Gozzi, pres. Entella: "Ce la metteremo tutta per portare a casa il risultato"
Antonio Gozzi, presidente della Virtus Entella, ha parlato ai microfoni di RMC Sport alla vigilia del match di Coppa Italia contro la Roma:
Sulla gara con la Roma
“Quando si entra in campo, chiunque sia l’avversario, bisogna crederci. Dobbiamo fare il possibile per portare a casa il risultato. Ce la metteremo tutta. Tutto è possibile, la palla è rotonda e chi avrebbe detto che l'Entella avrebbe battuto il Genoa. Ora ci godiamo questa all’Olimpico”
Su Zaniolo
“Sapevamo che era un giocatore con grande potenzialità, infatti lo vendemmo all’Inter per due milioni. Certo non mi potevo immaginare che nel giro di un anno esordisse in Champions e diventasse un titolare inamovibile della Roma. Bravo Zaniolo che aveva le idee chiare già da noi. La strada ora è lunga e il cammino è all’inizio”.
Un fioretto se dovesse passare il turno?
“Vado a piedi a Santinacci di Compostela in pellegrinaggio (ride, ndr)”
Coppa Italia, Napoli batte Sassuolo 2-0 e passa ai quarti
Negli ottavi di finale di Coppa Italia il Napoli ha battuto 2-0 il Sassuolo nel segno di Milik e Ruiz. Le reti sono arrivate rispettivamete al 15' ed al 74'. Con questo successo i partenopei si sono aggiudicati il passaggio ai quarti di finale dove ad aspettarli vi saranno il Milan e l'ex Higuian.
Allenamento Torino, nessun riposo dopo la coppa. Domani già in campo
Il Torino, prossimo avversario della Roma in campionato, ha giocato oggi in Coppa Italia contro la Fiorentina. Ma Mazzarri non concederà riposo ai suoi ragazzi che già domani torneranno ad allenarsi in vista del match contro i Capitolini.
Roma vs Liguria. In Coppia Italia qualche tonfo ma soprattutto due trofei
INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Torna, finalmente, il calcio giocato.
Dopo la lunga sosta post tour de force durante le festività natalizie, la Roma scende nuovamente in campo. Domani sera, alle ore 21, i giallorossi allenati da Eusebio Di Francesco saranno di scena allo Stadio Olimpico per affrontare la Virtus Entella di mister Boscaglia in una gara valevole per gli ottavi di finale di Coppa Italia.
Si tratta del primo confronto assoluto tra la formazione capitolina e la compagine di Chiavari, che attualmente milita in Lega Pro.
In molti, al momento del sorteggio, sono tornati con la mente a quel dicembre del 2015 in cui la Roma, allora allenata dal francese Rudi Garcia, riuscì nell’impresa al contrario di farsi eliminare da un’altra squadra ligure di una serie inferiore: lo Spezia, allora allenato da Domenico ‘Mimmo’ Di Carlo e militante in Serie B.
Tale match resta l’esempio più recente di confronto tra i giallorossi e una formazione della Liguria; tuttavia, in passato ci sono stati diversi scontri con le due società più importanti della regione confinante con la Francia, ovvero Genoa e Sampdoria.
In totale, la Roma ha affrontato le suddette squadre genovesi in Coppa Italia in ventiquattro occasioni: contro i blucerchiati, il bilancio parla di sedici incontri, con sette vittorie capitoline, tre pareggi e sei sconfitte; statisticamente, i giallorossi si sono trovati meglio con il Grifone, che su un totale di otto sfide è stato sconfitto per cinque volte (completano il quadro un pareggio e due sconfitte).
Per quanto concerne i confronti con la Sampdoria, il primo avvenne nel lontano 1959. Il 13 settembre di tale anno, infatti, la Roma allenata da Alfredo Foni sfidò i liguri di mister Gei nel secondo turno di Coppa Italia allo Stadio Olimpico. Andò male per i giallorossi, sconfitti con il risultato di 2-0 tra le mura amiche a causa dei gol di Mora e Skoglund.
