Conferenza Baroni: "Il Frosinone ha fatto una grande partita. Non mi è piaciuta la gestione dopo l'1-0"
Marco Baroni, tecnico del Frosinone, ha parlato in conferenza stampa al termine del match perso 3-2 in casa con la Roma. Queste le sue parole:
“Per i valori che c’erano in campo, il Frosinone ha fatto una grande partita, non è sufficiente quello che abbiamo fatto perché dopo una prestazione così non si possono lasciare troppi episodi. La gestione dopo l’1-0 non mi è piaciuta, la Roma era nervosa e abbiamo regalato il primo gol, serviva più attenzione e capire determinati momenti della gara, c’è il momento in cui devi essere aggressivi o buttare via il pallone, nel leggere queste situazioni non siamo ancora bravi e mi dispiace per i ragazzi. Uscire con 0 punti è delittuoso dopo questa partita, probabilmente non siamo ancora pronti. Le gare sono sempre meno così come i punti, l’atteggiamento della squadra penso sia visibile, non possiamo difenderci e dobbiamo essere sempre aggressivi, se lo facciamo, lo facciamo con equilibrio e questa è l’unica strada che conosco. In casa secondo me poi diventa quasi un tabù e invece abbiamo fatto delle buone prestazioni, ci manca qualcosina in termini di punti ma non dobbiamo cercare alibi e dobbiamo solo lavorare anche perché già i ragazzi danno grande disponibilità ma non è ancora sufficiente, dobbiamo saper leggere i momenti topici della partita".
Perdere a 3’’ dalla fine?
"Difficile dirlo, ora non posso scoraggiarmi, anzi già sto pensando al prossimo allenamento ma è chiaro che ho visto i ragazzi a testa bassa ma non è facendo le vittime che si esce da questa situazione, ci sono dei momenti in cui la partita è finita, non c’è da attaccare. L’occasione di Trotta deve essere l’ultima e non si deve prendere alcun rischio, ci stava subire un angolo magari ma passato quel momento di 4 angoli consecutivi non si può subire gol su quella situazione lì. Nei minuti finali c’era ancora qualcuno che era troppo aperto. Noi abbiamo bisogno di punti e quando si va in campo dobbiamo meritare i punti e portarli a casa. La Roma ha tanti risorse per poterti far gol ma non si può concedere un gol così facile".
Su cosa si deve lavorare?
"Non è concluso ancora nulla, quando sono arrivato la situazione era ancora più difficile, siamo reduci da quattro gare proibitive ma abbiamo vinto a Genova contro la Sampdoria e fatto una grande partita contro la Lazio. Oggi si poteva portare a casa il pari, sul 2-2 la partita era chiusa ma non è che io domani devo rincuorare i giocatori, io sono arrabbiato perché mi dispiace per loro adesso, sono stati bravi ma non ci facciamo nulla con i complimenti, serve farli attraverso gioco e queste componenti qua, serve desiderio e non pensare che la partita sia finita e invece secondo me si è pensato che il risultato si era portato a casa".
Salamon?
"È cresciuto molto, io cerco di sfruttare le caratteristiche dei miei giocatori, questa squadra non può difendersi dentro l’area di rigore e dovevamo essere più aggressivi, importante è stata anche la prestazione di Capuano e Goldaniga, anche Viviani ha giocato molto bene, anche Cassata. Individualmente e collettivamente abbiamo giocato bene, ma abbiamo commesso delle disattenzioni che non possiamo permetterci. Sono incavolato perché non è possibile buttare dei punti così, con la Roma si può anche pareggiare la partita e invece abbiamo anche rischiato di vincerla, abbiamo ribattuto tutto colpo su colpo e mi dispiace soprattutto per il pubblico perché ci tenevo particolarmente a dare una gioia attraverso una prestazione d’intensità che il pubblico merita e quegli ultimi secondi mi rimarranno nella testa”.
Lo. Pellegrini: "Gol e vittoria speciali"
Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, può festeggiare la sua rete in maniera speciale visto che sta per arrivare la sua primogenita. Queste le sue parole pubblicate sul suo profilo Instagram:
"Gol e vittoria speciali".
