotti e Juan Jesus. Anche il turco, infatti, starà fuori tre settimane dopo la conferma della lesione al retto femorale destro rimediata col Torino. Un'altra tegola per Di Francesco che però ha recuperato un attaccante: Florenzi. La rinascita di Karsdorp e la freschezza di Santon permettono, infatti, al tecnico di poter finalmente schierare l'esterno oltre la linea mediana. Nel ruolo in cui Eusebio lo ha sempre visto meglio. Una scelta effettuata già contro Lazio e Inter per garantire maggiore equilibrio e che avrà un seguito contro Atalanta e Fiorentina.

Previsto anche il ritorno di Nzonzi, anche se sarà difficile scegliere chi lasciare fuori tra l'ex Cristante, Lorenzo Pellegrini e Zaniolo. In attacco probabile conferma di Dzeko che riposerà in coppa Italia lasciando spazio a Schick. Nel frattempo Perotti è volato a Barcellona nella clinica Corachan per tentare di guarire non solo prima possibile, ma anche in modo definitivo. La terapia di Perotti sarà a titolo conservativo e prevede un trattamento che riesce a mettere a posto il muscolo nell'80% dei casi. Come accaduto con Pastore che ieri ha deciso di saltare il giorno libero per lavorare da solo a Trigoria. Ancora incerti, infine, i tempi di recupero di De Rossi che potrebbe tornare ad allenarsi in gruppo entro fine settimana.


Caccia a Mancini ma sarà De Rossi l’ago della bilancia

GAZZETTA DELLO SPORT - Il mercato della Roma vive di idee e improvvise accelera­zioni dovute alle contingenze. Un esempio? Oggi dovrebbe tornare ad allenarsi in gruppo capitan De Rossi [...]. Se tutto andrà nel mi­gliore dei modi possibili, la ne­cessità d’intervenire in media­na andrebbe perciò a svanire [...]. Lo stesso discorso vale anche per il difen­sore. Le buone notizie che arri­vano da Juan Jesus (il rientro potrebbe avvenire anche per il match d’andata col Porto), annacquano l’ipotesi di un rinfor­zo, soprattutto se Marcano non vorrà muoversi. Il d.s. Monchi, però, non perde di vista Gianlu­caMancini dell’Atalanta [...]. Se il club nerazzurro ac­cettasse l’offerta di prestito per 18 mesi con riscatto obbligato a 25 milioni, la Roma lo accoglie­rebbe a braccia aperte.

C'è anche la chiave Defrel, che pia­ e parecchio a Gasperini, an­ che se la punta è seguita pure da Fulham e Watford. [...] Da segnala­re, poi, come da Trigoria smen­tiscano l’interesse dell’Evertonper Dzeko, che rimbalza dal­ l’Inghilterra (e comunque assai difficilmente il bosniaco accet­terebbe). Complicato anche, infine, che Perotti – tra l’altro ancora ai box – rientri a breve nel mirino del Boca, come si sussurra. [...]


Il mito di Piedone, l'oriundo senza fronzoli

REPUBBLICA - SISTI - Piedone, sì ma non l'africano e neppure lo sbirro. Piedone e basta. L'unico che aveva il diritto di aprire un bar col suo soprannome a Piazzale Clodio. Pedro Waldemar Manfredini se ne è andato ieri a 83 anni. Una leggenda giallorossa. Era il viso antico, il corpo, l'eleganza fisica e la potenza del gesto, più un certo modo di impomatarsi i capelli, tipici di un calcio lontano che oggi non avrebbe più senso (troppo semplice e buono) e che forse, in diretta televisiva, sarebbe inguardabile. Era la figurina di uno sport composto da ragazzi dal volto già consumato o bruciato dal sole. Giovani selezionati dalla povertà o dal rimbombare di qualche guerra. Pedro incuteva timore: "Un fusto, mamma!", avrebbe detto Franca Valeri. Ma era alto come Under (1,74) e quando incontro Pallotta sembrava un nonnetto aggrinzito dal tempo. Pedro era il classico "fromboliere" che aveva imparato a segnare in tutti i modi. Di sé, nel '60, disse: "Molta gente non mi comprende, il mio gioco è moderno, direi all'europea, ha poco della classica caratteristica sudamericana, con "gambetas", "pisadas", "cortes", "firuletes". Io vado dritto, cerco direttamente la rete. E creo polemiche. A Mendoza qualche dirigente pensava fossi inutile!". Tanto inutile che lo dovettero vendere per 60 milioni.