In Coppa Italia, tuttavia, la parola ‘Sampdoria’ per la magica vuol dire soprattutto ‘trionfo’. In due circostanze, infatti, le formazioni si sono sfidate in una finale (formula andata e ritorno) per il trofeo e in entrambi i casi ha prevalso la Roma.
La prima volta accadde nel 1986: il 7 giugno, nella finale di andata allo Stadio Ferraris di Genova, i giallorossi di Eriksson vennero sconfitti per 2-1 (gol di Mancini e Galia per i padroni di casa e del ‘cobra’ Tovalieri per la Roma) ma furono poi in grado di ribaltare la situazione una settimana dopo all’Olimpico grazie a un secco 2-0 targato Desideri-Cerezo.
Trascorsi cinque anni, fu ancora Roma-Samporia in una doppia finale di Coppa Italia. I giallorossi uscivano dalla gloriosa presidenza di Dino Viola, deceduto soltanto pochi mesi prima ed erano in una fase di transizione che sarebbe poi culminata con il pesante avvento di Giuseppe Ciarrapico al vertice del club. I blucerchiati, invece, erano nel punto massimo della propria storia, reduci dallo storico tricolore conquistato sotto la sapiente guida di mister Vujadin Boskov. La Roma, tuttavia, compì una grande impresa, vincendo la sfida di andata all’Olimpico per 3-1 (autorete di Pellegrini e poi Berthold e Voeller per i giallorossi, gol di Katanec per i liguri) e strappando un prezioso 1-1 fuori casa (vantaggio romanista siglato dal solito Voeller e poi autorete di Aldair) nella partita di ritorno.
L’ultimo precedente nella coppa nazionale contro i doriani risale al gennaio del 2017, quando la Roma di Luciano Spalletti si sbarazzò della Samp di Marco Giampaolo negli ottavi di finale per 4-0, grazie alla doppietta di un super Nainggolan e ai gol di El Shaarawy e Dzeko.
Riguardo al Genoa, invece, per il primo confronto è necessario ritornare al dicembre del 1962, quando la Roma ancora di Alfredo Foni venne sconfitta per 5-2 all’Olimpico dai rossoblu di Gei, nel frattempo passato sull’altra sponda della città.
Mai una sfida tra giallorossi e genoani è valsa per la conquista del trofeo e per il confronto più recente bisogna addirittura tornare indietro di venticinque anni. Ottobre 1994: la Roma allenata da Carlo Mazzone disputa una doppia sfida contro i liguri del ‘Professore’ Franco Scoglio per decidere chi debba passare ai quarti di finale. La gara di andata non ha storia e al Ferraris finisce 2-0 per i padroni di casa, grazie alle reti di Castorina e Nappi. Nel ritorno all’Olimpico, tuttavia, i giallorossi ritrovano compattezza e grinta, ribaltando la situazione grazie a un meraviglioso 3-0 firmato dalla doppietta di Daniel Fonseca e dalla rete (che apre le danze) di un promettente giovane della rosa romanista: Francesco Totti.
Sabatini: "Un giocatore che mi ha deluso? Pastore. Al PSG si è totalmente seduto"
Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma ed ora alla Sampdoria, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Rai 3, nel corso della trasmissione Rabona. Queste le sue dichiarazioni:
"Ho sofferto a vendere certi giocatori a Roma, ma purtroppo era un problema che la società doveva affrontare non potendo contare sui fatturati che avevano le big del calcio italiano come Juventus, Inter e Milan".
Un giocatore che mi ha deluso?
"Pastore è venuto a 19 anni a Palermo, giocava un calcio che non si può nemmeno immaginare, poi è andato al PSG e si è totalmente seduto, gliel'ho anche detto. Mi dispiace perché avrebbe potuto fare di più".