30/01/2016 - Buona la terza per lo Spalletti 2.0
INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Il mese di gennaio dell'anno 2016 per la Roma rappresenta una sorta di terremoto. Dopo una grande stagione, un'altra con un buon secondo posto (ma tante ombre) e sei mesi finali pessimi, a causa di una crisi tecnico-tattica che pare senza fine e soprattutto per i rapporti con i vertici societari, accusati di "non dire la verità ai tifosi", ormai ai minimi storici, Rudi Garcia viene esonerato.
La situazione, in bilico già da diverso tempo, precipita al termine di un Roma-Milan pareggiato per 1-1 la sera del 9 gennaio. Non è tanto il risultato né la prestazione, l'ennesima non positiva degli ultimi mesi, a scatenare la reazione di Pallotta, quanto le dichiarazioni del mister francese alle tv in riferimento ai preparatori atletici Norman e Lippie ("La squadra è indietro fisicamente. Mi è apparsa stanca nella ripresa"), imposti dalla società a Garcia a partire dalla precedente estate.
Via l'artefice del riscatto romanista dopo il drammatico 26 maggio del 2013, la società si interroga su chi possa diventare il nuovo allenatore di una rosa qualitativamente ottimale ma assai in ritardo in classifica rispetto alle primissime.
In breve tempo, il nome forte diventa uno soltanto. Si tratta di un cavallo di ritorno, ovvero Luciano Spalletti.
Il mister di Certaldo debutta (nuovamente) da allenatore della Roma in un freddo pomeriggio di metà gennaio all'Olimpico contro il fanalino di coda Verona. Il compito sembra tutt'altro che impossibile ma i giallorossi sono una squadra in piena crisi e ne esce fuori uno scialbo 1-1. La strada per Spalletti è subito in salita.
La settimana seguente, la Magica esce sconfitta per l'ennesima volta dallo Stadium di Torino a causa di una splendida rete di Dybala e l'allenatore toscano sbotta: "Bisogna cambiare mentalità".
Il terzo appuntamento per lo Spalletti 2.0 nella capitale è in casa contro il Frosinone.
I ciociari sono penultimi in classifica e si trovano addirittura a -7 dall'ultimo posto utile per rimanere nella massima serie: in pratica, la squadra del pur bravo Stellone è con un piede in B.
La Roma, dal canto suo, ha un bisogno spasmodico di tornare a conquistare i tre punti, soprattutto per non iniziare già ad alimentare problemi da parte di addetti ai lavori e tifoseria anche nei confronti del nuovo tecnico.
Per vincere la sfida, Spalletti punta ancora sul 3-4-2-1 con quella che egli stesso ha definito una difesa "a tre e mezzo". Questa la formazione scelta dall'allenatore della Roma: Szczesny, Manolas, De Rossi, Zukanovic, Rudiger, Pjanic, Keita, El Shaarawy, Nainggolan, Salah, Dzeko.
Stellone risponde con uno spregiudicato 4-3-3 composto da: Leali, Rosi, Ajeti, Blanchard, Pavlovic, Sammarco, Chibsah, Frara, Soddimo, D.Ciofani, Dionisi.
Arbitra il signor Guida della sezione di Torre Annunziata.
L'inizio della sfida conferma che i giallorossi sono ancora tutt'altro che guariti dalla crisi in cui sono finiti ormai da settimane. La Roma, infatti, fatica a rendersi pericolosa. Alla prima, vera occasione, tuttavia la squadra capitolina passa in vantaggio: Nainggolan, lanciato in area, vince un rimpallo e con un destro da terra in scivolata batte imparabilmente Leali.
Il Frosinone, dal canto suo, conferma l'intenzione anticipata da Stellone alla vigilia della sfida e se la gioca a viso aperto. Ne risulta che al 24’ i gialloblu trovano il pari: Chibsah serve al limite dell'area romanista Ciofani che, dopo aver saltato facilmente Zukanovic, supera Szczesny sotto le gambe con un forte diagonale destro.
Cala il gelo sull'Olimpico.
La Roma stavolta non si abbatte e anzi inizia finalmente a produrre gioco e occasioni. Leali è dapprima bravo ad alzare in angolo un bolide da 25 metri di Nainggolan e poi addirittura superbo a deviare in tuffo un sinistro in girata di Edin Dzeko. Si va, dunque, al riposo sull'1-1.