Lanciato da "Mummo" Orsi nel Maipù, arrivo da noi per giocare nella Roma (dove è rimasto dal '59 al '65 segnando 104 reti) dopo un lungo rimestare di carte sulle scrivanie ("lo prendo se posso schierarlo come oriundo", disse l'allora presidente della Roma D'Arcangeli) e dopo un fallito passaggio al Torino. A segnalarlo ai giallorossi fu un argentino della Lazio, Silvestro Pisa, e Pedro più tardi espresse al suo connazionale tutta la sua riconoscenza segnando nei derby (5 derby, 5 reti). Pedro era orgoglioso delle sue origini italiane. Il nonno paterno Pietro, viticoltore ed "emigrante" come i protagonisti del profetico, omonimo film di Fabrizi del '49 (Emigrantes), era partito da Cremona a fine '800 per fare fortuna in quell'Argentina piena d'uva che circonda Mendoza. La famiglia della madre veniva dalla Puglia.

Pedro sbarcò a Ciampino e un fotografo, Brunetti, quando apparve in cima alla scaletta dell'aereo usò il grandangolo: "Sembrava che avesse un'estremità gigante!". Non aveva ancora messo i piedi sulla terra italiana e ii 24enne dell'altro mondo già era diventato "Piedone". I primi mesi alla Roma furono difficili. Giocava in una squadra di talenti che spesso preferivano "piacere" nei night-club di Via Veneto. Pero quell'attacco faceva paura: Orlando, Lojacono, Manfredini, Schiaffino, Selmonsson. L'anno dopo Pedro cominciò a fare la differenza, la Roma balzò in testa alla classifica dopo tre giornate. Poi la solita curva ipoglicemica, ma anche la conquista della Coppa delle Fiere (doppietta di Pedro nel 2-2 dell'andata di Birmingham). Più avanti Carniglia, argentine come lui, lo mise fuori squadra placando le ire di chi lo aveva sempre considerato un mezzo bidone. Tornato Foni in panchina, Manfredini si ripresentò con una tripletta al Palermo. Nel '63 dopo aver vinto la classifica marcatori insieme con Nielsen del Bologna, a cedere purtroppo non fu la voglia ma il ginocchio. Il resto della carriera (Venezia e Brescia) si misurò più in dolori che in scatti. Rientrò triste y solitario in Argentina. Ma ormai non era più casa sua. E così è ritornato qui. Sino alla fine.


Test a Trigoria per De Rossi. Perotti e Jesus in Spagna

MESSAGGERO - CARINA - Anche Perotti e Jesus ricorrono alla clinica Corachan di Barcellona. Mentre in Argentina circola per l’ennesima volta la voce dell’interessamento del Boca, per porre fine al calvario che lo perseguita da inizio stagione (prima un problema alla caviglia, poi a seguire ko al flessore e due volte al polpaccio), l’argentino è volato in Spagna per sottoporsi, come già accaduto a Pastore a dicembre, ai fattori della crescita. È l’ennesimo tentativo per uscire fuori da un tunnel che sinora gli ha concesso di scendere in campo appena 5 volte (4 in campionato) per un totale di 218 minuti. Ci vorranno almeno tre settimane per rivederlo in campo. Stesse indicazioni, bene o male, per Jesus che dovrebbe tornare a metà febbraio.

ACCERTAMENTI PER UNDER - Più o meno la prognosi per l’infortunio al retto femorale di Under. Il turco oggi svolgerà gli esami che regaleranno un quadro più preciso sui tempi di recupero che non dovrebbero discostarsi dal mese di stop. La Roma conta già 36 infortuni stagionali, di cui 26 di natura muscolare comprese le ricadute. Un numero che lo scorso anno aveva raggiunto ad aprile e che in questa stagione è arrivato con tre mesi d’anticipo. Come annunciato venerdì da Di Francesco, probabilmente già questa mattina De Rossi tornerà ad allenarsi con il gruppo.Il capitano non gioca dal 28 ottobre (trasferta a Napoli) e vederlo nuovamente con la squadra sarebbe un bel segnale per il completo recupero del calciatore (sofferente per una lesione alla cartilagine). Ieri s’è allenato da solo a Trigoria e oggi è atteso alla prova del campo. Toccherà a Daniele decidere se forzare o meno: lo staff si affida alle sue sensazioni. Se non ci saranno imprevisti, questi due recuperi allentano la morsa sul mercato. Eusebio si augurerebbe almeno un innesto ma il budget a disposizione non ammette deroghe. Da monitorare, in uscita, la posizione diDefrel che spinge per andare via da Genova. Se rientrasse a Trigoria, sarebbe solo di passaggio. In Premier ha richieste dal Newcastle e dal Fulham ma in pole rimane l’Atalanta che preme per averlo subito. Se ne riparlerà dopo domenica. Diventerebbe un anticipo per poi prendere Mancini.