Mancini: "La Roma sarà la sorpresa del girone di ritorno. Zaniolo mi ricorda Pogba e Riccardi sarà il nuovo Totti"
GAZZETTA DELLO SPORT - Il c.t. della Nazionale italiana Roberto Mancini ha rilasciato una lunga intervista alle pagine de la Gazzetta dello Sport dove si sofferma su molti argomenti: dai giovani talenti emergenti in Serie A agli ultimi episodi di razzismo fino alla malattia che ha colpito il suo amico Luca Vialli. Queste alcune delle sue dichiarazioni:
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Cosa le piace di Barella?
«Lo dicevo a Tardelli a Coverciano: “Ti assomiglia”. Ha qualità tecnica, tiro, non perde la palla, la prende di testa nonostante non sia alto, non molla mai, si inserisce, ma deve segnare qualche gol in più. Per essere un giovane con poche partite in A, ha una padronanza del ruolo molto importante. Un modello per quei giovani che hanno tutto tranne quel qualcosina in più da trovare dentro per il salto di qualità».
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Se Barella è come Tardelli, chi le ricorda il «suo» Zaniolo?
«Oggi fa il trequartista, ma per potenza atletica lo vedo anche a tutto campo, alla Pogba».
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Non è stata ingenerosa la bocciatura di Lazzari, provato in Portogallo in un’Italia troppo sperimentale?
«Gli ho fatto giocare una partita difficile, molto difficile, per conoscerlo meglio: lui ha fatto benissimo la fase offensiva, meno bene quella difensiva in marcatura su Bruma. Ma vedo che continua a giocare sempre bene. Non l’ho più chiamato, ma non l’ho bocciato. Anzi...».
Presto Koulibaly tornerà a San Siro per Milan-Napoli. Il sindaco Sala ha detto «Tornerò allo stadio, ma ai primi “buuu” mi alzerò e me ne andrò». E lei che sarà in tribuna, cosa farà?
«Confido che non riaccada, che il precedente abbia insegnato qualcosa. Nel 2019 sono cose assurde, non dovrebbero neanche più venire in mente».
Prandelli propose: «La prossima volta che fischiano Balotelli, abbracciamolo tutti». Se Mario tornerà in Nazionale e dovesse succedere, lei cosa farebbe?
«I giocatori in campo potrebbero fermarsi. Anche se, visto che sono cose fatte da cinquanta persone su sessantamila, magari solo per stuzzicare qualcuno, innervosirlo, le altre 59.950, sicuramente più intelligenti, potrebbero coprire quei fischi o quei cori».
Però Matteo Salvini ha appena detto che sospendere le partite non si deve: la linea del nostro governo è diversa da quella dell’Uefa, dello sport. Non è pericoloso minimizzare?
«Minimizzare non si deve. Se la cosa dovesse ripetersi un’azione clamorosa può servire, a costo di penalizzare il 99% degli spettatori allo stadio: i giocatori potrebbero perlomeno fermarsi, smettere di giocare».
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Cinquant’anni dal Pallone d’Oro di Rivera: dove sono finiti i numeri dieci?
«Ne abbiamo avuti troppi, purtroppo, dal ‘70 in poi: uno ogni dieci anni, almeno. Ma la differenza è anche un’altra, rispetto a oggi: i Rivera, gli Antognoni, i Baggio, i Totti, i Del Piero a vent’anni avevano alle spalle già un sacco di partite in A. Ora giocatori così non ne abbiamo, speriamo che tornino fuori per il prossimo Mondiale: magari Riccardi della Roma, o Vido del Perugia, che però non ha ancora un ruolo ben definito».
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Chi sorprenderà al ritorno?
«La Roma. Ha giovani che stanno facendo esperienza. Si sta riprendendo. L’Atalanta può confermarsi: ha segnato più della Juve, anche se subisce di più. Ma se devo vincere una partita, preferisco 5-3 che 1-0. Due a zero va benissimo...».
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Primo Capodanno da c.t.: discorso alla nazione?