Durante l'intervallo, Spalletti manda Totti a scaldarsi per cercare di capitalizzare ma già al 3' della ripresa arriva il nuovo vantaggio grazie a due nuovi acquisti: Zukanovic da sinistra trova in area El Shaarawy, che con un bel colpo di tacco in anticipo su Ajeti supera Leali. Il secondo tempo della gara scorre via senza tante emozioni fino all'84', quando capitan Totti, subentrato a uno spento Dzeko, inventa il 3-1. Il numero dieci giallorosso lancia magistralmente in contropiede Pjanic, bravo a chiudere i conti con un preciso destro in diagonale.
Finisce così. Spalletti centra finalmente la prima vittoria dal suo ritorno nella capitale ma il percorso da fare per una Roma bella e vincente appare ancora lungo.
Frosinone-Roma, arbitra Manganiello. I precedenti col fischietto di Pinerolo
INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - Sarà Gianluca Manganiello della sezione di Pinerolo a dirigere il match tra Frosinone e Roma, in programma stasera alle 20:30 al Benito Stirpe. Assistenti Ranghetti e Meli con Di Paolo IV uomo. VAR assegnata a Pairetto, Paganessi AVAR.
PRECEDENTI – Impossibile non pensare all’ultimo incrocio con Manganiello: l’umiliante sconfitta per 7-1 in Coppa Italia contro la Fiorentina dello scorso 30 gennaio. Da segnalare anche il cartellino rosso rifilato ad Edin Dzeko per proteste, uno degli unici due rimediati in carriera dal centravanti bosniaco. Partita da dimenticare sotto ogni aspetto per i giallorossi che, però, possono guardare sorridenti ai precedenti di Serie A. In campionato, infatti, la Roma con Manganiello ha fatto en plein: tre partite tre vittorie. Il successo con il Parma, del 29 dicembre scorso, 2-0 firmato da Cristante e Under, oltre alle vittorie interne con Benevento e Crotone della passata stagione.
Ben 10 precedenti, invece, con il Frosinone, tra Serie A e Serie B. Guardando al massimo campionato, la squadra di Baroni non ha mai vinto con Manganiello, nei tre soli precedenti di A: due pareggi (0-0 con Parma e Bologna) e una sconfitta (il 4-0 subito col Napoli). Migliore il bilancio con il giudice di gara in Serie B: quattro vittorie, un pareggio e una sconfitta.
La vittoria di cui la Roma ha bisogno
INSIDEROMA.COM - ELISA GIOCONDI - Per riscaldare la fredda serata al Benito Stirpe e puntare ad un buon risultato, Di Francesco sceglie Danielino De Rossi. Una di quelle partite che serve vincere e dove è necessario sfoggiare i pezzi da 90: tra le varie fasi turbolente a cui la panchina ha dovuto far fronte, recentemente il mister ha dovuto schivare i rumors sul nome di Sarri che aleggiava contro di lui. In conferenza stampa ha chiarito: “Il mio referente resta Monchi. Tutto il resto sono chiacchiere. A me piace parlare di calcio, bisognerebbe approfittare di questo, ma ci sono maggiori interessi su altro. A me interessa il Frosinone e basta”.
Eusebio, quindi, ha l’obbligo di portare a casa punti questa sera: il quarto posto che attende i giallorossi come i quarti di finale di Champions. Il Frosinone ha sulle spalle soltanto tre vittorie in campionato e nessuna risulta essere al Benito Stirpe: questo potrebbe essere un buon inizio per la Roma che ha l'onere di continuare questa tradizione e battere la squadra in casa.