Ciao Piedone Manfredini, mitico uomo-gol della Roma

GAZZETTA DELLO SPORT - Giacomo Losi risponde al telefono con la voce rot­ta dall’emozione: «Mamma mia, il nostro Piedo­ne, non c’è più neanche lui or­mai. Compagno leale, gioviale, sempre pronto a dire sì, mai una parola di troppo... E quan­to era forte». [...] Man­fredini, che dal mondo del cal­cio era uscito da tempo, se ne è andato a 83 anni e a comuni­carlo è stata, nel pomeriggio, la società della sua vita attra­verso un tweet. [...] In città si faceva vedere poco, aveva vissuto alla Balduina, proprio accanto a Losi («Quanto era di­ vertente vederci tutti i gior­ni»), poi a Spinaceto ed infine ad Ostia, dove aveva anche un bar e dove, tra un caffè e l’altro, passava il tempo a salutare le persone che lo avevano cono­sciuto e riconosciuto. [...]

Aveva giocato in Ar­gentina, a Brescia e nel Vene­zia, ma la sua storia e la sua vi­ta erano sempre state colorate soltanto di giallorosso: arriva­to nel 1959 per 78 milioni di li­re, rimase fino al 1965, se­gnando 104 reti in 164 partite. Quinto miglior marcatore della storia romanista, terzo per me­dia gol più alta (0.63 a parti­ta), vinse, oltre alla Coppa del­le Fiere, anche una Coppa Ita­lia. [...]

Al culmine della carriera, però, a Roma era un mito: [...] entrò nella storia della radio quando, il 31 di­cembre 1961 il suo gol che con­sentì alla Roma di vincere a San Siro contro l’Inter provocò la prima interruzione per una rete di Tutto il calcio minuto per minuto. Al cinema è diventato famosissimo il “Vai Piedone vai”, urlato da Vittorio Gas­smann ne “I mostri”, di Dino Risi [...]. L'ultimo saluto a Manfredini è in programma domani, nella chiesa Re­gina Pacis, alle 11.30. [...]


Roma, arrivano le semifinali

CORRIERE DELLA SERA - Non ci fosse stata la vittoria del Milan contro il Genoa, per la Roma sarebbe stato un weekend «lungo» perfetto: successo contro il Torino, sconfitta della Lazio a Napoli e quarto posto conquistato. Ieri pomeriggio, però, i giallorossi sono ritornati quinti, a meno uno dai rossoneri. [...] La Roma c’è ed è pienamente in lotta per un posto in Champions. Che per il momento è uno, ma le difficoltà dell’Inter potrebbero aprire scenari che fino a poco tempo fa erano impensabili. [...] La formazione di Di Francesco è attesa dalla complicatissima gara di Bergamo contro l’Atalanta e poi dal match dell’Olimpico contro il Milan. Due scontri diretti, divisi dalla trasferta di Firenze per i quarti di finale di Coppa Italia.

[...] Di Francesco dovrà sicuramente fare a meno di Cengiz Under - che oggi si sottoporrà agli esami per stabilire l’entità dell’infortunio alla coscia sinistra rimediata sabato - e di Diego Perotti, che è volato a Barcellona per tentare di risolvere definitivamente i problemi muscolari [...]. Dopo i due giorni di riposo concessi dal tecnico, la squadra ricomincerà a lavorare oggi alle 10.30: Nzonzi e Florenzi dovrebbero essere entrambi a disposizione per il match di Bergamo; da verificare le condizioni di De Rossi, che ieri si è allenato a Trigoria.