«Vorrei che la mia Italia trasformasse tutto il gioco che fa in qualche gol in più. Per il resto sono felice di tutto, a cominciare dall’empatia che si è creata fra i giocatori. Felice e orgoglioso, anche della gioia di mio padre nel vedermi in questo ruolo».
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Come ha vissuto il dolore di Gianluca Vialli?
«Gli sono sempre stato vicino, non abbiamo mai smesso di sentirci. Ma della malattia non abbiamo parlato. Io non ne avrei avuto la forza, lui non lo ha fatto e ho rispettato il suo silenzio. Ho saputo della malattia da un suo amico. Quando ci sentiamo io e Luca è per cazzeggiare... Ma non è mai mancato un solo giorno nelle mie preghiere. C’è una cosa che non gli ho mai detto: per me Luca è sempre stato un esempio, da quando ci conosciamo, per l’impegno e la serietà con cui faceva le cose; per le responsabilità che si prendeva. Per questo è stata ancora più difficile da accettare la malattia. Si era ammalato un fratello. Ma è una roccia e ancora una volta ha dimostrato la sua forza. Ci siamo visti a Londra da poco: sta bene, controlli perfetti. E’ il più forte. E possiamo continuare a cazzeggiare» .
Coric si sfoga, poi arrivano le smentite
IL TEMPO - MENGHI - Lo sfogo, poi la (doppia) smentita. Al centro del piccolo caso scoppiato ieri c'è Coric e tutto e nato dalle presunte dichiarazioni del papà-agente Miljenko alla stampa croata: «Volevamo lasciare a tutti i costi la Dinamo Zagabria, avremmo accettato tutto tranne l'Italia e la Francia, ma non abbiamo avuto scelta e siamo stati costretti a dire si alla Roma. Ora Ante mi ha detto che da Trigoria non lo lasciano partire, ci sono offerte reali per lui, ma non saranno prese in considerazione. Dopo la disastrosa esperienza con la Doyers Sport, ho preso in carico la procura di Ante, ma non riesco a gestirlo nel migliore dei modi. Volerò presto in Olanda - conclude il padre aindex.hr - per affidarlo ad un'altra agenzia». Tra retroscena e scenari futuri viene fuori un quadro esasperante, ma che lo stesso Miljenko ha smentito: «Quelle dichiarazioni non hanno nulla a che fare con quanto ho detto, E soprattutto ci tengo a precisare che Ante non ha mai detto che la Roma non vuole liberarlo: lui vuole far vedere il suo valore e attende di dimostrarlo sul campo». Gli fa eco il figlio sui social network: «Le dichiarazioni attribuite a mio padre non sono mai state rilasciate né da lui né da me. Sono stato onorato sin da subito dell'opportunità di vestire la maglia giallorossa e il mio desiderio è restare qui». Un passaggio in prestito potrebbe farlo, di fronte alla proposta giusta (su di lui ci sono Parma, Cagliari, Sassuolo e Bologna) potrebbe partire e la Roma sarebbe ben felice di fargli fare le ossa in una squadra italiana per ritrovarlo a giugno più maturo.