La rosa a disposizione dell’allenatore giallorosso non è (mai) facile: tra chi fa avanti e indietro in infermieria e chi è diffidato, gli assenti sono Fazio, Manolas, Florenzi, Zaniolo e non compare tra i convocati neanche Under. Di Fra può contare su Perotti e Pastore: uno non gioca da dicembre e l’altro è stato avvistato l’ultima volta contro la Fiorentina e quel 7-1 da dimenticare. Probabilmente Pastore entrerà in campo a partita iniziata mentre Perotti dal primo minuto di gioco: “Pastore non può essere contento di giocare pochissimo, però adesso si sta allenando veramente bene. Sono contento di come sta approcciando agli allenamenti. Si ferma spesso anche più degli altri per ritrovare condizione fisica adeguata. Perotti sta molto meglio, si è alleato con maggiore continuità e potrebbe essere della partita”. Con la presenza dei due desaparecidos l’atmosfera è leggermente più serena e Zaniolo potrebbe riposare, anche se Eusebio non si sbilancia per non dare vantaggio a nessuno. Ha giocato molte partite e non va strizzato fino all’osso, soprattutto per il ritmo ferrato a cui è stato sottoposto finora.
Quindi i presupposti (e la speranza) per tornare nella capitale con degli ottimi successi ci sono, affidiamoci a capitan De Rossi e alla sua magistrale guida.
Frosinone-Roma 2-3 - Le pagelle dei giallorossi
INSIDEROMA.COM – ANDREA FOTI – Una vittoria in piena zona Cesarini. Una vittoria che serve per rimanere in corsa per il quarto posto. Una vittoria che sulla carta sembrava scontata o quasi, ma che in realtà è stata molto sofferta. Il Frosinone ha giocato bene, chiudendo gli spazi e non avendo paura di attaccare. La Roma dopo lo svantaggio ha reagito, ma le solite amnesie e gli errori di concentrazione avevano complicato tutto. Per fortuna la Dea bendata ha girato la testa nella direzione dei giallorossi poco prima del triplice fischio. Una vittoria si, ma che ha il sapore di sconfitta per come si è giocato.
Ma vediamo come si sono comportati i giallorossi in campo:
OLSEN 5.5 – Comincia male, malissimo, con un intervento che sembrava perfetto ma si rivela beffardo per la Roma. Sulla seconda rete ciociara è incolpevole, mentre nel finale salva il risultato con un buon guizzo.
SANTON 6 – Nulla da recriminare contro il terzino giallorosso. Fa il suo giocando bene in fase difensiva e facendosi vedere anche davanti, anche se in rare occasioni.
MANOLAS 6 – Sempre puntuale negli interventi e incisivo anche con la sola presenza li dietro. Peccato per l’infortunio che lo costringe a lasciare il campo anzitempo.
FAZIO (dal 77’) 5 – Entra per sostituire l’infortunato Manolas, ma è lui stesso a “infortunare” la Roma. Sbaglia tutto, perdendosi Pinamonti in occasione del 2-2 e rischiando di portare gli avversari a segnare la terza rete. Passi l’entrare a freddo, ma l’attenzione è un qualcosa che si deve sempre avere.
MARCANO 6 – Una buona gara quella dello spagnolo, che ci mette qualche minuto a prendere le misure agli avversari. Ma una volta ingranato si rivela quasi perfetto.
KOLAROV 6 – Meno impegnato del solito, ma fa la sua gara facendo entrambi le fasi.
NZONZI 5 – Partita da dimenticare la sua, ma che non era giornata lo si capiva già dai primi minuti. Suo l’errore (con la complicità di De Rossi) che porta al vantaggio ciociaro. Per il resto del match controlla male la sfera e la perde in diverse occasioni. Una diga che fa acqua da tutte le parti.
CRISTANTE (dal 65’) 6 – Entra al posto del francese e si comporta bene tenendo palla e gestendola nel migliore dei modi. Prova anche a trovare la gioia personale, ma la sua conclusione è imprecisa.
DE ROSSi 5.5 – Partita che rasenta la sufficienza la sua. Sbaglia molto per il suo solito, peccando di attenzione e precisione. Si salva nel finale con il lancio lungo che libera El Shaarawy e porta al gol della vittoria.
EL SHAARAWY 6 – Prova meno azioni personali e gioca più per la squadra. Mette lo zampino in due delle tre reti giallorossi. Altruista nel finale con l’assist per Dzeko.
PELLEGRINI 6 – Molto più preciso in fase realizzativa, quando arriva sul pallone con i tempi giusti per spingerlo in rete. In mezzo al campo fa fatica e non è determinante come in altre occasioni.