Roma, adesso è asta per Kabak. Coric: dopo la bufera, il prestito
GAZZETTA DELLO SPORT - Nel raccontare la bufera che ha investito Ante Coric e la sua famiglia (soprattutto), si può partire anche dalla fine, visto che l’immediatezza ieri, col passare delle ore, ha spolpato tutta la carica polemica con cui era nata. Così, sui titoli di coda, ballano per prima cosa le parole del 21enne calciatore (…)che via social ha fatto sapere: «Le dichiarazioni attribuite a mio padre, per cui saremmo stati costretti ad accettare la Roma, non sono mai state rilasciate né da lui né da me. Sono stato onorato sin da subito dell’opportunità di vestire la maglia della Roma e il mio obiettivo è continuare a farlo più a lungo possibile. (…)». Mossa intelligente, perché le parole del papà Miljenko Coric, rilasciare a Index HR , erano parse assai plausibili, ripercorrendo così le tappe del trasferimento. «Volevamo lasciare a tutti i costi la Dinamo Zagabria che si era comportata nel peggiore dei modi con mio figlio e abbiamo chiesto il trasferimento. Avremmo accettato tutto tranne l’Italia e la Francia, ma purtroppo non abbiamo avuto scelta e siamo stati costretti ad accettare la Roma per andarcene il prima possibile». Poi passando all’attualità ha spiegato: «Ante mi ha detto che la Roma non lo lascerà partire. Ci sono offerte reali per lui, ma che non saranno prese in considerazione. Lui vorrebbe lasciare l’Italia. Di recente ho contattato Di Francesco per chiedergli informazioni sulla crescita di Ante, mi ha risposto che al momento ci sono tre giocatori italiani che sono sopra di lui nelle gerarchie. La stagione però è lunga, il club gioca tre competizioni e che quindi ci saranno possibilità di vederlo in campo. (…)». Nel frattempo, sfumato il Cagliari, per il prestito restano in ballo Chievo e Sassuolo, (…). Storia diversa quella di un altro ancora più baby rispetto a Coric. Si tratta di Ozan Kabak, 18 anni, difensore centrale del Galatasaray, su cui da tempo si sono appuntati gli occhi della Roma. (…).Il problema è che adesso intorno a Kabak si è scatenata una sorta di asta, che vede in campo, oltre alla Roma, società come Stoccarda, B. Dortmund, Watford e anche il Manchester United, (…). Detto che Bruno Peres piace al Bologna (ma è più probabile che resti in Brasile), a proposito di aste, c’è da segnalare anche la situazione intorno a Hector Herrera del Porto. Detto che il club lusitano, pur avendo il centrocampista il contratto in scadenza, non ha nessuna intenzione di cederlo in questa finestra di mercato, non si può escludere che la Roma possa averlo in estate, anche se la concorrenza intorno al suo cartellino non aiuta. Vero che il d.s. Monchi ha bollato l’operazione come «impossibile», ma molto dipenderà dall’assetto tattico che sarà scelto. (…).
DiFra, contro l’Entella la tentazione è il 4-3-3
GAZZETTA DELLO SPORT - Visto il piccolo infortunio al piede che ha rimediato Nzonzi, è possibile che lunedì contro l’Entella, nell’ottavo di finale a eliminazione diretta in programma alle ore 21, Eusebio Di Francesco riproponga il 4-3-3 (…).A centrocampo, infatti, potrebbero giocare Cristante, Lorenzo Pellegrini e Zaniolo. Se invece si darà fiducia a Pastore da trequartista, si resterà sul sistema di gioco recente.
Asta per Kabak. Coric, un giallo
MESSAGGERO - CARINA - Italiani ma non solo. Perché se un calciatore vale non c’è nazionalità che tenga. E così, nonostante il proposito futuro di Monchi è di ‘italianizzare’ la Roma, il ds rimane molto attento alle occasioni di mercato. Quella di Kabak rischia però di non essere più tale. Perché sul giovane turco è iniziata un’asta. Convinto da Terim a rimanere almeno sino a giugno - con tanto di dichiarazioni pro-media e tifosi nei giorni scorsi - su Kabak è iniziato l’inevitabile gioco a rialzo. Non c’è solo la Roma sul 18enne di Ankara, ma diversi club europei disposti anche a bypassare il discorso della clausola rescissoria (7,5 milioni) pur di aggiudicarsi il difensore. È il caso dello Stoccarda che secondo la Bild avrebbe offerto addirittura 11 milioni. Monchi è già stato chiaro da tempo con gli agenti del ragazzo: se parte l’asta, la Roma si tira fuori. Anche perché il rischio che il prezzo lieviti oltremodo è dietro l’angolo. Kabak interessa infatti anche al Manchester United, al Borussia Dortmund e al Watford. Anche l’Inter nelle settimane passate aveva effettuato un sondaggio ma poi si è defilata.
ANTE I GIALLOROSSI Intanto a Trigoria hanno aperto un nuovo capitolo sui padri ingombranti. Dopo Lamela, Bojan e Gerson, è il turno del papà di Coric. Ieri dalla Croazia gli sono state attribuite lunghe e circostanziate dichiarazioni, rilasciate a Index HR: «Volevamo lasciare a tutti i costi la Dinamo Zagabria che si era comportata nel peggiore dei modi con mio figlio. Avremmo accettato tutto tranne l’Italia e la Francia,ma purtroppo non abbiamo avuto scelta e siamo stati costretti ad accettare la Roma per andarcene il prima possibile. Ora Ante, nonostante alcune offerte(Parma e Chievo), mi ha chiamato e mi ha detto che la Roma non lo lascerà partire». Parole che una volta rimbalzate nella Capitale hanno creato il caso. Che il calciatore ha provato a spegnere smentendo il tutto via Instagram: «Le dichiarazioni attribuite a mio padre, per cui saremmo stati costretti ad accettare la Roma, non sono mai state rilasciate né da lui né da me. Sono stato onorato sin da subito dell’opportunità di vestire la maglia della Roma e il mio obiettivo è continuare a farlo più a lungo possibile».
Roma a volte ritorna
MESSAGGERO - ANGELONI - Non subito, non con fretta, ma un giorno, magari non troppo lontano, verrà riproposto, perché Eusebio Di Francesco quel suo 4-3-3 ce l'ha ancora conservato nella testa. La sperimentazione è stata naturale: Cristante si sta specializzando nel ruolo di regista, Pellegrini era ed è una mezz'ala e Zaniolo idem. Un bel centrocampo giovane e italiano, questo è il progetto del tecnico, che si è consegnato al 4-2-3-1 per esigenze di squadra, per superare la crisi d'identità arrivata nel post cessioni di Strootman e Nainggolan. Del resto, l'unico trequartista che ha faticato a fare la mezz'ala è Pastore, ma dovrà riprovarci perché attualmente, come uomo dietro le punte, fatica a trovare spazio dopo l'esplosione di Pellegrini prima e Zaniolo poi. Ora che Nzonzi è infortunato e che De Rossi è ancora convalescente, l'ipotesi può prendere ancora più piede, diciamo potrebbe subire un'accelerazione. Un sistema che consentirà a Di Francesco - nell'attesa di De Rossi - di alternare come centrali Nzonzi e Cristante, che fino a ora hanno scaricato le batterie per le gare consecutive di campionato giocate: dal Frosinone al Parma (14 intere) il francese, invece Bryan dal derby alla sfida in Emilia (13, anche se per intero le ultime 8). In questi mesi di 4-2-3-1 sono cresciuti determinati giocatori, anche sotto l'aspetto della personalità, dell'abitudine a vivere Roma e la Roma.
PRONTI ALL'USO Calciatori più pronti all'uso, non da sperimentare. Vedi i vari Zaniolo, Pellegrinie lo stesso Cristante, che ha fatto la mezz'ala così e così e ora, che è visibilmente cresciuto, potrebbe tornare a farla nel caso in cui al centro del 4-3-3 dovesse giocarci uno tra Nzonzi o De Rossi. E' chiaro che il trio Zaniolo, Pellegrini e Cristante ci fa pensare a una Roma proiettata nel futuro, al dopo De Rossi (calcolando che Nzonzi è trentenne). Una Roma capace con quei tre di sistemarsi in campo come adesso, col 4-2-3-1, o col 4-3-3, una rosa che al momento ha in più solo Pastore e Coric, che per vari motivi sono stati spesso a guardare. Questo progetto ci fa pensare anche alla Nazionale, con i già chiamati Cristante, Zaniolo (prima ancora del suo esordio) e Pellegrini. Mancini li considera mezz'ali o trequartisti, appunto, come Di Francesco. Del resto lo scorso anno, senza dover cambiare idea o sistemi di gioco, la Roma è arrivata senza problemi al terzo posto e raggiunto la semifinale di Champions. Con Nainggolan e Strootman, che erano più avanti rispetto a Cristante, Zaniolo o Pellegrini, ma con un'idea chiara di gioco, che in Europa spesso ha funzionato. Con qualche mese di ritardo, quella freschezza giovane, quel cambio di generazione potrà dare qualche frutto in più. Sempre che si parta da ciò che l'allenatore conosce meglio. E allora, che 4-3-3 sia. Senza più compromessi salva stagione. E l'anno prossimo, senza troppi acquisti trequartisti, se Di Francesco sarà - come ha confermato Monchi - ancora alla guida della Roma.