PEROTTI 6 – Nonostante le condizioni non al 100% dopo il lungo stop fa il suo dovere facendo vedere anche delle buone cose. Che sia il ritorno definitivo e non un’altra semplice comparsata.
ZANIOLO (dal 65’) 5.5 – Combatte in mezzo al campo, subendo falli e reagendo con rabbia. Ma ai fini del gioco fa vedere poco rispetto a come ci aveva abituati.
DZEKO 7.5 – Era nervoso, sia per vecchi attriti con l’arbitro che per gli insulti dei tifosi. Battibecca anche contro gli avversari ma alla fine risponde con eleganza e rabbia mettendo in rete una doppietta che regala il successo alla sua Roma.
DI FRANCESCO 5.5 – Voleva una Roma diversa da quella vista contro il Bologna, e lo è stata. Perché oggi la Roma a sprazzi è sembrata anche peggiore di quella vista lunedì. Prova a sistemare le cose con i cambi a partita in corsa, ma deve ringraziare Dzeko che gli regala la vittoria e gli evita una brutta figura.
Sarri smentisce l'incontro con Franco Baldini
Al termine della partita con il Malmoe Maurizio Sarri, tecnico del Chelsea, ha parlato i merito alle voci che lo vorrebbero sulla panchina della Roma il prossimo anno e, in particolare, sull’incontro avvenuto con Franco Baldini. Queste le dichiarazioni a Sky Sport:
“Una bella caz**ata. L'ultima volta che ho sentito Franco era in Sudafrica, penso sia ancora lì”.
Altre dichiarazioni sono arrivate a BT Sport:
"Nessun contatto con la Roma, ho un contratto con il Chelsea anche per la prossima stagione, è impossibile per me. C'è anche chi ha detto di avermi visto a cena a Londra con Baldini, ma l'ultima volta che l'ho sentito era in Sudafrica e credo sia ancora lì".
Roma, un esame lungo tre mesi
IL MESSAGGERO - TRANI - In bilico a Trigoria, come nel resto d'Italia. Anche a Milano e Torino, addirittura sponda Juventus. In ogni società, e quindi anche nella Roma, ogni ruolo è in discussione, ovviamente legato al raccolto stagionale. In palio c'è il futuro dei singoli che si giocano il posto: direttore sportivo, allenatore e giocatori. L'esame, per gran parte delle squadre di serie A, è lungo tre mesi, quelli che mancano alla fine del campionato: ultima giornata il 26 maggio. In teoria è possibile anche posticipare la scadenza: il 29 maggio c'è la finale di Europa League e il 1° giugno quella di Champions (la Coppa Italia, invece, si assegna il 15 maggio). Pallotta, come è successo alla fine di ogni annata e come ha spiegato anche recentemente al suo management, è pronto a intervenire prima dell'estate, scegliendo in prima persona, e sempre ascoltando il consulente Baldini, chi confermare e chi allontanare.
PATTO VULNERABILE Sotto osservazione, e ormai da tempo, Monchi e Di Francesco. Il presidente, come ha spesso fatto capire nei suoi interventi da Boston, non è soddisfatto dal rendimento della squadra in questa stagione. Il 5° posto in campionato, con i 13 punti lasciati per strada contro i club di bassa classifica, non gli va giù. E si prepara, dunque, a chiedere il conto sugli investimenti della scorsa estate che non hanno migliorato la rosa, sui 31 infortuni muscolari che sono finiti al centro del dibattito pure oltreoceano e sulle prestazioni altalenanti da agosto ad oggi. Il ds sa che le operazioni di mercato non hanno convinto la proprietà Usa: quelle in entrata e non certo le dismissioni eccellenti, con relative e ottime plusvalenze, di Alisson, Nainngolan e Strootman. L'allenatore, invece, è nel mirino dal ko del 23 settembre contro il Bologna al Dall'Ara. D 5 mesi, dunque, con Baldini che contattò Paulo Sousa. Il 30 gennaio, dopo l'umiliante 7-1 del Franchi nei quarti di Coppa Italia contro la Fiorentina, bastò l'«ask Monchi», inviato ai media da Boston, per definire la posizione di Pallotta. È toccato ancora allo spagnolo salvare il tecnico. Ma Monchi e Di Francesco, senza mettere in discussione l'alleanza siglata nel giugno 2017, hanno capito in quelle ore che pedalare in tandem pure nella nuova stagione, con il presidente di traverso, sarebbe stato complicato.