La difesa non si tocca
IL TEMPO - MENGHI - Tutti confermati. Monchi non vuole mettere mano al pacchetto di centrali, sarebbe casomai disposto a lasciar partire lo scontento Marcano, che ha fatto fatica ad inserirsi e non ha visto molto il campo in questa prima parte di stagione e, in quel caso, potrebbe cogliere qualche occasione sul mercato, ma non è detto, si potrebbe anche restare così, visto il contributo minimo dello spagnolo (359 minuti totali) e il precedente dello scorso anno: salutati Moreno, Castan e Palmieri a gennaio, arrivò Silva, terzino sinistro che fece da comparsa per 111 minuti e poi tornò allo Sporting. Nella passata stagione, però, la Roma vantava una difesa di ferro, una delle migliori addirittura in Europa, mentre oggi è l’undicesima della A con 24 gol subiti al giro di boa. Ha chiuso l'anno a porta immacolata, come non le riusciva da quasi tre mesi in campionato e quello di Parma è stato il quarto «clean sheet», il sesto contando la Champions. Di questi tempi, dodici mesi fa, erano il doppio( 12 totali) e i gol incassati in Serie A solo 13. Una differenza sostanziale, eppure gli uomini sono gli stessi, Marcano a parte. Manolas, Fazio e Jesus contano insieme 7 anni e mezzo di esperienza in giallorosso, il «grosso» viene dal greco che è alla quinta stagione e, per ora, non va da nessuna parte. Il suo è uno dei contratti che presto o tardi arriverà sulla scrivania di Monchi, probabilmente a fine campionato, la scadenza è lontana in realtà, 2022, ma il centrale ha cambiato da poco procuratore, si è affidato a Raiola e ha ancora una clausola con cui può liberarsi si in estate: o sarà ritocco o, probabilmente, addio.
Manolas sta bene nella capitale, ha avuto più volte la possibilità di fare le valigie ma alla fine ha sempre scelto di rimanere, ma dopo tanto tempo qui potrebbe essere arrivato alla fine di un ciclo e non è un caso che il diesse spagnolo stia già preparando la rivoluzione per giugno. Adesso non ci sono le risorse per strappare Mancini all'Atalanta, ma nel progetto di una Roma giovane e italiana che Monchi sogna di realizzare c'è spazio per un investimento importante anche lì in mezzo, dove si guarda pure Kabak del Galatasaray. Molto dipenderà dalla classifica finale, la Champions porta soldi e attira giocatori, perciò i giallorossi si batteranno per restarci, già a partire dal Torino, sabato prossimo. Prima, però, c'è un'altra competizione da onorare, la Coppa Italia, e dato che il pilastro della difesa Manolas si sta ancora allenando a parte per colpa del problema all'adduttore accusato a Parma la coppia centrale dovrebbe essere composta da Fazio e Juan Jesus contro la Virtus Entella. Santon non è pronto, a destra ci sarà Florenzi e a sinistra Luca Pellegrini spera, ma non è detto che Kolarov riposi. Turnover obbligato per Di Francesco anche a centrocampo, dove Nzonzi non è al meglio per una lussazione al dito del piede e De Rossi è in attesa di risposte positive dal ginocchio, che comunque sembra migliorare. Toccherà, dunque, a Pellegrini, Cristante e Zaniolo, davanti più Dzeko di Schick e due tra Kluivert, Perotti e Under.