ENNESIMA RIVOLUZIONE Dal destino del ds e dell'allenatore, comunque, dipende la Roma che verrà. Monchi potrebbe decidere autonomamente di chiamarsi fuori, scegliendo di ricongiungersi ad Emery e di passare quindi all'Arsenal. Meglio Londra del ritorno a Siviglia dove lo vogliono da presidente. Tra i possibili eredi rimane in corsa Mirabelli. Di Francesco, forte del contratto fino al 2020, aspetta che escano allo scoperto Pallotta e Baldini. Il 4° posto dovrebbe bastare per restare a Trigoria. Ma avrebbe sicuramente più chance in caso di promozione ai quarti di Champions. I giocatori, invece, non possono avere al momento alcuna certezza. In particolare i big. La difesa, ad esempio, andrà rinnovata. Manolas ha un prezzo con la clausola da 36 milioni e quindi nessuno può garantirne la permanenza in giallorosso, gli altri sono appesi alle performance dei prossimi 94 giorni. Da Florenzi a Kolarov, da Fazio a Jesus, da Santon a Marcano. Ognuno deve dare garanzie al club. Già bloccato Mancini dell'Atalanta. La verifica è quotidiana, in allenamento e in partita. Ne sa qualcosa De Rossi che, dopo lo stop di 3 mesi abbondanti, deve valutare se è il caso di continuare a giocare o no. Nzonzi, invece, potrebbe chiedere di essere ceduto in Inghilterra. Il regista è la priorità: Sensi o Locatelli del Sassuolo, anche perché per Tonali la richiesta del Brescia è esagerata. I giovani della rosa sono (quasi) al sicuro. Non solo Cristante e Zaniolo, anche Pellegrini, nonostante sia accompagnato nella sua avventura da quei 30 milioni invoglianti di clausola, e Karsdorp che sembra in ripresa. L'attacco, come la difesa, va rivisitato. Se resta Dzeko, bisogna prendere il vice. Di ruolo. Se parte il centravanti, serve il titolare. Probabile il ritorno di Perotti in Argentina, Under è uomo mercato e bisogna vedere se spingerà per andarsene. Kluivert è ancora da decifrare, Schick l'interrogativo, Pastore il flop.
Lazio-Roma, la questura chiede l’anticipo alle ore 15
IL MESSAGGERO - MAGLIOCCHETTI - Anticipiamo il derby alle 15. La richiesta arriva direttamente dalla Questura di Roma ed è stata inviata, come da prassi, all’Osservatorio delle manifestazioni sportive al Ministero dell’Interno. Le forze dell’ordine spingono parecchio su questo tasto, ovvero sulla possibilità di gestire la sicurezza e il servizio pubblico non in notturna, ma nelle ore in cui c’è luce, anche perché preoccupate dall’escalation della violenza delle tifoserie.
Non solo. Nella corposa relazione inviata all’Osservatorio si ricordano gli scontri d’inizio gennaio a Piazza della Libertà, in occasione del compleanno della Lazio, ma anche quanto accaduto nelle sfide europee con l’Eintracht Francoforte, il Cska Mosca con gli ultrà della Roma e la recente rissa in centro tra i laziali e i tifosi del Siviglia. Non solo. Nel giorno della stracittadina del 2 marzo pare ci possa essere una specie di “rendez vous” di parecchi ultras stranieri ad affiancare entrambe le tifoserie di Roma e Lazio, con l’arrivo nella capitale di tifoserie greche, i polacchi del Wisla Cracovia, i bulgari del Levski Sofia, più una nutrita parte degli Ultras Sur, la parte più calda dei tifosi del Real Madrid che ricambiano quanto fatto dai laziali in occasione del derby tra Real e Atletico d’inizio febbraio. All’inizio della prossima settimana l’Osservatorio prenderà una decisione, ma non sarà semplice convincere la Lega e le Tv, in questo caso Dazn. Da ricordare che proprio l’anno scorso il derby della capitale tornò a giocarsi di sera, dopo gli incidenti del 2013.
Eusebio cambia ancora e ritorna al 4-2-3-1 con De Rossi e Nzonzi
IL MESSAGGERO - CARINA - «A volte sento dire che con il 4-3-3 abbiamo sistemato tutto e poi siamo dovuti tornare al 4-2-3-1 per rimettere a posto questa partita». Le parole di Di Francesconel post-gara contro il Bologna, potrebbero avere un seguito anche a Frosinone. Questo almeno è quanto emerso dalle prove tattiche di ieri dove il tecnico ha schierato insieme a centrocampo Nzonzi e De Rossi con Pellegrini nella posizione di trequartista nel tridente dietro Dzeko. Un segnale, apparentemente chiaro, di come il tecnico stia pensando di proseguire sul canovaccio del doppio mediano davanti alla difesa. Del resto i 90 minuti contro la squadra di Mihajlovic sono stati troppo brutti per far finta di nulla. E la fragilità emersa, va curata in qualche modo. Benché Eusebio abbia più volte ripetuto di non guardare mai alla partita successiva, i numerosi diffidati (Florenzi, Manolas, Fazio e Zaniolo) in ottica derby meritano una valutazione approfondita. Anche perché in alcuni casi si sommano a situazioni di evidente appannamento atletico e/o tecnico. Tradotto: Florenzi e uno dei due centrali dovrebbero partire dalla panchina. La scelta su chi far riposare in mezzo dipenderà dalle condizioni di Manolas che convive con un leggero problema al pube. Se, come accaduto con il Chievo, Di Francesco vorrà preservare il greco, toccherà a Jesus prenderne il posto. Al posto del nazionale azzurro, invece, è pronto ad essere rilanciato Santon. L’ex interista non è titolare da Juventus-Roma del 22 dicembre. Da quella partita ha racimolato appena 28 minuti: «Ho avuto un problemino che mi ha tenuto fuori un po’ ma adesso sono tornato ad allenarmi regolarmente e fisicamente sto bene - ha spiegato ieri a margine dell’evento Junior Tim Cup, Il calcio negli Oratori - Spero di partire titolare in una di queste gare. Dobbiamo puntare a vincere sempre perché non possiamo più sbagliare».
SEMPRE DIVERSA Ma le novità non finiscono qui: perché Zaniolo (anche lui diffidato), dopo 7 gare consecutive nelle quali è partito dal primo minuto (intramezzate dal quarto d’ora finale contro l’Entella in Coppa Italia, altrimenti sarebbero state 11 di fila) ieri non faceva parte dell’undici presunto titolare provato a Trigoria. Perotti si candida per un posto: l’argentino, tornato a disposizione nel match di lunedì contro il Bologna, dovrà però regalare conferme anche nella seduta di oggi pomeriggio. Si prospetta per l’ennesima volta una Roma diversa: la trentaquattresima in altrettante gare stagionali che potrà avvalersi anche del ritorno nella lista dei convocati di Under. Il turco è ai box daRoma-Torino (19 gennaio).
La Iena si scusa: mazzo di rose e pace fatta con Zaniolo e sua madre
LEGGO - BALZANI - Rose giallorosse, le scuse e un selfie con tre facce sorridenti. Quelle della Iena De Devitiis, di Nicolò Zaniolo e di sua mamma Francesca. È pace fatta tra il giornalista e la famiglia del talento romanista a pochi giorni dalla messa in onda di un servizio pieno di doppi sensi sessisti che aveva mandato su tutte le furie Zaniolo e i tifosi romanisti. De Devitiis ieri intorno alle 13 si è presentato all’Eur sotto casa di Zaniolo con un mazzo di 22 rose giallorosse per mamma Francesca. L’inviato de Le Iene si è scusato per i toni eccessivi dell’intervista ricevendo il pronto perdono di entrambi come dimostra una doppia storia su Instagram.
Poco prima, De Devitiis era intervenuto a Teleradiostereo per chiarire il suo pensiero e scusarsi: «È una cosa che non mi rappresenta da uomo. Ci sono degli ordini di scuderia che sono imprescindibili, cerco di portare i miei valori e stavolta ho sbagliato. L’ho fatta fuori dal vaso. Ho 28 anni e non 40, sbagliando s’impara e questa roba me la porterò dietro come bagaglio personale».
Sarri alla Roma, la strada è possibile
IL TEMPO - MENGHI - Conferme, smentite e nuovi appuntamenti in agenda. Una strada per Sarri alla Roma c'è, poi ce n’è pure un’altra, che ora è quella principale, in cui Di Francesco guida tranquillo perché fino alla fine della stagione avrà la corsia libera e il destino in mano per decidere dove andare e soprattutto dove arrivare.
Il futuro non è già scritto, è tutto in divenire e a Trigoria avrebbero evitato volentieri di ritrattare il tema allenatore in un momento in cui era tornata un po’ di pace e l’unica priorità era, ed è, l'attualità, con la Champions da conquistare attraverso il campionato e la qualificazione ai quarti di finale che passa dal secondo atto col Porto in programma tra due settimane. L'Inghilterra prova ad accendere quel focolare che nella capitale vogliono spegnere subito, da Londra, dove si è svolto l’incontro a tavola tra Sarri e Baldini, fanno sapere che la Roma ha contattato l'agente del tecnico del Chelsea per sondare il terreno e scoprire se è interessato alla proposta giallorossa. Sì, lo è. Anzi, avrebbe già in mente un progetto tattico preciso da mettere in pratica il prossimo anno, sull’impronta data dallo stesso Di Francesco con cui condivide la filosofia del 4-3-3 e da quella ripartirebbe, avendo a disposizione giocatori esperti del suo sistema di gioco preferito e peraltro molto graditi come El Shaarawy, Under e quello Zaniolo che «acquisterebbe» a costo zero chiedendo alla società lo sforzo di tenerlo (cosa che è già nelle intenzioni di Pallotta) e vorrebbe trasformare in un centravanti atipico, proprio come fatto con Mertens al Napoli. L'unica differenza: qualche centimetro di altezza in più del 19enne, che fa gioco nell’evoluzione da punta.
Sia mo già oltre, forse troppo. Perché 2 più 2 non fa sempre 4 e la frattura tra Sarri e il Chelsea più i dubbi venuti in questa stagione alla Roma su Di Francesco non fanno per forza del primo il futuro proprietario della panchina giallorossa. Se dall'Inghilterra, poi, confermano i contatti, da Trigoria arrivano solo smentite in questo senso: Baldini non avrebbe avuto modo di vedere l’amico allenatore a Londra perché da qualche mese sarebbe in Sudafrica per questioni personali e non nella City. In effetti, l’uomo di fiducia di Pallotta si trova in questo momento a Cape Town, ma avrebbe in agenda un imminente (nuovo) incontro con Sarri in terra inglese, fissato per fine mese.
Nel frattempo potrebbero esserci sviluppi sulla panchina Blues, ieri è sta ta superata la prova Europa League col Malmoe ma domenica arriva il test «vero» con il Manchester di Guardiola e sarà decisivo per il futuro del tecnico italiano a Londra. Lui vorrebbe riavvicinarsi a casa, altro motivo per cui la tentazione Roma gli solletica la fantasia. L'amore per Londra non è mai sbocciato, l’ambiente si è stancato presto del «Sarri-bal», ora criticato, i rapporti con la dirigenza e in particolare con Marina Granovskaia non sono. idilliaci, tutt'altro, e lo scollamento con lo spogliatoio traspare anche dalle parole dell'ex romanista Rüdiger: «Facciamo moltissima tattica, sembra di essere tornati a scuola, nell’ascoltare l’insegnante che ripete le cose all'infinito. Si rischia di diventare matti, ma è il nostro lavoro e va fatto. Giochiamo sempre per l’allenatore ma vorremmo che arrivassero anche i risultati». La salvezza di ogni tecnico, Di Francesco compreso. In più, l’abruzzese ha potuto contare sul pieno sostegno di Monchi, il primo a mettersi in discussione per le scelte fatte tra mercato e panchina, il primo a pagarne le conseguenze, casomai, a giugno. Sarri o non Sarri.